Definetely, maybe
3.Di
pedinamenti e porte in faccia
«Lumos»
La rossa agitò la bacchetta dalla quale fuoriuscì
un debole fascio di luce sufficiente per illuminare le efelidi della
Potter.
«Per quanto tempo dobbiamo aspettare chiuse nell'armadio
delle scope?» abbaiò sottovoce Maggie, spazientita
per lo spazio angusto in cui
si ritrovavano praticamente ad un palmo dal naso l'una dall'altra.
Lily alzò gli occhi al soffitto basso brontolando
appena.
Se Margaret Pevensie non avesse chiuso quel becco
da Corvonero che si ritrovava all'istante probabilmente si sarebbe
ritrovata
sbalzata fuori da quell'armadio colpita in pieno da uno Schiantesimo.
Ma
probabilmente l'istinto omicida della Grifondoro non teneva in conto il
fatto
che Margaret era una degli studenti più brillanti di tutta
Hogwarts, in stile
Rose Weasley.
Ed era stato proprio il suo ingegno a suggerirle
che ci doveva essere sicuramente qualcos'altro dietro le frecciatine
che Potter
e Malfoy si scambiavano quasi come se stessero giocando allo sport
babbano del
tennis.
Così niente
le aveva impedito di alzarsi dalla panca, abbandonare il dolce che
Lysander si
era offerto di dividere con lei e di seguire la coda di cavallo di Lily
Potter mentre
ondeggiava per i corridoi bui del castello. Niente a parte gli occhi
gonfi e
imploranti di Rose che le sbarrarono la strada per una manciata di
minuti,
livida come non mai. Solo una volta aveva visto la sua migliore amica
in quelle
condizioni e cioè quando al secondo anno un bolide impazzito
l'aveva colpita in
piena faccia, lasciandole con due macchie viola al posto delle guance
per una
buona settimana. Aveva tentato di consolarla come meglio poteva,
cercando di
non perdere di vista il soggetto da lei inseguito e così,
quando
Non si poteva dire che Lily e Maggie avessero un
buon rapporto, ma neanche che si odiassero. Non si erano mai
frequentate perché
la simpatia era reciproca ma esclusivamente perché
l’unica cosa che le legava
era il rapporto con Rose. Ciò che le ostacolava era il
carattere fin troppo
simile e il livello di acidità che continuava ad oscillare
senza mai azzerarsi.
Tuttavia ciò che distingueva
Lily tentò di sbirciare il corridoio attraverso una
minima fessura così da poter rispondere alla compagna.
«Il tempo di non vedere più Elfi domestici in
giro»
brontolò, un po' infastidita da quella situazione e dal
ginocchio della
Pevensie che andava a toccarle l’anca destra.
Esatto, elfi domestici.
Perché nel momento in cui Lily si era voltata
brandendo la sua bacchetta e Maggie aveva trattenuto il fiato,
notevolmente
stizzita dall'essere stata scoperta, neanche il tempo di rivolgersi
un’occhiata
in cagnesco che due esseri alti poco più di tre piedi
stavano percorrendo il
corridoio opposto con al seguito una pila di piatti sporchi, vassoi,
bicchieri
e ciotole.
Non c'era voluto molto alla Grifondoro per prendere
Maggie per una ciocca di capelli e trascinarla all'interno di
quell'armadio - nolente
o volente, era ovvio.
Non
ti
fare beccare dagli elfi domestici,
aveva detto Malfoy; incontriamoci subito,
aveva detto
E ora Lily non poteva non dare la colpa del suo
piede addormentato a Scorpius e a tutta la generazione dei Malfoy.
«Dici che Malfoy ti dirà chi è il
responsabile del
biglietto?» chiese Maggie appoggiata contro la parete,
serrando le braccia al
petto e osservando
L'ultima pila di piatti con davanti un elfo
dall'aspetto piuttosto grassoccio stava per attraversare il corridoio.
«A dire la verità - non
lo so», rispose in tutta sincerità,
«però se non ce lo dice
saprai già chi sarà il responsabile del suo
omicidio» si affrettò ad aggiungere
con un evidente tono macabro mentre riduce gli occhi a due fessure.
