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Autore: Stateira    03/03/2008    19 recensioni
Le notti di Harry sono improvvisamente agitate da strani sogni. Ma qual è il loro significato? Chi è il misterioso personaggio in cerca di aiuto?
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 8: Il giorno dopo, però, parlano a lungo, instaurando un minimo di rapporto di fiducia

- Beh, e allora? -

 

Hermione mise fine a minuti e minuti di inutile attesa sbottando contro un Harry più che mai assorbito dalla sua colazione. Lui fece finta ancora per alcuni secondi di essere impegnatissimo a spalmare la marmellata di fragole sul pane tostato senza sprecarne un filo, e conferendogli pure una certa forma artistica. Ma Hermione non era certo tipo da farsi incantare con così poco, e ci si era messo anche Ron che, di fianco a lei, aveva incrociato le braccia con il suo solito fare corrucciato.  Ok, basta marmellata artistica.

 

- Mmh, niente. – borbottò con la bocca mezza piena e gli occhi rigorosamente puntati da qualche altra parte.

- Che cosa vuol dire niente? Non ci siete riusciti? -

- Già. Malfoy non è molto collaborativo. -

 

Hermione lo analizzò dal bordo del vetro del suo bicchiere mezzo riempito di zucca. – Beh, che ti aspettavi. – disse con cipiglio saccente. – E’ Malfoy, no? Credevo che lo conoscessi. -

 

Già, lo credeva anche lui. Harry diede una scrollata di spalle che sperò essere significativa, ed evitò di rispondere. Non gli andava di beccarsi del bambino solo perché da quando aveva instaurato una specie di rapporto con Draco, si era convinto di essersi sempre sbagliato sul suo conto.

Oddio, non del tutto. Malfoy gli aveva ampiamente confermato di essere un viziato damerino testardo, ma anche di essere sveglio, e a modo suo umano. Gli dava un fastidio pazzesco pensare di essersi fatto fregare.

 

- Penso che riproveremo. – buttò lì, senza nemmeno impegnarsi a farcire le sue parole di convinzione.

- Qualcosa è andato storto, allora? -

- Non abbiamo dormito, semplicemente. -

- Cosa?!? -

 

Hermione sembrò aver messo a fuoco solo in quel momento le occhiaie tremende, a fatica nascoste dagli occhiali, che appesantivano lo sguardo dell’amico. Si mordicchiò il labbro inferiore, a disagio per essere stata così dura e per non avere una soluzione brillante pronta sulla punta della lingua. Tentò di essere incoraggiante.

- Beh, è normale. Forse dovreste parlare un po’ e cercare di entrare più in confidenza. -

- Ci abbiamo già provato. E per poco non venivamo alle mani. – Harry fece un grugno infastidito, e si cacciò in bocca l’ultimo rimasuglio di pane e marmellata artistica. – E’ che Malfoy è… non lo so. – si sfogò. – La persona più strozzabile dell’universo. Con quel suo modo di fare, come se avesse capito tutto lui, e come se ne esce con i suoi discorsi assurdi, e poi non gli va mai bene niente, uno cerca di dormire ma non c’è pericolo… -

- Mandalo al diavolo, Harry. – se ne venne fuori Ron.

 

Harry lo guardò in modo strano, a metà fra il tentato e l’offeso.

 

Ron se ne rimase immobile, apparentemente tranquillo, e animato da uno sguardo insolitamente penetrante, a cui l’amico cedette il passo, dopo una breve quanto inutile lotta.

 

- No. – sospirò. – Non posso tradire Marzio proprio adesso, non perché Malfoy fa i capricci. -

- Dovresti proprio chiedere a quel Marzio che cosa ci abbia trovato in Derevan. Se è antipatico la metà di Malfoy, io gli sarei girata alla larga. -

- Già. -

- Ha toccato qualche brutto tasto, eh? -

- Uhm? -

- Dai. Lo vedo dalla faccia che hai. Sembri reduce da un funerale. Tu sei arrabbiato nero con Malfoy, perché quell’idiota avrà messo il dito in qualche piaga. -

- Non avrà osato prendere in giro i tuoi genitori, vero? – si infervorò Ron.

