Non mi chiesi
nemmeno cosa avesse potuto
scrivermi, aprì il foglio ripiegato e lessi velocemente le
poche parole che
aveva scritto:
“Hai
visto, ho mantenuto la promessa.
Per
sdebitarti, devi fare anche tu qualcosa per me…
Ti aspetto
alle 7 fuori al supermercato di Forks.
E mi
raccomando, spero che non mancherai
Edward”
Ehm…
Io andare alle 7 fuori al supermercato di
Forks? Ma che scherzi?!
Il ragazzo
qui non sa quando rischia chiedendomi
una cosa del genere, eh non penso proprio.
Vuoi davvero
che venga lì a quell’ora? Ci sarò.
Però
sappi che non ti prometto niente.
Potrei aver
voglia di uno spuntino serale e
procacciare la prima cosa che mi si para davanti agli occhi e quella
cosa
potresti essere proprio tu.
Si, tu.
Sembra quasi tu mi stia invitando a cena.
Devi sapere
che ogni donna è attratta da un invito
che le fa supporre che nell’intermezzo avrà un
pasto. Caro Edward, alle donne
piace mangiare. Alle vampire purtroppo piace bere.
Vuoi davvero
finire così, stramazzato per terra
senza vita dopo che io mi sarò dissetata?
Contento tu.
Io ti avevo avvisato.
Anzi no, non
l’avevo fatto. Cosa potevo dirti?
Guarda, sei
un ragazzo troppo carino però io non
sono quello che potrebbe essere propriamente il tuo tipo. La vedi
questa
faccia? Lo vedi questo corpo? Quando si trova a contatto con qualcuno
che
riesce a smuovere ciò che ha dentro si esalta e fa cose
fuori dal normale. Hai
capito bene. Potrebbe anche farti due buchi sul collo e lasciarti al
tuo
destino.
Adesso
capisci che non devi uscirtene con inviti
del genere? Lo capisci?
Mi sembra di
no.
Bhè,
visto che siamo in gioco direi di giocare.
Forse non
è leale che io conosca le regole e tu
no, però se agisci così alla cieca vuol dire che
ti piace rischiare. Ma non so
se io riuscirò a giocare pulito…
Troppo tardi.
Per pensare a
tutto questo non mi sono accorta di
essere già entrata in macchina e aver già messo
in moto per raggiungere al più
presto il luogo dell’appuntamento.
Edward, sei
ancora in tempo per non presentarti…
No. Ci sei. E
mi sorridi pure quando vedi la mia
auto che arriva da lontano.
Scendo
velocemente cercando di tenere sempre sotto
controllo il mio olfatto.
Almeno a
Forks centro non facciamo atti
sanguinolenti, su!
- Ciao
– Mi fa, tutto sorridente.
Porta un
montogomery nero lungo fino al ginocchio
e sotto si intravedono dei jeans neri e un maglioncino color vaniglia.
Così è
ancora più invitante…
- Ciao
– Gli rispondo. – A che devo questo invito?
– Aggiungerei “a che devo questa gran voglia di
morire così giovane?”.
- Adesso
siamo pari. Ho portato la macchina a tua
cugina, come mi avevi chiesto. –
- Allora?
–
- Avevo
bisogno anche io di un favore –
-
Ehm… Spiegati meglio. – Vuoi che ti uccida
seduta stante? Se è questo il favore che vuoi chiedermi, fai
pure! Sarò ancora
più contenta di farlo!
-
Vedi… Sabato ci sarà il ballo di
Primavera… -
- Alt.
– Non lo feci nemmeno finire che lo
stoppai. Già le parole “Ballo di
Primavera” mi facevano venire i brividi da
sole, figuriamoci unite a me, Bella Swan.
Non sono
quella che si dice una ballerina provetta.
Io non ballo, non ballerò mai.
Finora il
ballo mi ha provocato solo tante cadute…
Chi ci riprova!
- Cosa
c’è che non va? – Mi chiese con sguardo
interrogativo.
- Tutto. Io e
il ballo non andiamo d’accordo. Non
siamo mai stati amici. –
- E allora?