Maggie rabbrividì arricciando il naso all'idea di
Scorpius Malfoy ridotto a mangime per draghi da Lily.
Dopo aver rivolto lo sguardo al soffitto basso e
essersi dondolata per un po' sui talloni,
«Su, spostati» disse scostando Lily dalla fessura e
impugnando la bacchetta.
In meno di un secondo un minuscolo gingillo grigio
volante simile ad una libellula prese vita e, dopo aver ronzato per un
po'
davanti alla faccia della Grifondoro irritata, si insinuò
nella fessura sotto
la porta con l'intento di vedere se fosse davvero sicuro uscire da quel
nascondiglio.
Ora era
L'esserino rientrò dalla medesima fessura, dando
nessun segno di allarme così la mora con un ulteriore colpo
di bacchetta lo fece
Evanescere.
«Perfetto, la strada è libera»
dichiarò Maggie
soddisfatta di sé. Lily roteò gli occhi, non si
scoraggiò dai trucchi della
Pevensie e optò per aprire lei per prima la porta.
Girò i tacchi e con uno scatto veloce spalancò la
porta in legno, non curandosi dell’eventualità che
qualche Elfo domestico
potesse essere ancora in giro.
Qualcosa batté violentemente contro la porta tanto
che Lily dovette far forza per aprirla totalmente.
Il tonfo fece irrigidire subito le due streghe
ancora seminascoste.
Maggie fece capolino sopra le spalle della rossa,
incuriosita da quello strano rumore e rivolse uno sguardo a dir poco
allibito
quando Lily si aprì in una risata sguaiata che fece tremare
le mura del
castello e che la fece accasciare a terra.
Ed era più che ragionevole.
A terra, con un bernoccolo in fronte e con il naso sanguinante
tra le mani, vi era niente poco di meno che Scorpius Hyperion Malfoy.
Lily si asciugo le lacrime per
la terza volta da
quando aveva fermamente giurato che non avrebbe continuato a ridere ma
puntualmente, dopo due minuti, infrangeva la promessa e continuava a
rotolarsi,
inondata da sguardi assassini indirizzatele dal Serpeverde.
D'altro canto Scorpius si tamponava la narice
destra con un fazzoletto, completamente scuro in volto e con
un'espressione che
non prometteva nulla di buono.
Il tutto sotto lo sguardo vigile della Corvonero la
quale si chiese in quale istante le era venuta in mente quella brillante idea di immischiarsi in quella
faccenda.
Si torturò il labbro e abbasso lo sguardo non
appena gli occhi gelidi di Malfoy intercettarono i suoi grandi e neri.
Maggie
si sforzò almeno di non arrossire di vergogna.
«Potter ti sarei grato se smettessi di starnazzare
come un'oca ed evitassi di richiamare l'attenzione di professori e
studenti con
i tuoi gridolini da sguattera» latrò il biondo
profondamente irritato
dal comportamento della Grifondoro.
Lily si pose entrambe le mani davanti alla bocca,
soffocando un'ulteriore risata e dopo un bel respiro profondo si
ricompose,
accantonando l'eccesso di ilarità di poco prima.
Scoccò un'occhiata guardinga in direzione del
Serpeverde e si morse la lingua per non ricominciare a ridere.
Aveva la narice gonfia ma ormai priva di residui di
sangue, un bitorzolo posto al di sopra del sopracciglio sinistro, in
quella
porzione di fronte non coperta dal ciuffo, uno sguardo livido e un
umore
nettamente sottoterra.
Sì, sicuramente suo fratello James le avrebbe
costruito una statua – come minimo - per quello che era
riuscita a combinare
involontariamente.
Tuttavia il sorriso della Grifondoro scomparve del
tutto quando si concentrò sul da farsi.
Se prima forse avevano avuto una possibilità su
cento che Malfoy fosse realmente disposto a collaborare con loro e
rivelare il
nome dell'autore del biglietto, adesso le possibilità erano
sicuramente meno di
zero.
Lily represse l'istinto di sbattersi la testa
contro il muro, ma onde evitare uno spettacolo di buono gusto a Malfoy,
si
convinse a spiccicare qualche parola giusto per iniziare il discorso e
togliersi da quella situazione insostenibile.
