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Autore: ElisaBellimonella    04/12/2013    2 recensioni
"Cosa ci fai qui da sola?"
"Sto aspettando il bus per tornare a casa,non lo vedi?"
"Intendo da sola,che ci fai da sola?"
"Ma io sono sempre sola"
"Ah. Perchè?"
"Non piaccio alla gente'"
"A me piaci"
"Poi ti stanchi"
"Di cosa?"
"Di chi,se mai. Di me"
"Perchè?"
"Credo di essere una di quelle persone che allontanano la gente,hai presente che intendo? Io le persone le tengo strette a me,troppo,le soffoco e in realtà ho sempre paura di perderle. Roversi lo chiama "l'effetto saponetta".
"Quindi tu vuoi tanto bene ad una persona,la stringi forte,le dici di non andarsene e lei se ne va?"
"Io non le dico proprio niente. Se ne va di suo"
"Perchè non ti mostri per quella che sei?"
"In che senso?"
"Nel senso che tu rispondi male,fai l'acida del cazzo e poi ti sciogli con un bacio sulla guancia"
"Sai quando le persone se ne sono andate?"
"No. Quando?"
"Quando mi sono dimostrata per quella che sono."
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E come ogni giorno quella ragazza dai capelli castani,stava lì, seduta su una panchina con le cuffiette nelle orecchie e la musica al massimo volume. Guardava la gente attorno a lei ridere. "Come fanno a far finta di niente e sorridere quando dentro stanno male?" si chiedeva sempre. Lei è una di quelle tante ragazze che non ha niente di speciale e che si sente sempre sola anche quando non lo è. E' una di quelle persone un pò strane con mille segreti dentro. Una di quelle che non tradisce mai nessuno,ma, viene delusa molte volte dalle persone. Troppe. Lei è una di quelle ragazze abbastanza forti da sopportare tutto e andare avanti. E' una ragazza normale con una vita noiosa e "instabile". Non è una "depressa" che si taglia e nemmeno una "popolare" che si crede chissa chi.  Lei è una ragazza come tutte. Insicura,troppo timida con gli adulti e solare con gli "amici". E' una di quelle che dà il meglio di se alle persone a cui tiene ma viene abbandonata dopo poco. E' una di quelle persone che  quando sta male non fa niente. Non piange, non urla, non si taglia, non si strappa i capelli..non fa niente. Si tiene tutto dentro. E' una di quelle persone che crescendo diventa sempre piu forte e fredda. E' una ragazza sola a cui piace star sola. O,comunque, si è abituata a starci. E' una sognatrice che vorrebbe solo scappare da ogni problema. Ed è anche la solita ragazza che si accotenta del sei in pagella. Gli piace imparare nuove cose ma odia la scuola. Non viene picchiata da bulli o stuprata. Ha una famiglia che dice di volergli bene e che glielo dimostra anche. Solo che lei non se ne accorge. Ha avuto tanti amici che piano piano l'hanno abbandonata. E' timida, si, ma quando vuole sa anche essere acida e  antipatica. Ha sempre paura di disturbare le persone,così,non le cerca.

Lei è Emily Baker.


Quando si alzò, prese dalla panchina lo zaino e si incamminò verso casa. Anche quel giorno aveva saltato la scuola.Se sua madre l'avesse saputo l'avrebbe chiusa in casa fino alla sua morte. Iniziò a canticchiare "This is me" di Demi Lovato mentre leggeva il libro: "Il rumore dei tuoi passi". L'era sempre piaciuto quel libro e nonostante lo avesse letto già mille volte lo rileggeva ogni volta che aveva del tempo libero. Lo squillo del suo telefono la fece tornare nella realtà. Senza neanche vedere il numero rispose.

