Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: animapurpurea    09/01/2014    0 recensioni
Una fitta lancinante la travolse in pieno addome, ma non capiva se quello che stava provando fosse dolore. Forse non provava semplicemente più nulla.
Si inumidì le labbra un ultima volta, come per assaporare l’essenza di colui a cui erano appartenute.
Si sentì improvvisamente leggera. Poi tutto si fece buio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 7.

Image and video hosting by TinyPic

Nonostante quel mezzo bacio, non erano andati molto oltre, ma continuavano a passare del tempo insieme, quando era possibile, e lui non perdeva occasione per farle perdere la ragione.
Erano quasi passati due mesi, e questi ultimi erano stati parecchio intensi. Infatti i due gruppi del corso avevano iniziato a spostarsi da una parte all’altra della Thailandia stando via anche per diversi giorni per dare forma a questo importante progetto. Di conseguenza, Ariadne non aveva visto Zayn per molto tempo.
“Stasera ti porto a conoscere i miei amici” le aveva detto il ragazzo in quel tardo pomeriggio assolato prima che si congedassero.
“I tuoi amici?” aveva ribattuto lei scettica.
“Esatto. E’ venerdì sera, non penserai mica di restare chiusa in casa a studiare?” la provocò lui.
“Pff..No. E’ solo che.. Lascia stare. Dove andiamo?”
“A una specie di ritrovo in una casa 'abbandonata'.
“Mi prendi in giro? Io inizio seriamente a pensare che tu faccia parte di qualche strana setta.”
Lui rise e quel suono conquistò la stanza. Erano soli nella palazzina abitata dagli studenti.
“No, nulla del genere. E’ un festino o come piace chiamarlo a voi occidentali. Ci sarà da divertirsi” rispose in tono malizioso.
“Okay, okay” acconsentì Ariadne sbuffando.
“Ti passo a prendere io verso mezzanotte.”
“Allora a più tardi mio signore” concluse lei facendo ironicamente un inchino.
“Non fare la stupida.”
Le si avvicinò per schioccarle un bacio a fior di labbra, ma lei girò il capo facendolo scontrare con la sua guancia pallida.
Ariadne, si può sapere che cazzo fai?
Lui fece spallucce e sogghignando si girò e si avviò verso l’ingresso; istintivamente Ariadne gli corse dietro, lo fermò e lo baciò. E con un bacio serio questa volta.
Zayn le cinse i fianchi e la bloccò con le spalle contro la porta, le distanze tra i due si azzerarono totalmente plasmando un bacio passionale che li fece avvinghiare l’uno all’altra in una morsa così tremendamente piacevole da mozzare il fiato. Con le lunghe dita sottili, Ariadne iniziò a giocare con la chioma corvina di lui e questo gesto sembrò farlo impazzire: la circondò completamente con le braccia attirandola ancor di più a sé. La sua bocca fremeva su quella di lei. Sembrava famelico, la voleva unicamente sua.
Il loro bacio esplose così in una scintilla di carezze, lingue che si rincorrevano, respiri e morsi.
La labbra di Zayn erano morbide sopra quelle di lei. Lui sapeva di pittura, di acqua di colonia, di menta e di notte. Un qualcosa di fresco e di nascosto, come una folata d’aria piacevolmente fredda che ti investe in pieno dando sollievo al tuo corpo e alla tua mente, in quanto liberati dal caldo afoso. Però non sai da dove né sia partita e né se sia giunta fino a te per restare. Questo era stato lui per lei e anche per il ragazzo non era molto diverso; Ariadne era stata un totale cambiamento nella sua vita, l’aveva spinto ad essere diverso, ad essere vero.

La ragazza pian piano si staccò pizzicando dolcemente con i denti il labbro inferiore di Zayn. “Felice adesso? Non c’è bisogno di mettere il broncio, se vuoi un bacio.”
Sono ben disposta a dartene altri mille.
Lui la guardò con un’espressione che dall’essere torva diventò curiosa finendo con una scrollata di spalle.
