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Autore: Music is my soul    26/08/2013    8 recensioni
-Harry, lasciami!- Urlò lei, allontanandosi da lui, iniziando a correre per il vialetto.
-No, io e te siamo destinati, non puoi scappare dal destino.- Rispose lui, seguendola.
-E chi te lo ha detto questo? Smettila di rompere le scatole! Sembri un ragazzino.-
Ci fu un tonfo sordo e di nuovo la sensazione che il tempo si fosse fermato.
Le persone erano immobili, nessun suono, nessuna parola.
Però c'era una differenza, anche lei era immobile questa volta.
Vedeva Harry avanzare verso di lei, senza un minimo di pudore.
La guardò intensamente negli occhi e le lasciò un lungo bacio sulle labbra.
C'era qualcosa di strano, lei non era più immobile e intanto continuava a baciarlo, come se non ci fosse un domani, come non aveva mai baciato nessun'altro.
Quando si staccarono, nessuno dei due proferì parola.
Si guardarono ancora e ancora.
-Mi sembra di conoscerti da una vita.- Sussurrò lei.
-Kimbley, sono un vampiro.- Rispose lui, lasciandola di stucco.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  This is my world.
  


Probabilmente avrebbe dovuto urlare.
Avrebbe dovuto avbere paura o addirittura avrebbe duvuto avere paura di Harry e di ciò che stava succedendo, ma stranamente era più che tranquilla e lasciava che quello sconosciuto la baciasse.
E inoltre, le sembrava di conoscerlo da una vita.
Improvvisamente Harry sparì e la lasciò in mezzo a una valanga di gente che la spintonava o la superava per prendere la metropolitana.
Lei era rimasta spiazzata dalla confessione di Harry e sopratutto da quel bacio.
Non sapeva più che pensare o che fare, aveva solo tanta paura di quello che sarebbe successo dopo.
Prese la metro più spiazzata di prima.
La gente la pressava, la spingeva. C'erano alcuni che la maledicevano per la sua lentezza, altri che parlavano da soli e altri ancora che ascoltavano la musica con le cuffiette, come se fossero in un altro universo.
Appena arrivò alla fermata del lavoro, iniziò a farsi spazio fra la gente ed era tutto un 'permesso' 'mi scusi' 'dovrei passare', alla fine, dopo molta fatica, riuscì a scendere e a dirigersi al negozio di elettronica.
-Ciao Kim! Tutto bene? Hai una faccia...- La salutò Rose, notando la sua faccia bianca.
-Non credo...devo vomitare!- Disse la ragazza, correndo verso il bagno, facendo preoccupare Rose.
-Ehy, hai mangiato qualcosa che ti ha fatto male?- Chiese Rose, tenendo i capelli di Kimbley.
-Non so...- Rispose lei, continuando a rigettare e a pensare al perchè stesse così male: Harry.
 
