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Autore: KuromiAkira    28/11/2013    3 recensioni
- [...] Insomma, dobbiamo vederci alle tre e mi serve immediatamente una ragazza! -
- E allora perché vuoi costringere me? - si lamentò Ryuuji, alzandosi dal letto.
- È ovvio, a Maki non resta altro che cercare una ragazza tra i ragazzi, e tu sei decisamente femminile! - affermò Sumeragi.
Midorikawa trasalì e la guardò offeso, ma lei non ci fece caso. Ghignò e gli porse il vestito. - Su, non fare storie, lo sai che Maki non cederà - cantilenò.
- Cioè vuoi portare Midorikawa ad un appuntamento con due ragazzi? - sintetizzò Hiroto, con una punta di fastidio che la ragazza non colse.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Carry/Maki, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Siamo un po' numerosi, non vi pare? - si lamentò Haruya, accucciato dietro un lampione e girato per osservare i fratelli adottivi dietro di lui.
- Ehi, ci hai chiesto tu se volevamo seguirti, no? - ribatté An, sbuffando.
- Va bene, ma io volevo solo provocare Hiroto; non pensavo mi sarei ritrovato a capo di un esercito! -
- E chi ha detto che sei tu il capo? - sbottò Ai, piccata.
- Non cominciate a litigare, li abbiamo persi di vista - sussurrò Hiroto, con fare nervoso.
- Eh, alla fine ci sei venuto pure tu qui, mh? - ghignò Nagumo.
Kiyama gli lanciò un'occhiataccia, poi l'attenzione fu attirata da Shuuji, che rivolse il dito in un punto imprecisato della piazza. - Eccoli lì - avvertì.
Maki, stranamente nervosa, e Midorikawa, che ancora si ostinava a tenere lo sguardo fisso a terra, erano in piedi davanti ad una fontana.
L'ex-giocatrice della Epsilon si torceva le mani in continuazione, muovendosi sul posto. Ogni tanto si guardava attorno.
Passarono ancora alcuni minuti, poi Sumeragi sussultò visibilmente, tanto che persino Ryuuji distolse lo sguardo per volgerlo verso la sorella adottiva. Ma gli occhi della ragazzina si illuminarono e alzò un braccio con decisione.
- Sorano-sempai! - gridò, agitando l'arto per farsi notare.
In pochi secondi, fu raggiunta da un ragazzo dai capelli grigi, lisci e a caschetto, la cui frangia copriva l'occhio destro. Grazie a quello sinistro, Midorikawa poté notare che anche i suoi occhi erano grigi.
- Sumeragi-san... - mormorò, vagamente imbarazzato. Subito dopo, però, spostò lo sguardo sulla bella accompagnatrice della compagna di scuola. Accennò ad un inchino di saluto, timidamente ricambiato da Midorikawa, che ancora sperava che si aprisse una voragine sotto di lui.
- Ma dov'è il tuo amico? - disse Maki, guardandosi attorno.
- Oh, oggi fa molto caldo, e si è gentilmente offerto di prendere dei gelati per tutti noi in quella gelateria - informò, puntando un edificio poco distante. Poi tornò a guardare la kohai. - Spero non vi dispiaccia. -
- Oh no, anzi! Ah lascia che ti presenti la mia amica, che poi è anche mia sorella all'orfanotrofio - annunciò, torcendo il polso della mano destra e piegando la mano in orizzontale. - Midorikawa R- - continuò, fermandosi poi, con tanto di bocca spalancata, sembrando quasi un robot a cui si erano scaricate le batterie, e ricordandosi improvvisamente di un particolare a cui ancora non aveva pensato: un nome da donna per Ryuuji!
Sorano sbatté un paio di volte le palpebre, attendendo che continuasse. Midorikawa già temeva il peggio. O forse doveva solo sperarlo, così poteva tornarsene a casa anche se avrebbe fatto la figura del maniaco.
Da un tabellone pubblicitario provenne una canzone che Maki ricordava di aver già sentito, cantata da una idol molto di moda negli ultimi mesi, così ebbe l'illuminazione.