“Quello non era un broncio, però credo che dovrò iniziare ad atteggiarmi a mo’ di ragazzo bello e tenebroso più spesso.”
“Non fare l’idiota” disse lei ridendo e spingendolo oltre l’uscio. Ci vediamo stasera” disse sfiorandogli le labbra un’ultima volta.

A lungo era rimasta ferma davanti all’immane caos del suo armadio nell’indecisione più totale. Aveva ribellato mezzo mondo per capire cosa mettersi e alla fine, grazie a Nermin che le aveva imprecato contro, aveva optato per un paio di jeans chiari a vita alta con dei lievi risvolti in basso che lasciavano intravedere le ceree caviglie sottili, delle creepers nere e una camicetta bianca vintage senza maniche con al collo il suo immancabile ciondolo buddista. Con il suo lungo dread-lock, aveva raccolto i lunghi riccioli corvini in uno chignon disordinato e si era truccata con del mascara che faceva sembrare le sue ciglia ancor più scure, lunghe e fitte in modo tale da far risaltare quel mosaico cromatico che erano i suoi occhi. Ed infine aveva dipinto le labbra di bordeaux con un rossetto.

Nermin la guardava divertita seduta sul baldacchino con le lunghe gambe incrociate in una posizione degna di una contorsionista.
“Per chi ti sei addobbata?”
“Per ‘sto grandissimo cazzo!” rispose Ariadne sorridendole beffarda dallo specchio mentre si ornava i lobi delle orecchie con due grandi perle. Erano un regalo di sua madre e non c’era stata occasione in cui non le avesse indossate.
“Bonjour finesse.”
“Simpatica sei. Ad ogni modo per nessuno. Stasera esco con Merope, andiamo in giro per locali. E non si sa mai, magari incontro qualcuno di interessante…”

“Ma fammi il piacere. Riesci a mentire a tutti, tranne che a me. Allora dimmi come si chiama questo qualcuno” ribatté la bionda con un sorriso scaltro sul bel volto.
“Ok, hai vinto. Ma non ti dirò nulla per principio.”
La bionda sbuffò.
“Se poi ti ferirà, sentiti in colpa perché non me ne hai voluto parlare e, di conseguenza, io non potrò picchiare nessuno.”
Ariadne rise. “Dopo Kilian, penso di riuscire a cavarmela anche da sola. A proposito di questioni di cuore.. Tu e lo scaricatore di porto irlandese eh?”
Le guance di Nermin si colorarono di un rosso intenso. “Intendi Niall?”
“Ehm…Sì?! Sai, quando le persone mangiano così tanto e non ingrassano e per di più ti rubano la colazione ogni santa mattina è un po’ inevitabile chiamarle così.”
La bionda esplose in una fragorosa risata. “Beh, è bello, è dolce e mi ha anche riportato a casa dopo quella sera da tasso alcolico piuttosto elevato. Mi piace senza ombra di dubbio, ma tu mi conosci meglio di chiunque altro e sai, dunque, quanto io abbia difficoltà nel mostrare ciò che provo. Lui non si merita questo.”
“E questo cosa vorrebbe dire? Mollare? No, mia cara. Non ci siamo capite proprio per nulla. Ora tu alzi quel tuo culo, esci da questa stanza, lo trovi e gli chiedi di uscire. Chiaro?” sbraitò la mora puntando i piedi sul pavimento.
“A dir la verità, mi ha praticamente imposto di uscire con lui oggi. Quindi non c’è motivo di sgolarsi così, mia cara Aris.”
Allora non è l’unico a parlare sotto forma di ordini.
“Ah, bene. Sei pronta Nerms? Non è per dire, ma è quasi mezzanotte e qui dentro ci siamo praticamente solo io e te. Se poi lui ti vuole portare a vedere l’alba su qualche montagna sperduta, tanto meglio.”
