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Autore: GiuliaComix    12/11/2013    10 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                                                                                                     La Fine e L'Inizio di Un'Avventura

 

<< Scendiamo nella botola...stanotte >> disse deciso Harry, suscitando qualche perplessità in Serena, la quale si stava mordendo il labbro inferiore per la preoccupazione.

 

 

<< Harry...non credi di essere un po' troppo avventato? Insomma, se ci scoprono siamo fregati. Ci espelleranno tutti e quattro! >> disse Serena, cercando di farlo ragionare.

<< In fin dei conti, Serena non ha tutti i torti, Harry. Aspettiamo che torni Silente >> intervenne Ron, guardando anche Hermione cercando un appoggio.

<< Ragazzi, non c'è più tempo! Capisco le vostre preoccupazioni, ma non possiamo rimanercene così con le mani in mano! Ormai ci siamo dentro fino al collo, dobbiamo impedire che la Pietra venga rubata e dobbiamo intervenire stanotte, altrimenti... potrebbe essere troppo tardi >> disse Harry. I ragazzi non sembravano molto convinti, ma dovevano ammettere che Harry aveva ragione, non potevano assolutamente temporeggiare, altrimenti Voldemort sarebbe diventato di nuovo forte e sarebbe tornato.

<< Va bene, ci sto >> disse all'improvviso Serena << Ma non credo che riuscirò ad eludere le armature un'altra volta senza essere beccata, ho bisogno di aiuto sta volta! >>

<< Sì, ma... il Mantello dell'Invisibilità sarà abbastanza largo da nasconderci tutti? >> si domandò Harry.

<< Mmm...un modo c'è, ma bisognerà applicarvi un incantesimo che viene insegnato più avanti >> disse Hermione, strofinandosi il mento pensierosa << Sentite, io oggi cercherò di allenarmi il più possibile con quell'incantesimo e stanotte...be'...vedremo se funzionerà >> disse sistemando velocemente i libri nella sua borsa << Ci vediamo più tardi! >> esclamò Hermione correndo verso la torre di Grifondoro.

<< A che ora ci ritroviamo? >> chiese Serena.

<< Ti veniamo a prendere noi. Fatti trovare fuori dalla tua Sala Comune a mezzanotte, ok?>> Serena annuì ed Harry e Ron si congedarono, ritornando ai proprio dormitori per prepararsi alla pericolosa missione che avrebbero affrontato in quella fausta notte.

 

******

 

La notte arrivò in un batter d'occhio e Serena era già fuori dalla Sala Comune dei Serpeverde da 5 minuti; ormai era diventata una maniaca della puntualità. Il corridoio dei Sotterranei era più tetro che mai e le armature medievali di sicurezza scricchiolavano a ritmo regolare, pattugliando ogni singolo centimetro della stanza con il loro raggio oculare viola che fuoriusciva dalle fessure degli elmi.
Serena sussultò a causa di un improvviso rumore nei dintorni; sembravano dei passi.

<< Ragazzi...siete voi? >> chiese cauta Serena sporgendosi un tantino, guardandosi intorno.

<< Sì >> risposero.

<< Ma dove siete? >>

<< Qui davanti a te! >> disse Ron alzando di scatto un lembo del mantello, facendo sobbalzare all'indietro Serena per la “paura”, facendo ridacchiare gli altri due Grifondoro.

<< Voi mi volete far morir giovane, vero? >> disse Serena tenendosi una mano sul petto.

<< Avete avuto problemi a scendere? >>

<< Be', abbiamo avuto..una specie di contrattempo >> disse Ron.

<< Uff... Neville Paciock non voleva permetterci di uscire fuori orario. Temeva che mettessimo nuovamente la nostra Casa nei guai >> disse Hermione.

<< Come lo avete neutralizzato? >>

<< Neutralizzato è proprio la parola giusta >> ammise Ron, ricordando cosa fece Hermione poco tempo prima.

<< Gli ho lanciato una fattura, un Petrificus Totalum >>

<< Accidenti, poveraccio >> disse Serena.

<< Si riprenderà in poche ore, non temere >> intanto Serena cercò di farsi spazio sotto il mantello fra gli amici.

<< Ecco, come pensavo: il mantello è troppo corto per coprirci tutti e quattro! >> disse Serena.

<< Ma perchè diavolo ti sei portata dietro una borsa?! >> chiese spazientito Harry.

<< Non si sa mai, potrebbe servirci >> si giustificò Serena.

<< Ma così ci ingombra ancora di più! >> sbottò Harry.

<< Tranquilli, ci penso io >> disse Hermione, uscendo da sotto il mantello. Tirò fuori la bacchetta e la puntò sopra i ragazzi, pronunciando << “ Engorgio!” >> e il mantello si allargò di qualche centimetro, tanto da riuscire a coprire i piedi di tutti. Poi tornò sotto anche lei.

<< Geniale! >> esclamò Serena.

<< Grazie >> rispose Hermione piacevolmente imbarazzata << Coraggio andiamo! >>

Il quartetto di piccoli maghi uscì cautamente dai Sotterranei e si diresse al terzo piano: le scalinate pullulavano di migliaia di fantasmi, ma questi erano diversi: non erano i soliti fantasmi, quelli ben vestiti ed educati che scambiavano di tanto in tanto qualche parola con gli studenti, questi sembravano essere solo donne, con solo il busto visibile e le braccia erano lunghe più del normale e possedevano degli artigli somiglianti a dei pugnali; sembravano parecchio ostili, perciò era meglio non farsi vedere né stuzzicarli. Arrivarono finalmente al terzo piano ed entrarono, ma Serena notò che c'erano due porte e, non essendoci mai stata, non sapeva quale delle due potesse condurre alla stanza di Fuffi.

<< Qual è delle due? >> chiese incuriosita.

<< Quella a sinistra >> rispose Harry.

<< “ Alohomora!” >> pronunciò Hermione, puntando la becchetta sulla vecchia serratura arrugginita, la quale si aprì immediatamente. Entrarono e si trovarono davanti ad un Fuffi stranamente quieto e tranquillo, che respirava molto pesantemente: il suo tanfo era qualcosa di veramente nauseabondo, un odore di carne avariata misto a foglie marce.

<< Ehi, ma sta....?>> disse Ron, quando uno dei potenti respiri di Fuffi fece volare via il Mantello dell'Invisibilità da sopra le teste dei ragazzi.

<<....Russando >> finì Harry la frase di Ron. Sì, Fuffi stava dormendo bello beato e rilassato. I ragazzi si guardarono intorno e notarono che in un angolo della stanza, alla sinistra di Fuffi, c'era un'arpa incantata, che stava suonando una dolcissima melodia, quasi una ninna-nanna.

<< Piton è già stato qui >> disse Harry.

<< O qualcun altro! >> ribatté Serena lanciandogli un'occhiataccia.

<< Sì vabbe'....comunque, ha fatto un incantesimo all'arpa per rendere innocuo Fuffi >> continuò Harry, avvicinandosi alle zampe, che poggiavano sulla botola d'entrata << Datemi una mano!>> disse prendendo una delle grosse zampe anteriori. Serena, Ron ed Hermione si avvicinarono e lo aiutarono ad alzargli le zampe dalla botola. Dopo averle riposte con cura senza svegliarlo, Harry si accovacciò ed aprì la botola, la quale mostrò un tunnel buio e profondo, non si vedeva nemmeno il fondo.

<< Vado prima io >> iniziò Harry << Non seguitemi finché non vi do il segnale. Se succede qualcosa di brutto datevela subito a gam...>> non fece in tempo a finire che Serena lo zittì, posandogli un paio di dita sulla bocca.

<< Shhhhhh ascoltate....>> ci fu una lunga ed insolita silenziosa pausa << ….non vi sembra un po' troppo...silenzioso? >> chiese sospettosa.

<< L'arpa! Ha smesso di suonare >> disse Hermione. Intanto Ron sussultò, a causa di qualcosa che gli era colato addosso.

<< Bleah! Che schifo! >> esclamò disgustato, toccandosi la cosa bianca e viscida che gli si era posata sulla spalla destra. Poi si girò verso gli altri, con dipinto in volto una smorfia terrificante. Tutti e quattro ebbero lo stesso medesimo pensiero, quindi alzarono piano la testa e lo videro. Fuffi si era svegliato ed stava ringhiando rabbioso come non mai.

<< AAAAAAAARRRRRRRGGGGGGHHHHHH! >> urlarono all'unisono i maghetti.

<< SALTATE ! >> urlò Harry ai suoi amici, i quali lo seguirono velocemente. Si gettarono senza pensarci due volte dentro l'oscura botola e, accompagnati dai latrati feroci di Fuffi, atterrarono su qualcosa dalla superficie irregolare, ma tuttavia morbido.

<< Wow, per fortuna che c'è questa specie di pianta! >> esclamò sollevato Ron, toccando le grosse radici violacee che avevano attutito la loro caduta. Ma, come era anche prevedibile, le radici della gigantesca pianta iniziarono a muoversi verso di loro, avvolgendoli fra le loro spire, come dei boa.

<< Fortuna?! >> disse con sarcasmo Serena. Le radici si avvolgevano attorno ai corpi di Harry, Serena, Ron ed Hermione ripetutamente, con lo scopo di ucciderli tramite soffocamento. Ma Hermione non sembrava per niente preoccupata.

<< State fermi, tutti quanti! Questo è il Tranello del Diavolo, dovete stare calmi, altrimenti vi ucciderà più in fretta! >> ma Ron non la smetteva di divincolarsi.

<< Ucciderci più in fretta?! Ah adesso sì che posso stare calmo! >> esclamò ironicamente, guadagnandosi una smorfietta indignata da parte di Hermione, la quale, al contrario di Ron, riusciva a stare perfettamente calma e, grazie a ciò, la pianta iniziò ad allentare la presa su di lei e a farla sprofondare sotto di essa.

<< HERMIONE ! >> urlarono insieme Serena, Harry e Ron.

<< E ORA CHE FACCIAMO?!?! >> disse disperato Ron, continuando a divincolarsi dalle radici.

<< State calmi ! >> risuonò la voce di Hermione da sotto la pianta.

<< Hermione dove sei?! >> disse Harry.

<< Fate come vi dico! Fidatevi! >> allora Harry e Serena, dopo essersi scambiati un'occhiata di intesa, cercarono di calmarsi e di “ lasciarsi trasportare” al di sotto della pianta.

<< HARRY ! SERENA ! >> disse Ron terrorizzato alla vista della scomparsa dei suoi amici, i quali atterrarono sani e salvi su di un grigio pavimento di pietra, sul quale era in piedi Hermione. Intanto Ron continuava a strillare e a chiedere aiuto.

<< Serena, Harry va tutto bene? >>

<< Sì e tu? >>

<< Tutto a posto, ma Ron non riesce a stare calmo o sbaglio?! >> chiese spazientita Hermione.

<< A quanto pare no >> intervenne Serena guardando in alto.

<< Argh..devo fare qualcosa! >> esclamò insofferente Hermione.

<< Ma cosa?! >> disse Harry.

<< Ricordo di aver letto qualcosa in Erbologia..ehm..>> disse strofinandosi i capelli per stimolare la memoria, tirandone fuori una strana filastrocca << “ Tranello del Diavolo, Tranello del Diavolo è uno spasso mortale....ma il Sole gli fa male” ma certo! Il Tranello del Diavolo odia la luce del Sole! >> esclamò alla fine vittoriosa. Quindi puntò la bacchetta contro la pianta e disse << “ Lumos Solem !” >> con tutta l'aria che aveva nei polmoni e, dalla punta della bacchetta, uscì fuori un raggio di luce solare accecante. La pianta in quell'istante ritirò nell'ombra le sue grosse radici violacee, emettendo una strano ed inquietante gemito di dolore, facendo cadere Ron a terra. I ragazzi gli corsero incontro.

