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Autore: skeight    08/12/2013    3 recensioni
Una nuova battaglia incombe, e non si sa chi sarà il vincitore; ma si sa che tutti, vincitori e vinti, ne usciranno con più dolore che gioia.
2030: Harry, Ron, Hermione e tutti gli altri protagonisti della lotta contro Voldemort sono ormai adulti e più o meno felicemente sistemati. Ma una nuova minaccia turba la pace nel mondo magico, e quel che è peggio è che a guidarla è la figlia di Ron e Hermione, Rose Weasley. Harry, nonostante il suo desiderio di vivere una vita tranquilla, dovrà ricominciare a lottare, mentre la speranza di una convivenza pacifica tra purosangue e nati babbani crolla miseramente, e i figli di alcuni mangiamorte (Malfoy in testa) tornano a coltivare sogni di rivincita e vendetta, il cui risultato è una serie di delitti drammatici che sconvolgeranno i reduci della Battaglia di Hogwarts.
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Quando Harry uscì dalla doccia vide che Ginny si era addormentata.

Nuda, il lenzuolo che le copriva appena i fianchi, sul letto dove poco prima avevano fatto l’amore. Sorridendo, Harry le accarezzò il seno, piano, per non svegliarla. Cinquant’anni e ancora così bella.

C’era un modo di dire babbano, “la vita comincia a quarant’anni”, e anche se da giovane aveva vissuto più di molti altri maghi messi insieme, Harry pensava che ci fosse del vero in quella frase. Ginny probabilmente non lo avrebbe mai ammesso, ma da quando anche la più giovane dei loro figli, Lily, aveva lasciato casa, prima per andare a Hogwarts e poi per lavorare come medico al San Mungo, la vita dei Potter era diventata più leggera, forse addirittura più piacevole. Non che si trovassero male con i figli in casa, questo no, ma passate alcune settimane di malinconia per l’improvvisa solitudine Harry e Ginny avevano iniziato a riprendere una vita sociale che avevano abbandonato facendo i genitori: uscire con amici, andare a teatro, invitare persone a casa, tutto senza doversi preoccupare del comportamento dei ragazzi. Anche la loro intimità era tornata quasi quella degli anni del loro fidanzamento: avevano persino ripreso a passare certe serate estivi nudi sulla veranda di casa, una pratica abbandonata da quando James Sirius aveva compiuto quattro anni. Insomma, avevano imboccato la strada della vecchiaia (ma quale vecchiaia, poi, che sembrava ancora così lontana) con serenità, anzi, proprio con felicità… e ora tornavano dei guai a turbare quella vita.

Infilatosi un accappatoio, Harry si sedette al tavolino della stanza, e iniziò a leggere la copia de The Mudblood Voice che aveva preso a Hogwarts. In prima pagina faceva bella mostra di sé un editoriale firmato da Rose Weasley, la primogenita di Ron e Hermione.

 

Ci temono. Ci perseguitano. Ma è proprio questo che ci rende più forti. Sì, perché paura e persecuzione sono i migliori argomenti a sostegno delle nostre tesi, e non passa giorno senza che altri mezzosangue e sanguesporco si uniscano al nostro movimento.

I purosangue lo sanno, e hanno paura. Dopo aver tentato di eliminare gli odiati “impuri” con la violenza di Voldemort e dei mangia morte, hanno cambiato strategia. Riconciliazione, convivenza sono le loro parole d’ordine. Ma dietro questi termini così attraenti si nasconde uno scopo evidente a chiunque non abbia i paraocchi: dividere i sanguesporco, minare la loro coscienza di gruppo, e sfruttare queste divisioni per mantenere intatto il proprio potere. Non è strano che, nonostante tutta la prosopopea sull’uguaglianza, i presidi di tutte le principali scuole di magia del mondo siano purosangue? Così come sono purosangue i principali leader politici, primo fra tutto il ministro Shacklebolt, ma anche Estezar, il presidente del consiglio magico del Mediterraneo, o il presidente dell’Unione magica africana, Odjumba.

Dovrebbe essere strano; ma non lo è. Non lo è perché i purosangue sono oggi quelli che erano trent’anni fa, che sono sempre stati e che sempre saranno. E allora come ci si può stupire se sempre più sanguesporco si chiedono con quale titolo quelli che, a tutti gli effetti, costituiscono una minoranza del mondo magico devono concentrare nelle proprie mani tanto potere?

