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Autore: Strekon    22/06/2003    6 recensioni
Un oscuro incantesimo ha colpito Hogwarts. Chi sarà in grado di ripristinare l'ordine? Una storia Dark con un fondo di romanticismo....
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il nulla più assoluto

Il nulla più assoluto. Un buio ottenebrante senza pace e vita. Il vuoto per infinite distanze, senza cieli azzurri, alberi in fiore, arcobaleni splendenti.

Nulla. Ma… forse una luce distante…sì, nella pace eterna dell’oscurità un sottile raggio  bianco di luce pura trapassò quel mondo di ombre. La scia luminosa, sempre più larga, squarciava, lentamente ma con insistenza, quello scudo di notte eterna, portando con estrema lentezza alla vista cosa copriva il nero drappo ormai a brandelli. Hogwarts. Bella come la ricordava. Il sole  illuminava i contorni rendendo la scuola simile all’immagine di un libro di fiabe. Un lieve venticello soffiava sulle verdi terre intorno al castello. Era un posto veramente magico. Perché era proprio quello, una scuola per maghi, una delle migliori d’Europa e probabilmente una delle più antiche. I babbani non l’avrebbero mai trovata, il mondo dei maghi sapeva come difendersi dai curiosi non maghi; si perché solo alcune  persone erano maghi, ma non tutti provenivano da famiglie di stregoni puri. Alcuni potevano essere maghi senza saperlo, come ad esempio Hermione Granger, nata e vissuta fino a 10 anni in una famiglia babbana, e solo dopo scoprì di avere doti magiche. Hermione… chi è Hermione? Il nome gli ricordava qualcosa ma, diavolo…più ci pensava e più il castello di Hogwarts spariva, coperto ancora da buio e incubi. Quel nome ispirava fiducia, forse era una sua cara amica? O forse era una parente… non ricordava, e più si sforzava più le tenebre lo avvolgevano. Non sapeva chi fosse, ma se voleva capire cosa stava accadendo doveva scacciare quel pensiero dalla testa. Lentamente ed inesorabilmente il ricordo svanì lasciando il posto, ancora, all’immagine della scuola di magia. Lo sguardo si sposto verso l’entrata, dove due enormi porte bloccavano il passaggio. Ma questo non fu un problema. Come se fatte di aria e di nulla gli passò attraverso con movimento costante, senza riflettere come se tutto fosse stato già programmato da tempo. In tutto il suo splendore apparve ai suoi occhi il salone principale di Hogwarts. I lampadari finemente lavorati illuminavano, nonostante fosse giorno, i grandi arazzi e le imponenti scale che avrebbero condotto ai piani superiori. Senza indugio il viaggio prosegui lungo la scala alla sua destra, rapidamente, quasi levitando sul tappeto rosso che copriva la rampa in questione. Senza preavviso comparvero come fantasmi un gran numero di persone. Indossavano la maggior parte una lunga tunica scura con un simbolo, non sempre uguale, all’altezza del cuore. Un grifone d’oro. Ma anche un tasso purpureo, un corvo dalle ali nere come la notte e un serpente verde come uno smeraldo. Quest’ultimo simbolo incupì il viaggiatore e gli riporto alla mente un nome. Malfoy. Cercò di non cascare ancora nella trappola di poco prima, e cercò assiduamente di non pensare a quel nome. Malfoy… I corridoi erano molto vuoti per essere una scuola così frequentata. Vide in giro addobbi natalizi e questo rispose al perché di così poca gente in giro: molti studenti erano a casa per le feste di natale. Senza esitazione il viaggio continuò salendo per le scale mobili che conducevano alla torre dei Grifondoro. Il nome della classe con lo stemma dorato… un altro ricordo…ma non ebbe il tempo di pensarci. Entrato nella sala comune vide una ragazza seduta su di una comoda poltrona di stoffa rossa. Era veramente bella. Capelli bruni e lunghi leggermente arricciati, occhi scuri intenti a leggere un grosso libro che teneva poggiato