- Tatsuki! Midorikawa Tatsuki! - esclamò, 'riattivandosi'.
L'ex-capitano della Gemini Storm dovette fare un enorme sforzo per impedirsi di sospirare sconsolato e, sapendo che quello sarebbe stato l'inizio della fine, si inchinò. - Piacere di conoscerti - sussurrò, rassegnato. Ma chi gliel'aveva fatto fare...
Il ragazzo rimase qualche istante incantato, poi Maki gli diede una gomitata sul fianco che lo fece sussultare. Si inchinò a sua volta, quasi a novanta gradi. - O-oh, il piacere è mio. Mi chiamo Sorano Rebun - esclamò nervoso, rosso in volto.
Sumeragi piegò le labbra verso il basso. Forse Ryuuji era fin troppo convincente, come ragazza. Si affrettò a tornare al fianco del fratello/sorella e lo costrinse a piegarsi appena. - Quando l'amico del sempai arriva, attaccati a lui! Non osare sedurre Sorano-sempai! - gli sussurrò all'orecchio, con voce minacciosa.
- Non ho intenzione di sedurre proprio nessuno! - sbottò, con un volume di voce un po' troppo alto, il centrocampista. Se ne accorse troppo tardi, quando vide il compagno di scuola di Maki sussultare e avvampare.

Dal lampione, l'assolutamente inosservato gruppo del Sun Garden continuava a tenere d'occhio i due fratelli adottivi. Nel vedere la scena delle presentazioni, Hiroto non riuscì a impedirsi di assottigliare gli occhi.
- Prima vittima - commentò Satoshi, che intanto aveva tenuto il conto di quanti passanti avevano già posato lo sguardo su Midorikawa.
- Qualcuno trattenga Hiroto, sta per andare a uccidere quel ragazzo - rise invece Nagumo, che alternava lo sguardo dal gruppetto all'antico rivale alla Aliea.
- Stai zitto! - ribatté Kiyama, senza riuscire a mantenere la calma. Haruya sussultò, esattamente come tutti gli altri. Era raro che Kiyama si infuriasse ma, in fondo, tutti loro sapevano quando potesse diventare spaventoso quando si arrabbiava: non per nulla fu 'Gran della Genesis', un tempo.
- Tranquillo, quello è Sorano-san! - intervenne allora An, nel tentativo di calmare il fratello adottivo. - È con lui che Maki si era accordata per l'appuntamento. Non permetterà a Ryuuji-kun di sedurlo. -
- Lui non sedurrà proprio nessuno! - obbiettò Hiroto, alzando la voce e attirando diversi sguardi su di loro. Fortunatamente erano troppo lontani per essere sentiti da Midorikawa e Maki.
Nagumo ridacchiò. Vedere uno dei suoi più grandi rivali in piena agitazione era una vera goduria, quasi quanto far arrabbiare l'altro suo rivale, Suzuno.
- Ehi, guardate! Si sta avvicinando qualcuno con quattro gelati! Scommetto che è l'amico di Sorano! - fece notare Ai, entusiasta.
- Seconda vittima in avvicinamento! - volle precisare Mutou.
- Mh, mi sembra di averlo già visto, da qualche parte... - mormorò invece Shuuji.
Hiroto cercò di mettere a fuoco la persona che si stava effettivamente avvicinando al gruppetto. - Ah! - esclamò poi, sussultando e alzandosi in piedi. - Ma quello è...! -

- Sorano-kun - chiamò intanto il ragazzo, con voce gentile, continuando a sorreggere quattro coni appena comprati.
L'amico si voltò appena, sorridendo. - Eccoti. Ci hai messo un po' - notò, andandogli incontro per prendere due dei quattro gelati. Poi si riavvicinò alle ragazze e porse il gelato alla fragola a Maki - A te piace la fragola, vero? - domandò, arrossendo appena. Apparentemente, al 'sempai' Maki piaceva abbastanza.