«Ehm...dunque, ci dici chi è l'autore di quel
biglietto?» chiese Lily senza ulteriori giri di parole ma
evidentemente il tono
con cui aveva modulato la domanda non fu affatto di gradimento per
Scorpius.
Il Serpeverde di tutta risposta spostò lo sguardo
dalla rossa a Maggie la quale, questa volta, sostenne gli occhi di
Malfoy su di
lei.
«Io non parlo davanti a te, Corvaccia»
sputò scoccandole un'occhiata di sufficienza e di
disgusto, quasi il medesimo sguardo che avrebbe riservato a una
mezzosangue.
Persino Lily era stata graziata da quello sguardo
truce.
Maggie si torturò il labbro inferiore promettendosi
di non perdere il controllo e di non fare scenate.
«S-si dà il caso, Malfoy, che io sia la migliore
amica di Rose e-e che ci tenga a sapere chi si nasconda dietro a questa
faccenda» lo apostrofò con coraggio seppur
inceppando in qualche sillaba.
Il biondo sbuffò dandogliela vinta per quella volta
e da quel momento in poi si voltò facendo come se Maggie non
esistesse.
Lanciò un'occhiata di sottecchi alla Potter e Lily
poté ben costatare – a suo malgrado - che il
dolore al naso era svanito visto
che era riapparso il solito ghigno strafottente.
«Malcom Corner, settimo anno, capitano della
squadra di Quidditch dei Tassorosso» asserì
solenne e quasi in sincrono le due
studentesse inarcarono le sopracciglia per poi sbarrare gli occhi
dipingendosi
in volto una smorfia di notevole disgusto.
«Quel damerino irlandese?» buttò
lì Lily
arricciando il naso e aggrottando la fronte, non essendo ancora
riuscita a
capire quale improbabile collegamento vi fosse tra sua cugina e quel
Malcom.
«O-o forse è Adam Johnson, terzo anno, il miglior
esperto di Antiche Rune» aggiunse il biondo poggiando il
pollice sotto il mento
e assumendo un'aria pensierosa e divertita allo stesso tempo.
«O magari-» ma Scorpius non riuscì a
terminare la
frase che due dita lo strinsero per il colletto della camicia
trascinandolo
verso il basso all'altezza degli occhi di una Potter furibonda.
«Ammettilo - tu, lurida e
viscida Serpe -
ammetti che non hai la ben che minima idea di chi abbia scritto quel
biglietto
e che mi hai trascinato qui solo per il gusto di farmi un
dispetto!»
Malfoy, ricurvo su di lei per via delle unghie di
Lily che lo trascinavano giù insieme al colletto della
camicia, serrò le dita
attorno al polso della Grifondoro finché lei non dovette a
malincuore
abbandonare la presa intorno alla stoffa.
«Punto uno, mocciosa,
io non ti ho mai detto che sapevo il nome dell'idiota che ha inviato il
biglietto alla Weasley; punto secondo, se non la smetti di afferrarmi
il
colletto della camicia ti rispedisco nella tua Sala Comune a suon di
calci nel
sedere che ti ritrovi; punto terzo, anche se sapessi il nome, sei
proprio tonta
per sperare che io adesso te lo riveli dopo quello che hai combinato
alla mia
bellissima e preziosissima faccia».
Si guardarono in cagnesco per una manciata di
minuti scarsi finché Lily si liberò dalla stretta
del Serpeverde e il sangue
tornò a circolare nelle sue povere dita.
«Allora se non lo sai perché diamine mi hai fatto
venire qui?» domandò esasperata Lily allargando le
braccia non sapendo più che
pesci prendere.
«Per dirti che sapevo il nome» dichiarò
con
noncuranza e freddezza Scorpius mentre si risistemava il colletto della
camicia
e allentava il nodo della cravatta a fasce grigie e verdi.
La mandibola della Potter si aprì di ben
quarantacinque gradi pronta a ritornare alla carica, ma a sua insaputa
il
Serpeverde continuò la sua arringa di difesa.