sulle gambe. Il fuoco scoppiettante nel camino alle sue spalle stagliava la ragazza e proiettava la sua ombra sul pavimento. Sfogliò una pagina e prese a rigirare una ciocca di capelli con le dita, come se qualcosa la tormentasse. Da una delle scale della sala comune scese un ragazzo. Probabilmente coetaneo ed amico della ragazza, poiché si avvicinò a lei dicendole qualche cosa che, però il viaggiatore non riuscì a sentire. Si accorse solo ora che non sentiva nessun suono. Nulla. Silenzio. Un silenzio che gli ricordò il buio da cui era avvolto fino a poco fa. La discussione fra i due ragazzi cominciò a farsi concitata. Il ragazzo dalla folta capigliatura rossa spalancò di più la bocca, probabilmente urlando; in risposta la ragazza si alzò di scatto lasciando cadere il libro ai suoi piedi, anche lei spalancando la bocca urlando. Lui si avvicinò di più sempre urlando. Anche lei non fu da meno. La distanza fra i due ormai non esisteva. Le labbra del ragazzo si posarono d’improvviso su quelle della ragazza bruna. Sorpresa fece un passo indietro mettendosi una mano sulla bocca. Altrettanto d’improvviso, ripresasi dalla sorpresa, spostò la mano dalla sua bocca e colpì con uno schiaffo il giovane dai capelli purpurei. Gli occhi lucidi di lei indicavano il dispiacere e la rabbia per quello che avevano fatto entrambi. Lui, con la testa piegata di lato dalla forza del colpo, biascicò qualcosa, probabilmente anche se si fosse sentito qualcosa, di incomprensibile, e con uno scatto, tornò da dove era spuntato in cima alle scale. La ragazza tornò a sedersi e nascose il volto fra le mani, appoggiandosi alle ginocchia. Pianse. Singhiozzò e respirò forte inarcando la schiena. Una valanga di emozioni attraversarono il corpo del viaggiatore. Chi erano quei due? Altri ricordi affiorarono nella sua mente, e tutto tornò ad incupirsi sotto una nebbia di terrore. Ancora tentò di farli sparire ma questa volta l’oscurità non avvolgeva la sua vista. La ragazza vide scendere il buio nella stanza e fuori dalla finestra imponenti nubi scure nascondevano il sole che brillava su Hogwarts. Il panico la avvolse. Paura. Terrore. Da come reagì, doveva essere una cosa che, seppur terrificante, si aspettava da tempo. Corse verso la scala dove era salito il ragazzo, ma lui la precedette e spuntò, nuovamente, sulla rampa delle scale. Lei ancora con le lacrime sul volto si aggrappò al suo braccio ed insieme corsero veloci verso l’uscita della torre. Troppo tardi. Una figura scura comparve nella stanza. Era alta e vestiva con una tunica nera che lo copriva completamente, lasciando libere solo le braccia e le mani; nella destra stringeva una bacchetta sottile  color avorio, in contrasto con le intenzioni del mangiamorte. Rapidamente sia lui che lei estrassero le bacchette e le puntarono contro il loro avversario. Dalla bacchetta del giovane partì una scia di scintille rosse come i suoi capelli che centrarono un pieno il mangiamorte. Ma non fu abbastanza. Contemporaneamente la ragazza e l’uomo incappucciato, ferito ma non sconfitto, scatenarono una tempesta di fuochi, colpendosi a vicenda. O così parve. Con uno scatto il giovane intercetto i dardi infuocati che lo ferirono alla spalla. Il suo volto divenne una maschera di dolore. Cadde prono, privo di sensi,  spingendo a terra l’amica mentre il mangiamorte con un rantolo morì. Lei non ebbe il tempo di reagire all’accaduto. Un’onda d’urto sproporzionatamente potente li investì, mentre una luce li accecava completamente. Furono sbalzati fuori dalla stanza, frantumando la vetrata e precipitando verso il lago che circondava il castello di Hogwarts. L’ultima cosa che la ragazza vide fu l’acqua, sempre più vicina, più vicina, vicina….

Ron Weasley si svegliò di soprassalto e aprì gli occhi.

 

   
 
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