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Autore: milly92    22/10/2013    4 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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8
Capitolo 8
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8 Ottobre 2011
"Se studiassimo medicina, avrei trenta ad anatomia, ma purtroppo studiamo lingue e ciò non ci aiuterà a...".
"Lingue, hai detto bene...".
Matteo, per confermare la sua affermazione, slacciò un altro bottone della mia camicetta, per poi baciarmi un seno da sopra il reggiseno con eccessiva enfasi.
"Amore...".
"Sì?".
"Ho deciso. Cioè, mi sono decisa. Possiamo..." rivelai, con il fiatone, desiderosa di continuare a sentire le sue mani su di me e le sue carezze infinite.
Stavamo insieme da mesi, troppi mesi, a detta delle mie amiche, e in quel momento ero giunta alla conclusione che fosse inutile aspettare ancora, perchè per me Matteo era quello giusto.
Lui, un po' incredulo, mi fissò, smettendo di dedicarsi al mio petto.
"Possiamo, cioè, hai deciso...?".
"Non ha senso aspettare. Io ti amo...".
"... Lo sai che ti amo anch'io, tanto...".
"... E anche io sono stufa di bloccarci sempre, ogni volta che stiamo in pace, da soli. Voglio te, solo te" mormorai, arrossendo furiosamente.
"Anche io, amore. Ma sappi che ti avrei aspettato ancora" sussurrò lui, prima di gettarsi di nuovo addosso a me e continuando a slacciarmi la camicetta. "Ti amo da impazzire".
"Anche io, anche io!".
**********
Nuovo lunedì, nuove lezioni, nuove dosi eccessive di caffeina, solite chiacchiere con i soliti amici.
Tuttavia, questa volta c'è qualcosa di nuovo, una sorta di piccola novità: sto facendo colazione a casa di Dario, mentre di solito è lui che viene da me prima di andare a seguire le lezioni.
I suoi genitori non ci sono come al solito, visto che la loro condizione di infermieri li costringe a lasciare casa prima delle otto del mattino, e, non avendo altri figli, la casa non è ospitata da nessuno tranne noi.
Ieri sera ho mandato un sms al mio amico in cui gli chiedevo di vederci prima della lezione di Letteratura Tedesca, ma ovviamente costringerlo ad uscire di casa prima delle dieci del mattino era alquanto impossibile, per cui sono andata io da lui e gli ho anche preparato la colazione.
"Quindi... Trudy se ne va a Torino. Wow" sussurra colpito Dario, dopo che gli ho spiegato la novità del momento. E' serio, con ancora addosso i pantaloncini blu e la maglietta bianca che usa per dormire, e mi squadra insistentemente oltre il vetro dei suoi occhiali rettangolari.
"Sì. Sono felice per lei...".
"Ma...?" mi interrompe, lasciando perdere il toast che stava per mangiare.
Sospiro, iniziando a torturare con le mani un tovagliolo di carta fino al punto di ridurlo in una piccola pallina.
"Ma ho paura, ecco. Ho una brutta relazione con gli addii, se non te ne sei reso conto" spiego, sbuffando e incrociando le braccia.
"Non sarà un addio, Lena...".
"Dai, Dario, sii serio. La mia più cara amica oltre Trudy vive a nemmeno trenta chilometri da qui e ci vediamo pochissimo, figurati ora che Trudy se ne andrà così lontano! Ho paura, Dario, ho paura di non farcela senza di lei, e poi...".
"E poi?".
"E poi questo mi fa chiedere cosa sto combinando di buono, io. Non so nulla del mio futuro, so solo che se va tutto bene a novembre avrò un stupido pezzo di carta tra le mani! Se non supero il test di accesso alla magistrale? Chi verrà a vivere con me? Sarò ancora più sola? Troverò un lavoro o morirò di fame? Sono così abituata a programmare le pagine da studiare al giorno per ogni esame che vorrei poter programmare la mia vita...".
Comprendendo che ormai la sua colazione sia saltata, Dario lascia perdere il cibo e avvicina la sua sedia alla mia, in modo da trovarsi di fronte a me. Appoggia le sue mani sulle mie spalle e mi fissa negli occhi, sorridendo.