- No. Non sarebbe vivo, altrimenti. -

- Dovresti parlargli. Però non alla tua solita maniera. – sentenziò Hermione, alzando persino il dito indice. – Se due testoni come voi cercano di superarsi a vicenda, ci credo che ne viene fuori una litigata. Prova a starlo a sentire, e convincilo ad ascoltare te. Quello che dovete fare è troppo importante, per mollare tutto. Lo hai detto anche tu. -

 

*          *          *

 

Niente di più vero. Forte di quell’unica convinzione, Harry infilò il corridoio che portava al piano superiore, e si nascose in uno dei pertugi che ospitavano la lunga fila di finestrelle strettissime che facevano da cornice all’intero perimetro. Draco aveva Storia della Magia, ne era arcisicuro, e quindi doveva passare per forza da lì.

Non si fece attendere, in effetti: fu uno dei primi studenti a arrivare al piano ancora semideserto, e evidentemente era troppo nero per aver voglia di compagnia, dato che era tutto solo. Harry ringraziò la circostanza: la sola idea di dover improvvisare un palchetto per portarselo via sotto il naso del suoi compagni gli dava la nausea, per quanto stupidi potessero essere.

 

- Fermati. Devo parlarti. -

Il Serpeverde si voltò di scatto e gli cacciò uno sguardo velenifero.

- Sparisci all’istante. -

- Ho detto che devo parlarti. -

- Sto andando a lezione. -

- Datti malato e seguimi. -

 

Alla fine, Draco non ebbe il tempo per darsi malato. Harry lo afferrò per un braccio e lo trascinò di sotto, fra lo stupore dei pochi studenti che si avventuravano per le loro stesse strade. Imboccò un corridoio tozzo, e si infilò dentro ad un’aula deserta con la sicurezza che poteva avere solo qualcuno che aveva già controllato in precedenza che la via fosse libera.

Si buttò a sedere su un banco vuoto, e incrociò rapidamente le braccia al petto.

- Fuori fa freddo. – borbottò a mo di giustificazione.

- Non ho tutta la vita, Potter. – ringhiò Draco per tutta risposta, restandosene prudentemente nei paraggi della porta.

- Beh, allora sarò breve. Penso di doverti delle scuse, per ieri notte. Perciò, scusa. -

- “perciò scusa”?!?! -

- Volevi che fossi rapido e conciso, no? -

- D’accordo, ma così mi sembra un po’ troppo. -

 

Harry inarcò le sopracciglia e sbuffò. – Dai, volevo solo scherzare. Senti, ho sbagliato a mandarti al diavolo. Eravamo tutti e due nervosi, e ci siamo aggrediti. -

 

Draco si fissò le mani, palesemente indeciso. Trascorse qualche secondo di silenzio, che nonostante tutto non era troppo carico di tensione. Si trattava pur sempre di due ragazzi, due persone ragionevoli, che con un po’ di fatica cercavano di confrontarsi. Si poteva anche fare. Forse.

 

- D’accordo. – disse con una certa esitazione. Sembrava molto stanco, e non solo per via del sonno perduto.

- Mi spiace che tu ti sia sentito usato. Dico davvero. Non era assolutamente mia intenzione. –

- Lo spero bene. -

 

Harry formò un mezzo sorriso, e buttò lì un: – Non sei molto a tuo agio con questa storia, eh? – che voleva essere gentile.

- No, per niente. -

- Già. Senti, io ti capisco. Forse abbiamo solo sbagliato approccio. Dovremmo provare a parlare un po’ noi due, invece che focalizzarci sempre su Marzio e Derevan. Hai ragione tu, noi non siamo loro. – rispose, sorvolando sul tono forzato delle ultime parole che, per qualche maledetta ragione, non gli era piaciuto pronunciare.