L’altra ragazza stava per ribattere, ma in quel momento il telefono di Ariadne squillò vibrando sul comodino accanto al letto. Le due si guardarono negli occhi e poi si scatenò una sorta di gara a chi riusciva a prenderlo per prima. La bionda batté l’altra per poco colpendola in pieno stomaco con un cuscino. La mora cadde senza fiato sul letto mentre Nermin si portò l’oggetto elettronico ad un orecchio ghignando trionfante.
“Pronto?”
“Sono Zayn, c’è Ariadne?” gracchiava una metallica voce maschile dall’altra parte.
“Al momento la tua ragazza sta cercando di riprendere fiato dopo una cuscinata, dato che si ostina a nascondere la verità alla sua migliore amica. Quindi io faccio da segretaria, dimmi pure.”
“Brutta puttana, ridammi quel cazzo di telefono!” urlò Ariadne tirandosi su e aggiustandosi la camicetta che era fuoriuscita dai pantaloni.
Per tutta risposta ricevette dalla bionda una bella linguaccia e a quel punto lei le alzò contro un dito medio con aria risoluta.
Il ragazzo rise dall’altro capo dell’ apparecchio telefonico. “Ehm…Va bene. Dato che state avendo uno scontro pressoché impegnativo, puoi dirle che sono qui sotto che l’aspetto?”
“Stai con un camionista, lo sai questo vero? Comunque, sarà fatto. Ciao Zayn e mi raccomando riportamela a casa viva e vegeta o ti torcio tutti i capelli e ti appendo pure ad un palo della luce. Così ti illuminerai d’immenso.”
Nermin riattaccò e lanciò il telefono alla mora che la stava guardando con occhi furenti.
“Vaffanculo Smith” sibilò Ariadne tra i denti.
“Un giorno mi ringrazierai” fece spallucce la bionda “Voi giovani di oggi, siete così complicati.”
“Fottiti.”
“Beh, ora vai, fiorellino mio.
“Chiamami di nuovo così e vedi che ti combino” le lanciò dei vestiti “Ora preparati e raggiungi Niall, però cerca di non farti mangiare.”
Detto questo Ariadne si avviò vero la porta beccandosi a sua volta un dito medio alzato e una smorfia malevola. Schioccò un sarcastico bacio volante a Nermin e uscì. Si volevano bene in uno strano modo tutto loro.

Nel vialetto che conduceva alla palazzina, appoggiato ad una colonna, c’era Zayn in tutta la sua bellezza notturna: era un progressione di nero con indosso una sorta di canotta scura, piuttosto larga, con dei lievi disegni bianchi che spiccavano sul tessuto, dalla quale emergevano a tratti gli innumerevoli tatuaggi che gli decoravano la pelle ambrata, dei jeans stretti che mettevano in evidenza le sue lunghe gambe magre con ai piedi un paio di anfibi. Tutto questo nero faceva brillare nella notte i suoi occhi marroni-verdastri insieme alla ciocca bionda che gli ornava quel ciuffo di capelli rivolto verso l’alto che poi lasciava il posto ai folti capelli corvini.
Il cuore di Ariadne iniziò velocemente ad aumentare i battiti, i quali rimbombavano sonoramente all’interno della cassa toracica.
Dio mio, quanto sei bello. Non puoi minacciare la mia salute fisica in questo modo, lo sai vero? Lasciami almeno questa, dato che quella mentale l’hai già mandata a puttane la prima volta che ti ho visto.

“Ciao” il ragazzo la raggiunse e le fece scivolare un leggero bacio sulle labbra. “Non voglio rovinarti il rossetto.”
Oh, di me puoi fare quello che vuoi. Tanto sono tua oramai.
“Tranquillo, per la fine della serata sarà già bel che andato”
Zayn si morse il labbro inferiore.
Se vuoi, possiamo incominciare anche adesso.” Cristo Ariadne, sembri assatanata! E ringrazia che lui non sia in grado di leggerti nel pensiero, sempre che non abbia già imparato ad entrarti nella testa.
