Capitolo
5: Un’inaugurazione movimentata.
Lo scalpiccio di passi affrettati ruppe, come una tempesta
in piena estate, il pacifico silenzio che regnava in quei corridoi. Nei
corridoi avvolti dall’ombra del palazzo di una delle più potenti e antiche
famiglie di Hong Kong… Il clan Li.
"LERAE-SAMA!!! LERAE-SAMA!!!" Un anziano uomo,
vestito con preziose stoffe orientali e dalla lunga e nivea barba, entrò di
colpo nell’ampio salone del palazzo Li, spalancandone le pesanti porte bronzee
senza nemmeno annunciare il suo arrivo. Doveva fare presto! Un
simile comportamento sarebbe stato inammissibile in situazioni normali ma
quella non lo era. Un grave pericolo minacciava tutti loro. Il volto
dell’Anziano era molto pallido ed un’espressione di profonda preoccupazione
segnava i suoi lineamenti scavati. Sudava vistosamente, se per la notizia che
recava o l’audacia con cui era irrotto al cospetto della sua signora, non era
chiaro. "LERAE-SAMA!"
"Che succede, Law-san?" Li Lerae, giovane ma
potente matriarca della famiglia Li, sollevò il suo sguardo assorto dai
documenti che stava leggendo.
Era sorpresa, molto sorpresa. Cosa era accaduto? Un
comportamento del genere davanti ad un capo-clan non si era mai visto. Non
sapevano che non voleva essere disturbata per alcun motivo? Gravi pensieri
gravavano sulle sue spalle. Quello sarebbe stato un pomeriggio nero, sia per la
sua vita che per quella del suo unico erede. Gli Anziani volevano una risposta
questa volta, un responso affermativo per i loro piani. Un responso che lei non
voleva, non poteva concedere. Quella era la sua ultima opportunità per far
cambiare loro idea. Convincerli a desistere da quegli intenti, mai come in quel
momento, le sembrava un’impresa a dir poco disperata. Le avevano addirittura
imposto un ultimatum… Non poteva cedere, eppure sarebbe occorso un miracolo per
risolvere quella brutta storia. Un miracolo che sarebbe spettato a lei
compiere. Doveva farlo per il suo Shaoran. Il suo bambino non sarebbe
sopravvissuto ad una faccenda del genere. Avrebbe spezzato il suo spirito.
Il cuore della donna tutto un tratto prese ad accelerare
mentre un terrore sconosciuto iniziò a diffondersi nelle sue membra come un
oscuro veleno. Che stava succedendo? Si chiese ancora.
Law-san trasse un profondo sospiro ma questo non servì a
calmare il forte tremore che percorreva il suo corpo incurvato dall’età. Un
nodo stretto stretto serrava la sua gola come una morsa.
"Lerae-sama, è avvenuto qualcosa. Shaoran-sama…"
"Cosa?!" La donna s’alzò di colpo lasciando sbattere
la poltrona al muro con un pesante fragore.
Il vecchio strinse gli occhi, terrorizzato. Un’aura
spaventosa si stava irradiando dalla sua signora e per un istante si trovò a
tenere per la propria vita. L’ira di Lerae-sama non conosceva pietà.
"Lerae -sama, le Moon Cards sono state
liberate!". Riuscì, infine, a balbettare.
Una fitta acuta trapassò il petto della donna. Le Moon
Cards… Il suo peggiore incubo era divenuto realtà. Si portò una mano
all’altezza del cuore, sentendone i battiti farsi sempre più potenti, quasi a
voler minacciare di squarciarle il petto. No, non poteva essere. Gocce fredde
scesero a bagnarle la fronte candida mentre portava una mano sulla pesante
scrivania stringendo il legno con forza. Shaoran!
Law-san osservava l’orrore farsi strada sui lineamenti
delicati della matriarca, un dolore che non poteva essere completamente celato,
nemmeno dalla volontà più forte. Il silenzio che era sceso su di loro feriva
più di mille frustate. Nessun suono riusciva ad uscire dalle labbra di Li-sama.
Per molti anni aveva sperato che la profezia potesse non avverarsi, che quel
futuro fosse ancora molto lontano ma le sue suppliche erano state vane.
"E?" Finalmente un suono roco riuscì a liberarsi
dalle catene di terrore che lo tenevano imprigionato tra quelle barriere di
carne e sangue. Era la matriarca della famiglia Li e non poteva mostrare alcuna
debolezza eppure, in quel momento, tutto il suo potere era scomparso lasciando
posto solo ad una madre preoccupata per il proprio bambino.
"Shaoran-sama è stato scelto, mia signora". Era
questa la notizia che Law-san temeva di comunicare più di tutte. Conosceva
quale tormento avrebbe scatenato. Poteva ben percepire il dolore della sua
padrona, se avesse potuto le avrebbe risparmiato volentieri quella sofferenza,
ma il futuro non dipendeva da loro.
Lady Lerae si lasciò cadere sulla poltrona, improvvisamente
prima di forze. Il suo piccolo Shaoran…
"Che cosa ha intenzione di fare, Lerae-sama?" In
quell’istante la donna parve all’Anziano molto più debole e fragile e Law-san
fu quasi sicuro di udire il suo cuore spezzarsi sotto il peso del pesante
fardello di cui lui stesso era stato ambasciatore.
Li-sama congiunse le mani in un muto gesto di preghiera.
Doveva fare presto, non c’era tempo da perdere. Gli Anziani e le loro sciocche
richieste potevano andare al Diavolo. "Convochi il Consiglio. Devo parlare
agli Anziani con la massima urgenza. Poi faccia preparare il nostro aereo
privato. Devo essere a Tomoeda il prima possibile!". Non alzò mai lo
sguardo sull’uomo e il suo tono non ammetteva repliche. Non poteva permettere a
nessuno di vedere calde lacrime minacciare di solcarle il viso pallido.
"Si, Lerae-sama". Il vecchio si curvò in un
rapido inchino per poi sparire dietro la pesante porta.
Perché proprio lui? Era questo che Lerae continuava a
ripetere senza sosta, nella sua mente, come un mantra. Perché Shaoran? Non
aveva già sofferto abbastanza nella sua giovane vita? Aveva sperato fino alla
fine che le Moon Cards non fossero mai ritrovate ma il Fato aveva decretato il
contrario. Purtroppo, in un angolo remoto del suo animo, dovette ammettere con
un triste sorriso che aveva sempre saputo che un giorno o l’altro questo
sarebbe accaduto… Fin da quando Shaoran era partito per il Giappone tanti anni
prima. Incontrando la giovane Custode delle Clow Cards ed innamorandosene così
disperatamente aveva decretato il suo destino. Lo aveva avvertito da quel loro
primo incontro, in quell’estate lontana, subito dopo l’apparizione della Maga
dell’Acqua. Era stato scritto: un Fiore ed un Lupo. Così una volta… Così per
sempre. Il giusto castigo per la colpa che il suo Clan si era macchiato nei
confronti della grande maga. "Madre". La più anziana delle sue figlie
era inginocchiata innanzi a lei, prendendole una mano fredda. Doveva aver saputo.
"È successo, Fei-mei. Ryouka Lunar ha scelto il suo
successore". Quella voce, così debole ed insicura, non sembrava nemmeno
appartenerle. Il gelo era sceso in lei.
"È itouto, vero?" Povera mamma. Aveva già perso
suo marito. Non avrebbe sopportato di perdere anche il suo bambino. Nessuno di
loro avrebbe sopportato la perdita del Piccolo Lupo.
"Sì, figlia mia". Le mani le tremavano.
"Non temere". Le prese anche l’altra mano e tentò
di riscaldarle con le sue. "Se avrai fiducia in lui, sono sicura che Shaoran
non ci deluderà. Tutti noi crediamo in lui". Quelle parole trasmisero un
pò di calore in quel suo cuore assediato dall'implacabile inverno.
DRIIN… DRIIN…
L’acuto squillo del telefono le fece sussultare. Chi osava
disturbarle in quel momento così difficile? Fei-mei si alzò in piedi,
sollevando con decisione la cornetta. Ora ci avrebbe pensato lei ad eliminare
quel seccatore. Stava per urlare qualche bell’insulto in cantonese quando di
colpo il suo viso perse ogni colore. Le sue membra s’irrigidirono mentre la
voce veniva meno. Lerae avvertì una nuova fitta acuta segnarla.
"Vogliono… Vogliono te, mamma". Fei-mei le porse
la cornetta, molto scossa.
"Pronto?" Nessuna paura era percepibile in quella
voce. Lerae aveva smesso di esistere ancora una volta. Ora c’era solo Li-sama
al suo posto.
"Spero di non arrecarti disturbo, Lerae. Ma ero sicura
che ti avrebbe fatto piacere sentirmi dopo tutti questi anni. Specie con quello
che è accaduto".
"Con chi parlo?" Possibile che fosse…
"Hmm. Ti sei già dimenticata di me? Sono sorpresa. Sul
serio".
"Ho detto con chi parlo!" Tuonò.
"Se avrai saputo delle Moon Cards, saprai anche chi
sono, Lerae". "Angelus!"
"Esatto. È passato molto tempo dal nostro ultimo
incontro. Quindici anni se non sbaglio".
Lady Lerae si lasciò cadere al suolo. Fei-mei fu subito al
suo fianco, cercando in qualsiasi modo di captare qualche parola della persona
che stava ora parlando con sua madre. In quel momento, Lerae ne fu certa: tutte
le sue paure avevano trovato una conferma.
"Quindici anni." Attimi di silenzio. "Da
quando mi rivelasti la futura nascita di mio figlio…" Ancora vuoto tra
loro. "Allora, è cominciata". Chiese, conoscendo tuttavia già la
risposta a quella domanda.
"Sempre diretta verso il tuo scopo finale! Me ne
compiaccio. Sei proprio come ti ricordavo".
"E tu sei sempre misteriosa e manipolatrice. Gli anni
non ti hanno affatto cambiata. Ci sei tu dietro a tutto questo, immagino".
"Non più di tanto. Mi sono solo trovata al posto
giusto al momento giusto... Magari sono semplicemente un tipo molto
fortunato".
"Dovrei crederti?" Angelus Nuisatari non era un
tipo da prendere alla leggera. Lerae sapeva molto bene chi fosse quella
creatura. Conosceva bene la distruzione che avrebbe potuto causare se lo avesse
anche solo immaginato. Quel demone non aveva eguali per forza e
crudeltà.
"Io direi di sì. Devo dirti, comunque, che il Piccolo
Lupo si è dimostrato più bravo di quanto pensassi. Si vede che il sangue di
Ryouka scorre nelle sue vene. Devo farti i miei complimenti".
"Ma sta bene? Il mio Shaoran sta bene?"
L’apprensione liberò per un attimo il suo dolore di madre.
"Ieri sera ha passato un brutto quarto d’ora ma oggi
credo che stia ottimamente. Dia-chan e THE FIRE non lo perdono di vista un
attimo. Senza contare che anche a me non dispiace tenerlo d’occhio. Tuo figlio
è un tipo parecchio interessante".
"THE FIRE?"
"La sua prima cattura. Ma conto di parlare con te di
persona al tuo prossimo arrivo qui a Tomoeda. Spero di cuore che vorrai
onorarmi di una tua visita". Non era
una richiesta, ma nemmeno un ordine. Lerae scelse di considerarlo un invito.
"Naturalmente". Il controllo era tornato in lei.
"Sarò in Giappone entro un massimo di sette giorni. Ne discuteremo allora.
Ma tu questo lo sapevi già, vero Angelus?
Il demone rise. "Nah. Mi hai sempre dato più
credito di quanto ne meritassi, Lerae. Ho semplicemente fatto affidamento sulle
visioni della piccola Chris. Lei sì che è brava con questo genere di
cose".
"Capisco". Non riuscì ad aggiungere altro.
"Per quanto più valere, mi dispiace, Lerae". Quella frase la spiazzò. Possibile? Sembrava
veramente dispiaciuta per quello che stava accadendo ma Li-sama rise a quelle
parole. Fu una risata cupa la sua... Cupa e amara.
"Ignoravo che un demone potesse provare compassione. Non
sei mai stata brava a mentire, Angelus."
"Sono più brava di quanto immagini. In ogni modo, le
mie scuse sono sincere".
"Se avessi voluto, avresti potuto fermare tutto
questo, non è vero?" Quasi la accusò.
"Non dipendeva nemmeno da me, Lerae. Per ottenere
qualcosa bisogna dare in cambio qualcos’altro con il medesimo valore. Lo sai. È
giunto il momento che il tuo clan paghi il debito che ha contratto nei
confronti della mia mélanim. Un Li ha dato inizio a questa spirale di odio ed
un Li dovrà riportare la pace Lo hai sempre saputo".
"Ci vedremo fra sette giorni". Concluse, non
avevano altro da dirsi per il momento.
"A presto, quindi". Dara accettò la volontà della donna cinese senza problemi.
Lerae aveva bisogno di riflettere da sola.
"A presto". La linea cadde.
Lerae si sentì stranamente più sollevata. Per quanto non
riuscisse a fidarsi in pieno di quell’essere, saperla vicina a Shaoran era un
pensiero quasi rassicurante. Quel demone non avrebbe mai rischiato che
l'eredità di Ryouka corresse un pericolo e se questa era la sua volontà,
avrebbe mosso mari e monti affinché tutto si fosse risolto nel migliore dei
modi.
"Madre…" Fei-mei era incerta su come dar voce
alle mille domande che le vorticavano nella mente. "Madre, quella donna
era forse…"
"Una vecchia amica, Fei-mei".Quell’affermazione
sorprese anche la matriarca stessa. "È una vecchia amica di questa
famiglia".
******
Spalancò i suoi occhi dorati in un paradiso che conosceva
bene. Quell’albero di ciliegio sembrava quasi stare lì immobile ad aspettarlo.
La sua corteccia dura era per il Piccolo Lupo più invitante che qualsiasi letto
morbido. Ancora una volta era lì, appoggiato a quell’albero sotto la calda
brezza primaverile. Ancora una volta era lì, in compagnia di una donna di cui
non conosceva il volto.
Si ritrovò ad osservare il cielo terso chiedendosi come mai
si trovasse in quel luogo e come mai la risposta non sembrava importargli più
di tanto. La pace che percepiva era un balsamo per il suo spirito inquieto.
"Sei stato molto bravo con FIRE". La donna doveva
stare sorridendo. "Molto molto bravo. Hai conquistato la sua fiducia senza
combattere. Non molti ci sarebbero riusciti".
In un primo momento non seppe come rispondere a quelle
parole. Che lo stessero spiando? Ma no, che andava a pensare!
"Sei stata tu a donarmi
La donna annuì lievemente. Non poteva vederla eppure
percepiva nella sua mente ogni suo più piccolo movimento. "Te la sei
conquistata. Hai dato prova di gran forza di spirito contro la mia creatura. La
solitudine non può essere sconfitta con la forza. Ma va accettata, capita ed,
infine, condivisa. Ti sei rispecchiato nella Moon Card e questo ti ha aiutato a
diventarne amico. Dovrai conservare sempre quest’animo libero se vorrai portare
a termine l’impresa che ti ho assegnato. Il tuo cuore deve essere limpido come
l’acqua pura di una sorgente. Non puoi permettere che sia contaminato dalla
paura e dal dubbio".
Shaoran sospirò. "Vuoi dire che sarò nuovamente
arrostito?" I suoi occhi si chiusero al dolce torpore che lo stava un po’
alla volta conquistando.
Un lieve riso risuonò in quell’Eden. "No. Non temere.
Non ci saranno fiamme questa volta. Ma sta bene attento. Se il tuo spirito è
confuso, una barriera s’innalzerà intorno alle persone che ami. Separandoti da
loro e ferendo te e coloro a cui tieni. Trova l’origine della barriera. Un
cavaliere nero ti indicherà il cammino".
Quelle parole lo fecero sobbalzare. Il paradiso era
scomparso, lasciando posto solo ad un’infinita distesa d’acqua.
Prese a sprofondare lentamente in uno stagno senza fine, le
cui acque scure erano squarciate solo dall’argentea luce lunare.
"Ma cosa…" Due occhi rossi lo fissavano attenti.
Un uomo armato a cavallo aveva portato la propria spada all’altezza dell’elmo,
in cenno di saluto, pronto a dare battaglia al Piccolo Lupo…
DRIN… DRIN…
******
Ripose la cornetta e si mordicchiò il labbro pensierosa.
Lerae si era comportata proprio come aveva previsto. Che questo ne faceva
un’alleata o una nemica, non poteva ancora stabilirlo…
Se doveva essere sincera, quella donna le faceva pena. O,
almeno, scatenava in lei una sensazione molto simile alla compassione. Essere
un demone con l'anima, per quanto una condizione a dir poco unica nel Makai,
era snervante alle volte. Tutte quelle emozioni le provocavano un bel mal di
testa. Avrebbe davvero voluto risparmiare un altro dolore alla giusta Lerae ma,
purtroppo, non aveva avuto altra scelta. Quello era il destino di Shaoran. Lei
non poteva cambiarlo in alcun modo... Bah! Meglio non fasciarsi la testa prima
del tempo. Fino all’arrivo della matriarca cinese era meglio concentrare le
proprie attenzioni sul Piccolo Lupo. La visione d’insieme sarebbe venuta di
conseguenza.
