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Autore: Claudia    17/05/2008    14 recensioni
Dopo il proprio matrimonio con l'ultimo discendente dei Malfoy, Ginevra Weasley abbandona i propri affetti ed i propri cari per vivere la sua vita a fianco del consorte. Completamente emarginata dalla propria famiglia, Ginevra conduce una nuova esistenza tanto che la povertà così rinomata dei suo familiari è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, il presente è pronto a portare alla luce vecchi ricordi dimenticati e molto spesso, tutt'altro che belli. [Capitoli revisionati]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10
Discesa nell'Ade - parte c (il passato che ritorna V)

 

No one but me can save myself, but its too late

Now I can't think, think why I should even try

Fade to Black, Metallica

 

 

"Bellatrix Lestrange."

La voce di Harry risuonò mortalmente atona alle orecchie di Ron ed Hermione. La figura scura e longinea di Bellatrix fluttuava sulle acque sottostanti del lago, tornate ad essere perfettamente calme ed immobili. Il giovane Weasley puntò lo sguardo laddove era rivolto quello di Harry, mentre Hermione fece scivolare lentamente la bacchetta giù per la manica del proprio mantello.

"Perspicace, Potter."

La voce serpentinta di Bellatrix sembrò perforare l'aria come un sibilo, tanto che Hermione ebbe come l'impressione che tutta quanta la Foresta Proibita si fosse soffermata ad osservare quell'incontro. Bellatrix Lestrange aveva fama di essere una protetta, una delle donne Mangiamorte più altamente interpellate dall'Oscuro Signore. Aveva fama di essere gelida quanto la lama di un coltello, calcolatrice e spietata nei confronti delle proprie vittime. Assassinava uomini e bambini senza distinzione e raramente mancava nelle file di uno schieramento.

Il fatto che fosse lì, di fronte a loro, la diceva lunga sull'opinione che Voldermort aveva di loro.

"A cosa dobbiamo l'onore?" Sibilò di rimando Harry, guadagnandosi uno sguardo truce da parte di Hermione. Ron si voltò a guardarlo, credendolo impazzito per la provocazione che aveva rivolto alla donna.

"Onore?" Le labbra taglienti di Bellatrix si stesero in un sorriso. "Sì, Potter, hai ragione. Per te sarebbe un onore morire per mano mia." A quelle parole seguì una risata stridula che non allietò affatto l'udito del trio. "Peccato che mi debba astenere dall'ucciderti." Disse, con un tono di voce falsamente dispiaciuto. A quelle parole, perfino Harry si concesse un attimo di smarrimento.

"Harry Potter, anche conosciuto come il Bambino Sopravvissuto perché bla, bla, bla... tutto molto divertente, davvero, ma la verità è una sola, ragazzo mio, e la verità è che oggi non è il giorno della tua morte, bensì quello dei tuoi cari amichetti." Ridacchiò, portandosi una mano smaltata di fronte alle labbra. La stretta di Harry sulla propria bacchetta si rafforzò, mentre potè percepire chiaramente Ron ed Hermione trattenere il respiro.

"Bene, abbiamo parlato anche troppo." Detto ciò, una sferzata di aria gelida accompagnò i movimenti di Bellatrix verso il trio di ragazzi, che sollevarono le bacchette pronti a bloccare qualsiasi offensiva da parte della Mangiamorte. Esattamente come aveva detto, Bellatrix scagliò un incantesimo Cruciatus nella direzione di Ron ed Hermione, mancando volutamente Harry. Il Bambino Sopravvissuto si voltò appena in tempo per osservare Hermione bloccare la magia con un Protego potente, mentre Ron veniva scagliato in lontananza contro un masso nelle vicinanze.

"Ron!" Gridò Harry, scattando in direzione dell'amico.

"Senza fretta, Potter." Sibilò Bellatrix. Prima ancora di poter realizzare cosa stesse accadendo, Harry si sentì sollevare in aria; emise un gemito strozzato quando la sua schiena andò ad urtare il tronco di una quercia. I rami di quest'ultima, con un movimento del tutto imprevedibile, si abbassarono circondando la vita del ragazzo e bloccandolo a mezz'aria.

"Harry!"

"Goditi la scena in tribuna d'onore, Potter!" La risata di Bellatrix riechieggiò una seconda volta, mentre uno stormo di corvi si sollevò spaventato dalle fronde degli alberi. La Mangiamorte puntò nuovamente la bacchetta in direzione di Ron, riverso a terra e privo di sensi "Bon vajage."

L'intuito di Hermione fu sufficiente per capire che la luce verde proveniente dall'arma di Bellatrix altro non era che un Avadra Kevadra pronto per essere scagliato. Con uno scatto poderoso dei fianchi, Hermione si lanciò nella traiettoria dell'incantesimo, mentre Harry osservava impotente a quasi cinque metri da terra. La maga sollevò la bacchetta, pronta ad evocare un Protego di pari potenza, ma la voce le venne meno quando con una deviazione improvvisa il fascio verde colpì a morte Ron, poco dietro di lei. Il mago emise un rantolo soffocato, mentre il suo corpo veniva percorso da convulsioni brevi ma intense.