Ryuuji non osò sollevare lo sguardo, anche se ormai, temeva, non poteva più tornare indietro. - Tieni, spero il gusto vada bene - si sentì dire. Si vide porgere un gelato al pistacchio e, istintivamente, alzò la testa, incontrando due calmi occhi grigi, lo stesso colore dei capelli. Lo sguardo, tuttavia, si fece rapidamente sorpreso.
- Midorikawa-kun? - mormorò il ragazzo e, in quell'istante, anche l'ex-capitano della Gemini Storm si rese conto di conoscere la persona che aveva davanti. Sussultò, quasi balzando all'indietro per lo stupore.
- F-Fubuki? - esclamò, e non seppe se sentirsi più tranquillo o più imbarazzato. Shirou non rispose, aveva riconosciuto l'amico appena l'aveva visto in volto, ma sembrava che solo in quegli istanti stesse comprendendo la situazione.
- Oh, vi conoscete già? - chiese intanto Sorano, sinceramente sorpreso.
- E-ecco... - bisbigliò l'attaccante proveniente dall'Hokkaido, lanciando un'occhiata interrogativa a Ryuuji.
"Ti prego, reggi il gioco. Ti spiego dopo" pensò il centrocampista, e Fubuki sembrò recepire il messaggio. - Sì, diciamo di sì - rispose allora, sorridendo.
- Oh. In effetti tu sei già stato da queste parti, vero Fubuki? L'hai per caso conosciuta durante le partite di calcio? A Sumeragi-san piace questo sport, magari anche la sorella... - iniziò, guardando poi la compagna di scuola per ricevere conferma.
Maki non esitò ad annuire. - Sì, sì, gioca anche lei! - esclamò, felicissima. Quel ragazzo conosceva Ryuuji quindi ci avrebbe pensato lui a spiegare a quel Fubuki la situazione e non ci sarebbero stati problemi. Era perfetto! - Bene, ci facciamo una passeggiata? - cantilenò quindi, piegando la testa con fare, a suo dire, adorabile.
Nessuno si oppose, così prese a braccetto Sorano e si voltò verso gli altri due, intimando loro, con lo sguardo, di tenersi a distanza.
Midorikawa sospirò.
- Midorikawa-kun, cosa...? - iniziò allora Shirou, camminando tutto sommato tranquillamente al fianco dell'amico.
- Non pensare male, ti prego... - mormorò sconsolato e imbarazzato Ryuuji. - Maki è una degli orfani del Sun Garden, giocava alla Epsilon ai tempi della Aliea Academy. Ha promesso al tuo amico di portare una delle sue sorelle, ma si è decisa all'ultimo a chiedere alle ragazze e loro erano tutte impegnate. Così ha incastrato me - spiegò, implorando gli dei di fargli venire un colpo in quello stesso istante. - Scusa, magari ti eri fatto delle illusioni su questo appuntamento - disse dopo un po', decidendosi finalmente a guardarlo.
Fubuki lo fissò qualche istante, poi sorrise. - Ho capito. Non ti preoccupare, io sono qui solo per fare un favore a Sorano-kun. Non mi interessava conoscere una ragazza, davvero. Anzi, per fortuna sono io, o ti saresti trovato in un bel pasticcio - costatò.
- Già - assentì il ragazzo dai capelli verdi, benché non si sentisse poi tanto rassicurato.

- Fubuki Shirou, eh? - mormorò Shuuji, rammentando colui che conobbe come un giocatore della Raimon.
Haruya, osservando i quattro ragazzi allontanarsi, sospirò. - Ah, mi ricordo di lui. Che noia, però. Questo significa che a Midorikawa basterà spiegare la situazione - disse, con delusione.
- Già, gli è andata bene - commentò An.
Anche Hiroto sospirò, ma dal sollievo. Si alzò, pronto a tornare a casa. Conosceva Fubuki, dubitava che avesse qualche interesse verso l'ex-capitano della Gemini Storm.
- Se non sbaglio, Fubuki è quello che si era infortunato nello stesso periodo di Midorikawa durante il Football Frontier International - ragionò Suzuno. - Ricordo che Midorikawa passava spesso a trovarlo all'ospedale. Erano diventati molto amici - disse.