"Tutto bene?" Chris la stava studiando perplessa.
Era comparsa sulla soglia del suo studio in un battito di ciglia, silenziosa
come un gatto.
"Ah, si". Le rispose distrattamente. Che brava!
Le era arrivata alle spalle nascondendole la sua presenza. Molto bene, pensò
compiaciuta. Quella partita si stava facendo sempre più interessante. Ne
avrebbe visto delle belle. "Lerae sarà qui la settimana prossima".
"Capisco". La ragazza bionda iniziò a frizionarsi
i corti capelli umidi con un asciugamano. Indossava un buffo pigiama di
flanella decorato con decine di gatti neri. Silenziosamente si sedette di
fronte alla mora. "Pensi che gli parlerà di Ryouka?"
"Non lo so". Dara sospirò, lasciandosi
sprofondare nella sua poltrona di velluto. "Sul serio, non lo so".
Aggrottò le sopracciglia. Lerae era un mistero anche per lei. Era difficile
interpretare i suoi pensieri. Allevata ad essere il meglio del clan Li
eppure... Era molto più simile a Ryouka di quanto nemmeno lei pensasse.
"Hmmm".
"Qualcosa che non va?" Chris si fermò. La stava
facendo preoccupare. Detestava quando la teneva all'oscuro dei suoi progetti.
Ed, ultimamente, questo era un fatto che si ripeteva sempre più spesso.
Di punto in bianco, Dara schioccò le dita. "Sai che ti
dico? Perché non aggiungiamo una bella cucina alla libreria? Possiamo vendere
libri e affini e servire dolci e pasticcini nel giardino posteriore, non solo
il the tradizionale. Possiamo mettere anche dei tavolini all'aperto. Ti
va?" Sembrava a dir poco entusiasta a quell'idea.
Che? Per un attimo Chris temette di cadere dalla poltrona.
Ed ora che c'entrava il cibo? Quella domanda l'aveva colta totalmente alla
sprovvista. Cosa diavolo le doveva rispondere?
Ma il demone non le lasciò neanche il tempo per sospirare.
Si alzò in piedi, facendo scricchiolare le dita delle mani. "Ma sì. Io mi
metto all’opera!"
"Cosa?!" Senza che riuscisse a ribattere, Dara
era già sparita sul retro. Quando era in dubbio, lavorare alle sue idee
strampalate la faceva sentire bene. Se c’era una cosa che Chris aveva imparato
vivendo con lei era quello di non cercare di capirla. Capire Dara era
un’impresa impossibile per chiunque.
******
"Ahh!" Sbadigliò profondamente, stropicciandosi
gli occhi. Cavolo! Sakura doveva essersi dimenticata un’altra volta di
attaccare la sveglia. Se non ci pensava lui a quella pigrona… Kero-chan si alzò
stancamente dal suo lettino. Speriamo che non sia troppo tardi, continuava a
borbottare. Non aveva la minima voglia di sentire Touya sbraitare. Quel ragazzo
sapeva essere davvero insopportabile alle volte.
Si sgranchì le ossa, aspettando di vedere la sua padrona
ancora beatamente nel mondo dei sogni… Quindici anni e gli pareva che non fosse
passato neanche un istante dal giorno in cui si erano incontrati per la prima
volta. Ma quando si sarebbe decisa a crescere! Sempre in ritardo, sempre con la
mente da un'altra parte. Per certi aspetti, Sakura era ancora una bambina.
Tuttavia, non fu così. Non era questo lo spettacolo che si
presentò ai suoi occhietti neri. Lei era lì, con le ginocchia strette contro il
petto. Sembrava così triste…
Se ne stava raggomitolata sul letto, con gli occhi stanchi
ed un espressione di così profonda malinconia che il guardiano del Sole non le
aveva mai visto. Chissà cosa le era successo.
"Hey, Sakura… Va tutto bene?" Svolazzò al suo
fianco, appoggiandosi con delicatezza sulla spalla spalla della maga. Le
accarezzò piano i capelli morbidi e solo allora si accorse di grandi lucciconi
che le inumidivano gli occhi di smeraldo. "Sakura…"
"Kero…" La sua voce era appena percettibile.
"Kero, secondo te, io sono una persona egoista?"
Cosa? Da dove saltava fuori quella domanda?
"Che vuoi dire?" Chinò la sua testolina gialla di
lato tentando di riuscire a capire quale fosse il tormento che l'angosciava,
strappandole il suo bel sorriso.
"È dalla notte scorsa che non faccio altro che
pensarci. Shaoran… Shaoran si è sentito così solo in questi ultimi tempi, è
stato così male… Ed io non mi sono accorta di niente! Ho pensato solo a me
stessa…A quanto fossi felice che era tornato. Questo fa di me una persona
egoista?" Era quasi disperata nella sua implorazione d’aiuto.
Kero fu un po’ preso in contropiede da quella domanda. Cosa
poteva risponderle? Non era egoismo quello di Sakura, affatto. Lei era la
persona più altruista che conosceva. Eppure… Quando si lasciava trasportare
dalle emozioni aveva la capacità di dimenticarsi di tutto il resto. Era sempre
stato così. In un certo senso, e non l’avrebbe mai ammesso, poteva quasi capire
il cinesino. Sakura-chan ispirava una tenerezza così profonda da voler fare
qualsiasi cosa pur di non turbarla. Ma questo non era sempre un bene. Non dirle
la verità poteva solo farle più male.
Lo aveva fatto Yuki, non facendo nulla per respingere i
suoi sentimenti finché era stato troppo tardi; lo aveva fatto suo fratello, non
rivelandole i suoi poteri fino al momento in cui la situazione con Yue era
arrivata ad un punto critico ed ora lo aveva fatto il Gaki… Tacendo ancora una
volta sulle sue emozioni.
Il guardiano si passò una zampetta sul viso, cercando le
parole giuste. "Io non credo che tu sia egoista, Sakura". Trasse un
profondo sospiro. "Un po’ tonta, confusionaria, ma non egoista."
Cercò di farla ridere ma non ci riuscì. "Io penso… Sì, insomma, penso che
tu tenda a lasciarti troppo andare. È bello che tu sia così allegra e
spensierata, sempre con la testa tra le nuvole ma, alle volte, c’è
bisogno di stare con i piedi per terra. No, cioè… Non so come spiegarmi,
uffa!"
Si accasciò, sconfitto al fianco della giovane Cardcaptor.
Non riusciva davvero a trovare le parole giuste.
Sakura gli sorrise mesta, ma si vedeva che il suo era un
sorriso forzato. I suoi occhi non splendevano come al solito. "Grazie,
Kero. È meglio che mi vesta".
Kero-chan sospirò ancora una volta, lasciandola sola mentre
si preparava. Forse, anziché migliorarla, aveva peggiorato la situazione
in maniera spropositata. Svolazzò verso la cucina. Avrebbe chiamato
Tomoyo, chissà. Magari lei avrebbe saputo cosa fare.
******
Un dolce odore di caffè lo ridestò. Spense la sveglia, in
un gesto automatico che si ripeteva sempre uguale tutte le mattine. Ancora quel
sogno…
Il giardino con il gigantesco ciliegio… L’immenso lago
dalle acque scure. Non ne riusciva a capire il significato eppure Shaoran
sentiva che quel sogno avrebbe giocato un ruolo molto importante nel suo
futuro. La sua notte era stata al limite dell'assurdo… Aveva anche sognato di
una gatta bianca e di una Moon Card… Figurarsi, lui padrone delle nuove carte?
C’era da ridere…
Stava per voltarsi fra le calde coperte, nel vano tentativo
di strappare alla mattina ancora cinque minuti quando…
"Shaoran-sama. La colazione è pronta!"
Cosa?! Si alzò a sedere di colpo, incredulo. Dia-chan?
Questo… Questo voleva dire che non era stato tutto un sogno? Che lui era
veramente… Nel tentativo di alzarsi in fretta e furia finì con l’aggrovigliarsi
ancora di più fra le lenzuola... Cadendo rovinosamente al suolo!
BAM…
"Shaoran-sama va tutto bene?" Dia bussò
dolcemente alla sua porta. Che strano ragazzo.
"Sì". Farfugliò il cinese. Si rivestì il più
rapidamente possibile, ansioso di accertarsi se tutto quello che era accaduto
la sera prima non fosse stato davvero un sogno. Si sentiva stanco quasi
spossato, come se stesse covando qualcosa, un brutto raffreddore che ti lascia
tutto intorpidito, ma in fondo era prevedibile. Non era stato uno scherzo
catturare
Fu pronto in tempi da record. Avrebbe potuto vincere la
medaglia alle Olimpiadi per quanto riuscì ad essere veloce.
L’alba era appena sorta. Non gli restava che prendere la
cartella quando il suo sguardo cadde sovente sui due oggetti che il primo e
tenue raggio filtrato dalla finestra semi-aperta aveva illuminato… Una carta e
un talismano… THE FIRE e la sua Chiave del Sigillo. Non erano stati solo un
frutto della sua immaginazione .
Le sfiorò appena, quasi temesse che toccandoli quella
fantasia così surreale potesse svanire… La sua carta. Proprio la sua. Di
Shaoran Li.
Ne carezzò lievemente il dorso potendone avvertire ancora
il calore. In un angolo della sua mente avvertì la creatura magica strofinarsi
contro quella stessa mano in cenno di saluto. Per qualche strano, inspiegabile
scherzo del destino, Ryouka Lunar aveva scelto proprio lui. Non riusciva quasi
a crederci. Perché lui? Non aveva il potere di Sakura o Eriol... Perché la
grande Ryouka aveva scelto lui? Non aveva senso.
Rimase a fissare quegli oggetti perso nel silenzio della
sua stanza. Avrebbe tanto voluto che THE FIRE avesse potuto rispondere a tutti
quegli interrogativi. Era una situazione così diversa da quella che aveva
vissuto anni prima.
Era cresciuto ascoltando all'infinito il mito di Clow Leed.
Di come il grande mago fosse imparentato con la sua famiglia e di come per
diritto di sangue le sue carte gli spettassero di diritto. Aveva cercato di
vivere tentando di essere all'altezza di quel mito. Eppure... Eppure aveva
imparato che il sangue non è tutto... Cuore e forza di volontà sono ugualmente
importanti. Doveva ringraziare la sua dolce Sakura per questo.
Ora una maga sconosciuta lo aveva scelto per un
destino più grande di lui. Gli sembrava tutto così impossibile. Forse era il
caso di chiamare sua madre. Chissà, magari lei avrebbe saputo consigliarlo,
fugando tutti i suoi dubbi. Perché, nonostante le incertezze, catturare le Moon
Cards era divenuto un dovere... Il suo dovere.
Con estrema cura mise THE FIRE in cartella e
"Buongiorno, Shaoran-sama". Dia-chan stava
svolazzando sopra al tavolo, poggiando con attenzione una caraffa di latte
caldo sulla tovaglia dai colori pastello. Biscotti e succo di arancia erano già
al loro posto.
"’Giorno, Dia". Se doveva essere sincero, vedere
la gattina bianca svolazzare in giro per casa gli faceva un strano effetto… La
sua guardiana…WOW. Le fece un lieve inchino andando a sedersi al suo posto
presso la tavola imbandita.
"Iniziamo a fare colazione, Shaoran?" Il ragazzo
versò del latte per entrambi. Non poteva fare a meno nel rimanere incantato nel
vederla affondare un biscotto nel latte e sgranocchiarlo con attenzione. Era
una perfetta gentildonna… eh… gatta, e i suoi modi non avevano nulla a che
vedere con quelli del peluche.
"Va tutto bene?" Dia-chan gli chiese, cercando di
non sembrare indiscreta. Quel ragazzo le faceva tenerezza. Non riusciva a
definirlo bene, ma in lui c'era un qualcosa che gli ricordava la sua maestra. E
non si riferiva ai suoi poteri, no. Ma un qualcosa di più intimo.
"Hmm hmm". Annuì lui. Era piacevole poter
scambiare qualche parola. Il silenzio, che fino ad allora gli aveva
attanagliato il cuore, ora gli sembrava solo un ricordo lontano. "Senti,
Dia. Io non tornerò a casa prima di questo pomeriggio. Non è un problema,
vero?"
"Affatto". Dia si asciugò i baffetti con un
tovagliolo. La pulizia è una qualità fondamentale, le ripeteva la maestra.
Portare rispetto per il proprio corpo vuol dire onorare il dio e la dea del
Cielo. "Una volta che avrò finito con le faccende, penso che andrò a
fare un giro per la città con Spinel-Sun. Questo luogo è così diverso dal posto
dove sono cresciuta".
"Non devi disturbarti". Quasi urlò, affrettandosi
a risponderle. Era ad un passo dal cadere dalla sedia. Quella mattina era più
imbranato del solito.
"Sciocchezze". La gattina scosse una zampetta.
"Sono la tua guardiana, Shaoran, ed è mio compito prendermi cura di te. Mi
ospiti a casa tua ed è giusto che io faccia la mia parte. È una questione
personale".
"Oh". Altro wow. Non seppe aggiungere altro.
"Ma perché, Cerberus non fa nulla del genere?"
Quando si dice che i gatti sono curiosi... Dalla faccia che il suo padrone
aveva fatto le era sembrato di aver detto quasi un'eresia.
"A parte mangiare a sbafo, poltrire e passare tutto il
giorno incollato ai video-games… no!" Chiarì, sarcastico. Ma, infondo, era
la verità, no?
Dia arruffò il musetto, contrariata. "Stupido peluche
scansafatiche". Borbottò. Pomposo e arrogante, aggiunse tra sé. Si erano
conosciuti solo la sera prima e non le aveva fatto di certo una bella
impressione, diffamando la sua creatrice in quel modo. Al solo pensiero, le
veniva voglia di strozzarlo. Ma cosa era passato per la mente di Clow quando lo
aveva creato? Hmm, meglio non pensarci. Gli uomini sono creature così strane.
"Concordo". Prescelto e guardiana si fissarono
attentamente per un istante prima di scoppiare in una fragorosa risata. Il
peluche avrebbe avuto vita dura d’ora in poi…
"Ok, grazie. Ma non esagerare con le faccende".
Non voleva che si affaticasse per lui. Era perfettamente in grado di badare a
se stesso. Infondo, erano anni che viveva da solo. Sapeva cavarsela. "Ti
serve qualcosa?"
Dia-chan afferrò un altro biscotto. "La lista della
spesa è sul bancone, vicino alla tua merenda, Shaoran-sama". Indicò un
foglio scritto con perfetti ideogrammi cinesi. "Piuttosto, questo
pomeriggio vorrei parlare con te della cattura delle Moon Cards. Dato che non
penso che i tuoi amici rinunceranno ad aiutarti, mi farebbe piacere se fossero
presenti anche loro".
"Va bene. Li porterò qui per il the". Il cinesino
si era alzato, aveva preso tutto il necessario per la sua giornata scolastica e
si era avviato verso la porta. "Passa una buona giornata, Dia".
S'infilò le scarpe.
"Buona giornata, Shaoran-sama".
In effetti, lo era davvero. C’era il sole, l’aria era calda
e Dia gli aveva preparato un bel pranzetto. Non aveva resistito alla tentazione
di sbirciare: la gatta cucinava davvero bene. Chissà come aveva fatto senza
pollice opponibile...
Spalancò la porta, lasciando che i tiepidi raggi del sole
gli riscaldassero il viso. Niente, niente poteva rovinargli quella mattina.
"Buongiorno, Li-kun!" O quasi…
"Ahhh!!!" Sobbalzò indietro di almeno un metro.
Quei capelli neri… Quegli occhiali… Quella voce… Lui, il diavolo della Tomoeda
High School! Il demone in divisa da liceale! Lui...
Chissà perché tutto un tratto il sole parve spegnersi…
******
"Wow, Shaoran! Certo che Dia-chan si è data proprio da
fare!"
Si erano ritrovati sul tetto per mangiare un po’ insieme,
Tomoyo con la sua fedele videocamera sempre pronta. La mattinata era trascorsa
placida e tranquilla. Prima che i ragazzi potessero accorgersene era già
suonata la campana del pranzo. Eppure, mentre riprendeva i suoi soggetti
preferiti, c’era qualcosa che non andava. Ma non riusciva a capire cosa fosse
successo. L’atmosfera era tesa, triste. Perché?
Strano come le prime impressioni possano rivelarsi le più
sbagliate. E Shaoran non l’aveva potuto sperimentare nel modo peggiore: Sakura
non gli rivolgeva la parola, nemmeno un sorriso. Quando era passato a prenderla
quella mattina, Touya gli aveva annunciato, con aria profondamente compiaciuta
tra l'altro, che sua sorella era uscita da un pezzo.
Ogni volta che cercava le sue pozze di smeraldo, lei
voltava lo sguardo. In che modo l’aveva ferita?
La mora li osservava preoccupata. Quando il suo sguardo
incontrò quello di Eriol, capì che il ragazzo con gli occhiali doveva stare
pensando la stessa cosa. Dovevano fare qualcosa. Presto!