- Io non vorrei mai essere Derevan. – rimbrottò Draco. – Quello è troppo carino e gentile. Con te soprattutto. Cioè, con Marzio. -

- Ci credo, Marzio è un tipo affascinante! -

 

Draco cercò di fulminare Harry con un’occhiataccia, ma questi rise, smorzando del tutto la pesantezza dell’atmosfera.

 

- Senti, da me a te. – riprese il Grifondoro. – Siamo finiti dentro ad una storia surreale, però io sono convinto di voler andare avanti, ed aiutare questi due. E scusami se ho dato per scontato che lo fossi anche tu, hai il diritto di volerci pensare sopra. -

- Non è che ci devo pensare sopra. Derevan non mi darà mai tregua se non lo aiuto, e io voglio ritornare al mio quieto vivere il prima possibile. -

- Sì, però se non desideri aiutarli davvero, io credo che non ne verremo fuori. Sai come la penso, e io so che la mia idea serve solo a far di me il Grifondoro più Grifondoro dell’universo. Ma il fatto è che senza di te ho le mani legate, e per quanto Marzio possa aver bisogno di noi, sei tu che vivi nel presente, ed è te che continuerò ad avere sotto il naso per il resto dell’anno, anche quando questa storia sarà finita. -

- Quindi scarichi su di me tutte le responsabilità? -

- Scemo. Sto solo cercando di dire che già che ci siamo potremmo anche parlare un po’. Così tu potrai ficcarti in quella testa dura che ti puoi fidare di me, e che non perderai l’onore a fare una buona azione. -

- Non sei spiritoso. Non mi sembra di aver mai detto che non voglio farlo. Solo che ci sono troppe cose che non mi quadrano, e vorrei vederci più chiaro. -

- Ti capisco. Però penso che Marzio e Derevan siano persone di cui possiamo fidarci. Avrebbero già avuto molte occasioni per farci del male, se avessero voluto. -

- Uhm. Beh, sei tu quello che se ne intende di eroi. -

- Ti adoro quando fai così. – sghignazzò Harry. – Avresti del talento come comico, se solo fossi un po’ meno acido. Vedi, è per questo che sarei contento di poterti conoscere meglio. Sono quasi certo che tu non sia poi tanto male. -

- Lusingato, Potty. – borbottò Draco. – E dimmi, vuoi conoscere il mio segno zodiacale, per sapere tutto di me? -

- Non credo. Magari alla Cooman interesserebbe, ma io preferirei il vecchio metodo della chiacchierata.  -

- Grandioso. Qual è il tuo colore preferito? -

- Il rosso, è ovvio. Meglio se abbinato all’oro. -

 

Draco alzò gli occhi al cielo. – Buona risposta, Sfregiato. – si complimentò.

- Lo dici perché di solito mi sottovaluti. -

- E’ una bella sfida non sottovalutarti. Se magari ti impegnassi ad essere un po’ meno paladino della giustizia, forse non mi daresti così sui nervi. -

- Gelosone. Dillo, che mi volevi a Serpeverde. -

 

Draco strabuzzò gli occhi. – Brrr. – esclamò. – Non riesco ad immaginare niente di più terrorizzante di te che te ne vai in giro a rovinare il buon nome di Salazar! -

- Almeno Piton mi avrebbe visto più di buon occhio. -

- Oh, non credo proprio. Sai, il professor Piton soffre di un’antipatia cutanea per gli inetti. E, mi dispiace dirtelo Potty, ma nessuna uniforme ti avrebbe salvato dalla tua sconcertante incapacità. -

- Ma sentilo, Mister Paiolo di tutti i tempi. Sai Furetto, se fossi stato assegnato a Serpeverde, a quest’ora potresti essere la mia riserva, anziché farti fregare il Boccino da sotto il naso ad ogni partita. -

 

Punto sul vivo, Draco assunse un colore paonazzo, e avanzò di un paio di lunghe falcate.