Nagumo non sapeva se anche Fuusuke godesse quanto lui a vedere Kiyama in difficoltà, fatto sta che l'ex-capitano della Genesis si irrigidì nuovamente.
Il ragazzo dagli occhi verdi, infatti, si ricordò che Fubuki, dopo essere tornato nella Inazuma Japan, aveva effettivamente dimostrato di aver legato con Ryuuji. Successivamente si era interessato subito alla cartolina che aveva mandato il centrocampista e spesso parlava di lui. Già a quei tempi Kiyama si era preoccupato, seppur cercasse di non farsi strane idee, ma certamente, in quel momento, il pensiero non gli era di conforto.
Forse non significava nulla, ma Midorikawa, vestito in quel modo, era davvero troppo bello e l'attaccante di Hokkaido, sicuramente, non l'avrebbe più visto con gli stessi occhi.

- Temo che, da ora in poi, non ti vedrò più con gli stessi occhi... - confessò Shirou, fermandosi e facendo scorrere lo sguardo su tutta la figura dell'ex-compagno di squadra. Aveva un corpo esile e obbiettivamente piacevole da vedere e, sì, persino femminile. Con la divisa della Inazuma Eleven non si notava molto, benché anche quella lasciasse in parte le gambe scoperte. Inoltre truccato, seppur leggermente, faceva decisamente un'altro effetto.
Per tutta risposta, Ryuuji arrossì e portò le mani sulla gonna, tirandola verso il basso quasi come avesse paura si sollevasse -aveva sotto i pantaloncini, che spuntavano appena da sotto la gonna, ma il ragazzo si sentiva comunque 'nudo'-.
- Ti prego, non dire nulla! Mi vergogno già così! E guai a te se racconti questa cosa in giro, mi sono spiegato? - sbottò poi, sfoderando la sua famosa aura oscura che già aveva manifestato in altre occasioni.
Erano in quel momenti che, seppur con un carattere completamente diverso, Midorikawa dimostrava di essere stato Reize, un tempo.
Shirou sorrise, per nulla turbato. - Non lo farò, tranquillo. Però stai davvero bene, se non ti conoscessi ti avrei davvero scambiato per una bella ragazza. Avrei rischiato di prendere sul serio questo appuntamento - affermò. Il tono era palesemente divertito, ma tutto sommato lo pensava sul serio.
Ryuuji arrossì. - Non prendermi in giro! - sbottò, voltandosi dalla parte opposta e riprendendo a camminare.
Fubuki ridacchiò e lo seguì.

I quattro ragazzi camminarono fino alla piazza, poi si sedettero su due panchine, naturalmente a coppie, poco distanti l'una dall'altra.
Maki teneva ben stretto il braccio del sempai, quest'ultimo visibilmente a disagio. Sembrava incredibilmente timido, spesso arrossiva, ma rideva a ciò che diceva la compagna di scuola, che intanto parlava con enfasi.
Fubuki e Midorikawa, invece, inizialmente non parlarono, limitandosi a mangiare il gelato. Ryuuji si guardava spesso attorno e ogni tanto incrociava lo sguardo di qualche ragazzo. Dopo un po' strizzò gli occhi, desiderando solo di sparire. Shirou, invece, era incredibilmente tranquillo.
- Secondo me dovresti rilassarti, Midorikawa-kun - mormorò dopo un po' il giocatore della Hakuren.
Pur tenendo la testa bassa, il ragazzo dai capelli verdi gli lanciò un'occhiata.
Shirou continuò: - In fondo, non hai un vestito così appariscente e indossi comunque i pantaloni. Se fossi vestito come al solito, ti comporteresti in modo normale con me, no? In fondo sono io: so chi sei e so perché sei qui. Cerchiamo di passare una giornata piacevole e di vegliare sull'appuntamento dei nostri amici. -
Il ragazzo dai capelli grigi parlò con così tanta sicurezza che quasi Ryuuji si convinse. Così posò lo sguardo sull'altra coppia, che chiacchierava senza problemi -o meglio, era Maki che parlava in continuazione-
- Va bene - sospirò il ragazzino, rassegnato. - Allora dimmi, cosa ci fai qui? -
- Sono venuto a trovare Sorano-kun. Lui giocava nella Hakuren, un tempo. Si è trasferito qui con la famiglia da pochi mesi e ogni tanto mi telefona dicendo che gli manca Hokkaido. Siccome, per alcuni problemi, non è potuto tornare per le vacanze, ho deciso di venire io da lui. E poi, in questo modo, avrei potuto rivedere il capitano e gli altri della Raimon - spiegò.
