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Autore: mikaru99    18/09/2013    2 recensioni
Gaara è un principe che, dopo la morte della madre, si trova a vivere con un padre che lo odia e i fratelli così presi dagli impegni con il regno da non aver tempo da dedicargli...tanto che imparerà troppo presto cosa è l'odio e che l'amore è solo un'illusione temporanea...ma qualcuno gli dimostrerà il contrario...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Matsuri era nervosa....molto nervosa.

Quello sarebbe stato il suo primo giorno al servizio di Lady Temari come sua dama di compagnia.

Ancora non riusciva a crederci....si sentiva spacciata...messa lì per essere addestrata a diventare una vera macchina da guerra....

Lei che non era capace di far male a una mosca senza sentirsi poi tremendamente in colpa....diventare un soldato?!

Ma anche no!

Ripensava con insistenza, ora mentre si avviava verso i lunghissimi corridoi, a quando le era stato comunicato che sarebbe addirittura diventata la dama della principessa.....

Masturi era sdraiata a letto con gli occhi chiusi, pensando a ciò che le era capitato.

Tutte le scene a cui aveva assistito negli ultimi giorni le si pararono davanti...

Il suo villaggio....gli sguardi cupi di quelle che considerava sue amiche... suo padre che la cedeva alle guardie senza provare nulla...i maltrattamenti subiti....quella paura immane di stare per morire...gli occhi spietati e freddi del sovrano che non smentivano affatto i suoi peggiori timori.....e poi quegli occhi color ghiaccio, spalancati, terrorizzati che le mandavano un muto ma chiaro messaggio: VATTENE!! SCAPPA!!!

Miskuki sorrise,

Certo...scappare...se solo avesse saputo come l'avrebbe già fatto da tempo...quel castello così enorme metteva su un aria di infinita tristezza... c'era sicuramente qualcosa di sinistro pronto a farti fuori al primo tentennamento.

 

Spalancò gli occhi.

Era nata e cresciuta in un luogo in cui l'amore e l'affetto verso il prossimo era sempre inversamente proporzionale alla presenza di denaro.

Ma, pensò con tristezza e rammarico, per quel ragazzo doveva essere il contrario.

I suoi occhi dicevano tutto...al di là delle menzogne che raccontavano i suoi begli abiti il suo viso diafano curato e perfetto...gli occhi dicevano la verità:

Quella verità fatta di dolore odio che lei non aveva mai conosciuto e che non era neanche allettata dall'idea di sperimentarla sulla sua pelle.

Il bussare sulla porta l'aveva fatta destare dai suoi altrimenti inallontanabili pensieri e la riportò bruscamente alla realtà...che non era tanto migliore di quei ricordi angoscianti...anzi...

Si era però apprestata ad aprire abbastanza perspicace da aver capito che alla gente del posto non piaceva affatto aspettare...

Dopo che aprì la porta si era trovata il viso di una guardia a 2 cm di distanza in orizzontale e 25 in verticale.

Ok...va bene che lei era alta, ci mancherebbe che si sentisse bassa, si riteneva nella media...ma quell'uomo se così si poteva avrebbe fatto sentire King Kong uno gnomo da giardino.

Non l'invitò ad andare dentro per paura che si offendesse per il fatto che, non era convinta, non sarebbe riuscito a passare dalla porta...

Ora finalmente si spiegava perché la guardie di quel calibro erano sempre nei pressi delle mura anche se sarebbe stato più prudente per chiunque averne una come guardia del corpo.

Ma per prudenza abbassò lo sguardo e ascoltò cosa avesse da dire.

Per volere di sua maestà il Re, tu da domani entrerai ufficialmente a far parte della corte come dama di compagnia a servizio della Principessa Lady Temari...e da lì ti verranno anche fissati gli incontri con il Principe Gaara...”

Masturi l'aveva notato subito: anche tenendo lo sguardo chino e perciò non potendo vedere l'espressione della guardia, aveva sentito che al nome di Gaara il suo tono era diventato meno solenne....come se solo pronunciare quel nome fosse fonte del disprezzo umano.

...per il tuo addestramento, per oggi goditi pure la tua ultima giornata di riposo...ma ti è vietato di lasciare questa stanza....tra non molto arriverà anche sua altezza il principe ereditario che si è offerto di farti da guida personalmente....”

detto questo se nera andato lasciandola sola, lì impalata prima che si decidesse a rientrare in quella stanza.