«Ma ovviamente tu e la tua sfrontatezza mi hanno
fatto passare la voglia di rivelartelo - zero
punti a Grifondoro» concluse scimmiottando pure
Lily provò per l'ennesima volta a convincere
«Okay, è stato un incidente, come potevo sapere
che
tu fossi così intelligente
da seguire
quello strano animale e andare a sbattere contro la porta- e poi ti ho
già
chiesto scusa e…»
«No, non mi hai chiesto scusa» si difese
prontamente Malfoy e Lily si sentì punta sul vivo.
No
che non
gliel'aveva detto, porco Godric.
«..'cusa»
bofonchiò spostando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe.
Scorpius si portò una mano all'orecchio.
«Come, Potter? Non ho sentito bene» ci
marciò sopra
e Lily era sul punto di lanciare una qualche maledizione.
Certo
che
non hai sentito bene pensò ironica
ma alla fine si arrese.
Chiunque fosse stato l'autore del biglietto
l'avrebbe pagata molto cara quella sua umiliazione.
«S-C-U-S-A» sillabò facendo vedere per
bene la
lingua e i denti ad uno Scorpius disgustato.
«Molto bene. Adesso veniamo a noi».
Margaret e Lily si scambiarono un'occhiata di
intesa.
«Vi rivelerò il nome ma voi dovete darmi una cosa
in cambio, una specie di piccolo
favore» propose il Serpeverde affondando le mani nelle tasche
dei pantaloni.
Gli occhi della Potter si ridussero a due fessure.
«Dovevo aspettarmelo che giocavi sporco»
abbaiò
profondamente indignata e dietro di lei sentì un leggero
sibilo, un qualcosa
come ricattatore pronunciato dalle
labbra della Corvonero.
«Questo non è giocare sporco, sono affari,
ma dubito che una Potter sappia
cosa si intende per-»
«Piantala e vieni al dunque- cosa vuoi?» lo
troncò
di netto e tamburellò un piede contro il pavimento di pietra
in attesa delle
parole.
Malfoy sorrise malizioso e Lily si aspettò il
peggio.
C'era sempre da aspettarsi il peggio da uno come
Malfoy.
«Vi dirò il nome a patto che
Lily non si curò delle minacce balbettanti che
Maggie stava elaborando né del fatto che fosse sull'orlo di
una crisi di nervi
e che sarebbe mancato poco per scatenare un duello.
Così, mentre la mora si sbracciava, tutta rossa in
viso, per colpire Malfoy nel posto dove non batte il sole - o almeno
era questo
che Lily riuscì a decifrare tra le miriadi di esclamazioni
lasciate a mezz'aria
-
«Okay, sì accetta. Il nome, prego»
rispose
spicciola mentre veniva colpita da occhiate omicide da parte di
Margaret.
Pazienza, si era sacrificata per una
giusta causa.
Non che Lily non fosse particolarmente incuriosita
riguardo la richiesta del Serpeverde, del resto da quando in qua
riceveva
qualcosa da Malfoy senza che lei
gli
desse qualcosa in cambio? Che Malfoy avesse qualche tipo di interesse
per
Maggie?
Scorpius si abbassò leggermente giusto per arrivare
alla medesima altezza della rossa la quale sentì una strana
morsa allo stomaco
nel momento in cui la punta del suo naso si trovò a meno di
quattro centimetri
da quello del biondo.
Fortunatamente deviò e avvicinò le labbra al lobo
dell'orecchio.
Lily pregò Godric di non arrossire e serrò i
pugni
determinata.
«Per Salazar, Lilian, quanto puzzi»
sussurrò per
poi scoppiare in un eccesso di ilarità allontanandosi dalla
Grifondoro con
finto gesto di disgusto.
E per quella sera l'arrivo di Gazza salvò Scorpius
Malfoy da morte certa.
Le fusa di Grattastinchi II
non erano di certo il
miglior modo possibile per convogliare il sonno, quel rarissimo senso
di
beatitudine e di ristoro che da ben tre ore e mezza non ne voleva
sapere di
raggiungere Rose.
