Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Dami    28/08/2013    1 recensioni
Vampiri, un rito, una profezia, semidei e Hogwarts. Come sono legati? Hanno tutti qualcosa a che fare con Helen Marie Foster, ottime studentessa al sesto anno della prestigiosa scuola di magia e stregoneria. E' bella,intelligente, Grifondoro e mezzosangue e ovviamente non può mancare il bastardo che la tormenta con gli occhi blu cobalto, i capelli cioccolato e il profumo di menta. Chi è lui? Adam Thomas Tunner; schifosamente bello, altezzoso, viziato e spudoratamente Serpeverde, che sarà la causa della maggior parte di problemi di Helen.
In questo anno la Grifondoro affronterà eventi che distruggerebbero il più forte degli uomini, portandola ad un punto in cui anche l'individuo più tenace vorrebbe lasciarsi morire. Ma c'è solo una regola che la nostra Helen deve ricordare: l'amore vince tutto.
Premetto che è la mia prima fan fiction e non assicuro niente a quelle povere anime che avranno il coraggio e la voglia di leggere questa storia.In ogni caso, ringrazio coloro che perderanno un po' del loro tempo sulle mie parole.
Un'ultima cosa: sarei contenta che CHIUNQUE recensisse.Buone o cattive non mi interessa, tutti i consigli e le critiche sono bene accette per migliorare. Detto questo... BUONA LETTURA!
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
storia Ragazze/i scusate il ritardo ma ieri proprio non ce l'ho fatta a pubblicare.
Premetto che questo capitolo è un po' corto e non molto entusiasmante però serve alla storia quindi... mi dipiace per voi chedovete sorbirvelo xD. Detto questo, mi scuso per gli errori che sicuramente ci saranno .
 Ultima cosa: grazie mille ha chi ha perso del tempo per recensire e darmi consigli. Appena trovo i giusto tempo correggerò gli errori che mi hanno fatto notatre
Baci e a presto, Dami =)




                           Amor vincit omnia





Capitolo sei.
Ospiti.



La sera stessa in cui vide  ridere Adam Thomas Tunner, Helen cenò al tavolo dei Grifondoro , quasi soffocata dall'affetto di Kevin. Come suo migliore amico, aveva saputo quasi immediatamente del suo furioso litigio con Peter e non voleva vederla contrita. Non sarebbe successo, Helen stessa aveva deciso di lasciarlo. Si era rassegnata da tempo che per loro potesse esserci un futuro ma quegli insulti senza motivo e una realtà ,fin troppo evidente, sbattuta in faccia, facevano male.
Era inutile piangere sul latte versato, si disse per consolarsi.
Si fermò un attimo a parlare con Rebecca e Sophie, mentre Kevin, Annabethe e Alex salivano in Sala Comune. Non aveva granchè voglia di fermarsi  e parlare davanti al camino scoppiettante con i suoi compagni di casa; l'unica cosa di cui avesse bisogno era dormire, dormire tanto.
Salutate le due ragazze, si diresse in Sala Comune, decisa a nascondersi sotto le coperte il più velocemente possibile. Passato il dipinto, che la fissò dubbiosa ricordando Tunner, si ritrovò davanti una spiacevole sorpresa. Harper si stava crogiolando beatamente davanti alla fiamma calda del camino. Cercò di fare il più piano possibile, ma nell'esatto momento in cui imboccò le scale lui la richiamò, facendole gelare il sangue.
<< Helen, fermati! Dobbiamo parlare... >> disse con tono cordiale. Lei, scocciata e intimorita, fece qualche passo indietro.
<< Benomale che non avevi un altro. >> ringhiò poi il ragazzo appena gli si avvicinò, cancellando dalla sua voce la calma di pochi attimi prima. Le bastò quello per capire chi, in quei mesi, le era stato accanto: un ragazzino viziato, pieno di sè, che non sapeva accettare di aver perso.
