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Autore: Aching heart    16/08/2013    7 recensioni
(JanexJacob)
Jane Volturi è famosa per essere una sadica senza cuore, un'aguzzina spietata nel corpo di un'angelica ragazzina, ma è davvero così? E se ci fosse stato qualcosa nel suo passato a farla diventare tale, qualcosa che lei stessa a stento ricorda? Se l'adorazione che prova per Aro non fosse altro che un'illusione creata dalla manipolatrice Chelsea e all'improvviso lei ricordasse la verità, cosa succederebbe? E se nella ricerca della vera sé incontrasse Jacob, un Jacob sempre più confuso a causa dell'imprinting con Renesmee che va indebolendosi? Potrebbe esserci spazio per qualcosa di diverso dalla crudeltà nella non-vita della vampira? Qualcosa come... l'amore?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jacob Black, Jane, Un po' tutti, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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1.Pain

Jane non aveva mai disobbedito ad un ordine di Aro, mai. Non ne aveva mai avuto il motivo né tantomeno la tentazione: adorava Aro, e qualunque cosa lui le avesse ordinato di fare, lei l’avrebbe fatta. Anche per questa sua particolare devozione, oltre che per il suo devastante potere, era così in alto nella scala gerarchica dei Volturi.
E allora perché, improvvisamente, si sentiva così… estranea alla voce di Aro e a ciò che le stava ordinando di fare?
- Jane, cara? – le chiese lui, vedendo che la vampira era come assente – Ti senti bene?
Jane si riscosse. Era a Volterra, nella sala in cui i tre anziani amministravano la giustizia. Lei si trovava di fianco allo scranno di Aro, che la stava guardando stupito e in attesa di una sua reazione. Anche Caius la guardava nello stesso modo, ma nei suoi occhi c’era anche una nota di minaccia che lei ignorò completamente.
- Sto bene, Signore, perdonatemi.
- Non importa, cara, non importa. Stavo dicendo al nostro amico – e si rivolse ad un vampiro inginocchiato davanti ai tre troni di legno e tenuto fermo da Felix e Santiago – che è davvero poco gentile da parte sua mancarci di rispetto come ha fatto lui mentre noi proteggiamo le leggi, in favore di tutti i nostri simili. Per questo merita una punizione.
Guardò nuovamente Jane con quella sua espressione falsamente gentile, e lei seppe cosa doveva fare. Fissò negli occhi il vampiro processato. Si chiamava Joel e ed era chiaramente un neonato; forse era stato creato per sbaglio, perché nessun adulto gli aveva spiegato nulla della segretezza – lo avevano dedotto dalle numerose vittime che aveva mietuto nel giro di una notte sola – e dei Volturi. Infatti attendeva la punizione con sguardo incerto, guardando senza capire la figura minuta e il viso all’apparenza innocente di Jane: non sapeva cosa lei era in grado di fare, ma lo avrebbe saputo subito. Ingentilì la sua espressione e sorrise amabilmente al neonato, e in quel momento il vampiro inarcò la schiena repentinamente, urlando per il dolore. Jane gli stava infondendo nella mente le dolorose immagini di lui torturato, trafitto da milioni di denti affilati come i suoi, dilaniato dall’interno da un fuoco inestinguibile, e questo era ciò che il neonato avvertiva su di sé, anche se era solo un’illusione. Le sue urla disperate suonarono come musica alle orecchie di Aro e Caius; solo Marcus sembrava impassibile, come al solito.
Lei aveva sempre goduto del male illusorio che infliggeva alle sue vittime, non sapeva se fosse perché stava compiacendo Aro o perché lei fosse sadica, ma in quel momento non era così, perché da qualche parte nella sua mente una voce lontana e piena d’odio le sibilò: “Strega!”.

