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Autore: Lelahel    13/10/2013    6 recensioni
Chicago, 1923
"La Leonessa"
È con questo nome che la giovanissima cantante April Ford è conosciuta nella città di Chicago.
"L'Ibrido"
È con questo nome che è conosciuto il temuto e potente vampiro Niklaus.
Due persone completamente diverse, nella loro natura e nella loro personalità, ma le cui vite saranno destinate a incrociarsi proprio in una notte di fine estate, nella città di Chicago.
Il fuoco e il ghiaccio davvero non hanno nulla in comune?
[Dalla storia]
"Possibile che dove la notte è più buia ci sia tu?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine, Pierce, Klaus, Nuovo, personaggio, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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http://www.youtube.com/watch?v=wEITD4W88Vk

-Capitolo 14: You say you can't hold it together much longer and i should look after your heart-

My worth is the look in your eyes

My prize the smile playing tricks on your lips and I wonder again
Do you ever dream of the world like I do?
I too fear the change coming on
Rolling out of the blue like a storm
Can you hear it scream at the hurt that I knew?

How I wish you’d only see
How your own choices make your dream
Come out shining true before it can leave you
I wish that you could see
How your own choices make your dream
Come out shining true all around you


What is this chill at my heel?
That makes the protections I've built around my pseudo world premiere
Tearing my utopian fiction apart as it happens to just pass along?

I feel a change coming on
Rolling out of the blue like a storm
Crashing against my delirious thoughts where humanity's waiting alone

(Change by Poets Of The Fall)


Quando Klaus ricevette la telefonata di Rebekah, si precipitò rapidamente presso l'appartamento di April.

Ne avvertì il profumo non appena varcò la soglia d'ingresso dell'edificio. Lo sentì pungergli le narici insieme al fetore del sangue rappreso sul suo corpo e lo sentì mischiarsi con l'odore del dolore e della paura.

Salì le scale due alla volta, muovendosi involontariamente con innata velocità, fino a quando raggiunse l'appartamento della ragazza: vi trovò Stefan, adagiato con aria distante sulla parete opposta al letto di April, mentre fissava lei e Rebekah, con le braccia strette al petto. Le due ragazze erano vicine-la vampira seduta ai bordi del letto con eleganza, e l'umana distesa in un abbraccio fatto di sangue e lenzuola. Rebekah sembrava combattere con il desiderio di accarezzare il volto deturpato dell'umana per farla smettere di tremare, ma qualcosa la bloccava dal farlo. Forse il pensiero di farle male, oppure quello di apparire troppo umana agli occhi dei presenti.

Che diavolo è successo Bekah?” Klaus si sentì sfiatare, quando scorse la rovina sul volto di April. Questa aveva il viso gonfio, la pelle solcata da macchie violacee o nere lungo tutte le guance e il mento. Entrambi gli occhi erano quasi chiusi, le labbra gonfie e i capelli spettinati. La violenza che si era accanita su di lei non aveva conosciuto pietà.

È stato Christopher.” rispose la sorella, senza nemmeno voltarsi verso di lui. Continuò a guardare April con le mano congiunte sul grembo e lo sguardo assente. L'umana era sveglia, e quando scorse la figura di Klaus poco distante dai piedi del letto in cui si trovava, sembrò voler combattere con la debolezza che l'attanagliava pur di potergli dire qualcosa.

Ma Klaus non voleva sentire.

Avrebbe ascoltato ogni singola parola di April solo una volta strappato il fegato di Christopher.

Lei è andata a dirgli che voleva lasciarlo definitivamente e lui l'ha picchiata a sangue.” A quel punto Rebekah si voltò verso il fratello e guardò direttamente la vulnerabilità con cui si era denudato.

Il volto del ragazzo era una maschera di puro odio, di quello che non conosceva confini e che avrebbe sradicato ogni cosa gli si fosse parata davanti, lungo il cammino che lo avrebbe portato a sfociare questo sentimento.

L'abbiamo soggiogato affinché dimenticasse e non minacciasse più April.” aggiunse Stefan, con aria fortemente distaccata. “Ma, a quanto pare, chiunque abbia trasformato Violet ha giocato in furbizia e dev'essere giunto anche a lui. Vuole colpirti in tutti i modi attraverso lei, Klaus.”

Il giovane vampiro parlò giusto per dire qualcosa, non perché gliene importava qualcosa delle condizioni di April, bensì per scrollare di dosso a tutti quanti il senso di angoscia che l'odore del sangue dell'umana aveva gettato sugli altri due.

Klaus si voltò a guardarlo con aria interrogativa, trovando una sorta di novità in tutta quella vicenda.

Rebekah li guardò con aria distante. “Abbiamo molti nemici, Klaus. Troppi. Non riusciremo mai a capire chi ci sta giocando con noi a questa maniera....” disse, troppo preoccupata per formulare un'ipotesi. I suoi occhi slittarono di nuovo verso April, la quale assisteva al dialogo tra i tre vampiri stanca e impotente.

Klaus apprezzò il fatto che la sorella fosse priva di punti di riferimento come lo era lui: ragionare in quel momento, quando era la rabbia a dominare, sarebbe servito solo a fargli perdere ulteriormente il controllo.

Intanto non farò vedere la luce di un nuovo giorno a quel bastardo...” disse, voltandosi deciso come era arrivato e lasciandosi ondeggiare sulla schiena il lungo impermeabile.

K-Klaus?”

La voce di April, della leonessa, era un riflesso di tutto il male che giaceva sul suo corpo. Era flebile, spenta, atona, simile a un lamento di morte. Klaus non ebbe il coraggio di guardarla; si limitò a farlo con la coda dell'occhio e notò che Rebekah si era privata dell'immobilità e aveva teso il braccio verso di April, per impedirle di alzarsi dal materasso. Quest'ultima aveva allungato il braccio verso di Klaus, le sue lacrime erano scese silenziose sulla cute, e il vampiro poté avvertirne il rumore rimbombargli nella testa.