Quando Ron esalò l'ultimo respiro, le grida di Hermione rappresentarono l'unico suono emesso dalla Foresta. La maga prese a correre nella direzione in cui giaceva l'amico, incurante dei sassi che le ostacolavano il cammino.

"Ronald Weasley, un inetto in meno che impesta questo mondo." Disse Bellatrix con tono strafottente.

Ron, Ron, non è possibile, no ...

"Hai guardato bene, Potter? Presto o tardi quella sarà la tua stessa fine." Senteziò Bellatrix, sollevando la bacchetta verso la figura di spalle di Hermione. Harry, capendo l'intento della Mangiamorte, tentò di gridare all'amica di allontanarsi, ma la sua voce non andò oltre le sue labbra. Sorridendo soddisfatta, Bellatrix lanciò un secondo Avadra Kevradra destinato al successo. Il corpo di Hermione si accasciò, inerme, sopra a quello di Ron, mentre rigoli di sangue presero a fuoriuscire dalla bocca della ragazza. Harry allargò le braccia nel disperato tentativo di liberarsi dalla quercia, ma lo sforzo lo fece desistere.

Hermione! Ron!

Harry fissò le due figure accasciate a terra, adesso semplici corpi ricoperti da mantelli. Sentiva le lacrime pungergli gli occhi sotto alle lenti, mentre una sensazione orribile imprigionava la sua voce nei recessi della sua gola. Non poteva credere a ciò che era successo, al fatto che non avesse potuto niente di fronte alla furia scatenata di Bellatrix Lestrange. Il pensiero della donna fece spostare il suo sguardo smeraldo sulla Mangiamorte, che lentamente aveva preso a fluttuare verso la sua direzione. Quando giunse a meno di due metri da lui, Harry potè vagamente immaginare le fattezze della donna dietro alla sua maschera mortale.

Dopo averlo osservato in silenzio per qualche minuto, le labbra di Bellatrix si stesero in un sorriso. "Notevole, Potter."

A quelle parole, Harry non potè fare a meno di sorprendersi.

"Ho sempre immaginato questo giorno, il tuo volto rigato dalle lacrime, le tue grida impazzite. Invece, non mi stai dando alcuna soddisfazione. Devo forse credere che quegli insetti non erano importanti per te?" Domandò, facendo un cenno con la mano alle sue spalle.

"Bastarda." Sibilò Harry.

"Ohoh, no questo invece l'avevo previsto." Ridacchiò e con un gesto veloce afferrò il mento di Harry, strattonandolo verso di lei. Il mago emise un gemito, mentre le dita affusolate della Mangiamorte stringevano in una morsa la carne giovane di Harry.

"Ascoltami attentamente moccioso." La voce di Bellatrix si fece nuovamente tagliente, mentre una luce omicida balenò nel suo sguardo. "Il fatto di non poterti uccidere è per me una fonte di immenso dispiacere, ma al mio Signore servi. Se vuoi salvare quella ragazza così rozza e disgustosa, tutto ciò che devi fare è procedere verso est. Vedrai che al momento opportuno saprai di essere arrivato." Infine, con le labbra sfiorò un orecchio del mago.

Harry serrò la mandibola e con uno scatto, allontanò il volto da quello della Mangiamorte.

"La verità fà male, Potter." Disse, sollevando la bacchetta e scomparendo davanti allo sguardo del giovane. Harry sentì la stretta attorno al proprio corpo allentarsi, fino a quando non cadde a terra. La polvere del terreno l'avvolse, ma Harry parve esserne incurante.

Non c'erano più. Questo fu tutto ciò che formulò la sua mente, in un primo momento.

Sollevò lo sguardo, maledicendo le lenti sporche dei suoi occhiali e le lacrime che lentamente stavano iniziando ad appannargli la vista. Poco distante, il corpo di Hermione giaceva disteso sopra a quello di Ron e solo i mantelli, mossi da un flebile vento, davano vita a una scena di morte. Le mani di Harry si serrarono in due pugni, intrappolando la terra nella loro stretta. La consapevolezza di ciò che era successo e di ciò che non sarebbe più stato, lo inondò come un fiume in piena, travolgendolo al ricordo dei due amici.

I suoi genitori, Ron e in seguito Hermione. Tutti, tutti lo stavano lentamente lasciando. Tutti morivano per colpa sua, esclusivamente sua.

Harry si accasciò al suolo, toccando con la fronte l'erba arida e bruciata della Foresta. La sua mente tornò alle parole di Bellatrix, sussurrate con cattiveria al suo orecchio.

'Adesso sei solo Potter. Sei nato solo e morirai solo.'

Per la prima volta in vita sua nessun'altra frase gli suonò più vera.

**

"Ti odio. Te e la fortuna che ti ritrovi."