Oramai la pausa pranzo era quasi finita e per quel giorno
le lezioni sarebbero state sospese per un assemblea degli insegnanti. Quindi
avrebbe potuto parlare con sua cugina con calma. Non le piacevano le voci che
aveva sentito in giro: la coppia d’oro era in crisi. Sakura e Shaoran, che il
più delle volte si comportavano come due sposi novelli, stavano per rompere!
Aveva notato il gruppetto di ragazzi che aveva preso a ronzare intorno alla
Cardcaptor e questo non le piaceva affatto. Di sicuro, non si sarebbero mai
azzardati prima con il terrore che nutrivano nei confronti di Li-Kun. Era pur
sempre il capitano della squadra di calcio e tutti sapevano che Sakura-chan era
off-limits. Almeno dalla quinta elementare.
Non avrebbe mai permesso che quei due si lasciassero per
una stupida incomprensione! Insomma, loro erano il monumento al Grande Amore,
ancora meglio di Romeo e Giulietta. Almeno senza tutto quel dramma. E,
ammettiamolo, non potevano lasciarsi dopo tutta la fatica che aveva fatto per
farli dichiarare. Era un' ingiustizia!
Sakura richiuse in fretta il suo cestino, alzandosi di
scatto per andarsene quando Li le afferrò il polso. Il suo sguardo era così
triste. "Oggi, Dia-chan vuole parlarci. Verrai a casa mia per il
the?"
La giovane si limitò ad annuire, senza mai voltarsi. Per il
Piccolo Lupo fu come una pugnalata in pieno petto.
"Vieni, Sakura. Questo pomeriggio dovevamo fare
compere insieme, lo avevi dimenticato?" Senza nemmeno rendersi conto di
cosa stava succedendo, Tomoyo l'afferrò per un braccio trascinandola verso
l'uscita. Non le sarebbe sfuggita. Avrebbe vuotato il sacco, volente o nolente.
Li si lasciò cadere al suolo, spalancando le braccia su
quel pavimento freddo, gli occhi rivolti verso quel cielo limpido che per lui
non aveva più alcuna attrattiva.
"Che è successo fra voi due?" La voce di Eriol lo
riscosse dai suoi pensieri. Ma che voleva?
"Non lo so..." Mugugnò.
"Posso provare a parlare se vuoi..."
"Hn" Era più forte di lui. Non riusciva a fidarsi
di quel ragazzo. E non era solo per il modo in cui li aveva manovrati durante
le prove delle Sakura Cards. Era una diffidenza più profonda che non riusciva a
capire. Una sorta di sospetto che nasceva in un angolo remoto della sua mente e
che risuonava come un campanello d'allarme ogni volta che i due ragazzi erano
vicini.
L'altro, invece, si alzò stagliandosi in alto, con il sole
alle spalle. La loro luce combinata parve quasi accecarlo."Io non sono il
nemico, Li. Quando ti deciderai ad accettarlo, sappi che sarò sempre pronto ad
ascoltarti". Detto questo se ne andò, lasciandolo solo con i suoi dubbi.
******
"Che succede Sakura-chan?"
L'aveva condotta in un'aula al secondo piano, vuota.
L'aveva fatta sedere davanti a sé e le aveva preso le mani tra le sue. Non
sopportava di vederla in quello stato.
Tomoyo la osservava preoccupata, incerta su come cominciare
il discorso. Non capiva davvero cosa la stesse turbando fino a quel punto. Gli
occhi verde smeraldo si sua cugina erano gonfi, cerchiati da una notte
trascorsa insonne. Cosa le era successo? Perché non voleva parlargliene?
"Sakura..."
Prima che potesse aggiungere altro, la giovane Cardcaptor
l'abbracciò forte prendendo a singhiozzare sempre più violentemente. Mormorava
parole sconnesse, interrotte qua e là da un singulto.
Pianse... Pianse Sakura. Pianse nell'abbraccio caldo di sua
cugina... Pianse per un tempo infinito tutte le sue lacrime.
Tomoyo la lasciò fare. Alle volte, una lacrime era la
miglior medicina al turpe dolore che grava su i nostri cuori.
Quando, finalmente, i suoi singhiozzi si fecero più radi,
le sorrise con dolcezza, porgendole un fazzolettino ricamato. La tempesta
sembrava passata.
"Mi dici cosa ti è successo, Sakura-chan?"
Mormorò, accarezzandole la testa, in un gesto quasi materno.
"Io... Io..." La giovane Kinomoto era incerta,
non sapeva da dove iniziare.
"Tranquilla, amica mia. Puoi dirmi tutto quello che
vuoi".
Una nuova lacrime rigò quel bel viso d'angelo. "Io mi
sono accorta di essere una persona orribile, Tomoyo-chan. Ho fatto soffrire
tanto Shaoran in questi anni, pensando solo a me stessa. Non mi sono mai
accorta della sua tristezza. Ero solo felice che lui fosse tornato".
"Su, su". Tomoyo le cinse le spalle facendole
coraggio. "Non è successo nulla. Sono sicura che si è trattata solo di
un'incomprensione. Nessuno dei due voleva far soffrire l'altro, non l'avete
fatto di proposito. Le cose vi sono solo sfuggite di mano".
"Lo so". Sakura strinse con forza quel fazzoletto
nel suo pugno. "Ma che persona sono se non mi accorgo che la mia persona
più importante sta soffrendo?" Chiese, più a se stessa che alla sua
migliore amica.
"Sakura-chan, è per questo che oggi hai ignorato
Li-kun tutto il tempo?" Finalmente tutto era diventato chiaro, splendente
come il sole.
L'altra si morse un labbro, annuendo piano, chinando il
capo per la vergogna.
La mora le fece sollevare il viso, asciugandole quelle
tracce salate che ancora lo segnavano. "Non è stata solo colpa tua,
Sakura. Anche Li-kun ha avuto le sue colpe. So che vi amate tanto e vorreste
sempre il bene della persona a cui tenete, ma tacere pur di non far soffrire
l'altro è un errore. Prima o poi la verità viene sempre a galla, per quanto si sia
cercata di nasconderla. Non si può rimandarla per sempre sperando che tutto si
risolva da sé. Tu e Li-kun dovete imparare a discutere dei vostri problemi,
anche se si tratta di cose non molto piacevoli. Ok?"
Anche questa volta Sakura si limitò ad annuire. Tomoyo le
rivolse un radioso sorriso.
"Ora asciuga quelle lacrime: vedrai che andrà a finire
tutto bene. Devi solo trovare il coraggio di guardare negli occhi il tuo
Piccolo Lupo e tutto si sistemerà!"
Piccolo, esile eppure un tenue sorriso adornò il viso della
bella cattura-carte.
"Bene!" Tomoyo-chan scattò in piedi, afferrando
l'amica per una mano. "E ora: shopping! Ho proprio in mente nuove idee per
i vostri abiti da battaglia! Sarà meraviglioso!"
Gocciolone sulla testa di Sakura-chan. Eppure l'erede di
Clow sentiva che sua cugina voleva solo tirarle su il morale...
Il coraggio, dove trovare il suo coraggio...
"Io ti aspetto all'ingresso. Perché non vai a
recuperare le tue cose?"
Non appena i suoi occhi verdi furono scomparsi oltre la
porta, la giovane Daidouji estrasse il suo fedele cellulare. A mali estremi...
Estremi rimedi!
"Pronto, Eriol?... Sì... Sì... Ho bisogno del tuo
aiuto..."
******
Aveva comprato tutto quello che Dia-chan gli aveva chiesto
ma non aveva ancora voglia di tornare a casa. Non aveva ancora la forza di
affrontare Sakura. Non riusciva a capire. Le azioni compiute continuavano a
ripetersi nella sua mente senza sosta. Che cosa le aveva fatto? Perché era così
scostante? Voleva, forse, rompere con lui? Quel pensiero lo faceva stare male
come nient’altro al mondo.
Senza accorgersene si era ritrovato a vagare nei pressi del
parco del Re Pinguino. Non si era proprio reso conto di essersi spinto tanto
lontano. Il Midnight’s Moon era proprio lì vicino. Magari Dara avrebbe saputo
consigliarlo. Se con THE FIRE aveva operato quasi un miracolo, magari avrebbe
potuto aiutarlo anche questa volta. Gli veniva quasi spontaneo pensare a quella
donna in caso di bisogno. Ed era un evento piuttosto insolito, per un tipo come
lui sempre solitario e sospettoso.
Una grande cartello campeggiava dinanzi all’entrata.
L’apertura del negozio era proprio quella sera… Che strano, si ritrovò a
pensare. Quel negozio non gli era sembrato così grande… Che fosse colpa di
tutti quegli scatoloni che c’erano quando era stato qui la prima volta?
Sulla porta d’ingresso c’era ancora il cartello con su
scritto CHIUSO ma l’uscio appariva aperto. Provò a bussare ed entrò.
Wow, pensò, guardandosi intorno. Ora che tutto era in
ordine, il negozio aveva un aspetto davvero incantevole.
"Mi spiace siamo ancora chiusi…" Si udì da dietro
uno scaffale
WOSH
Un rumore di libri che cadevano.
"Ahi!"
Qualcuno che si era fatto male.
Shaoran lasciò le sue borse accanto al bancone e si diresse
verso uno scaffale lì vicino. C’era una ragazza seduta per terra, in mezzo a
tutti quei pesanti tomi ma non era Dara.
"Va tutto bene? Mi dispiace averti fatto cadere".
Porse una mano alla povera ferita, aiutandola ad alzarsi.
Era una ragazza giovane, più o meno dell’età di Yukito o
Nakaru, con cortissimi capelli biondi e due strani, profondi occhioni grigi. Si
stava massaggiando la testa, assicurandosi di non essersi procurata un bel
bernoccolo.
Quando le loro mani vennero in contatto accadde qualcosa di
strano, mai provato prima. Il giovane Li fu pervaso da un’energia invisibile,
quasi una scossa di potere. Si sentì il volto avvampare… Quella sensazione era
così familiare ma al tempo stesso diversa da qualsiasi cosa avesse mai
sperimentato. Cos’era quella sensazione?
"Mi spiace ma siamo ancora chiusi". Esordì lei.
"Puoi tornare stasera". Gli porse un volantino colorato.
"N-no". Riuscì a malapena a farfugliare. Quella
sensazione di shock magico non si decideva ancora a lasciarlo. Che razza di
figura! "S-stavo c-cercando Dara. Io sono…"
"Shaoran". Lo interruppe con un sorriso. "So
chi sei. Dara me ne ha parlato". Gli offri la mano. "Io sono la sua
assistente. Mi chiamo Chris… Chris Uchiha. Molto lieta". Le strinse la
mano meccanicamente ma non riusciva a scrollarsi di dosso quello stato di
stordimento che lo aveva pervaso. Di che strana magia era dotata questa
ragazza? Doveva assolutamente scoprirlo.
Lo faceva sentire a disagio stare in sua presenza. Era
quasi… Quasi la sensazione che aveva provato la prima volta che aveva visto Yukito.
Davvero molto strano.
Per lei era diverso. Quel ragazzo le suscitava tenerezza.
Era ancora poco più di un bambino eppure avvertiva in lui l’impronta lasciata
da Ryouka. Era buffo. In un primo momento, Chris si chiese se Shaoran avesse
sospettato qualcosa ma il suo comportamento la dissuase. Sicuramente Diamond
Sun doveva aver parlato loro del segreto delle Moon Cards… o no? Meglio così.
Avrebbe potuto osservarlo indisturbata ancora un po’. Anche se, doveva
ammetterlo, le era già simpatico. Ma non poteva di certo parlare anche per
Crystal. Sapeva essere intrattabile e cocciuta quando voleva.
"Mi spiace ma Dara non c’è. È via per alcune
commissioni. Io stavo mettendo in ordine le ultime cose. Se vuoi puoi tornare
stasera. Ci sarà una grande festa per l’inaugurazione. Era qualcosa di
urgente?"
"N-no!" Urlò di colpo. Che figura! "Tornerò
sta-stasera". Iniziò a camminare all’indietro rischiando di inciampare più
di una volta. Doveva assolutamente andare via da lì, altrimenti avrebbe
rischiato un infarto per la velocità con cui il suo cuore batteva. Sempre se
prima il sangue non gli fosse uscito dal naso. Doveva vedere Dia.
"C-ciao!"
"Ci vediamo alle 8. Ciao". Lo salutò con un
piccolo cenno di mano. Ma stava bene?
Inciampando e incespicando lo vide letteralmente fuggire
dalla sua presenza.
"Tipo originale, non trovi?" Dara era comparsa
all’improvviso da dietro uno scaffale. Chissà quando era tornata?
"Interessante, direi". Ammise.
La vide accomodarsi dietro la pesante scrivania della
cassa, poggiando le gambe sul lungo tavolo di mogano. "Che ne pensi?"
"Non lo so. È ancora così giovane". Si passò una
mano tra i corti capelli biondi, cercando in qualche modo di riordinare i suoi
pensieri. Quello quindi era il successore della maestra... Sembrava una persona
molto gentile.
"Anche Ryou-chan lo era quando ha creato le
carte".
"Lo so. Spero solo che vada tutto bene. Ho avvertito
una pesante ombra avvolgere il suo cuore. C’era qualcosa che lo turbava".
"Uff!" Sbuffò la mora. "Avrà ancora dei
problemi con la sua ragazza. Questi giovani d’oggi… Non riesco proprio a
capirli certe volte".
"La voce dell’esperienza?"La bionda alzò un
sopracciglio in aria di sfida.
"Hey, giù la cresta, mocciosa. Sono ancora nel fiore
degli anni. Ho solo qualche millennio in più di te!"
"Hai 3819 anni, se proprio vogliamo essere
precisi".
Voleva fare la saputella… bene! Dara fece una smorfia
simile a quella di un bambino a cui avevano rubato le caramella. "Sempre
precisina tu, vero? Aha aha"
"Scema".
"Idiota".
"Infantile".
"Sognatrice!"
"Guarda che questo non è mica un insulto!"
L’apostrofò.
"Sì, ma non sono io che non vedo l’ora di incontrare
il mio bel e tenebroso principe. Quella che lo sogna tutta le notti e che è
pervasa dalla fiamma dell’AMOOREEE!!!" Tipica posa con pugno in aria.
Chris avvampò fino alla punta dei capelli. "Non sono
innamorata di Yue!" Si portò le mani alla bocca di colpo.
"E chi ha mai parlato di Yue? C’è qualcosa che devi
dirmi, forse, Chris?" In una nube di nebbia nera Dara scomparve di colpo,
per poi ricomparire alle spalle della bionda con un braccio intorno al suo
collo. "E, allora?"
Il fumo minacciava di uscire dalle orecchi della bionda.
"N-niente. Ma non hai nient’altro da fare?!" Le rispose, stizzita.
Yue era un argomento tabù. Aveva sopportato le sue insinuazioni per più di
cinquant'anni. Era troppo!
"No". Ribatté il demone prima di scoppiare a
ridere. "Non devi fare così. Hai un cuore umano. È normale che tu provi
certe emozioni. Anche se non so proprio come te la caverai con Crystal…"
Fu un filo di voce sottilissimo quello di Chris. "I
sogni su Yue sono i suoi. A me…"
"Piace Yukito? Si chiama così la sua forma
provvisoria. Giusto?" Terminò per lei. La bionda si limitò ad annuire.
"Anche se ho sentito che è molto attaccato ad un certo Kinomoto. Magari
avrai della concorrenza su quel fronte…"
"Penso che Ruby Moon mi sarà utile al riguardo. Da una
delle mie visioni, ho visto che è molto attaccata al fratello della padrona
della Clow Card". Sottile e manipolatrice, ma guarda. La ragazza stava
imparando. Non l'aveva mai sentita parlare in quel modo, esporre il suo lato
oscuro. Doveva tenerci proprio tanto a quel ragazzo. Fissandola di sottecchi,
poteva immaginare gli ingranaggi della sua testolina bionda già mettersi
all'opera. Era buffa.
Dara sorrise ancora, ma questa volta il suo sorriso si
trasformò in uno gentile, quasi da mamma. "Va bene. Ma sta attenta.
Gestire le emozioni non è facile. Non voglio che tu soffra". Le disse
seria.
"Certo".
"Gli uomini sono confusi. Passano la vita a cercare
qualcosa di irraggiungibile senza accorgersi di quello che hanno sotto il loro
naso". Era cosa rara che il demone si lasciasse andare ad una saggezza
così profonda. Anche se, per lei, non le fu difficile capire a chi si
riferisse. "Parli di Clow Leed, non è vero?" Parlare di Clow e della
maestra faceva male a tutti in quella compagnia. Se lei aveva perso la sua
creatrice, Dara aveva perso l'unica vera amica che aveva mai avuto.
Anche dopo tanto tempo, alle volte le veniva da chiedersi
se Dara si prendesse cura di lei per affetto o solo per senso del dovere nei
confronti della maestra.