Ti...ti prego...non farlo.” lo implorò.

Lo implorava di non uccidere colui che le aveva fatto tanto male?

Klaus non poté accettarlo, anzi, usò quelle parole per buttare benzina sull'odio e la collera che lo logoravano dall'interno. Elaborò mille modi per uccidere quel verme, nei modi più dolorosi possibili.

Mi spiace. Non posso.” rispose, senza dolcezza, ricorrendo solo alla potenza di quell'amore ferito che aveva deciso di proteggere con il sangue.

Uscì dall'appartamento, seguito dagli sguardi di Stefan e April.

La ragazza urlò debolmente il suo nome, ma il vampiro si richiuse la porta alle spalle giusto in tempo per non poterlo udire indistintamente.

* * * *** * ** * ** * ** ** *

Il modo in cui riuscì a entrare all'interno dell'abitazione di Christopher fu singolare.

Gli aprì la cameriera, Klaus si presentò come un socio in affari del suo amico Chris, questa chiese il permesso del suo padrone per lasciarlo entrare e il vampiro fu dentro. Ordinò alla ragazza di lasciare quella casa il prima possibile- perché stava per dare inizio a uno spettacolo dove non si necessitava di platea- e, finalmente, l'odore di Christopher fu l'unico che riuscì a percepire all'interno di quella costruzione.

Lo trovò dentro il suo enorme salone, mentre armeggiava con una pistola, fischiettando una musichetta jazz che Klaus trovò più che adatta come elogio funebre per la sua morte: patetica e stonata come qualsiasi melodia potesse abbandonare le sue labbra.

Era solo e particolarmente allegro, malgrado il sangue di April odorasse ancora sulle sue mani. Si era sempre chiesto come gli umani potessero credere che dell'acqua potesse cancellare dalle loro pelli i crimini di cui si erano macchiati. Lui aveva ucciso e massacrato, ma ricordava ogni singola vita che aveva spezzato, come una macchia indelebile sul proprio spirito, ormai, inabilitato a tornare candido e puro come forse non era mai stato.

Quell'uomo aveva, invece, già dimenticato il male che aveva fatto ad April.

Sei contento eh?”

Christopher si voltò di scatto e, preso dal panico, sparò due colpi mentre si voltava rapido verso Klaus. Lo prese in pieno petto, ma non ebbe il tempo di reagire in nessun'altra maniera, poiché la sorpresa di vedere il ragazzo che non barcollava sotto i suoi proiettili e che non mostrava dolore gli fece sgranare gli occhi. Il suo cuore perse un battito e Klaus desiderò fargli perdere tutti gli altri in maniera lenta e dolorosa. Il vampiro tirò la testa all'indietro, concedendosi una risata gutturale che nacque dall'abisso nero che si portava dentro.

Quando ti strapperò le labbra avrai poca voglia di sorridere per la gioia, mio caro...” gli disse, e avanzò verso di lui.

Christopher mostrò la stessa spina dorsale che aveva mostrato quando Klaus, Rebekah e Stefan si erano divertiti a giocare con lui: si lasciò cadere a terra, quando le gambe gli cedettero e iniziò a sparare altri colpi, puntando la mano tremante contro il corpo del vampiro. Intanto strisciava all'indietro come un serpente, mentre Klaus continuava ad avanzare verso di lui, incurante dei proiettili che attraversavano la sua pelle.

Ma come? Mostri così tanto fegato quando picchi una ragazzina e con me strisci come un verme che vuole scappare dal becco dell'aquila?” Klaus diede inizio allo spettacolo, colpendo il ragazzo con un calcio alla caviglia. Il dolore fu così intenso che Christopher alzò la pistola verso l'alto, sparando un altro colpo verso il soffitto, prima di perdere l'arma e lasciarla cadere sul pavimento. Il proiettile passò accanto alla tempia destra del vampiro, che si fermò per un secondo non appena avvertì un rivolo di sangue scorrergli lungo lo zigomo.

Sfiorò quel liquido denso e caldo con i polpastrelli di indice e medio della mano destra e se li portò davanti agli occhi.

La fuga all'indietro di Christopher terminò non appena questi finì con la schiena contro il muro. “Ma cosa....cosa sei tu?!” gridò spaventato, come un bambino che gridava di fronte al peggiore dei suoi incubi.

Klaus sorrise, portandosi poi il sangue alle labbra.

La paura.

Era così allettante nutrirsi di lei prima di lanciare il colpo finale. Era un sentimento così tetro, tattile come una nube nera che sfamava la bocca dell'odio. Questa nube si sarebbe dissolta solamente quando la fame del rancore si sarebbe saziata.

Christopher si era nutrito della paura di una ragazza malata quando l'aveva picchiata a sangue, fino a ridurla ad un ammasso di sangue e carne. Lui non si sarebbe fermato fino a quando non avrebbe potuto contare tutte le 206 ossa di Christopher su un lago di sangue.

Di qua ci siamo già passati.” ridacchiò Klaus, tingendosi le labbra e il mento del rosso del proprio sangue. “Portiamoci verso il secondo atto.”

E detto questo, si fiondò sull'umano, gioendo del suo urlo finale.

* * * * * * * * * * * * *

Senti, non costringermi a riempirti di altri lividi, anche perché l'unica parte sana di te è quella dove non batte il sole! Quindi stai ferma.” Rebekah non aveva problemi a fermare April dal suo intento di scendere dal letto e straparlare. Era così debole che anche una zanzara sarebbe stata capace di trattenerla. Ma restava comunque irritante e fastidiosa; combatteva con il suo stesso corpo pur di liberarsi dalle catene della debolezza che la intrappolavano sopra quel letto.

Non...non voglio che lo uccida.” disse, restando seduta sul materasso e cercando di liberarsi dalla presa di Rebekah sui suoi polsi.