Una figura incappucciata osservò i cerchi concentrici che si propagavano quasi ipnotici sulla superficie dell'acqua, mentre una massa scura e indistinta veniva trascinata verso il fondo da mani pallide e putrefatte. Di fianco, a volto scoperto, Draco Malfoy osservò la distesa d'acqua che rifletteva le luci di quella notte così apparentemente serena; le stelle parevano adagiarsi docilmente sulle flebili onde che, come carezze, lambivano le sponde circostanti. Per lungo tempo, quel piccolo bacino d'acqua si era sporcato del sangue di tutti loro. Del sangue di chi veniva gettato, morto, nelle sue acque e dal sangue di chi, al contrario, gettava. Da esso venivi avvolto, inghiottito e condotto direttamente all'Inferno dove in tanti speravano, ardevano andare.

Perchè l'Inferno liberasse tutti loro, liberasse lui.

"Quanto lo odio," Ribattè nuovamente la figura incappucciata. "Si è fatto ammazzare quel bastardo."

Malfoy si coprì il volto con il capuccio del mantello, sospirando. "Almeno lui, adesso, ha risolto i suoi problemi."

Dalla figura incappucciata provenne uno sbuffo derisorio. "Chissà come è bello poter morire."

"Sicuramente, è meno faticoso che vivere." Sentenziò Malfoy, riprendendo a camminare verso il sentiero che lo avrebbe ricondotto indietro.

Il Mangiamorte lo imitò, senza tuttavia abbandonare il tono di scherno. "Proprio tu, Malfoy, che adesso puoi divertirti! Se l'avessi io, tra le mani, sarebbe tremendamente difficile rispettare l'ordine dell'Oscuro. Avrei colto l'occasione per farmi ammazzare." Concluse, ridendo.

Malfoy non si voltò, ma mantenne lo sguardo puntato verso di sè. "Non sono così fortunato. Non ho nessuna intenzione di divertirmi con lei."

Alle sue spalle salì un fischio derisorio.

"Ha un bel faccino, quella pollastrella. Belle tette, bel culo. Fossi in te non sarei così esigent-"

"Ho detto," Disse Malfoy, puntando con un gesto veloce la bacchetta contro il compagno, "Che non farò niente del genere. Mc Graw."

L'uomo incappucciato rimase in silenzio, mentre un sorriso sardonico si dipinse sulla labbra di Malfoy. "Uno dei tanti motivi per cui non faccio niente a Ginevra è per la sensazione fantastica che provo nel vederti così divorato dall'invidia, Mc Graw."

"Ouch, Malfoy! Così mi trafiggi dal dolore." Disse Kyle Mc Graw, procedendo oltre Malfoy. L'ex-Tassorosso risalì il sentiero, mentre Malfoy osservò la sua figura voltata di spalle.

Fosse la volta buona, pensò, rispondendo mentalmente.

**

Ginny Weasley osservò la porta della stanza a lungo.

Dopo aver ripreso conoscienza, aveva realizzato di essere priva delle catene che inizialmente le affliggevano i polsi, ma un dolore ricorrente le attanagliava la base del collo. Aveva lasciato i polpastrelli vagare sotto la massa increspata dei suoi capelli, ma niente lasciava presagire il segno di una ferita. Il dolore, tuttavia, pulsava ostinato e nessuna pressione pareva attenuarlo.

Sì ricordò di Voldermort quando, abbassando lo sguardo, si scoprì sempre vestita del lungo mantello nero. Trattenne a stento un forte senso di nausea che, partendo dallo stomaco, le trafisse la gola. Quella vista, quel fetore sembravano ancora ristagnare nei suoi sensi.

Aveva parlato con Voldermort ed era sempre viva. La morte non era così facile da ottenere.

Ripensò alle parole dell'Oscuro Signore, continuando a fissare la porta che rimaneva ostinatamente chiusa.

Avrebbe rivisto Harry. Forse anche Ron, forse Hermione. Forse, nessuno dei tre. Avrebbe comunque visto degli Auror. Ipoteticamente parlando e giocando bene le sue carte, avrebbe potuto salvarsi. Sì, poteva esistere una soluzione. Una soluzione a cui Voldermort non aveva pensato. Poteva, doveva esserci. La sua mente lavorò freneticamente, cercando un piano abbastanza congeniale che non includesse la parola morte, o per lo meno, non la sua. Forse, Malfoy non aveva tutti i torti, affermando che non valeva la pena morire. La vita offriva ogni tipo di soluzione, bastava sceglierla con cura.

E proprio mentre Ginny scandagliava ogni possibile soluzione, la porta si aprì con violenza. I suoi riflessi guidarono la sua mano all'altezza della vita, tastando quel vuoto che le ricordò di essere priva di qualsiasi difesa. Alla porta, la figura di Draco Malfoy la riportò alla realtà.

Gli occhi grigi del ragazzo si posarono su ogni particolare della stanza, infine, trovandola intatta si adagiarono su Ginny.