- Tu saresti la riserva! – tuonò. – E non avresti nemmeno la speranza di poter giocare, con uno come me davanti! -

 

Harry ridacchiò sotto ai baffi della furia di Draco, e scrollò le spalle, come a voler chiudere la conversazione.

 

- Almeno saremmo abituati a dormire assieme, e non avremmo di questi problemi. -

- Non sarei così ottimista, fossi in te. Ho il forte sospetto che tu russi. -

- Cosa? Hey, io non russo! -

- Mah, staremo a vedere. -

- Ma senti un po’ il principino dal sonno dolce. Secondo me tu ti agiti come un forsennato. -

- Questo lo dici tu, mio caro Potter. E se così fosse, tanto meglio, almeno potrei prenderti a calci, e tu non potresti replicare. -

- Certo che replicherei. -

- Oh, io dico di no. Sei troppo Grifondoro per svegliarmi nel cuore della notte, solo per dirmi di stare fermo. -

 

Harry mugugnò, guadagnandosi un’occhiatina trionfale da parte di Draco. Proprio in quel momento, il corridoio si animò dello scalpiccio degli altri studenti, e delle loro voci che si mescolavano e si scavalcavano le une con le altre. Harry controllò l’orologio che portava al polso, per avere la superflua conferma che l’ora di lezione fosse terminata.

 

- Allora, acqua passata? -

Draco lo guardò in tralice. – Che razza di espressioni sono? -

- … -

- Acqua passata, acqua passata. -

- Ok. Bene. Allora, ci vediamo questa sera? -

- Non me lo ricordare. -

- Che cosa ti tocca, adesso? -

- Divinazione. -

- Uhm, che invidia. Io invece filo giù alla Foresta. Lezione di Cura. -

- Non so chi debba invidiare chi, sai, Potter? -

- Ma finiscila. Hagrid è un bravo insegnante, e se per caso vedo un Ippogrifo, te lo saluto! -

 

Harry balzò giù dal banco, e infilò rapido la porta, perdendosi gli ultimi improperi di Draco che andarono a confondersi con i rumori della folla. Si sentiva incredibilmente leggero.

 

*          *          *

 

Draco fece caso ad una cosa, quando quella sera Harry si coricò vicino a lui, un attimo prima di spegnere la luce. Senza gli occhiali, la sua somiglianza con Marzio era qualcosa di sconcertante.

Non che ciò lo sfiorasse in qualche modo, ovviamente.

 

Quando chiuse gli occhi, e li riaprì su una radura soleggiata, capì che qualcosa non funzionava. O meglio, che qualcosa aveva funzionato. Si guardò attorno, cercando di nascondere a sé stesso la sua trepidazione: il posto era alo stesso tempo identico e diverso da quello in cui aveva incontrato Derevan.

Tanto per cominciare, lì non pioveva, con somma gioia delle sue ossa. Inoltre non vedeva salici all’orizzonte, ma solo un piccolo bosco che sorgeva nel bel mezzo del nulla. Bosco che gli suonava stranamente familiare.

Si mise a correre verso quella direzione, augurandosi che Potter fosse laggiù, perché cominciava ad averne abbastanza di quel prato agorafobico.

 

Vi giunse più in fretta di quanto aveva pronosticato. Si appoggiò al primo albero disponibile per riprendere fiato, e con le orecchie assordate dal rimbombo del suo sangue non sentì il fruscio di fogli secche che venivano calpestate.

 

Due ombre gli si pararono all’improvviso davanti, facendolo sussultare.

 

- Hey, Potter? Sei tu? -

Harry si ficcò le mani in tasca e annuì. - Sei davvero Malfoy, o ti sto sognando? –

- Sono davvero io. -

- Come faccio ad esserne certo? Dimostramelo, dimmi qualcosa che non posso sapere di te. -

- Dio, non ti sopporto. -

- A ha. Ho detto qualcosa che non so. -

Draco si arrese, alzando gli occhi al cielo. – E va bene! Ho un neo vicino all’ombelico, in basso a sinistra. Contento? -

- Direi di sì. Credo che solo l’originale Malfoy si sarebbe infuriato per una cosa del genere. Domattina posso controllare se ce l’hai davvero? -

- Miseria, Potter, certo che no! -

 

- Dov’è Derevan? – domandò impaziente Marzio.