“Allora, se questi sono i presupposti, questa conclusione sarà molto interessante, ma saresti bellissima comunque.”
A quella frase la ragazza si sentì invadere le guance dal rossore dell’imbarazzo e pregò che quest’ultimo non prendesse le forme di due fanali, data la sua pelle diafana; per fortuna c’era il buio intorno a loro, eccezion fatta per i lampioni lungo il muretto in pietra lì vicino.
“Bene. Dato che sei praticamente muta, iniziamo ad andare o io non avrò il mio ambito dessert stasera” riprese lui ridacchiando.
Detto questo Ariadne scattò: gli si avvicinò e gli arruffò i capelli. Sapeva benissimo che quello era un gesto che lo irritava. “Ti stanno meglio così, babe” aggiunse marcando con acidità l'ultima parola.
Lui rimase impassibile limitandosi a scrutarla divertito da dietro i suoi occhi da cerbiatto.
“Se lo dici tu.”
“Oh, ma vaffanculo” disse la mora allacciandogli le braccia al collo e spingendo il proprio corpo contro quello di lui. “Davvero, ti stanno meglio così. O almeno io li preferisco così. Come quando sei immerso nel dipingere qualcosa e non ti importa di quello che succede intorno a te o dell’ aspetto che tu possa avere. Quando inizi a gettare per terra tutto quelloche ti capita davanti nel momento in cui non sei soddisfatto del tuo lavoro, quando ti passi svogliatamente una mano tra i capelli tirandone le punte o fumi avidamente una sigaretta perché sei indeciso o pensieroso, e perfino quando ti addormenti con una mano appoggiata sul cavalletto, sei bello lo stesso.”
Zayn era stupito. “Sei la prima che mi dice questo” affermò con voce rauca.
Dio, quanto mi piaci. Mi fai perdere il controllo, pensò il ragazzo.
“Questo perché mi piaci e perché passo il mio tempo ad osservarti quando sono da te, nel laboratorio, e tu stai dando forma a qualcosa su una tela. Non c’è una tua azione che io non conosca.”
Ma queste rivelazioni così spontanee? Ma ti sei fumata il cervello? Hai perso la testa, definitivamente e soprattutto per lui.
Lui mostrò un meraviglioso sorriso e poi aggiunse beffardo senza allentare la presa delle mani intorno alla vita della ragazza: “Se allora conosci tutte le mie mosse, secondo te cosa sto per fare adesso?”
“Suppongo che tu mi stia per baciare. E se non vuoi, sappi che anche io ho tale iniziativa, tranquillo.”
Si lasciarono così trasportare in un bacio dolce e senza tempo, diverso da quello ardente e voglioso che c’era stato nel pomeriggio. Le loro labbra si muovevano secondo un ritmo lento e regolare e Ariadne sentiva il cuore di lui battere freneticamente sotto il suo.
“Allora sei proprio un genio” disse Zayn staccandosi e avviandosi verso la moto. “Inoltre, se lo davi per scontato, mi piaci anche tu. Forse anche troppo” decretò con una sonora risata mentre si dirigeva verso la moto lasciandosi una Ariadne sconvolta dietro le spalle.
Cerca di non perdere l’equilibrio. Inspira. Espira. Inspira. Espira.
OOOOKAY, questo non l’avevamo previsto.
Ma ti rendi conto del fatto che lui ti abbia appena detto una cosa simile?!
Terra chiama Ariadne!
Cristo, che qualcuno fermi queste dannate farfalle.



Dopo circa venti minuti di viaggio, tra stradine tortuose, alberi di banano e traffico giunsero in quella famosa “casa abbandonata”.