"Sei sveglia." Disse, infine, chiudendo la porta alle sue spalle.

"Non certo per merito tuo. Lo sono da un bel po'."

Malfoy si slacciò la fibbia argentata che legava il mantello alle sue spalle, gettando a terra il soprabito senza grandi premure. "Dopo tutto, sei sempre in grado di fare dell'ironia, Weasley. Non so se ritenerti stupida o più intelligente di quanto credessi."

"Ti consigliò la seconda."

Senza badarle, Malfoy si tolse il pensante maglione. Ginny osservò incuriosita, fino a quando realizzò l'intento del biondo.

"M-Malfoy," Balbettò, maledicendosi per il rossore delle guance. "Credo che tu sia finito nella stanza sbagliata."

Un sorriso mellifluo sollevò gli angoli della bocca di Malfoy, mentre quest'ultimo armeggiò con la cintura attorno alla sua vita. "No, non credo. Sono nella stanza giusta, invece." Disse, continuando il suo operato.

Ginny afferrò l'unico cuscino che aveva ed affondò il volto in esso. "Non voglio vedere, sei disgustoso!"

La voce di Malfoy le giunse lontana, tanto che quando sollevò lo sguardo non lo vide più nella stanza. "Bagno, Weasley."

La giovane donna aggrottò la fronte, rispondendo a tono quando Malfoy decantò la sporcizia che incrostava la vasca. "Weasley, bagno."

Ginny inghiottì aria. "N-Non ho nessuna intenzione di fare un bagno con te."

"Infatti," Rispose la voce strascicata di Malfoy. "Tu non lo farai, aiuterai me a farlo."

"Non credo proprio!" Sbottò Ginny, colpendo con la schiena il parapetto del letto.

"Weasley, lui ti ha dato a me. Con tutto quello che ho fatto, mi sei capitata come insulsa ricompensa. Dal momento che esisti, non trovo altre utilità se non quelle di una schiava. Quindi, Weasley, prima che la mia pazienza abbia una fine vieni qui." Il tono gelido di quelle parole non passò inosservato alla ragazza che, memore delle ferite che ancora gemicavano, preferì obbedire. Seppur a malincuore.

Quando entrò nella stanza da bagno, tenne gli occhi così fortemente chiusi che il suo capo gemette dal dolore. Tastò lo spazio attorno a lei con le mani, in cerca di qualcosa di solido che potesse corrispondere ad un oggetto.

"Weasley."

"Non ho nessuna intenzione di aprirli, Malfoy."

L'ex-Serpeverde non replicò, ma il rumore dell'acqua nella vasca tanto bastò per convincere Ginny. "Ok, ok, li apro, ma tornatene sotto!" Con grande attenzione, la ragazza aprì un occhio, poi l'altro. Draco Malfoy giaceva a torso nudo contro la vasca di porcellana, mentre il vapore aveva ammorbidito le ciocche bionde lungo la fronte.

Ginny mantenne lo sguardo fisso sul volto del ragazzo, pregando i suoi occhi di non tradirla preferendo il basso.

"Se vuoi, Weasley, posso sanare la tua curiosità." Disse Malfoy, con un tono derisorio.

"No, non scomodarti, non credo che ne valga seriamente la pena." Ribattè Ginny, afferrando la spugna che quella mattina lei stessa aveva adoperato.

"Niente spugna, Weasley." Disse Malfoy, chiudendo gli occhi. "Usa le mani."

"Le-le mani?"

Malfoy sbuffò. "Sì, le mani! Weasley, credi forse che voglia essere lavato dalla spugna che hai usato? E' sporca."

Con un gesto di stizza, Ginny picchiò il palmo della sua mano destra contro la schiena di Malfoy. "Mi scusi!" Nello stesso momento, Malfoy fece emergere la sua mano da sotto l'acqua schiumosa, afferrando senza preamboli il polso sinistro della ragazza.

"Weasley, non scherzare con il fuoco. Mi basta poco."

Ginny sollevò un sopracciglio, quasi ridendo. "Non posso morire, Malfoy. Gli servo."

"Non puoi morire, ma puoi soffrire."

Ginny strattonò il polso, liberandosi dalla presa di Malfoy che portò la mano nuovamente sott'acqua. La giovane Weasley afferrò una bottiglia di sapone e la rovesciò sulle spalle del ragazzo. Infine, si osservò i palmi delle mani e con uno sbuffò li adagiò contro la pelle di Malfoy.

"Con delicatezza, Weasley."

Ginny fece una smorfia, ma obbedì. La pelle dell'uomo, così diafana, si arrossò al di sotto delle scie di sapone e Ginny osservò i muscoli di Malfoy rilassarsi sotto al suo tocco. Arrossì leggermente, ma si ostinò nel non voler provare nessuna sensazione. Analizzò freddamente la situazione, guardandosi attorno con circospezione. Il bagno era talmente spoglio che non offriva alcuno spunto per dei piani di fuga. Non vi era uno specchio, solo un lavabo ingiallito e la vasca da bagno. Tornò con lo sguardo a Malfoy, odiandolo per la sicurezza che ostentava. Non sembrava minimamente preoccupato della sua presenza.

