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Autore: xstylesmike    17/08/2013    3 recensioni
Tutto quello che lei vedeva era una ragazza obesa che affogava i suoi dispiacere nel cibo.
Si chiese cosa potesse farla stare meglio in quel momento, ‘un menù completo da Nando’s’, si disse, poi cacciò subito il pensiero ed iniziò ad odiarsi per aver pensato solo al cibo, come sempre.
Sentì il gusto dei pancakes mangiati a colazione ancora sulle labbra, e le sfiorò la mente l’idea di... No, non poteva farlo, non l’avrebbe mai fatto, odiava anche solo l’idea del vomito.
Ci ripensò. Fu quasi orgogliosa di sé stessa per aver avuto quell’idea. Avrebbe potuto mangiare ciò che voleva, poi bastava mettere due dita in bocca.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This is your heart

Can you feel it? Can you feel it? 
Pumps through your veins
Can you feel it? Can you feel it?

 
Chapter 4

 

«Mi ha chiamato la preside ieri pomeriggio» ruppe il silenzio Anne.

Harry la guardò preoccupato; pensò a tutto quello che aveva combinato le settimane precedenti a scuola e quello che ne poteva sapere la preside a riguardo.

«Cosa ti ha detto?» chiese trattenendo il respiro.

«E’ il mese dei tutor ormai, vuole che tu partecipi quest’anno» disse la donna mantenendo gli occhi sulla strada bagnata.

Il riccio sospirò passandosi una mano fra i capelli leggermente umidicci per colpa della pioggia.

«Lo sai mamma che non voglio farlo» rispose infine scocciato.

Anne rise, «Sei adorabile, tu e il tuo non voler far sapere agli altri quanto sei bravo a scuola! - posò la mano calda su quella del figlio, poi la spostò all’interno della borsa fra loro due alla ricerca di qualcosa - Nel caso in cui cambiassi idea, mi hanno mandato per fax l’elenco dei ragazzi che hanno bisogno di ripetizioni e in quali materie. Dato che sei il migliore studente di tutto l’istituto puoi scegliere chi aiutare».

Quando ebbe in mano il foglio cominciò a scorrere velocemente i nomi di tutti gli studenti, accompagnato dal ticchettìo ritmico della pioggia. Si soffermò solo quando raggiunse l’elenco degli insufficienti in algebra: dopotutto era la sua materia preferita, se avesse dovuto per forza dare ripetizioni a qualcuno almeno lo avrebbe fatto in qualcosa che gli piaceva.

Si bloccò di colpo, leggendo quel nome che gli era così familiare. ‘Adams, Bethany’. Era come se tutti gli astri fossero perfettamente posizionati in favore del segno dell’acquario, come se ci fosse qualcuno lassù che sapeva esattamente quello che Harry aveva desiderato nelle ultime settimane ma che non sapeva come ottenere.

«Lo farò» dichiarò di punto in bianco, lasciando spiazzata la madre al volante.

«Davvero?» le si illuminarono gli occhi.

«Certo, mamma» le disse accompagnato da un sorriso confortante.

«Grandioso! - dichiarò Anne, per poi accostare con l’auto - Buona giornata, Harry».

«Anche a te mamma» ricambiò Harry, chiudendo la portiera.

Sua madre la bloccò appena in tempo e richiamò l’attenzione del figlio che tentava inutilmente di coprirsi dalla pioggia con la cartella.

«Sono orgogliosa di te» sussurrò quasi impercettibilmente, ma Harry lo sentì forte e chiaro, e si allontanò verso la scuola, stranamente allegro.

 

«Buongiorno Beth!»

Beth ritrovò davanti a sé quel paio di fossette adorabili alle quali non aveva mai saputo resistere. Non si era certo dimenticata di ciò che era accaduto la settimana prima ma tutta la rabbia nei confronti di Harry era svanita nel nulla, sostituita da un’immagine perfettamente positiva di lui.

«Ciao» rispose con voce fievole.

«Mi dispiace per quello che ho detto, tanto, davvero».

«Tranquillo, non era nulla. Sono sei giorni che ti presenti davanti a me chiedendo scusa, sei perdonato» cercò di sfoderare il suo sorriso migliore, maledicendosi dopo pochi secondi rendendosi conto di avere un sorriso odioso in qualsiasi modo.

«Okay, quindi tutto a posto, sei sicura?»

Scosse la testa velocemente ad indicare di sì e Harry se ne andò, accennando un sorriso.

«C’è un’ultima cosa - le disse tornando verso di lei - Ho visto che hai bisogno di aiuto in algebra, ti dispiacerebbe se ti dessi lezioni io?»

Era felice? Sconvolta? Estasiata?

«Sarebbe fantastico».

«Perfetto».

«A dopo».

