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Autore: allsecrets    17/03/2008    9 recensioni
In una guerra tra clan Sasuke Uchiha, giovane lord della potente casata dovrá sopravivere alle battaglie e all'amore incerto per un giovane...
Genere: Romantico, Erotico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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JAPAN

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1° freddo

 

 

Il sangue ha un odore alquanto fastidioso, sa di ferro, sa di morte. Ma Sasuke Uchiha rimane lo stesso li, ad osservare il campo di battaglia dove poco prima con i suoi uomini aveva combattuto per la vittoria, combattuto contro gli Hyuuga, e avevano vinto, Sasuke era orgoglioso di quella vittoria, aveva combattuto con i suoi guerrieri e aveva vinto, ma sapeva anche che quella era solo una battaglia, una battaglia in una guerra tra clan.

 

Si perchè gli Uchiha, gli Hyuga, gli Inuzuka, gli Akamichi e gli Aburame, cioè tutti i clan più potenti, erano sul piede di guerra, l’unico clan che aveva tenuto uno stato di neutralità era stato il clan dei Kutoshi e  tutti tentavano di tenerselo buono, i Kutoshi avevano una forza militare imponente, i loro ninja erano i migliori e i Kutoshi stessi conoscevano tecniche che molti agognavano a conoscere.

 

Il lord sospirò, chiuse gli occhi, aveva vinto, lui il più giovane lord nella storia del clan, aveva vinto una battaglia contro gli Hyuga, aveva dimostrato quanto valeva.

“Non dovresti essere così felice.” Disse una voce dietro di lui, Kakashi, il suo sensei.

“Bentornato sensei, come è andata la supervisione?”

Gli occhi di Kakashi si intristirono e rispose: “Va a riposarti Sasuke-kun, poi parleremo.”

Il lord guardò il suo sensei e annuì, si diresse verso l’accampamento ed entrò nella sua tenda, era giá stato preparato un bagno caldo.

 

Si tolse gli abiti da battaglia appogiando l’haburame vicino al letto, poi entrò nell’acqua calda facendosi cullare dal calore e dal buonissimo odore di oli profumati. Chiuse gli occhi, davanti ai suoi occhi si presentò di nuovo la battaglia. Sangue, dolore, morte, lui stesso aveva combattuto come un leone, aveva dato fondo a tutto il suo chakra, si ricordava ancora il lord della famiglia Hyuga, Hyuga Hiashi, sgaurdo fiero, pieno di disprezzo, vicino a lui Neji Hyuga il futuro lord, lo sguardo del ragazzo della stessa età di Sasuke era diverso, impassibile, neutrale, non provava niente.

Il moro sospirò, sapeva che questa guerra o l’avrebbe vinta o sarebbe stato travolto dai suoi nemici come un fiume in piena, era troppo giovane per essere accettato come lord, lo sapeva.

 

Sentì le tende scansarsi leggermente e una ragazza dai capelli rosa (orribili, orribilissimi!nda) disse: “I generali e il sensei la stanno aspettando mio lord.”

“Bene, puoi andare Sakura.”

La figura femminile se ne andò.

Uscì dal bagno, si spalmò dei oli profumati sulla pelle e poi indossò un kimono nero con il segno degli Uchiha sulla schiena, prese l’haburame e si diresse verso la tenda dove lo stavano aspettando i suoi generali e il sensei insieme a due uomini vestiti di verde con il segno dei Kutoshi sui cappelli, si inchinarono profondamente.

Sasuke li guardò e poi si fece scivolare a terra: “Cosa posso fare per i Kutoshi?”

 

I messaggeri si guardarono e poi uno dei due allungò una pergamena e l’altro parlò: “Il lord Kutoshi ha accettato di mettere a disposizione le sue camere per un incontro tra i clan in guerra tra di loro, le chiediamo di accettare l’invito e di recarsi a Konoha tra una settimana esatta.”

Sasuke annuì, prese il rotolo e disse: “Dite al lord che verrò sicuramente e ringraziatelo immensamente per l’invito.”

I due messaggeri s’inchinarono di nuovo ed uscirono dalla tenda, Sasuke guardò i suoi generali e il suo sensei e disse: “Avete qualcosa da dirmi?”

“E se fosse una trappola?” chiese Kakashi preoccupato.

“Verrete con me con un decimo del esercito, dovrebbe bastare.”

Kakashi annuì pensieroso: “Sono curioso cosa ha convinto Kutoshi a fare da intermediario tra i clan l’ultima volta aveva detto che non ci pensava nemmeno e che non voleva avere a che fare niente con le battaglie tra i clan.”

I generali si guardarono pensierosi, anche Sasuke si accigliò, poteva essere veramente una trappola, ma non poteva fare altrimenti che andarci.

“Datemi il resoconto della battaglia e la situazione.”

Il primo generale incominciò a parlare: “Abbiamo perso un centesimo dell’esercito, perdite minime, pochi feriti, siamo stati fortunati.”

 

Continuò il secondo generale: “Gli Hyuga non danno segni di voler fare altro, si stanno leccando le ferite perciò la situazione con loro è in stallo.”

Sasuke annuì, per fortuna, un’altra battaglia contro di loro sarebbe potuta diventare difficoltosa a così poco tempo di distanza.

Infine parlò il terzo e ultimo generale: “C’è stata una battaglia tra gli Akimichi e gli Inuzuka che si è risolta con la vittoria da parte degli Inuzuka e tra gli Aburame e gli Inuzuka c’é una specie di pace provvisoria a seguito della battaglia che era finita in parità.”

 

Sasuke annuì e poi congedò i suoi generali lasciando li solo Kakashi: “Cosa mi consigli sensei?”

L’uomo con i capelli argentei sospirò e rispose: “Sasuke, tu devi essere forte, non farti piegare, mai dimostra loro che per quanto tu sia giovane non sei incapace. Ricordati che sei un Uchiha, ci sarò sempre io al tuo fianco.”

Il moro annuì e poi Kakashi se ne andò, Sasuke tornò nella sua tenda trovando Ino con in mano un thè, lei s’inchinò e disse: “Le ho portato il thè.”

Sasuke annuì, prese la tazza e disse: “Puoi andare.”

 

La ragazza lo guardò delusa e poi s’inchinò ed uscì dalla tenda. Sasuke si sedette sul futon e sussurrò: “Quanto sangue dovrò spargere prima di poter essere riconosciuto come il degno discendente degli Uchiha?”

Bevette il thè in cerca di calore, ma non bastava certo una bevanda a riscaldare il freddo che provava dentro.

 

La sua famiglia era morta, uccisa dal fratello maggiore che lo aveva lasciato in vita per caso, Sasuke era in ritardo cosa che non era mai quando vide il fratello sgusciare via coperto di sangue.

 

Certo c’era sempre Kakashi con lui, ma non era la stessa cosa. Si sentiva solo, tremendamente solo, voleva qualcuno da abbracciare, qualcuno che lo coccolasse. Avrebbe potuto chiamare Ino o Sakura ma non era la stessa cosa, lui voleva qualcuno che amava...

 

 

 

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