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Autore: ronnieisnotonfire    01/10/2013    5 recensioni
Sembra quasi una storia dei libri, la sfigatella che conquista il "ragazzo perfetto" nonostante prima d'allora non l'avesse cagata nessuno. Sembra che il mio soggiorno a Sydney sia stato una cosa del genere. Io, Veronica, quasi 15enne, paffutella e con mille altri aggettivi poco carini pronti a descrivermi, ho conquistato Luke Hemmings, ma ci credete? No, vero? Beh, fate bene a non farlo.
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"Eravamo come ogni storia reale, bisognosi di ritrovare l’inizio, dato che la fine appare così tremendamente sbagliata rispetto al resto."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So close but so far away.

two.

 
-sei sicura?- chiede lui
-sono pronta, ma fa tanto male?- domando io
-no, no, solo all’inizio, poi ti abitui.- annuisco
-allora facciamolo .-
-1 … 2 … 3 … vai!- mi dice Luke.
 Prendo i nachos e li infilo nella salsa piccante, all’inizio non è così doloroso, in seguito mi sento il fuoco in bocca, la lingua sembra si stia sciogliendo sotto al calore del peperoncino .
-oh dio, paffami il latte, ora! – dico con la lingua insensibile, butto giù un intero bicchiere di latte e per un momento sembra che il bruciore si attenui poi non sento più sapori –dimmi, perché ho accettato di mangiare messicano?- chiedo
-perché hai detto che volevi le fajtas.- dice lui facendo spallucce.
-oh, già, quelle sì che sono buone, ma ora non me le potrò più godere per colpa di quella maledetta salsa .- esclamo scoccando un’occhiata truce al recipiente mentre mi alzo dal divano.-vado a controllare che casini fanno quelli. – sistemo il cappello che ho in testa, mi ricorda molto la mia famiglia, mi fa sentire meno la mancanza di casa. Me l’ha fatto mia nonna. L’ho messo in valigia di nascosto perché mi mamma mi ha riso dietro quando l’ha trovato nell’insieme di vestiti da portare nel viaggio. Comunque mi serve per risentire l’odore di casa perché mi manca tutto.
Dopo essermi persa nei pensieri della mia famiglia entro in cucina trovandomi i tre ragazzi intorno alla pentola che fanno commenti tipo “ma la salsa deve uscire così?” oppure “è normale che sia così il pollo?”
-cosa state facendo a quel povero ripieno?- dico spostandoli e rubando il cucchiaio di mano a Calum.
-pensiamo di aver combinato un pasticcio .- afferma Ashton grattandosi la nuca.
-per me è buonissima .- ribatte Calum – ma loro non mi credono. -
Prendo una manciata di salsa con un pezzeto di pollo e lo assaggio.
Ashton sa in parte a me guardandomi con paura che io cada stecchita al suolo.
-è buona, ragazzi, mancano solo i fagioli neri ed è a buon punto, anche il formaggio si sta sciogliendo bene, siete bravi, dai .-rispondo lavando il cucchiaio e ridandolo a Calum.
-vedi, Ashton? Io cosa ti avevo detto !- gli urla
-anche Michael non si fidava dei tuoi intrugli e non gli dici nulla?- urla a sua volta
-ma che c'entro io?- domanda il povero Mike.
-ZITTO MICHAEL!- urlano i due all’unisono.
-devi smetterla di prendertela con me, Calum sei davvero insopportabile!-
-senti chi parla! Smettila di fare la vittima!-
Assisto alla scena trattenendo le risate . Richiamo Michael che guarda la scena quasi sconvolto .
-io vado di là .- gli sussurro.
-vengo anche io, non riesco ad assistere a questa scena così ...– si ferme guardando i due che ancora urlano - ...imbarazzante .- risponde sussurrando a sua volta.
-andiamo, Mike .- mi intrufolo sotto al suo braccio e andiamo in salotto dove Luke sta ancora guardando la tv .
Mi avvicino a Michael e gli sussurro di fingere che ci sia un problema in cucina . Lui annuisce sorridendo.