<< Ron stai bene?>> chiese Serena, mentre Ron si stava rialzando.

<< Argh..sì. Whooo! Per fortuna eravamo calmi! >> esclamò rilassato e spensierato.

<< Per fortuna Hermione si è applicata a Erbologia >> ribatté Harry ironicamente.

Dopo essersi un attimo risistemati, i quattro giovani maghi percorsero un corridoio, nel quale echeggiava uno strano ronzio, come uno sciame di insetti. Si ritrovarono davanti ad un'altra stanza, piena di esseri svolazzanti.

<< Curioso, non avevo mai visto uccelli così >> disse Hermione incuriosita, guardando in alto.

<< Non sono uccelli, sono chiavi >> disse Serena.

<< E scommetto che una di loro apre quella porta >> intervenne Harry, indicando la porta che stava dall'altra parte. Ron ed Hermione si avvicinarono a quest'ultima. Intanto Harry notò che lì, sospesa a mezz'aria, c'era una vecchia scopa.

<< “ Alohomora!” >> esclamò Ron, tentando inutilmente di aprire la serratura, la quale non si mosse << Be', almeno ci ho provato >> disse in tono contrito.

<< Adesso che facciamo?! Ci saranno migliaia di chiavi lassù! >> disse Hermione spazientita.

<< A noi ne serve una grossa, vecchio tipo, forse arrugginita come la maniglia >> osservò Ron.

<< Eccola, la vedo! >> esclamò Serena, con la testa rivolta in alto a cercare la chiave e ne individuò una che rispecchiava la descrizione di Ron << Quella con l'ala spezzata! >>

Ad Harry, d'istinto, cascarono gli occhi sulla vecchia scopa, pareva parecchio perplesso.

<< Che cos'hai Harry? >> chiese Hermione, notando lo strano sguardo di Harry, il quale lo spostò dalla scopa agli amici e viceversa.

<< E' troppo semplice >> disse serio.

<< Oh andiamo, Harry! Se Piton è riuscito a prenderla con quella vecchia scopa, puoi farlo benissimo anche tu! Sei il Cercatore più giovane del secolo! >> lo incitò Ron. Harry, perciò, prese coraggio ed afferrò il manico della scopa. Dopo averla toccata, le chiavi impazzirono: iniziarono a volare più velocemente e a fiondarsi in picchiata su Harry, tentando di distrarlo dalla vera chiave e, se potevano, di ferirlo.

<< Oh cavolo..questo complica un po' le cose >> disse Serena, osservando preoccupata il fratello alzarsi in volo, alla caccia della chiave giusta. Harry, volando il più velocemente possibile e senza perdere di vista la chiave con l'ala spezzata, riuscì, dopo un paio di tentativi falliti, ad acchiapparla. In seguito si abbassò di quota e la lanciò verso Hermione.

<< PRENDETELA ! >> Hermione, con un piccolo balzo, riuscì ad afferrarla e la infilò immediatamente dentro la serratura, infastidita dal continuo battito d'ali di quest'ultima. Intanto Harry continuava a sfuggire alle altre chiavi infuriate.

<< Sbrigati ! >> le urlò dietro Ron. Finalmente la porta si aprì e Serena, Ron ed Hermione varcarono la soglia e tennero la porta aperta in attesa che Harry prendesse la giusta traiettoria per entrarvi.

<< Forza Harry, più in fretta! >> scandì Serena. Harry riuscì a volare oltre la porta e gli altri la richiusero immediatamente, facendo scagliare tutte le altre chiavi contro di essa. Harry scese dalla scopa e la lasciò lì per terra.
Il gruppetto di maghetti si incamminò verso un secondo tunnel che li condusse ad un'altra porta. La aprirono e si ritrovarono dentro ad una stanza molto piccola e stretta, nel cui mezzo era posto tavolo con sopra 7 diverse ampolle di pozione, con accanto un foglio di pergamena.

<< Oh accidenti! E adesso che dobbiamo fare?! >> sbottò seccato Ron. Serena avanzò verso il tavolo e lo analizzò attentamente.

<< E' un indovinello. Una sciarada precisamente >> affermò seria.

<< Io sono una frana in queste cose intellettuali! Tu Harry come te la cavi? >> chiese Ron

<< Hai chiesto alla persona sbagliata >> gli rispose Harry, mettendosi in disparte.

<< Oh, lasciate fare a me! Ci penso io >> disse Hermione.

<< No. Me ne occupo io >> disse Serena, voltandosi di scatto verso Hermione. Pozioni era la sua materia, non poteva permetterle di risolvere quella sciarada al posto suo, non lo avrebbe sopportato.

<< Tu hai già sistemato quella pianta. Io non ho ancora aiutato in alcun modo. Questa cosa lasciala a me, per favore >> chiese fra un misto di rabbia e di supplica. Hermione ci pensò un attimo, poi acconsentì
- Eh che cavolo! Deve fare sempre tutto lei?! Miss So-Tutto-Io ! - pensò infantilmente Serena. Prese in mano la pergamena e iniziò a leggerla.

 

 

                                                                                                           “ Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza,
                                                                                                              
due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza,
                                                                                                                  
una sola, di sette, vi lascerà avanzare,
                                                                                                                se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare,
                                                                                                                 due son piene soltanto di nettare d'ortica,
                                                                                                               tre, assassine, si apprestano alla loro fatica.
                                                                                                                Scegliete o resterete sempre tra i supplizi.
                                                                                                            Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
                                                                                                            primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
                                                                                                                   
il vino delle ortiche alla sinistra si cela;
                                                                                                                secondo, differenti sono quelle agli estremi,
                                                                                                                 ma per andare avanti rimangono problemi;

                                                                                                                terzo, come vedete, non ve n'è una uguale,
                                                                                                                    sol di nana e gigante il vin non è letale;

                                                                                                            quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
                                                                                                              sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista. ”

 

 

 

- Questa è di sicuro opera di Severus, non c'è alcun dubbio! - pensò Serena.
Serena si mise lì davanti al tavolo ed analizzò per bene ogni singola ampolla che le si presentava: la prima ampolla all'estremo a sinistra era grigia e tetra; quella accanto sembrava una bottiglia di vino di color rosso; quella che seguiva era piccola e azzurra cristallina; ne seguiva una alta di un color dorato sporco; quell'altra accanto era piccola e quadrata di color verde; la penultima era alta di color nero catrame; e l'ultima era bassa e violetta.
Serena si rilesse un'altra volta l'indovinello, per essere sicura della scelta che avrebbe fatto. Non poteva sbagliare, ne sarebbe andata della sua vita e quella dei suoi amici.

<< “Primo, seppur subdolamente il velen non si svela, il vino delle ortiche alla sinistra si cela”. Ok allora le prime due a sinistra non si toccano >> disse fra sé e sé.

<< “ Secondo, differenti sono quelle agli estremi, ma per andare avanti rimangono problemi”. Va bene, quindi c'è una possibilità per quella all'estremo destra >> poi il suo ragionamento fu interrotto da una voce che in quel momento avrebbe detestato a morte.

<< Dai, quanto ci metti ancora?! Non abbiamo tutto questo tempo!>> sbottò Ron.

<< Senti pel di carota! E' un indovinello piuttosto complicato e se dovessi sbagliare deduzione e dovessi scegliere quelle sbagliate, TI RITROVERESTI MORTO STECCHITO !>> disse Serena arrabbiata, fulminandolo con lo sguardo.

<< Ok ok ok, scusami! >> si affrettò a dire, lasciandole riprendere il ragionamento.

<< “ Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale, sol di nana e gigante il vin non è letale”. Ok, questa verde e questa nera non ti ammazzano >> poi, leggendo l'ultimo indizio, Serena ebbe finalmente la risposta.

<< “ Quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra, sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista”. SI'! CI SONO! >> esclamò energica e trionfante, prendendo in mano le due ampolle che, secondo il suo ragionamento, erano quelle giuste.

<< Ragazzi, sono queste! >> disse tenendo in mano quella piccola azzurra cristallina e quella tonda viola.

<< Grandioso! Ma...quale delle due ci condurrà avanti? >> chiese Harry.

<< Ecco, questa qui >> disse Serena sollevando quella azzurra.

<< Ne sei sicura? >>

<< Dubiti di tua sorella? >> chiese scherzosamente indignata. Harry, rimanendo comunque dubbioso, la prese e ne bevve un piccolo sorso e la barriera, che era stata innalzata davanti alla porta dall'altra parte della stanza, scomparve.

<< Fantastico! >> esclamò Harry << Serena, tu sei...un genio! Davvero!>> disse facendo arrossire Serena, lasciandola totalmente esterrefatta.

<< Oh...ah..be'...grazie. Comunque quest'altra ci permetterà di tornare indietro >> disse evidenziando l'ampolla viola << Dovremo conservarcele per quando sarà tutto finito >> disse mettendo quella viola dentro la borsa e facendo sorseggiare a tutti gli altri quella azzurra.

<< E tu dicevi che la borsa non sarebbe servita a niente! Se non me la fossi portata dietro dove avrei potuto mettere le pozioni, dentro le tue mutande?! >> disse Serena ghignando vittoriosa.

<< Sì sì sì, va bene, va bene, avevi ragione, contenta?! Adesso andiamo >> disse Harry, oltrepassandola.

Aprirono la porta, dove prima c'era la barriera magica, ed entrarono. Il luogo in cui si ritrovarono era estremamente buio e tetro: per terra c'erano delle specie di residui, quasi delle rovine di edifici o statue raffiguranti diversi personaggi, tra cui cavalli, armature, spade e scudi; sembrava infatti un campo di battaglia. I ragazzi erano totalmente inorriditi dalla scena.

<< La cosa non mi piace. Non mi piace affatto >> puntualizzò Hermione, guardandosi intorno.

<< Ma dove siamo? In un cimitero? >> chiese Harry, camminando e ritrovandosi davanti una fila di statue di diverse dimensioni, ma comunque più alte e più grosse di tutti loro.

<< Questo non è un cimitero...>> intervenne all'improvviso Ron, avanzando e salendo su di un rialzamento << ...è una scacchiera >> e in quel momento l'intera stanza si illuminò, rivelando e mostrando la nuova prova da superare.

<< Guardate, lì c'è la porta! >> esclamò Harry indicando il passaggio oltre la fila degli scacchi bianchi. Il gruppetto avanzò, cercando di raggiungerla, ma la prima fila dei pedoni bianchi sguainò simultaneamente le spade, creando uno sbarramento, impedendo loro di passare. I ragazzi indietreggiarono all'istante, un tantino impauriti. I pedoni ritornarono alla loro posizione iniziale.

<< Adesso che facciamo? >> chiese Hermione.

<< E' ovvio, no? Dobbiamo attraversare la sala giocando >> disse Ron mettendosi davanti ai suoi amici << Allora, Harry... tu prendi il posto vuoto dell'Alfiere, Serena... tu prenderai quello della Regina, Hermione...tu dovrai essere la Torre. Quanto a me...io farò il Cavallo >> tutti quanti annuirono e si misero in posizione.

<< Che succede adesso? >> chiese Hermione.

<< Be', i bianchi muovono per primi e poi...giochiamo! >> disse Ron, deciso e concentrato sul da farsi. In quel momento uno dei pedoni bianchi si mosse e andò a posizionarsi in uno dei riquadri neri della scacchiera. A Serena, però, sorse un dubbio.

