Ho qualche linea di febbre, e prima di
tornarmene a letto a agonizzare, ci tengo davvero tanto a ringraziare i
recensori dello scorso capitolo. Grazie per i vostri commenti, grazie per le
vostre belle parole a questa storia. Siete davvero troppo buoni con me.
STARK TOWER.
Kariri Nelson ha soli otto anni, dovrebbe dormire, ma non
riesce. Stesa nel sedile posteriore della familiare verde che suo padre è
riuscito a difendere dai ladri a suo di pistolettate in aria, osserva la Stark Tower che sembra brillare
come un albero di Natale nella notte infinita del Ragnarök.
Stringe a sé il suo orsacchiotto,
l’unico giocattolo che nel
trambusto è riuscita a portare con sé e appoggia il viso sul suo
pancino. Vorrebbe accenderlo, sentirlo cantare, ma non lo fa.
Non con la mamma che finalmente ha smesso di tremare e non con quel
lieve russare che le dice che il papà finalmente è riuscito a prendere sonno.
Osserva il grattacielo, le sue luci chiare che illuminano le finestre,
piegando il collo e schiacciando la fronte contro il finestrino, si chiede cosa
sia quella sorta di corona di luce che vede attorno all’ultimo piano della
Torre e che cosa fosse quel volo di diamantini che ha visto
sparire nel buio nello spazio di un battito di ciglia.
Conta le finestre che vede illuminate, dal basso verso l’alto ,un gioco
come l’altro per passare il tempo, quando le luci prendono a fare strani
scherzi. Sfarfallano più volte. Quasi si spengono e poi si riaccendono
diventando fastidiose al punto di abbagliarla e alla fine… Avvampano. Kairi lancia un
grido mentre la Torre diventa una sorta
di fiaccola davanti ai suoi occhi e tutte le finestre vanno in frantumi creando
una pioggia di piccole stelle .
Era troppo piccola per ricordare il primo crollo della torre, ma
stavolta…
Freddo, sotto le ginocchia e le mani.
Freddo e ghiaccio che riflettono la sua immagine assieme a quelle dei morti che
sono venuti loro a fare visita.
Noelle non sa di stare battendo i denti, ogni fibra
del suo corpo è tesa nella sorpresa e
nell’orrore che le attanaglia la gola. Conosce l’ombra che incombe su Bruce, è
suo nonno materno, Obadiah.
Occhi che riflettono il nulla si spostano, come in risposta al suo pensiero, da
Bruce ancora seduto a terra, a lei carponi alle sue spalle. La fissano,
quasi sorpresi, prima che qualcosa brilli nel fondo dell’iride e si
facciano minacciosi.
-Teresa.-
Noelle vorrebbe gridare, ma l’urlo che sente partirle
dal fondo della schiena non riesce a risalire la gola. Rantola mentre si gira a
casca sedere a terra.
Non è così che qualcuno dovrebbe conoscere suo nonno.
-No, tu sei lei.-
I lineamenti dello spirito si tendono in
preda ad un fremito , si allungano, si deformano. Noelle
vorrebbe chiudere gli occhi, ma il fascino dell’orrido è troppo forte. La bocca
dello spettro si spalanca snudando una chiostra di denti .
Somiglia ad un lupo.
Un lupo pronto ad uccidere.
Noelle porta una mano alla gola come per cercare di
spingere fuori fisicamente l’urlo che sente
dolere infondo ai polmoni, ma non riesce. Paralizzata dalla paura, non
si avvede di essere sul bordo del burrone. Che Obadiah
sta saltando verso di lei.
-NOELLE!-
Uno strattone alla maglia del pigiama la solleva di forza dal pavimento, un
altro la fa voltare. Bruce la spinge in avanti con entrambe le mani sulla schiena
mentre si frappone, fisicamente, fra lei e Obadiah.
Lo spirito lancia quello che sembra un urlo di guerra, e voltandosi appena , Noelle riesce a vedere una marea perlacea sciabordare alle sue spalle.
- ODDIO! -
Un rivolo di sudore freddo scende lungo
la schiena di Tony mentre i quattro soldati in tenuta d’assalto avanzano verso di lui. Sono tre
uomini e una donna, tutti crivellati di proiettili. Sono i ragazzi della camionetta che sono stati
uccisi per arrivare a lui, Tony non ha mai dimenticato i loro visi.
Il ragazzo che ha chiesto di farsi una foto con lui solleva il labbro superiore in un sibilo
minaccioso mentre la ragazza fissa famelica Tony jr fra le braccia di Pepper. Una volta tornata a casa Tony ha scoperto che era
una mamma e che a casa aveva un bambino di quattro anni.
-Mi dispiace.- sussurra mentre Pepper si addossa ancora di più contro la sua
schiena.
