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Autore: Novizia_Ood    18/11/2013    3 recensioni
Quando il Dottore, prima di rigenerarsi, va a prendere la sua 'ricompensa' e incontra Rose nel passato, quella del futuro come reagirà? Avrà un nuovo ricordo nella sua mente, cosa ne penserà?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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6. Human
 
Il mio nome è Rose Tyler e questa è la storia di Torchwood, l'ultima storia che racconterò.
Questa è la storia di come sono morta.

 
Era andata a trovare sua madre per distrarsi da quello che era successo, ormai, qualche ora prima e invece era morta.
Era morta nel suo mondo reale e nel suo cuore.
Si era vista strappata via da quell'universo in cui il suo Dottore era presente e in cui aveva lottato al suo fianco, amandolo senza nessuna riserva.
Era morta dentro adesso, per colpa di una lontananza che non sarebbe mai stata capace di colmare. Si era girata e rigirata nel letto quella notte, quella stessa notte in cui aveva sentito la sua voce tornare a chiamarla come da un mondo lontano, un sogno.
Fosse stata l'ultima cosa che avesse fatto, ma l'avrebbe seguita facendosi accompagnare dai suoi genitori, ormai insieme, e da Mickey con il quale non riusciva più ad avere un rapporto come lo aveva avuto in precedenza. Troppo lontana da lui adesso, Rose non avrebbe guardato mai più nessuno come aveva imparato a guardare il Dottore: con amore incondizionato. Il freddo di quel vento gelido arrivò a congelarle la punta del naso e delle dita che ora, intrecciate le une alle altre, provavano a scaricare quella tensione che la ragazza portava con sé nella speranza di rivedere lui in carne ed ossa arrivare da lei. Lui che sarebbe arrivato a riprenderla e a portarla via, proprio come la prima volta, perché così aveva detto giusto? Non doveva perdersi d'animo perché lei era in gamba e si sarebbero ritrovati.
Avanzò sulla spiaggia, allontanandosi dalla macchina portata dal padre, avvicinandosi alla scogliera e fu lì che lo vide.
Le parve passata un'eternità da quando lo aveva visto l'ultima volta e invece eccolo lì.
Corse nella sua direzione, con il cuore a mille, di nuovo vivo di nuovo funzionante. Aveva qualcosa per cui valesse la pena di battere ancora. Purtroppo si fermò quando, osservandolo meglio, non fece altro che realizzare che non fosse ancora fisicamente lì.
- Dove sei? -
Domandò immaginandoselo chissà dove e soprattutto chissà per qualche motivo. Ancora più importante di tutto, con chi? Era solo oppure era riuscito a trovare qualcun altro che gli tenesse la mano nei momenti più difficili. Qualche giorno prima era lei quella persona, qualche giorno prima lui era entrato nella sua stanza per aiutarla a stare meglio, qualche giorno fa nessuno dei due avrebbe immaginato una fine simile per entrambi.
- Nel TARDIS. -
Per fortuna che quella macchina del tempo non era solo un oggetto, ma una vera e propria presenza che lo aiutava a sentirsi meno solo e che lo sosteneva in momenti come quello. Non si sarebbe mai permesso una piccola debolezza come quella, approfittare di quella frattura per salutare Rose, la sua compagna, per l'ultima volta.
- Nell'universo è rimasto un piccolissimo varco e sta per chiudersi. Serve molta energia per inviare questa proiezione. Sono in orbita intorno ad una supernova. -
Informò mentre aveva gli occhi fissi su di lei. La vedeva lì davanti, con i capelli mossi da una brezza che lui non riusciva a percepire. Lei era lì fuori, lui era chiuso nella sua cabina, protetto, ma mai abbastanza. Da quando si era rigenerato in quella decima, si sentiva sempre così vulnerabile davanti a quei sentimenti che per la prima volta riusciva a provare a cuori aperti che a volte si spaventava perché avere dei sentimenti voleva dire avere dei punti deboli e Rose era sicuramente il suo.