Era praticamente un edificio a due piani totalmente bianco, ad eccezione per la copertura in mattonelle marroni e rosse scuro che plasmavano il tradizionale tetto orientale rivolto verso l’alto, con finestre e porte di vetro azzurro che si aprivano su un enorme solarium, con tanto di amache e poltrone e divani sparsi qua e là, che dava una vista meravigliosa sulla baia di Patong. Era un trionfo di luci. Inoltre all’interno del perimetro tracciato dagli alti muri in pietra grigia c’era un vasto giardino con l’erba tagliata all’inglese e una grande piscina di forma circolare rivestita da piastrelle nere, che la facevano sembrare un pozzo senza fondo, con intorno sedie sdraio, lettini e ombrelloni di fattura moderna.
“Ehm…Questa mi sembra tutto, tranne che una casa abbandonata” affermò Ariadne mentre iniziavano a salire lungo i numerosi gradini che portavano all’ingresso.
“Ecco, ho enfatizzato un po’. Nel senso che questa era la vecchia casa di mio padre che ora ha ceduto a me, dal momento che è tornato a Londra da mia madre. La usiamo spesso per fare feste simili. Volevo fare il vago, dato che sembra che io viva rintanato nel mio laboratorio.”
Sorrise.
“Alla faccia dell’umile dimora!”
“Allora benvenuta a casa Malik!”
Un momento, io quel cognome l’ho già sentito. Ma dove e quando?
Zayn intrecciò la sua mano con quella della ragazza e insieme si avviarono verso la massiccia porta di legno scuro, la quale era spalancata facendo fuoriuscire le note di una melodia molto cadenzata e il bagliore delle luci provenienti da dentro l’alloggio.
Piombarono nel bel mezzo dei festeggiamenti: la luminosità era praticamente assente e data da piccole lampadine bianche, le quali giacevano agli angoli della stanza e correvano lungo le pareti creando strani intrecci. Era quasi impossibile capire quali fossero le altre stanze sulle quali si affacciava quello che sembrava un salotto. C’era anche una lunga scala a chiocciola di vetro che portava al secondo piano e un’ampia vetrata che dava sul terrazzo. L’ambiente non smentiva l’aspetto esterno dell’abitazione, dato che era anch’essa totalmente bianca, anche per quanto riguardava il pavimento di legno, ma cosparsa di colorati quadri stravaganti, mobili e tappeti neri. Tutto era giocato sul contrasto.
C’era un numero indefinito di persone che si dimenavano secondo il ritmo della musica. Era come entrare in una bolla di fumo di tabacco e marijuana. Questi erano gli odori, che mescolati insieme a quelli dell’alcool e della brezza notturna, investirono i due giovani non appena ebbero messo piede all’interno.
“Ecco spiegato il motivo della presenza dei tuoi quadri appesi al muro e l’idea del chiaroscuro per l’arredamento. Sei un tipo eclettico, sai?”
“Non ti piace?”
“No, è solo che...boh, di certo non me l’ero immaginata così. E’ bella e strana e in effetti ti rispecchia parecchio.”
“Grazie allora. Vieni, adesso ti presento gli altri.”
Dopo essersi fermati svariate volte ai cori concitati del tipo “Hey Malik!”, Ariadne aveva riconosciuto e, di conseguenza, salutato diversi ragazzi che seguivano il corso di giornalismo e di medicina sullo tsunami. Ciò la lasciò un po’ spaesata, ma lo shock finale si presentò sotto le fattezze di una folta chioma riccia castana, di un paio d’occhi verdissimi e di un sorriso smagliante accompagnato da due fossette agli angoli della bocca carnosa. Harry.
Che cazzo ci fa Harry qui?
Ora ricordo, quel Malik di cui stavano parlando era Zayn. Mio Dio, tutta la banda: Harry, Liam, Niall e Louis sono i suoi migliori amici. Che bisogno c’era di tenermi all’oscuro di tutto?
Un Harry non proprio sobrio, dato il rossore della sclera che metteva in rilievo il verde chiaro dell’iride, dal sorridere passò al pieno sbigottimento e Ariadne non poté negare con certezza che la sua faccia non avesse assunto la medesima espressione.
Zayn però non sembrò averci fatto caso e disse raggiante: “Hey Harry! Questa è Ariadne”.
“Shaw” il riccio tese la mano.