"Sbaglio o queste sono più o meno le cose che ti sei chiesta quando hai iniziato l'università?" chiede retorico. "Tante preoccupazioni e poi, puff!, hai conosciuto me, Trudy, le altre, ti sei innamorata, sei andata avanti... Sai che significa questo?".
Scuoto il capo, senza sapere cosa dire.
"Che gli imprevisti sono la cosa più bella che ci sia. Non puoi fare nulla per controllarli, non conosci la loro esistenza, eppure eccoli lì, pronti a sconvolgerti la vita e sorprenderti. Andrà tutto bene... E poi avrai sempre me, te l'ho detto mille volte" ribadisce, sul serio per la millesima volta.
Annuisco, e lui, dopo l'ennesimo sorriso, si fionda ad abbracciarmi, lasciandomi un bacio tra i capelli con una dolcezza che non gli ho mai visto esercitare.
"Gr-Grazie" biascico, ricambiando l'abbraccio e accarezzandogli la schiena.
Quando ci separiamo, ci ritroviamo per qualche istante fronte contro fronte, e la cosa mi risulta così... Strana che, non so come nè perchè, gli lascio un bacio sulla guancia, perchè sento che rimanere immobile mi avrebbe fatto sentire ancora più strana.
Sorridendo imbarazzato, si scosta e si alza dalla sedia, passandosi una mano tra i ricci ribelli.
"Allora... Vado a prepararmi, tra mezz'ora c'è lezione..." mormora.
"Sì, sì, io nel frattempo sistemo qui...".
Annuisce, per poi scomparire oltre il corridoio, e lasciandomi un po' confusa e stranita.
Ho forse sbagliato a dargli quel bacio? Perchè è cambiato improvvisamente?
Siamo amici da una vita, perchè certi comportamenti lo mettono ancora in soggezione?
Immersa nei miei pensieri, passo una decina di minuti a sistemare la cucina, finchè non mi blocco visto che non so dove riporre la ciotola da lui usata per il latte.
Così esco dalla cucina fino a bussare alla porta della sua camera.
"Entra" mi dice, così apro e me lo ritrovo davanti con indosso solo i suoi soliti jeans e calzini.
La cosa mi lascia un po' allibita perchè realizzo di averlo sempre visto completamente vestito, anche perchè non siamo mai andati al mare insieme, e quando nota che lo sto fissando fa una faccia imbarazzata.
"Eh, ho messo un paio di chili, lo so... Devo andare in palestra...".
Scuoto energicamente il capo, sforzandomi di guardarlo in viso e sentendo di star arrossendo di brutto. "Ma no, no, è che... Sono abituata a vederti vestito, scusa, cioè, non è che stai male" biascico, sentendomi decisamente stupida.
E' come se per me Dario avesse solo il suo bel carattere e i suoi occhiali, scoprire che ha un busto nudo come tutti gli altri è stato rilevante e scioccante.
"Noo, sto solo uno schifo" ironizza.
"Scemo, dai...".
"Ma sei arrossita?" ridacchia, sorpreso, forse più di me.
"Io? Eh? No, sono venuta per chiederti dove mettere la ciotola del latte..." svio subito l'argomento.
"Oh, sì" risponde, avviandosi verso la cucina.
Lo seguo, e mentre lo vedo riporre l'oggetto, noto qualche graffio sulla schiena visto che mi sta dando le spalle.
"Cosa hai fatto alla schiena?" chiedo quindi, preoccupata.
Si blocca mentre sta chiudendo l'anta del mobile, per poi terminare l'operazione e fare un cenno imbarazzato.
"Oh, quello..." sussurra, deglutendo.
Gli lancio uno sguardo interrogativo, e lui sospira, per poi scrollare le spalle. "Stavo per dirtelo... Ho fatto sesso con una, ieri" spiega. "E mi ha lasciato questi segni...".
Senza sapere cosa dico, opto per un semplice: "Oh" di comprensione.
"E' una delle studentesse Erasmus, è spagnola, la ospita un' amica di Giovanni e...".
"Non mi devi spiegazioni" gli ricordo, pensando che, quindi, entrambi abbiamo avuto un'occasione questo fine settimana e che lui è riuscito a coglierla.
"Ma no, te lo avrei detto comunque... In pratica mi ha fatto il filo per tutta la serata e...".
