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Autore: lacla32    21/09/2013    3 recensioni
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo...” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15
“Lisbon?” farfuglio avvicinandomi al corpo riverso a terra
“Non sono io” dice una voce alle mie spalle, di colpo le luci si accendono, con un sussulto mi volto, lei è in piedi con la pistola puntata verso di me e sorride
“Grazie al cielo” dico avvicinandomi al corpo
“è Kirkland”
“Come fai a saperlo?” domando spostando il corpo confermando ciò che ha detto
“Lo so e basta” dice facendo spallucce
“Puoi anche abbassare la pistola” dico avvicinandomi a lei
“Non credo” ribatte lei
“Cosa?” domando
“Metti giù lo zaino “ mi ordina
Faccio come dice, non capisco cosa sta succedendo e il peggio è che ho ancora delle fitte allucinanti alla testa
“Mi dispiace” sussurra infine
“Di cosa?”
“Per Kirkland e per tutte queste morti, ma tu eri troppo vicino alla verità e Kirkland… beh lui aveva scoperto tutto, non poteva vivere, ci avrebbe messo in pericolo tutti” spiega
Un brivido mi percorre la schiena
“Stava per vanificare tutti i miei sacrifici” dice guardandomi negli occhi
“Lisbon, cosa stai dicendo?”
“Non l’ho ucciso io”
“Lisbon…” sussurro in tono supplichevole
“Io… Jane ti prego capiscimi! Io dovevo proteggervi “
Io rimango in silenzio
“Parlami”
Ancora silenzio
“Ti prego” mi supplica
“Tu…” inizio ma le parole mi muoiono in gola “Tu, sei sua complice?” domando
“Mi spiace” sussurra
L’ira prende il sopravvento “Tu! Tu! Sei sempre stata con lui”
“No Jane, non è cosi”
“Non pronunciare il mio nome!” urlo, sento le tempie pulsare sempre più forte
“Cerca di capirmi! Lui voleva uccidere i ragazzi e te”
“Quindi hai pensato di dargli una mano?” domando stizzito
“No!” esclama
“A me non sembra” dico in tono ironico
“Aspetta, voglio che tu sappia tutta la verità”
“Non voglio sapere niente, sei una schifosa traditrice”
“Per favore, ascoltami”
Io rimango in silenzio, non perché non abbia nulla da dire ma per il semplice fatto che la vista si sta lentamente annebbiando
“Circa due anni fa, fui contattata da un uomo che affermava di essere John il rosso, mi lasciò una lettera sotto la porta di casa ” iniziò lei “All’inizio non credetti a una sola parola di quello che mi scrisse, ci sono tanti pazzi nel mondo, ma per darmi prova dell’autenticità della sua storia uccise una donna, me ne fece la descrizione completa…”
Io rimango in religioso silenzio in preda alle vertigini
“Quando fummo chiamati per il caso rimasi scioccata e consapevole del fatto che avevo il serial killer tra le mani”
“Perché non me lo hai detto?”  domando sorprendendomi di me stesso per essere riuscito ad articolare quella semplice frase
“Mi propose un accordo, io aiutavo lui e lui aiutava me”
“E scommetto che il fatto che io rimanessi fuori fosse parte dell’accordo” borbottai
“Il primo punto” spiegò lei con un sorriso tirato
“Dovevi dirmelo”
“Lasciami finire per favore!” esclama  “All’inizio ero restia a contrattare, non volevo essere sua complice, anzi, la mia idea era di sfruttare l’occasione per arrestarlo”
“Ma qualcosa è andato storto” dico alzando la testa
“Lui mi ha fatto capire che se non avessi accettato o se avessi anche solo provato a catturarlo vi avrebbe uccisi tutti. Credimi non avevo scelta”
“C’è sempre una scelta” le rinfaccio
“In alcuni casi no”
“Fammi capire” dico massaggiandomi le tempie “Tu hai nascosto prove e ucciso persone per tutti questi anni?”