Stefan fissava la scena con lo stesso interesse con cui si osserverebbe il deserto. Era rimasto nello stesso punto, immobile e disinteressato, ignorando le parole che abbandonavano le labbra di entrambe le ragazze.

Ma come diavolo ti viene in mente di dire cose del genere? Ti ha ridotta in questo stato e lasciata come un animale per strada....e vuoi che una bestia così viva?” Rebekah era allibita, perché delle volte gli umani erano così masochisti dal non voler punire i loro carnefici? Bontà non era sinonimo di stupidità.

April si lasciò cadere sul materasso, gemendo per il dolore. Rebekah trattenne il fiato, quando si sentì colpevole di aver causato, involontariamente, altra agonia al corpo della ragazza.

Tu non...capisci.”

Ah io non capisco?” esclamò Rebekah, spalancando le braccia. “Spero che sia la pena a parlare per te.”

April fissava il soffitto scuro: numerosi punti erano privi di intonaco, in alcuni persino si potevano scorgere delle gocce di umidità unirsi tra loro per mostrare delle vere e proprie pozze. Le faceva così male tutto il corpo che immaginò qualsiasi tipo di fantasia su quel muro, al fine di renderlo meno triste di quanto non fosse. “Io...vorrei tanto che Christopher muoia.” sussurrò.

Allora che cosa vuoi? Perché fai i capricci?” Rebekah stabilizzò il tono della voce, riassumendo una posizione comoda ed elegante sul letto, accavallando le gambe.

April voleva spiegarglielo, ma il dolore era troppo intenso. Le bruciava dentro come fuoco, tagliava la sua forza con prepotenti e inarrestabili lame, soffocava il suo volere contro un cuscino, senza darle possibilità di combatterlo. Il dolore l'aveva uccisa mentre Christopher la colpiva e stava facendo lo stesso allora che era su quel letto. Non sopportava sentirsi così debole e provata, non con la malattia che incombeva e le avrebbe tolto la vita respiro per respiro.

Non voglio che...lui...lo uccida.” sussurrò, continuando a fissare il soffitto. “Non voglio che si sporchi le mani....non per me. Non di nuovo.”

Rebekah la guardò stupita e incredula. April stava cercando di salvaguardare l'anima di Klaus? Ignorando il fatto che lui potesse vendicarla per in torti subiti?

Nik si è macchiato le mani già molte volte prima di incontrarti.” disse, con più dolcezza, socchiudendo lo sguardo mentre osservava il volto fanciullesco e deturpato della giovane. “Uccidere uno in più o uno in meno non fa differenza.”

April gemette di dolore, quando avvertì una fitta a livello delle costole. Si piegò quasi in due, mentre serrava lo sguardo così forte da farle scivolare le lacrime dalle palpebre.

Rebekah si sforzò di non muoversi dalla sua posizione e lanciò un'occhiata indietro verso Stefan, ancora indifferente. “E ora smetti di parlare, o ti sentirai solo peggio.”

Lui...deve essere diverso. Io lo so.”

Rebekah venne tentata dal chiedere se parlasse di Klaus o Christopher, ma si bloccò giusto in tempo. Visto il modo in cui April era scoppiata in lacrime-forse per il dolore fisico o per quello al cuore-capì che era di suo fratello che parlava. Era sempre di lui che parlava.

Deve....dev'esserci stato un tempo in cui...in cui non avrebbe torto un capello a una mosca. E lui..lui non deve uccidere. Non deve...”

Credi di poterlo cambiare?” La voce di Stefan giunse talmente inaspettata che colse l'attenzione di entrambe le ragazze. Gli occhi smeraldini del vampiro si erano lentamente spostati su di loro, e sembrava come se egli avesse ascoltato la loro conversazione per tutto il tempo, fingendo però di non esserne interessato. Rebekah lo scrutò con attenzione, chiedendosi il perché di quell'improvvisa curiosità. “Credi di potergli togliere la sete di sangue con i tuoi begli occhi?

Mi piacerebbe crederlo.” April tossì debolmente, guardandolo con freddezza.

Allora non sei innamorata di lui.”

Tu non sai niente.”

Scese il silenzio. Rebekah avvertì una stretta al cuore quando sentì la voce di April pronunciare quelle ultime parole: come se si fosse sentita ferita dal fatto che Stefan l'avesse accusata di non amare Klaus. Malgrado fosse terribilmente debole e stanca, aveva comunque trovato la forza per difendere i propri sentimenti e i propri pensieri, di stanziarli dalla rabbia che sentiva verso Niklaus per lasciare prevalere ancora una volta quell'affetto sincero che ha caratterizzato la loro relazione.

L'umana tossì di nuovo con più forza, e Rebekah istintivamente le posò con delicatezza una mano sul ventre,sentendolo spasimarle sotto il palmo. La vampira deglutì sofferente.

Non puoi cambiare un vampiro, Ford.”

No, infatti...voglio solo...tirare la parte migliore di lui come lui ha fatto con me tempo fa.” April abbassò gli occhi lucidi sulla figura del vampiro, il quale la guardò con indifferenza, serrando rudemente la mascella. “Ho..visto quello che è successo a Violet. Prima di morire per la seconda volta, lei era tornata quella che conoscevo. Io...voglio provare a tirar fuori l'umanità dall'animo di Klaus. Almeno...in questi ultimi attimi che mi rimangono. Se proprio devo andarmene, voglio far sì che almeno la parte peggiore di Klaus venga via con me. E che rimanga quella che io...ho amato.”

Quelle parole, così semplici, umane e dettate da un cuore sulla via della morte, lo colpirono nel più profondo. Rebekah lo intuì da come il ragazzo aveva chinato il capo e socchiuso lo sguardo, in riflesso a quelle frasi che gli erano penetrate dentro come veleno. La cosa che la intristì fu, però, che le parole di April lo riportarono a un passato che non aveva ancora seppellito Un passato che non era legato a Rebekah. Non era lei la donna che avrebbe tirato fuori il meglio di Stefan: era qualcuno che era già esistito e che mai sarebbe più rinata probabilmente.