-oddio, Luke!- urla Michael fingendosi sconvolto
-cos’è successo, Michael?- domanda disinteressato.
-non è facile da dire, ma, ehm, abbiamo rovinato la cucina, nulla di grave, è solamente tutta sporca di salsa  e abbiamo ammaccato la pentola, ma nulla di grave . Ah, già, abbiamo anche rotto un armadietto con la pentola .- rispondo io cercando di non ridere, da piccola sono sempre stata definita come una “brava attrice”, ma ora non riesco nemmeno a dire una bugia perché scoppio a ridere. Tutto sommato sembra che se la sia bevuta, dato che ci volta verso di noi con una faccia terrificante e due occhi sgranati . Missione compiuta .
-COSA AVETE FATTO?- domanda correndo in cucina. Io e Michael ci dividiamo perché passa proprio nella nostra direzione, preoccupato come non mai.
 Ci fissiamo un secondo e andiamo in cucina a osservare la scenda di Luke che se la prende con Calum e Ashton che urlano che è tutto a posto, mentre noi crolliamo per terra ridendo come trichechi (soprattutto io) . Quando mi tolgo le lacrime dal viso vedo che ci sono tre persone a guardarci con uno sguardo che brucerebbe anche le pietre. Manco avessimo dato seriamente fuoco a casa. Poi quei due non stavano mica litigando?
-vi diamo un minuto di bonus per cominciare a correre, io e Calum pensiamo a Michael, Luke, tu prendi la piccoletta .- dice Ashton osservandoci con finto odio.
Così cominciamo a correre su per le scale e io, sentendo i passi pesanti dei tre ragazzi che salgono le scale, scappo nel bagno e lo chiudo; poi comincia una corsa stile cartoni animati, dove si entra in ogni singola stanza del corridoio: dalla camera padronale a quella degli ospiti, dal bagno allo stanzino, poi riesco finalmente a bloccarmi in una camera mettendo una sedia a chiuderla.
La camera di Luke.
Mi perdo ad osservare tutti i poster degli All Time Low, degli Sleeping With Sirens e dei Green Day, i milioni di CD e le varie cose che arredano la camera: chitarre, un computer, vestiti ovunque. Mi dicevano che è molto ordinato(sarcasmo). Diverse foto di lui con i ragazzi, con la famiglia e anche diversi cartelloni di fans e poi tipo una decina di peluches di pinguini.
Penso a quante cose saranno successe qui, con i ragazzi, chissà che avranno fatto in questa camera, chissà che ragazze ci saranno state in questa camera.
A questo pensiero la gelosia si impossessa del mio corpo e comincio a mordermi con nervosismo il labbro, chissà quante ragazze avrà baciato in questa stanza. Chissà quanto sono deficiente a pensare queste cose.
Eh già sono proprio cotta, ma proprio tanto.
Improvvisamente la sedia cade e un Luke tutto rosso in viso appare saltandola e venendo nella mia direzione con un leggero fiatone.
-sei in trappola .- afferma ridendo. Ormai sono due settimane che ci conosciamo e sa tutto di me, una cosa quasi incredibile. –ora inizia la tortura vera .- il solletico, che sia maledetto il giorno in cui lo scoprì.
-no, Luke, stammi lontano, smettila, allontanati!- rido indietreggiando e ricadendo sul letto ancora disfatto. Mi appiccico al muro e prendo il cuscino per farmi da scudo e mentre lo posiziono tra le ginocchia ripiegate e il viso il suo profumo mi inebria, riempiendo il mio naso e ubriacando il mio cervello. Assaporo ancora e ancora il suo profumo premendo il cuscino contro il mio viso e facendo come faccio spesso col suo petto, la sera, quando viene nel mio letto, come la prima volta a parlare, ridere e scherzare. Detto così sembra chissà cosa ma in realtà stiamo seduti vicini nel letto e ogni tanto gli metto la testa sulla spalla o lo abbraccio quando siamo sdraiati . Pensare che sono già passate due settimane. Ho sempre detto che rimanevo un mese, ma, in realtà, sono esattamente 6 settimane di permanenza, era meglio dire un mese più che un mese e mezzo, credo. Perché mi sto perdendo in questi lunghi discorsi? Sono messa peggio di una logorroica psicopatica.