“Dio no!” esclama lei  “Non arriverei a tanto, mi sono solo limitata a tenerti lontano il più possibile da John, tutto qui”
“Scusa ma non ti credo”
“Sono sincera, non ho mai ucciso qualcuno o eliminato prove, non c’era bisogno. Io ho fatto solo quello che mi chiedeva”
“Sei caduta in basso” dico sprezzante
“L’ho fatto perché vi voglio bene! Non potevo permettere che vi uccidesse!”
“Lisbon, detto tra noi, credo che tu abbia un bel po’ di accuse sulle spalle”
“Questo è il mio ultimo problema” sussurra guardandosi attorno e avvicinandosi a me
“Stai lontana” dico cercando di allontanarmi
Lei imperterrita si avvicina e mi sussurra all’orecchio “Dobbiamo sparire, sia tu che io”
“Dove vuoi andare a parare?” domando fissandola
“Ci sono altri due cadaveri qua dentro, ho un amico che può aiutarci, devi solo ascoltare il mio piano”
“Scordatelo” ribatto massaggiandomi le tempie
“Possiamo catturarlo! Te ne rendi conto vero?” domanda perplessa
“Non mi fido”
“Sai non credo tu sia nella posizione per contrattare” mi ammonisce “Se facciamo finta di essere morti possiamo arrivare a lui”
“Ci abbiamo già provato ma non è servito a nulla”
“Saremmo solo noi due” cerca di convincermi
“Solo noi due?” ripeto
“Si, i ragazzi saranno fuori da tutta la storia, se tutti ci credono morti avremmo campo libero” spiega
“Io…” farfuglio
“Ho già pensato a tutto io, ho lasciato una lettera a casa, in pratica ho scritto che dovevamo incontrarci con Kirkland perché da tempo stavamo svolgendo un’operazione sotto copertura che serviva per catturare John il rosso, molto probabilmente oggi avremmo arrestato il killer ma se le cose non fossero andate come calcolato e fossimo morti…”
“Hai inscenato la nostra morte” dico
“Si, alla fine l’unico che poteva contestare ciò che ho scritto è morto” dice lanciando un’occhiata al cadavere
“Cho?” domando, le gambe mi reggono sempre meno
“Ho lasciato i documenti che ho rubato a Kirkland vicino alla lettera, quelli testimoniano che Cho è innocente” mi rassicura “Non ti senti bene?”
“Io…la testa” dico
“Vieni” dice guidandomi fuori dal magazzino “Aspetta qui due secondi, do fuoco al capanno e poi andiamo via”
“Dove andiamo?” chiedo sentendo le forze mancare
“Da John”
“Sai dove si trova?” domando accasciandomi al suolo
“Si” risponde lei
L’ultima cosa che vedo è il fuoco
 
 
Come per magia mi ritrovo nel buio più totale, niente voci, solo buio e silenzio. Lentamente inizio a camminare, non so dove vado ne cosa ho intorno, sono cieco e sordo .
Sto ancora vagando quando ad un tratto mi viene a mancare la terra sotto i piedi, di colpo mi sento cadere, dapprima lentamente poi sempre più velocemente, urlo a pieni polmoni, ma il mio non è un urlo di terrore, l’unica cosa che riesco a dire è Lisbon, ed è cosi che mi sveglio, urlando il suo nome.
Di colpo apro gli occhi, le mani serrate ai bordi del letto e il fiato corto
“Jane?” sento alla mia destra “ O mio dio Jane”
Io lentamente riprendo fiato e mi guardo in torno
Lisbon si alza dalla sua seggio e aprendo la porta urla “Infermiera! Infermiera!” poi ritorna velocemente al mio fianco
Sono in una stanza d’ospedale, piccoli tubicini mi escono dalle braccia e un “Bip bip” continuo segna la mia presenza nel mondo terreno.
“Grazie Signore” sussurra Lisbon tra le lacrime “Non puoi capire Jane, eravamo tutti preoccupati”
Cerco di alzarmi, ma non ci riesco
“Nono signor Jane” mi sgrida una paffuta infermiera appena entrata nella stanza “Lei di qui non si muove”
Dopo aver dato una veloce occhiata ai macchinari al mio fianco dice “ Sembra che sia tutto normale, più tardi passerà il dottore” detto questo esce
“Sei un idiota!” borbotta Lisbon
“Cosa è successo?” domando spaesato “Abbiamo arresto John? Siamo rimasti intossicati nell’incendio? Hanno scoperto che Kirkland era l’unico vero cadavere?”