Finiamola con questo vittimismo.”

Stefan si ritrovò rapidamente accanto al letto di April e, senza che Rebekah potesse fare nulla per impedirlo, dell'altro sangue iniziò a scorrere solitario lungo il pallore di un corpo.

** * * * * **** ** * * ** * *

Se il sapore del sangue di Christopher poteva essere descritto con una sola parola, quella era repellente.

Sapeva di sporco e violenza, di lussuria e codardia, di tutto il marcio che potesse risiedere dentro un uomo.

Malgrado il senso di vomito, Klaus premeva sempre con maggiore profondità nella carne dell'uomo ogni qualvolta ricordava il male che aveva arrecato ad April. Voleva privarlo anche della sua ultima goccia di sangue, ma poi si diceva che una morte così rapida e indolore non la meritava.

Klaus voleva fare in modo che giungesse nell'aldilà in maniera tale che, se ci fosse stata una seconda vita dopo la morte, ricordasse il dolore che aveva patito per mano sua. Voleva restare il suo incubo peggiore per ogni notte delle sue future esistenze.

Quando staccò i canini dalla tenera carne del collo di Christopher, gettò la testa all'indietro, lasciando che il sangue gli scivolasse lungo il mento, per poi lasciarlo gocciolare sul pavimento.

L'umano emise un debole gemito, privo di forza e volere per combattere la ferocia di Klaus. Il suo volto era terribilmente pallido, gli occhi quasi vitrei vagavano lentamente nel vuoto, il suo corpo era scosso da spasmi incondizionati che non riusciva a controllare.

Stava morendo, ma Klaus non voleva permetterglielo.

Non così.

Sarebbe stato troppo veloce e indolore per lui.

Non fai il duro con me, come mai?” Klaus lasciò il colletto della sua camicia, portandosi il palmo della mano al mento. Trascinò così il sangue della sua vittima alle labbra, per poi ripulirle con la punta della lingua. Christopher lo fissò con disgusto.

Ah no giusto.” Klaus affilò lo sguardo e serrò la mascella. “Io sono più forte di te, quindi abbassi la cresta.”

T-ti...prego. Smettila.” Christopher scoppiò a piangere, malgrado la cosa non fosse così evidente. Il suo corpo era troppo provato dalle torture per poter rendere manifesto il suo dolore, ma le lacrime avevano preso a scendere lentamente sulla sua pelle, mescolandosi al sangue color cremisi.

Klaus, però, non ebbe pietà alcuna. Anzi, quel comportamento non fece che accrescere ancora il suo desiderio di vendetta nei confronti dell'uomo.

Scommetto che April ti ha detto lo stesso mentre tu la massacravi di botte.” ringhiò, puntandogli il dito contro. Aveva una voglia matta di affondare di nuovo i denti nella sua carne, ma aveva ancora quel poco di forza di volontà che gli permetteva di ben pianificare la sua vendetta.

Christopher pianse più forte, i singhiozzi gli scossero il petto e il dolore alle coste gli provocò un attacco di tosse. “Mi spiace, mi spiace, mi spiace...” ripeté quelle parole sempre più debolmente, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.

Sì, gli dispiaceva davvero. Ma solo perché stava pagando caro il suo gesto.

Se Klaus non avesse reagito, lui non avrebbe mai provato rimorso per quello che aveva fatto e sarebbe andato avanti con la sua vita, con un sorriso sulle labbra. Magari mentre April moriva in un letto di ospedale, con i segni della sua violenza che ridevano di lei, insieme alla malattia che la stava portando via.

Se ti dispiace davvero, allora dovresti essere disposto a pagare per i tuoi crimini.” Klaus scattò su di lui, piegandosi sulle ginocchia e stringendogli la spalla con forza. Premette con il pollice sulla clavicola dell'umano, facendolo gridare di agonia. Musica per le orecchie del vampiro.

Non dovevi permetterti di toccarla nemmeno con un dito.”

E tu quante...quante donne, ragazze, bambine hai...hai ridotto in quello stato?” Christopher venne dominato dalla rabbia; puntò i suoi grandi occhi verdi in quelli del vampiro e digrignò i denti. Sapeva quanto quell'affronto gli sarebbe costato caro. “Ma solo perché non eri innamorato di loro non te n'è importato nulla?”

Klaus scoppiò in una fragorosa risata. “Stai cercando di farmi la morale per caso?” domandò, e strinse più forte la spalla dell'umano, beandosi ancora una volta del suo dolore. “Nelle tue condizioni non è sicuramente la scelta più saggia.”

Christopher tossì, sputando sangue. “Sei solo un mostro.” sussurrò, mentre le corde della sua voce vibravano al suono della paura della morte.

Beh tra mostri ci si intende sempre.” rispose Klaus. Portò l'altra mano sopra la spalla opposta dell'uomo e iniziò a stringere anche in quel punto; spezzargli entrambe le clavicole gli avrebbe fatto un male cane, ne era certo. “Ma..sai cosa? Io sono un mostro, e ho una giustificazione nell'esserlo perché è nella mia natura. Tu sei umano invece; nella tua indole non dovresti comportarti in questo modo orribile. Tu non ne hai alcun diritto.”

Iniziò a premere con entrambi i pollici sulle ossa dell'uomo e iniziò a sentirle sgretolare sotto pelle. Aveva deciso di fare lo stesso con tutte e 24 le costole, per poi passare alle ossa del bacino, degli arti superiori e di quelli inferiori.

Poi, quando Chris non avrebbe più potuto muoversi, Klaus sarebbe passato a giocare con i suoi visceri.

L'umano gridò, con tutta l'aria che aveva nei polmoni. “April non mi ama, proprio perché sono un mostro, è vero.” disse, non appena la pressione delle dita di Klaus si allentò di poco. Riprese a premere non appena lui ebbe ripreso fiato, e sentì che ormai quelle erano sul punto di cedere sotto la sua forza. “Ma come pensi...come pensi...possa amare te dopo quello che stai facendo?”