<< Te l'ho già detto e te lo ripeto: io non ho nessuno! >> ribadì calma. Da lì il discorso proseguì fino a degenerare; Helen dimostrò di aver un autocontrollo da far saltare i nervi a chiunque, Peter invece era rosso per le urla e avrebbe rischiato di svegliare tutto il castello se avesse continuato così.
Da quello che si era capito dalle su parole, con quegli strilli  di presunzione e orgoglio maschile ferito, Helen ebbe la conferma di tutto ciò che aveva congetturato in quei mesi: non era più lo stesso Peter.
Come al solito, quando non sapeva cosa dire, si mise ad insultarla. Pesantemente.
Helen non si preoccupò di dare peso alle sue parole fin quando il nome di Adam le fece accendere il cervello.
<< ... e non provare a dirmi che non sei stata tu a chiedere a Tunner di cruciarmi! >> urlò il Grifondoro, afferrandole il polso.
<< E  non negare... >> sibillò minaccioso, avvicinandosi al suo viso.
<< Peter, lo sai, io non farei mai niente del genere. >> piagnucolò spaventata, cercando di divincolarsi dalla sua stretta.
Le faceva un male del diavolo; sicuramente le sarebbero rimasti i segni.
<< Non mentire, cagna. >> sputò velenoso e arrabbiato.
<< Sei un stronza, Foster, e una traditrice. Non accetto di essere lasciato da una puttana che si fa sbattere da chiunque. >> sibillò cattivo; voleva farle male. Si allontanò dal suo viso, guardandola con occhi sprezzanti, mostrando tutto il disgusto per quella ragazza innocente la cui unica colpa era stata essere la compagna di ricerche di Adam Tunner.
Non aveva il coraggio di ribattere; nonostante non provasse più amore per lui, quelle parole facevano esattamente lo stesso effetto: facevano male.
<< Stupeficium! >> urlò una voce dietro di lei. Un lampo rosso le spettinò i capelli lunghi, Peter non potè difendersi e venne sbalzato contro il muro,accasciandosi svenuto. Helen si voltò verso il punto da cui proveniva la voce.
<< Non si può insulatre la mia Helen e passarla liscia. >>, Kevin le sorrise con la sua espressione sorniona che le fece venire voglia di correre ad abbracciare quell'enorme orso buono.


Quella stessa sera, non molto lontano dal castello di Hogwarts , un uomo  percorreva a lunghi passi il corridoio principale del suo enorme maniero. La villa era un'imponente struttura,  di antica edificazione che apperteneva alla famiglia dell'uomo ormai da secoli. La facciata principale era occupata per lo più da grandi vetrate da cui si scorgeva all'esterno un giardino ben curato e dalle dimensione che sembravano non avere una fine.
Thomas Edgar Tunner, ormai vicino ai cinquant'anni, portava i capelli grigi  pettinati ordinatamente all'indietro. Aveva un naso piccolo e aquilino , dalla linea sottile e occhi blu dal taglio elegante. Passeggiava con estrema eleganza e alterigia, come suo padre gli aveva insaganto quand'era poco più che un bambino e ancora i Purosangue dovevano mostrare la loro superiorità.
Alto e dal fisico asciutto, sembrava girovagare senza meta  tra i vari corridoio della villa. Come perfetto Purosangue Serpeverde, Thomas sapeva nascondere la sua agitazione come nessuno.
Aspettava una visita importante della quale avrebbe fatto a meno; odiava quell'essere più di ogni cosa esistente al mondo. Odiava dover sottostare a persone come Klaus, che pretendevano di poter impadronirsi della vita altrui.
Era nel suo studio a meditare, seduto su una poltrona con un bicchiere di wiskey Incendiario, quando un'elfo lo avvertì che erano arrivati ''ospiti''.
Puah, ma quali ospiti...
Raggiunse la sala adibita alle loro conferenze private e dovette perfino bussare. In casa sua.