Le mani di Ginny tornarono nuovamente sulla spalle, alla base del collo. Lo sguardo della ragazza si fermò su una goccia d'acqua che con lentezza scivolò lungo la schiena del ragazzo, mentre le sue mani si fermarono.

"Cosa stai facendo?"

La voce di Malfoy le risuonò odiosa, dandole la forza di serrare una stretta poderosa attorno al collo dell'uomo, mentre con tutto il peso del corpo si sbilanciò contro Malfoy. Tuttavia, perse il controllo della situazione. Si sentì afferrare con violenza, mentre le braccia di Malfoy la trascinarono nella vasca assieme a lui. L'urto fece fuoriuscire l'acqua oltre i bordi, mentre il mantello di Ginny si gonfiò del liquido.

"STRONZA! COSA CREDEVI DI FARE?"

Ginny tossì con violenza, mentre una mano di Malfoy serrò il collo della giovane.

"Mc Graw aveva ragione! Non dovrei trattarti così bene." Disse, mentre la rabbia filtrava come veleno ogni singola parola. Ginny sgranò lo sguardo, afferrando il polso di Malfoy con entrambe le mani. Tentò di liberarsi, ma scivolò più volte nell'acqua.

Con un gesto d'ira, Malfoy la liberò della sua possente presa, mentre Ginny ansimò in cerca di aria. Non soddisfatto, le afferrò i capelli ed immerse il suo volto nell'acqua.

"Weasley, la mia pazienza è seriamente esaurita." Disse, mentre la giovane gesticolava per liberarsi. Con uno strattone, Draco le sollevò il viso. Ginny tossì acqua, ancora succube della presa dell'uomo.

"Non so cosa tu abbia intenzione di fare, ma è inutile!" Urlò, tanto che Ginny chiuse gli occhi di scatto. Malfoy tolse con violenza la mano, strattonando volontariamente le ciocche vermiglie di Ginny. Capendo di essere libera, Ginny incespicò verso il lato opposto della vasca, sbattendo la schiena contro la fine. Si strinse le braccia al petto, tremando.

"Puoi odiarmi, a me non interessa." Disse Malfoy, stendendo le braccia lungo i bordi come se niente fosse accaduto. Dal lato opposto, gli occhi di Ginny lo osservavano con odio. I singhiozzi presero a scuoterle il corpo, mentre le lacrime si confusero con l'acqua insaponata.

"Non voglio morire."

"Non sembrerebbe." Sbottò gelido Malfoy.

"N-Non voglio morire. Voglio tornare a casa." Singhiozzò, ormai le sue difese erano definitivamente crollate. "Voglio andare a casa."

"Molti di noi ti considerano fortunata, Weasley. Proprio perchè morirai."

Ginny sollevò il volto, osservando Malfoy terrorizzata.

"Molti di noi pagherebbero per fare la tua fine."

"No-non capisco."

Malfoy la osservò in silenzio. "Noi non possiamo morire, a meno che non sia Voldermort a volerlo."

Notando il silenzio di terrore della ragazza, Malfoy continuò. "Tu stessa hai sentito Voldermort. Hai provato quella paura, quel terrore che ti divora le viscere, Weasley. Noi siamo fatti di quel terrore, ogni giorno. Siamo suoi. Siamo privati di qualsiasi altra cosa. Siamo stati costruiti per essere devoti al Male, nient'altro conta per un Mangiamorte. Di un'unica cosa non siamo stati privati... del desiderio di morire. Voldermort ci fa desiderare ogni giorno la morte, distruggendoci e godendo del fatto che non potremo mai averla."

Ginny fissò Malfoy, incredula. Infine, spezzò il silenzio con un singhiozzo. "Tu-tu tradirai Voldermort?"

Malfoy la osservò, mentre una ciocca di capelli bagnati le cadde sulla fronte. "Tu tradirai Voldermort per morire."

"Ognuno ha la realtà che si merita, Weasley. In un modo o nell'altro, la soluzione la si trova sempre."

Ginny abbassò lo sguardo sull'acqua ormai torbida di sapone.

"Io non voglio che tu muoia, Malfoy." Quelle parole le uscirono dalle labbra, senza darle il tempo di riflettere.

Quando sollevò il capo, notò un bagliore negli occhi gelidi dell'ex-Serperverde.

"Non vuoi che muoia." Disse, iniziando a ridere, chinando il capo all'indietro. "Non vuoi che muoia, ma se mi stavi per uccidere!"

Il voltò di Ginny si incupì. "Malfoy, hai questa capacità innata di rovinare tutto." Sbottò.

"E sentiamo," Disse Malfoy sporgendosi verso di lei. Ginny arrossì, senza abbassare tuttavia lo sguardo. "Cosa avrei rovinato?"