«Ciao Bethany» si avvicinò impacciato per scoccarle un bacio sulla guancia, seguito dallo sguardo inquisitore di tutti. Harry Styles che si relazionava con una ragazza che non portasse il perizoma e, soprattutto, che dava baci sulla guancia, era una novità per tutti.

 

***

 

Il campanello suonò. Una, due, tre, quattro volte, finché Bethany non si rese conto che nessuno in casa si sarebbe alzato per aprire la porta e quindi sarebbe toccato a lei. Guardò l’ora: erano le undici. Un piccolo vizio di famiglia era dormire più del necessario la domenica mattina, dopo una settimana intensa di lavoro.

Scese le scale avvolta nel pigiama oversize, iniziò quasi a correre per far smettere quella persona, chiunque essa fosse, di suonare. Non guardò nemmeno nell’occhiello, corse il rischio di aprire ad un psicopatico che avrebbe sterminato tutti, ma chi si trovò davanti era ben diverso da uno maniaco.

«Buongiorno! Ho portato i muffin - disse Harry, mostrando trionfante un cestino di vimini accuratamente chiuso da un fiocco di raso. - Dov’è la tua famiglia?»

«Loro dormono tutti - rispose lei, invitandolo a sedersi in cucina - Perché sei a casa mia la domenica mattina?»

Harry si guardò intorno: la casa era cambiata da quando l’aveva vista l’ultima volta un milione di anni prima. Si dondolò sulla sedia girevole osservando le pareti ridipinte di fresco e una serie di disegni attaccati alle pareti facilmente attribuibili alla mano di un bambino.

«Pensavo che potremmo iniziare con l’algebra, ho portato tutti i libri. - Beth lo guardò con gli occhi spalancati mentre appoggiava sul tavolo tre volumi di matematica così grossi da farle venire il voltastomaco - Sono io quello nei disegni?»

«Cosa? - in fretta si rese conto che le pareti erano tappezzate di disegni che aveva fatto da piccola, raffiguranti lei, Louis e Harry che giocavano - Sì, ma sono di tanto tempo fa».

«Mi piacciono, avevi talento».

Si mise a ridere osservando gli omini stilizzati, uno con due palle azzurre al posto degli occhi, uno con una massa di ricci più simili ad un nido e l’altro con una serie di spaghetti rossi che osava spacciare per capelli.

«Sei gentile» disse ridendo.

«Giuro, io dico sempre la verità - si sedette accanto a lei - Vuoi un muffin?»

«No grazie».

Harry si insultò mentalmente per averglielo chiesto. Ovvio che non lo voleva, se era davvero bulimica. Doveva imparare ad essere più delicato quando parlava.

«Lo sai che puoi parlare con me, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno?»

«Onestamente no, non lo sapevo, ma grazie».

Calò un silenzio imbarazzante fra i due.

«Noi siamo amici, Bethany, no?»

Lo erano? Lei non credeva proprio, ma pensò che le sarebbe piaciuto provarci.

«Potremmo esserlo».

Harry fu felice di quella risposta. Fu lieto di sapere che non aveva sbagliato del tutto con lei.

«Allora cominciamo, amica» disse mostrando le fossette.

«Sei sicuro? Disequazioni fratte la domenica mattina?»

«È quel che faccio quando mi annoio» dichiarò orgoglioso.

Beth si rese conto che quel ragazzo non era lo stesso che lei vedeva a scuola. Era completamente diverso. Il gemello buono e il gemello cattivo. E quello davanti a lei era sicuramente quello buono, che era riuscito a prevalere sull’altro dopo tanto tempo.

«Grazie» le scappò.

Lui la osservò perplesso. «E di cosa?»

«Di avermi dato ragione. In fondo ho sempre saputo che non eri cambiato».

Accennò un sorriso timido, nascondendosi dietro l’enorme libro di matematica. Qualcuno - a parte sua madre - vedeva qualcosa di buono in lui. Allora Harry Styles non era da buttare del tutto nel cesso.




Ahahahahahahahahahahahahah scusate ma mi diverte davvero tanto il fatto che sto aggiornando questa storia dopo un anno e quattro mesi e mezzo! C'è un modo per farsi perdonare una cosa del genere? Non credo, e soprattutto non con un capitolo del genere. Scusate davvero tanto. Immagino che adesso avrete tolto tutte la storia dalle seguite quindi non se la cagherà nessuno e mi dispiace perché è tutta colpa della mia demenza çç
Il fatto è che la scuola mi ha massacrato (mai fare il liceo classico! Vi diranno che il trennio migliora, invece è ancora peggio) e non avevo ispirazione. Ma ho trovato questo capitolo lasciato a metà e ho sentito il bisogno di continuare questa fan fiction, anche perché sono sempre stata affezionata a Beth e Harry.
Bene, vi saluto, spero che qualcuno la legga e che non mi uccidiate :)
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