Ancora ci pensava con sconcerto:

Non immaginava mica di venire trattata con riguardo ma almeno che qualcuno le spiegasse con calma che sarebbe andato tutto bene e che era lì solo per lavorare e prestare servizio militare...non pensava di chiedere troppo...

Ma forse sì...pensò addentandosi il labbro inferiore mentre un leggero tremore la scosse per le spalle e poi per tutto il collo...

Evidentemente nessuno lì l'aveva rassicurata che andasse tutto bene perché in realtà non c'era assolutamente niente che andava bene...

Semplicemente in quel castello NESSUNO sembrava essere al sicuro... erano tutti fin troppo vigili come se si aspettassero di essere colpiti a morte da un momento all'altro.

“Salve....madamigella...posso esservi di aiuto?”

Una voce calda e grave alle sue spalle la fece voltare.

Sapeva fin troppo bene a chi potesse appartenere....l'unica persona che si potesse definire tale.

 

Era appena rientrata nella sua stanza.

Le parole di quella guardia (e soprattutto la sua stazza) erano bastate a renderla inquieta.

Lentamente si era distesa a letto...o quello che lei avrebbe dovuto considerare tale...e che in realtà era una semplice branda.

Lentamente aveva sentito una solitudine pungente opprimerla fino a farla soffocare.

Lentamente aveva sentito pizzicare gli occhi aveva dato libero sfogo alle lacrime pensando che potessero in qualche modo liberarla da un peso troppo gravoso...

Ma cosa volevano tutti quei nobili da una come lei?

Non aveva fatto nulla per meritare un simile trattamento...

Di nuovo il viso di quel giovane principe al ricevimento le balenò la mente.

E lui allora?

Che cosa aveva mai fatto per ridursi in quello stato di follia?

Sarebbe successo anche a lei?
Anche lei un giorno sarebbe finita per impazzire tra quelle mura?

Beh....già sentiva i suoi nervi cedere....quanto ci sarebbe voluto per farli spezzare come cristalli?

Solo quando questo divenne tonante e urgente, si accorse del buttare alla porta.

Non voleva aprire.

Non voleva farsi vedere già in questo stato...

Ma si disse, che altre scelte ha una serva sennonché quella di obbedire ciecamente a ogni comando.

Lentamente, quai in modo meccanico, era andata ad aprire.

Si era trovata davanti un ragazzo molto alto....e anche molto bello, con i capelli castani, il bel viso rotondo e due occhi scuri come la pece.

Era già stata guardata da due occhi identici...ma assolutamente privi del calore e della malcelata preoccupazione.

In primo momento era stata troppo esterrefatta da questa visita così inaspettata da farle temere il peggio...ma poi si era convinta a inchinarsi.

Vostra altezza....quale onore, cosa vi porta qui?”

Aveva lo sguardo del Principe Ereditario fisso su di sé...e se ne sentiva a disagio più che onorata.

Ero venuto a farvi visita madamigella....”

Lei sussultò....più che la frase i sé a prenderla del tutto in contropiede fu l'appellativo usato dal reale.

Madamigella? Ah...perdonatemi, vostra altezza ma vedete io....”

Non ti hanno avvisata....?” fece il principe dubbioso “Da oggi voi siete ufficialmente la dama personale di mia sorella...questo significa che siete a tutti gli effetti un membro della corte reale, anche se senza alcun titolo nobiliare...quindi siete una dama e andrete trattata come tale”

Lei era arrossita un po' indecisa anche sul compiere la più semplice delle azioni come respirare.

Si era inchinata nuovamente sentendo su di sé lo stesso sguardo penetrante.

Vi da fastidio che vi chiami madamigella?” aveva chiesto lui ironico.

Non sembrava avere alcuna cattiva intenzione...anzi, da quando era arrivata avrebbe anche detto che era l'unica persona normale che avesse avuto la fortuna di incontrare.

Sii sincera ti prego...ti accorgerai che la sola cosa che io e i miei fratelli non abbiamo mai avuto è una persona che fosse del tutto sincera con noi....e vorrei che fossi tu quella che cerchiamo...”

Parlava con aria stanca...sembrava volerle aprire il suo cuore e essere sincero con lei, sembrava perfino essere pronto a aiutarla....