"Ma ti stai giustificando?" lo prendo in giro, spingendolo lievemente, e notando la sua pelle d'oca quando la mia mano sfiora la sua spalla nuda.
"No! Ti sto solo raccontando... Aspetta, vieni che nel frattempo mi metto la maglia...".
Lo seguo nella sua stanza e mi appoggio allo stipite della porta, mentre lui si affaccenda per indossare una maglia rossa e le scarpe. "Non mi ricordo nemmeno come si chiama, da una parte mi sento in colpa! Lo sai che non mi trovo a mio agio con queste... Storie... Ha passato tutta la serata a gettarsi addosso, poi mi ha chiesto di accompagnarla a casa perchè aveva dimenticato una cosa e me la sono ritrovata davanti mezza nuda" continua a spiegare.
"Vabbè, dai, ti è andata bene! Da quel che so tutti quelli dell'università pagherebbero per passare una serata con quelle spagnole" ironizzo, facendogli l'occhiolino.
"Beh, alla fine non sono nulla di che" rivela, ridacchiando.
"Addirittura!".
"Ma sì... Preferisco le italiane, sai?".
Rido, senza sapere cosa dire, perchè in un lampo mi sono ricordata di star continuando ad omettere il racconto che riguarda me, Leo e la nostra strana relazione.
Ormai ci vediamo spesso, quindi non ho più scuse per continuare a mentire, ma non me la sento affatto, ho una paura che non so descrivere, forse perchè temo il suo giudizio di sicuro negativo.
Perciò, con i sensi di colpa a mille, mi limito a tacere, sperando di zittire anche la mia coscienza.
"... Quindi, se superate la prova intercorso, all'esame porterete solo metà programma. Siete liberi di farla o meno, ma penso che vi convenga, visto che siete all'ultimo anno e di certo avrete altre decine di libri a cui badare ora che si avvicina la sessione estiva. Troverete gli argomenti da studiare sulla mia pagina personale entro oggi pomeriggio, e durante la prossima lezione farò circolare un foglio in cui dovrete scrivere il vostro nome se avete deciso di fare la prova".
Mentre la professoressa Ciarla parla, l'aula è più silenziosa del solito, perchè di sicuro tutti aspettano di ascoltare quel particolare vantaggioso che li farà decidere a sostenere la prova e a studiare per avere "mezzo" peso in meno durante la sessione estiva.
"La prova ci sarà il ventidue aprile, quindi avete un paio di settimane per prepararvi" continua la docente. "Bene, pensateci, per oggi è tutto, ci vediamo mercoledì".
Sgrano gli occhi udendo quella data, perchè il ventidue aprile è il giorno del mio compleanno e, conoscendomi, so che deciderò di fare la prova per avvantaggiarmi con lo studio.
Sospirando, ripongo la mia copia in inglese di "1984" e il quaderno di Letteratura Inglese III per poi aggregarmi al mio solito gruppetto che, ovviamente, sta commentando la decisione della professoressa.
"Avvisarci con solo due settimane di anticipo, questa è pazza!" sbotta Lucia.
"E se parlassimo con gli altri e provassimo a farla spostare di almeno una settimana?" propone Alessandra.
"Sapete com'è fiscale la Ciarla" sospiro.
Andiamo nel bar dell'università visto che è ormai ora di pranzo e abbiamo la prossima lezione alle due, e lì troviamo Germana con il suo gruppo di nuovi amici, un gruppo di nullafacenti che passano le loro giornate all'univeristà senza fare nulla e con cui ha legato molto nelle ultime settimane.
Gira voce che conoscano gli amministratori della pagina Spotted, e forse è ciò che li rende tanto interessanti ai suoi occhi.
Ci saluta distrattamente, come fa quando è con loro, e noi rispondiamo nello stesso modo, feriti dal suo ignorarci a causa di quella gente.
"Non dico che non debba avere altri amici, ma può essere loro amica anche senza ignorarci" commenta Marina, che ultimamente, essendo la sua coinquilina, si ritrova la casa invasa da quei tizi e a doverla sistemare dopo i loro festini che stanno diventando una meta attrattiva per mezza università.