A uno svogliato '' avanti'' prese fiato e si fece coraggio , poi entrò.
Klaus era seduto su di una poltrona , l'unica nella stanza, e dietro di lui, due losche figure stavano in piedi diritte e rigide come due guardie del corpo.
Come se a quell'essere fossero servite delle guardie del corpo...
<< Buonasera, signore. >>
Il signore era un vampiro vecchio almeno quanto l'universo. Da quello che si andava dicendo sul suo conto, prima di diventare una creatura della notte, era un potente mago proveniente dal nord Europa.  
Era stato uno dei primi appartenenti alla setta  e secondo Tunner sr, doveva essere stato lui a eliminare tutti i membri anziani.
<< Caro Thomas, sono contento di vederti. >> la sua voce strascicata e falsamente amica era a dir poco irritante. << Come sta la tua splendida moglie, Elaine? E tuo figlio? >>  
Thomas mantenne un'espressione neutra senza far trapelare nulla, nonostante gli venisse da vomitare per quel tono viscido.
<< Stanno entrambi molto bene, signore. Grazie per l'interessamento. >> rispose con falsa sottomissione.
Appena ne avesse avuta l'occasione...
Klaus aveva le mani davanti al viso, con le dita incastarte tra loro e si divertiva a giocherellarci mentre l'educato ed elagante Thomas Tunner sembrava stesse per perdere la sua, di solito poca, pazienza.
<< Se posso chiederlo, mio signore... cosa la porta qui? >>
Klaus lasciò l'aria da bambino immerso in fantasiosi giochi e riacquistò quella di folle sanguinario.
<< Caro Thomas, tuo figlio sta per compiere diciasette anni...>>
<< Sì, mio signore. Il 6 Febbraio. >>
<< Dicevo, credo sia giunto il momento di ammetterlo nella nostra setta. Magari, un giorno, potrebbe diventare uno dei membri onorari >> sibillò il vampiro con occhi luccicanti. Chiunque conoscesse bene gli Immortali sapeva ciò che volesse dire diventare un membro onorario. Per esserlo non bastava semplicemente chiedere; erano gli anziani a deciderlo, membri poco meno vecchi di Klaus. Se quel piccolo gruppo di uomini avesse stabilito che quello era il destino di suo fuglio, nessuno sulla faccia della terra avrebbe potuto ribellarsi a tale decisione.
Tutti i membri minori che Thomas conosceva avrebbero venduto l'anima al diavolo perchè ciò accadesse ai loro figli, lui invece lo avrebbe fatto solo perchè accadesse l'incontrario.
 Suo figlio Adam non sarebbe mai diventato un vampiro pazzo e assetato di sangue.
Per il momento finse di essere pienamente d'accordo, sperando segretamente di riuscire a tenere all'oscuro di tutto il suo amato primogenito. Porse i suoi saluti al vampiro prima che se ne andasse, poi corse nel suo studio.
Il camino era acceso e c'era un piacevole tepore; prese dal solito mobiletto un fine calice di cristallo e si versò da bere  per poi andare ad accomodarsi sulla poltrona davanti al caminetto per gustarsi in santa pace del buon vino elfico.
Poteva davvero condannare suo figlio, Adam, a un'eternità dannata? Solo per un bene comune?
Si soffermò molto su tal pensiero perchè più ci pensava, meno riusciva a stabilire quale fosse la decisione migliore.
Quella sera, chiuso nel suo accogliente studio, capì quanti sbagli avesse commesso nei sedici anni della vita di suo figlio.Si pentì di non avergli mai trasmesso tutto l'amore che provava nei suoi confronti; come padre, avrebbe solo desiderato il meglio per lui. Doveva crescere forte, non una donnicciola. Doveva capire che la vita non guarda in faccia e che non bisogna mai piangersi addosso e lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
Alla fine c'era riuscito; suo figlio, a soli sedici anni, era già un uomo, forte e determinato nelle sue scelte, sicuro.