<< Ron...>> lo chiamò << ...non vorrai dirci che sarà come giocare veramente agli Scacchi dei Maghi o sì? >> disse in tono timoroso. Anche a Ron sorse il medesimo dubbio, perciò decise di fare una prova, mandando avanti uno dei suoi pedoni neri.

<< Tu laggiù! D5 ! >> e il pedone andò a posizionarsi nella casella ordinata, proprio accanto al pedone bianco, il quale sguainò le spade e distrusse l'avversario nero, mandandolo in mille pezzi, suscitando orrore e sgomento nei quattro maghetti.

<< Sì, Serena. Credo proprio che questo sarà.... esattamente come gli Scacchi dei Maghi >> disse Ron deglutendo nervosamente, ricevendo in più gli sguardi preoccupati degli altri tre amici.

Fu una battaglia senza esclusione di colpi: sia gli scacchi bianchi che quelli neri subirono numerose perdite, Pedoni che si distruggevano a vicenda, Cavalli distrutti da Alfieri, Torri buttate giù da Re e Regine, finchè, in campo, non ne rimase solo una, la Regina bianca, alta e spaventosa. La squadra degli scacchi neri sembrava in netto svantaggio, ormai non sapeva più cos'altro inventarsi, salvo una cosa.

<< Aspetta un momento! >> disse Harry, capendo le intenzioni di Ron.

<< Hai capito, vero Harry? Quando farò la mia prossima mossa, la Regina mi mangerà, così potrete dare Scacco Matto al Re >> disse serio Ron.

<< No Ron! No! >> urlò Harry.

<< Cosa c'è?! >> chiese Hermione.

<< Ha deciso di sacrificarsi >> intervenne Serena triste, avendo capito anche lei la sua mossa per vincere la partita.

<< No, non puoi! Deve esserci un altro modo! >> urlò Hermione.

<< Volete evitare che Piton prenda la Pietra o no?! >> chiese spazientito Ron. Poi si rivolse direttamente ad Harry << Harry, sei tu quello che deve continuare, lo so. Non io, né Serena e nemmeno Hermione... ma TU ! >> Harry, anche se sembrava per un momento contrariato, perchè non se la sentiva affatto di affrontare una situazione del genere da solo, alla fine si rese conto che Ron aveva ragione; Voldemort sarebbe tornato per lui e per nessun altro, perciò doveva fare ciò che era giusto, tenendo fuori i suoi amici.
Ron si sistemò meglio sul suo Cavallo, stringendo con forza le briglie ed infine disse

<< Cavallo in H3 ! >> e il suo scacco iniziò a muoversi verso la casella richiesta. Una volta fermatosi, la Regina bianca, come previsto, si girò verso di lui ed avanzò minacciosa. Il cuore di Ron da quanto batteva forte sembrava che gli dovesse scoppiare nel petto. La Regina si fermò, estrasse la sua spada e squarciò il Cavallo di Ron, il quale cadde a terra svenuto. Hermione, in preda alla preoccupazione, si mosse per andargli a prestare soccorso, ma fu fermata in tempo da Harry.

<< NO! Non ti muovere! Non dimenticarti che stiamo ancora giocando! >> disse Harry, facendo indietreggiare Hermione, ritornata in postazione. Harry, poi, si mosse ed avanzò verso il Re bianco, che era sempre rimasto fermo nella sua postazione. Si mise davanti a lui e lo guardò.

<< Scacco Matto! >> scandì chiaramente e, in segno di resa, il Re fece cadere a terra la propria spada. La partita ormai era finita, ed era stata vinta. Adesso Hermione e Serena potevano muoversi e corsero verso Ron, il quale giaceva a terra privo di sensi, ma vivo. Gli si avvicinò anche Harry.

<< Occupatevi di Ron, poi andate alla Guferia e mandate un messaggio a Silente. Io devo andare >>

<< No, tu lì dentro da solo non ci vai! Io non ti lascio! >> disse Serena in tono un po' disperato, non voleva che gli succedesse qualcosa di brutto. Almeno in due avrebbero potuto avere una possibilità in più di cavarsela. Harry comprese la preoccupazione della sorella, ma non le poteva permettere di seguirlo.

<< Sorellina, non posso portarti con me >> disse prendendola per le spalle << Credi davvero che sia così debole? >> chiese in tono scherzoso.

<< Ma no! Non ho detto questo! Solo che...non ti voglio perdere >> disse con le lacrime che le pulsavano.

<< Tranquilla, non mi perderai. Ma Ron ha ragione, devo essere io a continuare >> disse accarezzandole la testa. Hermione le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla, per confortarla.

<< Andrà tutto bene, Serena. Harry è davvero un grande mago, abbi fiducia in lui >>

<< Non grande quanto voi due comunque >> ammise Harry ridacchiando.

<< Noi? Eheh furbizia e tanti libri >> disse Hermione, incontrando lo sguardo complice di Serena che non riuscì a proferir parola, ma sorrise << Ci sono cose più importanti...>> disse tornando a guardare Harry << ...amicizia e coraggio. Harry fa attenzione >> disse dolcemente.

<< Harry...>> disse Serena alzando lo sguardo verso di lui <<...bada bene di tornare sano e salvo, altrimenti ti ammazzo io! >> disse puntandogli un dito di rimprovero contro, facendo ridacchiare Harry ed Hermione.

<< Te lo prometto >> disse voltandosi ed incamminandosi verso la porta oltre la fila degli scacchi bianchi, scomparendo dietro ad essi.

 

******

 

Serena ed Hermione si accovacciarono accanto a Ron e cercarono di tirarlo su.

<< Forza, io lo prendo per una spalla e tu dall'altra. Issa! >> disse Serena. Così, tenendolo stretto da entrambe le spalle, le ragazze si incamminarono, sorreggendo il povero Ron ancora privo di sensi, verso l'uscita. Una volta arrivate nella stretta stanza dove Serena era riuscita a risolvere la sciarada delle pozioni, prese la borsa e vi tirò fuori l'ampolla viola che gli permetteva di tornare indietro; ne bevve un sorso e lo passò ad Hermione, la quale, dopo averne bevuto un sorso, lo fece ingerire con difficoltà anche a Ron. La barriera svanì ed ebbero il passaggio libero per tornare indietro. Hermione si voltò un attimo a guardare il tavolo con sopra ancora le pozioni scartate.

<< Sai una cosa, Serena? Prima, devo ammettere, che sei stata fenomenale con quella sciarada. Io ci avrei impiegato ben di più! >> Serena la scrutò attentamente, sbalordita da quello che stava sentendo uscire dalla bocca dell'amica/nemica di Grifondoro.

<< Sono fiera di avere un'amica con cui confrontarmi >> disse sorridendo sinceramente. Serena sgranò gli occhi e le orecchie, non poteva credere a quello che stava sentendo.

<< Chi sei tu? Che ne hai fatto di Hermione Granger?!>> chiese scherzosamente, facendola ridacchiare.

<< Sì, lo so: a volte sono davvero insopportabile e...>> esitò a dire <<...troppo saccente. Ma è solo un mio meccanismo di difesa >>

<< Cosa intendi dire? >>

<< Voglio dire che...ehm...è difficile per me essere una strega di altre origini. E per non far mai dubitare nessuno delle mie capacità ho voluto sempre e costantemente impegnarmi al massimo ed eccellere in ogni arte magica. Così mi sarei sentita all'altezza di questa nuova vita e anche un po' accettata, almeno in questo mondo >> disse Hermione un tantino imbarazzata e triste. Non si era mai aperta con nessuno e la cosa la metteva un po' a disagio. Ma Serena comprese bene il suo disagio, anche se sotto sotto si nascondevano ragioni ben più complicate di quanto poteva immaginare.

<< Sì, ti capisco Hermione. E voglio dirti che mi fa piacere essere la tua rivale intellettuale. In pratica ci aiutiamo a stimolarci i neuroni a vicenda! >> entrambe scoppiarono a ridere

<< Ahahahah già! >> disse Hermione.

<< Comunque..grazie mille per il complimento >> le disse sorridendo e porgendole un pugno.

<< Cosa devo fare? >> chiese Hermione guardando il pugno di Serena lì sospeso.

<< Devi solo batterci contro, sempre con un pungo. Così per sigillare l'accordo! >>

<< Quale accordo? >>

<< Di essere amiche intellettualmente compatibili >> Hermione sorrise e fecero pugno contro pugno.

<< Certo che è strano >> pensò ad alta voce Serena.

<< Cosa? >> chiese Hermione mentre continuavano a camminare verso l'uscita col povero Ron che ciondolava svenuto.

<< Le nostre due Case sono nemiche da sempre e adesso tu ed io siamo le uniche Grinfondoro e Serpeverde che sono riuscite a diventare amiche. Abbiamo infranto un'antica tradizione! >> disse sdrammatizzando, facendo ridere di gusto Hermione. Quest'ultima però iniziò a sentire la propria spalla stanca ed intorpidita.

<< Accidenti quanto pesa Ron! >> esclamò Hermione tirandoselo un po' su.

<< Sì, inizio ad essere dolorante anch'io. Aspetta, ho un'idea! >> così Serena, con l'unica mano libera che aveva, frugò in fondo alla borsa e trovò quello che stava cercando: il fischietto che le diede l'amica elfa domestica Jenny.

<< Che cosa fa? >>

<< Lo vedrai >> Serena ci soffiò dentro e comparve all'istante davanti a loro Jenny.

<< Oh signorina Potter, che gran piacere rivederla! Come può Jenny esserle utile? >>

<< Jenny, ti prego, porta il nostro amico in Infermeria ed avvisa il professor Piton e la professoressa McGranitt che Harry è andato giù per queste stanze a recuperare la Pietra Filosofale dalle mani del ladro che vuole rubarla per Tu-Sai-Chi !>>

<< Jenny farà in un baleno, signorina! >> disse chinandosi umilmente e scomparendo insieme a Ron. Hermione guardò Serena sorpresa e confusa.

<< Come...? >>

<< E' una lunga storia. Te la racconterò un'altra volta, adesso dobbiamo andare >>

<< Ma, Serena, è Piton quello che vuole rubarla! Nessun altro! >> Serena alzò gli occhi al cielo.

<< Scommettiamo un galeone che ce lo ritroveremo tra pochi minuti davanti a noi sulla soglia del terzo piano in compagnia della McGranitt?! >>

<< Sì, ok. Tanto so di aver ragione >> disse scrollando le spalle, convinta del suo pensiero.

<< Tsk, non ne sarei così sicura se fossi in te! >> disse Serena ghignando malignamente.

Le ragazze imboccarono, traballanti e stanche, le scale di pietra che erano nascoste in un angolo, lungo la stanza in cui caddero dopo essere sfuggiti alle grinfie del Tranello del Diavolo. Arrivarono in cima e si ritrovarono davanti ad una porta tutta impolverata, l'aprirono ed uscirono dalla stanza proibita del terzo piano, ritrovandosi con loro grande gioia sulla piattaforma del terzo piano della scalinata principale.
Come previsto, stavano salendo le scale il professor Piton e la professoressa McGranitt. Quando Hermione vide Piton rimase letteralmente a bocca aperta, si voltò verso Serena, la quale, con le braccia incrociate davanti al petto, la guardò con un ricciolo di soddisfazione negli occhi, sorridendo vittoriosa.

<< Ti devo un galeone >> disse Hermione imbronciata.

<< Signorina Granger! Signorina Potter! Per tutti gli Ippogrifi che diamine ci fate quassù?!>> sbottò la McGranitt.

<< Professoressa, possiamo spiegare! Bisogna contattare immediatamente il professor Silente, Harry è in pericolo! >> disse velocemente Hermione, che fu scrutata da entrambi gli occhi degli insegnanti sgomenti.