"Bingo". La mora era tornata a sedersi
osservandosi le unghie che erano cresciute fino a diventare degli artigli
affilatissimi. "L’idiota ha ricominciato. Cerca l’impossibile senza
accorgersi del tesoro che ha al suo fianco. Almeno l’altro è stato più
sveglio". Sogghignò. "Mi sa che mi sono trovata un nuovo
passatempo".
"Non dirmi che hai intenzione di rendergli la vita
impossibile?!" La rimproverò esasperata. Alle volte sapeva essere davvero
infantile.
"No". Ops…Aveva risposto troppo velocemente. Lo
sguardo severo di Chris e il suo avere le mani sui fianchi non erano un buon
segno. "Cercherò di dargli solo una spintarella nella giusta
direzione". Ma l’altra non sembrava molto convinta delle sue buone
intenzioni. "Nel modo più imbarazzante possibile, è ovvio!"
"Mi pareva". La ragazza più giovane si coprì il
viso con una mano. "E questo non coinvolgerà anche il candidato,
vero?"
La mora scrollò le spalle. "Visto come vanno le cose,
una mano servirà anche a lui. Da stasera inizia la mia nuova Mission:
Impossibile… Rullino i tamburi…" Picchiettò le mani sul tavolo per
creare la suspance. "Il ROCK AND ROLL dell’Amore!". Terminò
con enfasi, creando una scritta luminosa con la magia.
"Cosa?!" Ma che diavolo aveva in mente?!
Le balzò al fianco, prendendola a braccetto. "Su
andiamo. Dobbiamo farci belle per stasera. Magari verrò anche il tuo
spasimante!" Quel sorriso le faceva accapponare la pelle. Non voleva
pensarci! Sarebbe stato un disastro.
"Su, su. Sarà uno spasso!"
"Voglio morire!". Se era possibile non le erano
cadute solo le braccia ma anche tutte le altre parti del corpo. Anzi, era
proprio stecchita al suolo.
"Esagerata!" Fu all’ora che Dara notò due strane
luci entrare nel negozio e dirigersi verso una parete spoglia, illuminandone di
una luce fluorescente un tratto.
Bene, iniziava lo spettacolo…
"Tu pensi che verrà anche lei stasera?" Chris le
chiese d’un tratto. L'imbarazzo era scomparso del tutto dal suo viso, lasciando
posto solo ad una tenue nostalgia.
"Visto come è attaccata alla Cardcaptor di Clow penso
che l’avremo qui intorno molto spesso".
Riconobbe molto bene lo sguardo speranzoso in quei grandi
occhi grigi. "Sta attenta, Chris. Sai bene che Ryouka Lunar non è
più".
"Lo so. Ma voglio conoscerla ugualmente". Vederla
così malinconica le faceva male. Non poteva dirle di no.
"Come vuoi".
Dall’altra parte della città un ragazzo dagli arruffati
capelli castani era corso in casa come una furia.
"DIA!"
******
Cinque, ora del the.
Shaoran versò da bere per tutti. Lo avevano raggiunto per
il the proprio come Dia aveva chiesto. Era venuto persino Yuki. Fortuna che
quel mostro di Touya era stato trattenuto dal suo lavoro, altrimenti.
Guardò il mago del Sole, alzando per un attimo lo sguardo
dalla pesante teiera di porcellana bianca. Eriol gli stava sorridendo. Un
brivido gli percorse la schiena. Ci mancava solo questa. Di nuovo stretto
contatto con lui. Altro che pelle d’oca: la pelle gli si accapponava totalmente
al solo pensiero. Ma c’era una qualsiasi giustizia a questo mondo? Non bastava
quello che gli aveva già fatto passare. Lo aveva umiliato, ridicolizzato e
ficcato nelle situazioni più imbarazzanti. Ma che aveva fatto di male per
meritarsi questo? Vuoi vedere che era una sorta di punizione per quando era
stato cattivo con Sakura e aveva cercato di rubarle le Clow Cards?
Eppure aveva l'impressione di stare mentire a se stesso.
Aveva superato da un pezzo il fastidio che queste ragioni, anzi scuse, gli
avevano causato. Non erano loro a tenerlo lontano dal dare anche solo una
possibilità ad Eriol. Non era questo a renderlo così insicuro nei suoi
confronti. Ma cos'era? Sakura non sembrava avere problemi, eppure per lei il
ragazzo era cosa, quasi un padre?
Già, Sakura. Era sicuro che Tomoyo le avesse parlato ma la
situazione non era migliorata per niente. Continuava a non accorgersi di lui.
Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo eppure ora gli faceva più
male. Aveva assaggiato il Paradiso e avrebbe fatto di tutto per non
abbandonarlo. La mora le era seduta accanto tenendole una mano. Chissà cosa si
erano dette? Che volesse sul serio lasciarlo? E ora non sapeva come fare?
"Su, sbrighiamoci! Io non ho tempo da perdere. Devo
finire il mio ultimo record a Zombie Wars. Sono un vero campione!"
Kero naturalmente.
"Nessuno ti ha chiesto di venire, Cerberus. Puoi
andartene quando vuoi." La vena sulla testolina di Dia-chan aveva preso a
pulsare ritmicamente. Quel peluche le faceva andare il sangue alla testa.
"Ma se sei stata tu a convocare questa riunione!"
Controbatté sarcastico.
"Io mi riferivo alle persone importanti,
peluche!"
"Hey, gattina. Che vuoi la guerra!" Le svolazzò
di fronte chiudendo una delle sue zampette gialle a pugno. "Posso batterti
quando voglio mi hai sentito!"
"Ti conviene stare zitto, Kero". Intervenne
Suppy, sorseggiando il suo the all’arancia. Molto buono.
SBAMM BUM CHOP
Con tre abili mosse di kung-fu il disturbatore era stato
annientato. Una applauso scrosciante si levò dal pubblico. Tomoyo riprendeva
entusiasta. Potere alle donne!
Shaoran si lasciò andare nella poltrona. Era tutto così
strano. Dia era un tesoro, sul serio, ma quando si trattava di Kero diventava
una bestia. E non poteva di certo darle torto al riguardo… Ma filare d’amore e
d’accordo con Spinel? Non era pronto per diventare il cognato di Eriol. Gli
bastava essere il suo lontano cugino. Uffà.
Kero si rialzò dolorante dal pavimento, inveendo come un
forsennato. "Ora me la paghi!" La stanza s’illuminò di colpo mentre
il sigillo del Sole compariva al suolo e il peluche riprendeva le sue vere
sembianze. La gatta non ne fu per niente impressionata. "E ora cosa mi
dici?" La sfidò.
"Che sei un vigliacco!" La voce di Dia era ferma
e forte. "Non riesci a combattermi nella tua forma provvisoria?"
Il leone le fece la linguaccia. "Sei solo invidiosa
perché non sei bella come me!"
"Lo sono anche di più, dobe! Ma sai benissimo che non
posso riprendere le mie vere sembianze prima che Shaoran-sama abbia raccolto
tutte le carte!"
"Sono tutte balle! Il cinesino non ci riuscirà
mai!". Quel suo sorrisetto sarcastico fu la goccia che fece traboccare il
vaso.
MIAO
Zampata in pieno muso.
"Ahi!" In un lampo di luce, Cerberus tornò alle
consuete forme del piccolo Kero. Cavolo che male! "Ma sei impazzita!"
La gattina aveva preso a sguainare e ritrarre gli artigli
in una muta promessa di ritorsioni."Sta attento, Cerberus. La prossima
volta non sarò così magnanima." Era ora di dimostrare chi era che
comandava lì. "E tanto per la cronaca, a differenza di te, io sono dotata
anche di un potere speciale!"
"Che vorresti dire?" Era solo un bluff, di
sicuro.
Dia-chan lo fissò per un istante per poi sorridere
compiaciuta. "Quando hai intenzione di dire a Sakura-sama che sei stato tu
a rompere la sua statuetta di vetro preferita?"
"Cosa?!"
"Cosa?!"
La prima esclamazione era stata fatta per la sorpresa, la
seconda per paura.
"Già. Hai anche nascosto i pezzi in un vecchio
scatolone in soffitta!"
"K-E-R-O-C-H-A-N!"
SDENG. Nuovo colpo sulla testa del mini-leone.
"Come diavolo hai fatto, batuffolo?" Ringhiò la
palla di pelo gialla.
"Te l’ho letto nel pensiero, ovvio".
"Tu sei in grado di leggere nel pensiero?"
"Sì, Shaoran-sama. Ryouka-sensei mi ha dotato di
questo potere. Ma posso usarlo concentrandomi attentamente solo su una persona.
Non posso sentire i pensieri di gruppo".
Sguardo d’ammirazione generale. E chiamalo poco...
"Spocchiosa come il Gaki!" Borbottio di
sottofondo.
"Ora basta Kero!" Sakura si era alzata in piedi.
"Ma Sakura!"
"Non è questo il modo di comportarsi! Chiedi scusa a
Dia e falla finita!"
Il peluche alato rivolse alla sua padrona una silenziosa
richiesta di esenzione da quella pena ma lo sguardo che ne ricevette lo fece
desistere. Rivolgendosi nuovamente alla piccola Guardiana bianca, mugugnò
qualcosa di indecifrato.
"Non ho sentito bene!" Scandì la padrona delle
carte.
"Ho detto mi spiace, Dia".
La guardiana del Sole annuì. "Scuse accettate,
Cerberus. Chiedo anch’io perdono per il mio comportamento a tutti i presenti.
Mi spiace di averti fatto alterare Sakura-sama".
A sentirsi chiamare in quel modo la ragazza arrossi.
"Di niente".
"Grazie". Shaoran le sussurrò. Lei annuì
sorridendo prima che quel sorriso si spegnesse di colpo. Tornò a sedersi con
l’aria triste.
Tomoyo ed Eriol si fissarono decisi. Quella sera stessa
avrebbero messo in atto il loro piano. Anche a costo di sigillarli in una
stanza senza via d'uscita finché non avessero chiarito tutto, ma ci sarebbero
riusciti a farli rimettere insieme! A qualunque costo!
"Sei sempre il solito, Kero-chan. Però hai ragione.
Sbrighiamoci. Io voglio tornare dal mio tesoruccio Touya!" Nakaru, ovvio.
"Un altro biscotto, Ruby? Sono fatti in casa."
Dia sollevò il vassoio.
"Grazie". Certo che quella gatta ne sapeva una
più del diavolo, pensò Eriol. La porzione di Yuki era stata tripla. Ora era lì
che si ingozzava felice.
"Bene visto che siamo tutti comodi possiamo
cominciare" La guardiana delle Moon Card volò sul tavolino innanzi al
davano ed iniziò il suo racconto. "Io sono Diamond Sun, il puma
bianco". Si fissò la piccola zampetta. "Beh, in questo stato la gatta
bianca, incaricata dalla maestra Ryouka di difendere il Sigillo delle sue carte
magiche fino all’avvento del nuovo candidato adatto a diventarne il padrone.
Nel nostro caso, Shaoran-sama".
Il suddetto interessato arrossì.
"Mi chiedo come abbia fatto!"
"Kero?!"
"Hey, peluche, cerchi rogne?" A questo così
gentile invito, il piccolo Kero si nascose dietro la sua padrona.
"Come ho già detto, Shaoran è la persona scelta dalla
maestra essendo stato l'unico in grado di rompere il sigillo".
"Ma Dia". Il candidato in questione era
molto dubbioso al riguardo. "Io non l’ho fatto. Voglio dire, io non sono
nemmeno sicuro di aver mai visto il libro nella quale erano rinchiuse le
carte". A questo nemmeno la guardiana seppe rispondere.
"Forse semplicemente non lo ricordi". La mezza
reincarnazione di Clow aveva intuito qualcosa. Era un trucco semplice in
realtà, lui lo sapeva bene. Lo aveva usato più volte durante le prove di
Sakura.
"Che vuoi dire, Eriol-kun?" Per un attimo, Tomoyo
abbassò la sua fida telecamera. L’attenzione di tutti era ora sul giovane mago.
"La forza attrae altra forza. Come per Sakura, anche
Li deve essere stato attratto dalla magia del Moon Book e questo deve averlo
spinto ad aprirlo. Soltanto che qualcuno deve avergliene cancellato il
ricordo".
"Ma a che scopo?" Sakura non capiva.
"Questo non lo so. Dia, sai cosa è successo al libro
dopo che la tua maestra è scomparsa? Anche
Il Piccolo Lupo si portò una mano al collo, estraendo la
sua chiave. Un piccolo talismano di giada con un drago che avvolgeva le sue
spire intorno alla gemma centrale e la cui coda costituiva i denti della chiave
stessa. Era calda, quasi elettrica.
"Vedete,
"In attesa di cosa?"
"In attesa che i poteri di Ryouka si risvegliassero".
"I poteri di Ryouka?"
Occhi di lavanda incontrarono due pozze d’oro. "Si,
Piccolo Lupo. I poteri della Luna che ti sono stati trasmessi. Ne hai già dato
prova contro THE FIRE. Dentro di te possiedi una grande forza".
Li arrossì un pochino. Non era abituato a sentirsi dire
certe cose. Era difficile crederci.
La gatta tornò a rivolgersi al mago dai capelli corvini.
"Per quanto riguarda il libro, penso che tu abbia ragione Eriol-san.
Qualcuno deve essere intervenuto. Tutto ciò che posso dirti è che la maestra
aveva deciso di affidarci ad una persona amica fino al momento giusto. Però non
so dirti chi. Ogni volta che provo a concentrarmi su quelle memorie precise, le
idee mi si offuscano come se qualcheduno mi impedisse di trovare delle risposte".
Il mago annuì. "Immagino che sia la stessa persona che
sta giocando con noi".
"Ma questo non è pericoloso? Insomma, che il libro non
sia in possesso di Li-kun?" Tomoyo si stringeva le mani, preoccupata.
Questa volta fu Eriol a cercarle. Le rivolse un caldo sorriso e per un attimo,
per quella ragazza dall'aria un pò sbarazzina, il tempo parve fermarsi mentre
il sole splendeva solo per lei.
"Il libro fa sì solo che le carte agiscano in un
determinato raggio d’azione. Non le fa allontanare troppo, ecco. Non ha nulla a
che vedere con i loro poteri. Invece, esse reagiscono allo stato d’animo della
maggiore fonte di potere lunare che avvertono".
"Quelli di Li". Anche Nakaru non aveva voglia di
ridere questa volta.
"Esatto. Quando ha incontrato THE FIRE, Shaoran-sama
sentiva prevalentemente il sentimento di solitudine e, di conseguenza, si è
scontrato con la carta che rispecchiava maggiormente questa emozione. Ogni Moon
Card ha una propria personalità e voce, se vogliamo chiamarla così, ma scelgono
in modo diversa di esprimerla".
"Sono anche molto più feroci delle Clow Card".
Suppy sorseggiò un altro sorso di the.
"Traggono il loro potere dalla Luna ed esso è molto
mutevole e incostante. Può avere effetti benigni o maligni a seconda delle fasi
dell’astro".
"Ma io non capisco". Tomoyo strinse ancora di più
la mano del suo amico. "Perché Sakura, Eriol o Yuki non hanno avvertito
niente? Dopotutto Yue è un guardiano della Luna".
"È vero. Yue non ha percepito nulla di insolito. Solo
una strana scossa magica alcune notti fa, ma non era nemmeno vicino alla
frequenza della Luna". A quell’affermazione gli occhi di Yukito divennero
del colore del ghiaccio, segno che Yue era sveglio ed intenzionato a
partecipare anch’egli a quella riunione. Con il tempo le due metà di quella
persona avevano imparato a coesistere anche simultaneamente.
"Nel caso di Yue, o anche di Ruby, il loro non è un
potere della Luna puro, poiché riflettono il potere dei loro padroni. Nel caso
di Shaoran è diverso: la sua è vera magia della Luna. Per Eriol e Sakura è
presto detto. Catturare le Moon Cards non è nel loro wyrda quindi non hanno
sentito il loro richiamo".
"Wyrda?"
"Cammino. Il destino". Dia spiegò sorridendo.
"Ognuno di noi deve seguire il proprio wyrda. È stato così in passato e
sarà così anche nelle generazioni a venire".
Ad Eriol fece un effetto strano sentir parlare di wyrda. In
un certo senso, Dia-chan gli stava ripetendo ciò che mesi prima gli aveva detto
la stessa Kaho. Il loro cammino si era incrociato per un tratto. Ma non era
destino che esso rimanesse intrecciato fino alla fine. Senza volerlo i suoi
pensieri lo ricondussero ancora una volta a Tomoyo. Sei tu il mio wyrda, si
chiese.
"Vedete, le Moon Cards agiscono in prevalenza seguendo
le regole del Tao". Continuò la gatta.
"Il Tao?"
"Il cerchio bianco e nero". Shaoran intervenne
per spiegare alla sua ragazza. Piantò il suo sguardo dorato in quello di lei.
Che succede? Avrebbe tanto voluto gridarle. "La luce e il buio".
"Sì". La gatta si sollevò in aria facendo
comparire davanti a loro, quasi in una sorta di visione, il simbolo del Tao.