Dopo qualche secondo di silenzio, con uno scatto che sorprese lo stesso Malfoy, Ginny attirò a sè l'uomo, premendo le sue labbra contro quelle di lui.

"Questo." Sbottò, rossa in volto, prima di uscire dalla vasca e scomparire nella stanza accanto.

**

"Sta scherzando?!" Il corpo voluminoso di Hagrid fu scosso da un fremito, tanto che la professoressa McGranitt fu costretta a sistemare le proprie lenti sul naso adunco. Nell'ufficio del Preside Silente, tutti i professori di Hogwarts si stavano scambiando occhiate più o meno perplesse, mentre Hagrid aveva espresso a voce i loro pensieri. I personaggi dei quadri assistevano al colloquio con altrettanto sconcerto.

"Far entrare i Mangiamorte ad Hogwarts è una pazzia!" Tuonò il Gigante.

Silente tossì con tono pacato, attirando l'attenzione dei presenti. "Hagrid, per favore. Calmati."

"Hagrid," Intervenne la Direttrice di Grifondoro. "Ascolta ciò che Silente ha da dirci."

Negli occhi del gigante balenò un luccichio sinistro. "Minerva, lui ha consigliato di far entrare i Mangiamorte. Lui è uno di loro!" Tuonò, riferendosi ad un Piton in quel momento assente.

"Hagrid," Il tono di voce di Albus Silente non tradì alcuna emozione. "Tutti voi dovreste riporre fiducia nel professor Piton, la stessa fiducia che riponete in me."

"Pre-Preside, forse chiede troppo da noi." Intervenne la professoressa Cooman.

"Cara Sibilla, tu stessa hai affermato che il piano è previsto anche nella tua sfera." A quelle parole, la professoressa chinò il capo, imbarazzata.

"Tutti gli studenti saranno condotti nella camera delle Necessità, attraverso il passaggio che li porterà ad Hogsmeade. Abbasseremo le difese di Hogwarts, senza insospettire i Mangiamorte e faremo in modo di chiuderli all'interno."

"Adesso il piano mi piace un pochino di più." Bofonchiò Hagrid.

Silente sorrise. "Avremo bisogno dell'aiuto di tutti coloro che abitano Hogwarts." Disse, riferendosi al fantasma del Frate Grasso che, tranquillo, volteggiava sopra i presenti. "Senza dubbio, Preside."

"Silente," La professoressa McGranitt attirò l'attenzione dell'uomo. "Cosa faremo quando i Mangiamorte saranno all'interno di Hogwarts?"

Le lenti del Preside scintillarono senza che alcuna luce vi riflettesse. "Questi sono solo dettagli, cara Minerva."

"BENE!" L'esclamazione di Hagrid scosse perfino i mobili, mentre il gigante prese a schioccare le nocche delle mani poderose. "Non vedo l'ora di mettere le mani su quei manigoldi. Già mi prudono!"

Silente sorrise sotto ai baffi candidi. "Sono felice che il piano sia di tuo gradimento, Hagrid."

"Solo perchè mi fido di lei, Preside!"

"Molto bene, Hagrid perchè l'aiuto che sto per chiederti è indispensabile."

Gli occhi del gigante scintillarono d'orgoglio.

**

Con un ultimo sforzo, Harry distese Ron al fianco di Hermione, sotto ad un arbusto che affondava le proprie radici nelle acque del Lago Santo. Sentì una fitta alla spalla, ma il dolore non gli impedì di trovare un luogo sicuro dove collocare i corpi dei suoi amici. Aveva il volto sporco di terra e rigato dalle lacrime, che erano scese copiose dopo la scomparsa di Bellatrix. Ogni movimento era una morsa stretta attorno al cuore, ogni pensiero un ricordo del suo migliore amico e della ragazza che amava. Si accovacciò di fianco ad Hermione, prendendole una mano ancora calda tra le sue. Ignorando le fitte di dolore, se la portò all'altezza del cuore, chinandosi sul corpo inerme della ragazza.

Non era riuscito a dirle niente, niente di ciò che avrebbe così disperatamente desiderato dirle.

Le sole parole che sentiva nascergli dal profondo, in quel momento non servivano a niente. Erano inutili se non vi era lei ad ascoltarle.

"Ti accompagnerò ad Hogsmeade, Herm." Le sussurò, spostandole una ciocca castana al lato della fronte. "Così, potrai comprare quel libro che volevi tanto. E lo leggerò anch'io, perchè tanto so che sarò costretto a farlo." Un lieve sorriso increspò le labbra di Harry. "Sei terribile quando sei così ostinata, a Ron non hai mai fatto leggere niente. E' un ingiustizia." Disse, spostando lo sguardo sull'amico.

"Passeremo da Ambrosius Flume e compreremo le Cioccorane per Ron e quando torneremo al castello Ron ci dirà che preferiva le Millegusti + 1." Disse, con tono strozzato della voce. "Già, ci dirà proprio così." Harry rafforzò la stretta attorno alla mano di Hermione, sforzandosi di non piangere altre lacrime.

