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Autore: Doomsday_    10/12/2013    6 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Angolo Autrice: Salve a tutti! Prima di lasciarvi alla lettura di questo primo capitolo, ho delle piccole precisazioni da fare:
come vedrete a breve, invece di "Astoria" ho scelto di chiamarla "Asteria" come è riportato nell'albero genealogico divulgato dalla Rowling. Inoltre cercherò di essere quanto più possibile attinente ai libri, ma tenete conto che ho dovuto inventare persone e storie sulla famiglia Greengrass di mio pugno per un fatto di necessità.
Inoltre ecco qui la mia pagina ufficiale: Doomsday_, per chi volesse restare sempre aggiornato con la storia!^^
Grazie per l'attenzione! Spero che il capitolo sarà di vostro gradimento.





Spara Schiocco





In quei primi giorni di Dicembre la Sala Comune dei Serpeverde era sempre più rumorosa. Solitamente tetra e in penombra, la Sala era spesso abitata da pochi studenti che se ne stavano perlopiù a studiare o in disparte per i fatti loro. Eppure l'arrivo delle vacanze natalizie aveva trasformato quella diligente pace, in qualcosa di più allegro e lieto all'udito: le ragazze ridacchiavano fra di loro, i ragazzi chiacchieravano e giocavano a gobbiglie o agli scacchi magici e tutti sembravano più bendisposti a scambiarsi qualche breve parola. L'arrivo del Natale aveva tolto ad ogni studente la voglia di mettersi a studiare per le ultime lezioni rimaste e anche le decorazioni natalizie facevano la loro parte, rendendo la tetra Sala Comune dai sofà neri, più colorata, piena di calore, offuscando persino la solita luce verdognola prodotta dalle lampade. Anche il colossale camino in marmo abbellito da statuette e teschi non aveva più l'aria poi tanto minacciosa dopo essere stato ricoperto di ghirlande e campanellini colorati. Il fuoco ardeva con vigore tanto da essere sufficiente a riscaldare da solo l'intera stanza, dinanzi ad esso un gruppo di ragazzi scherzava bevendo burrobirra e idromele. Dietro ad essi, su di un piccolo tavolo di legno nero Asteria Greengrass e Sean Jugson giocavano a Spara Schiocco e, come sempre, Sean stava vincendo.
Asteria mordicchiò distrattamente la sua bacchetta di liquirizia mentre pensava a quale carta mettere in campo. Invece Sean divorava una confezione di Zuccotti di Zucca, uno dietro l'altro neanche fossero Apri Frizzole; e quel che più dava sui nervi ad Asteria era che il ragazzo neppure seguiva troppo la partita per quanto era intento a sfogliare il testo teorico di Difesa contro le arti oscure con fronte aggrottata - l'unico probabilmente ad aprire ancora libri di testo - ma ciò non gli impediva certo di stracciarla.
La ragazza fece la sua mossa, ma Sean sembrava proprio perso nel suo mondo ed alzò il naso dal libro solo per aggredire la busta di ananas canditi una volta finiti i Zuccotti di Zucca; allorché Asteria gli tirò un calcio da sotto al tavolo. Sean sobbalzò sulla sedia e si sistemò gli occhiali sul naso « Oh, si certo, scusa » borbottò dando una veloce occhiata alle carte che aveva in mano e gettando poi sul tavolo quella che sembrava la prima avesse visto, facendo così esplodere due delle carte di Asteria.
« Non ci credo, hai vinto di nuovo » mugugnò lei spalmando il viso sul palmo della mano; Sean sorrise soddisfatto, gli occhi già di ritorno sulla pagina nel punto in cui si era interrotto. Asteria strappò con rabbia un pezzo sostanzioso della sua bacchetta di liquirizia. Osservò Sean, pensando ad un modo per fargliela pagare: non solo si stava completamente estraniando senza darle più retta, ma quel che era peggio il motivo era riconducibile ad un noiosissimo stupido libro.
Sean era magro e allampanato con una zazzera indomabile di capelli castani, un viso piccolo e appuntito come quello di un furetto e le labbra sempre piene di croste per quanto se le tormentava in continuazione. Portava gli occhiali, ma gli donavano ed erano in linea con la sua passione per i libri.
« Vorrei tanto lanciarti un levicorpus e lasciarti appeso per un piede per il resto del pomeriggio » sospirò Asteria quando ebbe finalmente finito la sua bacchetta di liquirizia.
« Niente, Sean! » sbuffò con evidente esasperazione, poi si sporse sul tavolo e gli strappò dalle mani l'ananas candito. Sean rimase a guardare contrariato il volto imbronciato dell'amica. Asteria era bella, come si poteva rifiutarle qualcosa? Pensò divertito dalla reazione della ragazza; persino lui amava viziarla e vezzeggiarla quando poteva, senza contare che oltre alle assurde pretese con cui di frequente lo tormentava, Asteria aveva un gran cuore.