Midorikawa annuì, sorridendo al pensiero che Fubuki chiamasse ancora Endou 'capitano'. - Eh già - mormorò poi, tendendo gambe e braccia e inarcando appena la schiena all'indietro, alzando lo sguardo al cielo. - È da molto che non li vedo - ragionò.
- Credo sia normale. Ma spero che, prima o poi, riusciremo a incontrarci e, magari, a organizzare qualche partita. -
- Davvero, sarebbe bello! - esclamò Midorikawa, sorridendo finalmente rilassato. Parlare del calcio, forse, era l'unica cosa che poteva distrarlo da quella situazione.
Dall'altra panchina, Sorano diede un'occhiata all'amico.
- Oh, sembra si trovino bene - costatò, sorridendo.
Anche Maki si voltò. - Eh già, è stata una vera fortuna che si conoscessero già, vero? -
- Sì. Ho pregato Fubuki di venire con me senza preavviso, ero preoccupato che si trovasse male, dato che è arrivato qui da un paio di giorni. -
La ragazzina rise. - Anche io ho trascinato qui Ryuu-, ehm, Tatsuki-chan all'improvviso! - disse, poi si bloccò all'improvviso, soprappensiero. - Ehi, in effetti è una strana coincidenza! - ragionò, osservando per bene i due amici.
- Sumeragi-san? - mormorò Rebun, confuso.
- Mmh... Sorano-sempai, che tu sappia Fubuki-san ha preferenze particolari? - domandò.
- Preferenze... in fatto di donne? -
- Intendevo se preferisce le donne o meno - chiarì lei con noncuranza, voltandosi verso il compagno di scuola. Questi avvampò.
- Sumeragi-san, che domande fai? -
Ma la ragazzina chiuse la mani a pugno, agitandole velocemente all'altezza del petto. - Ti assicuro che è importante per la riuscita di questo appuntamento, sempai! -
- C-che intendi dire? -
- Intendo dire che, se va tutto bene, io e te ci metteremo insieme. E magari anche quei due! - disse con convinzione. - Secondo Maki questo loro incontro è stato dettato dal destino, capisci? -
La situazione aveva preso una piega piacevolmente diversa, secondo Sumeragi. La ragazzina era all'oscuro che c'era già qualcuno a provare forti sentimenti verso Ryuuji, e che questo qualcuno era lì, a pochi metri da loro, ad ascoltarla.
Era infatti impossibile avvicinarsi alla panchina di Fubuki e Midorikawa, che si trovava quasi al centro della piazza, ma Satoshi aveva trovato un posto imboscato a pochissima distanza da Maki e dal suo sempai.
Mutou, in quel momento, si stava trattenendo dallo scoppiare a ridere: Maki era sempre la solita. Era sincera e allegra, a volte infantile ma non superficiale. Era divertente e per questo gli piaceva. Non come ragazza, piuttosto come sorella.
Hiroto, invece, era seduto a terra e fissava con spaventoso interesse il terreno. Haruya si accucciò vicino a lui, poggiando il braccio sulle spalle dell'altro. - Per fortuna siamo rimasti, eh? - lo provocò.
Ma Kiyama non rispose. Sapeva che le parole di Maki non avevano importanza, ma la gelosia era un sentimento incontrollabile. Alzò lo sguardo, osservando da troppo lontano i suoi due amici.

Ryuuji aveva quasi finito il gelato e iniziò a farsi aria con la mano, sbuffando. - Fa davvero caldo... - si lamentò. Aveva dovuto mettersi la giacchetta per necessità e, benché non fosse sua intenzione togliersela, in estate non era proprio l'indumento ideale da indossare.