 

Draco lo guardò, mettendolo a fuoco per la prima volta. Era esattamente come lo aveva visto, ma gli faceva uno strano effetto che ora lo guardasse negli occhi, abituato com’era ad essere trapassato dal simulacro dei ricordi di Derevan. Gli restituì uno sguardo strano e confuso.

– Non lo so. – ammise. – Credevo fosse qui con voi. -

 

Per un istante, sembrò che tutto si fosse gelato. Harry rivolse a Marzio un’occhiata ansiosa, terrorizzato all’idea di sentirsi franare addosso una di quelle orrende sensazioni di baratro. Il Romano, stranamente, se ne stava fermo, come se si fosse estraniato dal mondo. Che cosa diavolo stava succedendo, perché Derevan non era lì?

 

- Capisco. – mormorò dopo un po’, con voce assolutamente calma.

- Io invece no. – protestò Draco. – Perché Derevan non c’è? -

- Perché probabilmente qualcosa è andato storto. Sei certo di essere addormentato? -

- Che razza di domande fai, non vedi che sono qui? -

 

Harry lo fulminò con lo sguardo, mentre Marzio non parve far troppo caso alla sua arroganza.

 

- Allora siete sicuri di essere abbastanza vicini? -

- Siamo sullo stesso letto. – confermò Harry. – A meno che Malfoy non sia caduto giù. -

- Tu sarai caduto giù, brutto Grifondoro dei miei stivali. – protestò Draco.

 

Marzio diede un sospiro grave, che costrinse gli altri due al silenzio. Si sforzava in modo evidente di nascondere la propria delusione per non far sentire in colpa gli altri due, ma era troppo anche per lui.

 

- Mi dispiace. – gli disse Harry, terribilmente accorato.

- Non fa niente. Posso aspettare fino a domani. -

- Potremmo provare a svegliarci per controllare che cosa non va, no? – propose Draco.

- Sarebbe inutile. Il risveglio viene da solo, né voi né io possiamo decidere di farvi svegliare. E poi c’è sempre il rischio che non vi riaddormentiate più. -

- Credevo che fossi in grado di farlo. – accusò Harry.

- Mi sopravvaluti. Io sento che ti stai svegliando, ma non posso né volerlo né impedirlo. Anche questo fa parte delle regole. -

- Uhm. A proposito, dimmi una cosa. -

 

Harry scoccò un’occhiata a Draco, che per il momento sembrava assorbito da un minuzioso esame di Marzio, dalla testa ai piedi. Da quando gliene aveva accennato, la notte precedente, ci aveva pensato su molto, ma non era riuscito ad approdare a nessuna risposta plausibile.

 

- Riguardo la faccenda dell’imboscata, e il resto. – disse fra i denti, cercando di non far notare le sue parole a Draco. – Hai infranto le regole, vero? Me ne hai parlato senza che io vedessi. -

 

Marzio subito si irrigidì, come se fosse stato colto il flagrante. Anche Draco si irrigidì, ma solo per imitazione. Era talmente concentrato sul Romano che gli era saltato il cuore in gola all’unisono con lui. Effettivamente, Marzio era proprio identico a Harry: le uniche differenze, oltre agli occhiali e ai vestiti, erano la costituzione, leggermente più muscolosa, e la cicatrice.

Marzio non era uno Sfregiato, già. Nel partecipare ai ricordi di Derevan non se n’era mai reso conto, perché semplicemente aveva dato la cicatrice per scontata. E invece non c’era. E dire che lui aveva sempre connessa in modo automatico alla faccia di Harry.