Lucia annuisce, comprensiva, mentre io vado a prendere un panino per pranzare e facendomi spazio tra la solita folla che c'è al bar a quell'ora.
Noto che qualcuno mi lancia un'occhiata un po' strana, qualcuno mi fissa, ma cerco di non badarci, pensando che sia dovuto ancora alla vecchia storia degli spotted riguardo Matteo ed Elisabetta, così, nel giro di dieci minuti torno al tavolo dei miei amici che, a loro volta, mi fissano senza dire nulla.
"Cosa c'è? Ho un brufolo in faccia?" sbotto, gettando il panino sul tavolo con forza.
Quando vedo che un paio di loro reggono il telefono in mano, faccio due più due e alzo gli occhi al cielo, sconvolta. "Cos'hanno scritto, ora?".
Trudy mi passa il suo iphone e, allibita, mi ritrovo davanti ad una foto in cui, in lontananza, ci siamo io e Lisa che guardiamo dei tanga di pizzo da Tezenis.
"A quanto pare Lena si sta dando da fare dopo la rottura con Matteo. Era ora! Ma... Chi avrà il coraggio di vederla con quei cosi addosso? Chiunque tu sia, hai tutto il mio appoggio, devi essere proprio coraggioso!" recita la didascalia sotto.
Per un pelo non getto in aria il costosissimo iphone, grazie a Dario che lo salva e lo consegna alla proprietaria.
"Non sono nemmeno libera di comprare dell'intimo, ora? E poi, tutti mi hanno rotto le palle perchè non mi sono messa con qualcun'altro dopo Matteo, e ora che potrebbe sembrare il contrario mi rompono le palle, per di più in pubblico?!" urlo, infischiandomene dell'attenzione di tutti che si rivolge a me, per poi alzarmi e uscire dal bar come una furia, sforzandomi di non piangere per la rabbia.
O è stata Elisabetta o Germana, questi sono i miei unici pensieri mentre urto numerose persone che stanno andando a pranzare.
Come si fa a pubblicare simili idiozie? E perchè nessuno non mi lascia in pace?
Comprare dell'intimo non è un reato, e, nonostante fosse vero che ero da Tezenis per indossare qualcosa di decente per Leo, sarei potuto essere lì anche solo per fare shopping con un'amica.
E poi, diamine, questo è stalking! E' una cosa da denuncia!
"Fermati, Lena!".
Quando sono ormai fuori l'ateneo, vedo Trudy e Dario che mi stanno correndo incontro, urtando a loro volta numerose persone.
"Per favore, calmati" dice subito Dario, trattenendomi per il braccio e, di conseguenza, bloccandomi.
"E' una cosa orribile, lo so, ma... Per favore, ragiona. Marina ha detto che sabato sera Germana mostrava una certa foto ai suoi nuovi amici e ridevano come matti, quindi indagherà per scoprire se è stata lei. E tu sei andata lì sabato, giusto?".
"Sì... Volevo comprare qualcosa da mettere sotto il vestito per il mio compleanno" mento, visto che, conoscendo Dario, mi chiederà il motivo del mio nuovo interesse per la lingerie.
Trudy - che sa il reale motivo - mi regge il gioco e non batte ciglio. "Aiuteremo Marina nelle ricerche...".
"Che schifo. La odio!" sbotto. "Se è stata lei è un'ipocrita! Volendo potrei farmi dare da chiunque le foto che si fece scattare dal suo ex, per vendicarmi!".
"Lena, tu le sei superiore..." mormora Dario.
"Superiore un cazzo! Sono una scema, ecco cosa sono! Sono la povera Lena che non può avere una vita sua perchè tutti le stanno con il fiato sul collo! Mi sono rotta!" urlo, per poi liberarmi dalla presa di Dario. "Lasciatemi in pace, per favore..." aggiungo, per poi dare loro le spalle e dirigermi verso casa.
L'unica cosa che so è che devo contattare Leo, incontrarlo e ottenere il mio riscatto.
Circa tre ore d'ore dopo, mentre sto ricopiando gli appunti di Trudy di Filologia Germanica che mi sono persa a causa della mia "fuga", sento suonare il campanello, ma non vi bado più di tanto, perchè la mia coinquilina sa che sono ancora arrabbiata e che, per oggi, non contruibuirò alla vita domestica, se così vogliamo definirla.