“Styles” rispose seria alla stretta sforzandosi di non scoppiare a ridere.
“Un momento, voi due vi conoscete?” esordì il moro sgranando gli occhi.
“Ehm…sì e non conosce solo me.”
“Confermo. Sai Zayn, il corso che sto frequentando lo faccio con tutti loro, solo che c’è chi è nella sezione medica e chi in quella giornalistica. E lo scassapalle qui presente ha la camera davanti alla mia e da circa un mese e mezzo a questa parte è diventato praticamente il mio migliore amico ” decretò la ragazza sorridendo ad Harry, il quale si stava godendo la scena con un adorabile ghigno dipinto sul viso florido.
“Al quale però non racconti nulla del tuo nuovo moroso perché, a quanto vedo, Malik, tu l’hai già conosciuta la Shaw e forse anche più del dovuto” ribatté a tono il riccio lanciando un rapido sguardo alle dita intrecciate dei due.
“No, sai faceva la barbona qua fuori e le ho chiesto gentilmente se voleva entrare. Ma ti pare?!” commentò sarcastico Zayn.
“A questo punto, dato che non voglio essere pestato a sangue, torno in terrazza che c’è Jordan che sta rollando una canna gigantesca e non me la voglio perdere. Se poi vi va di unirvi a noi, siete i benvenuti.”
“Ah, Ariadne, è giusto che tu sappia che Nermin si è imboscata con Horan da qualche parte circa un’ora e mezzo fa. E a proposito, Zayn, se fossi in te non controllerei in camera tua, sempre che tu non l’abbia già prenotata per stasera” aggiunse malizioso per poi sfilarsi da una tasca dei jeans un preservativo avvolto in una bustina viola e lanciarlo al moro, il quale lo prese al volo per poi depositarlo con nonchalance in una ciotola già zeppa di profilattici appoggiata su un tavolino lì vicino.
Viva le precauzioni! A questa festa non ci si fa mancare nulla eh?
“Ma quello è tipo il cimelio che conservi ogni volta dopo esserti sbattuto Cleo?” domandò acida la mora.
Harry non rispose, bensì si limitò a farle un occhiolino per poi girarsi e tornare verso il solarium.
“Quando è fatto, è incontenibile” aggiunse Zayn ridendo “Ma questo non spiega il motico per cui tu non mi abbia detto niente di tutto ciò.”
“Alle donne è sempre concesso mantenere una sorta di alone di mistero” disse per tuta risposta con fare risoluto “e poi la colpa, se così vogliamo definirla, è duplice. Cinquanta e cinquanta, dato che, mio caro Malik, i membri dell’allegra combriccola formata da Horan, Styles, Tomlinson e Payne è quella dei tuoi migliori amici e tu me ne hai mai parlato.”
“Scusa tanto se ti volevo tutta per me” si discolpò come un bambino.
“E non fare gli occhioni da cucciolo, che non cedo.”
O forse sì, se non lo fanno prima le mie ginocchia.
“Ne sei davvero così sicura?” domandò con voce tagliente indagandola con lo sguardo per poi cingerla con le braccia ed iniziarle a tracciare una sensuale scia di baci lungo il collo candido.
Ad Ariadne parve di essere come creta tra le sue mani, avrebbe potuto farle ciò che voleva e lei non avrebbe mosso un dito per fermarlo. Si sentì sussultare quando le labbra calde di lui le toccarono la pelle fresca, era un contatto terribilmente gradevole, ma non poteva dargliela vinta in quel modo. Non perché le importasse della gente intorno a lei, ma perché non voleva fargli sembrare le cose troppo facili per quel che sembrava possibile secondo la sua determinazione, resa precaria proprio da lui.
Nel mentre Zayn era risalito dall’incavo del collo fino alla guancia per poi scendere ulteriormente verso la bocca. A quel punto la ragazza accantonò in un angolo quel senso di piacere, si aggrappò al collo di lui e si allungò con le proprie labbra fino a quelle di lui per poi sfiorarle e morderle.