 

- L’ho infranta a metà. – confessò Marzio. – E’ vero che te ne ho parlato senza che tu abbia visto nulla, ma non avrei potuto farlo, se tu non lo avessi già saputo. -

- Già saputo? Ma come facevo a saperlo? -

 

Marzio reclinò la testa, e con un solo sguardo gli entrò letteralmente nella testa. – Guarda dentro il tuo cuore. – lo invitò. – E’ una sensazione che già conoscevi, qualcosa che sentivi come inevitabile, no? -

 

Harry capì cosa voleva dire. I lunghi istanti di strazio che aveva provato senza un preciso motivo, quella sensazione di sbagliato a cui aveva dato un nome soltanto con le parole di Marzio, tutto assumeva un senso, e molti tasselli andavano al loro posto. Provò di nuovo una fitta di dolore, e una gran voglia di piangere, ma stavolta era tutto più ovattato, come quando un incubo ti viene spiegato, ed improvvisamente fa meno paura.

Come se la morte non fosse poi una cosa così terribile, non per chi ha un’anima troppo carica di sentimenti per potersene andare. Che cos’è, in fondo? Buio, silenzio, un’oasi di alberi nel nulla? Allora vale di meno di un sorriso, è ben poca cosa, paragonata al bagaglio di ricordi intoccabili che la vita lascia, e se Derevan era stato questo, e molto di più, tutto diventa più semplice: la morte spaventa solo chi non ha vissuto. E Marzio, lui poteva dirlo, rarissimo fra tutte le anime degli uomini, di essersi bagnato il volto con la pioggia di ogni suo giorno, passato con Derevan.

 

Era questo, era tutto questo. Era enorme.

 

- Potter? – Draco occhieggiò con diffidenza ai due ragazzi identici che aveva davanti a sé, protestando con lo sguardo per essere stato escluso dalla conversazione. – Ti spiacerebbe spiegare anche a me di cosa state farneticando? -

Marzio sorrise, pieno di tenerezza. – Sei proprio come lui. – mormorò. – Identico. Dèi, come aggrottava le sopracciglia, quando non capiva qualcosa. –

 

Tese una mano verso Draco, ed Harry si ritrovò a fissarla con occhi rapaci.

 

- Vorrei toccarti. Ti prego, mi permetterai di toccarti il volto, sono una volta? -

Harry sentì una morsa allo stomaco, e la voglia improvvisa di prendere a pugni Marzio. Lui era lì per il suo Derevan, ma quello non era Derevan. Era Draco, e lui Draco non poteva toccarlo. Non doveva toccarlo, diamine.

- No. – si sorprese a dire.

Marzio si arrestò bruscamente, con la mano a mezz’aria.

- Voglio dire… lui non è… - borbottò Harry, confuso.

- Potter, ma che dici? -

Marzio sorrise, e si limitò a ritrarre la mano senza fiatare.

Draco cercava ancora di orientarsi in tutta la situazione, il sangue che gli ribolliva per la rabbia, nel vedere come fra Marzio ed Harry esistessero delle dinamiche e delle chimiche che fra lui e Derevan non c’erano.

Un po’ era colpa sua? Beh, forse, ma una cosa era certa: il giorno dopo, anzi, la sera, avrebbe dato una bella strigliata a quell’Iceno.

 

Harry riaprì gli occhi. Non si era reso conto di essere scivolato fuori dal sogno, e nemmeno che fosse l’alba. Si stropicciò gli occhi, che si abituarono in fretta alla luce fioca che esitava ad innalzarsi oltre l’orizzonte montagnoso, e per prima cosa si girò su un fianco.

 

E sospirò.

 

- Idiota. – mugugnò ad un Draco beatamente addormentato, nonostante l’assurda posizione in cui si trovava: un braccio buttato all’indietro, l’altro che sporgeva dal letto, una gamba del tutto crollata giù e tutto il busto storto; per non parlare della faccia, girata verso destra, e del fatto che fosse completamente scoperto.

