Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SoporAeternus    30/03/2008    2 recensioni
Erano quattro anni che non succedeva, quattro anni di vita “normale”, quattro anni felici da una parte, quattro anni senza il fiato della morte sul suo collo, quattro anni di sicurezza, la sicurezza che nessuno sarebbe morto per causa sua, ma anche quattro anni di una certa indecisione, perché da quando aveva definitivamente sconfitto il Signore Oscuro si era sentito come abbandonato, senza più alcuno scopo. Fino a quel momento era vissuto con l’obbiettivo di sconfiggere il potente e malvagio Signore Oscuro, ma una volta compiuto il suo compito cosa ne restava? Lui aveva portato a termine il proprio compito, cosa avrebbe fatto in seguito? Queste erano le domande che assillavano continuamente la mente del bambino sopravvissuto, ma ora aveva ricevuto una risposta. [...]nessun mago avrebbe scordato un evento del genere, per molti anni seguenti, tutti i maghi si sarebbero ricordati di questo giorno, un giorno che segnava un inizio e una fine. L’inizio del terrore e la fine della sicurezza e della salvezza, nessuno sarebbe stato più al sicuro. [...]
Genere: Romantico, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

CAPITOLO 2:

Il sole era sorto già da molto tempo, illuminando con i suoi raggi una tetra stanza dove stava dormendo Hermione.

La ragazza aprì i suoi occhi dorati quando un luminoso raggio di sole colpì le sue palpebre chiuse, anche se aveva dormito molte ore, aveva sognato per tutta la notte la morte e la devastazione che avevano colpito il villaggio di Sunnyday, così il suo corpo e la sua mente non erano affatto riposati, bensì più stanchi di prima.

Sbadigliando si mise a sedere e diede una fugace occhiata alla sveglia sul comodino d’ebano che era sulla sinistra del suo letto, poi si alzò in piedi passandosi le mani tra i capelli ricci, che però a causa della pioggia del giorno precedente erano diventati crespi e difficili da districare.

Una forte ansia si impadronì di lei e credette di aver visto male, ma quando poggiò nuovamente lo sguardo sulla sveglia impallidì, non poteva essere vero, lei non poteva essere in ritardo, Hermione Granger non era mai in ritardo.

Erano le 10.30 e lei sarebbe dovuta essere a lavoro da ben due ore e mezza, invece per tutto il tempo aveva dormito, la sera prima si era completamente dimenticata di puntare la sveglia, quindi quest’ultima non aveva suonato.

Ma Harry? Neanche si era preoccupato di svegliarla, oh si, gliene avrebbe dette quattro.

Si fiondò in bagno, dove sospirando decise che non c’era tempo per mettere a posto i capelli, così decise di legarli in una coda alta, poi, siccome quando una giornata è no, tutto va male, non riusciva a trovare la sua divisa da auror, così si vestì con le prime cose che le capitarono davanti, un paio di jeans scuri e una camicetta di cotone nera.

Scese al piano di sotto dove trovò Ginny ai fornelli, che non appena la notò si girò e le sorrise.

-Si può sapere perché nessuno mi ha svegliata?!-

-Herm, eri stanca e ho pensato di lasciarti dormire un po’-

Hermione le scoccò un’occhiata di fuoco poi impugnata la propria bacchetta si smaterializzò.

***

Il quartiere generale degli auror non era mai stato così affollato come quella mattina.

Gli auror sembravano impazziti e correvano da tutte le parti, mentre spesso si sentivano scoppiare dei pianti isterici o delle urla e questo non giovava sicuramente a David Manson, che fumando una sigaretta dopo l’altra continuava a rimproverare e dare ordini a chiunque gli capitasse a tiro, inoltre era infuriato perché in una giornata come quella Hermione Granger non si era presentata.

Quello se lo sarebbe aspettato da Potter o da Malfoy, quest’ultimo non era ancora arrivato infatti, ma mai da Hermione Granger.

Quest’ultima arrivò correndo dal “boss” e si scusò più volte per il suo ritardo.

-Dopo ne parliamo, eh? Ora raggiungi quegli altri incapaci e aiutali a finire ciò che devono fare!- urlò David, che la spinse malamente fuori dal suo ufficio e chiuse la porta subito dopo.

Sempre il solito, pensò Hermione entrando in una stanza dove trovò alcuni auror e delle persone sconosciute, alcune di queste erano sedute su delle poltrone, altre piangevano, altre ancora erano svenute.

Tra gli auror vide il suo carissimo Harry, Blaise, Pansy e Ron.

Gli ultimi due stavano parlando tra di loro sorridendosi, quella mattina il mondo girava proprio al contrario!

