Prese una
felpa della OBEY di due taglie più grande dal cassetto e la
indossò. Si mise
delle scarpe, delle Vans bianche, ed uscì.
Fuori
pioveva e la serata era fredda. La luna rischiarava appena la
città.
Si strinse
nella felpa. Le maniche erano lunghe, così le
tirò fino a coprire le mani.
Quando respirava il fiato si condensava in piccole nuvolette davanti
alle sue
labbra.
Accese
l'iPod e fece partire 'Wrecking Ball' di Miley Cyrus.
Si sentiva
esattamente così. Wrecked. Demolita, come un relitto.
La pioggia
gocciolava dai suoi capelli biondi e si mescolava alle lacrime sul viso.
Camminò
per
ore per le vie di Milano.
Erano le
cinque di mattina quando crollò a terra a quattro passi da
casa.
Fu
così che
la trovò Cynthia quando uscì
alle nove
per andare al lavoro.
Cacciò
un
urlo da fare paura a Munch e corse a controllare che fosse ancora viva.
Eleonora si
svegliò nel suo letto qualche tempo dopo, con un panno
bagnato sulla fronte e
una sciarpa attorno al collo. Si alzò a
sedere e le girò la testa.
Sul comodino
c'era un post-it giallo su cui Cynthia aveva scritto 'Rimani a letto
altrimenti
questa volta una bella polmonite non te la leva nessuno. Domani
però non farai
storie per andare a scuola.'
La ragazza
sorrise. Un adulto medio l'avrebbe come minimo messa in punizione per i
prossimi quindici anni.
Si
alzò per
fare colazione.
Aveva
addosso una vestaglia blu elettrico di cui non aveva memoria che doveva
aver
preso in un qualche negozio di stramberie dove andava spesso.
Evidentemente
Cynthia non aveva avuto tempo di metterle degli abiti decenti. Era
dovuta
correre al lavoro. Effettivamente, Eleonora le faceva scherzi del
genere fin
troppo spesso, non poteva pretendere che Cynthia le corresse dietro
come se
fosse una bambina di tre anni.
Sospirando
si cambiò. Non poteva mettere gli shorts a metà
Settembre, così indossò un paio
di jeans skinny, una maglietta a maniche corte dei Beatles e un paio di
calzini
a righe blu e nere caldi e asciutti. Poi infilò i piedi
nelle sue Nike blu.
Prendendo al volo una felpa scese al piano di sotto e
agguantò una scatola di
Cheerios. Li versò in una ciotola, poi ci mise anche il
latte e rimase lì a
tracciare dei cerchi nel latte con il cucchiaio pensando alla
caducità della
vita.
Finito di
mangiare si alzò, sparecchiò e accese la radio
che trasmetteva una delle ultime
canzone dei 'Pearl Jam', 'Sirens'.
Si mise a
cantare mentre lavava la ciotola anche se aveva mal di gola.
Infine si
decise a tornare in camera sua e ad ascoltare qualche canzone del suo
idolo.
No, non era
il suo idolo, il suo idolo era Freddie Mercury, il cantante dei
'Queen'. Lui
era... Non sapeva bene cosa fosse per lei, ma era qualcuno di
importante.
Comunque,
scelse un CD e mise la track n.8, 'Rain', dal Songbook Vol.1 di Mika.
Poi si
lanciò sul letto e si mise a pensare.
"Baby,
I hate days like this, when it rain and rain and rain and rains."
cantava
Mika.
"Già"
pensò lei, prendendo il libretto con i testi delle canzoni
che c'erano in
Songbook Vol.1. Girò le pagine fino ad arrivare a quella
centrale in cui c'era
una foto di Mika che occupava entrambe le pagine. Sospirò
guardando quell'uomo
perfetto. Molto gay, ma anche molto perfetto. In quella foto aveva un
sorriso
enigmatico, del genere 'Monna Lisa'.
Finito il CD
prese l'iPod, si infilò le cuffiette ed ascoltò
'Shame' di Robbie Williams e
Gary Barlow.
"È
proprio un peccato", si disse, "Che Mika sia gay. Ma non avrei chance
con lui comunque."
Sospirò
di
nuovo.
Poi
sentì un
urlo dalla cucina.
"Sono
tornata!"
Scese
svogliatamente le scale.
Viveva a
Milano dall'inizio dell'estate, da quando lei e Cynthia, un amica di
famiglia,
vi si erano trasferite.
Aveva
iniziato la scuola da poco e quindi non aveva amici, ma in effetti non
ne
avrebbe avuti neanche dopo. Aveva qualche problema di sociofobia.
Infatti si
sentiva triste e sola. Solo la musica e Cynthia la
aiutavano.
Salutò
Cynthia frettolosamente con un debole 'grazie' e si
precipitò nello studio dove
tenevano gli strumenti musicali di qualsiasi tipo: c'erano un
pianoforte, una
chitarra classica, una acustica e una o due elettriche, un basso della
Hofner,
una batteria e vari strumenti esotici.
Eleonora si
sedette al piano e iniziò a suonare una canzone di Mika per
lei molto
significativa. Le scese subito una lacrima che cadde su un tasto
bianco. Lo
asciugò con una manica.
Quando si
era messa con il suo attuale ex, per festeggiare, aveva insistito
affinché
cantassero insieme 'Stardust'. Lui cantava la parte di Mika e lei
quella di
Chiara.
Aveva anche
chiesto ad una sua amica di registrarli e poi aveva caricato il video
su
Youtube collezionando non pochi Likes anche da persone che non
conosceva.
Ogni tanto
lo guardava ancora e vedeva il suo ragazzo ed il suo sorriso con le
fossette,
perfetto. Non poteva neanche chiamarlo 'ex', perché non si
erano lasciati, ma
lei era dovuta andare via.
E il vecchio
detto 'Lontano dagli occhi, lontano dal cuore' non valeva per lei. La
distanza
aveva,al contrario, alimentato l'amore che provava per lui, come uno
spiffero
d'aria alimenta la scintilla fino a farla crescere e diventare un fuoco
impetuoso.
Si riscosse
dai suoi pensieri solo quando Cynthia le mise una mano sulla spalla per
avvisarla che il pranzo era pronto. NOTA DELL'AUTRICE: Hey! Ciao sono
nuova.
Questa è la mia prima fanfiction in assoluto e il primo
racconto scritto
pensando di farlo effettivamente leggere a qualcuno al di fuori della
mia
famiglia. Vi prego di segnalarmi eventuali errori, anche di battitura,
ripetizioni troppo frequenti e vari elementi di disturbo. Che altro
dire? Spero
che vi piaccia. Lo so, non si parla molto di Mika qui, ma è
il primo capitolo,
volevo introdurre il personaggio. Si parlerà ancora molto
del mio personaggio
nel prossimo capitolo, poi dovrei parlarne di meno, ma non ve lo
garantisco.
Insomma, se non vi piace basta che smettiate di leggere, no? Bacioni a
tutte/i
le/i fan di Mika.