 
La giornata era finita, e fortunatamente erano già le sette di sera, quindi Kimbley poteva salutare tutti e andarsene alla metropolitana.
Come al solito, passò dall'emporio per comprarsi la cena.
C'era l'offerta del giorno, un panino con porchetta e maionese.
Prese quello, contenta che ci fosse solo l'ultimo pezzo, come se la stesse aspettando.
Prese anche una bottiglietta di coca cola, lei era una coca cola dipendente, almeno un goccino al giorno doveva berlo, se non lo faceva era come se avesse un vuoto dentro.
Pagò, prese il sacchettino trasparente e si diresse verso la panchina dove stava sempre, per attendere.
Lei era una pendolare ormai, ma purtroppo si sapeva che era una vita frenetica quella.
Arrivò finalmente la metro e si fiondò in una cabina piccolina, in mezzo a due grandi.
Era quasi arrivata, finalmente poteva andarsi a mangiare quel gustoso panino davanti ad un bel film.
All'improvviso ci fu un black out, dove saltò la luce e la metro si fermò all'istante.
Kimbley cominciò ad agitarsi e cerco di afferrare il telefono nella borsa per fare un poco di luce.
Comparve una figura davanti a lei che emanava luce, era Harry.
-Harry...c-cosa ci fai qui?- Chiese lei torturandosi il labbro inferiore.
-Sono venuto a prenderti.- Disse lui, facendo tornare di botto la luce e prendendo Kimbley a mo' di sposa.
-Che cosa stai facendo?! Lasciami andare!- Urlò lei.
-E' inutile che urli! Non possono sentirti, sono stato io a causare tutto questo.-
Immediatamente si catapultarono in un'altra dimensione, che sembrava più antica e molto più diversa.
-Dove siamo?- Chiese lei curiosa e spaventata.
-Siamo nel mio mondo. Io ho diciannove anni da centocinquant'anni. Qui c'è la mia casa.- Disse lui, conducendo la ragazza all'interno.
-Come mai mi hai portata qui?- Chiese lei.
-Perchè volevo fartelo vedere. Volevo farti conoscere una parte di me.- Rispose lui, prendendo una lattina dal frigorifero, rigorosamente nero.
-Hai fame?- Domandò lui.
-Si...sai com'è stavo andando a cenare!- Rispose lei.
-Un momento.- Disse lui, chiudendo gli occhi e aprendo il palmo della mano.
Disse qualcosa in una strana lingua, qualcosa di antico sicuramente, e come all'improvviso, quando lui aprì gli occhi, apparve il sacchettino di plastica che aveva Kimbley sulla metropolitana.
-Ecco qui, mangia pure!- Disse lui, porgendoglielo.
Lei era rimasta sconvolta.
-Come hai fatto?- Chiese titubante e anche un po' spaventata.
-Te l'ho detto, sono un vampiro...con la forza del pensiero posso fare questo.
-E' cosi che vieni da me? Senti...l'altro giorno mi hai detto che io e te siamo destinati...perchè l'hai detto?- Chiese, con tutto il coraggio che aveva in corpo.
-Si...E' una storia lunga...allora, è cominciato tutto quando ero piccolo. Io non sapevo di essere un vampiro. Vivevo la mia vita normale, come un normalissimo bambino. Un giorno mia madre mi portò in mezzo ad una foresta, di notte, dove c'era un raduno. Ricordo che avevo molta paura, perchè c'erano tutte quelle persone grandi, con quei denti sporgenti. Mi avvinghiai alle gambe di mia madre e non la lasciai finchè non mi misi su una specie di piedistallo fatto di legno. 'Adesso vedrai il tuo futuro Harry.' Mi disse un'anziana signora, che sicuramente era la signora. Vidi su un albero il tuo viso. Mi dissero che quando avrei raggiunto i diciannove anni, potevo venire nel tuo mondo e dirti tutto.
-E perchè hanno scelto proprio me?- Chiese la ragazza.
-Non lo so perchè. Quella signora ha una lista, che nessuno può toccare. E' la lista dei ragazzi e delle ragazze umane che sono destinati a noi vampiri. Non so con che criterio venga scelto.- 
-E se il "destinato" non ricambiasse i sentimenti ?- Domandò ancora lei, vergognandosi un po'.
-Non è possibile. I vampiri hanno uno strano fascino...che nessuno mai ha avuto.- Disse lui, malizioso.
-Ah...vedo che sei un modesto!- Rise lei.
-Comunque...riuscirò a farti innamorare di me Kimbley. Tu sei destinata a me.- Sputò lui sorridendo.
Lei a denti stretti continuò a mangiare quel gustoso panino, fissando il pavimento scuro.
Kimbley non era tanto sicura che Harry le avesse detto la verità, ma in fondo...che lui era un vampiro era vero. Che erano in un'altra dimensione era vero e che lei era così attratta da lui...era vero, nonostante si conoscessero da due giorni e sopratutto, non sono capitati in delle belle situazioni.
-Va bene Harry...queste cose sono cose molto strane...io ho solo diciotto anni...non credo di essere abbastanza forte per reggere tutto questo.- 
-Invece si che lo sei...tu sei forte Kimbley.- Disse lui, quasi ipotizzandola col suo sguardo.
Dopo essersi svegliata da quello stato di trance, lei piano piano si avvicinò al suo viso.
-Harry...- sussurrò lei, toccandogli il petto.
Lui mugugnò qualcosa e incollò le sue labbra a quelle morbide di lei, facendo sorridere entrambi.
Dopo essersi baciati per un lungo periodo, Kimbley balzò in piedi e si ricordò di quanto tempo avesse passato da Harry.
-Mio Dio! Il tempo è passato così in fretta!- Squittì lei, in preda ad una specie di attacco di panico.
-Stai tranquilla, tornerai a Chicago nello stesso momento di prima. Non è cambiato niente.- Disse lui, prendendola in braccio e lasciandogli un altro bacio, prima di riportarla nella sua America.
 
Sulla metropolitana non era successo niente, non c'era stato nessun black out.
Appena tornò a casa, fu stortita da quello che era successo con Harry.
Lei ancora non si capacitava del fatto che gli sembrava di conoscerlo da sempre, del fatto che era così vicino a lei, di come quando si baciavano sentiva quei brividi lungo la schiena...dei suoi meravigliosi occhi verdi.
Si spogliò e appena si sfilò i jeans, le cadde dalla tasca posteriore un braccialetto con dei pendenti.
C'erano tre spazi, ma solamente un pendente c'era attaccato.
C'era scritto "io".
Kimbley era sicura che glielo avesse dato Harry, ma non capiva il perchè di quell'io e sopratutto come avesse fatto quel braccialetto a finire nei suoi pantaloni.
Lo ripose sul suo comodino, accanto al cellulare, impostò la sveglia alle sette e un quarto, indossò il suo pigiamone e andò dritta a letto.
 
Non aveva idea di quello che sarebbe successo domani.



Writer's Corner.

Ragazze! Dovete scusarmi, ma ho perso la cognizione del tempo!
Ho troppe ff in corso, non ce la faccio ad aggiornale tutte presto, infatti molte hanno lunghe attese, come questa!
Allora, che ne pensate?
Questa è una ff che mi piace moltissimo.
Però, durerà solamente quattro capitoli, perchè è una mini long! :)
Bene...spero che mi perdoniate per la lunga assenza!
A presto :3
   
 
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