<< E' vero professore! >> intervenne Serena parlando al professor Piton, il quale aggrottò furiosamente la fronte << Harry è sceso laggiù a fermare la persona che vuole rubare la Pietra! >> disse indicando la porta dietro la quale c'era Fuffi. Piton e la McGranitt si scambiarono uno sguardo preoccupato.

<< Signorine, ma siete ferite! >> disse la McGranitt notando i graffi e i lividi, sul viso e sulle braccia che si erano procurate durante le prove.

<< Non è nulla di che, signora, sono solo dei graffi!>> disse Hermione strofinandosi la guancia. Piton non aveva ancor aperto bocca, almeno fino a quel momento.

<< Mi occuperò io di scortare le signorine qui presenti in Infermeria. Minerva, corri ad informare il Preside di quello sciocco di Potter! Ti raggiungerò più tardi >> disse mellifluo Severus, spingendo per la schiena, in maniera calma ma decisa, le due ragazzine giù per le scale.
Camminarono in silenzio di tomba per tutto il tragitto, ma era evidente che il professor Piton era sull'orlo di esplodere di rabbia. Ogni tanto Hermione e Serena si scambiavano sguardi preoccupati.
Una volta arrivati in Infermeria, Piton chiamò Madama Chips.

<< Madama Chips! Svegliati, c'è un problema da risolvere! >> disse ad alta voce, causando il risveglio brusco e forzato della povera capo infermiera.

<< Dannazione, Severus! Ma hai idea di che ore sono!? >>

<< E tu hai una vaga idea di quello che hanno combinato queste due?!>> disse spingendo in avanti in malo modo le bambine.

<< Santo cielo, che diavolo è accaduto?! E come diavolo ci è arrivato questo qui sul letto?!>> disse analizzando i loro visi e le braccia e notando, in fine, il povero Ron sdraiato in malo modo su di un letto vuoto.

<< Non ho tempo per spiegartelo. Sappi solo che è stata una cosa grave. Adesso ho questioni più importanti da sistemare! Per quanto riguarda a Weasley, te lo spiegheranno loro due >> disse arrabbiato, voltandosi ed incamminandosi velocemente verso la porta, seguito dallo sguardo triste di Serena – Cavolacci..l'ho combinata grossa questa volta. Adesso non vorrà più avere a che fare con me – pensò demoralizzata. Madama Chips le scortò su due letti vuoti.

<< Per mille Mandragole, ragazze, ma che diamine vi è capitato?! Avete graffi e lividi dappertutto! E anche il vostro amico lì non è messo molto bene! >> nessuna di loro le rispose e Madama Chips non ci diede più troppo peso, in fondo non avevano lesioni gravi: un paio di tinture di Iodio e una Pozione Rigeneratrice li avrebbero rimessi a nuovo in un batter d'occhio. Le ragazze, dopo essere state medicate adeguatamente, furono messe a letto con forza.

<< Per questa notte resterete qui, in osservazione >> disse accigliata Madama Chips, la quale tornò a letto brontolando. Quindi, Hermione e Serena, si avvolsero sotto le coperte, dopo essersi cambiate, mettendosi dei pigiami di riserva che Madama Chips aveva in uno sgabuzzino.

<< Hermione, credi che ci espelleranno per quello che è successo stanotte? >> chiese preoccupata Serena.

<< Potrebbero farlo, ma spero vivamente di no. Il professor Silente ci aiuterà quando saprà quello che abbiamo fatto per proteggere la Pietra da....chiunque fosse colui che voleva rubarla per Tu-Sai-Chi a sto punto >> rispose Hermione << Certo che Piton sembrava la persona giusta per commettere il furto. Secondo te chi è stato? >>

<< Ho una mezza idea. Ma non ne sono del tutto sicura >> rispose Serena vagamente, ma almeno era lieta di sentire ammettere Hermione che Piton era innocente.

<< Sarà meglio dormire un po' adesso. Domani dovremo assorbirci una bella ramanzina da parte dei nostri Capi Casa >> disse Serena.

<< Già. Ti compiango, Serena. Immagino che Piton non ci andrà molto leggero, anche se sei la sua preferita >> disse Hermione.

<< Mah...vedremo. Comunque anche la McGranitt è tosta. In quanto a severità quei due non sono poi così diversi >> rispose Serena, mettendo in evidente agitazione Hermione, la quale si stropicciò il cuscino.

<< Va bene...ehm...allora buonanotte >> disse Hermione, voltandosi dall'altra parte, preoccupata per l'improbabile futuro scolastico, se gli insegnati avessero deciso di espellerla.

<< Buonanotte >>

 


Serena non riuscì a chiudere occhio, era ancora tesa e aveva i nervi a fior di pelle; per quanto cercava di rilassarsi, tentando di auto cullarsi fra le coperte, nulla riusciva a farla tranquillizzare, era troppo preoccupata per suo fratello. Cosa gli era successo? Era riuscito ad impedire a Raptor di rubare la Pietra Filosofale? Era ancora vivo?
Mille domande iniziarono ad assillarle la mente, turbinando disordinatamente in un mulinello di caos e ansietà.
Erano le 2.00 di notte e Serena era riuscita a chiudere gli occhi, quando la porta dell'Infermeria si aprì all'improvviso, facendola svegliare. Era il professor Silente, affiancato dalla professoressa McGranitt, dal professor Piton e da Hagrid, il quale aveva in braccio suo fratello Harry, svenuto.

<< Ecco, mettilo qui Hagrid >> disse la McGranitt, indicando un letto vuoto, mentre Hagrid ce lo posò delicatamente sopra.

<< Vado a chiamare Madama Chips >> dopo qualche minuto, la McGranitt ritornò nella stanza con la capo infermiera.

<< Oh, vedo che avete trovato anche l'ultimo di questi scapestrati! >> disse gettando uno sguardo a Ron, a Hermione e a una finta Serena dormiente, che invece stava ascoltando tutto da sotto le lenzuola.

<< Scapestrati non è l'aggettivo che userei per definire questi quattro...>> iniziò a dire Severus.

<< Ti prego, Severus. Non infierire ulteriormente, ormai è tutto finito e l'importante è che tutti e quattro siano sani e salvi >> lo interruppe Silente guardando Harry disteso, stanco e svenuto, sul letto, con accanto Madama Chips che lo stava medicando. Piton fece un grugnito di tutta risposta.

<< Sani...per ora! >> borbottò Severus.

<< Ha già in mente cosa fare, signore? >> chiese Hagrid.

<< Sì. Affiderò a Severus e a Minerva il compito di distruggere la Pietra Filosofale, non appena avrò fatto due chiacchiere col mio vecchio amico Nicholas >>

<< Sarà meglio che andiate adesso. Non vorrete svegliare i miei pazienti, vero? >> intervenne Madama Chips, ovviamente irritata.

<< Oh certo che no, Poppy. E poi credo che siamo stanchi anche noi. Coraggio, lasciamoli riposare in santa pace >> disse Silente voltandosi e invitando gli altri due colleghi e il guardiacaccia ad uscire insieme a lui.
Dopo che Madama Chips era tornata nelle sue stanze, la porta dell'Infermeria sì spalancò di nuovo, molto lentamente. Serena però era ancora sveglia ed incuriosita sollevò un lembo della coperta per vedere chi fosse entrato. Era il professor Piton e si stava avvicinando lentamente, senza far rumore, al letto di Serena. Quest'ultima, in preda al panico, serrò gli occhi, facendo finta di dormire beata. Piton era arrivato e si affiancò al suo letto, rimanendo in piedi ad osservarla con aria di rimprovero, ma anche di sollievo.

<< Ma come ti è saltato in mente di correre un pericolo simile?!>> si domandò a voce moderatamente bassa << Hai una vaga idea di quello che sarebbe potuto succedere a te e a quelle altre tre teste di legno!? Non me lo sarei mai aspettato da te >> disse in tono profondamente deluso, facendo sentire, da sotto le lenzuola, la piccola Serena un vero verme – Ecco, lo sapevo che non sarei dovuta scendere in quel posto! - pensò lei.
Ci fu una lunga pausa, con il sottofondo riempito dai ripetuti pesanti sospiri emessi da Piton, il quale, dopo qualche istante, notò la borsa di Serena, posata a terra. Vide che dentro c'era qualcosa che rifletteva la luce di un paio di candele che erano state lasciate accese sui comodini. Si chinò, la raccolse, la aprì e rimase sorpreso dal suo contenuto.

<< Ma queste sono....>> non riuscì neanche a finire la frase che vide le due ampolle di pozione della sciarada che lui stesso mise qualche tempo fa per proteggere la Pietra Filosofale. Severus capì immediatamente che la sua bambina era riuscita ad indovinare il complicato indovinello e anche a salvare le vite dei suoi amici. Spostò immediatamente lo sguardo su Serena e non poté fare a meno di abbozzare un sorriso. Le si avvicinò e le posò delicatamente in testa una mano, accarezzandogliela affettuosamente. Era la cosa più bella che Serena avesse mai sentito: le mani del suo nuovo padre erano grandi, protettive, calde e gentili e non avrebbe voluto che quel momento finisse così velocemente. Quando però lui le si avvicinò all'orecchio e cercò di sussurrarle qualcosa, si bloccò all'improvviso. Serena sentì il suo respiro sul collo, era tutta tesa ed in ansia di sapere cosa non aveva avuto il coraggio di dirle – Ti prego...dimmi quelle 3 parole – pensò tra sé e sé: quelle parole sognava di sentirsele dire da una vita, e anche Harry ovviamente, ma Serena, al momento, era stata l'unica dei due ad aver trovato una persona che sarebbe probabilmente riuscita a dirle quelle parole.
Piton, con enorme riluttanza, si allontanò dalla bambina, le tolse la mano dalla testa e se ne andò a passo veloce dall'Infermeria, con gran delusione di Serena, la quale rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, col cuore che le batteva fortissimo.

 

 

La mattina dopo, l'Infermeria era quasi completamente vuota: Serena aprì di malavoglia gli occhi, illuminati da un raggio di luce filtrato dai vetri di una delle numerose finestre, e vide che il letto di Hermione e anche quello di Ron erano vuoti, a quanto pareva si erano svegliati e dimessi molto prima di lei, mentre Harry, un paio di letti più in là, stava ancora dormendo. Si mise seduta, ancora avvolta dalle coperte, e si stiracchiò. Non lo avesse mai fatto, perchè le scrocchiò la spalla sinistra, facendole sfuggire un piccolo gemito di dolore.

<< Porca miseria! Neanche avessi 80 anni...accidentaccio! >> esclamò Serena dolorante, massaggiandosi freneticamente la spalla. Madama Chips, che stava sistemando qualche pozione curativa dentro l'armadietto delle scorte, sentendo gemere Serena, le si avvicinò.

<< Signorina Potter, come ci sentiamo oggi?! >> portando dei cerotti termici e un unguento.

<< Scricchiolante...>>

<< Oh, poche lagne! Questo ti allevierà il dolore >> disse aprendo il barattolo di unguento

<< Alza la camicetta, su! >> Serena invece se la strinse ancora di più.

<< Forza che aspetti?! >> insisté Madama Chips, ma Serena non si arrese.

<< Mi faccia tenere addosso la canottiera, per favore signora. Le abbasserò la spallina quel quanto che le serve per applicarmi la pomata >> disse seriamente.

<< Mm va bene. Sei davvero così pudica? >> le chiese sorpresa.

<< Sì >> disse imbarazzata – Fosse solo per quello – pensò. Così Madama Chips, seguendo la richiesta della piccola, le sparse la pomata sulla spalla dolorante, sulla quale si era formato un livido violaceo piuttosto grande, e ci mise sopra uno dei cerotti termici.