***

Chelsea sapeva che si stava preoccupando troppo, ma del resto aveva quasi rischiato di perdere Afton, il suo compagno.
Era successo due giorni prima: i Volturi erano stati informati da una fonte attendibile che i due rumeni, Stefan e Vladimir, stavano organizzando una specie di ribellione, con qualcosa come una ventina di vampiri. Sciocchezze, per loro, ma gli anziani avevano preso la decisione di partire immediatamente con alcune delle guardie per poter finalmente annientare i due rumeni, che erano stati una spina nel fianco per secoli, perciò oltre a Jane, Alec, Felix e Demetri erano partiti anche Aro, Caius e Marcus seguiti da Renata, Chelsea e Afton. La presenza di Chelsea era stata richiesta da Aro nel caso avessero trovato qualche vampiro dal talento interessante: lei avrebbe dovuto manipolarne i legami per favorire l’eventuale acquisizione, mentre Afton… lui non aveva un ruolo in particolare. Di solito non faceva niente, ma all’occorrenza aiutava Felix. Non aveva nessun talento ed era stato ammesso nel corpo di guardia solo grazie all’importanza che aveva lei, e quando veniva mandata in missione la seguiva sempre e comunque, sebbene i Volturi non fallissero mai. L’episodio avvenuto ad Olympia con la famiglia Cullen era stata un’eccezione, e comunque erano usciti tutti illesi.
Quella volta, però, era stato diverso. Era una trappola: dei rumeni non c’era traccia e ad attenderli c’erano invece un piccolo esercito di neonati e, con grande stupore di tutti, dei Figli della Luna. Caius era quasi impazzito e aveva iniziato a sbraitare ordini a destra e a manca, ma Aro aveva riportato la calma. Jane, Alec e Demetri insieme avevano facilmente avuto la meglio sui neonati che erano stati annientati senza pietà, fatta eccezione il vampiro che sembrava più maturo degli altri e che era stato interrogato per avere informazioni, ma i tre Figli della Luna erano stati un problema. Felix, Chelsea e Afton ne avevano uno per ciascuno, e né lei né il suo compagno erano molto esperti nei combattimenti con i licantropi. In breve, uno di questi aveva staccato un braccio ad Afton e gli avrebbe staccato anche la testa se Felix, ucciso il lupo con cui si stava battendo, non fosse intervenuto. Afton si era poi riattaccato il suo braccio e aveva continuato a lottare, stavolta in aiuto della sua donna, ma Chelsea era rimasta come pietrificata: aveva dato il suo amore per perso, e per un attimo aveva sentito il mondo fermarsi e se stessa estraniarsi da esso. Se il suo cuore fosse stato ancora attivo, la vampira era certa che si sarebbe fermato. I suoi occhi terrorizzati vedevano ancora il lupo che feriva Afton, e solo quando lui la prese per le spalle e la scosse, preoccupato, lei ritornò alla realtà. Mai da quando lo aveva conosciuto aveva pensato poterlo perdere.
Ed era stato proprio in quel momento che, senza accorgersene, aveva perso mentalmente la presa su alcuni dei legami che manipolava; subito dopo averlo scoperto non gliene era importato molto, occupata com’era ad accertarsi che il suo uomo stesse bene, ma dopo si era resa conto che quell’errore avrebbe potuto comportare la distruzione dei Volturi. C’era Marcus, per esempio, che lei teneva costantemente in quello stato di indifferenza totale per permettere ad Aro di sfruttare il suo potere. Se quel legame fosse sfuggito dal suo controllo, Marcus avrebbe potuto tentare di uccidere Aro, con conseguenze che nemmeno lei immaginava. Oppure c’era Demetri, il cui clan era stato distrutto solo perché i tre anziani potessero annettere lui alle loro fila. O ancora i gemelli, con dei poteri così grandi e una così grande devozione per Aro che si sarebbe potuto trasformare in odio, se lei non fosse stata attenta. Lei, Chelsea, era come un burattinaio che maneggiava a suo piacimento i suoi burattini. Beh, in realtà li maneggiava a piacimento di Aro: lui era il capo. Se lei avesse voluto, avrebbe potuto piegare lui e gli altri due anziani ai suoi piedi, ma non le sarebbe piaciuta quella posizione di potere. Preferiva stare dietro le quinte, dove