“Assolutamente sì.”
Zayn era un misto di divertimento e stupore. I suoi occhi color cioccolato la guardavano bramosi.
“E non mi guardare così perché, per quanto io ti voglia rendere difficile avermi, spesso tu sei più forte della mia volontà di non cedere. Mi rendi così debole che non riesco ad oppormi. Capisci il mio problema? E poi non mi vuoi rovinare il rossetto, giusto? Anche se è quello a lunga durata non importa, perché ora vado a fumarmi una canna e poi ne riparliamo”.
L’idea di avere nuovamente a che fare con le droghe non l’allettava, forse perché associava il tutto ad un periodo burrascoso della sua vita, ma ne era fortemente attratta.
Nel terrazzo si era formato un cerchio dove vi erano seduti praticamente tutti: Louis, Edith. Liam, Cleo, Harry e anche Merope, la quale le corse in contro stringendola tra le braccia, non appena l’ebbe vista. Ariadne ricordava che quando la sua amica fumava, la parlantina diventava più irrefrenabile del solito con costanti e bizzarre domande sul luogo in cui ci si trovava al momento. Le risate erano garantite.
E dopo aver salutato il gruppo, si sedette sul ciottolato ritrovandosi improvvisamente accanto uno Zayn sorridente. La cosa strana era che lui li conosceva già, ma loro due non si erano incontrati come era successo con gli altri. Merope lo aveva incontrato addirittura prima dell’inizio del corso, appena Liam era andato in Thailandia con suo padre l’anno precedente.
Che roba assurda.
“Quindi tu e una delle mie migliori amiche vi siete già conosciuti eh?” esordì la mora radiosa in viso. “Ariadne cara, perché non me l’hai detto?”
“Beh, perché ero convinta che nessuno sapesse della sua esistenza. Strane coincidenze insomma” rispose l’altra facendo spallucce.
“Quando sarò pienamente cosciente mi racconterai tutto. E quanto a te, signorino…uomo avvisato, mezzo salvato.”
I due in questione scoppiarono a ridere e Merope si accasciò per terra per poi iniziare a blaterare frasi, all’apparenza senza senso, in un thailandese che neanche l’amica conosceva.
In seguito, Ariadne notò la “canna gigante” a cui Harry aveva accennato prima. Facevano a turni per fumare. Era davvero enorme e lei non riusciva a distinguere quante cartine lunghe avessero usato per darle forma.
Quella cosa è un lenzuolo!
Tutto sommato voleva farsene una da sola, come a vecchi tempi. Quindi urlò a Louis di passarle l’occorrente e si mise all’opera: modellò il filtro, preparò la mista di tabacco e erba e poi iniziò a rollare il tutto unendo due cartine.
Voglio andare in botta pesantemente.
E proprio quando stava per chiuderla con la saliva, Zayn le si avvicinò dicendo: “Ce la fai?”
“Tu non sai tutto di me” rispose la mora chiudendo la canna perfettamente. “E ora passami l’accendino per favore.”
“E questo cosa significa? Hai un passato da drogata per caso?”
“Ci sono cose che scoprirai solo in seguito. E poi anche io non so tutto di te o sbaglio?” lo sollecitò Ariadne accendendo quell’involucro che prometteva tranquillità.
“Giusto. Però poi mi lasci fare qualche tiro?”
“Ehm…no?! L’ho fatta io e la fumo io, punto. Se ne vuoi una, ha delle belle manine d’artista per fartela benissimo da solo.”
Detto questo si estraniò da tutto ciò che la circondava e si concentrò sull’aspirare dedicandosi anche al suo viaggio mentale in cui tutto ciò che le arrecava angoscia spariva nel nulla come in una candida nuvola. Dimenticò Kilian, tutto ciò che più odiava e perfino la sua stessa storia da sopravvissuta allo tsunami che non le dava pace durante la quotidianità.