Sai quanto mi interessa se lei è così folle da volerti lasciare andare?” Klaus si fermò un'istante, fortemente oltraggiato da quelle parole. Sapeva che April lo aveva implorato di non uccidere quel bastardo, e sapeva anche il perché lo avesse fatto, ma non aveva alcuna intenzione di ascoltare nessuna di quelle voci che gli imponevano di arrestarsi dal compiere quel crimine.

Lui non sarebbe cambiato, nonostante quello che provava per April fosse forte abbastanza da fargli credere di desiderare una cosa simile.

Non avresti dovuto ridurla in quello stato e ora sarò io a fartela pagare.”

Basta, era ora di farla finita.

Klaus capì di dover rinunciare al suo ingegnoso piano di tortura quando ebbe ripreso a pensare.

A lui, a April, a loro due insieme.

Avrebbe dunque spezzato il collo a quel bastardo e avrebbe fatto banchettare i corvi con il suo corpo.

E..e..quindi lascerai che April se ne vada...da sola? Circondata da mostri?” Christopher ebbe ancora la forza di parlare, lo spirito di autoconservazione prevaleva su ogni cosa.

E riuscì a fermare Klaus.

Il vampiro lasciò le mani adagiate sul corpo di Christopher e lo guardò con occhi sbarrati. Il fatto che lui sapesse della malattia di April accrebbe la fiamma che gli bruciava dentro, ma le restanti parole soppressero la violenza con cui stava agendo.

April lo aveva implorato di non ucciderlo e, se lui fosse tornato da lei con le mani sporche del sangue del cadavere di Christopher, ella sarebbe morta da sola.

L'avrebbe rinnegato, come aveva fatto qualche sera prima, l'avrebbe allontanato e sarebbe morta sola.

Sola.

Sola.

No, Klaus non lo avrebbe permesso.

Non avrebbe permesso che la ragazza venisse accompagnata dalla solitudine anche nella morte, oltre che nella vita. Ma cosa poteva fare? Dio, desiderava troppo spezzare la vita di Christopher, ma i suoi muscoli erano bloccati da quello stramaledetto peso sul petto.

Voleva, ma non poteva e non doveva.

Per April.

Sì, per le valeva la pena non essere se stesso, almeno per un giorno.

Allontanò le mani dal corpo di Christopher, posando le ginocchia sul pavimento, e abbassando lo sguardo quando sentì l'umano tirare un sospiro di sollievo. Ne avvertì persino sorgere una risata, quando la consapevolezza di essere salvo, di nuovo, prese possesso di lui.

Grazie...grazie...” disse ripetutamente, guadagnandosi un'occhiata fredda da parte di Klaus. Quando scorse quegli occhi di ghiaccio sul suo corpo, il sorriso di Christopher si spense e tutte le barriere che si erano erette crollarono rovinosamente.

Klaus non lo avrebbe lasciato andare.

Aveva avuto un attimo di ripensamento, ma mai lo avrebbe lasciato andare.

L'umano prese a tremare, quando Klaus gli afferrò il volto tra le mani e lo guardò negli occhi. Le dita affusolate erano strette serrate sui suoi zigomi, lasciando presagire che, in pochi secondi, sarebbero state così strette dal potergli spappolare le ossa del viso.

Tu non uscirai di qui senza aver pagato, Christopher.” sentenziò il vampiro, riservandogli un'occhiata velenosa. “Non ti avvicinerai mai più ad April. Non la guarderai, non le parlerai, lei non esisterà più per te e tu non esisterai più per lei.”

Christopher smise di divincolarsi alla presa di Klaus quando sentì le sue parole riecheggiargli nella mente, convincendolo dunque a obbedirgli. Il volere del vampiro divenne il suo.

E già che ci sei...andrai al dipartimento di polizia e confesserai ogni tuo crimine, sopratutto quelli di cui puoi donare delle prove. Andrai in galera e ci resterai per il resto della tua patetica esistenza. E ogni giorno odierai te stesso per essere questa merda.”

Qualcosa dentro Christopher si ribellò: la paura di essere imprigionato, di scontare delle pene, di venire giudicato come il bastardo che effettivamente era stato in vita, tutto questo lo implorava di non obbedire alle parole di Klaus. Ma non aveva nulla con cui opporsi, e in una frazione di secondo si ritrovò ad annuire mestamente, suscitando un risolino da parte del vampiro.

Perdonami, ma non sono così magnanimo da concederti di passarla liscia del tutto.” ridacchiò Klaus, allontanò poi le mani dal viso di Christopher e ne portò solo una a stringergli il mento. “Spero che la permanenza in prigione sia di tuo gradimento. Sai come si divertiranno con un bel tipetto come te?”

Detto questo, e leggendo le parole della paura nelle iridi di Christopher che solo silenziose potevano rimanere, Klaus si alzò in piedi e diede le spalle al corpo immobile dell'umano.

Sorrise mentre varcava la porta di casa di Christopher, e provò uno strano senso di sollievo in quello che aveva appena fatto.

Intanto il sole iniziò a sorgere.

* * * * * * * ** * * * * * * * * * *

Ma quella giornata non poteva terminare senza preoccupazioni?

Quando Klaus rientrò presso l'appartamento di April non trovò altro che vuoto e silenzio e avvertiva uno strano e preoccupante puzzo, come di sangue.

Di April.

Di Stefan.

Colto da un impeto di rabbia, l'Originario si fiondò alla loro villa, spalancando le grandi porte con un semplice gesto della mano e gridando a gran voce il nome della sorella, del suo folle amico, e della sua umana senza però ottenere alcuna risposta. Gridò ancora e ancora i loro nomi, non curandosi di poter svegliare i vicini o di poter offuscare la luce del sole nascente con la propria collera, e si diresse presso le stanze al piano superiore, pregando in cuor suo di non aver ricevuto risposta semplicemente perché aveva a che fare con dei sordi.