"Non avendo a disposizione la forza magica del proprio padrone, solo le
quattro carte degli Elementi sono in grado di agire da sole, o per meglio dire,
possiedono energia a sufficienza. Le altre tendono ad agire sempre in coppia:
l’Hikari e
"Ma perché?" Tomoyo si rivolse alla gatta.
"Perché, in qualche modo, le carte tentano di
bilanciare gli effetti delle loro azioni. Tentano di mantenere, anche se
inconsciamente, l'equilibrio per evitare che si scateni il caos. Come
"Esatto. Le Moon Cards agiscono sempre insieme alla
loro contraria". Dia svolazzò intorno all’immagine del Tao, facendo
apparire quella delle carte magiche. "Tredici carte i cui distruttivi ed
illimitati poteri possono essere combattuti solo da altrettante carte aventi
un’equivalente forza di magia costruttiva. In tutto, ventisei carte che
racchiudono molta più magia di quanto voi possiate immaginare".
"Seh. Clow Leed ne ha create molte di più!"
"Kero?!"
Ma Dia non si tirò indietro. "È vero, Cerberus. Il
numero delle Moon Cards è inferiore a quello delle Sakura Cards ma non
lasciarti ingannare. Poiché una sola carta di Ryouka può racchiudere in sé la
magia di più di una delle carte create dal tuo maestro". Si voltò verso
l’immagine che lei stessa aveva creato. Ventisei carte fluttuanti che danzavano
in circolo. Da questo cerchio se en separò una. Era THE EARTH. "Questa è
Nessuno rispose.
"Ora come ora le carte sono confuse, arrabbiate e
incontrollabili. Senza contare che tutte loro sono empaticamente legate a
Shaoran. Più lui è incerto su ciò che prova, più le carte diventeranno
pericolose. Anche catturarle non sarà facile. I primi tempi soprattutto. Finché
il tuo corpo non si sarà abituato al cambiamento ti sentirai sempre molto
stanco. Mi spiace, Shaoran-sama".
"Questo non mi fa di certo sentire meglio". Il
ragazzo si passò una mano tra i capelli.
"Non ti preoccupare". Dia lo guardava orgogliosa.
"Devi avere più fiducia in te stesso. Ryouka non ti avrebbe mai scelto se
non fosse stata sicura delle tue capacità".
"Alle volte mi chiedo perché abbia scelto proprio
me".
"Non crucciarti. Per ogni cosa c’è sempre una
risposta. Basta solo saper aspettare".
"Questo non risolve il problema su come catturare le
carte". Yue e il suo senso pratico.
"Le Hikari sono carte benigne che accetteranno di buon
grado di essere sigillate. Anzi, molte di loro potrebbero anche aiutarci a
fronteggiare le loro controparti. Ma non posso dire lo stesso per le Yami. Loro
non rinunceranno a questa nuova libertà tanto presto. Lo avete visto con FIRE,
no?"
"THE FIRE è una Yami?" Chiese il ragazzo di Hong Kong.
"Sì. La sua Hikari è THE WATER. Ryouka-sensei le ha
create in questo modo affinché le carte non si sentissero mai sole. Ognuna di
loro è stata creata insieme ad una carta sorella".
Ancora una volta tra loro cadde il silenzio. Era
estremamente snervante dover aspettare senza poter fare nulla.
"Ah!" Tomoyo si colpì un palmo con un pugno con
espressione a dir poco rapita. Stavolta Shaoran non fu l’unico a temere per la
sua incolumità. Eriol lo seguiva di pari passo. Lo avevano incastrato… Per
quanto si sentisse attratto dalla mora, non aveva la minima voglia di farle da
modello. Non che i suoi costumi fossero brutti, anzi. Ma era imbarazzante!
"Vi ho portato dei regalini molto utili!". Prese
la sua borsa e ne estrasse tanti pacchettini. "Uno per Dia-chan, uno per
Eriol-kun, per Yukito-san, Ruby-chan e anche per Suppy. Spero che vi
piacciano". FIUUU, pericolo scampato. Almeno per il momento.
Nastri colorati furono presto sciolti e davanti ad i loro
occhi comparvero tanti nuovi cellulari multi-funzione.
"Ho pensato, visto che ora siamo un gruppo più ampio
ed occorre tenerci sempre in contatto, anche voi abbiate bisogno di averne
uno".
I soggetti interessati ringraziarono. Soprattutto Nakaru
era felice della cosa. Abbracciò la giovane Daidouji in uno slancio fortissimo,
facendola quasi cadere dalla poltrona.
"Grazie tante, Tomoyo-sama. Ora potrò sentire il mio
Touya a tutte le ore del giorno!"
"Sai che differenza". Borbottò il gattino nero.
"Di niente, Ruby-chan. Ho già provveduto a memorizzare
il numero di Touya ed a installare una particolare programma prodotto dalla
ditta di mia madre. Ora potrai sapere dove si trova il fratello di Sakura ogni
volta che vorrai!"
Goccioloni sulla testa di tutti. Solo a Tomoyo poteva
venire in mente un regalo del genere.
La guardiana della Luna si alzò in piedi, un pugno in alto
in una teatrale posa di vittoria. "Presto sarai mio, Touya!" Urlò, i
suoi occhi che sbrilluccicavano di determinazione.
"Attenta o altrimenti potrebbe decidere di fuggire in
un altro continente…" Indovinate chi?
"Sta zitto, Spiccino!" Sbraitò di rimando.
Prima che la cosa potesse degenerare, Eriol li interruppe
con un’altra domanda. "Dia-chan tu non sei l’unica guardiana, non è vero?
Ne esiste anche una in forma umana, giusto?"
"È vero!" Nakaru si era parata dietro a Yuki e
ora gli stava dando dei pizzicotti sulle guance. "Proprio come me e quello
scorbutico di Yue". Suddetto scorbutico le lanciò un’occhiataccia. "È
un bel guardiano? Anche se in realtà non ce ne sarebbe bisogno… Io ho già il
mio Touya ma se fosse carino…" E via con la sua filippica.
"Mi spiace, Nakaru. Ma Crystal Moon è una donna".
"Crystal Moon? Hmm. Luna di Cristallo... " Si
soffermò a pensarci su per un istante prima di lanciarsi in una risata
sguaiata. "Illusa! Non sarà mai affascinante come me!"
"Sarebbe difficile cadere più in basso di così".
GNAM GNAM. Aggiunse Suppy, masticando.
Risata generale. Lo stare tra amici era bello. Sanno sempre
come risollevati il morale quando ti senti giù.
"Tu pensi che sia già in città?". Chiese ancora
il mago con gli occhiali.
"Non lo so. È come se qualcuno stesse schermando la
sua presenza. Non riesco a sentirla". Dia aveva ripreso a fare avanti e
indietro sul bordo del divano. "Posso solo dirvi che come Yue e Ruby anche
lei ora si trova in una forma provvisoria. Ma non so dirvi che aspetto abbia.
Io l’ho sempre e solo conosciuta come Crystal".
"Capisco".
"Ma è come me o come Nakaru?" Azzurro era tornato
castano e Yuki aveva di nuovo preso il sopravvento. "Voglio dire: la
personalità di Nakaru e Ruby è la stessa ma ciò non si applica a me e a
Yue".
"Non so che dirvi". Dia-chan mormorò turbata.
"Non riesco a sentirla. Voi non avete avvertito nulla di strano?".
Avrebbe voluto dir loro di Chris, della strana sensazione
che aveva provato quando si erano stretti la mano ma le parole gli morirono in
gola. Tentava di aprire le labbra per parlare, ma gli sembrava che qualcosa
tentasse di bloccarle. Una vocina nella sua testa continuava a mormorare di
tacere. Non era ancora il momento, continuò. "Che pasticcio!" Il
Piccolo Lupo si coprì il viso con le mani. Non si sentiva per nulla all'altezza
di questa impresa eppure tutte le speranza erano concentrate su di lui. Li
avrebbe delusi tutti, lo sapeva.
"Su, su." Eriol gli strinse una spalla. "Non
abbatterti. Non sei da solo in questa impresa. Faremo di tutto per aiutarti.
Devi avere più fiducia!"
"Eriol-kun ha ragione, Li-kun. Non sei solo. Sei
circondato da tanti amici!" Tomoyo aggiunse.
Anche Sakura avrebbe voluto dirgli qualcosa ma il peso
della sua colpa le rendeva impossibile anche solo sopportare il suo sguardo.
Strinse i pugni tentando, con tutte le sue forze, di ricacciare indietro le
lacrime.
"Hey, ma questo cos'è?" Nakaru aveva adocchiato
un volantino colorato su un mobile del salotto. Shaoran se ne ricordò solo
allora. Gli era completamente passato per la mente.
"Oh. Me lo ha dato l'assistente di Dara. Questa sera
ci sarà l'inaugurazione del Midnight's Moon".
"Evviva!" Dire che Tomoyo era rimasta estasiata
alla notizia era un eufemismo. Era balzata in piedi, lasciando la sua
telecamera onnipresente per un solo istante, battendo le mani con gioia.
"Un'altra occasione per i miei modelli preferiti di sfoggiare le mie
creazioni!"
Se avessero potuto sarebbero fuggiti a gambe levate.
"Tu sei dei nostri, vero Eriol-kun?" Occhioni da cerbatto.
Ok, le aveva promesso che avrebbe aiutato la sua quasi
figlia e il giovane discendente a risolvere la loro crisi, ma non gli pareva di
aver mai accettato di posare per lei. Ma come faceva a dirle di no se lo
guardava in quel modo. Distintamente sentì Li sogghignare.
"Ma-ma certo".
Nakaru e Suppy si scambiarono uno sguardo complice. Eriol è
innamorato... Eriol è innamorato...
"Bene!" La mora afferrò Sakura-chan per un
braccio e la trascinò verso l'uscita. "Forza, cuginetta, dobbiamo
prepararci. Questa sera sarai fantastica. Ho già in mente un vestito che ti
farà sembrare un angelo. Starai benissimo, vedrai!"
In un battito di ciglia erano già scomparse, seguite a
ruota da Yuki a Nakaru.
Come una statua, Li rimase a fissare quella porta lasciata
aperta, sentendo quasi un pezzo di sé svanire. Non si accorse della malinconia
con cui Eriol lo stava fissando e, forse, fu un bene. Una pena incredibile la
reincarnazione di Clow provò dentro di sé. Voleva aiutare il suo amico, eppure
era difficile farlo quando Shaoran non voleva avere nulla a che fare con lui.
Gli sorrise mesto. "A stasera, Li-kun. Suppy, Kero,
forza andiamo".
Il peluche dorato lanciò un ultimo sguardo di sfida alla
gattina bianca prima di perdersi insieme alla sua controparte corvina in
un'altra conversazione appassionata sul fantastico mondo dei videogiochi.
"Andrà tutto bene, Eriol-san". Dia-chan gli
sussurrò sull'uscio, sorprendendolo. "Presto sarà Shaoran-sama a venirti a
cercare ed allora anche tu troverai ciò che stai cercando". La gattina gli
fece un lieve inchino prima di tornare dal suo padrone.
******
"Forza Sakura! Prova questo e questo e questo..."
Mille abiti colorati svolazzavano intorno a lei in un
allegro arcobaleno.
Oh, Shaoran...
******
Maledetta cravatta... Maledettissima cravatta...
Poteva almeno vestirsi per la festa come gli andava? No!
Dannata Tomoyo!
Era da oltre un'ora che tentava di arrabattarsi con quel
stupidissimo pezzo di stoffa, che non voleva proprio saperne di annodarsi, e
stava iniziando a perdere la sensibilità alle dita.
La dolcissima Daidouji gli aveva fatto gentilmente
recapitare da una delle sue guardie del corpo un completo da sera di un bel
verde scuro, pregandolo vivamente di indossarlo per la festa. Insomma, era una
semplice inaugurazione ma no... Lui doveva presentarsi agghindato come, come...
Un idiota. Ecco!
Aveva anche provato a protestare, ma la mora gli aveva
semplicemente attaccato il telefono in faccia. Uffà!
"Allora, sei pronto Li-kun?"
Ahh! Ma che diavolo ci faceva lì Eriol!
Il riflesso del mago era comparso d'improvviso al fianco
del suo, facendogli perdere almeno dieci anni di vita. Hey, ma guarda come si
era agghindato! Persino il gel fra i capelli! Questo era sicuramente opera
della Daidouji... Tomoyo colpisce ancora!
"Come sei entrato?"
"Mi ha fatto entrare Dia-chan. Ho continuato a bussare
ma nessuno mi rispondeva". Gli si avvicinò lentamente mentre il cinese
continuava ad armeggiare spazientito con la sua cravatta. Indossava un vestito
identico al suo ma di un bel blu scuro, un colore che richiamava in pieno i
suoi capelli d'ebano.
"Aspetta lascia fare a me". Gli prese il pezzo di
stoffa tra le mani e con fare sapiente eseguì un bel nodo. "Ecco
fatto". Terminò con il suo solito sorriso stampato sul viso.
"Hn". Li si limitò a guardarlo torvo. Lo aveva
battuto un altra volta.
"Io proprio non ti piaccio, non è vero?" Più che
una domanda, quella dell'inglesino era una vera e propria affermazione.
"Hn".
"Perché?"
Ma che razza di domanda era?
"Perché non ti piaccio? Infondo, voglio solo aiutarti.
Non voglio rubarti Sakura e di certo non ho alcuna intenzione di influire sul
tuo destino. Mi spieghi perché ti sono così antipatico?"
"Perché... Perché..." In tutta sincerità non
sapeva davvero cosa rispondere.
"Non capisco: io sono la reincarnazione di Clow Leed e
tu il prescelto da Ryouka Lunar. Perché non riusciamo ad andare
d'accordo?"
Shaoran sbuffò. "Come Clow... Ragioni esattamente come
Clow... Solo perché hai deciso che una cosa vada in un certo modo non è detto
che tutto debba svolgersi secondo i tuoi ordini". Lo accusò.
Pensava di offenderlo, invece, Eriol si limitò a sorridere
sghembo. Proprio come se Li gli avesse raccontato chissà quale battuta.
"Se fosse davvero così, a quest'ora Sakura-chan sarebbe felicemente
fidanzata con Yukito, tu te ne saresti tornato una volta per tutte in Cina ed
io... Io..." Non finì quella frase. Un'ombra scura spense quel suo eterno
sorriso. "Io sarei ancora imprigionato nel mio bel sogno" Concluse.
"Cos'è successo tra te e la signorina Mizuki?"
Chiese Li di colpo. Era inutile girarci intorno. Tanto valeva la pena andare
dritti la problema.
Vedere Eriol Hirigagizawa rimanere sbigottito innanzi ad
una sua semplice domanda gli procurò una soddisfazione infinita. Tuttavia, qui
lo pensava e qui lo negava sia chiaro, senza il suo sorriso sarcastico, Eriol
non era più lui.
Il ragazzo cinese si appoggiò al bracciolo della poltrona,
tentando di assumere un'aria più indifferente possibile anche se la curiosità
lo stava lentamente logorando. Cosa stava nascondendo?
L'inglese parve soppesare le sue parole con cura, incerto
su come esprimere tutto il tumulto che sentiva dentro. Cosa era andato storto
con Kaho? Come aveva potuto fraintendere l'affetto che lo legava alla
professoressa con l'amore... L'amore vero? Quand'è che aveva capito di provare
qualcosa di più per la bella Tomoyo?
Il suo volto si distese nuovamente in un sorriso pacato. Le
nuvole che gravavano suo cuore sembravano scomparse.
"Io e Kaho ci siamo separati. Si vede che le nostre
strade non erano destinate a rimanere intrecciate molto a lungo".
"Non dovresti dar sempre la colpa al destino,
sai". Le parole di Li lo colpirono molto. "Il nostro futuro non è
scritto".
"Dici così solo perché sei molto giovane". Lo
rimproverò il moro. "Era destino che Sakura trovasse il libro di Clow e tu
quello di Ryouka. Tutto era stato stabilito già prima della vostra
nascita".
"Non rinnego l'idea che possa esistere un grande
disegno, anzi. Però devi ammettere che, oltre al Fato, ci sono anche le
variabili. Quelle date dal libero arbitrio. Perché, se fosse altrimenti, Sakura
ora starebbe con Yukito e io sarei tornato una volta per tutte in Cina".
Gli fece notare il cinesino con un sorrisetto di sfida.
Eriol Hirigagizawa era sorpreso... Sorpreso come non lo era
mai stato... Poi fece una cosa che colse Shaoran Li totalmente alla
sprovvista... Rise, Eriol si lasciò andare ad una fragorosa risata,
asciugandosi una lacrima che solitaria gli bagnava una guancia.
"Hai ragione, mio giovane discendente. Hai
assolutamente ragione".
Senza nemmeno rendersene conto, Shaoran si ritrovò a
ridacchiare insieme a lui.
Finirono di prepararsi, indossando una un caldo cappotto, i
guanti e la sciarpa.
La mano di Li sfiorò appena la soffice lana verde che gli
avvolgeva il collo... Sakura-chan...
"Andrà tutto bene, Li. Andrà tutto bene". Eriol
gli posò una mano su di una spalla cercando di rassicurarlo.
