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Autore: Ino chan    21/10/2013    4 recensioni
**Seguito di Monster**
-Si dice che l'ora più buia sia quella che precede l'alba, bè signori, spero solo che non sia la solita puttanata che si trova nei cioccolatini.-
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie ' Ragnarǫk'
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Ho qualche linea di febbre, e prima di tornarmene a letto a agonizzare, ci tengo davvero tanto a ringraziare i recensori dello scorso capitolo. Grazie per i vostri commenti, grazie per le vostre belle parole a questa storia. Siete davvero troppo buoni con me.

 

 

 

STARK TOWER.

 

 

Kariri  Nelson  ha soli otto anni, dovrebbe dormire, ma non riesce. Stesa nel sedile posteriore della familiare verde che suo padre è riuscito a difendere dai ladri a suo di pistolettate in aria,  osserva la Stark Tower  che sembra brillare come un albero di Natale nella notte infinita del  Ragnarök.
Stringe a sé il suo orsacchiotto,  l’unico giocattolo che nel  trambusto è riuscita a portare con sé e appoggia il viso sul suo pancino. Vorrebbe accenderlo, sentirlo cantare, ma  non lo fa.  Non con la mamma che finalmente ha smesso di tremare e non con quel lieve russare che le dice che il papà finalmente è riuscito a prendere sonno.
Osserva il grattacielo, le sue luci chiare che illuminano le finestre, piegando il collo e schiacciando la fronte contro il finestrino, si chiede cosa sia quella sorta di corona di luce che vede attorno all’ultimo piano della Torre e che cosa fosse quel volo di diamantini che  ha visto  sparire nel buio nello spazio di un battito di ciglia.
Conta le finestre che vede illuminate, dal basso verso l’alto ,un gioco come l’altro per passare il tempo, quando le luci prendono a fare strani scherzi. Sfarfallano più volte. Quasi si spengono e poi si riaccendono diventando  fastidiose al punto di abbagliarla e alla fine… Avvampano.  Kairi lancia un grido mentre la Torre  diventa una sorta di fiaccola davanti ai suoi occhi e tutte le finestre vanno in frantumi creando una pioggia di piccole stelle .
Era troppo piccola per ricordare il primo crollo della torre, ma stavolta…

 

 

Freddo, sotto le ginocchia e le mani. Freddo e ghiaccio che riflettono la sua immagine assieme a quelle dei morti che sono venuti loro a fare visita. 
Noelle non sa di stare battendo i denti, ogni fibra del suo corpo è tesa nella sorpresa  e nell’orrore che le attanaglia la gola. Conosce l’ombra che incombe su Bruce, è suo nonno materno, Obadiah
.
Occhi che riflettono il nulla si spostano, come in risposta al suo pensiero, da Bruce ancora seduto a terra, a lei carponi alle sue spalle.  La fissano,  quasi sorpresi, prima che qualcosa brilli nel fondo dell’iride e si facciano minacciosi.
-Teresa.-
Noelle vorrebbe gridare, ma l’urlo che sente partirle dal fondo della schiena non riesce a risalire la gola. Rantola mentre si gira a casca sedere a terra.
Non è così che qualcuno dovrebbe conoscere suo nonno.
-No, tu sei lei.-
I lineamenti dello spirito si  tendono in preda ad un fremito , si allungano, si deformano. Noelle vorrebbe chiudere gli occhi, ma il fascino dell’orrido è troppo forte. La bocca dello spettro si spalanca snudando una chiostra di denti .
Somiglia ad un lupo.
Un lupo pronto ad uccidere.
Noelle porta una mano alla gola come per cercare di spingere fuori fisicamente l’urlo che sente  dolere infondo ai polmoni, ma non riesce. Paralizzata dalla paura, non si avvede di essere sul bordo del burrone. Che Obadiah sta saltando verso di lei.
-NOELLE!-
Uno strattone alla maglia del pigiama la solleva di forza dal pavimento, un altro la fa voltare. Bruce la spinge in avanti con entrambe le mani sulla schiena mentre si frappone, fisicamente, fra lei e Obadiah.
Lo spirito lancia quello che sembra un urlo di guerra, e voltandosi appena , Noelle riesce a vedere una marea perlacea  sciabordare alle sue spalle.