Fubuki gli sorrise. - Hai ragione, forse è meglio non rimanere fermi col sole che batte così forte - ammise. - Dovremmo proporre qualcosa a quei due. -
Midorikawa non rispose e si voltò verso l'altra coppia.
- Dimmi un po', Fubuki, che tipo è Sorano? - domandò, fissandolo.
- Sei preoccupato per tua sorella? -
- Sono preoccupato per il tuo amico - ribatté l'altro, tornando a guardare Shirou, con espressione molto seria. - Maki sa essere pedante, a volte. E Sorano mi sembra così timido e tranquillo... -
Fubuki ridacchiò.
- Sì, è una persona calma, è vero, e forse Sumeragi-san potrà sembrare troppo spigliata per uno come lui. Ma ti assicuro che il mio amico ama stare con persone così decise e allegre - spiegò. Sorrise. - Proprio perché è così insicuro, ha bisogno di qualcuno come lei. Da quello che mi ha raccontato, Sorano-kun ha conosciuto Maki appena trasferito nella nuova scuola. Lei l'ha incoraggiato e lui è rimasto molto colpito. Devi sapere che Sorano-kun fatica a farsi degli amici; è stata una fortuna, infatti, che ci fossi io oggi con lui, o non avrebbe saputo a chi chiedere di accompagnarlo. Ci teneva davvero molto a questo appuntamento, perché Sumeragi-san gli piace molto. A volte le persone insicure sono istintivamente attratte dalle persone decise in grado di ridar loro fiducia nei momenti difficili. -
Ryuuji mugugnò, in riflessione, e continuò ad osservare gli altri due in silenzio fino a quando Fubuki non si alzò. - Non mi è mai capitato di visitare questa città e questa è un'ottima occasione - commentò. - Magari potremmo decidere insieme dove andare - propose.
Midorikawa annuì, finendo di mangiare la punta del cono del gelato e alzandosi a sua volta. Non aveva idea di dove poter andare, certamente aveva gusti molto diversi da quelli di Maki.
Dovettero fare pochi passi e Sumeragi li guardò quasi scocciata. Shirou sorrise. - Dato che fa caldo, perché non ci cerchiamo un posticino tranquillo per la città? - domandò.
Maki parve rifletterci su prima di annuire e alzarsi.
- Va bene. Potremmo andare... - iniziò con entusiasmo.
- Niente negozietti! - la bloccò subito Ryuuji, poggiandosi entrambi i pugni sui fianchi.
- Come? E perché? - si lamentò lei.
- Finiresti per fermarti ad ogni negozio della via. Sorano è qui da poco, no? Non conoscerà tutti i posti della città, esattamente come Fubuki. Facciamo noi da guida e, sopratutto, troviamo un posto all'ombra. -
A quelle parole l'unica vera ragazza dei quattro ghignò. - Oh, quindi lo fai per Fubuki-san - mormorò. - Va bene, troviamoci un posticino appartato per stare belli tranquilli! - esclamò con malizia, prima di costringere il suo sempai ad alzarsi in piedi.
- Oh, è stato facile convincerla... - rifletté ad alta voce Ryuuji, sorpreso.
Shirou rise. - Ci affidiamo a voi, allora. -

Le due coppie, sempre seguite dal gruppetto nascosto, si avviarono senza aver in mente una meta precisa.
Dopo qualche metro Maki si era già imboscata dentro un negozio, e Midorikawa dovette trascinarla fuori a forza intimandole di non lasciare da solo Sorano che, tuttavia, si limitò a ridacchiare per la scenetta.
Ryuuji scosse la testa, convinto di aver solo fatto una brutta figura e durante quei pochi secondi la ragazzina dai capelli acquamarina si era già diretta verso un altro negozio.
Infine si arrese e tutti la seguirono passivamente.
