Bilancia
Al
cadere leggiadro e silenzioso della prima foglia d'autunno, nacque
Bilancia.
Non
era che una ragazzina longilinea quando si scoprì affetta da
una
morbosa passione per gli orologi ticchettanti, i piatti delle libre
ed i bilanci mensili. Aveva una naturale propensione per i numeri che
le impegnavano la testa di calcoli matematici.
Amava
il risparmio e la paghetta settimanale che riusciva sempre ad
estorcere al generoso Leone, ma non altrettanto all'avaro Toro che
dei soldi aveva bisogno per acquistare nuove delizie da cucinare.
Con
i Gemelli, Bilancia non riuscì a saldare un buon rapporto:
era
infastidita dai loro scherzi e da quell'infantile
prodigalità che
mal si accostava alla sua mente tutta schematica, incapace pure di
apprezzare l'alta lirica di Cancro.
Un
bel giorno incontrò la splendida Vergine e rimase folgorata
dalla
visione: dunque oltre alla matematica esisteva anche la bellezza!
Bilancia
divenne un'esteta convinta e cominciò ad apprezzare il "bello"
nelle
sue forme più varie. Poteva essere un albero. Un fiore. Un
colore.
Una ciocca di capelli. O dei pettorali ben definiti, come quelli di
Ariete.
Ariete
era tutto ciò che Bilancia avrebbe potuto mai desiderare e
chiedere
in risposta alle sue preghiere. Era aitante, di una bellezza unica da
mozzare il fiato.
Purtroppo,
per quanto Bilancia spremesse quelle sue meningi
machiavelliche per farsi notare, Ariete non si accorgeva di lei che era una
silenziosa giovane dai capelli castani, con smunti occhi grigi ed un
fisico asciutto quanto una tavola di noce; e non possedeva certo
né la
grazia né la femminilità di Vergine, su cui il
focoso Ariete sbavava copiosamente.
Bilancia però era caparbia. E non si arrese.