Così, faccio finta di nulla e continuo a scrivere, finchè non bussano alla mia porta.
Pensando che sia la mia amica, borbotto "Avanti", per poi voltarmi e rimanere bloccata nel vedere che davanti a me non ho nient'altro che Matteo, che mi sorride cortesemente come se fossi una schiofrenica e lui uno psichiatra.
E' vestito con più cura del solito, e i suoi capelli sono ordinati, come se fossero stati pettinati con cura, come era solito farli quando uscivamo insieme.
Probabilmente la mia espressione è davvero idiota, perchè lui si guarda intorno, imbarazzato, per poi tornare a guardarmi.
"Scusa la mia irruzione. Volevo... Sapere come stavi, ecco".
Deglutisco, senza sapere cosa dire o fare, alquanto sorpresa. Ho sentito bene? Il mio ex vuole sapere come sto?
"Prego?" chiedo quindi, senza premurarmi di celare il mio scetticismo. Al momento sono così presa dal contenermi e dallo stupore che non riesco a gestire più cose contemporaneamente, come sono solita fare.
"Volevo sapere come stavi" ripete lui, senza battere ciglio. "Voglio dire, ti ho visto correre fuori dal bar e...".
"Elisabetta dov'è?" lo interrompo, dando voce al mio primo pensiero. E' così strano vederli separati, e la prima e unica volta che è successo lei mi ha invitato alla sua festa di compleanno, quindi dovrei preoccuparmi.
Lui abbassa lo sguardo, e mi fa sentire un po' vittoriosa, perchè so di avergli sferrato un colpo basso.
"Sa che sono in biblioteca..." dice spudoratamente, come se mi stesse narrando una piacevole storiella di poca importanza.
"Cosa? Casa mia non è una biblioteca, nel caso ti sfuggisse".
Già sono arrabbiata, e vederlo davanti a me, mentre ammette di star mentendo alla sua ragazza, mi fa sentire ancora più irata.
Sospira, passandosi una mano tra i capelli, e poi torna a guardarmi. "Non potevo dirle la verità, Lena...".
"Perchè? Cosa sei venuto a fare di male?" lo provoco, alzandomi di scatto e incrociando le braccia.
"Nulla! Voglio sapere come...".
"Oh, piantala! Ti ho detto che mi vedo con uno, settimane fa, e probabilmente non ci hai creduto solo perchè non me lo porto in giro per l'università come un cane al guinzaglio" - qui si morde un labbro, colpevole - "Ma ti è bastato vedere che ho comprato della lingerie su una schifosa pagina dell'università per vedere che fosse vero, e così eccoti qui. Cosa dovrei pensare?!" urlo, senza premurarmi di star facendo la parte dell'ex pazza che, probabilmente, si fa anche tanti film nella sua mente.
Tuttavia, lui mi stupisce, perchè, dopo un attimo di shock, causato probabilmente dalla mia grinta, annuisce, guardandomi negli occhi.
"Tu... Sei sempre stata mia, quindi è normale che ora mi senta un po'... Strano, nel sapere che fai sesso con altri" ammette, con la sua solita faccia da schiaffi.
"Solo perchè sei stato il mio primo non significa che mi debba rinchiudere in un convento ora che non stiamo più insieme" dico, incredula per l'assurdità del suo discorso. "Ed io non sono di nessuno. Le persone non sono oggetti, Matteo, e forse non l'hai mai capito".
"Sei diversa".
"Eh?".
"Sei diversa" ripete, continuando a fissarmi intensamente. "Sei sempre stata... Dolce, premurosa, mentre ora... Hai cacciato fuori il tuo carattere. Una parte di me vorrebbe ancora stare con te perchè ora sei intrigante, me ne sono reso conto la sera del mio compleanno".
Sbalordita al massimo, cerco di non cogliere qualche allusione piuttosto evidente, e mi limito a scrollare le spalle.
"Quando qualcuno ti ferisce, l'unica opzione che hai è reagire, altrimenti rischi di vivere nella sua ombra. E questa persona con cui mi sto vedendo mi ha aiutato a capire quanto valgo" spiego, piuttosto freddamente.
"E' una persona fortunata. Mi pento di...".