La prima parte dell'appuntamento passò quindi in quel modo, girando per le vie tra mille soste a causa di Maki. Fubuki e Midorikawa, su proposta del primo, rimasero sempre distanti dagli altri due, se non direttamente fuori per strada a parlare, mentre Rebun acconsentiva sempre a seguire la compagna di scuola, probabilmente si divertiva pure a vederla scorrazzare in mezzo ai vestiti e accessori. La guardava sorridendo con la dolcezza tipica degli innamorati e questo particolare colpì persino Fubuki, che affermò di non averlo mai visto con un'espressione simile.
Solo raramente andavano in posti che, a detta di Midorikawa, erano più interessanti e utili al fine di conoscere meglio la città.
L'unico negozio in cui entrarono tutti e quattro fu di articoli sportivi e, quando ne uscirono, era già passato gran parte del pomeriggio. Il ragazzo dai capelli verdi si era già di molto tranquillizzato, messo a proprio agio dal comportamento disinvolto di Fubuki e dal fatto che, fino a quel momento, si erano limitati a girare come, di fatto, poteva fare anche un gruppo di amici.
Insomma, quello non sembrava un appuntamento romantico.
E di questo se ne accorse anche Sumeragi, con grande disappunto.
Si fermò quindi in mezzo alla via, ignorando gli sguardi incuriositi degli altri tre, e iniziò a riflettere su dove andare.
- Che hai? - domandò Midorikawa.
- Non mi piace! Non è così che dovrebbe andare un appuntamento - si lamentò lei, guardando il fratello adottivo come se fosse colpa sua.
- Sei tu che hai voluto fermarti per i negozi - le fece notare Ryuuji, con assoluta tranquillità. - E poi che male c'è? -
- Ma questo lo sanno fare tutti! - obbiettò la ragazzina, battendo un piede a terra. 'Appunto', pensò Midorikawa, che non ci teneva proprio a trasformare quell'uscita in qualcosa anche solo vagamente somigliante ad un appuntamento romantico. - Ho un'idea! Andiamo al Luna Park! -
- Non c'è un Luna Park qui - le ricordò l'ex-capitano della Gemini Storm, seccato.
- La città vicina ce l'ha. Possiamo prendere il treno - propose la ragazzina dai capelli color acquamarina, speranzosa.
- E dovremmo spendere soldi quando potremmo tranquillamente rimanere qui? -
Maki squadrò con sospetto il fratello adottivo. - Non ti facevo così taccagno... - mormorò.
Midorikawa, sospirando nel tentativo di mantenere la calma, incrociò le braccia al petto.
- Non è taccagneria, Maki. Dovresti solo cercare di evitare di far spendere troppo a Sorano e a Fubuki, se possibile. Proprio perché qui non ci sono Luna Park, dubito abbiano portato dietro molti soldi. Fai conto che dovremo anche acquistare il biglietto d’ingresso - spiegò.
Ma la ragazzina non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla possibilità di andare al parco divertimenti, così si voltò verso i due ragazzi che, sfortunatamente per Midorikawa, non avevano alcun problema di soldi, ed erano ben disposti ad andare in una città limitrofa.
- Pagheremo noi il biglietto - assicurò addirittura Sorano. Fubuki annuì.
- Non mi sembra il caso - si oppose subito Ryuuji.
Fubuki ridacchiò e si avvicinò all'amico, posandogli una mano sulla spalla. - Non preoccuparti. Sarà divertente anche per noi, no? - cercò di convincerlo.
- Già, già! Anche per voi due - ripeté Maki, sogghignando maliziosa.
Capendo di essere in minoranza, Ryuuji sospirò e si arrese. D'altronde, rifletté, non sarebbe certo stato un Luna Park a metterlo in imbarazzo, no? - Va bene. Ma il mio biglietto me lo pago io! - affermò, girando i tacchi e dirigendosi subito verso la stazione.
Maki sorrise vittoriosa e, prima di avviarsi a sua volta, si voltò verso Fubuki.
Accirgendosene, il ragazzo le sorrise. - Farò il gentiluomo, tranquilla - mormorò, facendole l'occhiolino.
Sumeragi non colse la nota divertita nella voce di Shirou, ma era certa che il resto della giornata sarebbe stat molto più interessante... e fruttuosa.