Si fermò a circa metà della scalinata, non appena avvertì qualcosa di familiare: l'odore di April, ma c'era qualcosa di diverso in esso. Era come se...

April Ford!” la chiamò, correndo verso il punto da cui sentiva provenire il suo profumo. I suoi passi, rapidi e leggeri, risuonarono tra le buie pareti della villa mentre tutti i suoi sensi erano rivolti unicamente a lei.

Era nella stanza degli ospiti.

Klaus vi giunse in pochi secondi, spalancandone le porte con un gesto rabbioso. La stanza sembrava vuota; la luce faceva capolino oltre le lunghe e bianche tende che coprivano le ampie finestre per poi estendersi lungo il pavimento color cremisi. Il letto era vuoto, ben fatto; i mobili impolverati e silenziosi.

Lei non c'era, ma l'avvertiva comunque.

Nik?”

La sua voce, forte e melodiosa come l'aveva conosciuta e amata, risuonò in un punto alle sue spalle. Si voltò per poterne incontrare poi il radioso sorriso; aveva i lunghi capelli neri bagnati, il volto pallido ancora attraversato da diversi segni e da alcuni lividi, e indosso portava un abito che, sicuramente, era di Rebekah. Probabilmente quello meno provocante ed elegante che possedeva.

Klaus si girò completamente verso di lei, rimirandola nella prima luce del giorno.

Lei avanzò verso di lui, senza mai smettere di sorridere, e allora lui l'avvertì.

Il suo cuore che batteva.

Era ancora viva.

Stefan ti ha dato il suo sangue?” domandò. Anche se sapeva che quella non era la prima domanda che avrebbe voluto rivolgerle, furono quelle le parole che riuscì a pronunciare in sua presenza.

Sì, è per questo che i miei lividi...sono diventati meno visibili.” April chinò la testa, portandosi un ciuffo di capelli dietro le orecchie e sorridendo timidamente. O forse, semplicemente, il ricordo del fluido vitale del ragazzo che le scorreva lungo la faringe un po' la inquietava. Com'era normale che accadesse.

Scese un silenzio imbarazzante in cui nessuno dei due seppe che cosa dire. C'era attesa, tensione, desiderio di dirsi tante cose senza però riuscire a farlo, in quel silenzio che li avvolse.

Come ti è saltato in mente di andare da quel folle del tuo ex-fidanzato?” Klaus allora optò per quello che sapeva fare meglio: essere rude e insensibile.

Oh ti prego, non farmi la predica.” April mosse un passo nella sua direzione, sempre con quel sorriso così umano sulle labbra. “Dovevo prendere di nuovo in mano la mia vita e affrontarla a muso duro. Sono andata da lui perché dovevo chiudere la nostra sciocca relazione definitivamente, punto.”

Klaus tamburellò con il piedi sul pavimento, si morse le labbra e distolse lo sguardo. “Era proprio necessario?” domandò, accorgendosi solo in seguito che le sue parole erano prive di qualsiasi tatto. April stava morendo, e quindi la relazione con Christopher si sarebbe sicuramente conclusa senza che lei lo facesse verbalmente, che senso aveva dunque affrontare una simile situazione? E anche se April avesse preso la decisione di trasformarsi in un vampiro, non era necessario.

Non mi piace scappare.” April si strinse le braccia al petto, e fece spallucce, storcendo la bocca in una smorfia divertente. “Se me ne devo andare, devo farlo per bene.”

Sappi che non ti sopporto quando parli così.” Klaus parlò d'istinto, appurando quel fastidio solamente in quel momento. April parlava senza vittimismo, senza paura e senza nemmeno il coraggio di un'eroina che non temeva la morte: parlava semplicemente come una persona che non voleva dare ascolto al proprio dolore e quindi lo sminuiva.

April venne colpita da quelle parole e tornò improvvisamente seria. “E tu perché non l'hai ucciso?”

Il vampiro non si aspettava quel genere di domanda poiché non aveva idea che la ragazza fosse a conoscenza di quanto era accaduto. Un po' ne provò vergogna, sentendosi quasi sminuito nella propria figura di vampiro cattivo, e si sentì nudo come solo un verme poteva essere.

Ma April lo guardava solo con gli occhi di qualcuno che gli era grato.

Un accordo è un accordo. Tu mi hai chiesto di non ucciderlo e io ho rispettato....”

Il tuo ultimo volere.

Non riuscì a portare a termine la frase, arrestandosi improvvisamente.

April abbozzò un sorrisetto furbo e abbassò gli occhi scuri. “Cosa c'era di diverso...dall'acconsentire all'omicidio di Violet per mano di Stefan?” domandò.

Klaus non si aspettò nemmeno quella domanda. Non aveva idea di come affrontare quell'argomento, ricercando una possibile via di fuga che lo portasse al perdono da parte della ragazza. Non l'avrebbe mai ottenuto, probabilmente l'aver risparmiato Christopher l'aveva fatta sentire speranzosa nel ritrovare qualcosa in lui che era morto da tempo.

E poi tu come fai già a sapere del tuo ex ragazzo?” domandò, cambiando discorso perché una risposta a quella domanda sarebbe stata riccamente carica di sentimentalismo. “Lo devo a quella chiacchierona di Rebekah?”

April scosse la testa, sorridendo. “Non lo sapevo in realtà. Volevo solo verificarlo.” ammise furbamente, strappando un sorriso dalle labbra del vampiro che non si aspettava minimamente che lei lo stesse mettendo alla prova. L'umana si avvicinò di più a lui e la stretta vicinanza parve soffocare entrambi.

Se Christopher non mi avesse picchiata....” April alzò la mano e la fece scorrere delicatamente sullo zigomo destro di Klaus. Quest'ultimo assaporò ogni attimo di quel tocco, socchiudendo gli occhi come preda di un bel sogno. La mano di lei era fredda come il ghiaccio. “Sarei venuta da te.”