<< Ecco fatto! Entro la fine della giornata la tua spalla sarà come nuova >>

<< Grazie, signora >> Serena poi, dopo aver riabbassato la camicetta, notò che, come l'ultima volta che era stata in Infermeria, c'erano dei doni di vario genere posti sul tavolino oltre i suoi piedi.

<< Vedo che hai degli ammiratori... >> disse Madama Chips << … come del resto anche tuo fratello lì >> disse indicando il letto di Harry. Serena si voltò a guardarlo.

<< Ah, a proposito, come sta?! >> chiese preoccupata.

<< Sta benissimo! E' solo un po' ammaccato, ma anche lui si rimetterà in fretta e furia >>

<< Posso andargli vicino >>

<< Sì, perchè no? Dopotutto stai bene. Stagli vicino e parlaci un po', chissà se riuscirai a farlo tornare dal mondo dei sogni >> disse ghignante Madama Chips, facendo ridacchiare Serena. Scese dal letto e andò a sedersi sulla sedia accanto al letto di Harry, tenendogli stretta la mano.

<< Ehi, ciao fratellino... >> iniziò a parlargli, accarezzandogli con le dita la mano stretta << ...be'...allora...ce l'hai fatta. Sei riuscito a fermare a Raptor e a tornare da noi...da me >> disse guardandolo intensamente << Ma guardati! Sei pieno di graffi e tagli >> disse accarezzandogli la fronte, andando a sfiorare la sua cicatrice a forma di saetta << Adesso è tutto finito. La cicatrice non ti farà più male. Però, cerca di svegliarti presto, dobbiamo festeggiare! >> disse appoggiando la testa sul letto del fratello; pian piano si addormentò, in attesa che Harry si svegliasse.
Era mezzogiorno in punto e Harry, finalmente, incominciò a svegliarsi: girò la testa e si stropicciò gli occhi con l'unica mano libera che aveva, visto che l'altra ce l'aveva ancora stretta a quella di sua sorella. Si voltò verso di lei, un tantino intontito, e le diede delle leggere spinte sul braccio, per cercare di svegliarla.

<< Serena...ehi...ci sei? >> Serena si mosse mugugnando qualcosa ed alzò la testa, con lo sguardo verso il fratello. Sgranò gli occhi e gli saltò con le braccia addosso al collo.

<< Harry! >> gli gridò felice.

<< Oh! Ehi ehi sorellina, sto bene, non mi strozzare così! >> esclamò Harry cercando di riprendere fiato.

<< Ero così in pensiero! >> disse districandosi dall'abbraccio << L'importate ora è che sei tutto intero >> disse sorridendogli. Proprio in quel momento entrò il professor Silente, sembrava molto rilassato.

<< Buon pomeriggio ragazzi miei >>

<< Salve, signore >> rispose Serena.

<< Doni...dai tuoi ammiratori, Harry? >> disse Silente avvicinandosi al suo tavolino, indicando la massa di regali che Harry aveva ricevuto. Harry non era riuscito ancora a notarli.

<< Ammiratori? >> chiese lui stupito.

<< Visto, fratello, anche tu adesso hai ricevuto i doni di convalescenza che desideravi tanto! >> disse ridacchiando, prendendolo un po' in giro.

<< Quello che è accaduto fra te e il professor Raptor è segretissimo. Perciò, naturalmente, tutta la scuola lo sa! >> disse scherzoso Silente, facendo ridere i due fratelli << Oh, vedo che il tuo amico Ron ti ha risparmiato la fatica di scartare una delle tue Cioccorane >> disse Silente prendendo in mano un involucro aperto e vuoto.

<< Ron era qui? Come sta? E Hermione?! >> chiese Harry ansioso.

<< Bene! Stanno bene tutti e due >> intervenne Silente calmandolo.

<< Sì, stiamo tutti bene Harry, c'ero anch'io con loro >> lo rassicurò Serena.

<< Ok, ma...che fine ha fatto la Pietra?! >> chiese ancora più agitato di prima.

<< Calma, ragazzo! La Pietra è stata distrutta >> disse Silente << Il mio amico Nicholas e io abbiamo scambiato quattro chiacchiere ed entrambi abbiamo convenuto che sarebbe stato meglio così per tutti >>

<< Ma...allora, Flamel morirà, vero? >> chiese Serena preoccupata, scambiando sguardi complici con Harry.

<< Ha sufficiente Elisir per sistemare i suoi affari, però sì, morirà >> disse Silente sedendosi sul letto.

<< Come ho fatto ad avere la Pietra, signore? Mi stavo fissando nello specchio quando ad un tratto....>>

<< Uno specchio? QUELLO specchio? >> chiese Serena ad Harry, lui annuì << Ma come...? >>

<< Vedete, ragazzi...>> intervenne Silente interrompendo la domanda <<... solo una persona che avesse voluto trovare la Pietra, trovarla ma non usarla avrebbe potuto prenderla >> i due fratelli ne rimasero sbalorditi << Detto fra me e voi, questa è stata una delle mie idee più brillanti! >> disse Silente avvicinandosi a loro, con aria vincente ma scherzosa, facendo ridacchiare i due fratelli.

<< Significa quindi, che ora che la Pietra è sparita, Voldemort non tornerà mai più? >> chiese Harry, seguito dallo sguardo cupo di Serena, la quale non era del tutto sicura della apparente dipartita di Voldemort.

<< Oh, ho paura...ho paura che ci siano altri modi con cui possa tornare >> Harry abbassò lo sguardo deluso e lo rivolse a Serena, che era preoccupata tanto quanto lui.

<< Mia cara...>> disse Silente, rivolgendosi a Serena <<...ti ricordi per caso se ci sono stati alcuni momenti, durante le vostre ore di lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, in cui Harry ha cercato di avvicinarsi al professor Raptor e che quest'ultimo si sia allontanato da lui? >> Serena ci pensò un attimo.

<< Sì! La maggior parte delle volte ha reagito così quando Harry gli si avvicinava per chiedergli spiegazioni su alcuni punti della lezione! >> Harry pareva alquanto confuso e Silente lo notò.

<< Harry, lo sai perchè il professor Raptor non sopportava che tu lo toccassi o che provassi anche solo ad avvicinarti a lui? >> Harry scosse la testa << A causa di vostra madre. Lei si è sacrificata per voi e, in particolare, per te Harry, dal momento che Serena era in custodia a James >>

<< Come fa a sapere...? >> chiese stupita Serena. Poi, dopo una delle occhiate scintillanti ed eloquenti degli occhi blu di Silente che stava sorridendo, Serena si rese conto che, molto probabilmente, Piton gli aveva raccontato di ciò che le aveva visto nella mente durante il Legilimens << Oh >> si limitò a dire infine.

<< E quindi...>> riprese Silente <<...un atto come questo lascia il segno >> Harry si portò istintivamente un paio di dita sulla cicatrice sulla fronte << No, no. Non un segno visibile. Ti resta dentro, nella pelle >>

<< Che cos'è ? >> chiese Harry.

<< L'amore, Harry. L'amore >> disse dolcemente Silente, dandogli un buffetto sulla testa. Serena parve triste. Silente non poté fare a meno di comprendere il suo disagio.

<< Questo vale anche per te, Serena >> le disse appoggiandole una mano sulla spalla e guardandola intensamente << James ti ha offerto la stessa identica protezione. Non dimenticarlo mai, qualunque cosa tu venga a scoprire in futuro >> Serena annuì, sorridendo. Quando Silente si alzò dal letto, Harry si rivolse a Serena.

<< Ma cosa intendeva dire con “ qualunque cosa tu venga a scoprire in futuro”? >> le chiese sottovoce, Serena gli rispose scrollando le spalle, ignara del significato di tale frase.

<< Ah, gelatine tutti i gusti + 1! >> esclamò Silente prendendo in mano uno dei doni per Harry, un pacchetto di quelle “delizie” << Sono stato molto sfortunato da giovane, ne trovai una al gusto di vomito e da allora per me persero ogni attrattiva! >> disse facendo ridere Serena.

<< Io quelle non mi sono mai azzardata a provarle! >>

<< Ti posso capire, ma credo che andrei tranquillo con una caramella Mou >> disse rovistando con le lunghe dita dentro il pacchetto. Ne prese una gialla, la mise in bocca e masticò << Mmm...ahimè...cerume! >> i due fratellini ridacchiarono dalla faccia spensierata di Silente, il quale si congedò ed uscì dall'Infermeria.

<< Dovremmo raggiungere gli altri. Saranno ansiosi di sapere come è andata >> disse Serena.

<< Sì, hai ragione >> conferì Harry.

Dopo essersi lavati e vestiti, Harry e Serena uscirono dall'Infermeria e trovarono sulla rampa di scale Hermione e Ron che li stavano aspettando.

<< Ehi ragazzi, come va? Tutto bene?! >> chiese Ron.

<< Tutto bene! E tu ? >> chiese Harry.

<< Non c'è malaccio >> rispose Ron.

<< E tu Hermione? >> richiese Harry.

<< Mai stata meglio! >> rispose sorridente Hermione.

<< Sarà meglio che vada, le mie compagne mi staranno cercando >> disse Serena dando un colpetto sul braccio del fratello.

<< Ah, va bene. Oggi abbiamo qualcosa da fare, Hermione? >>

<< Qualcosa da fare? Non ti è bastato quello che abbiamo fatto in questi ultimi giorni?! >> chiese ironico Ron, facendo alzare gli occhi al cielo ad Hermione.

<< Sì, Harry. Stasera abbiamo la cerimonia della premiazione della Coppa delle Case >>

<< Accidenti! >> esclamò Serena << Allora scappo, ciao ci vediamo stasera! >> disse correndo verso la sua Sala Comune.

<< Ciao, a stasera! >> le dissero salutandola. Proprio prima di scendere le scale per raggiungere i Sotterranei, Serena fu chiamata alle spalle da Liz , Mary e Penelope.

<< SERENA! >> urlarono all'unisono.

<< Ragazze! >> le corsero incontro e Liz le saltò addosso, facendola cadere a terra, seguite dalle risate di Mary e Penelope.

<< Liz...ahaha....mi stai schiacciando! >> ansimò Serena cercando di sollevarsela di dosso.

<< Eravamo così in pena per te! >> disse Liz, liberandola dal suo assalto.

<< Stavamo giusto venendo a trovarti, quando Madama Chips ci ha avvisato che eri stata dimessa >> disse Mary.

<< Visto che Serena e sta bien, potremo andare a mangiare >> disse Penelope << Tengo un po' fame >> disse massaggiandosi lo stomaco.

<< Ahahah hai ragione Penny, sto morendo di fame anch'io! >> disse Serena alzandosi da terra.

<< Stasera c'è la consegna della Coppa delle Case, lo sai? >> chiese Mary a Serena, per vedere se ne era informata.

<< Sì, lo so, me lo ha detto Hermione qualche minuto fa >>

<< Li schiacceremo anche quest'anno!>> esclamò decisa Liz, tirando in avanti un pugno come se stesse picchiando l'aria.

<< Chi? >> chiese Serena.

<< Ma i Grifondoro naturalmente! Non sai niente? La Casa di Serpeverde ha vinto per 3 anni di seguito la Coppa delle Case, battendo quegli incapaci dei Grifondoro! >>

<< Ah sì? >>

<< Certo che sì! Ma dove hai vissuto..a Catmandù?! >> tutte quante scoppiarono a ridere.