"Pronto?"
"Perchè non sei a scuola Emily?"
"Mamma? Sei tu?" Chiese lei spaventata
"Emily, si, sono io. Ora rispondimi" Sua madre era Brenda Price, una delle piu famose chirurghe di tutta Miami.
"Ehm, mamma. Posso spiegarti"
"A casa. Subito."
"Arrivo." Chiuse la chiamata sbuffando

"COME CAVOLO AVEVA SCOPERTO CHE NON ERA ANDATA A SCUOLA?" Si domandò seriamente preoccupata

Quando si chiuse la porta di casa alle sue spalle vide la madre seduta sul divano bere del tè. Non riuscì a fare il primo scalino per andare in camera che sua madre la fermò. Urlandogli: "NON PROVARCI SIGNORINA. ORA FACCIAMO DUE CHIACCERE A QUATTRO OCCHI".

Emily sbuffò e lanciò lo zaino sul divano difronte a quello della madre per poi sedersi e incrociare le braccia.

"PERCHE' NON SEI ANDATA A SCUOLA?" Urlò Brenda furiosa
"Mamma,sono andata da Zoe. Ricordi? Quella bassa e bionda.Sta male ed è all'ospedale. Volevo andarla a trovare ma sapevo che tu non avresti mai voluto che ci andassi da sola. Così l'ho fatto uguale." Mentì la figlia

La madre provò a calmarsi sorseggiando un pò di tè bollente.
"Se me lo avresti detto, ti avrei portata."
"No. Non è vero. Non l'avresti fatto. non vuoi mai che vada all'ospedale da sola e non so nemmeno il perchè!" Disse Emy alzando il tono di voce
"Non voglio che tu vada all'ospedale. Non è un bel posto. E poi, non stiamo parlando ora degli ospedali,ma del fatto che hai saltato la scuola"

"pensa a qualcosa,dai Emily, ce la fai. Pensa,pensa" Si disse Emily mentalmente

"Mamma, Zoe morirà forse. Ho saltato un giorno di scuola per una buona causa."
La madre ci pensò un pò e alla fine abbracciò Emily e la lasciò andare in camera. Avvertendola, però, che non avrebbe piu dovuto saltare la scuola.

Emily salì velocemente le scale e si rinchiuse in camera. Appena il computer si accese digitò la password e l'email del suo blog che dopo neanche cinque secondi si aprì.
 
Una domanda particolare la cose di sorpresa:

"Di cosa hai paura in particolare?"

Rilesse la domanda un pò di volte, poi rispose:

"Non lo so. Ho paura d’ogni cosa. Cioè della gente, dei palazzi, delle cose, di tutto. Specie della gente.Questo è un periodo che mi fa paura. Ho mille pensieri per la testa e mi sono persa. Non so più chi sono."

Um altra domanda la sorprese:

"Come ti senti? Realemente" Nessuno fino ad ora glielo aveva chiesto.

Ci pensò un pò e poi rispose:

"Mi sento come se tutto quello che faccio sia inutile e privo di senso. Giornate come questa, in cui mi sento sbagliata, mi sento fuori, vuota. E poi giornate come tante in cui non “mi sento” direttamente."

Stanca, chiuse il blog, spense il computer e si sedette sulla scrivania iniziando poi a disegnare. Non si rese nemmeno conto di quanto il tempo volò. Disegnava,cancellava,disegnava e cancellava ancora. Era veloce ed non ammetteva mai uno sbaglio. Poi presè dal armadio i pennarelli,le tempere,i colori ad olio, le cere e i gessi. Iniziò a colorare il tutto senza mai distrarsi. Colorava e colorava  senza fermarsi. Era entrata nel suo mondo. Quando ebbe finito anche di rifinire tutto il disegno guardò l'orario: Le cinque del pomeriggio.

 

Angolo autrice:

Allora, questo è una specie di primo capitolo mini. In teoria sarebbe l'introduzione ma vabbè, dettagli. Se avete letto fino a qui spero vi sia piaciuto. Recensite e consigliatemi.



 
  
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