Il gruppo di Haruya, nel frattempo, non aveva mai staccato gli occhi dai quattro ed aveva continuato ad seguirli a debita distanza per tutte le vie della città.
Ma, quando capirono che stavano per prendere il treno, Nagumo si bloccò e aggrottò la fronte.
- Ma dove vogliono andare? - domandò con disappunto, più per scarsa voglia di spendere soldi che altro.
- Non saprei, ma Maki sogghigna e la cosa non promette nulla di buono. Per Sorano, intendo - commentò Satoshi.
I ragazzi si guardarono tra loro, in silenzio, dopodiché nessuno esitò a continuare l’attività di spionaggio.






Note finali: ci ho messo una vita ad aggiornare questa fiction. Quando pubblicai il primo capitolo avevo già scritto metà del secondo, solo che poi mi sono bloccata e non sono più riuscita ad andare avanti.
Avevo fin dall'inizio intenzione di farli andare a un Luna Park, ma poi mi è sembrata un'idea poco originale e, per cercare qualcos'altro, sono andata in crisi.
Alla fine ho deciso di attenermi all'idea iniziale e chissenefrega.
Dopo quasi sette mesi a scrivere poche righe alla volta, ne è uscito fuori un capitolo intero XD
In realtà pensavo di scrivere di più, in questo capitolo, ma solo ora ho notato che è già abbastanza lungo, quindi va beh. Non credo durerà molti altri capitoli, comunque, solo che non ho idea di quanto ci metterò ad aggiornare.
Non riesco più a scrivere. Davvero. Sarà che mi manca la concentrazione.
In questi giorni vorrei provare a scrivere qualche one-shot, per riprendere un po' la mano, ma non assicuro nulla.
Comunque cercherò di finire almeno le long, ve lo prometto.

Ok, passiamo alle puntualizzazioni: prima di tutto, Sorano. Dato che fin dall'inizio volevo inserire Fubuki tra i protagonisti, ho pensato che sarebbe stato logico che il ragazzo con cui aveva appuntamento Maki fosse uno della Hakuren
Per l'esattezza, Sorano è lui. L'ho scelto pensando al tipo di ragazzo che potesse piacere a Maki: datò che la immagino come una ragazza molto attiva e decisa, le ho affibbiato un ragazzo calmo e timido.

Per quel che riguarda il nome femminile di Ryuuji: inizialmente avevo scelto un altro nome, Ryoka. L'avevo scelto perché avevo ponderato di usare un nome che somigliasse a Ryuuji, ma né Ryuuko né Ryuuka mi piacevano. Così uscì fuori Ryoka.
In questi mesi, tuttavia, ho cambiato idea sul mettergli un nome per forza somigliante a quello maschile. Più che altro perché mi piacerebbe, un giorno, scrivere qualche storia in genderbend e, se Midorikawa fosse nato donna, non è detto che avrebbe avuto un nome simile a quello maschile.
Ho scelto Tatsuki perché una volta lessi che questo nome si scrive con l'ideogramma 'drago', ovvero 'Ryuu'.
Il nome di Midorikawa, in realtà, non ha alcun significato, perché non è scritto con ideogrammi ma con l'alfabeto hiragana, però fa nulla. XD In questo modo, pur non somigliando foneticamente, ho mantenuto un legame col nome maschile.

Ultima cosa: sono passate qualcosa tipo ere dal primo capitolo, ma lo segnalo per correttezza. L'utente nirvana_, quando pubblicai il primo capitolo, si propose per disegnare una doujinshi su questa fiction. Ormai sono passati mesi, e non so se abbia intenzione di continuare, ma vi linko comunque la copertina che disegnò: QUI
Mi scuso anche con lei, magari avrà persino pensato che non sarei più andata avanti e ha abbandonato il progetto; in ogni caso spero leggerà anche questo secondo capitolo.

Ok, credo sia tutto. Mi spiace per l'immenso ritardo, spero di non metterci altri sette mesi per finire il terzo capitolo.
See ya!
  
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