si stava più larghi, a muovere i suoi fili dei suoi burattini all’oscuro di tutti. In fondo la sua era una posizione invidiabile, ed Aro la trattava come si tratta un tesoro dal valore inestimabile: le aveva addirittura concesso di indossare il mantello nero che indossavano solo gli anziani e le mogli, e lo stesso era stato concesso ad Afton, perché lui era importante per la permanenza di Chelsea. Lui sapeva quale grande potere avesse la sua vampira, ma condivideva la sua idea su come sfruttarlo. Comunque era il solo, oltre agli anziani, a sapere del potere della rossa: tutto il resto della guardia ne era all’oscuro. Questa era una delle cose che piacevano maggiormente a Chelsea, il sapere tutto di tutti ma non far sapere niente di lei a nessuno. Aro non aveva raccontato tutto volentieri alla manipolatrice, ma aveva dovuto farlo perché lei potesse decidere in che modo stringere i diversi legami.
Dopo quell’incidente, aveva provveduto subito a ristabilire l’ordine nella sua mente: fortunatamente, il legame di Marcus non aveva risentito dell’accaduto, la sua mente era troppo attenta su di lui, c’era soltanto qualche piccolo danno qua e là, e aveva sistemato tutto. Ciò di cui non si era accorta, però, era che nel momento in cui il legame di Jane con Aro si era indebolito, la vampira bionda era rimasta come fulminata. Era in piedi, immobile, a guardare i cumuli fumanti di quelli che erano stati i suoi nemici, con gli occhi cremisi assenti. Lei guardava, ma non vedeva, perché i suoi occhi vedevano altro: vedevano un cielo scuro, quasi nero, con qualche debole stella e la luna coperta, vedevano un mare di gente con abiti di un’altra epoca che la fissava con facce incattivite, alcune terrorizzate, ma la maggior parte crudeli; lei vedeva le fiamme sotto di sé farsi sempre più alte e intense, e sentiva il loro calore insopportabile, sentiva dentro di sé la paura, la rabbia, il dolore, l’odio, e la folla urlare: “A morte la strega!
Quando Chelsea aveva riparato il legame tutte quelle sensazioni erano sparite, Jane era tornata alla realtà e aveva sentito potente come prima la sua devozione per Aro, ma sentiva altrettanto potente il ricordo di un tempo in cui lo aveva inspiegabilmente odiato.
Nei due giorni successivi Jane aveva riscontrato dei cambiamenti in se stessa, che fortunatamente non erano stati notati dagli altri. Spesso si perdeva nei propri pensieri, che la portavano sempre a rivedere quelle immagini che non ricordava di aver mai visto prima, ed era cosciente di provare per il capo dei Volturi due sentimenti diametralmente opposti, ma non sapeva perché. Per la prima volta da quando era entrata nella guardia si chiedeva perché adorasse tanto Aro, che cosa avesse fatto di buono per lei da meritare la sua devozione. E si domandava perché invece lo avesse tanto odiato e perché non se ne fosse ricordata prima. A volte sentiva di conoscere la risposta, ma quando stava per arrivarci questa scivolava via lasciando un senso di incertezza insopportabile. Quando ciò accadeva – ma questo Jane non lo sapeva – era segno che Chelsea stava avendo problemi col suo talento. Infatti da quando aveva perso il controllo terrorizzata per la sorte di Afton, esso si comportava in maniera strana, come se fosse dotato di volontà propria, o come se fosse il segnale di una radio male sintonizzata. Diminuiva d’intensità di colpo, soprattutto su Jane, e la manipolatrice doveva concentrarsi seriamente per qualche minuto per rimediare. Non aveva che due possibili spiegazioni per quel fenomeno: che con quel forte spavento il suo potere fosse stato irreversibilmente danneggiato, eventualità alla quale non osava neanche pensare, o che quegli sbalzi fossero dovuti alla sua preoccupazione per il compagno, e allora cercava disperatamente di calmarsi, senza riuscirci. Era terrorizzata dalla possibilità che Aro la scoprisse, ma fortunatamente lui non aveva ancora sospettato niente né aveva voluto toccarle la mano per conoscere i suoi pensieri, e sperava di risolvere il problema prima che questo succedesse.