Mi toglie il cuscino e salta sopra al letto facendomi sussultare.
-guai a te se mi fai il solletico!- urlo scalpitando
-ok, non lo faccio, ma tu prometti di dire che l’ho fatto? Non voglio seriamente torturarti, sarei davvero un cattivo amico se facessi ciò.- eh, è stato più facile del previsto.
-certo, dirò che sei stato il torturatore più cattivo di tutti i tempi .- dico battendogli il pugno e facendolo “esplodere” come mi ha insegnato mio cugino. –però è stato troppo facile.- mi mordo ancora le labbra.
-se vuoi il solletico te lo faccio.-
-no no, per l’amor di dio, no .- mi risistemo la berretta che a forza di correre è caduta non so quante volte.
Mi ruba la cuffia mentre io urlo un leggero “ehi! Potevi chiedermela, almeno” lui fa spallucce
-mi piace troppo .- si giustifica.
-dirò a mia nonna di fartene una .- gli dico io.
Luke appoggia delicatamente alla mia spalla con la testa (cosa che fa spesso e che mi provoca dolorose fitte allo stomaco, bastardo, lo fa apposta). Veronica Pomodoro mode on.
-forse sarà meglio andare a controllare come procede il ripieno delle fa ...-faccio con voce persa e imbarazzata; non finisco la frase che Luke mi attira di nuovo a sé .
-se ne occupano i ragazzi, sta qua con me. – mi osserva facendo il labbrucio.
-come mai tutta questa dolcezza oggi, Hemmings?- chiedo. Sorridendo
-ehi, sono sempre dolce nei tuoi confronti.- e cambia posizione prendendomi sottospalla e stringendomi contro al suo petto.
-sì, dai . Grazie ancora per avermi prestato la maglia .- dico stringendolo ancora di più per ringraziarlo
-in realtà sei tu che me l’hai rubata, ma, dettagli .-
-ti voglio bene anche io. - mi stringo più a lui
-cambia pure argomento.- apro la bocca per ribattere, ma delle urla mi interrompono.
Ci fissiamo e corriamo giù dalle scale.
-oh mio dio, ho la lingua che brucia, coglione, perché me l’hai fatta mangiare senza i nachos?! F… - non si intuisce l’ultima parola, ma percepisco un fanculo .
 La delicatezza di Michael Clifford, gente.
Credo sia la rivendica dei ragazzi. La miglior rivendica di sempre, però, povero Clifford, mi dispiace un po’ dato che io e lui ormai facciamo squadra contro i cattivi. Trattengo una risata
-fatemi smettere di ridere!- urla Calum steso sul pavimento con una mano sullo stomaco.
Faccio per dirigermi in cucina, ma noto che avevo preso per mano Luke mentre scendevamo. Mi volto arrossendo e trascinandolo con me a preparare il nostro pranzo. Gli altri sono troppo messi male per riuscire ad arrotolare le fajtas.
-io metto il ripieno tu le arrotoli, ok?-
Lo guardo per ottenere conferma .
-va bene, capo .- dice prendendo l’occorrente .
Suona il campanello, so già chi è.
Corro in salotto e apro la porte
-GIORGIA!- urlo saltandole al collo
-RONNIE!-ribatte lei stringendomi. Nonostante l’età sono più alta di lei di circa 9 cm .
Facciamo queste scene come se fosse da una vita che non ci vediamo, in realtà due giorni fa è venuta qui a cena.
-Ciao Gio .- gridano i ragazzi in salotto.
-ciao .- dice timidamente quasi in un sussurro. Non si è ancora abituata a sentire i ragazzi che la chiamano così. Soprattutto Michael, che la guarda leggermente perso. So che lei è cotta, ma di lui non so nulla.
-andiamo in cucina.- le dico in italiano.
-ok, ma non c’è la mamma di Luke?- domanda nella stessa lingua.