Io a che servo? –
-
Ehm… In che senso? – So io a cosa servi! Servi a
far incavolare le giovani vampire come me che vogliono saltarti al
collo ma
cercano di mantenersi… Mannaggia a te!
Sei troppo
gentile che non riesco proprio a farti
male!
- Ho un anno
di scuola di ballo alle spalle. Mia
madre si è fissata così tanto che alla fine sono
diventato bravo. –
- Ah. E tu
cosa dai in cambio a me? – Mi rispondo
da sola: sangue. Quello mi basta, anche una goccia… Per
favore…
- Vedremo. Se
tu accetti la mia proposta, sceglierai
tu cosa ricevere in cambio. Sono a tua completa disposizione.
–
- Affare
fatto. Sappi che però io sono davvero una
frana senza speranza. –
- Lascia fare
a me. – Sfoderò il suo sorriso
beffardo che lo rendeva sicuro di sé. – Tu segui
ciò che ti dico, sarà molto
facile. –
- Mi darai
lezioni? –
Risposta
affermativa: Bella con il volto molto
vicino a quello di Edward, e soprattutto vicino al suo collo. Risposta
negativa: Bella che si rode il fegato perché
starà lontana da Edward e il suo
collo invitante.
Annuì.
Allora mia
cara Bella mi sa che per ballare con
lui dovrai proprio smettere di respirare… Ma come si fa a
non odorarti?! Dimmi
come si fa perché io non ci riesco davvero!
- Vieni -
- Dove?
–
- A casa mia
–
-
Già si comincia? –
- Il ballo
è questo sabato, oggi è giovedì
–
- Ah
– Ripresi di nuovo fiato per parlare senza
perdere la concentrazione – Non sarebbe meglio andare in
macchina? –
- So lo
preferisci. –
Mi avvicinai
alla macchina, infilai le chiavi
nella serratura della portiera, ma mi sentì Edward
improvvisamente dietro di
me.
Mi
irrigidì all’istante, le narici contratte e gli
occhi quasi sbarrati.
- Posso?
– Mi domandò dolcemente. Ero intontita da
cosa rispondergli, lui mi poggiò una mano sulla spalla. Un
altro gesto che non
riuscivo proprio a misurare.
Scansai la
sua mano con molta forza, per fargli
capire che non era gradita.
Ma che
dico… Era più che gradita.
Il suo
contatto fisico mi dava il calore che il
mio corpo non possedeva.
L’odore
della sua pelle poi era una cosa davvero prelibata,
a cui non pensavo di saper resistere.
Ancora
immobile, gli passai le chiavi in mano
senza toccarlo minimamente.
Il viaggio
verso casa sua non fu lungo.
Ci vollero
cinque minuti per raggiungere una
piccola casa a due piani che si trovava in periferia: il colore
dell’esterno
era molto sbiadito, quasi come se non fosse dipinto da anni.
Il giardino
al contrario sembrava molto curato;
l’erba era tagliata, cespugli di fiori diversi erano
piantati. C’era anche un
piccolo gazebo con all’interno delle sedie e un divano in
legno.
Rimasi a
fissare tutto questo per più di un
minuto.
- Bella? -
-
Ehm… Scusami, ero soprappensiero. – Davvero lo
ero, questa volta. Quella casa aveva un non so che di familiare, quasi
come se
già l’avessi vista in passato.
Arrivammo in
veranda, Edward bussò la porta.
Aprì
una donna sulla quarantina, non molto alta,
con i capelli e gli occhi castani.
Se
l’avessi vista per strada non l’avrei notata
più di tanto. Sembrava molto anonima.
- Ciao, mamma
-
- Oh, Edward,
non mi avevi detto che avresti
portato un ospite –
- In effetti
non era previsto – Guardò me e
sorrise alla madre.
- Ah. Avete
bisogno di qualcosa? –
- No, mamma,
nulla. Solo del salone per adesso. –
- Ho capito!
Vedrai che il mio giovane Edward ti
insegnerà benissimo a ballare! – Disse la donna,
rivolgendosi a me.
Annuì
con un flebile sorriso. Edward arrossì.
Devo dire che
anche tutta la casa sapeva dell’odore
di Edward, seppure non completamente.