"Dovevi pentirtene prima" lo blocco, perchè so che meno ascolto e meglio è per me e per la mia salute mentale. "Prima di baciare la tua ragazza davanti a me dopo un mese dalla nostra rottura, senza nemmeno salutarmi... Hai scelto lei, stop. Ora, per favore, sei pregato di non guastarmi la festa ora che sono felice".
"Scusami, sono egoista, lo sai...".
"Certo che lo so. Avrei solo voluto saperlo prima. E sappi che se mi andrà dirò ad Elisabetta della tua visita" sbotto con finta calma, sentendo, tuttavia, un grande peso che scivola via.
Colpito ed affondato, lui annuisce, per poi salutarmi ed uscire silenziosamente.
Rimango qualche istante immobile, fissando la porta, per poi gettarmi sul letto e raggomitolarmi, sentendo in arrivo un lungo pianto, che, probabilmente, è liberatorio.
Questa sera mi sento come l'adolescente che non sono mai stata.
Avete presente quelle adolescenti ribelli, che sembrano donne vissute, trasgressive e cazzute che si vedono nei telefilm?
Io ero l'opposto.
Sono sempre stata una ragazzina che si innamorava dei personaggi dei libri, che aspettava le feste per indossare un bel vestito e le scarpe alte che mi slanciavano un po', e che massimo a mezzanotte tornava a casa, dopo una semplice - e spesso noiosa - serate tra amiche al cinema o in pizzeria.
Questa sera ho voglia di non pensare, di non essere me stessa, di osare e buttarmi, di mettermi alla prova per capire che posso essere anche qualcun'altro.
Devo capire che quello che sono lo sono perchè lo voglio e non perchè non posso essere diversa.
Ho indossato un completo intimo rosso e nero con un vestito nero, ho provato a truccarmi meglio che potevo e ho piastrato i capelli in modo che mi arrivino oltre la schiena.
In tutto questo, Trudy non ha detto una parola, sin da quando se ne è andato Matteo, e so che non lo farà.
Forse parlerà tanto, ma il suo pregio è che sa quando bisogna tacere.
La saluto mentre prendo le chiavi della macchina e, lentamente, per non cadere a causa dei tacchi, esco di casa, scendo le scale che conducono al portone d'ingresso del palazzo e raggiungo l'auto.
Accendo la radio, proprio perchè non ho voglia di pensare a nulla, e, come per sfogarmi, passo tutto il tragitto a cantare l'ultimo cd di Pink, che mi dà la carica giusta per la serata.
Arrivata, prendo un lungo respiro e parcheggio l'auto, per poi rimanere qualche istante lì, ferma, senza sapere cosa fare.
Mi guardo nello specchietto retrovisore per aggiustarmi il rossetto, sforzandomi di non piangere perchè mi sento come una Germana qualunque.
Sento comunque qualche lacrima di rabbia a causa della pessima giornata combinata ai mille pensieri che mi opprimono, e faccio del mio meglio per sopprimerla.
Ora ho carattere, stando a ciò che dice Matteo, no? Quindi devo usarlo per farmi valere, diamine!
Impedendomi di non pensare e di agire solo, mi decido a scendere, impiegando secoli per raggiungere la porta di Leo dopo aver bussato al citofono.
Quando apre la porta e mi vede, mi lancia uno sguardo che mi dà conferma di cosa succederà stasera.
Lo sappiamo entrambi, sappiamo entrambi che finiremo per concludere ciò che abbiamo lasciato in sospeso sabato, e cerco di dirmi di stare tranquilla, che lui sa come comportarsi e che mi farà sentire desiderata.
Decidendo di fare il primo passo, entro e lo saluto con un bacio, a dispetto del solito casto bacio sulla guancia che siamo soliti scambiarci per salutarci, e la cosa non gli dispiace, perchè non esita a ficcarmi la lingua in bocca e a stringermi a sè.
"Non sai quanto ho pensato di te..." mi accoglie, guardandomi negli occhi, come per imprigionarli nei miei.
"Hai pensato solo a me o anche ad altro?".
"Beh, non saprei descrivertelo, ora".
"E allora fammelo vedere".
Sul serio sono stata io a parlare?