-è via a fare non so cosa .- rispondo facendo spallucce.
-capisco. Hai sentito tua madre?- chiede lei
-ehm, ieri le ho detto che sto studiano benissimo la lingua, che la famiglia è simpatica e nulla, è felice .Tu hai sentito i tuoi?-
-anche io ieri, ho saputo che mio fratello si è rotto un braccio cadendo dalle scale, idiota.-
-non si è rovinato la faccia, vero? Oddio è un figo da pa … -
-ciao Gio. – ci interrompe Luke
-ciao Luke .-
-finisco dopo.- ora torniamo a parlare in inglese .
-no, ora mi dici perché sarebbe un peccato se mio fratello si fosse rovinato la faccia . E’ un figo da … ?- stronza, l’ha detto inglese per far sentire a Luke, la uccido. Capisco che la mia teoria è giusta quando io la fulmino con lo sguardo e lei sorride dolcemente. Che bell’amica che ho.
-dicevo che è un figo da discarica, sarebbe meglio se si fosse rotto la faccia, magari gliela sistemano.- dico in inglese – come farò io con la tua .- continuo in italiano per far capire solo a Giorgia.
-sei meschina!-urla lei.
Luke ci guarda con un sopracciglio alzato.
-ok, riprendiamo con la preparazione del pranzo.-
Ancora abbracciata a Giorgia ricomincio a dare ordini .
-io metto la salsa, Luke arrotola e mette lo stuzzicadenti, Giorgia le fa scaldare sulla piastra.-
-va bene .- dice Luke “strappandomi” da Gio con fare geloso.
-allora, cominciamo .- dico io tranquillamente
Nel giro di una ventina di minuti siamo già a tavola a mangiare quello per cui abbiamo sgobbato tutta la mattina.
-oddio, sono buonissime!- afferma soddisfatto Ash.
-concordo .- dice Giorgia.
-ehi, ringraziatemi, sono io che ho fatto la salsa!- urla Calum offeso.
-bravo Calum, vuoi anche l’applauso?-domando. Annuisce. Batto una volta le mani –ecco a te .- gli faccio la linguaccia.
Il pomeriggio passa in fretta.
“Seduta” sul divano con le gambe distese su Luke osservo le mie converse verdi fluo e poi torno a osservare l’unico paio di leggins presenti nel mio armadio, li ho indossati perché faceva troppo caldo per gli altri pantaloni, poi l'altra metà stava a lavare, però non so perché li ho messi in valigia dato che (almeno secondo me) segnano tutte le cosce, coperte fino a circa a metà dalla maglia di Luke. Giorgia mi ha fatto i complimenti, mi io mi chiedo ancora quanto sono coerente. Quanto gente c’è che odia sé stessa e indossa un paio di leggins? Oh, io.
Il mio “poggia piedi” vede la mia espressione poco convinta che osserva le gambe e si avvicina leggermente a me sussurrandomi all’orecchio “è inutile che ti guardi con quello sguardo inorridito, sei bellissima vestita così” e quando mi sfiora con le labbra divento tutta un brivido.
Sorrido imbarazzata come non mai dato che noto Calum che distoglie lo sguardo con un sorriso stampato. Ricordatemi di ucciderlo.
E’finito nella mia lista, giusto giusto sopra al mio dentista, ovvero in prima posizione.
Presto mi alzo per andare a bere qualcosa e in codice segreto dico a Giorgia di seguirmi senza farsi notare. Ci scambiamo uno sguardo di intesa e in poco tempo mi ritrovo a dover pulire il casino fatto con l’acqua.
-allora, dopo questa lunga sclerata devo intuire che lui ti piaccia davvero molto.-
-spiegami, non lo avevi ancora capito quando ti ho raccontato cos’è successo la prima notte? Messa bene come il tipo della pubblicità della “Enantium”-
-sì, ma non credevo così tanto. Grazie, sempre gentile.-
-dopo due settimane passata attaccata a lui 20 ore su 24 credo che la cosa sia diventata più che evidente, anche lui se ne sta accorgendo e anche Calum se n’è accorto dato che ci fissava sorridendo.-
-non me ne ero accorta .-
-ci credo, hai occhi solo per Michael! Comunque la faccenda si fa sempre più imbarazzante.-dico io tornando di là. Mi manca parlare italiano tutto il tempo. 