Semplicemente però in cambio le stava chiedendo di dimostrarsi degna della sua fiducia.

Naturalmente tutto in quel discorso era strano e insensato...

Ma d'altronde cosa non lo era in quel maledetto castello?

Lei aveva sospirato e, guardandolo negli occhi, aveva detto con sincerità.

Non sono affatto abituata a essere chiamata con certi appellativi che usate solo con le vostre illustre autorità...io sono una ragazza semplice e non è un lavoro a rendere una persona importante...ma come è veramente...quindi vi sarei grata se da ora voi mi trattaste per quella che sono...una semplice serva a cui dare del tu e non del voi...e chiamatemi con il mio nome se insistete nel mostrarmi un minimo di rispetto”

Aveva parlato con il cuore in mano....era stata del tutto sincera con sé stessa e con il principe.

Lui, d'altro canto era rimasto in silenziò lasciandola parlare e limitandosi a fissarla negli occhi.

Quegli occhi....enormi e neri come la pece.

Un pozzo in cui potevi perderti se esitavi un momento a rimanere ancorato alla realtà.

Va bene...ma ha una condizione...” convenne, poi, cogliendo del tutto la ragazza in contropiede, aveva accennato a un sorriso.

Anche tu devi chiamarmi con il mio nome....e preferirei anche che mi dessi del tu”

No mio signore...non posso” aveva risposto lei abbassando il capo.

Kankuro le aveva afferrato con dolcezza il mento e l'aveva costretta a sostenere il suo sguardo.

Mio Dio...è incredibile che al mondo esista tanta bellezza.

Ripetetelo guardandomi negli occhi...e datemi almeno una spiegazione”

l'aveva pregata.

Io non posso assolutamente prendermi una certa libertà...e di motivazioni ce e sono quante vostra altezza desidera...un principe e una serva...chi dei due ha più diritto di trattare con superiorità l'altro?”

Tra un principe e una serva?”

Kankuro sembrò pensarci su per qualche istante poi aveva risposto:

Beh, direi il principe, senza ombra di dubbio”

Lei lo aveva guardato seriamente.

Ecco una delle motivazioni del mio rifiuto voi....”

Non aveva finto la frase che due labbra soffici si erano posate sulle sue socchiuse, due braccia forti avevano circondato il suo magnifico corpo fragile e delicato.

Un casto bacio rubato a quelle magnifiche labbra.

Un contatto troppo breve, ma indelebile nella mante del giovane.

Ora rispondete voi...” le aveva detto il principe subito dopo essersi staccato ma continuando a tenerla attaccata a sé.

Tra un povero disgraziato, cresciuto tra la ricchezza, tra l'infidia del mondo, figlio della reincarnazione di ogni male, e una simile dea pura casta, nata e cresciuta nella giustizia e nell'onestà assoluta...ditemi, chi vi sembra più consono a governare l'altro...chi merita maggiore rispetto?”

Matsuri non aveva risposto, non riuscendo a dare alla luce un pensiero coerente, gli occhi d'ossidiana sbarrati dalla sorpresa e dal terrore.

Pensateci...e ve ne prego, per me essere trattato al pari di una dea quale voi siete sarebbe un onore ben più grandi di tutti quanti vengono conquistati con l'inganno e con la violenza”

Aveva sussurrate queste parole con la bocca vicina all'orecchio della fanciulla che ancora era incapace di dire o fare qualsiasi cosa.

Buona Notte...Matsuri”

 

“Vostra altezza...” disse facendo un inchino.

“Ah....devo dedurre che non volete accontentare la mia richiesta” fece malinconico.

Lei sorrise e ribatté.

“Come Vostra Altezza non ha accontentato la mia....”

Il Principe la guardò confuso.

Poi una realizzazione si fece spazio e il suo viso si illuminò di divertimento, fosse anche per un istante.

“Ah già, vi ho appena chiamata “madamigella” in realtà non so spiegarmi la motivazione...visto che è un appellativo anche a me non gradito” si arrestò intento a pensare a qualche alternativa.

“Ah...che ne direste se vi chiamassi Afrodite...certo per voi è alquanto offensivo...ma il mondo non ha mai conosciuta così tanta bellezza, e non è creato un nome che possa definirla”

“Vostra altezza però sa quale parola potrebbe definire queste doti che dite io possiedo...” disse lei con voce dolce.