"Herm, io ti a-"

Harry si bloccò di colpo, osservando il volto tranquillo della ragazza. "Tu comunque lo sai." Concluse, lasciandola andare.

Si portò in piedi ed osservò Ron. "Trattamela bene, compagno. Tornerò presto a riprendervi e ci sarà Ginny con me."

Afferrò la bacchetta, disegnando un cerchio attorno all'arbusto. Mosse sommessamente le labbra, mentre un incantesimo di protezione li avvolse completamente. Nessun'altro, oltre ad Harry avrebbe potuto vederli.

Proprio per loro, Harry Potter era deciso più che mai a rimanere in vita.

Dalla tasca dei pantaloni afferrò il Mantello dell'Invisibilità del padre e con un gesto esperto si coprì completamente con esso. Impugnò saldamente la bacchetta e con uno scatto poderoso delle anche si diresse nella direzione indicata da Bellatrix Lestrange.

Verso est, verso Voldermort.

**

"Preside! I Mangiamorte! I Mangiamorte stanno attaccando la parte Ovest del castello!" Gridò la professoressa Cooman, da dietro le lenti dei suoi grandi occhiali. Andava correndo avanti ed indietro di fronte al portone di Hogwarts, dove per l'occasione gli insegnanti avevano fatto riunire tutti gli studenti della Scuola. Un coro di voci terrorizzate echeggiò tra le mura del castello, mentre i Prefetti, invano, tentavano di placare la paura nei più piccoli. I direttori di ciascuna casa stavano in piedi di fianco ai propri studenti, con le bacchette saldamente impugnate.

"Molto bene. Ragazzi!"

La voce di Silente attrasse l'attenzione di tutto il corpo studentesco.

"Non abbiate timore, ciascuna Casa segua il proprio Prefetto. Non disubbite agli ordini che vi saranno impartiti, sono stato chiaro?" Domandò, osservando il gruppo di studenti di Serpeverde. "Una volta che sarete fuori da Hogwarts rimanete uniti, non vi allontanate per nessun motivo. Altrimenti, i Mangiamorte non tarderanno a raggiungervi."

Le voci si ammutolirono all'istante. "Ai Serpeverde che non abbracciano le mie opinioni," Disse Silente. "Consiglio di stare molto attenti. In un campo di battaglia, nemici ed amici si confondono facilmente. Loro non avranno certo pietà per voi." Concluse, con durezza. "Adesso, avanti! Uscite!"

Uno ad uno gli studenti si allontanarono e lentamente l'atrio del castello si svuotò completamente, salvo degli Auror e degli insegnanti che vi rimasero. Senza trapelare agitazione nel tono della voce, Silente comandò agli Auror più esperti di raggiungere l'ala Sud del castello con il preciso ordine di attirare i Mangiamorte verso i sotterranei di Hogwarts. Li pregò di salvaguardare le proprie vite, senza soffermarsi ad attaccare. In poco tempo, si crearono tre barriere umane che lentamente indietreggiarono, attirando la schiera nemica verso i sotterranei. Volarono incantesimi e fatture potenti, mentre gli stessi quadri partecipavano all'azione sporgendosi dalle loro cornici. I fantasmi, eccitati come non mai, fluttuavano impazziti tra le schiere nemiche, sbattendo il proprio ectoplasma contro i volti dei Mangiamorte. Il Barone Sanguinario fendeva la propria ascia, liberando grida di guerra per secoli represse, Nick-Quasi-Senza-Testa gettava le pesanti armature verso il nemico, mentre il Frate Grasso colpiva alle spalle con il proprio Rosario. Corpi, grida e sangue colmarono Hogwarts.

"Poveri illusi!" Un Mangiamorte si scoprì il volto, mentre con un abile mossa evitò uno schiantesimo scagliato contro di lui. Lucius Malfoy lanciò un Cruciatus che, tuttavia, non trovò la propria destinazione.

Aveva gli occhi iniettati di sangue, mentre una smorfia sgraziava i lineamenti nobili del suo viso.

"Siete degli stupidi se credete di poter resistere, anche solo pensare di vincere!" Esclamò, liberando una forte risata che echeggiò con prepotenza.

"Lucius, pensa a combattere! Le parole non ti si addicono affatto."

Lucius Malfoy si voltò verso la voce che lo aveva beffeggiato. La figura esile di Severus Piton gli sorrise melliflua.

"TU, Severus! Tu!" Con un grido di rabbia, Lucius si scagliò contro il Mangiamorte. L'impatto fu violento, tanto che entrambi si trovarono con le spalle contro un muro. Piton sollevò la bacchetta, appena in tempo per evitare un Cruciatus.

"TU, maledetto traditore! Lurido mezzosangue!"

Con un agilità sconosciuta a molti, Piton prese a correre nella direzione dei sotterranei, mentre Lucius e gran parte dei suoi uomini presero a seguirlo, lanciando contro di lui incantesimi di ogni tipo. Uno schiantesimo colpì il professore di Pozioni ad una spalla, ma lo sfiorò, provocando solo una leggera ferita ed una striscia di stoffa tagliata.