-non è vero. Ok, forse solo un po’, ma è davvero perfetto.-
-sei innamorataa!- urlo. Ci guardano tutti storti dato che nessuno capisce il discorso.
-se non la smetti ti faccio fare la fine del mio gatto.- il suo gatto, il gatto che a sette anni buttò nella vasca dei pesci e fece morire perché mentre lo  teneva sott'acqua urlava “VAI NEMO, TRASFORMATI IN PESCIOLINO!”
-sei una persona orribile.- torno a sedermi guardandola con disgusto, per poi tornare a sorridere notando che tutti stanno facendo la stessa cosa.
-che facciamo?- urlano Calum e Ashton.
-guardiamo un film!- suggerisce Michael seduto vicino a Giorgia.
Io e Luke ci fissiamo dato che qualche giorno prima aveva comprato “Ted”
-hai già capito .- gli dico sorridendo.
Fa partire il film e passiamo il pomeriggio tutti lì sul divano a ridere.


Il resto della giornata scivola via e tutti se ne vanno.
Anche i giorni successivi passano come niente tra strane situazioni e giornate di ozio.
Ormai il mio letto è diventato pubblico dato che entrano tutti, soprattutto il carissimo Luke che viene sempre a scroccare il caldino delle mie lenzuola. Quando la mattina è con me sotto alle coperte “lo costringo” spesso a ascoltare Sheeran, ma ci sono anche mattine in cui sono troppo stanca per ribattere e quindi ascoltiamo qualcosa dal suo iPhone.
Passiamo così tutte le mattinate di una settimana: ascoltando musica, soprattutto Ed, ogni tanto lo sento canticchiare, quando lo fa mi soffermo sempre a osservare le sue varie espressioni e quando si volta verso di me spesso mi giro e fingo di chiudere gli occhi, altre lo guardo sorridendo leggermente.
I pomeriggi non li passiamo mai soli, ci sono sempre Giorgia e i ragazzi in giro per casa, un solo pomeriggio siamo stati senza di loro, ma c’era Liz in giro e abbiamo dovuto fare diverse cose.
Un giorno, a casa di Michael, si verifica un episodio abbastanza strano. Io sono in cucina, arriva Luke che mi abbraccia da dietro.
-devi smetterla di fare il passo da gatto, io mi spavento, ok?- urlo mettendomi la mano sul cuore.
-non ci posso fare niente se tu non mi senti .- fa spallucce
Mi affaccio al frigorifero come fosse casa mia e prendo due bottigliette d’acqua
-prendi.- gli dico lanciandone una. Penso un attimo. –tutto questo finirà, tra un mese, tornerà tutto alla normalità, io la sfigata senza amici e tu di nuovo il membro dei 5 seconds of summer che sono presi dalle registrazioni dell’album di debutto e io ritornerò a stare a casa a piangere sperando di potervi vedere ancora una volta mentre voi mi scorderete presto .- sorseggio l’acqua con nonchalance, come se avessi appena mandato verbalmente a quel paese un sordo.
-non ripeterlo nemmeno per scherzo, Ronnie . Lo sai che io e i ragazzi non potremmo mai farti una cosa del genere, hai anche i nostri numeri di cellulare, ci possiamo sentire ovunque, anche su twitter, su facebook, su skype, su facetime anche via posta se volessi.- dice lui severo osservandomi, io non ricambio perché abbasso lo sguardo, colpevole di aver dubitato non solo di lui, ma anche di Ashton, Calum e Michael, i quattro ragazzi più meravigliosi al mondo. –non pensarlo più, ok? Non potremmo mai dimenticarti, mai.- ripete lui stingendomi contro il suo petto, scoppio a piangere stringendo la sua schiena, sentendomi sempre più colpevole di un atto così grave quanto la non fiducia nei confronti dei ragazzi .