***

Alec fissò sua sorella alla luce tremolante delle fiaccole accese sulla terrazza, in cima alla torre del Palazzo dei Priori.  Era da un po’ che era strana. Di solito parlava sempre con lui di ogni cosa, dalla più importante alla più insignificante, eppure da un paio di giorni Jane era fin troppo silenziosa e pensierosa, e non sembrava più lei. La sua abituale serenità sembrava essersene andata, e se lui la guardava attentamente negli occhi identici ai suoi riusciva a vedere lo spettro di un ricordo: fiamme roventi che lambivano due figure legate ad un palo. Non sapeva se fosse reale o solo un’impressione, ma era ciò che vedeva e lo faceva riflettere. Se provava a pensarci molto a lungo riusciva a vedere quelle immagini nella sua testa, ma subito dopo non avvertiva più niente, come se la vista gli si fosse oscurata insieme a tutti gli altri sensi. Quello era l’effetto della specie di nebbia che era il suo talento, e davvero non sapeva cosa c’entrasse.
Non aveva chiesto nulla alla sua gemella perché non voleva invadere la sua privacy e contava sul fatto che prima o poi lei si sarebbe confidata, ma era venuto a sapere che quel giorno esitato ad obbedire ad un ordine di Aro. Oltre ad essere molto strano da parte di Jane, era anche pericoloso, perché se avesse continuato così e Aro si fosse arrabbiato, sua sorella avrebbe anche potuto rimetterci la vita. Per questo aveva deciso di parlarle.
- Jane? – le chiese rompendo il silenzio.
- Sì, Alec? – rispose lei continuando a guardare il panorama sotto di sé.
- Non mi racconti nulla?
Jane si voltò verso di lui e lo fissò attentamente per qualche secondo per poi rispondere:- Suppongo che tu sappia già ciò che vuoi sapere da me. Perché me lo chiedi?
- Perché non è normale, ed è pericoloso.
- Ero un po’ sovrappensiero, Alec, tutto qui.
-No, non è tutto qui, perché tu non sei mai sovrappensiero quando Aro parla, e non esiti mai ad eseguire un suo ordine, ed è bene che sia così, perché se dovesse credere ad una tua insubordinazione…
-Insubordinazione?! – sbottò improvvisamente Jane, che anche se si arrabbiava facilmente fuori manteneva sempre il controllo. – Non gli ho mai dato motivo di crederlo, l’ho sempre servito fedelmente, e non credo che un piccolo errore possa mettermi in pericolo.
-Io sono solo preoccupato per te, ecco tutto.
- Non ce n’è bisogno, Alec – disse seccata. Poi aggiunse:- Voglio stare un po’ da sola.
Alec sospirò, ma decise di accontentarla, e un secondo dopo era già sparito.
Jane rimase immobile, appoggiata alla merlatura della torre mentre una brezza fresca le lambiva piacevolmente il viso. Era sera, quindi non si esponeva a nessun rischio. Guardava la città sotto di lei, che svolgeva la sua vita inconsapevole del suo sguardo malinconico. Quella notte la luna sarebbe stata impossibile da vedere, e per questo avvertiva come una sensazione di tristezza e di solennità, perché nelle immagini che rivedeva in quei giorni, mentre il fuoco bruciava, la luna era completamente coperta dalle nuvole.
Era dispiaciuta di aver trattato così male suo fratello, la persona più diversa da lei ma che la conosceva meglio di chiunque altro al mondo, il suo migliore amico da sempre, ma voleva davvero stare sola e non avrebbe tollerato neanche la sua compagnia. Aveva bisogno della solitudine per riprendere il controllo di se stessa e per provare a lasciare fuori dalla mente le strane sensazioni di quei due giorni.
Disobbedienti, i ricordi le rilanciarono nelle orecchie le grida di dolore di quel neonato, quel Joel, che ormai era stato distrutto. Non sapeva perché, ma quando l’aveva sentito urlare un tipo di dolore a lei estraneo si era fatto strada nel suo cuore morto.
Un dolore che si chiamava rimorso. 


*Angolo Autrice*
Dunque, questa è la prima fan fiction che scrivo nel fandom di Twilight. La saga in sé per sé non mi piace, ma ho trovato molto affascinanti alcuni dei personaggi... i Volturi, ovviamente. Non chiedetemi perché io sia sempre attratta dagli antagonisti, non lo so neanch'io, ma un personaggio fantastico come quello di Jane non si può non amarlo! Vi starete chiedendo come mai io faccia il tifo per una coppia impossibile come la JanexJacob, ebbene, me lo chiedo anch'io. Ho sempre odiato Jacob e se possibile lo odio ancora di più da quando ha avuto l'imprinting con Renesmee (pedofilia! pedofilia! pedofilia!), ma tempo fa ho letto una OS su lui e su Jane e mi sono semplicemente innamorata di questa coppia, perciò eccomi qui. A dire il vero questa storia ho iniziato a scriverla mesi fa ma non sono mai andata oltre il quinto capitolo per mancanza di ispirazione, ma oggi ho deciso di fare un tentativo e di pubblicare il primo capitolo per vedere come questa storia sarebbe stata accettata. Se piacerà mi metterò d'impegno e cercherò di andare avanti. 
Comunque per adesso abbiamo visto solo Jane, Jacob entrerà in scena dal prossimo capitolo, ma i due non si incontreranno subito: prima del loro incontro voglio gettare le basi del loro cambiamento, e Jane deve scoprire qualcosa di più sul suo passato, perciò, se siete interessati, abbiate pazienza.
Bene, se siete arrivati a leggere fin qui vi faccio i complimenti e vi ringrazio, e vi ringrazio il doppio se mi lascerete una recensione, anche piccola piccola o anche negativa. Ho bisogno di commenti per migliorare.
A presto, se vorrete!
P.S. Ho messo l'avvertimento OOC perché, essendo la prima volta che tratto questi personaggi, non sono certa di riuscire a rimanere fedele ai loro caratteri originali, perciò se qualche volta sforerò dall'IC sarete avvisati.
   
 
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