L'ira che accecava i Mangiamorte impedì loro di vedere cosa realmente stesse accadendo. Lentamente, mentre si dirigevano lungo le scale che conducevano sotto Hogwarts, gli Auror bloccarono le vie d'accesso ai sotterranei, un tempo Casa dei Serpeverde. Come guidati dagli abili fili di un burattinaio, gli Auror, i professori e lo stesso Silente evocarono degli incatesimi protettivi attorno alle proprie persone, gridando a pieni polmoni Wingardium Leviosa.

La terra tremò all'improvviso ed in seguito, un boato echeggiò nell'aria.

Il fianco a Sud di Hogwarts cedette al peso del castello, mentre un ondata d'acqua del Lago Nero investì in pieno la fiancata del castello. I sotterranei si colmarono delle grida dei Mangiamorte, mentre le acque, senza pietà alcuna, li travolsero spingendoli verso il basso. Quando le onde del Lago cessarono di esistere, un silenzio sovrannaturale calò in tutto il Castello.

Silente ed altri come lui atterrarono sulle sponde opposte del Lago Nero, mentre la terra si assestò definitivamente.

Lontano, la figura incrinata di Hogwarts si immobilizzò.

I sopravvisuti si affrettarono ad accertarsi delle condizioni di chi si era riuscito a smaterializzarsi, mentre i professori si incaricarono di controllare chi dei proprio alleati fosse assente.

"Minerva, chi manca?" Domandò Silente, non appena la professoressa McGranitt andò da lui.

"Hagrid e Piton, Silente."

"Per la barba di Merlino!" Entrambi si voltarono verso le acque del lago. "E' stato fantastico!" La mole di Hagrid spuntò dalle acque, mentre il fango della riva gli scivolò addosso. In pugno teneva ben saldo il proprio ombrello, mentre su tutto il corpo apparvero delle bruciature.

"Hagrid!"

"Oh, Silente! E' stato meraviglioso! Vorrei farlo di nuovo!" Hagrid rise, notando l'espressione cupa che la McGranitt gli rivolse.

"Mi sono permesso anche di portare lui." Disse, sollevando senza sforzo il proprio braccio nerboruto. La figura di Severus Piton, completamente impregnata d'acqua, oscillò come un pendolo in aria. I capelli neri del professore aderirono completamente al suo volto spigoloso.

"Lasciami andare." Sbottò, infastidito.

"Come vuoi." Disse Hagrid, scrollando le spalle. Aprì il palmo della propria mano, lasciando che Piton cadesse rovinosamente a terra.

"Mi sono permesso di usare la magia, Preside." Hagrid si scusò, ma Silente sorrise.

"Va bene, Hagrid. In fondo hai salvato anche Severus."

Dal professore di Pozioni provenne un grugnito.

"Oh, non ho fatto tutto da solo, anche loro mi hanno aiutato!" Esclamò, puntando il grosso dito verso le sponde del lago. Silente si avvicinò all'acqua, facendo un inchino profondo. "Vi ringrazio per averci aiutato a liberare Hogwarts da Voldemort."

Dall'acqua affiorarono delle piccole bolle d'aria, infine il popolo del lago tornò verso le profondità.

"Sono molto simpatici," Esclamò Hagrid, visibilmente contento. "Un po' timidi, forse."

Silente trattenne una risata sotto i baffi. "Sapevo che ti avrebbero trovato simpatico, Hagrid. E' per questo che ho voluto che fossi proprio tu a chiedere loro di aiutarci."

Il petto di Hagrid si gonfiò orgoglioso.

"Tuttavia, adesso non possiamo adagiarci sugli allori." Disse Silente. "Abbiamo una guerra da vincere."

 

 

Note dell'Autrice: Questo è il famoso capitolo incriminato, quel capitolo che per lungo tempo è rimasto incompleto. La parte iniziale prima degli asterischi è stata scritta diverso tempo fa (uno o due anni fa, addirittura), mentre tutto il resto che segue è stato scritto recentemente. Il capitolo successivo è sempre in fase di scrittura, quando nella mente mi attraversa una possibile idea per mettere per iscritto quello che intendo far accadere. Sono abbastanza certa che dopo la parte D del decimo capitolo ci sarà nuovamente un ritorno al presente (tanto per farvi scervellare un po'), ma credo che i racconti passati non siano del tutto finiti :) comunque, questo è sempre da vedere. Vi ringrazio Micia_Loves_Draco, Flori per le loro parole; zippo, sono curiosa di sapere cosa pensi del Malfoy in questo capitolo XD; Ommy, forse sai che non amo le Hermione/Ron, ma ti assicuro che a me il personaggio di Ron piace moltissimo, è uno dei miei preferiti! Grazie anche a coloro che han letto senza commentare. Alla prossima!

Claudia

  
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