“Ah sì? E quale, di grazia?”

“Il mio nome” disse lei con un sorrisetto furbo.

“Solo quando vi avrò convinta a ricambiare la cortesia...ma a proposito, dove siete diretta a quest'ora?”

Matsuri esitò incerta se chiedere di nuovo chiaramente al principe di non usare certe formalità, ma alla fine ci rinunciò.

Infondo lui è un principe...perché mai dovrebbe accontentare la richiesta di una serva che sicuramente altro non era che un divertimento.

Quindi si apprestò a rispondere alla domanda.

“è il mio primo giorno come dama personale della Principessa, mi stavo giusto recando da lei....”

“Ma non potete andare così...mia sorella è parecchio esigete e perché una dama sia perfetta per lei deve oltre a essere bellissima, intelligente e onesta....deve anche presentarsi in modo consono...e sembra che le guardie non abbiano risparmiato i vostri vestiti”

Lei parve accorgersene solo ora.

In effetti aveva dormito e quello stesso giorno indossato gli unici abiti che possedeva...quelli che erano stati straziati dall'intervento brusco delle guardie quando l'avevano portata via dal suo paese.

“Venite...penso proprio di avere qualcosa che fa al caso vostro”

Non indugiò sul perché un principe potesse vere a disposizione oltre che ai sui innumerevoli capi di abbigliamento, anche vestiti femminili, realizzando che però il tempo scorreva inesorabilmente e che, se non voleva fare tardi al suo primo giorno, avrebbe dovuto sbrigarsi a seguire il principe facendosi condurre per il corridoio verso una porta chiusa che Kankuro aprì con estrema cura, quasi stessero violando un suolo sacro.

Una volta entrata Matsuri rimase senza parole.

Quella stanza traboccava letteralmente di abiti di ogni genere, tessuto, forma e tonalità.

“Sono dei vestiti che ho messo da parte molti anni fa...prego, se volete da oggi potete considerarli vostri”

Matsuri lo fissò esterrefatta.

“Dite sul serio? Ma....”

“Ci terrei sul serio al che accettiate....vi prego, in fondo nessun altro sa di questa stanza e resterebbero qui a prendere polvere...io non voglio che questo accada...vi supplico quindi, indossate questi abiti!” l'ultima frase era suonata agli occhi di Matsuri come una disperata richiesta.

Non sapeva perché per il principe sembrava così importante che lei indossasse quegli abiti...ma guardando la sua espressione fu costretta ad accettare.

“Però vorrei l'abito più semplice....” specificò guardandosi intorno e notando che effettivamente tutti gli abiti erano semplicissimi, ma sembravano lo stesso in grado di ammaliare chiunque.

Ne prese alcuni e si mise davanti a uno specchio guardando come gli stavano.

“Sono gli abiti delle precedenti dame della Principessa?” chiese guardando il principe attraversò la sua immagine riflessa sulla superficie lucida.

Lo vide esitare e abbassare lo sguardo

“No...la persona a cui appartenevano era l'unica a parte te che sia stata libera dentro queste mura...ecco perché vorrei che anche tu l'indossassi”

“Io non sono libera....” rispose lei con voce incolore.

Lui sorrise con incredibile dolcezza.

“Credetemi...lo siete, perché siete pura di cuore e i puri di cuore non saranno mai prigionieri della malvagità umana...” disse lui guardandola.

Si stava provando il più semplice tra quei vestiti come aveva già fatto presente.

Senza badare a lui, si era tolta quegli stracci e se lo era infilato scoprendo che era esattamente della sua taglia.

Sembrava perfetto per lei, assolutamente giusto nella misura nessuna cucitura inadatta nessun merletto.

Il vestito era uniformemente azzurro chiaro, stretto sulla vita che finiva con una larga gonna fino ai piedi.

Capì che per quanto semplici, quei vestiti erano stati fatti con estrema cura.

Si chiese per la prima volta a chi appartenessero.

Kakuro aveva detto che erano di una persona che era libere dentro quelle mura e che voleva che li indossasse perché in un certo senso era simile a questa persona.

Di nuovo il ricordo di quel maledetto giorno al banchetto irruppe nella sua mente.

Il principe con i capelli rossi l'aveva scambiata per un'altra ragazza.

Mitsuki.