Come se qualcuno lo volesse aiutare, bussarono alla porta proprio in quel momento.
Aveva riconosciuto il tocco leggiadro appena le nocche si erano adagiate sul legno. Sua moglie entrò liberamente senza che lui la invitasse.
 Elanie Corinne Blanchet era la perfetta personificazione di un fiore delicato. Thomas l'aveva conosciuta a scuola poco prima che finisse gli studi. Lei era qualche anno più giovane di lui ma l'aveva fatto capitolare ad uno sguardo.
Era stata una fortuna per entrambi quando scoprire che i loro genitori già si conoscevano e il loro contratto di matrimonio era stato stipulato da anni. Erano già una coppia senza l'accordo dei loro genitori; questo aveva reso tutto più facile.
La donna che ora lo guardava aspettando che iniziasse a parlare ricordava ancora tantissimo la dolce ragazzina che a scuola gli dava filo da torcere. Portava ancora i lunghissimi capelli neri e boccoluti liberi, che le accarezzavano le spalle. Gli occhi chiari, un misto tra verde e azzurro, non avevano mai smesso di guardarlo con tutto l'amore possibile, nonostante qualche volta fossero in disaccordo. Ovviamente i suo genitori non si sarebbero mai sognati che loro figlio sposasse una Mezzosangue o una Nata Babbana ed infatti Elaine aveva sangue puro che le scorreva nelle vene, tuttavia, per quanto i suoi suoceri si attenessero a vecchie regole, la loro bambina era stata cresciuta con un'educazione totalemte diversa da quella di Thomas; molto più aperta, molto più... umana. Forse era questo uno dei motivi per cui si amassero così tanto: si completavano a vicenda.
<< Allora, cosa ti ha detto, Thomas? >> gli domandò la sua amata sposa, vedendo che lui non accennava a parlare. Era una donna dal corpo minuto ma quando ci si metteva, sapeva come far tremare le gambe a suo marito. Gli faceva quasi più paura lei di Klaus.
Prese un grosso respiro, pensando a come spiegarle la situazione.
<< Mi ha chiesto se nostro figlio sta per compiere diciassette anni. >> mormorò con tono stanco, passandosi una mano sul viso.
Elaine inarcò un sopracciglio; aveva un'aria mista tra rabbia e paura.
<< E? >> lo incalzò, prendendo la mano libera del marito. Thomas alzò lo sguardo verso di lei, quasi come se la pregasse di non prendersela con lui, che non aveva colpa.
<< E vuole iniziarlo agli Immortali. >> confessò, contrito, tornando a distogliere lo sguardo.
<< Questo? Solo ammetterlo alla setta? >> domandò stupita la donna come se  di tutto ciò che aveva pensato quello fosse il meno male, ma alla vista dello sguardo sfuggevole del marito, improvvisamente si fece seria e spaventata.
<<  Thomas... solo ammetterlo, non è vero? >> domandò incerta, allontandosi lentamente dal marito. Questi si mise a guardarla di nuovo, scosse la testa e Elaine scoppiò a piangere. Fece qualche passo indietro finchè non trovò un'altra poltrona su cui sedersi a piangere; si ranicchiò come una bambina, scossa dai singhiozzi con gli occhi rossi e le guancie inondate di lacrime.
<< Non oserà... >> mormorò a un tratto dopo aver calmato i singiozzi. Guardò il marito con gli occhi ancora gonfi ma luccicanti di ira.
<< Quella bestia non oserà anche solo sfiorare Adam, dovessi ucciderlo io stessa. >> sibillò decisa, guardando suo marito.
Elaine era sempre stata, fin da ragazza, orgogliosa e decisa. Al contrario di Thomas, lei esternava i suoi sentimenti con semplicità; amava suo figlio, quasi lo venerava, esattamente come faceva con suo l'uomo davanti a lei. Era come una leonessa; a qualsiasi costo avrebbe protetto la prole, qualsiasi fosse il pericolo.  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Dami