Alzo il viso e cerco di sorridere come posso, tirando su solamente un angolo della bocca.
-io, io non so dirti che mi è preso, è che tutti, tutti si scordano di me, tutti mi escludono dalla loro vita appena mi sposto un attimo e io non voglio che voi lo facciate, soprattutto ora che vi ho trovato, soprattutto che ora so che è tutto vero, non voglio e non posso .- affermo con le lacrime che sgorgano come fiumi in piena.
-e da quando io sarei quel tutti? Ricordati che ogni volta che avrai bisogno di me, non importa la distanza, il fuso orario o i miei impegni, io sarò lì per te e ogni volta che ti sposterai io ti riporterò da me .- rimango senza parole dopo questo discorso . Avvicina una mano e toglie ogni residuo di lacrima dal mio viso, poi la tiene sulla guancia, si avvicina, le nostre labbra sono a si e no 2 cm .
-ehm … ehm … - fa Calum sull’entrata della cucina. Ma sempre a guardarci sta sto qua? –scusate se vi ho interrotti, come con facetime .- entra e prende una Fanta.
-devi smetterla di pensare male, Calum . Stavo dicendo che quando me ne andrò da qui sarà come se nulla fosse accaduto perché non sono una persona che lascia il segno e poi Luke mi ha sgridato dicendomi che non è per niente vero, così io mi sono sentita in colpa e sono scoppiata a piangere sulla sua maglietta così dopo mi ha tolto le lacrime e, basta, questa è la storia. – qualcuno mi metta un freno. Dovrebbero mettere anche a me i 140 caratteri.
-lo sapevi che non avremmo mai fatto una cosa del genere!- si avvicina e mi allontana da Luke –e smettila di tenertela tutta per te, devi condividerla un po’!- esclama Calum stringendomi e facendo come per nascondermi.
-aw, grazie Calum. Scappiamo in America io e te e viviamo in una casa stracolma di cani!- faccio io tutta contenta
-possiamo, Luke?-
-no, guai solo a te se ci provi .-
-quanto mi sento amata!- smuovo la testa per far andare indietro i capelli. Brutto vizio.


A fine della terza settimana il tempo non è il massimo, ma tutti decidiamo di prendere e fare qualche giro dell’isolato per accompagnare Giorgia a casa, giustamente è troppo poco normale andare a piedi, quindi due dei quattro cretini sono andati in monopattino (i più grandi, mi sembra giusto) mentre Calum faceva un keek; io e Gio ci siamo spostate perché non vogliamo assolutamente finire sul keek dei ragazzi.
-CIAO!- urla Cal tenendo l’iPhone.
-heila!- fa Ash. Si scambiano iPhone e monopattino. -oggi siamo in giro per la città con degli amici – fa riferendosi a noi . –e .. Calum! Smettila di fare l’idiota!- dice tra le risate vedendo Michael e Calum che stanno facendo gli stupidi su un monopattino –e oggi stiamo facendo una salita in monopattino, un’idea geniale .- mi scappa una risatina orribilmente sonora . –ora è meglio andare perché stiamo per fare una gara, vi amo!- urla salutando, così come tutti gli altri membri della band.
-chi arriva primo deciderà che mangiare per cena .- dico io ai ragazzi. –se arriveranno prima quelli con il monopattino decideranno il film, se arriveranno prima quelli di corsa decideranno se fare i biscotti .-
I ragazzi si sistemano e al nostro via partono, più veloci del vento . Primo si arrende Mikey che si ferma dopo poco metri. Gli altri fanno fatica, ma per primo arriva Luke, seguito da Ashton e Calum alla pari.
Arriviamo anche noi alla salita e poi, tutto d’un colpo comincia a piovere. Senza preavviso ognuno prende e corre da parti opposte.
Io ricorro giù dalla salita e davanti a me c’è Luke, svolta in un angolo e mi tira dentro. In un attimo mi ritrovo incollata a lui, a pochi centimetri di distanza. Mi stacco e mi appoggio al muro opposto rispetto al suo.