Harry stava parlando con un uomo e una donna entrambi sulla quarantina, che lo ascoltavano molto attentamente e di tanto in tanto un gemito sfuggiva dalle labbra della donna, mentre l’uomo le teneva un braccio sulle spalle ma aveva gli occhi lucidi.

Blaise stava leggendo un foglio di carta, così decise di avvicinarsi a lui.

-‘Giorno Blaise-

Lui spostò i suoi profondi occhi cobalto sulla sua figura e le sorrise.

-Buon giorno anche a te, Herm, sei arrivata alla fine-

Lei decise di sorvolare sull’argomento e sempre con una faccia imbronciata chiese

-Cosa devo fare? Da quanto ho capito queste persone devono essere i parenti dei deceduti, dammi pure la lista-

-Ma cosa devo fare per farti sorridere almeno un po’? E’ da ieri che hai una faccia sempre imbronciata-

-Non devi fare assolutamente niente, ora potresti darmi i nomi?-

Blaise assunse un’espressione scettica mentre le lasciò tra le mani un foglio con alcuni nomi e poi le disse

-Beh buona fortuna-

Si, fortuna…quella mattina si era proprio dileguata e borbottando qualcosa cominciò a leggere la lista.

Nonostante la ex grifondoro avesse una pazienza invidiabile, quella mattina si era già esaurita e si chiese come avrebbe fatto per parlare con quei genitori disperati, non era un compito facile ed era richiesta una buona dose di pazienza e delicatezza e in quel momento le mancavano sia la prima che la seconda, ma dopo aver tirato un sospiro chiese ad alta voce

-I signori McKent?-

Una piccola donna pallida, dai grandi occhi cerulei e dai lunghi capelli neri si avvicinò a lei titubante poi con una voce melodiosa rispose

-Ci sono solamente io, non si preoccupi, sono consapevole di quello che mi dirà-

Poi i suoi occhi divennero lucidi.

-Signora McKent, mi dispiace portarle questa brutta notizia e le prometto che faremo di tutto per catturare coloro che hanno commesso un’azione così orrenda, però abbiamo ritrovato il corpo di suo figlio, Jhonathan McKent-

Il viso della donna si rigò di lacrime silenziose, poi chiese

-Posso sapere…com’è morto?-

Hermione non si aspettava una domanda del genere, ma cercando di mantenere un tono distaccato le rispose.

-E’ stato arso dalle fiamme-

-Grazie signorina…arrivederci-

La signora le diede le spalle e aveva il corpo scosso dai singhiozzi, poi uscì dalla stanza.

Poco dopo fece il suo ingresso l’eleganza fatta a persona, Draco Malfoy, che sembrava circondato da un’aura gelida ed impenetrabile e dopo aver salutato Blaise si sedette su una poltrona cominciando a fumare una sigaretta.

Questo irritò molto Hermione, perché anche per lei era una giornata storta, ma non per questo si sedeva su una poltrona con l’intento di fare nulla, così si avvicinò alla serpe e gli buttò addosso dei fogli.

Gli occhi del biondo si assottigliarono e sembravano mandare lampi nella sua direzione, poi le sibilò

-Sparisci Mezzosangue, non ti voglio avere davanti-

-Oh il principino è nervosetto? Beh non me ne frega un cazzo, datti da fare, perché tutti siamo nervosi ma non ci comportiamo come te-

-Neanche se ti impegnassi potresti comportarti come me- ghignò lui.

-Hai ragione, perché io non sono una viscida serpe stronza come te e ora principino datti da fare-

Il ghigno di Draco si allargò ancora di più e poi avvicinandosi le sussurrò

-L’hai voluto tu-

Draco si alzò dalla poltrona e dopo essersi posto al centro della stanza stracciò il foglio che gli aveva dato la moretta e cominciò a parlare ad alta voce.

-Signori, finiamo questa sceneggiata, ora pretendo silenzio e poi potrete andare a frignare, ad urlare o a suicidarvi fuori di qui. Tutti i presenti in questa sala sappiano che i vostri parenti che abitavano a Sunnyday sono morti, ora potete tornarvene a casa e fare quello che vi pare-

Hermione ed Harry erano impalliditi, Blaise scosse la testa con disapprovazione, mentre Pansy e Ron guardavano il biondo con occhi sgranati.

-Malfoy è il solito idiota- commentò Harry.

-Già, ma non è il solo, dopo ne parliamo eh- disse Hermione rivolta all’amico che la guardò con uno sguardo di pentimento.