"Lo spero... Ma Eriol?" Attimo di silenzio.
"Prova a far soffrire Tomoyo e ti faccio a pezzi!"
Il mago inglese si limitò a tossicchiare nervoso.
"Tomoyo?" Farfugliò.
"Non fare il finto tonto... Sarò anche giovane ma non
sono cieco". Continuò il giovane di Honk Kong con una truce espressione
sul viso. In quel momento poteva davvero rivaleggiare con Touya Kinomoto. Erano
identici!
DLIN DLON
Salvato dal campanello. Stava cominciando a sudare
freddo.
"Sakura-sama e Tomoyo-sama sono arrivate,
Shaoran-sama". Dia-chan fluttuò verso di loro, precedendo le due ragazze.
Erano bellissime... La loro vista toglieva il respiro. Le
guance arrossate per il freddo le rendeva due figure etere, quasi come le
principesse delle fiabe.
I due giovani erano rimasti senza parole. Riprendendosi da
quello stato di stupore, Eriol fece loro un profondo inchino, prendendo le loro
mani e baciandole lievemente. Sakura e Tomoyo arrossirono di colpo.
"Buona sera, mie belle signore".
"Buonsa sera, Eriol-kun, Li-kun".
"Buone sera". Fu il mormorio sommesso di Sakura.
"Buona sera". Gli occhi di Li sempre persi in
quelli di Sakura. Avrebbe dato di tutto per allungare le braccia e stringerla,
senza lasciarla più andare.
"Andiamo?" Tomoyo strinse il braccio di Eriol,
ponendosi al suo fianco, indicando a Sakura di fare altrettanto con il giovane
Cardcaptor. "La festa ci aspetta!"
La piccola Kinomoto posò con grazia una mano su quella di
Shaoran, arrossendo a quell'esile contato. Non aggiungendo altro. Respirando
appena.
I due moretti si scambiarono uno sguardo d'intesa. Fase uno
del piano: completata!
"Bene, Dia. Non andiamo. Sei sicura che non ti
dispiaccia rimanere a casa?"
"No, Shaoran-sama Tranquillo e divertiti!"
Rispose la gattina.
Shaoran si concesse un lungo sospiro. Starle così
vicino non poterla stringere era straziante.
S'avviarono verso la porta, seguiti a ruota dai loro amici.
Sarebbe stata una serata molto lunga...
******
Camminavano nel più assoluto silenzio. Eriol e Tomoyo
avanti, Sakura e Shaoran qualche passo indietro. I due moretti passeggiavano
l'uno vicina all'altra, i loro visi vicini, le loro voci ridotte ad un semplice
sussurro mentre stavano confabulando qualcosa.
Per quanto Li si sforzasse non riusciva ad afferrare cosa
stessero macchinando.
Teneva lo sguardo fisso innanzi a sé il Piccolo Lupo.
Osservava la strada venirgli incontro senza mai voltarsi. Sakura gli camminava
vicino, il volto basso, le mani strette sul manico della sua borsetta.
Vederla apparire in quel suo lungo vestito lavanda era
stato un tuffo al cuore. Non c'erano parole che avrebbero potuto rendere
giustizia a quella apparizione angelica.
Aveva cercato di reagire a quella tristezza soffocante che
aveva cercato di sopraffarlo ma c'era riuscito solo per poco. Nemmeno il
ricordo della faccia inebetita di Eriol davanti al vestito blu notte di Tomoyo
era servito a molto.
Continuava a camminare al suo fianco. Ora poteva
accontentarsi solo di questo.
"Hai parlato con Sakura-chan, Tomoyo?" Il mago si
rivolse alla sua partner nel crimine.
"Si. Stanno entrambi facendo di un nonnulla una
tragedia. Hanno solo bisogno di parlare sinceramente di quello che li
turba". Rispose lei. "Hai un piano?"
"Direi di si". Il ragazzo si sistemò meglio gli
occhiali sul naso. "Faremo in modo che trascorrano questa serata
appiccicati l'una all'altra. Prima o poi esploderanno e si confesseranno
tutto".
Tomoyo parve soppesare la cosa. "Mi sembra una buona
idea. Ma se non volessero collaborare?"
"Non temere". Un sorriso poco rassicurante.
"Posso fare in modo che sarà impossibile per loro scollarsi!"
"Sei grandioso, Eriol!" All'improvviso la ragazza
gli posò un lieve bacio sulla guancia, facendolo arrossire nelle più accese
tonalità esistenti di rosso.
"Quei due stanno tramando qualcosa". Borbottò Li.
Tomoyo l'aveva baciato! Cosa diavolo le era passato per la testa! Non sapeva
quanto quel ragazzo fosse pericoloso?
No, non era geloso di lei in quel senso, ma con il tempo
aveva imparato a volerle bene come ad una sorella. Aveva letto in quegli
occhi corvini la tristezza della solitudine ed una parte di lui era felice che
finalmente quel vuoto era stato colmato... Ma doveva essere proprio
l'inglesino?!
"Già". Sakura continuava a tenere il capo chino,
arrossendo impercettibilmente sotto il peso di quei suoi occhi dorati. Le mani
le tremavano.
"Hai freddo?" Le chiese lui, premuroso.
"N-no". Rispose lei.
Avrebbe voluto parlarle, costringerla ad ascoltarlo. Doveva
capire cose le aveva fatto...
"Hey, piccioncini, siamo arrivati!" La voce squillante
della mora rovinò un'altra occasione per chiarirsi.
Il Midnight's Moon era illuminato da mille lampade
colorate. Per l'occasione, l'intero Parco dei Pinguini era stato era stato
addobbato a festa.
Nell'aria, profumata da un dolce odore di vaniglia, si
diffondeva una strana melodia dai ritmi caldi, sereni. Una musica che ti
giungeva dritta al cuore, scuotendolo da ogni triste pensiero.
"Shaoran!"
Tanta gente si accalcava all'ingresso, gente di tutte le
età: giovani, bambini, nonni insieme ai loro nipotini. Tutti sorridevano
divertiti. Doveva essere una festa molto piacevole.
Una ragazza bionda vestita di turchese salutò il gruppo di
Cardcaptor, venendo loro incontro subito dopo aver servito un cliente.
"Chris, buona sera". Shaoran fece un lieve
inchino che la ragazza ricambiò.
"Salve, Shaoran. Sono felice che tu sia venuto".
La ragazza dai capelli biondi sorrise loro.
Ancora... Ancora quella strana sensazione... Quella specie
di scossa magica che gli partiva da dentro. Deglutì a fatica, raccogliendo
tutto il suo coraggio affinché la figuraccia di quel pomeriggio non si
ripetesse nuovamente.
"Ragazzi, questa è Chris Uchiha, l'assistente di Dara.
Chris, loro sono i miei amici Sakura, Tomoyo... Ed Eriol". Continuò dopo
una lieve esitazione.
"Molto lieta". Chris porse loro la mano,
salutandoli allegramente. Sakura non poté non provare una strana fitta di
gelosia. Perché questa ragazza trattava il suo Shaoran con tanta confidenza?
Cosa stava succedendo?
Quando le mani della giovane e di Tomoyo s'incrociarono, il
volto della mora per un attimo fu oscurato da un'espressione pensierosa.
"C'è qualcosa che non va, Tomoyo-chan?" Le chiese
l'Uchiha. La sua voce all'apparenza era quasi la stessa, eppure una nota
d'infinita tristezza la segnava.
"No, no, Chris". La ragazzina scosse la testa,
tentando di scacciare quello strano senso di deja vu. "Scusami, ma ho come
l'impressione di averti già incontrata da qualche parte". Ammise
candidamente.
Chris non rispose a quell'affermazione.
"Ma guarda chi si vede! Ce l'avete fatta ad
arrivare!" Salvata in extremis.
Il gruppo si voltò. Dara aveva fatto la sua comparsa.
Indossava lunghi pantaloni neri ed un gilet del medesimo colore si stagliava
sul candore di una camicia bianca. Una piccola cravatta completava il tutto.
Per l'occasione la mora portava i capelli raccolti in
un'alta coda, due ciocche sottili che le scendevano ai lati del viso. I suoi
occhiali sempre presenti. "Che piacere rivedervi, ragazzi". Posò il
suo sguardo di ghiaccio sul giovane mago inglese. "Tu, invece, sei
nuovo". Si portò l'indice sul mento, quasi a volerlo studiare.
Terrore... Puro, semplice terrore.
Sotto il peso di quello scrutinio attento, il corpo di
Eriol Hirigagizawa si bloccò di colpo. Il mondo intorno a lui era come
scomparso. Esisteva solo quella presa invisibile che gli strappava il respiro e
lo teneva in pugno nella sua morsa.
La sua pelle candida fu percorso da un gelo senza pari...
Aveva la pelle d'oca, la gola secca. Non gli era mai successo prima d'ora.
Soprattutto con qualcuno da cui non percepiva alcuna forza magica.
"Dara Freid, molto piacere. E tu sei?"
"E-Eriol... Eriol Hirigagizawa". Riuscì infine e
mormorare.
I suoi amici lo fissavano allibiti. Mai... Mai avevano
visto la grande reincarnazione di Clow Leed perdere il controllo in questo
modo.
"Molto piacere, allora, Eriol Hirigagizawa".
Scandì ogni sillaba del suo nome quasi a volersi prendere gioco di lui.
"Sono felicissima che siate venuti. Avete già visto il negozio?"
Il gruppo scosse il capo.
"Molto bene". La donna batté le mani.
"Seguitemi, si inizia con il tour!"
La libreria, una sala da the, addirittura una zona
ricreazione dove sbizzarrirsi ad esporre le proprie opere oppure dimostrare la
propria bravura con il karaoke. Avevano fatto davvero un bel lavoro.
Appena entrati nel negozio, subito dopo un piccolo ingresso
dov'era situata la cassa, iniziava il lungo corridoi pieno di giganteschi
scaffali che sembravano giungere fino all'altissimo soffitto. Volumi vecchi
rilegati in pelle, tascabili moderni dai colori vivaci, opuscoli più economici
che sembravano fotocopiati a mano.
Accanto ad ogni scaffale, un' insegna incisa su una
tavoletta di legno dorato... NARRATIVA, FANTASY, STORIA, ERBE, ECONOMIA... Via
via fino ad un ultimo nominativo: WICCA. All'interno di ogni categoria c'erano
altre diverse sottocategorie. Tutto era estremamente ordinato anche se
all'apparenza non era questa l'impressione che si poteva ricevere.
I muri erano ricoperti di mensole di legno chiaramente
artigianali; candele, cristalli, erbe.
Un profondo odore d'incenso e spezie proveniva da qual
luogo andando a mischiarsi con quello più dolce fuoriuscente dalla sala da the.
Ciò che veniva a formarsi non infastidiva, anzi. Era un
piacevole balsamo dei sensi.
Uno dei muri della sala da the era sostituito da una
gigantesca vetrata dalla quale si potevano sorgere i tavolini sistemati
all'esterno. Era tutto bellissimo.
"Avete fatto proprio un bel lavoro".
"Grazie, Tomoyo-chan. Sono contenta che ti
piaccia".
La ragazza stava riprendendo ogni istante con la sua fedele
videocamera. "Ma non mi ero accorta che il tuo negozio fosse così grande.
Non sembra proprio dall'esterno".
"Dici sul serio?"
Camminavano fra la gente, salutando qua e là quei loro
compagni di scuola che avevano avuto la loro stessa idea. La pubblicità che
avevano fatto all'evento aveva sortito il suo effetto.
Completato il giro, erano tornati all'ingresso dove Chris
aveva subito ripreso a servire i clienti, una fila infinita di gente che non
aveva quasi termine.
"Beh, ragazzi. Io ora vi lascio, Chris ha bisogno di
una mano. Voi fatevi un giro e dateci dentro con il buffet".
"Okay". La donna li salutò nuovamente prima di
tornare dietro al bancone.
"Dara è una persona molto simpatica". Shaoran
annuì all'affermazione della cameragirl anche se il viso pallido di Eriol
poteva dire il contrario.
Una semplice stretta di mano era riuscito a ridurlo in
quello stato...
"Anche Chris mi sembra un tipo piacevole. Tu cosa ne
pensi, Sakura?" Le sfiorò un braccio appena eppure
"Scusami, Shaoran". La sua voce tremava.
La giovane Kinomoto salutò appena i suoi amici , voltandosi
in un vano tentativo di fuggire. Non nemmeno a guardarlo negli occhi. Era una
persona meschina.
Li, però, fu più rapido.
"Aspetta… Sakura!" Le prese una mano e l’attirò a
sé. Voleva delle risposte, una volta per tutte.
"Li!" Si afferrò a lui tentando di non cadere
quando un qualcosa di soffice e caldo le sfiorò il viso. "Ma… Ma questa
è…"
L’aveva riconosciuta subito. Era la sciarpa che aveva
confezionato per lui tanti anni fa… Quando Yukito l’aveva rifiutata, quando
Shaoran l’aveva fatta piangere sulla sua spalla, quando aveva iniziato a capire
cosa fosse il vero amore. "Shaoran…"
Entrambi avevano le lacrime agli occhi, senza un perché,
senza scambiarsi una parola. Continuavano solo a perdersi l’uno nello sguardo
dell’altra quasi il tempo per loro si fosse fermato.
SDENG
La porta di un ripostiglio, una porta che non avevano mai
notato, si spalancò di colpo. Un vortice d’aria luminosa li avvolse,
risucchiandoli al suo interno, prima ancora che riuscissero a comprendere cosa
stesse succedendo.
Con un suono sordo la porta si richiuse di colpo,
imprigionandoli.
"Sakura!"
"Shaoran!"
******
"Si comincia". Dara le rivolse un sorriso
sghembo.
Quella sera era di un umore davvero particolare: gli affari
andavano bene, Clow Leed sembrava subire gli effetti della vicinanza della
demone proprio come voleva lei e finalmente le due Moon Cards erano entrate in
azione. Cos’altro voleva di più?
Chris aveva appena finito di servire una bambina dai lunghi
capelli rossi ed ora si stava concedendo una piccola pausa. "Ma staranno
bene?"
"Tranquilla". La mora fissò in lontananza la
reincarnazione del grande mago tentare di superare la magia delle carte
magiche. "Come si dice: ciò che non ti uccide, può solo renderti più
forte".
******
Eriol Hirigagizawa provò più volte a ruotare la maniglia
della porta che teneva prigionieri i loro amici ma l'ennesimo tentativo fu
vano. Una forza invisibile scaturiva da quella stanza, rendendo inutile ogni
suo sforzo.
Gli schiamazzi della festa e la musica s'erano fatti più
assordanti, coprendo quasi totalmente anche il suono delle loro voci. Era una
mossa azzardata da fare in pubblico ma decise di provare anche con la sua
magia. Non gli lasciava altra scelta.
"AHHH!" Una scossa elettrica lo colpì, non appena
tentò di richiamare i suoi poteri, mandandolo al tappeto in un solo attimo.
"Eriol!" Spaventata, Tomoyo si chinò ad aiutarlo.
Aveva paura, aveva sinceramente paura. Il volto del giovane era scuro e tradiva
un'apprensione che non gli aveva mai visto.
"Che sta succedendo, Eriol-kun?"
Ora le vibrazioni emanate da quella stanza si erano fatte
più chiare... Chiare come la luce emanata dal sole in un giorno d'Agosto.
"Una Moon Card, Tomoyo-chan. Una Moon Card li tiene imprigionati e non
riesco a mettermi in contato con loro!"
Il ragazzo si alzò a fatica. Tomoyo si teneva stretta al
suo fianco, tentando di sostenerlo.
"Che possiamo fare?" Gli chiese, cercando in
tutti i modi di ricacciare indietro la paura. Minuto dopo minuto, il tempo
sembrava quasi essersi fermato.
Hirigagizawa si guardò intorno, preoccupato che qualcuno
potesse aver notato la sua magia. Fortunatamente non era così.
Era strano, eppure ai suoi occhi sembrava che per le
persone presenti loro fossero invisibili. Ma come mai?
"Vieni". La prese per mano. "Dobbiamo andare
via da qui. Cerchiamo un posto tranquillo e avvertiamo Dia. In questo momento è
l'unica che può aiutarci!"
Iniziarono a correre tra la gente allegra che chiacchierava
e si divertiva in quella che, per loro, era una piacevole serata tranquilla.
"Hey! Va tutto bene?" Chiese Dara. Era comparsa
alle loro spalle senza che se ne fossero accorti.
Eriol avvertì nuovamente quel brivido gelido percorrergli
la schiena. Quella donna lo metteva a disagio. E non riusciva a capirne il
motivo... Dara non possedeva alcun potere magico eppure... Quegli occhi di
ghiaccio parevano volerlo sfidare...
"Si, si. Non preoccuparti, Dara. Stavamo solo cercando
Sakura-chan e Li-kun. In mezzo a tanta gente non riusciamo più a
trovarli".
Rapida, rapida come un fulmine, Tomoyo era riuscita a
coprire la sua titubanza.
"Capisco". La proprietaria del Midnight's Moon
sembrò accettare quella spiegazione senza troppi problemi. "Sono sicura
che li ritroverete presto". Rispose loro, sorridendo sghemba. "Mi
raccomando passate una buona serata".
