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Autore: metamorfosj    25/10/2013    1 recensioni
Texas del 1890... Fuorilegge... Treni... Un passato da svelare...
Sparatorie... Rapine alle banche... e... amore!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Si avvicinò quanto bastava per non correre rischi di ogni genere e aspettò un segno da parte del suo interlocutore.

Harry ebbe la stessa reazione di Evie poco prima. Era da un bel po' che non vedeva una bellezza naturale e dolce come quella di Evie.

-Il tuo nome ti riflette in pieno- mormorò soddisfatto Harry girando intorno alla ragazza e ammirandola come di rado succedeva.

-Cosa vuoi da me?- domandò Evie cercando di restare forte. Harry rise con la sua risata calda.

-Cosa voglio da te? Bella domanda...- lasciò in sospeso e Evie non volle continuare con le domande.

Harry sfiorò i capelli lunghissimi neri della ragazza e percorse la schiena di quest'ultima con due dita guantate, sorridendo tra se quando la sentì fremere sotto il suo tocco delicato.

-Fammi vedere i tuoi occhi- disse Harry spostandosi di fronte a Evie e quando alzò lo sguardo non riuscì a reprimere un singhiozzo di sconcerto.

-Tu... Tu hai i suoi stessi occhi!- sussurrò indietreggiando spaventato. Evie lo era quasi quanto lui.

 

-Hai i suoi occhi! Sei come lei! I tuoi occhi sono come i suoi! Non è possibile! No!- sbottò riscuotendosi dal momentaneo terrore. Evie lo guardava terrorizzata.

-Vieni con me! Subito!- ordinò secco il fuorilegge prendendola per mano e facendole intrecciare a forza le dita con le sue. Si diressero verso il cavallo di lui, uno stupendo stallone marrone, un arabo, quasi sicuramente.

-Monta a cavallo! Forza, monta a cavallo!- le impose il ragazzo buttandola quasi di peso sulla sella.

Harry aveva quasi paura. Non era possibile, non lo era per niente. Al mondo non esistono due paia di occhi identici e lui lo sapeva bene. Ma era sicuro come mai lo era stato che gli occhi di quella ragazza erano come quelli di... “No no no” pensò prendendo le gambe di Evie e infilandole nelle staffe. Poi balzò anche lui in sella con uno scatto agile che molti gli avrebbero invidiato. Infilò la pistola di Evie nelle bisacce e, dopo aver passato le braccia muscolose attorno ai fianchi della ragazza prese in mano le redini e lanciò il cavallo ventre a terra da tanto che era la sua fretta di arrivare al rifugio.

-Cosa vuoi farmi?- domandò spaurita Evie agitandosi nervosamente tra le braccia di Harry, che percependo il disagio la strinsero di più.

-Niente, non voglio farti niente- rispose scocciato Harry.

-Allora lasciami andare, ti prego!- lo supplicò Evie.

-No, non posso farlo-

-Perchè? Cosa ti ho fatto?-

-Io devo proteggerti! Ho fallito una volta e non fallirò la seconda!- rispose Harry con un fremito della voce.

-Ma io non ti conosco nemmeno!- ribattè Evie tremando violentemente.

-Sei capace a stare zitta?- ringhiò violentemente Harry all'orecchio di Evie. Questo ultimo gesto fece cedere i nervi della ragazza, che non riuscì più a trattenere le lacrime. Tante goccioline di acqua salata le scivolarono imperterrite lungo le guance. Un sussultò di Evie fece allarmare il riccio, che preso da non si sa quali orribili ricordi fermò il cavallo e smontò da sella, facendo scendere anche Evie, che continuava a piangere di paura, sconforto e rabbia.

-No, no, no! Non devi piangere! Sono stato io?- domandò Harry scuotendola bruscamente per le spalle, facendole male.

-Basta, mi fai paura!- sussurrò Evie abbassando lo sguardo impaurito.

-Dannazione! Scusami... Io non... non volevo! Non permetterò che accada di nuovo!- promise parlando più a se stesso che a Evie. Piangeva ancora. Non riusciva a smettere.

-Ma da cosa vuoi proteggermi?? Mi stai sequestrando e dici che vuoi proteggermi! In nome del cielo dimmi almeno da cosa!- urlò Evie allo stremo delle forze. Harry sembrò tornare alla realtà dallo strato di trance in cui era caduto.

-Non posso ancora dirtelo... Non ancora... Evie- rispose Harry sussurrando il nome della ragazza con una dolcezza infinita. Cosa strana, molto strana per un fuorilegge.

Evie sospirò, imponendosi di smettere di piangere. Un movimento di Harry la mise in guardia. Il riccio portò due dita sulla guancia rigata di lacrime della ragazza, accarezzandola teneramente.

-Mi dispiace Elsie- mormorò ancora.

-Come mi hai chiamato?- domandò stupita Evie.

-Evie, perchè?- chiese sospettoso il riccio.

-Mi hai chiamato... Elsie- disse Evie spostando le dita di Harry, che ancora accarezzavano la sua pelle.

-Elsie, Evie, si somigliano. Avrò sbagliato- replicò Harry. Ma Evie capì che stava mentendo. Ci sono occhi che lasciano trasparire le sensazioni e i sentimenti di una persona e quelli di Harry erano quel tipo di occhi. Evie lo seppe e basta. Aveva mentito, ma un'ombra negli smeraldi verdi fece capire alla ragazza di non porgli domande.

-Dai, vieni qui- mormorò Harry allargando le braccia e circondando l'esile corpo di Evie.

Lei aveva paura, ma un abbraccio le serviva proprio, anche se era uno spregevole bandito a fornirglielo.

-Non ti conosco neanche- sussurrò Evie sul petto del ragazzo, intrecciando i ricci che toccavano il collo attorno alle dita.

-Ma io conosco te- rispose Harry affondando la testa nella spalla di Evie e lasciandole un leggero bacio sul collo. La pressione delle labbra morbide di Harry le provocarono un violento brivido, che il riccio sentì propagarsi attraverso la pelle a contatto con quella di lei.

-Rispetta il mio corpo, ti prego- lo implorò Evie accarezzandogli i capelli. Era ancora presto pensava Evie. Troppo presto. Harry sorrise e si staccò rimontando a cavallo, seguito da Evie.

-Perchè non mi lasci tornare a casa?- lo pregò la ragazza. Il sole tramontava.

 

-Shhh, sei stanca. Appoggia la testa sulla mia spalla- rispose Harry. Oh, no... Non poteva lasciarla andare. Non avrebbe più commesso lo stasso sbaglio di cinque anni prima, si ripetè.

Evie era davvero sfinita. Quella giornata era di sicuro quella più piena di avvenimenti di tutta la sua vita. Quindi, lasciandosi andare appoggiò la testa all'indietro sulla spalla sinistra di Harry e il rumore degli zoccoli e la ritmica andatura del cavallo la fecero cadere nel mondo dei sogni.

Harry sorrise, ascoltando il respiro regolare di Evie, prendendo le briglie con una mano e con l'altro braccio strinse la ragazza in vita, per impedirle di cadere. I suoi meravigliosi occhioni verdi caddero sul viso di Evie, a pochi centimetri dal suo e non potendo resistere, sfiorò le labbra leggermente dischiuse di Evie, accarezzandole con le sue. Harry riconosceva quelle labbra. Solo che la persona che ricordava era morta, per colpa sua, e le labbra su cui aveva depositato l'ultimo bacio erano fredde, fredde come la morte.

 

 

   
 
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