- ODDIO! -

 

Un rivolo di sudore freddo scende lungo la schiena di Tony mentre i quattro soldati in tenuta  d’assalto avanzano verso di lui. Sono tre uomini e una donna, tutti crivellati di proiettili. Sono  i ragazzi della camionetta che sono stati uccisi per arrivare a lui, Tony non ha mai dimenticato i loro visi.
Il ragazzo che ha chiesto di farsi una foto con lui  solleva il labbro superiore in un sibilo minaccioso mentre la ragazza fissa famelica Tony jr fra le braccia di Pepper. Una volta tornata a casa Tony ha scoperto che era una mamma e che a casa aveva un bambino di quattro anni.
-Mi dispiace.- sussurra mentre Pepper  si addossa ancora di più contro la sua schiena.
Quando le finestre sono andate in frantumi la prima cosa che Tony ha pensato è stata radunare la sua famiglia, è piombato nella camera di Pepper e l’ha tirata giù dal letto assieme a loro figlio, poi è andato a recuperare Harley, stavano andando nella camera di Noelle quando si sono ritrovati la strada bloccata.
-Mi dispiace, davvero.-
La soldatessa ringhia -Ero pronta a morire per il mio paese, non per uno come te!-
Tony non può darle torto , si volta di scatto verso i tre dietro di lui -CORRETE!- urla  spingendoli verso le scale  mentre le quattro anime dietro di loro avanzano in sibili e  ghiaccio che si allarga sotto i loro piedi.


Noelle sente le ginocchia piegarsi e i piedi slittare per via della spessa patina di ghiaccio che   favorisce l’avanzata di Obadiah e degli spettri che lo seguono.  Cade di ginocchia sul pavimento congelato, ma non ha tempo di sentire dolore che Bruce l’afferra di nuovo per la maglia del pigiama e la spinge avanti. Sono ormai a pochi passi dall’ascensore quando sente il corpo del dottore sussultare come in preda ad uno spasmo di dolore.
-Me lo devi Hulk.- sibila fra i denti mentre Noelle cerca di stare al suo passo,
-Bruce!- ansima la ragazza in preda ad una fitta ragnatela di dolori  che dalla spalla scendono lungo la schiena e le gambe, ma il dottore non le risponde.
Non a parole almeno.
Noelle va indietro di un passo per via dell’ennesimo strattone alla maglietta e i suoi piedi perdono contatto col terreno. Senza capire che succede si ritrova a venire sollevata da Bruce che  letteralmente la lancia dentro il vano dell’ascensore.
L’impatto contro la parete di fondo del vano le mozza il respiro e mentre crolla a terra si ritrova a sentire in bocca  il gusto metallico del sangue. Sputa, alzando la testa dal pavimento mentre Bruce, in ginocchio, le sorride sollevato.
-Bruce?- mormora prima che la consapevolezza faccia strada nel suo corpo.
L’ha salvata.
L’ha salvata a suo discapito.
L’orrore per un momento è così forte che  Noelle crede di essere sul punto di esplodere. Si getta contro le porte dell’ascensore per impedire loro di chiudersi, ma non può fare altro che ritrovarsi a battere le mani contro la superficie riflettente che le manda l’immagine di una pazza.
Inizia a tempestarle di colpi mentre  sente l’abitacolo scendere .
-NO!NO! BRUCE!-


Le urla di Noelle arrivano in secondo in secondo  sempre più ovattate mentre Bruce si volta verso lo spettro che lo  fissa truce  da metà corridoio.
Ha assistito alla scena, l’ha visto lanciare Noelle nell’ascensore attingendo alle forze di Hulk per sollevarla  con una sola mano e tirarla.
Sa perché l’ha fatto perchè quel sorriso parla di una vittoria insperata.
Non ucciderà Noelle, non subito almeno, le darà il tempo di assaporare quello che è accaduto. La sua fine per farla  vivere.
Bruce si alza, la sfumatura verde che aveva preso il viso è sparita mentre Obadiah si avvicina è tranquillo.
Tony. Ci penserà Tony a Noelle. Va tutto bene.
Non accadrà nulla di quello che legge nel viso dello spirito. Ne è sicuro.
-Avanti.- incoraggia la sua fine mentre, sul pavimento dell’ascensore ormai arrivato all’ultimo piano, Noelle si trascina strisciando sulle ginocchia e le  mani alla ricerca di qualcuno, più in forze di lei, per aiutarlo.

 

Ignaro di quello che è appena accaduto ,  e spinto dalla speranza che Noelle abbia guadagnato da sola l’uscita, Tony guida la sua famiglia verso le scale antincendio. Spinge in avanti Harley afferrandolo per un braccio e  con una mano sulla schiena fa altrettanto con Pepper appesantita da loro figlio che piange confuso .
Si ferma per guardarsi alle spalle. I soldati sono spariti dalla loro visuale, ma c’è ancora il ghiaccio tutto attorno a loro, sui pavimenti, i mobili, le pareti.
Tony prende fiato a distanza di qualche passo da Pepper e i suoi figli, quando le grida della donna lo spingono a voltarsi.
E’ come vedere un bassorilievo che si gonfia e si stacca dal muro  uno spirito apparire.
Tony non fa a tempo a rendersene conto che si ritrova a venire alzato bruscamente da terra da una folata di vento gelido e a impattare di schiena contro una vetrata.

 

L’ultima cosa che sente prima che la caduta inizi sono le voci congiunte di Pepper e Harley che urlano il suo nome.

 



 
  FINE CAPITOLO.

-si ritrova a venire inseguita da un orda di  lettori inferociti-  Ricordatevi che se muoio io non saprete mai come va a finire la storia. AIUT!

 

   
 
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