Se non fosse stato assurdo, Eriol era sicuro che quella
tipa sapesse qualcosa.
"Ma quanta fretta!". Chris l'aveva
raggiunta, sorseggiando tranquilla una tazza di cioccolata calda. "Sei
stata imprudente ad usare il tuo chakra demoniaco. Clow non ti ha riconosciuta,
vero?"
"No". Dara ridacchiò. "Però è uno spasso
vedere il grande Clow Leed essere messo sulle spine da una semplice umana.
Anche se da come stanno procedendo le cose, non credo che potremo chiamarlo
Clow ancora a lungo".
Puntò il suo sguardo gelido alla finestra, dove tre piccole
figure alate si stavano rapidamente avvicinandosi. "Piuttosto, tu stammi
vicina. Non voglio che Diamond Sun si accorga ancora della tua presenza".
Una smorfia maliziosa le comparve sul volto. "Vieni.
Lasciamo i due piccioncini alle loro scaramucce d'amore. I clienti non si
servono da soli".
"Ok". Di colpo Chris si fermò, aggrottando le
sopracciglia.
"Che succede?"
"Sento il potere della Luna avvicinarsi. Yue deve
essere qui intorno".
"OHHHH"
Dove voleva andare a parare con quel tono?
"Non dire niente!"
"Chi io?"
"Dara!" Stava diventando sempre più rossa. Era
sul punto di esplodere.
"Ma se non ho detto niente!" Cantilenò l'altra.
"Non metterti in mente strane idee!"
"Si, si certo..."
"Dara! Dara!" Tutto inutile.
*****
"Eriol! Tomoyo!" Una voce preoccupata attirò la
loro attenzione. Erano nel parco del Re Pinguino, sotto un cielo completamente
terso.
Con grazia Dia-chan atterrò davanti a loro, seguita da
Suppy, Kero e Yue.
Lei e gli altri due guardiani del Sole avevano deciso di
fare un giro nei dintorni del parco. La spiegazione ufficiale era quello di
fare ambientare la micetta bianca... La motivazione reale era, invece, quella
di imbucarsi alla festa senza essere visti e sgraffignare quanti più
manicaretti possibili. Per questo non ci avevano impiegato molto a rispondere
alla chiamata di Tomoyo.
Yuki, invece, era al campus, aiutando Touya a studiare per
un esame imminente... E cercando, con tutte le sue forze, di impedire che
Nakaru lo disturbasse più del dovuto. Una volta avvertito del pericolo, si era
scusato dal suo amico lamentando di un improvviso attacco di fame ed era
sgattaiolato via, tramutandosi non visto in Yue.
"Dia, siamo nei guai!" Le mani di Tomoyo
tremavano visibilmente, la sua voce rotta dalle lacrime a stento trattenute.
"Sakura e Shaoran sono stati catturati da una Moon Card!"
"COSA?!" Urlò Kero, lasciando cadere la tartina
che aveva con sé.
"Purtroppo non sono riuscito a liberarli. La stanza in
cui sono stati rinchiusi è come circondata da un muro invisibile". Spiegò
presto il giovane mago.
"Un muro, dici, Eriol-san?" Il musetto della
gattina si corrucciò. Un muro... Un muro... Una barriera invisibile...
"A cosa pensi, Diamond-Sun?" Se Yue era in
pensiero per la propria padrone, la sua maschera di gelida indifferenza non
lasciava trasparire nulla.
La guardiana bianca fu riscossa dai suoi pensieri.
"Credo di aver capito di quale carta si tratti. E, se è come credo, noi
non possiamo aiutarli". Si lasciò cadere lentamente sul freddo legno di
una panchina.
"Che vorresti dire?" Kero-chan si stava davvero
spazientendo a quelle parole. Se per colpa di quel cinesino antipatico Sakura
si ritrovava nei guai, questa volta lo avrebbe sbranato per davvero.
"Calmati, Cerberus. Per favore". Ne fu sorpreso.
Dia-chan non aveva mai usato un tono così sommesso con lui. "Non è tutta
colpa di Shaoran-sama. Almeno non del tutto". Sospirò.
"Che vorresti dire?" Intervenne Yue.
"Shaoran-sama e Sakura sono stati catturati da THE
BARRIER".
"THE BARRIER?" Non capisco, continuava a
ripetersi Tomoyo.
"Sì, THE BARRIER: la barriera. In condizioni normali,
questa carta funziona un pò come il THE SHIELD creato da Clow Leed. è una carta
di protezione". La gattina prese ad estrarre e ritrarre i suoi artigli, in
un inconscio segno di nervosismo.
Eriol si accomodò al suo fianco. "Ma questa non è una
condizione normale".
Dia scosse il capo. "Esatto. Come vi ho già detto, le
Moon Cards reagiscono in qualche modo allo stato emotivo del loro padrone. Se
la fonte di energia è turbata, o confusa, la carta agirà di conseguenza, distorcendo
il suo potere nel tentativo di riflettere ciò che percepisce".
"Ma lì non c'è solo Li-kun! La carta ha preso anche
Sakura-chan!" Tomoyo strinse con più forza la sua presa sulla telecamera.
"Infatti. Due grandi sorgenti di energia gravemente in
conflitto con loro stesse". La guardiana puntò il suo sguardo d'ametista
sul negozio. Per un attimo i suoi occhi furono attraversati da un intenso
bagliore di smeraldo. "Da ciò che riesco a percepire, Sakura ed il mio
padrone si trovano in una sorta di dimensione-labirinto che loro stessi hanno
creato. Solo facendo luce sui loro sentimenti riusciranno ad uscirne".
"Non vorrei peggiorare la situazione". Suppy-chan
si posò con grazia sulla spalla del suo padrone. "Ma quei due non si
possono di certo definire dei geni per quanto riguarda il manifestare i propri
sentimenti".
A quell'affermazione, ci fu un lungo, lunghissimo sospiro
rassegnato. Quando si diceva che non c'era mai limite la peggio, rimuginò il
giallo peluche. Fra la timidezza cronica del cinesino e la tontaggine di
Sakura... Erano nei guai fino al collo! Ci avrebbero impiegato degli anni per
uscire da lì, come minimo.
"Allora non ci resta che sperare". L'attenzione
di tutti si spostò su Yue. non era di certo da lui parlare in quel modo. Il
Guardiano della Luna non si scompose minimamente. "è un'affermazione
proposta dalla mia controparte. Il quale desidera vivamente tornare da Touya e
Ruby. Suggerisce di tenere il fratello della padrona il più impegnato
possibile, onde evitare problemi maggiori".
Scene di caos e panico comparvero nell'immaginario
collettivo.
"D'accordo". Eriol si alzò stanco. Con il viso
così teso, sembrava sul serio un uomo adulto. Un uomo che portava sulle sue
sole spalle un peso indescrivibile. "Yue, tu torna da Touya e cerca di calmarlo
come puoi". Si rivolse quindi ai Guardiani del Sole. "Voi, invece,
rimanete nei paraggi. Io e Tomoyo torneremo all'inaugurazione, come se non
fosse successo niente. Dobbiamo cercare di comportarci il più normalmente
possibile".
A quelle parole lo strano gruppo di esseri magici scomparve
nel buio notturno.
" Tu credi che andrà tutto bene, Eriol-kun?"
Tomoyo gli chiese con voce lieve, cercando conforto in quella situazione tanto
assurda.
"Sono sicuro che andrà tutto bene, Tomoyo-chan".
Sotto quel manto scuro rischiarato da una miriade di
puntini luminosi, quasi senza accorgersene, le loro mani s'incontrarono ancora
una volta.
Peccato che nessuno dei due avesse potuto vedere, in quel
negozio poco lontano, dei sorrisi illuminare i visi di quelle due donne appena
conosciute. Una giovane dai corti capelli biondi ed un demone dai profondi
occhi di Cielo.
******
"Ahhh!!!"
"Ahhh!!!"
Era stato come attraversare un gigantesco tunnel d’acqua.
Il vortice li aveva lasciati senza fiato, scaraventandoli in un luogo strano,
sconosciuto.
Sembrava un lunghissimo corridoio fatto di mattoni antichi,
un corridoio di cui non se ne riusciva a vedere la fine. Era tutto così buio.
Qualche torcia qua e là rischiarava a malapena l’ambiente.
Non gli piaceva quel posto. Gli dava una sensazione strana,
quasi claustrofobia. Era come… Era come se quelle mura impenetrabili si
stessero lentamente ma inesorabilmente chiudendo intorno a lui come in una
morsa.
Erano in trappola.
"Sakura! Sakura!"
"Shaoran?"
Il cinese annuì, aiutandola ad alzarsi. Erano entrambi
storditi da quello che era loro accaduto.
"D-Dove siamo? Eriol, Tomoyo!" Chiamò.
"Non ci sono. Qualunque cosa sia successo, deve averci
separati. Meglio muoversi, questo posto non mi piace!"
Avevano iniziato a camminare per cercarli ma non era
servito a nulla. Il loro corridoio si era incrociato con un altro ed un altro
ancora ed un altro… Tanti corridoi tutti uguali da cui sembrava impossibile
fuggire. Era una sorta di labirinto. Sakura camminava al suo fianco,
spaventata, sfiorandolo appena. Non l’aveva mai sentita così distante.
Il giovane si guardò intorno. Dei loro amici non c’era
traccia. Una sensazione si fece strada in lui. Una sensazione che conosceva
molto bene in quel groviglio di emozioni che minacciavano di soffocarlo.
"Siamo stati catturati da una Moon Card".
"Cosa?"
"Quando la porta si è spalancata,
Tentarono di evocare la magia ma niente. Nessuna delle due
chiavi rispondeva ai loro appelli.
Shaoran aveva preso a sudare freddo. Quel macigno che si
sentiva nel petto non si decideva ad andarsene. Lo stava a poco a poco
schiacciando. "Dobbiamo andare via, subito!" Non gli piaceva quella
sensazione.
Le prese la mano ma Sakura la ritrasse subito, abbassando
lo sguardo. Ancora non riusciva ad affrontarlo.
"Sakura…"
NIII NIIII
Un nitrito di cavallo. Lo scalpiccio di zoccoli. Il
clangore di un armatura. La lama scintillante di una spada sguainata.
Si voltarono lentamente. Un gigantesco cavaliere nero stava
avanzando verso di loro. Alla loro vista, i suoi occhi di sangue lampeggiarono
minacciosi mentre iniziava a caricare.
"Scappa!" Le afferrò con forza la mano,
stringendola a sé. Corsero, corsero senza mai voltarsi mentre THE KNIGHT li
spingeva sempre più verso il cuore del labirinto.
******
"Shaoran, ti prego fermati. Non ce la faccio
più".
La padrona delle Clow Cards si accasciò contro un muro. Era
senza forze.
"D’accordo. Ma non possiamo fermarci a lungo".
Shaoran si lasciò scivolare innanzi a lei, senza fiato.
Avevano corso per ore: ogni volta che si erano sentiti al
sicuro, il misterioso cavaliere nero li aveva raggiunti. Si erano persi.
Era come se, anziché cercare una via d’uscita, si erano
addentrati sempre più in quel labirinto, raggiungendone il cuore. Anzi, Shaoran
aveva l’impressione che era stato proprio questo l’intento della carta magica.
Spingerli al centro di quella trappola.
Hmm. Gli veniva quasi da ridere. Sakura aveva fatto di
tutto per evitarlo ed ora erano costretti a restare fianco a fianco. Molto
ironico.
Quel posto gli stava facendo montare dentro una rabbia che
non aveva mai provato prima. Più avevano camminato, più le sue emozioni avevano
cominciato a sfuggire al suo controllo. La testa gli martellava come colpita da
cento scudisciate.
Non riuscì più a tacere.
"Che cosa ho fatto?" Sussurrò appena.
"Cosa?" Quella domanda la sorprese.
"Perché… Perché ce l’hai con me, Sakura?"
Credeva… Credeva che fosse arrabbiata con lui? Ma lei… Lei
voleva solo… Eppure nessuna parola riuscì ad uscire dalle sue labbra.
Fu questo il colpo finale. Un altro pezzetto del cuore di
Shaoran si infranse mentre la magia della carta prendeva il sopravvento.
…Vuole lasciarti…
…Vuole lasciarti…
… Non ti ama più…
…Non ti ha mai amato…
… Ti ha solo preso in giro…
"Non è vero. Non è vero". Borbottò, mordendosi un
labbro per non urlare.
Tremava. Sakura lo vide stringersi la testa lo forza,
tentando di resistere ad una forza invisibile che lo faceva star male.
"NON è VERO!"
"Shaoran!"
Lui si alzò di scatto afferrandola per le spalle e
sbattendola contro il muro. I suoi occhi risplendevano di un verde elettrico
che le faceva paura. Non era più in sé.
"Io non ti lascerò mai. NON TI LASCERò MAI, HAI
CAPITO! Non mi importa se non mi ami più, Sakura. IO NON TI LASCERò MAI! Anche
se ora mi odi e non vuoi più vedermi. SAI QUANTO HO DOVUTO ASPETTARE PRIMA DI
DIVENTARE IL TUO RAGAZZO! QUANTO HO DOVUTO PATIRE! IO NON TI LASCERò MAI?!"
Urlò.
Tremava, piangeva, singhiozzava. Si strinse a lei con tutta
la forza che gli era rimasta, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. I
suoi occhi, un tempo gentili, continuavano ad essere illuminati da
quell’energia sconosciuta.
"Shaoran…" Lo strinse a sé ancora di più.
"Io ti amo, Sakura". Singhiozzò.
Le lacrime iniziarono a scendere sul suo bel viso candido.
"Ti amo anch’io, Shaoran".
Era tutto ciò che voleva sentirsi dire mentre tornava ad
essere lo Shaoran di sempre.
"Ma, allora, perché?"
Sakura gli asciugò una stilla salata con le sue manine
calde. Finalmente riconosceva il suo Piccolo Lupo. I loro visi erano così
vicini.
"Io… Io… Ero così confusa". Voleva abbassare lo
sguardo ma si costrinse a non farlo. "Tu hai così sofferto in questi ultimi
tempi ed io mi vergognavo. Non mi sono accorta di nulla e mi sentivo in colpa.
Sono una stupida, lo so. Ma mi sentivo in colpa e non riuscivo a guardarti
senza provare una fitta al cuore". Si strinse tra le sue braccia cercando,
donando conforto.
"Non farlo mai più! Io mi sono sentito morire!".
Sussurrò lui tra quei capelli di miele.
"Anch’io. Anch’io mi sono sentita morire!" Gli
tenne testa. "Perché non mi hai mai parlato dei tuoi problemi?"
"Io…"
Un boato. La terra iniziò a tremare. D’improvviso le pareti
iniziarono a scuotersi, confondendosi, spostandosi, dividendosi. Un muro
impenetrabile sorse tra loro, separandoli.
"Sakura!"
Si faceva sempre più alto e spesso.
"Shaoran! Shaoran!"
Sakura picchiava i suoi pugni contro quella parete
inaccessibile ma era tutto inutile.
"Sakura!"
NII NII
Si voltò di scatto. Il cavaliere nero stava avanzando verso
di lui, la spada sguainata. Il messaggio era chiaro, lo stava sfidando a
duello. La carta magica scese dal suo destriero avvicinandosi al giovane mago
con passi lenti e misurati. Aspettava che fossero ad armi pari per cominciare
la sfida.
Li lo fissò, cercando di capire il perché di quel
comportamento. Cosa cercava quell’essere? Ma, soprattutto, che cosa aveva
scatenato il suo potere?
"Shaoran!"
La voce di Sakura gli giungeva a malapena.
"Shaoran! Aiutami le pareti si stanno
stringendo!"
La parete alle sue spalle prese a vibrare, segno che le
rocce si stavano ancora muovendo. Se non avesse fatto qualcosa, la sua Sakura
sarebbe rimasta schiacciata.
"SAKURA!!!" Come nello scontro con THE FIRE,
anche questa volta i suoi occhi brillarono elettrici. Afferrò il talismano che
aveva al collo ed urlò. "Chiave del sigillo, rivelati nella tua vera
forma. Sciogli il sigillo della luna e aiutami e sconfiggere le Tenebre.
Rescissione del sigillo. REALISE!!!"
L’oscurità s’illuminò di verde mentre la sua katana
prendeva forma innanzi ai suoi occhi.
"Libera Sakura!!!"
Per tutta risposta, la carta si scagliò contro di lui.
Colpo su colpo, il metallo delle loro armi venne in contatto con un clangore
che faceva raggelare il sangue.
Colpo e parata… Colpo e parata… La bravura dei due
avversari si equivaleva. Nessuno dei due cedeva.
Il cavaliere era gigantesco rispetto a lui. La sua mole era
spaventosa. I muscoli gli dolevano ma Shaoran continuava a difendersi. La paura
gli stava salendo dentro. Doveva salvare Sakura.
"Shaoran… Shaoran!!!"