« Scusami, Asteria. Ma converrai anche tu con me che un libro di Difesa contro le arti oscure che insegna a non difenderti è piuttosto ridicolo. Non riesco a capacitarmi... volevo trovare almeno un paragrafo in cui fosse nominato l'uso di una bacchetta » spiegò scuotendo il capo in segno di profonda disapprovazione. 
« Quella Dolores Umbridge mette i brividi. Non solo il suo metodo di insegnare, ma anche lei ha qualcosa che non va » assentì Asteria, con una smorfia che increspava le piccole labbra perfette.
Dal passaggio d''ingresso rientrò la squadra di Quidditch. Fuori pioveva e i giocatori erano completamente zuppi. In testa al gruppo stava il capitano della squadra, Urquhart, imprecava strofinandosi sui capelli un asciugamano sporco di fango. Dietro ai giocatori sfilavano spesso e volentieri molte ragazze del tifo, persino col maltempo, e anche quel giorno infatti non mancavano. Fra di loro, Daphne, sorella di Asteria, non sembrava assolutamente scomposta dai capelli bagnati aderiti al viso e al collo, anzi sembrava ancora più bella: difficilmente i ragazzi le staccavano gli occhi di dosso di propria iniziativa.
Asteria Greengrass assomigliava molto a sua sorella Daphne: stessi capelli nero corvino, lunghi e mossi, stessi occhi verdi dalle ciglia scure e folte. Ma Daphne aveva qualcosa in più, era più sensuale, le labbra a cuore erano più formose e la sua pelle più liscia. Asteria voleva bene a sua sorella e fra le due viveva uno splendido rapporto, ma era tutta una vita che si sentiva messa in confronto e mai una volta aveva superato Daphne in qualcosa.
Soltanto una volta Asteria ne aveva parlato a Sean, in quell'occasione strinsero amicizia. "Sai non credo di aver mai visto tua sorella sorridere" le disse quel giorno "Penso che mi faccia piuttosto paura in realtà. Tu no, tu sembri più simpatica". Fu il primo a considerarla più di Daphne, in una cosa.
Daphne raggiunse la sorella, ignorando deliberatamente il ragazzo che non si era mai data la pena di conoscere nonostante girasse sempre insieme ad Asteria dal primo anno, sorrideva arricciandosi una ciocca di capelli bagnati intorno al dito « Anche se ha piovuto ne è valsa la pena! Draco è così bravo negli allenamenti, dà sempre il meglio di sé », cinguettò soddisfatta « Te l'avevo detto che saresti dovuta venire ».
Asteria alzò gli occhi al cielo « Il Quidditch non è un gioco per me, Daphne ».
Lei rise « Non sei tu a dover stare sulla scopa, devi limitarti a guardare, sai? Come non detto, avrai paura dei bolidi per sempre » ridacchiò allontanandosi verso le scale che portavano al dormitorio.
Asteria incrociò le braccia al petto, offesa. Sean le scoppiò a ridere in faccia, allorché lei sibilò « Non ho paura dei bolidi! » gesticolava furente, senza rendersene conto « Uno mi ha preso in pieno rompendomi la testa, rimanendo così per un'intera settimana relegata in Infermeria, ma non ho paura dei bolidi! E poi che faccia tosta! Lei neppure ci capisce nulla del Quidditch, ci va solo per quel Draco Malfoy » sbottò lanciando un'occhiata velenosa al suddetto ragazzo che si era fermato a parlare davanti alle scale assieme a Zabini. « è solo uno sbruffone! Un vanitoso che è bravo ad imbambolare le ragazze. E se Daphne non la smette finirà per sembrare ridicola come Pansy Parkinson ».
Asteria arricciò le labbra « Lo conosco da prima che mettesse piede ad Hogwarts. I Malfoy hanno sempre festeggiato in grande il Natale nella loro villa, ogni anno fanno una festa dove invitano tutte le famiglie purosangue che conoscono, per la maggior parte appartenenti a Serpeverde, ma soprattutto personaggi di spicco molto ricchi. Una volta partecipò persino il Ministro Caramell in persona. E ti assicuro che Draco Malfoy è sempre stata una persona piena di sé, insensibile ed egoista, eppure Daphne ne è innamorata da quando eravamo bambine. Ma una persona così non merita neppure la metà del bene che prova mia sorella ».
Sean si voltò a guardare la stessa persona che fissava Asteria. "Se gli occhi potessero uccidere" pensò "Draco Malfoy non starebbe ridendo tanto spensieratamente". Sean non aveva mai avuto l'opportunità di parlarci, ma aveva l'impressione che seppure si fosse presentata Malfoy l'avrebbe appositamente ignorata. Lui e Asteria avevano due anni in meno di Draco e difficilmente quelli più grandi si interessavano ai più piccoli se non per dargli fastidio; e Draco non si fermava mai a salutare Asteria neppure se si incrociavano da soli in un corridoio deserto. Sean tornò a guardare la sua amica, che aveva risparmiato il giovane Malfoy da uno sguardo pericolosamente assassino ed ora risistemava le carte per una nuova partita, e gli venne il dubbio che Asteria avesse sorvolato su parecchie cose nel suo racconto su Draco Malfoy. Asteria odiava un'infinità di persone, ma non aveva mai guardato nessuno in un modo simile.

   
 
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