- Sto consumando un sole solo per dirti addio. -
Il sorriso che venne fuori fu uno di quelli carichi di rassegnazione. Era quello il momento in cui la lasciava andare e non l'avrebbe vista più tornare? La sua rigenerazione era vicina? Se doveva starle lontano, sperava che quest'ultima sarebbe arrivata subito per non permettergli di soffrire. Davanti a lui una Rose ancora confusa fece un passo verso di lui.
- Sembri un fantasma -
Disse scuotendo appena la testa. Non si sarebbe accontentata mai di quella versione del Dottore, voleva di più, una semplice proiezione non bastava.
- Aspetta.. -
Bastò regolare il cacciavite sonico prima di puntarlo contro la console per prendere delle sembianze più normali, ma nemmeno quello sarebbe stato abbastanza per lui che voleva prenderla tra le braccia e stringerla, voleva sentire il suo profumo invaderlo e voleva sentire l'abbraccio di lei di rimando. Quella stretta di una donna che aveva sempre creduto di dover proteggere e invece era stata lei a proteggere lui. Quella meravigliosa, fantastica, umana che aveva avuto la fortuna di incontrare. La stessa che non aveva certo dimenticato e la stessa alla quale aveva pensato per tutto quel tempo che erano rimasti separati. Nemmeno i suoi 900 anni erano sembrati così lunghi ed interminabili. L'aspetto da fantasma era sparito, adesso Rose poteva riconoscere ogni minuscolo dettaglio del suo viso, non che non lo conoscesse già alla perfezione. Aveva tracciato quel profilo nei suoi sogni così tante volte che dimenticarlo sarebbe stato impossibile, il suo cuore e la sua mente l'avrebbero aiutata a tenere il suo ricordo vivo per sempre.
- Posso..? -
Chiese allungando una mano verso di lui nella speranza di poterlo raggiungere in qualche modo e di poterlo sentire di nuovo sotto la sua pelle.
- Sono comunque solo un'immagine, niente contatto. -
Gli costarono care quelle parole, perché lui per primo avrebbe voluto abbracciarla e stringerla forte, farla sentire al sicuro come sempre e invece c'era un universo a dividerli quella volta. Rose aveva gli occhi già rossi mentre i capelli continuavano ad essere mossi dal vento, in disordine. Aveva ritirato la mano, sconfitta e doveva iniziare ad accettare il fatto che non avrebbe potuto più toccarlo.
- Non puoi materializzarti del tutto? -
Chiese con innocenza. Aveva urgenza di sentirlo il più vicino possibile in quel momento in cui si sentiva più lontana e persa che mai.
- Finirebbe tutto in frantumi. Due universi collasserebbero. -
Quelle parole che non lasciavano trasparire nemmeno un'emozione quasi la ferirono. Diventava sempre così tecnico quando doveva spiegarle qualcosa da non darle la possibilità di percepire i suoi sentimenti e le sue sensazioni.
- E allora? -
Non le interessava se tutto il mondo sarebbe esploso e con esso le persone che ci vivevano, non le interessava di nulla finché lo avrebbe avuto accanto nonostante sapesse quanto quel pensiero potesse essere egoista. Lui sorrise, come se quella che aveva appena fatto lei fosse una battuta divertente, peccato che Rose non la pensasse allo stesso modo. Alzò gli occhi al cielo sia per il lieve fastidio che per le lacrime che stavano iniziando ad uscire.
- Dove siamo? Dov'è sbucato il varco? -
Domandò prontamente il Dottore, cambiando discorso.
- Siamo in Norvegia a circa 80 chilometri da Bergen. Questo posto si chiama Darling Ulv Stranden. In inglese si traduce con 'Baia del Lupo Cattivo' -
Spiegò lei con un piccolo sorriso. Non doveva vivere in quel tormento continuo ma doveva credere alle parole che in passato lui stesso le aveva detto. Un passato che sembrava così lontano e recente al tempo stesso.