Quelle urla risvegliarono il suo potere. Il suo sguardo
brillò di smeraldo e la katana s’illuminò di colpo. Li s’avventò contro il
cavaliere nero con la forza della disperazione. Un unico colpo, ecco cosa
occorse. Un unico colpo… Una sciabolata che tagliò l’aria con la forza di un
uragano. Scaraventando
"Ora libera, Sakura".
Aveva avuto la prova che cercava.
Mi spiace ma non posso farlo.
"Cosa?!".
È così, Shaoran-sama. Non sono stato io a generare questa
barriera.
"Sakura!" Non poteva crederci. Si voltò verso
quello stupido muro che lo separava dalla donna che amava e iniziò a colpirlo
con i pugni. Cosa doveva fare? Fu solo in quel momento che ricordò. Ricordò il
suo sogno. Sta bene attento. Quella donna gli aveva detto. Se il tuo
spirito è confuso, una barriera s’innalzerà intorno alle persone che ami.
Separandoti da loro e ferendo te e coloro a cui tieni.
"Sono stato io? Io ho creato tutto ciò?" Era una
domanda di cui conosceva già la risposta ma la carta annuì ugualmente.
"Come?" Ma sapeva anche questo. "Mi dispiace
tanto, Sakura-chan. Mi dispiace di averti fatta stare male". A quelle
parole il movimento delle mura cessò, risparmiando la ragazza appena in tempo.
Calde lacrime iniziarono a segnargli il viso. Era tutta colpa sua."Io non
volevo causarti tanto dolore, ma non sapevo come fare. Mi sentivo inutile ed
ero io a vergognarmi". Continuò, singhiozzando. "A vergognarmi di
essere geloso di te, perché sei diventata così forte e coraggiosa mentre io
sentivo di rimanere indietro. Pensavo… Pensavo che se ti avessi raccontato
tutto ti avrei fatto pena e non mi avresti voluto più. Mi spiace tanto,
Sakura-chan. Perdonami."
Aveva chiuso gli occhi a quella parole.
"Ti perdono se tu perdoni me, Shaoran". Calde
braccia lo circondarono, riscaldandolo e facendolo sentire protetto. Il muro
che li aveva divisi si era finalmente dissolto ed ora lei lo stava stringendo a
sé come era giusto che fosse.
"Ti perdono". Smeraldo nell’oro, si scambiarono
un tenero bacio come promessa di non separarsi mai più.
Tutto intorno a loro il labirinto prese a tremare ancora
una volta. L’aria iniziò a vorticare mentre una nuova figura prendeva forma:
era una fanciulla avente tra le mani uno scudo gigantesco, quadrato come quello
degli antichi romani. Era vestita con una tunica fatta di maglie metalliche e
sul suo capo vi era un elmo celtico. Con quei lunghi capelli biondi
assomigliava ad una Valchiria. Eccola la causa di tutti i loro problemi, irata
perché la fonte dei suoi poteri era stata sconfitta.
Nascose la sua ragazza dietro di sé e si preparò al
contrattacco. "FIRE!" Il Cardcaptor estrasse da una tasca la sua
fidata Moon Card. "Crea un cerchio di fuoco e cattura quella carta!"
Ora che il suo animo era sereno, niente avrebbe potuto fermare la sua magia.
Il leone obbedì all’istante. S’avventò contro la fanciulla
armata e la circondò con il suo potere. Il fuoco si restringeva sempre più
intorno a lei mentre il fumo le impediva di vedere cosa stesse succedendo.
Shaoran si scagliò tra le fiamme, colpendo lo scudo e facendolo cadere
rumorosamente al suolo.
Il giovane sollevò la spada e richiamò il suo potere.
"Carta creata da Ryouka, ascolta il comando del tuo nuovo padrone. Con
forza e volontà, luce e oscurità trasmettimi i tuoi poteri!".
Il cerchio magico della Luna apparve sotto di loro nell’istante
in cui il labirinto si dissolveva una volta per tutte, riportandoli nello
sgabuzzino del Midnight’s Moon.
"Ce l’abbiamo fatta". Sospirò.
"Shaoran". Sakura gli corse tra le braccia e lui
la ricambiò felice. Ora era tutto a posto.
Sei stato bravo, padrone.
Si voltarono verso il cavaliere nero, tenendosi per mano,
gli occhi della carta che risplendevano d’azzurro. Ora aveva finalmente Shaoran
capito.
"Grazie per averci aiutato". Gli disse.
Di niente. Chiedo scusa per avervi spaventato.
"Perché ci inseguivi all’ora?" Sakura si era un
po’ persa.
Dovevo fare in modo che voi raggiungeste il centro del
labirinto, lo stesso labirinto che le vostre emozioni avevano creato. Più
queste diventavano forti più voi avreste cercato la verità e vi sareste
parlati. Era il silenzio che c’era tra voi ad alimentare THE BARRIER.
"THE BARRIER? È questa la carta che ci aveva
catturati?"
Si, Shaoran-sama. La mia Yami non è malvagia ma può
diventare un’arma a doppio taglio. Perché non difende solo da nemici esterni ma
può anche imprigionare al suo interno. Il labirinto che avete visto
rappresentava proprio questo. Il labirinto del cuore umano.
"Grazie, ancora". Ripeté il cinese.
Il cavaliere nero annuì prima di dissolversi in una sfera
di luce ed andare a raggiungere sua sorella fra le mani del Piccolo Lupo. Un
tenue raggio di luna filtro dalla finestra, illuminandola.
"THE KNIGHT". Lesse il ragazzo.
"Sakura! Shaoran!" La porta si spalancò di colpo.
Una folta chioma di capelli corvini s’avventò su di loro in un abbraccio
soffocante. "Eravamo così preoccupati!"
Tomoyo stava versando lacrime di gioia nel rivedere i suoi
due amici.
"Stiamo bene, Tomoyo. Non ti preoccupare". Per la
prima volta, in tutta quella giornata i due ragazzi stavano sorridendo felici.
Le loro mani intrecciate non sfuggirono allo sguardo attento della cameragirl
la quale squittì estasiata.
"Evviva, avete fatto pace!" Ma subito dopo il suo
sorriso si spense un po’. "Che peccato! Me lo sono persa! Chissà che
dichiarazione è stata!" Sembrava che stesse quasi per piangere. I
piccioncini arrossirono fino all’inverosimile.
"Tutto bene, mio giovane discendente?" Eriol si
sistemò gli occhiali, contento. Per tutta risposta il Cardcaptor sollevò le sue
due Moon Cards in segno di vittoria. L’altro annuì, orgoglioso.
"Hey, che ci fate qui! Vi state perdendo la
festa!" Dara era comparsa sulla soglia, sorridendo loro divertita.
"Ahh!" I quattro si guardarono spaventati.
"Ahh!" Gridò anche lei. "Ma che avete da
urlare!"
"Niente!" Scossero all’unisono la testa.
"Sakura cercava il bagno e si è persa. Shaoran è
andata a cercarla e abbiamo perso anche lui". Ma che razza di scusa era,
Tomoyo?
"Ok". La donna mora fece spallucce. "Su
venite: c’è la torta e cominciamo con il karaoke!"
I ragazzi la seguirono nel giardino sul retro, Sakura e
Shaoran sempre per mano, Eriol e Tomoyo contenti per loro.
******
"Che storia".
La festa era stata straordinaria e si erano divertiti
molto. Chi l’avrebbe mai immaginato che l’inglesino della malora fosse stonato
come una campana? Ok, Ok lo aveva aiutato ed, infondo ma tanto tanto infondo,
non era male... Ma mica poteva diventare suo amicone del cuore tutto in una
volta?
Avevano mangiato di tutto ed i dolci erano stati
fantastici. Sakura ne aveva ricevuto tantissimi da Dara che glieli aveva messi
da parte per la sua famiglia. Sicuramente sarebbero tutti finiti nello stomaco
di Kero-chan. Il suddetto peluche ora stava finendo la quarta fetta di tiramisù
che era riuscito a rimediare. Anziché essere preoccupato per la sua padrona, si
era unito alla festa mangiando a sbafo... Che razza di guardiano!
Suppy, invece, era riuscito a trafugare un intero vassoio
di tramezzini mentre la piccola Dia stava finendo le sue adorate tartine al
salmone. Meno male che non dovevano dare nell’occhio!
Tomoyo aveva deciso di fare qualche ripresa alle due nuove
Moon Cards. "E così siete stati inseguiti per tutto il tempo da un
cavaliere nero?"
"Già". Sakura le aveva raccontato tutta la loro avventura
e ancora una volta la cugina si rammaricava di non aver potuto riprendere le
loro avventure. Che tristezza.
"Però, è finito tutto bene".
"Per fortuna, vorrai dire, Eriol. Ce la siamo cavata
davvero per un soffio". Shaoran non si era mai sentito così sollevato. Se
l’erano vista davvero brutta. La cattura delle Moon Cards stava dando fondo a
tutte le loro risorse.
"Hey, ragazzi!" Mentre i tre guardiani si
dileguarono in un cespuglio, Chris e Dara li avevano raggiunti, ognuna di esse
con due pacchetti tra le mani. "Allora, piaciuta la festa?".
"È stata grande!"
"Grazie, Tomoyo-chan. A proposito, questi sono per
voi". La mora consegnò ai due ragazzi i suoi pacchetti mentre la bionda
fece lo stesso con le ragazze. "Dei piccoli pensierini".
Quando le sue mani sfiorarono quelle di Eriol, un nuovo
brivido magico scosse il giovane mago. Chi era questa donna? Si chiese ancora
una volta, fissandola con sospetto. lei, d'altro canto, si limitò a rivolgergli
quel suo strano sorriso. Il sorriso di uno che conosce più cose di quanto non
voglia lasciar trapelare.
"SAKURA!!!" Una pallottola su due ruote schizzò
nella loro direzione. Touya aveva pedalato come un pazzo fino al negozio, con
Nakaru sul sellino posteriore che lo incitava facendo roteare una bandana.
Yukito li inseguiva disperati.
SCRICK…
Una brusca frenata. Il Kinomoto più grande balzò giù dalla
sella, facendo cadere
Il ragazzo si avvicinò alla sorella , inginocchiandosi
davanti a lei per controllare eventuali ferite. Strano ma vero non si accorse
che Sakura aveva ancora la mano intrecciata con un certo cinesino.
"Sakura, stai bene!". Urlò.
La sorella parve parecchio sorpresa. "Certo. Perché
non dovrei?"
Solo all’ora, Touya si rese conto che quelle piccole dita
erano racchiuse in una mano molto più grande. Il mostro non s’era ancora
andato.
"TU!" Ringhiò.
"IO!"
"Fermi, fermi!" Dara si mise tra loro,
separandoli. Fissò Touya con aria di sfida. La protettività di quel ragazzo era
quasi divertente. "Non è educato azzuffarsi come animali davanti a delle
signore!". Li rimproverò senza mai staccare lo sguardo da quegli occhi
nocciola.
"Tu fatti da parte! Questa è una faccenda tra me ed il
Gaki!" Rispose di rimando. Chi era per osare intromettersi tra lui e il
moccioso.
Ahi ahi. Non avrebbe dovuto farlo. Chris poteva quasi
immaginare la vena sulla tempia di Dara pulsare di rabbia. Ed infatti…
BUM
Un colpo da maestra. La mora afferrò Touya per il bavero
della camicia e lo scaraventò al suolo con una semplice mossa di judo.
S’inginocchiò davanti a lui e gli spinse la fronte con un dito. "Non è
educato azzuffarsi come animali davanti a delle signore!". Ripeté,
sibilando.
Una scossa attraversò il corpo del ragazzo. Quella donna
gli aveva fatto qualcosa, non riusciva più a muoversi. Come una marea,
un'ondata d'elettricità pervase tutte le sue cellule.
"Sono sicura che tua sorella è perfettamente in grado
di gestire la sua vita sentimentale da sola. Si da il caso che sia una donna.
Noi siamo molto più forti di quanto immagini!". Per un istante i suoi
occhi si tinsero di sangue. Touya scosse la testa, ma quel cremisi era già
scomparso..
CLAP CLAP
Uno scroscio di applausi si levò dalle ragazze. Nessuno
aveva mai dato una lezione al Kinomoto più grande. Dara era un mito! Avrebbero
tanto voluto prendere lezioni da lei. Nakaru aiutò il suo pseudo-fidanzato ad
alzarsi. Touya era come paralizzato. L'energia di quella donna lo teneva
imprigionato in una morsa dalla quale non poteva fuggire. Era in trappola. Lo
stava manovrando come un burattino. E sua sorella e i suoi amici non si erano
accorti di nulla. Farfugliò qualcosa e raccolse la sua bicicletta,
montando nuovamente in sella.
"Ti aspetto a casa, mostriciattolo!"
"Ciao, ciao, ragazzi!" Nakaru balzò sul sedile
posteriore mentre Yuki tentava di scuotersi. Per un attimo, il suo sguardo
aveva incrociato due grandi occhi grigi che gli avevano sorriso senza dire
nulla. Per un attimo, aveva sentito il suo animo scuotersi, Yue rimanere come
turbato davanti a quella strana ragazza dai capelli biondi. Che cosa bizzarra.
Fece un lieve inchino prima di partire all'inseguimento dei suoi amici ancora
una volta.
In quell'istante la simpatia che Shaoran aveva sempre
nutrito per Dara aumentò a livello esponenziale.
"Ma fa sempre così?" La donna chiese ai suoi
giovani amici che si limitarono ad annuire ancora stupefatti. Diciamo che
quella sera era stata la più shockante della loro vita. Lei scosse la testa.
"Tzè. Incivile. Rozzo e scorbutico".
"Sono d'accordo!"
"Shaoran!" Piccolo pizzicotto da parte della sua
ragazza.
Dara rise. "Ma bene, i due piccioncini hanno fatto
pace. Era ora!"
"Dara!"
Chris le piazzò un sonoro ceffone sulla testa mentre i due
interessati arrossivano fino all'inverosimile. "Non metterli in
imbarazzo!"
"Hey, fa male! E poi non è colpa mia se sono così
sdolcinati da farmi venire le carie!"
Risero, risero tutti di cuore. Che strana tipa!
La ringraziarono nuovamente per quella serata che si era
rivelata così ricca di sorprese e si avviarono verso casa, lasciando le due
proprietarie del negozio sole in quella strada deserta.
"Glielo hai dato, vero?"
"Perché mi fai domande di cui conosci già la risposta,
Chris?" Il suo sorriso sghembo lasciava intravedere piccoli ma affilati
canini, quasi delle zanne.
"Tu pensi che siano vicini?" Le chiese titubante.
"Avverto il loro fetore fin da qui. Non manca
molto". Era calma. Di una calma quasi innaturale.
"Dannazione!" La biondina strinse i pugni valutando
le implicazioni di quell'affermazione. Le sue visioni si erano fatte più
confuse. Non riusciva più a vedere il futuro chiaramente. Qualcosa stava
disturbando le sue percezioni.
"Preoccupata?"
"Come non potrei! Potrebbero fargli del male. Il padrone
è in pericolo!"
"Forse. Anche se penso che l'arrivo di quelle persone
possa tornarci utile. Non farà altro che accelerare l'inizio del Giudizio
Finale". Camminava a passi lenti beandosi della luce della luna sulla sua
pelle candida come la neve. Quella sera la sua carnagione aveva assunto toni
quasi eterei.
"Lo dici come se fosse una cosa buona. Non potremmo
essere sempre lì a proteggerli". Che cosa aveva in mente Dara? Chris non
aveva la sua esperienza e questa la portava ad agitarsi per delle sciocchezze.
La donna mora ridacchiò, avvicinando il suo volto a quello
della sua giovane assistente. "Appunto per questo ho restituito a Touya
Kinomoto i suoi poteri. Quel ragazzo potrebbe diventare il mio asso nella
manica".
Continua...
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Note: Chiedo
infinitamente perdono! è passato oltre un anno da quando ho aggiornato questa
fic, che vergogna! Mi dispiace infinitamente soprattutto poiché questo capitolo
è rimasto quasi completo per moltissimo tempo nella memoria del mio computer e
dovevo semplicemente aggiungere piccoli pezzi per finirlo. Senza contare i
numerosi problemi con il programma di scrittura che non ne rendeva chiaro il
contenuto. Nonostante i problemi tecnici, il mio comportamento è stato
imperdonabile.
Scusatemi ancora. Nonostante i miei impegni tenterò di
portare avanti questa storia insieme alla mia serie su Naruto. Ci proverò anche
a costo di stramazzare sfinita davanti al monitor. Promesso!
Eccoci ai chiarimenti di fine capitolo, o meglio alle
domande di fine capitolo. Chi sta arrivando? E, perché questo arrivo sembra
preoccupare tanto Chris? Cosa preoccupa Lerae? E come se la caverà Touya ora
che ha ricevuto di nuovo i suoi poteri?
Belle domande. Perché, vedete, dietro al Giudizio Finale
c'è più di quanto possiate immaginare.
Ringrazio ancora tutte le persone che hanno letto e
recensito questa fic. Spero di non aver deluso le vostre aspettative. Prometto
di fare del mio meglio nelle revisioni e nei prossimi capitoli. Grazie per il
tempo che le avete concesso.