 

- Lo dicevo io, che ti agiti come una furia. -

 

E così, l’incontro era andato a monte per colpa di quello squilibrato di Malfoy, e delle sue manie circensi.

 

Harry si grattò la testa e stirò in avanti le braccia. Com’era carino, messo così. Se avesse potuto, gli avrebbe scattato una fotografia. E poi, per tutte le scope e i boccini del mondo, ne avrebbe affisse delle copie in tutta la scuola, rigorosamente in formato gigante. E che poi non si dicesse che la sua destinazione di vocazione non era Serpeverde.

 

Per il momento, si accontentò di tirare su il groviglio di coperte che Draco aveva divelto, e rimboccargliele per bene fino al collo. Perché alla fine dei giochi, restava pur sempre un Grifondoro.

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

Perfetto. Da questo capitolo in poi, piangerò ininterrottamente fino alla fine. Perché va beh, è così, quando mi faccio prendere troppo da una storia finisce sempre male. Sopportatemi.

 

Nota: Il titolo si riferisce al triumvirato, forma politica in uso a Roma, basata appunto su tre uomini con uguali poteri, che in linea di principio dovevano collaborare. Ovvio l’ironico riferimento all’incontro dei nostri tre protagonisti.

 

 

Koorime: porta pazienza, in questo periodo sono molto di corsa! Grazie per tutto, e sì, la sensazione di spaesamento è comprensibile… direi che con questo capitolo qualche passetto avanti lo abbiamo fatto.

 

Fra ro: grazie!

 

Little star: ma no, la Cooman è nella stanza attigua, per fortuna! Se no sai che tragedia!

 

Puciu: accidenti, spero che Franco riesca a mettere una toppa alla situazione… grazie di tutto, soprattutto per la tua sincerità, mi rende doppiamente felice! Sì i titoli sono una cosa voluta; in realtà non c’è un motivo preciso, è una mezza sfida con me stessa.

 

Hokori: dai, che qualcosa si è mosso in questo cap… già, anche troppo, accidenti a Draco -__- huhuhu, certo che mordono, e forte anche!

 

Tsuby: ottima idea… ma per la salute dei nostri eroi, meglio che del sonnifero si occupi Hermione…

 

The fly: beh, farli cominciare buoni e pacifici sarebbe stato non da loro… evviva le botte!

 

Smemorella: aiuto! *scappa* *anzi no, ritorna per dire una cosa* io ti ooooodio, per quel quiz sui cartoni!!! Mi ci sto spaccando la testa sopra da giorni, e sono solo a quota 25!!! Quelle faccine che mi guardano, e io le conosco, ma non mi ricordo il titolo, aaargh!

 

Dark: hihih, poveretto, sempre a farci ste figure…

 

Blaise: che ci vuoi fare, non potevamo aspettarci niente di diverso da questi fenomeni da baraccone. Meno male che adesso cominciamo a ragionare.

 

far: oddio, i tuoi collage sono insuperabili… mi si sono sovrapposte le immagini di Ron sbiancato, e Harry che sistema le coperte a una muffola pigmea grigio/verde… aiuto.

 

Rodelinda: certo che ce l’hai solo tu, ma prossimamente mi metterò anche io alla caccia di qualcosa di baka per il mio pc. Huhuhu, l’economia della storia in fin dei conti procede da sola. Il capitolo è stato doveroso per questa riappacificazione, anche perché Harry e Draco che dormono felici e contenti come niente fosse la prima notte sarebbe stato totalmente OOC e improbabile.

 

Lady: hai fatto centro su tutta la linea, mia cara! Ha, come amo i lettori attenti. Oltre al titolo, ci hai anche preso su quella sibillina frase di Malfoy, e sulla sua importanza capitale…

 

T Jill: mia cara, non ti preoccupare, le indigestioni sono sempre gradite in questo campo! Piuttosto, sai che io mi aspetto una tua partecipazione al concorso, veeero?

 

Layla84: ti ringrazio tantissimo! Hihi, poveri, loro non sono così contenti invece!

  
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