Il tono di voce della ragazza scese man mano di una tonalità. Le sue dita si adagiarono sulle labbra rosse e carnose del ragazzo, il pollice scorse sopra quello inferiore.

Hai proprio pianificato tutto, vero Ford?” ridacchiò Klaus, avvertendo diversi brividi caldi serpeggiargli lungo la schiena, a causa del tocco di April.

April sorrise, con tenera dolcezza. “Ho preso la mia decisione, Nik. E tu sei l'unico con cui voglio condividerla. Anche se mi hai fatto male, io ho subito pensato a te.”

Klaus attese che lei continuasse, restando immobile sotto le carezze delle sue mani. Queste scesero lungo le sue ampie spalle, per poi scendere lungo le braccia e cingergli i fianchi. Il respiro caldo e vitale della ragazza soffiò sul collo del vampiro. “Ho deciso di non trasformarmi.”

Dio, lo sapeva.

Eppure Klaus non poté fare a meno di sentirsi morire dentro al sentire pronunciare quella parole. Avvertì una sensazione di pizzicore agli occhi, ma la scacciò battendo ripetutamente le palpebre. Voleva imprecare, gridare, dirle che era una pazza, per poi affondare i canini nella sua carne, ucciderla e farla tornare in vita. Ma questa scena si svolse unicamente nella sua mente.

Perché?” domandò nella realtà, abbassando lo sguardo su di lei.

April stava quasi per piangere, ma con muto orgoglio si mostrava forte e fiera. Proprio come una leonessa. “Perché non serve l'eternità per vivere. Si può vivere un'intera vita anche in pochi attimi.” rispose. “Io in quei giorni con te, ho vissuto più di quanto abbia mai fatto nel resto della mia vita.”

Klaus distolse lo sguardo, quando avvertì gli occhi bruciargli di più.

Anche lui aveva vissuto con April più di quanto aveva fatto nelle altre centinaia di vite che aveva avuto.

Non rammentava un se stesso così vivo da quando aveva amato Tatia e da quando la sua famiglia era unita e umana sotto lo stesso tetto. Pensò che sarebbe stato meglio se la vita fosse finita insieme a quegli amori.

Ma poi non avrebbe incontrato April, e allora si chiese perché lei dovesse rinunciare all'immortalità.

E quindi che cosa vuoi? Non piangerò sul tuo letto di morte, mi rifiuto di farlo.”

Non ti sto chiedendo questo.” April lo interruppe, arrestando quel crescendo di rabbia nella voce del ragazzo. “Io voglio solo che tu continui a farmi vivere. Come hai fatto fino ad ora. Voglio vivere appieno questi ultimi giorni che mi restano.”

Gli accarezzò il volto con un'amorevolezza disarmante, che soppresse tutti i pensieri che attanagliavano Klaus. Posò poi le labbra sulle sue con delicatezza, rubandogli un bacio rapido che però lo uccise.

Abbiamo poco tempo....io non posso sopportarlo, April.” sussurrò sulle sue labbra, la voce gli tremava.

Non si era mai reso conto di quanto la morte fosse odiata e maligna.

Portava sempre via i migliori da quella terra.

April si morse il labbro, con innocente malizia. “Non sprechiamolo allora, Nik.” disse.

Sorrise e abbassò gli occhi sulle labbra del vampiro. Capendo dove la ragazza voleva andare a parare, Klaus posizionò le proprie labbra su quelle di lei, unendole in un passionale bacio. La strinse a sé, cingendole i fianchi e facendo aderire il suo corpo a quello di lei.

Non c'era passione più imponente di quella che si nutriva quando la fine era vicina.

April iniziò ad arretrare, in direzione del letto. Gli slacciò i bottoni della camicia uno per uno, mentre la bocca di Klaus scendeva famelica sul collo della giovane, facendovi scorrere sopra le labbra e la lingua.

Il vampiro portò le mani alla schiena della ragazza, tirando giù rapidamente la zip. Vedendo però che questa si bloccava ad un certo punto, fece voltare rapidamente la ragazza, premendo il petto contro la schiena di lei. La sentì iniziare ad ansimare, mentre la sua bocca continuava a torturarle dolcemente la pelle nivea del collo e con le mani si apprestava a scoprire il suo corpo. Con una la liberò del il vestito, con l'altra esplorò la sua pelle calda e tremante-forse non a causa della frenesia-facendone scorrere il palmo lungo il ventre, poi lungo le gambe.

April tirò la testa all'indietro, lasciandosi andare a un lunghissimo gemito di piacere. Si girò poi, ancora una volta, verso Klaus, liberandolo della camicia e infine dei pantaloni.

Lui la prese tra le braccia, passandole un braccio sotto i polpacci e tenendole l'altro in vita e la portò sopra il letto. La distese con delicatezza, per paura di farle male, e si protese verso di lei, facendo scorrere le mani lungo le lenzuola, verso la testa di lei, per poterla baciare sulle labbra.

April lo lasciò fare, passandogli una mano tra i capelli e cingendogli i fianchi con le ginocchia. Klaus era intenzionato ad amarla come mai nessuno aveva fatto mai prima con lei.

Voleva rendere quella notte unica, indimenticabile, fatta solo per loro due.

Affinché lei ricordasse.

Le baciò la guancia, scendendo poi verso il collo, verso i seni, verso il ventre, lasciando una scia di baci lungo la sua pelle fremente. April inarcò la schiena e si lasciò andare ad un altro segno di piacere, allungando le braccia verso l'alto, fino a sfiorare con le dita le federe dei cuscini.

Niklaus...” sussurrò il suo nome, quello strano, assurdo nome che aveva sempre pronunciato con difficoltà all'inizio della loro storia.

Shh.” Klaus risalì di nuovo all'altezza del suo volto, posandole l'indice sopra le labbra per non farle proferire ancora verbo. Lo fece perché si era accorto che lei stava per piangere, che le barriere che si erano innalzate attorno a lei stavano per cedere e che la paura stava per prendere il sopravvento.