Quando le finestre sono andate in frantumi la prima cosa che Tony ha pensato è
stata radunare la sua famiglia, è piombato nella camera di Pepper
e l’ha tirata giù dal letto assieme a loro figlio, poi è andato a recuperare
Harley, stavano andando nella camera di Noelle quando
si sono ritrovati la strada bloccata.
-Mi dispiace, davvero.-
La soldatessa ringhia -Ero pronta a morire per il mio paese, non per uno come
te!-
Tony non può darle torto , si volta di scatto verso i tre dietro di lui -CORRETE!-
urla spingendoli verso le scale mentre le quattro anime dietro di loro
avanzano in sibili e ghiaccio che si
allarga sotto i loro piedi.
Noelle sente le ginocchia piegarsi e i piedi slittare
per via della spessa patina di ghiaccio che
favorisce l’avanzata di Obadiah e degli
spettri che lo seguono. Cade di
ginocchia sul pavimento congelato, ma non ha tempo di sentire dolore che Bruce
l’afferra di nuovo per la maglia del pigiama e la spinge avanti. Sono ormai a
pochi passi dall’ascensore quando sente il corpo del dottore sussultare come in
preda ad uno spasmo di dolore.
-Me lo devi Hulk.- sibila fra i denti mentre Noelle cerca di stare al suo passo,
-Bruce!- ansima la ragazza in preda ad una fitta
ragnatela di dolori che dalla spalla
scendono lungo la schiena e le gambe, ma il dottore non le risponde.
Non a parole almeno.
Noelle va indietro di un passo per via dell’ennesimo
strattone alla maglietta e i suoi piedi perdono contatto col terreno. Senza
capire che succede si ritrova a venire sollevata da Bruce che letteralmente la lancia dentro il vano
dell’ascensore.
L’impatto contro la parete di fondo del vano le mozza il respiro e mentre crolla
a terra si ritrova a sentire in bocca il
gusto metallico del sangue. Sputa, alzando la testa dal pavimento mentre Bruce,
in ginocchio, le sorride sollevato.
-Bruce?- mormora prima che la consapevolezza faccia
strada nel suo corpo.
L’ha salvata.
L’ha salvata a suo discapito.
L’orrore per un momento è così forte che
Noelle crede di essere sul punto di esplodere.
Si getta contro le porte dell’ascensore per impedire loro di chiudersi, ma non
può fare altro che ritrovarsi a battere le mani contro la superficie
riflettente che le manda l’immagine di una pazza.
Inizia a tempestarle di colpi mentre
sente l’abitacolo scendere .
-NO!NO! BRUCE!-
Le urla di Noelle arrivano in secondo in secondo sempre più ovattate mentre Bruce si volta
verso lo spettro che lo fissa truce da metà corridoio.
Ha assistito alla scena, l’ha visto lanciare Noelle
nell’ascensore attingendo alle forze di Hulk per
sollevarla con una sola mano e tirarla.
Sa perché l’ha fatto perchè quel sorriso parla di una
vittoria insperata.
Non ucciderà Noelle, non subito almeno, le darà il
tempo di assaporare quello che è accaduto. La sua fine per farla vivere.
Bruce si alza, la sfumatura verde che aveva preso il viso è sparita mentre Obadiah si avvicina è tranquillo.
Tony. Ci penserà Tony a Noelle. Va tutto bene.
Non accadrà nulla di quello che legge nel viso dello spirito. Ne è sicuro.
-Avanti.- incoraggia la sua fine mentre, sul pavimento dell’ascensore ormai
arrivato all’ultimo piano, Noelle si trascina
strisciando sulle ginocchia e le mani alla
ricerca di qualcuno, più in forze di lei, per aiutarlo.
Ignaro di quello che è appena accaduto
, e spinto dalla speranza che Noelle abbia guadagnato da sola l’uscita, Tony guida la sua
famiglia verso le scale antincendio. Spinge in avanti Harley afferrandolo per
un braccio e con una mano sulla schiena
fa altrettanto con Pepper appesantita da loro figlio
che piange confuso .
Si ferma per guardarsi alle spalle. I soldati sono spariti dalla loro visuale,
ma c’è ancora il ghiaccio tutto attorno a loro, sui pavimenti, i mobili, le
pareti.
Tony prende fiato a distanza di qualche passo da Pepper
e i suoi figli, quando le grida della donna lo spingono a voltarsi.
E’ come vedere un bassorilievo che si gonfia e si stacca dal muro uno spirito apparire.
Tony non fa a tempo a rendersene conto che si ritrova a venire alzato
bruscamente da terra da una folata di vento gelido e a impattare di schiena
contro una vetrata.
L’ultima cosa che sente prima che la
caduta inizi sono le voci congiunte di Pepper e
Harley che urlano il suo nome.
FINE CAPITOLO.
-si ritrova a venire inseguita da un
orda di lettori inferociti- Ricordatevi che se muoio io non saprete mai
come va a finire la storia. AIUT!