Lisbon mi guarda stupita e poi dice “ Forse è meglio se chiamo ancora l’infermiera”
“Cosa?” domando
“Stai farneticando” borbotta
“Ma se era il tuo geniale piano! Lo sapevo che non avrebbe funzionato… almeno hanno liberato Cho?” domando sbuffando
“Hai picchiato la testa più forte di quanto pensassimo” dice fissandomi
Solo ora mia accorgo della fascia che mi avvolte la testa, la tasto e sento una fitta di dolore
“Cosa è successo?” domando
“Hai picchiato la testa piuttosto violentemente” risponde lei alzandosi e avviandosi alla porta per chiamare l’infermiera che in un attimo si fionda in camera mia per controllarmi
“A me sembra in perfetta  salute” dice lei allegra
“Prima farneticava” ribatte Lisbon
“Signora è normale che abbia un po’ di confusione” cerca di tranquillizzarla
Lisbon mi lancia un’occhiata “E va bene”
“Perfetto, tra poco , comunque, arriverà il dottore” la rassicura prima di uscire
Lisbon si siede al mio fianco guardandomi “Almeno questa volta ti ricordi chi sono”
“Non hai risposto alle mie domande” dico
Lei mi fissa alzando un sopracciglio “Jane l’unica persona che abbiamo arrestato è Morgan Rush”
“Morgan Rush?” domando sorpreso “Non lo conosco, sei sicura che sia lui John il rosso?”
“Ma quale John il rosso! “ esclama
“Non capisco” farfuglio confuso
“Jane, l’uomo che ti ha investito”
Di colpo vengo invaso da una scarica di immagini, io vicino alle gardenie, un colpo, Lisbon che urla e poi l’auto, Lisbon che mi sgrida e poi il buio.
“Cosa succede?” mi chiede preoccupata Lisbon
“Io… cosa è successo esattamente?”
“Quando quel pazzo ti è piombato addosso hai picchiato la testa, prima contro il parabrezza e poi sull’asfalto e sei svenuto. Abbiamo chiamato subito i soccorsi, ma tu non ti svegliavi” la sua voce si incrina leggermente “Quando ti hanno visitato ci hanno detto che eri in coma”
“Coma?” domando sorpreso
“Si, sei stato addormentato per 6 giorni. Dicevano che ti saresti svegliato ma col passare dei giorni non succedeva niente…”
La realtà mi disorienta, tutto quello che ho provato era cosi reale, cosi vero, mi sembra quasi assurdo che fosse tutto inventato dal mio perverso subconscio
“Ti senti bene? Vuoi che chiami il dottore?” domanda Lisbon alzandosi
“No è solo che…”
“Solo che?”
“Be diciamo che ho sognato…” dico vago
“Hai sognato?”
“Si”
“E sentiamo…cosa hai sognato?”
“Ma niente di che… diciamo che io e te andavamo molto d’accordo…tra le coperte”
“Molto d’accordo…tra le coperte” ripete, poi di colpo mi lancia un’occhiata omicida e risedendosi mi dice “Quasi mi spiace che Rush non ti abbia colpito più forte”
 
 
Il mio angolino
Ebbene si, siamo giunti alla fine! Sono quasi felice (dopo aver visto l’orario definitivo delle lezioni, ho calcolato che se riesco a leggere e recensire almeno 2 storie alla settimana sono un fenomeno) certo la tristezza c’è ma a consolarmi ci sta il mio bel tomo di sociologia (chi non lo vorrebbe al proprio fianco)
Detto ciò vi lascio, fatemi sapere che ne pensate del capitolo.
 
PS. Vorrei dedicare questa frase a tutte le donne vittime del femminicidio, affinché tutte noi possiamo trovare la forza di vivere la nostra vita come vogliamo e con chi vogliamo
Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno la speranza nel cuore e nell’avvenire.
Monica Vitti
  
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