Non poteva permetterglielo, non quella notte.

Le accarezzò dolcemente il viso, mentre con l'altra mano la liberava lentamente dell'intimo, annullando qualsiasi restrizione tra i loro corpi.

Ti amo April.”

Accompagnò quelle parole a un gesto delicato del suo bacino, spingendosi lentamente in lei. Quelle che uscì dalle labbra di April fu un risolino, accompagnato da gemiti di piacere che non poté controllare mentre il vampiro si muoveva in lei. Egli portò le proprie mani a cingere i polsi di lei, mentre lei affondò il viso nell'incavo del collo di lui, per soffocare i suoi versi di piacere e le lacrime che incondizionatamente scendevano lungo le sue guance.

Sentendo la voce di April mossa da singhiozzi e dolci parole sussurrate, Klaus le lasciò i polsi e la fece accoccolare sopra le sue ginocchia, assumendo una posizione seduta. Continuò a muoversi in lei, con gesti controllati ma decisi, stringendola in un abbraccio che non lasciava via di fuga, mentre April si stringeva a lui come se fosse la sua ancora di salvezza.

In un preciso momento del loro amplesso, la passione valicò entrambi. Le spinte si fecero più decise, più forti, più possessive, come se Klaus non avesse più potuto lasciarla andare via.

Il piacere crebbe incessante nel corpo di entrambi, fino a quando l'orgasmo non li travolse e le loro voci risuonarono all'unisono nel buio di quella stanza.

I due poi si accoccolarono l'uno accanto all'altra come se quella non fosse stata la loro ultima notte.

E così, infatti, sarebbe stato.


Il mio valore è lo sguardo nei tuoi occhi,
il mio premio il sorriso che gioca sulle tue labbra
e mi chiedo: sogni mai il mondo come lo sogno io?

Anche io ho paura del cambiamento che arriva
rotolando dal cielo come una tempesta.
Lo senti come urla alle ferite che mi porto dentro?

Quanto vorrei che tu vedessi
come le tue scelte fanno sì che il sogno diventi reale e risplenda
prima che ti possa lasciare.
Vorrei che tu potessi vedere
come le tue scelte fanno sì che il tuo sogno risplenda
nella realtà attorno a te.

Cosa è questo brivido che mi insegue?
E che mette in mostra le protezioni che ho messo attorno al mio mondo immaginario,
facendo a pezzi la mia utopica finzione
proprio quando stava per funzionare?

Sento un cambiamento in arrivo
che rotola dal cielo come una tempesta,
scontrandosi contro i miei pensieri deliranti
dove l’umanità attende da sola.



Ehm....ciao a tutti! *^*

Attendo il lancio delle uova, delle vostre ciabatte, di tutto quello che vi circonda, poiché so che questo capitolo causerà molta delusione.

Ma partiamo con ordine, perché ho molte cose da spiegare, dato che temo di non averlo fatto bene attraverso il capitolo: April non ha perdonato Klaus di punto in bianco per quello che è accaduto a Vil (come è stato detto nel capitolo 12, lei non si è disinnamorata del vampiro, dato che spegnere un sentimento così rapidamente sarebbe stato surreale) ma dopo la morte della migliore amica ha preso la decisione di non trasformarsi e di tornare da Klaus. Voi direte: perché questa decisione in contrasto con il comportamento precedente di April? Semplice (o meglio per me lo è che sono una incasinata complessa xD): ho provato a immedesimarmi in una ragazza che sa di stare per morire e che vorrebbe dare un senso ai suoi ultimi giorni. April ha sempre affermato di aver conosciuto un lato di Klaus che l'ha fatta innamorare e quindi ha deciso di provare a ritrovare questo lato prima di andarsene per sempre. Ha avuto un'ulteriore punto a suo favore quando Klaus non ha ucciso Christopher per lei (anche se, diciamocelo, se lo sarebbe meritato quel bifolco!) ed è qui che decide dunque di rivelare la sua decisione finale. April teme di perdere se stessa diventando un vampiro, asserisce al fatto che ha vissuto più di quanto abbia mai fatto nei momenti in cui è stata con Klaus e non vuole andarsene senza aver vissuto di nuovo quei momenti con quell'uomo che ha conosciuto. Non so se mi sono ben spiegata, probabilmente no come al solito, ma spero comunque che la situazione non risulti banale come possa sembrare a molti.

Inoltre ho deciso di non far venire a galla il nome di Katerina. Questo perché, come ha detto Rebekah, sono molti i nemici della loro famiglia e pensare a un unico soggetto sarebbe stato difficile. Anche se il nome di Kath è sempre il primo a comparire!

Essendo stato questo capitolo un vero e proprio parto, mi scuso se ho fatto un vero e proprio disastro. Sono sempre pronta per ulteriori chiarimenti e per risposte, così come sono pronta a ricevere le vostre mazzate! XP Inoltre, avendo avuto poco tempo per correggere, vi chiedo umilmente sorry se ci sono errori grammaticali...e se vi va, fatemelo pure presente così provvederò a correggerli!

Ringrazio tutti i lettori che mi stanno seguendo, preferendo e ricordando u.u così come ringrazio le fantastiche fanciulle che mi rilasciano sempre dolcissimi commenti, spazzando via la scarsa autostima che ripongo sempre in quello che scrivo!

Spero davvero di ritrovarvi tutti anche nell'ultimo capitolo che pubblicherò la prossima settimana, seguito poi dall'epilogo! ;)

A presto, ciao ciao ^^


ps: le frasi alla fine del capitolo non sono altro che la traduzione della bellissima canzone scelta per il capitolo. I “Poets of the fall” sono un gruppo poco conosciuto qui in Italia, ma meritano davvero tanto! Spero che abbiate ascoltato quella meraviglia *____*

Ok, me ne vado per davvero u.u

   
 
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