"- Quando me ne andrò la prima volta, non aver paura e abbi fiducia in te stessa. Ci ritroveremo. Non perderti d’animo Rose Tyler, sei stata fantastica e continuerai ad esserlo sempre. Prenditi cura di me, ho bisogno di te. –"

Doveva avere fiducia in se stessa, perché era quella la prima volta che lo avrebbe visto andare via, ne era sicura. L'unica cosa che le interessava era che fosse tornato da lei in un modo o in un altro. Ma in che modo si sarebbe potuta prendere cura di lui in quel momento? Ora che il tempo e lo spazio li tenevano separati?
- Quanto tempo abbiamo? -
Chiese tornando a guardarlo negli occhi con un coraggio del tutto nuovo, più consapevole. Avrebbe lottato anche lei per riaverlo, quello era poco ma sicuro.
- Cinque minuti -
Rispose l'altro con una piccola smorfia che Rose non riuscì ad interpretare.
- Hai ancora Mister Mickey.. -
Aggiunse il Dottore accennando al ragazzo che attendeva accanto alla macchina insieme agli altri due. Tutto quello che aveva sempre voluto per Rose era che trovasse qualcuno che l'amasse come l'amava lui, l'unico problema era che lei non avrebbe mai trovato nessuno che avrebbe amato allo stesso modo, perché nessuno sarebbe stato il Dottore per lei.
- Ci ritroveremo -
Rispose senza nemmeno voltarsi a guardare gli altri. Aveva intuito che le parole di lui nascondevano qualcos'altro e lei gli avrebbe fatto capire che si sbagliava di grosso. Voleva ancora bene a Mickey ed era proprio per quello che non si sarebbe mai sognata di usarlo come un sostituto, perché non esisteva.
- Rose non puoi.. -
Iniziò lui credendo che lei avesse già chissà quale piano in testa. Era una ragazza caparbia ed intelligente, l'amava anche per quello e non si sarebbe mai stupito se avesse trovato un qualsiasi modo per farla franca da quella dimensione.
- No. Mi fido di te e basta.. -
Sorrise alzando appena le spalle e guardando il suo petto. Alzò entrambe le mani per posarle sul suo petto a qualche centimetro di distanza per non toccarlo. Sentire il vuoto sotto le sue mani sarebbe stato troppo, preferiva immaginare di percepire il suo calore e la sua vicinanza.
"Ti amo". Quelle parole le risuonarono nella testa con la sua voce e un sorriso le uscì tra le lacrime che ormai scendevano copiose sul suo viso.
Era stato lui a dire che si sarebbero ritrovati e lei si fidava, ci credeva e ci avrebbe creduto fino al giorno in cui gli sarebbe corsa in contro per abbracciarlo.
- Vivi la tua vita Rose Tyler. L'unica avventura che io non potrò mai avere -
Sarebbe stato un dolore doppio per lui non saperla felice in nessun luogo. Non era così arrogante da pensarla felice solo con lui, lei aveva il diritto di sperare in qualcosa di meglio, aveva il diritto di avere un futuro come tutti gli altri. Lui invece era solo una condanna. L'umana chiuse entrambe le mani in pugni e poi lasciò andare le braccia lungo i fianchi. Aveva solo cinque minuti. Rialzò il viso rigato dalle lacrime e provò a scostare i capelli dal viso bagnato e ormai gelido.
- Io ti.. -
Un singhiozzo le impedì di finire la frase, ma non si sarebbe fatta fermare da quello. Fuori casa, con quel Dottore tra le braccia e prima di quel bacio avrebbe tanto voluto ricambiare, avrebbe voluto che lui sapesse cosa provasse per lui perché non aveva intenzione di lasciarlo andare via ignaro di tutto.
- Io Ti Amo -
Disse domando un altro singhiozzo e riuscendo a guardarlo in viso al pronunciare quelle parole. Lo amava per tutto, l'aveva resa una persona migliore, l'aveva amata a suo modo e l'aveva tenuta al sicuro, sempre.
- Anche questo è vero -
Sorrise amaramente, con le stesse parole di lei che gli morivano in gola. Che sciocca che era stata a non capire che già da lì lui avesse capito cosa provasse per lei e viceversa. Non stava facendo finta di non accorgersene, stava solo andando avanti nonostante tutto, perché era così che lui faceva. Lei sorrise ed annuì. Era la verità.
- E credo che questa sia l'ultima occasione che ho per dirlo.. -
Iniziò lui più triste di prima, ma lei, prontamente scattò in avanti arrivando con la sua mano a pochi centimetri dalle sue labbra per zittirlo, senza toccarlo.
- Non dirlo. Non è questo il momento -
Disse lei scuotendo la testa con un grande sorriso tirando poi su con il naso. Inclinò la testa verso destra e lasciò che la sua mano, dalle labbra, passasse sulla fronte, sui capelli e poi sul viso del Dottore il quale era rimasto incantato a guardarla.
- Il momento verrà quando mi ritroverai. -
Sorrise guardandolo negli occhi ora pieni di lacrime come quelli di lei. Non voleva lasciarlo così, solo e triste così gli regalò un altro sorriso.
- Fidati di me -
Concluse mimando il gesto di accarezzargli la guancia con il dorso della mano.
- Rose Tyler.. -
Iniziò lui con un sorriso compiaciuto sul volto. Quell'umana non era più la stessa ragazzina che aveva trovato e portato con sé, quella che aveva davanti era ormai una donna matura che lo capiva più di chiunque altro. Prima che potesse aggiungere altro la sua proiezione divenne trasparente prima di sparire. Rose chiuse gli occhi e il pugno della mano che ancora aveva alzata all'altezza del viso di lui.
Doveva continuare a sentire quella voce nella sua testa, quel ti amo, non lo avrebbe dimenticato e l'avrebbe aiutata ad andare avanti, a sperare che il giorno successivo fosse stato quello del loro incontro.
Nell'altro universo il Dottore era chiuso dentro il suo TARDIS, dove si sentiva al sicuro nonostante tutto. Aveva gli occhi lucidi ma sul viso un sorriso di speranza, quella che era stata in grado di passargli lei.
La sua Rose, non lo avrebbe mai abbandonato e con quel pensiero avrebbe continuato a lottare, con l'amore che provava per lei sempre dalla sua parte.

Note dell'autrice
Oh cavolo, beh che dire. Dopo tre mesi di questa fan fiction lasciata in sospeso non potevo non concluderla e direi che solo oggi mi è venuta la voglia di scrivere per finirla. Sarà la vicinanza del 50th a mettermi ansia, oppure la voglia di scriverne una nuova proprio per il 50th, non vi so proprio dire! 
RIngrazio veramente chi ha recensito e seguito la storia, chi addirittura l'ha inserita nei preferiti! 
GRAZIE davvero 
❤ 
Spero che lascerete una recensione anche questa volta, ma più di tutto spero che la leggerete e che vi piaccia! ^_^
Attenderò vostre risposte, positive o negative che siano e poi.. vi attenderò per il 50th mi raccomando WHOVIANS! 

 
  
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