Probabilmente sì, perchè dopo un suo sguardo malizioso e d'intesa, mi ritrovo senza giacca, adagiata contro la porta della sua camera da letto con le sue mani che prima mi accarezzano una gamba e poi si intrufolano sotto il vestito.
"Ti ho pensato anch'io" sussurro quando mi ritrovo stesa per la seconda volta sul suo letto, con lui sopra di me che è così eccitato per ciò che sta per succedere che sembra non sapere cosa fare.
"E di cosa hai pensato?".
"A questo" dico, prima di attirarlo a me, ribaciarlo e condurre una delle sue mani sul mio seno, poi su tutto il mio corpo, per poi mettermi a cavalcioni su di lui e consentirgli di slacciarmi il vestito, cosa che io non riuscirei a fare a causa delle mani che mi tremano.
Riesco sul serio a non pensare a nulla, nè alle parole di Matteo, nè a Spotted, nè a Trudy che se ne andrà, nè a Dario che è andato a letto con una straniera come sto facendo io...
Il solo pensiero di essere una sorta di ribelle, di fare qualcosa che non ho mai osato fare per mia scelta, mi fa sentire più forte e audace.
Ho sul serio cacciato fuori il mio carattere o è una fase?
Chiudo questo breve flusso di pensiero grazie al tocco di Leo, che è sul serio bravo.
Probabilmente ora è se stesso, non si sta contenendo come è solito fare per fare bella figura, e la cosa non mi dispiace, visto che sono stanca di essere circondata da gesti falsi e ipocriti.
Desiderosa di sentire la sua pelle a contatto con la mia, lo privo della camicia, poi dei pantaloni, mentre lui mi slaccia il reggiseno senza difficoltà, troppo preso dagli eventi per fermarsi a guardare il completo che ho scelto con tanta cura.
Quando non so più cosa fare, ci pensa lui a prendere in mano la situazione, a stendersi su di me, facendomi schiudere le gambe e privandomi degli slip, con meno premura e più passione, per poi rimanere nudo a sua volta.
Si china su di me, baciandomi, e chiedendomi un eccitato: "Posso...?", mentre mi lascia una scia di baci fino al collo, per poi scendere sempre più giù.
Annuisco, sforzandomi di rilassarmi, riuscendoci giusto un istante prima che le danze abbiano inizio...
Gemiti, sospiri, parole sussurrate sottovoce diventano gli abitanti della camera da letto, facendomi provare sensazioni ancora più piacevoli rispetto a quelle che ricordavo, e che sono la prova tangibile che, sul serio, Lena è cambiata, anche se, probabilmente, solo per stasera.
*°*°*°
Tadà, ecco il capitolo in cui Lena e Leo si danno una mossa, che, forse, è un po' diverso da come ve lo eravate immaginati.
Mi riferisco a tutto il processo che ha avuto luogo nella mente di Lena, che ci consente di capire cosa cavolo rappresenta per lei Leo, visto che di amore non si tratta, ma nemmeno di una cosa fisica senza fini.
Dopo un po', si è capito che lui è la sua "Via di fuga", nel senso che le ha consentito di capire che la ragazza che ha amato solo Matteo, che si ostina a fare tutti gli esami in tempo, abbastanza rigida, mai frivola che conoscono tutti, in realtà lo è perchè vuole esserlo, non perchè non potrebbe essere altrimenti.
Voglio dire, Lena finalmente ha capito di aver sempre avuto una percezione sbagliata di sè stessa, ha sempre pensato di dover vivere la sua vita così perchè non poteva essere diversamente, mentre in realtà può essere quello che vuole. Ovviamente, ciò non la porterà a chissà quale cambiamento, sarebbe assurdo: le basta sapere che la Lena che conoscono tutti è così perchè lo vuole lei.
Parlando della parte iniziale del capitolo, beh, mi è piaciuta molto scriverla, perchè fa capire quanto siano importanti Dario e Trudy per Lena.
Comunque, ho deciso che d'ora in poi pubblicherò ogni due settimane perchè sto scrivendo il capitolo 14 e a causa di numerosi impegni non ho mai molto tempo per scrivere, così pubblicando di meno non terminerò in fretta i capitoli già scritti.
Quindi... Al 5 Novembre! :D
milly92.
  
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