Il tempo di reagire è arrivato. Oggi è compito di ogni sanguesporco e mezzosangue agire con tutti i mezzi per spezzare il dominio dei purosangue…

 

Harry smise di leggere. Quell’articolo era un’accozzaglia di fandonie, raccontate con efficacia – a Rose non mancava il talento giornalistico, nulla da dire su questo – ma senza alcun fondamento. Avrebbe dovuto parlare con altrettanta bravura, quella sera, per avere qualche effetto. Peccato non fosse mai stato un grande oratore…

Un tonfo secco lo fece sussultare. Quel rumore, seguito da mugolii incomprensibili, proveniva dal bagno.

Harry scattò in piedi, e afferrò la sua bacchetta. Lanciò uno sguardo a Ginny, ancora addormentata, e con cautela si avvicinò alla porta del bagno. Avvicinò l’orecchio, per cercare di cogliere i movimenti di quel che c’era lì dentro, ma continuavano a provenire solo suoni inarticolati. Così decise di prendere l’iniziativa, e aprì di botto la porta.

“Chiunque tu sia, non ti muov… Chico!?”

C’era un giovane in bagno, sdraiato scompostamente con una gamba sul water, l’altra nel lavello, e il torace nel vano doccia. Quando vide Harry provò ad alzare una mano in segno di saluto, ma la posizione in cui si trovava glie lo impedì.

“Ciao, capo!”

“Ma che ci fai qui?”

“In questo momento non faccio nulla perché sono un po’ incastrato. Mi aiuteresti a decastrarmi?”

Harry lo rimise in piedi. Il nuovo arrivato si scrocchiò la schiena e si sistemò sulla testa un cappello triangolare.

“Ah, ora va meglio!” esclamò.

“Ora potresti cortesemente dirmi perché sei qua?” chiese Harry.

“Be’, il ministro mi ha detto che avresti soggiornato al Drago Antico, e siccome sapevo che hanno una sola stanza matrimoniale mi sono smaterializzato a colpo sicuro, ma devo aver sbagliato di un soffio le coordinate perché sono finito in bagno invece che in camera…

“E meno male! Ma ti sembra normale smaterializzarsi nelle stanze d’albergo? Di là c’è Ginny che dorme!”

“Eh, capo, non puoi pretendere che sappia se la gente dorme o è sveglia quando mi smaterializzo, se no non si parte più.”

Harry si passò una mano sulla fronte: “Non ci arrivi proprio, eh, Chico?”

“Come no? Sono arrivato proprio adesso.”

“Smaterializzarsi negli edifici privati è vietato, porca Morgana!”

“Ok, ma se leggi il depliant pubblicitario del Drago Antico c’è scritto che le camere hanno tutti i comfort.”

“... e quindi?”

“E quindi se hanno tutto non sono private di nulla. Quindi non sono entrato in una casa privata.”

Harry ci rinunciò. Da due anni gli avevano affibbiato Chico come segretario personale, e ormai si era abituato alle sue stramberie. Chico era un mago italiano, uno dei molti che, dopo aver completato gli studi al Polimagico di Noasca, si era trasferito in Inghilterra a cercare un’occupazione soddisfacente. Il Ministero della Magia aveva aperto le proprie porte a stagisti stranieri, ma dato l’alto numero di aspiranti solo i migliori venivano presi. Chico era stato preso, e dopo lo stage era rimasto, ma ciò, più che dimostrare il suo talento, faceva pensare a Harry che i criteri di selezione del Ministero avessero bisogno di una discreta revisione.

“Lasciamo perdere” disse “Come mai sei qui?”

“Ho un messaggio da parte del ministro. Il signor Shacklebolt vuole che, appena ritorni a lavoro da Hogwarts, vada da lui per un colloquio privato.”

Un colloquio privato con Kingsley? Cosa poteva essere di così importante?

“Perché ha mandato te invece di un gufo?”

“Boh, forse gli hanno detto che sono molto bravo a gufare.”

Chico…

“Ok, ok, in realtà stavo per mandarti un gufo, ma siccome oggi volevo venire comunque qui a Hogsmeade mi sono offerto di portarti il messaggio di persona.”

“Non ti dovevi disturbare” disse Harry a denti stretti “Comunque, ora che hai riferito, puoi anche andartene.”

“Ok, capo” disse Chico, e si mosse verso la porta del bagno. Harry lo bloccò con una mano sulla spalla.”

“Non dalla porta. Smaterializzati.”

“Ma da qui ci metto meno a piedi che con la magia.”

“Ti ho già detto che di là c’è…

“Ma insomma, Harry, cos’è tutto questo rumore?!” esclamò Ginny aprendo di botto la porta. E restando paralizzata – e nuda – alla vista di Chico. Poi con un grido si coprì seno e pube e corse via.

Harry inspirò profondamente.

“Naso chiuso, capo?”

Chico. Sparisci. Ora.”

 

   
 
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