 

 

 

Arrivò l'ultima sera dell'anno scolastico e nella stessa ci sarebbe stato l'importantissimo evento della consegna della Coppa delle Case alla Casa con maggior punti accumulati durante l'anno.
Serena riesaminò le volte che qualche insegnante le aveva dato o tolto punti e, sinceramente, non aveva idea in quale scala di classifica fossero tutte e quattro le Case, non era riuscita di recente a dare un'occhiata alle clessidre generali dei punti nel salone d'ingresso; nelle ultime settimane pure i Tassorosso sarebbero potuti passare in testa a tutti.
Serena quella sera indossò per la prima volta il cappello nero a punta da “diplomata”, non le piacque molto – Madonna... sembro uno di quegli studenti messi in punizione nell'angolino col cappello ASINO ! - pensò guardandosi allo specchio non convinta del completo di fine anno.
Tutti gli studenti si andarono a sedere ai propri tavoli ed attesero che arrivassero tutti gli insegnanti e il professor Silente per annunciare la Casa vincitrice; il professor Piton, notò Serena, non era seduto al solito posto, ma era seduto in una postazione che aveva come panoramica frontale l'intera tavola della Casa Serpeverde, così come lo erano tutti gli altri Capi Casa. Piton aveva la solita espressione seria ed indecifrabile, non sembrava contento anche se la Sala Grande era stata addobbata con lo stemma e i colori verde smeraldo e argento di Serpeverde, in onore della sua ultima vittoria.
Finalmente, la cerimonia stava per iniziare, grazie al suono di un cucchiaio scontrato delicatamente contro un bicchiere dalla professoressa McGranitt, per attirare l'attenzione di tutti gli studenti verso il Preside, il quale si alzò per farsi vedere e sentire meglio.

<< Buonasera, ragazzi miei! Un altro anno è passato. Ora, se ho ben capito, va assegnata la Coppa della Case >> i ragazzi di Grifondoro non sembravano molto entusiasti, al contrario di alcuni di Serpeverde.

<< La classifica è la seguente: al quarto posto... Grifondoro, con 312 punti >> ci fu un comune applauso piuttosto scarso. Harry, Ron ed Hermione non batterono neanche le mani << Al terzo posto...Tassorosso, con 352 punti >> ci fu un altro applauso, leggermente più vivace, ma di poco << Al secondo posto...Corvonero, con 426 punti >> ci fu un altro applauso, molto più energico dei due precedenti stavolta << E al primo posto, con 472 punti...Serpeverde! >> e lì ci fu un vero frastuono di applausi da parte dagli studenti di Serpeverde, incluse le amiche di Serena, la quale cercò di contenersi; si sentiva un po' in colpa in effetti. Anche il professor Piton, pur mantenendo la sua seria espressione, applaudì vigorosamente ai suoi studenti per l'apparente vittoria.

<< Sì, sì complimenti Serpeverde, davvero complimenti! Tuttavia...>> e lì calò un innaturale silenzio << ...alcuni recenti avvenimenti vanno presi in considerazione >> disse all'improvviso Silente, scaturendo un po' di agitazione e di confusione nel volto del professor Piton, il quale si voltò verso il Preside inarcando un sopracciglio interrogativo.

<< E ho alcuni punti dell'ultimo minuto da assegnare >> i ragazzi di Grifondoro iniziarono a guardarsi l'un l'altro, cercando conferma fra i compagni più grandi della possibilità di una speranza nel salire di classifica.

<< Alla signorina Hermione Granger, per il lucido uso dell'intelletto, mentre altri erano in grave pericolo... 50 punti ! >> i Grifondoro iniziarono ad applaudire come dei matti.

<< Alla signorina Serena Potter...>> in quel momento Serena perse un battito, non se l'aspettava affatto questo intervento, nemmeno le sue amiche e gli altri suoi compagni che la guardarono intensamente con occhi sgranati, né tanto meno se l'aspettava lo stesso Severus Piton che spostò immediatamente lo sguardo da Silente alla piccola, la quale ansimava nervosa <<...per la sua astuzia ed il suo eccellente acume nel risolvere ostacoli che vanno ben oltre l'uso delle abilità magiche, attribuisco a Serpeverde... 50 punti ! >> tutta la tavola di Serpeverde esplose in un applauso interminabile per rendere omaggio alla loro giovane matricola del primo anno che era riuscita a fargli ottenere più punti di quanti ne avessero già accumulati.

<< Grandissima Ser! >>

<< Davvero complimenti, complimenti! >>

<< Vai così ! >> le dissero tutti insieme anche i ragazzi e le ragazze più grandi della sua Casa, seguita da pacche sulla schiena e da scapocciate festose. Serena sorrise come non mai e si voltò verso il professor Piton, il quale stava applaudendo moderatamente, ma, anche se per altri che non lo conoscevano la sua espressione non era cambiata, Serena poté intravedere uno sguardo diverso che gli si era dipinto in volto, forse era uno sguardo d'orgoglio. Non si poteva capire con certezza, ma Serena sentiva che era uno sguardo diverso dal solito.

<< Al signor Ronald Weasley, per la miglior partita a Scacchi che Hogwarts abbia visto da molti anni.... 50 punti ! >> la tavola di Grifondoro applaudì più forte, nemmeno Ron credeva di aver guadagnato dei punti.

<< Al signor Harry Potter, per il suo sangue freddo ed eccezionale coraggio, attribuisco a Grifondoro... 80 punti ! >> l'intera tavola di Grifondoro applaudì ancora più forte ed energica di prima.

<< Abbiamo superato i Corvonero, ora siamo al secondo posto! >> esclamò entusiasta Hermione.

<< E allora? L'avrà vinta comunque Serpeverde >> disse depresso Ron. L'entusiasmo di Hermione si spense in un nanosecondo.

<< Però dai, Serena se li è meritati tutti quei punti. Almeno di questo dovremmo esserne felici >> disse Hermione.

<< Già, non è poi la fine del mondo se non vinciamo la Coppa, era giusto per far rosicare Malfoy >> disse Harry, bisbigliando coi suoi amici, ma Silente non parve aver finito la sua arringa.

<< E infine, occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici...>> alla McGranitt vennero gli occhi lucidi, sapeva benissimo a chi si stava rivolgendo Silente, dal momento che lo aveva trovato pietrificato a terra nella sua Sala Comune <<...attribuisco 40 punti...a Neville Paciock ! >> il povero Neville, al tavolo dei Grifondoro, sgranò gli occhi incredulo e rimase a bocca aperta, non poteva crederci. Tutti quanti lo fecero tornare in sé con applausi a non finire e pacche sulla schiena. Intanto, al tavolo dei Serpeverde, gli studenti non parvero tanto contenti, anzi sui loro volti erano apparse espressioni rassegnate e preoccupate, dato che la matematica in quel momento non era un optional.

<< Presumendo che i mie calcoli siano esatti, sono del parere che un cambio di decorazioni è opportuno! >> esclamò Silente, ovviamente felice del risultato, battendo in un sol colpo le mani, le quali fecero svolazzare le decorazioni di Serpeverde, che, in un secondo, cambiarono colore, diventando rosso e oro, e anche lo stemma, che da serpente che era si trasformò in un leone ruggente.

<< Grifondoro vince...la Coppa delle Case! >> annunciò energico Silente e l'intera Sala Grande scoppiò in un boato vittorioso: tutte le Case, tranne quella di Serpeverde, urlarono di gioia, gettando in aria i cappelli neri a punta, come facevano i neo diplomati, applaudendo e saltellando di felicità da tutte le parti. Harry e gli altri del primo anno erano fuori di sé dall'emozione e dalla soddisfazione di aver battuto i rivali di Serpeverde.
Harry, però, rivolse uno sguardo verso quel tavolo, cercando la sorella. Quest'ultima si voltò verso di lui, sorridendo, e gli fece un cenno di approvazione, alzando la mano a pugno e tirando su il pollice, con le amiche la guardarono un po' torve.

<< Serena, abbiamo perso contro i Grifondoro! Perchè diavolo mi sembra che non te ne importi un accidente?!>> chiese un tantino irritata Liz.

<< Liz, certo che me ne importa, ma non possiamo crucciarci per una cosa del genere: sì, abbiamo perso, ma possiamo rifarci l'anno prossimo! >> per un momento sembrò che Serena fosse riuscita a calmare l'amica, mentre le altre due non avevano ancora proferito parola << Non è vincere una stupida coppa che fa di noi quello che siamo. La coppa può essere solo uno strumento di estensione materiale dei nostri risultati ottenuti durante l'anno, ma nulla di più >>

<< Ma come fai ad essere così matura alla tua età? >> chiese Mary. Serena ghignò divertita.

<< Questione di sopravvivenza! >> disse allegra.

<< Be'...penso tu abbia ragione >>

<< NO CHE NON HA RAGIONE! >> urlò una vocetta maschile molto fastidiosa da dietro le loro spalle, era Draco Malfoy.

<< Ma che diamine stai blaterando Malfoy?! >> sbottò May.

<< LA COPPA ERA TUTTO, RAZZA DI STUPIDE! QUEI BALORDI CE L'HANNO PORTATA VIA!!! >> Malfoy era fuori di sé, sbraitò come un moccioso capriccioso per tutto il tempo, buttando a terra ripetutamente il suo cappello a punta.

<< Certo che è messo proprio male >> affermò Serena annoiata, facendo ridere le amiche.

 

******

 

Quella notte Serena e le sue amiche rimasero alzate fino a tardi a chiacchierare, a spettegolare, a giocare alla battaglia dei cuscini e a raccontare tutta la faccenda di Raptor e la Pietra Filosofale, le amiche ne rimasero scioccate, ma Serena spiegò loro di non averglielo mai detto perchè non voleva coinvolgere qualcun altro in un pericolo simile; le amiche, dopo un po' di borbottii infantili, capirono e la “perdonarono”. Poi, dopo aver fatto le valigie e messo tutto a posto per l'imminente ritorno a casa, si misero a letto, cercando di riposarsi un po' prima del lungo viaggio di ritorno nel mondo Babbano.
Si fece mattina alla velocità della luce e sia Harry che Serena si stavano preparando per uscire dalla scuola e andare in stazione a prendere il treno. Una volta imballato tutto dentro il grosso baule e aver chiuso la piccola Bast nel suo trasportino, Serena, come di sicuro stava facendo anche Harry, si guardò intorno, osservando con aria triste e malinconica il dormitorio smeraldino nel quale ci aveva passato una anno intero.

<< Ci vediamo a Settembre >> disse inarcando leggermente gli angoli della bocca in un piccolo sorriso sincero ed uscì dal dormitorio. Arrivata al salone d'ingresso, Serena si ritrovò con Harry, Ron ed Hermione che la stavano aspettando; Harry le corse incontro.

<< Ehi, sorellina, come ti senti? >> le chiese Harry.

<< Be', puoi immaginarlo >>

<< Non molto bene, vero? >>

<< Già. Io...io non me ne voglio andare >> confessò lei con voce strozzata.

<< Lo so quello che provi, ma non possiamo restare qui purtroppo, dobbiamo tornare per forza >>

<< Chi ci obbliga a stare da quella gente, scusa?! Siamo maghi per la miseria! Possiamo trovare un appartamentino a Diagon Alley! >> cercò in tutti i modi di trovare una soluzione, ma anche lei sapeva che non sarebbe stato possibile, ma non voleva assolutamente tornare dai Dursley.

<< Ser, siamo ancora troppo piccoli per fare una follia del genere. Per quanto detesti ammetterlo, degli adulti abbiamo ancora bisogno. Da soli non ce la faremmo mai, credimi >> disse Harry, cingendole le spalle.

<< Ehi, sentite una cosa: potreste passare qualche giorno da me quest'estate! >>

<< Wow sarebbe fantastico! >> esclamò Harry.