Sua madre,
invece, sapeva d’altro. Quasi se non
fosse stata lei a generarlo. Mha…
Edward mi
fece strada fino al salone.
Non era molto
grande, ma era spazioso.
Vicino alla
finestra c’era un piccolo divano e una
televisione; c’erano anche molti quadri appesi alle pareti e
tantissime foto
inchiodate sul muro maestro e sul camino che c’era al centro
della stanza.
Anche
l’interno, come l’esterno, mi sembrava di
averlo già visto.
- Cominciamo.
Metti questa mano qui dietro la mia
schiena, un po’ più su del sedere. Io
farò lo stesso con la mia mano. -
Un
po’ restia, mi feci coraggio e poggiai piano la
mano sinistra dove mi aveva detto.
Lui ebbe un
brivido, lo percepì quando posai più
decisamente la mano sulla sua schiena.
-
Cos’ hai? -
- No, nulla.
Hai la mano fredda. –
Scrollai le
spalle.
- Adesso
metti la mano destra quasi all’altezza
della mia spalla. Così, guarda -
Mise la mano
dove mi aveva detto. Fin qui era
facile.
- Brava,
cominciamo bene – Mi sorrise, contento.
Lessi nel suo
sorriso anche qualcos’altro che non
riuscì a decifrare, poi continuò a mostrarmi
alcuni passi che contribuirono a
farmi cadere almeno una decina di volte.
Ogni volta
che cadevo, poi, lui rideva a
crepapelle. C’è tanto da ridere?
Lui non sa
ancora con chi ha a che fare secondo me…
Intanto è meglio che mi tappi ancora di più il
naso e la bocca… Si avvicinava
sempre di più.
- Puoi fare
di meglio. Direi che come inizio però
va bene. -
- Bene. Spero
solo di non cadere sabato. –
- Se sarai
sul punto di cadere, ti prenderò io. –
Un sorriso gentile apparve sul suo volto pulito.
- Grazie.
–
Mi
lasciò e mi disse che tra un momento e l’altro
sarebbe arrivato suo padre e avrebbero dovuto cenare. Cena…
Mi fa venire in
mente un certo spuntino che mi piacerebbe davvero
assaggiare… Lasciamo perdere,
va.
Edward mi
accompagnò alla macchina per salutarmi.
- Grazie di
ciò che stai facendo per me – Mi disse,
sempre molto dolce – Sei davvero una ragazza amabile -
Amabile, io?
Forse dovresti odiarmi per quello che
penso continuamente su di te, caro mio.
Non
è carino essere l’oggetto del desiderio di
qualcuno e rimanere tale solo perché non trovo la forza
necessaria per cedere. Mi
stai iniziando a stare a cuore, sai.
Gli feci un
sorriso forzato.
- Ci vediamo
– Gli dissi, sottovoce.
- Certo.
Domani a lezione decideremo dove vederci
per il prossimo insegnamento. Magari potrei venire anche a casa tua se
ti va –
- Vedremo.
Ciao –
Lo salutai
freddamente e misi in moto.
Il giorno
successivo, il venerdì, andai nuovamente
a casa di Edward perché non mi andava che stesse in mezzo ad
altri vampiri
affamati come me che potevano ammazzarlo prima della sottoscritta;
semmai la
sottoscritta avrebbe trovato la forza di togliere la vita a quel bel
visino e a
quella manciata di muscoli e odore invitante.
Incuriosita
dal fatto che non riuscivo ancora a percepire
nessun suo pensiero, dalla sera di quello stesso giorno iniziai a
spiare Edward
Masen.
Nota personale: Ragazze, sono lusingata dalle tante recensioni che mi avete lasciato! Sono anche molto contenta che vi appassiona *___*
Quest'oggi sono di passaggio perchè devo studiare =_= quindi vi saluto in fretta e furia.
Grazie a gold eyes, piper__73 , Giuggiolina , pazzerella_92 , Midnight Dream , yuko_chan , Only_a_Illusion , momob , Locke che hanno commentato l'ultimo chap postato.
Ringrazio anche chi l'ha aggiunta ai preferiti e chi la legge soltanto.
Tornerò presto con il prossimo chap, sabato al massimo. Ora torno a studiare -.- a presto!
Yuna