Draco le rivolse uno sguardo sarcastico e poi accendendosi un’altra sigaretta si rimise comodo, mentre i maghi uscivano dalla stanza.

-Hai la delicatezza di un ippogrifo, Draco- gli disse Blaise avvicinandosi.

-E’ la cosa che avrei detto ad ognuno di loro, per risparmiare tempo l’ho detto una sola volta-

Blaise lo guardò scettico.

-Sei senza speranze-

-Che facciano storie o meno non li aiuterà di certo a riavere indietro i morti e poi ho mal di testa, non ho voglia di sentire strilli vari- replicò con sufficienza il biondo.

Hermione portò gli indici ai lati della testa, sulle tempie e prese a massaggiare, avrebbe fatto meglio ad ignorare il biondastro, perché non faceva altro che innervosirla sempre di più, poi si sedette stancamente su una poltrona bordeaux.

***

In una stanza rettangolare, le cui pareti un tempo dovevano essere state di un colore verde scuro, ma che ora erano oramai sbiadite, si trovava una donna, che sedeva su una poltroncina di velluto argentato, con le lunghe e snelle gambe accavallate.

Attorno a lei aleggiava un’aurea magica molto potente, una delle più potenti in assoluto, un puro concentrato di magia nera ai massimi livelli.

Nella mano destra teneva un bicchiere di cristallo, colmo di uno dei vini rossi italiani più pregiati, perché lei non beveva come la maggior parte degli stolti, per dimenticare od ubriacarsi, bensì aveva una passione per il vino, ma non vini qualunque, pretendeva sempre i migliori.

La mano sinistra passò tra le sue mosse chiome corvine, per poi appoggiarsi elegantemente al bracciolo.

La donna era in preda ad un’eccitazione ed una gioia particolare, finalmente si era scoperta, finalmente avrebbe cominciato a divertirsi con gli esseri umani, così deboli, così indifesi di fronte alla sua grandezza, anche se non aveva recuperato pienamente i suoi poteri, senza alcuno sforzo avrebbe potuto spegnere una vita con uno schiocco di dita.

Un flebile suono provenne dall’altra parte della porta, segno che qualcuno stava bussando. I suoi occhi maligni si puntarono su di essa e senza muoversi spalancò la porta, invitando ad entrare colui che l’aveva disturbata.

La soglia venne varcata immediatamente da un uomo magrolino, che timoroso teneva il suo sguardo celeste puntato sul pavimento e si inginocchiò davanti alla donna.

-Parla, James, non ho tempo da perdere-

-Signora, sono venuto ad avvisarla che i preparativi per il prossimo attacco procedono a rilento, temo che… toccherà… rimandarlo-

L’uomo tremò impercettibilmente, colmo di terrore per ciò che era stato obbligato a riferire e non osò alzare lo sguardo, verso la sua Signora.

La donna dalla chioma corvina ghignò e poi si alzò dalla poltroncina, annullando la distanza tra se stessa e l’uomo, piantò malamente uno dei tacchi molto alti dei suoi stivali nel centro della mano dell’uomo, spingendo con forza fino a trapassarla.

Egli aveva il viso contratto dal dolore, mentre sentiva il rosso sangue caldo fuoriuscire dalla ferita, e dei gemiti sfuggirono dalle sue labbra livide.

Lei poi velocemente ritirò il piede e puntando gli occhi sulla figura maschile vide il corpo di quest’ultimo cominciare a ricoprirsi di pustole e bruciature, che aumentavano continuamente rendendo insopportabile la pena e facendo sì che l’uomo cominciasse ad urlare per il forte dolore.

Con le grida di dolore si sparsero anche le risate sadiche della donna, la pena cessò solo quando il corpo era interamente ricoperto di bruciature più o meno gravi e una puzza di bruciato aleggiava nella stanza.

L’uomo continuava a contorcersi e a gemere sul terreno, ma poco prima che perdesse conoscenza la donna si chinò sul suo orecchio sibilando gelidamente.

-L’attacco non verrà posticipato, oppure tutti avrete una punizione esemplare, vedrai, quella che ti ho inflitto oggi non sembrerà nulla-

Poi la donna dalla chioma corvina si sedette nuovamente sorseggiando il vino e guardando l’uomo praticamente irriconoscibile che giaceva oramai incosciente ai suoi piedi.

-Non cambierai mai, Danielle…- un sussurro appena accennato provenne dalle sue spalle, poi sorrise maliziosamente.