-era prevista una sezione di ginnastica sotto alla pioggia?- domando
-credo di no. - attimi di silenzio in cui riprendiamo fiato . Mi rialzo e mi avvicino a lui trovando il coraggio di parlare. Devo dirgli ciò che provo, quando mi ricapita di beccare la pioggia?
-Luke, devo dirti una cosa- comincio a sfregare i palmi e a mordermi le labbra.
-sentiamo .- dice
-dopo il discorso a casa di Michael ho pensato tanto e … - cerco di riprendermi, non trovo le parole, quindi vado dritta al sodo -Sei speciale, non ti voglio perdere .- affermo io dopo svariati minuti silenziosi andando ad osservarlo da vicino. Non era in programma tutto questo.
-nemmeno io .- risponde . Delicatamente scosta una ciocca bagnata che copriva il mio occhi sinistro .
-sei perfetto .- sussurro io mentre mi avvicino per abbracciarlo.
Si abbassa delicatamente all'altezza mio orecchio e mi sussurra -baciami .-
Io incredula rispondo -cosa?-
-baciami .- ripete. Niente di tutto questo era in programma, ma, in questa vita, cos’è in programma?
Sorrido senza sapere che fare, ma delicatamente si avvicina a me e fa combaciare le nostre labbra, io circondo il suo collo con le braccia alzandomi leggermente sulle punte mentre lui posa una mano sulla mia vita e una sulla mia nuca.
Lo stomaco si contorce, il cuore accelera e le gambe tremano tanto che non credo che riuscirò a sostenermi ancora per molto.
Pochi minuti dopo separiamo le nostre labbra sorridendo. Il mio primo bacio l’ho dato seriamente a Luke Hemmings, o era un sogno? Non è che ora salta fuori mia nonna che sputa fuoco e che mi manda in una scuola dove mi lanciano libri? Oppure ora riapro gli occhi e mi ritrovo nel letto al piano di sotto dove sto sempre d’estate.
-se è un sogno, ti prego, non svegliarmi .- sussurro io. Sono appoggiata alla sua fronte e ho gli occhi chiusi.
-se fosse un sogno sarebbe il più bello della mia vita .- risponde continuando ad accarezzare i miei capelli bagnati.
-allora è questo quello che cercavi di fare a casa di Michael tre giorni fa?- domando io curiosa
-forse sì, forse no .- dice con un sorriso mozzafiato. –allora è per questo che ogni volta che mi avvicinavo a te cominciavi ad avere i brividi .-
-ho una cotta per te dal primo giorno, possibile che non te ne sei accorto, Lucas?-
-l’ho capito quando hai odorato il mio cuscino per cinque minuti buoni .-
-ehi, non è vero! Forse due, ma non cinque .- rispondo incrociando le braccia con fare bambinesco.
-comunque l’hai fatto.-
-e tu hai provato due o tre volte a baciarmi quindi ho vinto io, caro il mio Luke .-
-non puoi dirmi che ti dispiace il fatto che abbia tentato di baciarti, perché non ti crederei nemmeno se me lo giurassi!-
-ok, non mi dispiace ottenere queste attenzioni da te, ok? Ora avviamoci verso casa perché non voglio il raffreddore.- affermo mettendomi sotto al suo braccio – ma prima .- mi riavvicino e gli strappo diversi baci, intanto lui mi prende e mi fa girare. –basta, basta, mi gira la testa!-
-allora avviamoci a casa, saranno tutti lì ad aspettarci .Dobbiamo fare i biscotti, giusto?-
-giusto.- ribatto io.
Andiamo verso casa abbracciati e,per la prima volta, non mi importa chi ci vede, non mi importa se mi insultano e mi prendono in giro, se mi indicano e mi guardano inorriditi l’importante è che ora so che qualcuno mi vuole bene per ciò che sono, ora capisco quelle canzoni d’amore che sembravano solo miele fino a qualche settimana fa. Ora so che significa amare e voglio cominciare con Luke, voglio fargli vedere quanto questo conti per me e che lui non è Luke dei 5sos, ma Luke Hemmings quello che mi ha visto in pigiama, sporca di marmellata e a pezzi, colui che mi ha giurato di esserci sempre nonostante tutto e colui che mi ha sgridato per aver solo pensato che mi potessero dimenticare.