<< Allora è deciso, appena arrivo a casa lo chiederò subito a mamma e papà! >> purtroppo l'entusiasmo fu spento dall'intervento di Hermione che ricordò ai suoi amici l'orario che si stava facendo.

<< Ragazzi, mancano 45 minuti alle 11.00, sarà meglio muoversi se non vogliamo fare tutto di fretta >> disse Hermione guardando l'enorme orologio appeso ad una delle pareti del salone.

<< Sì, arriviamo >> disse Harry << Su, Serena, coraggio. Staremo sempre insieme, ricordati questo >> le disse avvolgendole le spalle sotto un braccio, cercando di confortarla.

<< Va bene. Ma cavolo, eravamo riusciti a trovare la nostra vera casa e adesso dobbiamo abbandonarla per passare due mesi in quel buco infernale! >> disse amareggiata.

<< Dai, dai, due mesi passano in un lampo! >>

<< Da quando sono passati in un lampo? >> gli chiese scettica.

<< Be'... sì, forse non sono passati mai tanto presto, ma questa volta sarà diverso, vedrai! >>

<< Spero che tu abbia ragione >>

Poi da lontano, Serena fu chiamata, erano le sue compagne che la stavano cercando per fare il viaggio di ritorno insieme.

<< Eccomi arrivo! Devo andare ragazzi, ci si vede più tardi >> salutò gli amici di Grifondoro e raggiunse le compagne di Serpeverde.

<< Dai, usciamo! >> disse una di loro.

<< Sì, datemi...solo un momento >> disse Serena, guardandosi intorno, contemplando la magnificenza della soglia del castello di Hogwarts. E poi sperava vivamente che qualcuno sarebbe venuto da lei per salutarla, ma questo qualcuno non si fece vivo.

<< Dai, Ser, cosa stai aspettando?! >>

<< Nessuno... >> disse amareggiata guardandosi un'ultima volta intorno, poi uscì dal salone d'ingresso. Serena raggiunse le sue amiche che, a differenza sua, non vedevano l'ora di tornare a casa e di andare in vacanza.

<< Ah, finalmente è finita! Non vedo l'ora di tuffarmi in piscina e starci tutto il giorno! >> esclamò Liz stiracchiandosi con poca grazia.

<< E io non vedo l'ora de tornare in Spagna! >> esclamò Penelope.

<< Mm... io non ho preferenze: sto bene sia qui che a casa mia >> intervenne Mary, appoggiando la testa sulle braccia incrociate poste dietro, mentre continuavano a camminare verso la stazione.

<< Io vorrei tanto restare qui. Hogwarts è come una casa per mio fratello e me >> disse Serena tenendo basso lo sguardo.

<< La tua famiglia non è il massimo vero? >> chiese Mary.

<< Non è la mia famiglia in generale, Mary >> disse con amarezza, incominciando a camminare più velocemente. Mary cercò di raggiungerla, ma Liz la fermò per una spalla.

<< Lasciala andare, ha bisogno dei suoi spazi >> disse seriamente Liz, scuotendo la testa.

 

 

Arrivò davanti ai binari del treno, dove quest'ultimo era già ad aspettare che tutti gli studenti arrivassero e salissero a bordo. Serena si sistemò in un angolo appartato, affiancato ad una lunga siepe dietro la quale c'era un piccolo boschetto e si sedette sul baule, accanto a dove aveva appoggiato il trasportino di Bast, facendo sprofondare il viso fra le mani.
Poi, dalle viscere del boschetto, apparve una luce che andò a colpire il viso di Serena facendola distrarre dai suoi pensieri. Era una luce bianca piuttosto familiare, sapeva bene cos'era ad emanarla, perciò Serena si alzò dal baule e cercò di seguire la luce che si affievoliva sempre di più, una volta inoltratasi all'interno del boschetto. Serena la seguì finchè la luce non sparì del tutto in un piccolo punto di prateria vuoto. Lei era lì in piedi da sola in mezzo a tutto quel fogliame e non sapeva se rimanere lì o andarsene. All'improvviso sentì un rumore, come di un ramoscello che si era spezzato e Serena estrasse immediatamente, a velocità fulminea, la bacchetta, puntandola verso la direzione in cui aveva sentito il rumore.

<< Chi c'è? Fatti avanti! >> scandì ad alta voce, col cuore che le batteva a mille.

<< Puoi abbassare la guardia, Serena. Sono io >> disse una voce calda e profonda. Un uomo alto e vestito di nero uscì dalla boscaglia e si mostrò alla bambina.

<< Severus! >> esclamò Serena sorpresa ed abbassò subito la bacchetta.

<< Che cosa ci fai qui? >> gli chiese, avvicinandosi piano a lui.

<< Be', sono venuto a salutarti prima che tu partissi >>

<< Oh >> disse inarcando entrambe le sopracciglia sorpresa.

<< Perchè reagisci così? Credevi che non lo avrei fatto? >> chiese lui.

<< Be', dopo quello che ho combinato insieme agli altri con la Pietra, credevo che non volessi più avere niente a che fare con me >> disse imbarazzata, abbassando lo sguardo e strofinandosi nervosamente le mani. Piton prese un profondo respiro e si inginocchiò, abbassandosi all'altezza di Serena.

<< Vieni qui >> Serena con riluttanza si avvicinò.

<< Quello che hai fatto è stato davvero sconsiderato e veramente stupido, ma non per questo motivo devi pensare che io non voglia più avere niente a che fare con te >> disse in tono calmo, percependo il disagio che avvolgeva Serena.

<< Davvero? >> disse con voce strozzata. Piton annuì.

<< Quando quell'elfa domestica ci ha avvertito del pericolo che stavate affrontando tu e quegli altri sciocchi, io...mi sono infuriato, è vero. E quando ti ho vista ricoperta di graffi e di lividi mi sono preoccupato. E sono rimasto veramente deluso dal tuo sciagurato comportamento! >> disse alzando un tantino la voce, facendole capire che ciò che lei e i suoi amici avevano fatto, anche se con nobili intenzioni, era comunque sbagliato.

<< Ma...>> continuò Severus << … alla fine mi sono reso conto che, in fondo, eri nel giusto >> Serena sgranò gli occhi sbalordita.

<< E' un onore avere te come figlia, Serena. Dico sul serio >> disse con voce calma, ma piena di orgoglio, ripensando alle ampolle della sciarada che aveva visto dentro la sua borsa.

<< Io...ehm...i-io.....io ti......>> la sua voce era un turbine di agitazione e di sospiri profondi, voleva dirle tantissime cose, ma, per un uomo così rigido e glaciale come lui, era davvero difficile liberarsi in quel modo. Perciò Serena, commossa e al tempo stesso divertita dal tentativo di Severus di dirle quelle famose parole che ardiva di sentire da tanto tempo, finì la frase al posto suo.

<< Tivogliobene ! >> disse in un sul fiato la piccola, stringendo i pugni, con le lacrime di felicità che le rigavano le guance. Severus alzò la testa di scatto e, con espressione ricolma di sorpresa, la guardò intensamente.

<< C-come? >>

<< Ti voglio bene >> disse con voce più controllata e guardandolo dritto negli occhi neri scintillanti.

<< Oh, papà ! >> non ce la fece più a trattenersi ed esplose, lanciandosi su di lui, avvolgendo le braccia attorno al suo collo più forte che poteva. Serena affondò il viso nella spalla di Severus, con i capelli di lui che le solleticavano piacevolmente il naso. Che buon odore che aveva, sembrava sapesse di menta.
Severus, d'altro canto, quando si sentì chiamare con il nome di cui aveva sempre pensato di non essere degno, sgranò gli occhi sbalordito; gli sembrò di tornare a qualche mese prima, quando venne a scoprire per la prima volta la verità del particolare legame che c'era fra lui e Serena e di quell'istante quando lei, in preda alla confusione e alla disperazione, gli si gettò addosso in cerca di conforto. Quella volta non riuscì a rispondere in modo sincero e naturale all'abbraccio, ma stavolta era diverso: Severus, sentendo che la bambina gli si era totalmente abbandonata di peso sulla spalla, rispose molto più naturalmente a quell'abbraccio, stringendola a sé altrettanto forte, come non lo avesse mai fatto in vita sua con un'altra persona.
Serena si sentì improvvisamente sollevare da terra: Severus si stava alzando, ma la tenne stretta a sé; sì...l'aveva appena presa in braccio. Finalmente Serena riuscì a capire la splendida sensazione di avere qualcuno che l'amasse, anche se l'abbraccio di una madre sarebbe potuto essere 100 volte più dolce, ma già quello caldo e protettivo di un padre, di quel padre in particolare, era di certo più che soddisfacente per lei. Serena si lasciò cullare dalla sua presa ed assaporò ogni singolo secondo di quel meraviglioso momento, e Severus stava facendo la stessa cosa.

<< Portami via con te >> mormorò da sotto la spalla di Piton.

<< Cosa? >> chiese dolcemente.

<< Ti prego...non voglio...tornare da quelle persone. I-io...voglio stare con te! >> disse Serena in preda ai singhiozzi, mentre Severus le stava accarezzando la schiena, tentando di tranquillizzarla. Severus fu onorato del fatto che la bambina volesse stare permanentemente con lui, ma c'era un pesante motivo del perchè non avrebbe potuto tenerla con sé troppo a lungo. Il fatto di doverle dire che non poteva tenerla lo stava distruggendo: aveva da poco ritrovato una ragione di vita e adesso non poteva tenerla per sempre con sé.

<< Serena, sono felice che tu voglia venire a vivere con me, ma adesso...non puoi lasciare la casa dei tuoi zii Babbani >> disse difficilmente, mordendosi il labbro inferiore; non avrebbe mai voluto dirle quella frase. Serena si distaccò col petto da quello di Piton, tenendo le braccia sempre sulle sue spalle e lo guardò tristemente basita.

<< Cosa? C-come...non posso? >> chiese con voce tremante, sentendo che stavolta le lacrime che stava scendendo non erano di gioia.

<< E' complicato da spiegare...>> disse tenendola sempre in braccio, diritta con la schiena, in modo che potessero parlare faccia a faccia.

<< Ma perchè? N-non mi vuoi ? >>

<< Ma cosa stai dicendo!? Certo che ti voglio con me, per Merlino! >> disse un tantino ad alta voce, scaturendo un leggero sorriso divertito da parte di Serena che si stava asciugando le lacrime. Intanto Severus la stava rimettendo a terra e si inginocchiò nuovamente alla sua altezza, avvolgendole il viso con entrambe le mani. A Serena intanto ripartirono i singhiozzi.

<< Ehi, ehi, ehi calmati, piccola, prendi un bel respiro e ascoltami >> Serena fece come le era stato detto e cercò di calmarsi ed ascoltò in silenzio.

<< C'è un buon motivo del perchè devi tornare e stare da loro. Ne va sia della tua incolumità che quella di tuo fratello. Se venissi a stare da me sarebbe troppo rischioso >>

<< Come troppo rischioso?! Un padre protegge sua figlia, non la mette in pericolo! >>

<< Ed è esattamente questo che sto cercando di fare. Proteggere te e il ragazzino da eventuali minacce e, detesto ammetterlo, la casa di quei Babbani per voi due è la protezione migliore durante l'assenza da Hogwarts >>

<< Come puoi dirmi questo?! Come puoi lasciarmi là?! >> sbottò Serena singhiozzando più velocemente.

<< Ti ho già spiegato perchè e non tollero discussioni, sono stato chiaro?! >> disse calmo ma deciso, facendo annuire Serena.