-Non ho intenzione di farlo e poi per quanto mi risulta il mio comportamento non ti ha mai dato fastidio, anzi…-

-Io non ho detto che questo mi da fastidio, ho solo fatto una semplice constatazione-

Due mani maschili, perfettamente curate, si posarono sulle spalle di Danielle, scostandole delicatamente le lunghe ciocche corvine e scoprendo in questo modo il suo candido collo, che l’uomo accarezzò sensualmente.

Successivamente le mani furono sostituite dalle sue labbra fredde, ma che lasciavano una traccia rovente sulla pelle della donna, che socchiuse gli occhi a quel tocco.

Quell’uomo sapeva perfettamente come farla impazzire, conosceva tutti i suoi più profondi desideri, tutti i suoi piaceri, sapeva soddisfarla come nessuno riusciva, era potente, molto, persino più di lei e da una parte questa cosa la caricava di desiderio, perché a lei piaceva sentirsi in balia di quell’uomo, che se avesse voluto avrebbe potuto porre fine alla sua esistenza molto facilmente, soprattutto in quel momento, visto che non aveva ancora recuperato pienamente i poteri.

Danielle si alzò in piedi ponendosi di fronte a quel Dio e lo osservò attentamente, facendo vagare lo sguardo su tutto il suo corpo perfetto.

Egli aveva una carnagione lattea, che sembrava impalpabile, il volto era composto da un paio di occhi color del ghiaccio, le iridi erano grigie ma con una sfumatura azzurra, le ciglia nere lunghe, le sopracciglia perfettamente curate in due sottili linee, le labbra erano pallide e sottili.

Legati con un laccio di cuoio ricadevano i suoi corvini capelli sulle spalle. Era alto, magro ma con dei muscoli sviluppati e vestiva con un abito elegante di colore nero.

La giovane donna gli passò attorno al collo le sue braccia, unendo immediatamente dopo le sue labbra carminio con quelle dell’uomo. Quest’ultimo poggiò le mani sui fianchi snelli della sua amante, spingendola con forza verso di sé e facendo quindi aderire i loro corpi infiammati dalla passione.

Ad un certo punto però bussarono nuovamente alla porta e così dovettero dividersi, con molta irritazione.

Poco dopo entrò una donna, che aveva il volto celato dal cappuccio del mantello e la schiena curva, una voce gracchiante fendette l’aria.

-Sono davvero dispiaciuta di avervi interrotta, mia Padrona, ma credo di aver trovato ciò che mi avevate chiesto-

Danielle posò i suoi occhi colmi di disgusto e di attesa su quella figura, poi chiese:

-Credi oppure hai trovato qualcosa?-

L’incappucciata ebbe un fremito che non passò inosservato, poi con voce sicura rispose.

-Ho trovato qualcosa, che potrebbe interessarvi-

-Bene Lysandra, ti seguirò nel tuo studio dove mi spiegherai tutto-

La donna, Lysandra, solo allora si accorse del corpo irriconoscibile riverso a terra e lo osservò con occhi colmi di terrore, quando una voce suadente la distolse dai suoi pensieri.

-Non subirai la sua stessa fine, se servirai a dovere la tua Padrona, prima di incontrarla vai a cercare qualcuno che venga a curarsi di quest’uomo-

A parlare era stato l’amante di Danielle, che nel frattempo si era seduto.

Lysandra annuì e uscì dalla lussuosa stanza, la donna dai capelli corvini prima di seguirla si avvicinò all’amante e gli sussurrò nell’orecchio:

-Più tardi continueremo la conversazione che abbiamo interrotto-

Lui ghignò e sussurrò rocamente

-Non aspetto altro-

Poi Danielle uscì dalla porta e per un po’ si sentì il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento, poi ogni rumore cessò.

***

Cari lettori e lettrici, mi scuso per avervi fatto attendere prima di aggiornare e per la brevità del capitolo.

Questo capitolo non ha convinto molto neanche me stessa, o meglio, la prima parte, spero comunque che la storia vi stia piacendo e che vi interessi.

Ringrazio tutti coloro che hanno speso del tempo per leggerla, coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti e coloro che hanno recensito.

debby12: Grazie per i complimenti ^__^ beh diciamo che con questo capitolo avrai sicuramente capito che non è Bellatrix ad aver assunto il potere, anche se più avanti darò sicuramente spazio anche a lei, perché mi piace moltissimo come personaggio. Per quanto riguarda i pairing… beh sarà tutto da scoprire e ti posso anticipare che Herm penerà parecchio prima di trovare l’uomo giusto. Baci!

MooN 89: Grazie mille! Mi scuso anche con te per il ritardo, spero di riuscire ad aggiornare più in fretta d’ora in avanti, anche se sarà difficile. Baci!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SoporAeternus