Il viaggio verso casa è silenzioso, ma non il tipico silenzio, uno che ha le sue parole da dire, ci guardiamo continuamente e lo tengo sempre più stretto, come se avessi paura che arrivasse qualcuno a portarmelo via. Non sarebbe la prima volta che qualcuno mi ruba una cosa a cui tengo.
Ad un certo punto comincio a ridere, senza motivo, solo perché questa situazione mi sembra quasi esilarante.
-perché ridi?- domando lui fermandosi
-perché non mi sembra vero tutto questo e soprattutto perché ripensandoci non sei un maestro nel far capire le tua emozioni, non avrei mai pensato che ti piaccio.-
-sono solo un bravo attore, tutto qui . Tu no, lo si capisce subito quando hai una cotta .- ha beccato il mio punto debole
-come fai a conoscermi così bene, insomma sono solo tre settimane che ci conosciamo e sembra che abbiamo vissuto insieme una vita!- approfitto di questo momento per assaporare un’ultima volta quelle dolci labbra che un milione di ragazze sognano. Pensare a tutto ciò mi fa sentire, strana. Si potrebbe dire che sono “una su un milione”.
-sei facile da capire, i tuoi … - si ferma un attimo guardandomi negli occhi – i tuoi occhi, sono loro come un libro aperto . E poi sei una molto emotiva, devi ammetterlo .-
-un pochettino sì, ma solo un pochettino .- dico accompagnando la frase con il gesto.
-se mia mamma scopre che stiamo in giro con questa pioggia mi uccide .- rido.
-guarda il lato positivo, almeno saremo nel letto insieme con l’influenza!-
-cammina, và. - dice scherzando.
Torniamo a casa fradici. Sotto lo sguardo di tutti che ci guardano male
-ci stavamo preoccupando! Dov’eravate?- dice uno.
-spiegatemi che ci facevate in giro con questa pioggia!-ribadisce l’altro.
-c’è tempo per le spiegazioni. Intanto io vado a cambiarmi.- dico a tutti
-anche io. – prima di entrare nelle nostre camere ci scambiamo uno sguardo divertito e entriamo. Mi chiudo la porta dietro alle spalle.
Mi avvicino all’armadio dove è sistemata la roba e tiro fuori la felpa della converse, una maglia con la stampa, opto per dei pantaloni della tuta e le vans. Entro in bagno portando anche il cambio di intimo e calze.
In quel momento sento la porta aprirsi e richiudersi con forza.
-insomma, che vi è saltato in mente?-
-niente ci siamo solo … - sospendo la frase aprendo la porta, infilando il cappello - … baciati
-ah o.. COSA?! Insomma, vi lasciamo soli un ora e voi vi sbaciucchiate?
-sembra di sì .- faccio spallucce ripensando a un ora fa. Incredibile, io, la ragazza senza amici, che non è mai piaciuta a nessuno, la ragazza insicura e che diventava qualcun altro pur di piacere ora ha baciato il ragazzo più perfetto del mondo. La situazione si è rivoltata, ora sì che la mia vita cambia.


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HEILAAAA
Ora sapete che sono anche una grande bugiarda :,)
Lol comunque dovevo andare avanti, ma ho deciso di fare un altro capitolo perché non riuscivo a collegarlo lol
Vabbuòò, oraaaaaaaa grazie per le recensioni di @larrysfeels  @harryskatniss @skyscraper_warrior @Katniss__ @lifesperfume e ovviamente TANTANTANTAAAN CCMONSTYLES E DELOSLIGHTTSS.
ANCHE A VOI CHE SEGUITE E AVETE NELLE PREFERITE, VI ADORO.
ORA SCAPPO, APPENA POSSO MI FACCIO SENTIREEE

Ronnie.
   
 
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