<< Senti, la questione è che su Potter e anche su di te è stato posto un incantesimo di protezione alquanto antico e il problema è che non può attivarsi adeguatamente se non rimarrete con loro >> cercò di spiegare Severus.

<< Di che incantesimo si tratta? >> chiese incuriosita.

<< Te lo spiegherò meglio quando sarai più grande, adesso non ti sarebbe ben chiaro >> disse Severus rialzandosi da terra. In quel momento, in sottofondo, si sentì un fischio, era il treno rosso Hogwarts Express che stava incitando gli studenti a darsi una mossa a mettere via i bagagli e a salire a bordo.

<< Ehm...mi sa che devo andare >>

<< Sì, altrimenti rischi di perderlo >>

<< Allora, ci....ci vediamo a Settembre >> disse Serena con un sorriso forzato. Severus annuì. Serena non volle infierire con i saluti, sarebbe stato nettamente peggio, perciò si voltò e si incamminò lentamente verso il treno.

<< Serena! >> la chiamò Severus, catturando la su attenzione << Sai, dovrò sbrigare del lavoro durante i prossimi due mesi, ma, probabilmente, riuscirei a liberarmi per una o due settimane mensili >> disse pensieroso, strofinandosi il mento.

<< Stai dicendo che...? >> Serena non ebbe neanche bisogno di finire la domanda perchè Severus inarcò un angolo della bocca, facendole capire che si sarebbero potuti vedere anche prima dell'inizio del secondo anno. Serena esplose ancora di felicità e corse verso Piton lanciandosi su di lui, abbracciandolo nuovamente, ma stavolta all'altezza fra l'addome e lo stomaco, visto che era molto alto, e facendolo un attimo traballare all'indietro per la piccola perdita di equilibrio.

<< Oh grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie! >> esclamò scuotendo e strofinando la testa contro la veste nera del professore.

<< UFF, va bene, d'accordo, adesso basta però >> disse dandole delle affettuose pacche sulla schiena.

<< Oh..ah...scusami >> disse staccandosi in un nano secondo da lui e rimettendogli a posto le pieghe sulla veste che gli aveva procurato – Sì, magari per lui l'abbraccio di prima è stato una novità. Meglio non eccedere troppo con le dimostrazioni d'affetto...per il momento – pensò Serena sghignazzando. Severus fece una smorfia divertita.

<< Mi farai sapere quando verrai, vero? >>

<< Certamente >>

<< C'è il problema però che i miei zii, se vedessero una sola lettera indirizzata a me o a Harry, la brucerebbero all'istante >> disse demoralizzata.

<< Serena, credo che ti sia sfuggito un piccolo particolare...>> Serena lo guardò confusa <<...noi siamo maghi e abbiamo metodi di comunicazione più efficienti di quelli della gente comune >> Serena gli sorrise. Ci fu un altro fischio del treno.

<< Sarà meglio che tu vada ora >> disse appoggiandole una mano sulla spalla.

<< Già, gli altri forse mi staranno cercando >> disse voltandosi verso la direzione da cui era arrivata.

<< Allora, non devi farli attendere ulteriormente. Vai, ti contatterò il prima possibile. Ti auguro delle buone vacanze e, mi raccomando, fai tutti i compiti >> le disse con una voce insolitamente dolce. Per lui era strano parlare in un altro modo da quello suo solito glaciale e serio, ma di quello nuovo, comunque, non se ne vergognò; lui si sarebbe aperto così soltanto davanti a lei e con nessun altro.

<< Ahahah va bene! Buone vacanze anche a te >> disse voltandosi e incamminandosi nuovamente verso la stazione. Poi si fermò e si voltò verso Severus, lo guardò intensamente, con occhi pieni di felicità ma anche di malinconia – gli sarebbe mancato tantissimo durante quei lunghi due mesi - e lo salutò con la mano. Piton le rispose col medesimo gesto e infine Serena uscì dal boschetto, e così fece anche lui, tornando verso la scuola.
Serena, una volta uscita dalla siepe, si ritrovò davanti suo fratello e gli altri amici.

<< Ecco dov'eri! Ti ho cercata dappertutto! Dov'eri andata a finire?! >> le chiese Harry, si era un po' preoccupato, aveva perso le sue tracce da quando l'aveva lasciata con le sue compagne di Serpeverde.

<< Ero andata a...vedere una cosa >> Harry non sembrava tanto convinto, ma tralasciò la cosa.

<< Be', datti una mossa a caricare le tue cose. Il treno sta per partire >> così Serena andò a consegnare all'addetto del treno le proprie cose e poi salì a bordo. Lei ed Harry però, prima di entrare del tutto, si fermarono a guardare per un momento la scuola di Hogwarts, lì posta sulla montagna con i raggi del sole che la avvolgevano con la sua luce, rendendola ancora più magica di quel che era già. Hermione notò che erano rimasti un po' indietro e si avvicinò a loro.

<< Mm..sembra un po' strano tornare a casa, vero? >> disse Hermione.

<< Quella non è casa mia. Non proprio >> disse Harry.

<< Sacrosante parole >> disse Serena, cingendogli la spalla, con Harry che rispose all'abbraccio.

<< IN CARROZZA ! >> gridò uno degli addetti del treno. Una volta aver controllato che tutti gli studenti fossero saliti, l'Hogwarts Express cominciò la sua corsa di ritorno verso Londra.
Durante le lunghe ed estenuanti 7 ore di viaggio, Serena rimase nello scompartimento dove si erano piazzate le sue amiche, giocando a carte, cantando, chiacchierando e a fare qualsiasi cosa che potesse far passare più velocemente il tempo. Però, durante le ultime due ore di viaggio, Serena si spostò nello scompartimento dove c'erano Harry, Ron ed Hermione, la quale notò che l'amica si era portata dietro la piccola gatta nera dagli occhi viola Bast.

<< Certo che la tua micetta è davvero bella, Serena >> disse dando alla gattina qualche grattino dietro le orecchie.

<< Grazie. Come mai tu invece non ti sei portata dietro nessun animale? >>

<< Non avevo abbastanza galeoni e allora ho rimandato. Cercherò di risparmiare i soldi per andarlo a prendere al Serraglio Magico spero entro il prossimo anno >>

<< Be', dai, spero tanto che tu riesca a prenderlo. Un animale domestico ti riempie la vita >> disse Serena accarezzando il dorso di Bast che aveva iniziato a fare le fusa.

<< Già, hai ragione >> disse Harry accarezzando a sua volta la sua civetta bianca Edvige.

<< Ah! Quasi dimenticavo >> disse Harry frugando dentro al suo zainetto e tirando fuori un raccoglitore di pelle rosso-marroncino.

<< Guarda, me lo ha regalato Hagrid quando ti stavamo cercando prima >> Serena lo aprì e vide che c'erano diverse foto animate di lei e suo fratello da piccoli, in braccio a Lily e James. Serena si portò una mano alla bocca, evidentemente commossa alla visione della scena animata che proponeva la foto.

<< E' davvero bellissimo >> disse a voce strozzata dalla commozione << Peccato che non sia riuscita ad incontrare Hagrid, avrei voluto ringraziarlo >>

<< Tranquilla, l'ho ringraziato io anche da parte tua >> disse Harry. Serena gli sorrise. Fuori dai finestrini degli scompartimenti, il paesaggio era nettamente cambiato: dalle lande verdi, fresche e soleggiate della Scozia erano passati al clima umido, grigio e deprimente dell'Inghilterra, fra qualche minuto il treno sarebbe arrivato a destinazione nella grande stazione di King's Cross a Londra e là avrebbero, forse, trovato i Dursley ad aspettarli impazienti.

<< Siamo quasi arrivati >> fece notare Serena.

<< Già, proprio una bella notizia >> disse sarcastico Harry.

<< Non ti preoccupare, riusciremo a tenerli a bada da ora in poi >> disse Serena ghignando maligna.

<< E come? >>

<< Con queste >> disse tirando fuori la propria bacchetta.

<< Aahahah già! Hagrid mi ha detto che se Dudley continuerà a romperci le scatole potremmo minacciarlo di fargli spuntare una coda da maiale! >> disse Harry ridendo.

<< Perchè minacciarlo quando possiamo farlo davvero!? >> Serena aveva gli occhi infuocati di gustosa vendetta.

<< Guarda che non puoi farlo. Ci è vietato fare magie fuori dalla scuola fino a quando non avremo 17 anni >> intervenne Hermione.

<< Oh porca paletta! Mi ero scordata che c'era questa fregatura >> disse imbronciandosi.

<< Non ti abbattere, minacciarli sarà ugualmente divertente! Dopotutto, loro non sanno che non possiamo fare magie fuori dalla scuola fino >> disse anche lui in tono maligno facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
Passarono 20 minuti e il treno rosso Hogwarts Express arrivò a destinazione, entrando lentamente nel binario 9 ¾ . Dopo essere scesi, Serena andò a cercare le sue amiche di Serpeverde e le salutò a dovere, promettendosi a vicenda di scriversi per tutta l'estate e così fece anche Harry con Hermione e Ron.
Una volta ritrovata la propria roba e posizionata sul carrello, i due fratelli Potter attraversarono il passaggio nel muro fra i binari 9 e 10. Percorsi fino alla fine i due binari, videro zio Vernon che giocherellava nervosamente con le chiavi della macchina, ansioso di ritornare a casa, zia Petunia era lì ferma in piedi con le braccia incrociate sul petto con le dita della mano che tamburellavano sul braccio impazienti e Dudley, seduto su di una panchina, a mangiarsi una barretta di cioccolato. Quando Harry e Serena li raggiunsero, li salutarono piuttosto pigramente.

<< Zio Vernon, zia Petunia....Dudley >> dissero insieme facendo dei piccoli e svogliati cenni di saluto con la testa.

<< Era ora che arrivaste! Forza, andiamocene, non voglio perdere altro tempo! >> disse gracchiando come un vecchio rospaccio, incamminandosi veloce verso l'uscita.

<< Vedo che la nostra lunga assenza non ha influito positivamente sul loro carattere>> disse ironicamente Harry.

<< Be', credo che con un pizzico di persuasione... >> disse Serena tirando di nuovo fuori la bacchetta << … riusciremo ad addestrarli >> disse ghignando maligna. Harry la guardò con sguardo complice, tirò fuori la bacchetta e la incrociò con quella della sorella, formando una croce come per fare un solenne giuramento.

<< Tutti per uno...>> iniziò Serena <<...uno per tutti! >> concluse Harry, prendendo esempio dai Tre Moschettieri.

<< Ci divertiremo un sacco quest'estate col “botolo” lì ! >> esclamò Harry, mentre camminava, indicando Dudley che stava ancora trangugiando la barretta di cioccolato.

<< Ah! Non vedo l'ora ! >>

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

LA MIA PRIMA STORIA.....E' FINITA!!!!
Quale soddisfazione personale! :D
Spero che vi siate divertiti, che abbiate apprezzato come ho caratterizzato la mia OC e che abbiate gradito in generale la storia.
Ovviamente questa era sola la prima parte della Saga di Harry Potter e, in futuro, spero di riuscire anche ad inventare altrettante storie sulle successive parti di Saga Potteriana. Dopotutto Serena e Severus devono ancora conoscersi per bene! XD
Grazie di cuore alle persone che mi hanno seguita in questa prima avventura e un grazie a coloro che l'hanno salvata fra i PREFERITI ….significa davvero tanto per me :')

 

COMING SOON ----> Ci rivedremo con un piccolo spin-off estivo di HP ( per il momento mi riposerò e scriverò una nuova ff su altri personaggi )

 

GRAZIE A TUTTI DI CUORE <3 <3 <3

  
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