Se non ricordava male era così che con tanta disperazione si era ostinato a chiamarla.

Mitsuki...era lei?

Era lei quella che sembrava aver conquistato i due principi che rimanevano così attaccati al suo ricordo?

Kankuro ebbe almeno il buon senso di chiudere gli occhi e, una volta riaperti, sembrò ricordarsi di come si fa per commuoversi in preda a una emozione così forte e allo stesso tempo delicata da lasciarlo senza respiro.

Fu come essere trascinato in un turbine di ricordi...di tempi felici....di affetto e profumo di rose selvatiche.

“Come sto?” chiese lei per un istante dimentica delle formalità e questo non fece che aumentare in Kankuro la commozione.

“Sei...bellissima...come una rosa selvatica”

Non gli vennero altri modi per esprimersi.

Lei sembrò dubitante ma alla fine sorrise con dolcezza...

E Kankuro credette di stare per svenire...mai in vita sua aveva provato una simile emozione...mai in vita sua aveva potuto bearsi di tanta semplice meraviglia.

O almeno...l'aveva fatto in una vita passata e, se non fosse stato per la ragazza che ora lo guardava sorridente, sarebbe stata dimenticata, oppressa da tutto quanto accadeva negli ultimi anni.

“Bene...io ora dovrei...” fece lei imbarazzata.

“Oh...sì ma certo...prego” esclamò lui non ancora ripresosi da quel trambusto di emozioni, si fece da parte lasciandola passare...e respirando il SUO profumo...quello di rose selvatiche.

 

Matsuri corse a tutta velocità nella camera della principessa e fu sollevata nel vedere che era ancora addormentata.

Pensando che toccasse a lei il compito di svegliarla, si avvicinò l'enorme letto a baldacchino dandosi però un'occhiata in giro e capendo di trovarsi in una delle più belle stanze dell'intero palazzo.

Non vi era alcun dubbio sul fatto che Temari fosse trattata con un riguardo maggiore dei suo fratelli dall'intera corte.

In fondo le donne nobili servivano solo per essere affascinanti e per soddisfare ogni loro futile capriccio.

Per agghindarsi e per essere viziate, per nient'altro.

Le donne erano considerate delle teste vuote...che una donna ricca fosse in grado di pensare nessuno l'aveva mai preso in considerazione.

Guardandola mentre dormiva, Matsuri ebbe compassione pensando a tutto ciò.

Infondo anche lei era una donna e pur sé non nello stesso modo, anche lei era stata ritenuta solo due braccia in più per lavorare...nient'altro.

Guardandola rimase affascinata dalla sua bellezza..

L'aveva già vista il giorno del suo arrivo...la sua acconciatura insolita di quattro codini due alti e due bassi era subito saltata agli occhi della povera fanciulla.

Dormiva così tranquillamente, pensò, che sarebbe stato un peccato disturbarla...

Ma il lavoro è il lavoro si disse mentre scuoteva leggermente la spalla della Principessa.

“Vostra altezza...Vostra altezza...svegliatevi...Vostra...”

“Uhm...”

La principessa aprì lentamente i suoi magnifici occhi verdi e mormorò qualcosa che Matsuri non riuscì a capire.

Facendo solo quello che credeva più consono si inchinò davanti a Temari che intanto si era messa seduta sul letto senza guardarla minimamente.

In silenzio si era alzata mentre Matsuri si eara inginocchiata rimanendo coperta dal letto, e si avviò su una sedia dove si sedette restando immobile.

Matsuri non si mosse finché non le giunse la voce della Lady.

“Beh...che cosa aspetti...non vieni a pettinarmi?”

“Oh...sì subito Altezza...” disse lei alzandosi e avvicinandosi in fretta alla ragazza.

“Volete che vi faccia i codici che avevate il giorno che sono arrivata? Eravate davvero splendida...come dimenticarvi?”

Era sincera, come sempre, ma Temari replicò fredda.

“Non pensare di abbindolarmi con le lusinghe...io non sono quello sciocco di mio fratello...io non mi faccio incantare da una come te...con quel viso angelico...”

Se Matsuri fu in alcun modo ferita da quelle parole non lo diede a vedere, cominciando a pettinare i capelli color del grano della principessa.

La acconciò come richiesto facendo anche un buon lavoro per essere ancora alle prime armi.