Aveva provato di tutto: un buon libro, una tisana
di miele e menta, una doccia. Ma l'immagine di lei su quell'articolo
così
diffamante le faceva arrovellare lo stomaco e tutte le sue
preoccupazioni
vertevano sulla sua carriera scolastica, impeccabile per sei anni -
almeno fino
ad ora.
Sarò
lo
zimbello di tutta Hogwarts, che cosa penseranno mai i professori.
Il gatto dal pelo liscio e folto si acciambellò
maggiormente continuando a poltrire grazie alle carezze della
padroncina.
Un picchiettio sul vetro fece sussultare Rosie
ancora sveglia, mentre le sue compagne di dormitorio di limitarono a
mugugnare
e a rigirarsi dall'altra parte del letto.
Un piccolo allocco dalle ali tinte di nero beccava
forsennatamente la finestra in attesa di essere invitato ad entrare.
Grattastinchi rizzò il pelo sentendosi minacciato
da quell'animale, ma dopo che l’allocco ebbe sbattuto un po'
le ali, il gatto
si leccò la punta del naso e socchiuse gli occhi ritornando
a sonnecchiare.
La rossa notò un piccolo pezzo di carta e cosi
slegò dalla zampa dell'allocco il biglietto.
Per suo malgrado era di nuovo per lei.
Non ti
conosco bene.
Non ti
conosco bene come dovrei, in effetti. E non so bene come funzionano
queste
cose. Vorrei studiarti. Mi incuriosisci. Mi piaci, credo. E se
c'è una cosa che
vorrei fare, come nell'intero mondo, è toccare, no
accarezzare i tuoi capelli
ricci appena ti svegli. Vorrei - tipo - conoscerti. Vorrei sapere cosa
studi,
qual è il tuo libro preferito, salire sulla scopa e
guardarti a testa in giù e
scoprire che il tuo sorriso è addirittura più
bello visto all'incontrario,
portarti fuori ad Hogsmeade, entrare a Mielandia e comprarti gli
Zuccotti di
Zucca che ti piacciono tanto e pulirti con un dito l'angolo destro
della bocca,
quello più bello, quello che non hai mai donato a nessuno.
Okay, scusa.
Probabilmente tu non vuoi fare tutte queste cose, sarai impegnata con
lo studio
e cose così. Ma non c'è problema,
continuerò a pensare queste cose tra me e me,
magari a fantasticare per entrambi perché tu non hai tempo.
Aspetterò
tutto il tempo necessario.
Tuo S.
Salve carissimi lettori
(semmai ce ne siete)
Eccomi tornata come promesso con un altro capitolo,
questa volta incentrato quasi interamente sull’incontro di
Scorpius e Lily
nelle cucine. Mi domando coma mai nessun Tassorosso sia passato di
lì- bah poco
importa. Maggie è decisamente curiosa – da brava
Corva – e ha trovato il modo
di immischiarsi in quella faccenda. Il rapporto tra Lily e Maggie
è un po’
aspro, ma in effetti non si odiano anzi Maggie è una delle
poche ragazze ad
Hogwarts con cui scambia volentieri qualche parola. Dal canto suo
Maggie è un
po’ impacciata in fatto di legami e amicizie e questo anche a
causa della sua
riservatezza che la spinge spesso a nascondersi dietro a un libro.
Scorpius
guarda con sdegno Margaret e Lily non se ne cura - male, molto male
– ma alla
fine il Serpeverde se ne esce invitando Maggie al ballo di Primavera.
Ma
sfortunatamente Lily non riesce a farsi dire il nome del presunto
ammiratore perché
il guardiano del castello interrompe la combriccola che scappa di
filata nelle
loro rispettive case. Intanto Rose è profondamente
amareggiata per la situazione
che si sta venendo a creare – lei, strega modello ecc
– ma le arriva nuovamente
un biglietto questa volta di natura diversa. Non la semplice citazione
presa da
qualche poeta o scrittore, questa volta è una confessione. E
vedrete che questo
secondo messaggio porterà molti più problemi del
primo.
Ringrazio voi che leggete questi capitoli e non so,
se non vi dispiace un vostro parere anche di tre righe mi piacerebbe
riceverlo ewe
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Sil