Temari si alzò e andò davanti allo specchio e dopo essersi guardata attentamente diede un giudizio positivo con un semplice gesto del capo.

Matsuri sorrise soddisfatta per la prima volta da quando era entrata, di sé stessa e del proprio lavoro.

“Bene...ora aiutami a vestirmi che aspetti?”

“Oh...sì subito...” slacciò la veste da notte di Temari scoprendo interamente il suo corpo perfetto dalle forme sensuali e delicate, dalla pelle liscia e vellutata.

Con movimenti incerti, come se invece di una persona stesse vestendo un manichino, le passo intorno il vestito di seta.

“Questo...viene da Konoha non è così?” chiese riconoscendo la seta tipica del suo paese.

“Sì...mio padre me lo ha regalato dopo aver conquistato quelle terre...” rispose lei con voce alquanto distante.

Per errore Matsuri, pensando al suo caro villaggio, strinse troppo in fretta i vili del vestito provocando dolore alla povera bionda.

“Ehi...ma che diamine...?”

Temari si era girata con espressione furente, ma appena per la prima volta i suoi occhi incrociarono la figura della ragazza, questa lasciò posto a una tale confusione e incredulità...

“Tu...come...dove...?”

Per poi tornare più furiosa di prima...mentre fissava la giovane castana.

“Dove hai preso quel vestito? Rispondimi!!!” urlò fuori di sé.

Matsuri era terrorizzata.

Ora capiva la somiglianza tra lei e il fratello minore.

Ma anche i principe Kankuro era così?

No...lui non era come loro...era gentile non pazzo come tutti gli altri...era diverso!

“Mia signora io....”

Un violento schiaffo interruppe le sue parole.

Lei si portò una mano alla parte offesa guardando la padrona con terrore.

“Non mia mentire stupida serva...una nullità come te non può portare un vestito di mia madre!!!”

Matsuri spalancò gli occhi...non riuscendo a credere a quelle parole..

Sua MADRE?!

Lei ora stava indossando uno degli abiti della REGINA?!

Come era potuta accadere una cosa simile?!

E lei che pensava che fosse una ex fiamma di quei due ragazzi che ora sembravano aver perso la ragione per lei solo perché somigliavano...

E ora veniva a sapere che aveva accettato in dono gli ABITI DELLA REGINA?!

Senza preoccuparsi delle conseguenze di quel gesto, corse via da quella stanza.

Continuò a correre finché non andò a sbattere contro qualcuno che passava di lì per caso.

Senza curarsi di vedere chi fosse rimase con la testa posata contro il petto di lui piangendo disperatamente.

In sé anche se si aspettava di essere respinta, si sorprese di sentire le sue braccia circondarle il corpo scosso dai singulti abbracciandola.

“Sh...non piangere Mitsuki...ora ci sono io e questa volta non permetterò a nessuno di farti del male...”

La sua voce era talmente irriconoscibile da quella che aveva già sentito che per un attimo penso che in fin dei conti fosse solo un povero ragazzo vittima delle circostanze.

Ma non riusciva a esserne sicura...quella volta l'aveva seriamente spaventata e ogni volta che ripensava al suo arrivo al palazzo le venivano in mente quegli occhi iniettati di sangue.

Quelle braccia che avevano ferito così tante persone in preda alla follia, ma che erano capaci di stringere così un corpo a sé...in modo protettivo e dolce....

Decise di non pensare a chi la stava abbracciando, concentrandosi solo sul fato che qualcuno oltre a Kankuro le stava offrendo un po' di calore umano.

Decise di chiudere gli occhi e continuare a piangere e lasciarsi consolare da quel respiro ora così calmo e rassicurante.

ANGOLO DELLA RITARDATARIA:
Eccomi, in enorme ritardo, ma eccomi!
Non so davero come scusarmi...ma il fatto è che ho appena cominciato il liceo e il tempo non basta mai...inoltre non ho ancora finito neanche una storia e ce ne sono altre in arrivo...ecco, non mi è possibile pubblicare in tempi quanto meno accetabili!
Gomen'nasai!
Comq spero che la lunghezza possa in qualche modo rimediare al tempo. E spero anche che il capitolo sia stato di vostro gradimento anche se è alquanto pesante me ne rendo conto! 
Mi piacerebbe leggere le vostre impressioni!
Un bacio e alla prossima fermata!
Mikaru

  
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