Lasciò che quell’odore inconfondibile le si insidiasse nella testa offuscandole la mente e la facesse vivere in un sogno dove l’umanità era bella, colorata, priva di dolore. Tutto era ovattato intorno a lei. Riuscì addirittura a smettere di pensare.
Si sentiva leggera, quasi fluttuante. Non sentiva più il suo corpo e infatti alzarsi fu un’impresa, dato che le gambe era come non averle. Quando fu in piedi iniziò a barcollare; sarebbe quasi caduta, se non fosse stato per Louis che la prese al volo.
Poi perse il controllo e iniziò fumare, ad aspirare ininterrottamente. Sembrava una ciminiera mentre tutto quel fumo le attraversava i polmoni per poi risalire dalle narici da cui era a sua volta entrato precedentemente.
La realtà divenne ancora più smorzata e confusa ai suoi occhi. Non capiva più niente. Si sentiva gli occhi gonfi e pesanti e aveva una voglia matta di ridere. Aveva perso la cognizione del tempo e non riusciva a comprendere se i minuti che stavano scorrendo ininterrottamente fossero ore o giorni.
Ad un certo punto si ritrovò per terra, sdraiata sulla schiena, a guardare le stelle insieme a Louis. Sghignazzavano per qualsiasi cosa, quasi non riuscivano più a respirare. Ebbero pure una conversazione stravagante sulla somiglianza tra stelle e persone. Erano talmente rincoglioniti che ne trovarono due a cui assegnarono i loro nomi.
Poi arrivò il momento peggiore: la necessità di bere assolutamente qualcosa e la fame chimica.
Ariadne aveva la bocca totalmente impastata e quel minimo di saliva che le era rimasto era bianco come la schiuma del mare, tanto era alto il livello di THC nelle sue membra. Si fece forza e si spinse a tentoni oltre il salotto cercando la cucina. Il ritmo rapido della musica le scorreva nelle vene e tutti i suoi sensi erano amplificati. Si sentiva un tutt’uno con l’intero universo, immersa in un bellissimo trip che voleva fare da sola.
Alla fine trovò la zona culinaria della casa: si aggrappò a una bottiglia d’acqua gelata e cominciò a mangiare tutto quello che le capitava sotto gli occhi. Dopo aver concluso la sua abbuffata ingerendo le peggiori pietanze esistenti, si sentì meglio. Poi notò in piedi, davanti allo stipite della porta una figura alta e snella con dei lunghi capelli biondo grano dalle sfumature violacee sul fondo, inconfondibili. Nermin la stava fissando sogghignando divertita.
“Dio mio, Aris. Ma quanto hai fumato?” domandò la ragazza avvicinandosi all’amica per scostarle gentilmente dalla fronte un ricciolo bruno che era sfuggito allo chignon.
“Tanto, troppo. Ho perso il conto delle canne dopo che avevo in mano la quarta” confessò la mora ridendo.
“Alla faccia, ti sei data proprio alla pazza gioia!”
Nermin si unì alla risata.
“Ma sei venuta qui con Zayn?” aggiunse in seguito.
“Sì. Ma tu lo conosci?”
“E già, però sotto il nome di Malik. Potevi dirmelo prima che stavi con un ragazzo così bello. Cristo, l’hai guardato bene?”
“Se l’ho guardato bene? Scherzi?! Ma se lo contemplo da quando l’ho visto per la prima volta!”
Infatti era come sei i suoi occhi avessero un insaziabile desiderio di bere e che quest’ultimo venisse placato solo quando il suo sguardo veniva colmato da tutta la bellezza di quel ragazzo, in ogni suo minimo particolare.
“Invece te con Horan? Non è che per via della fame chimica hai rischiato di essere vittima di un assalto cannibale, vero?”
“Ma non dire stronzate! Mi ha portato a fare un giro ed è stato bellissimo. Poi ti racconto” rispose felice la bionda.
“Grandioso Nerms. Sono felicissima per te" disse radiosa. "Senti, ma hai visto gli altri? Io li ho persi completamente di vista. Avevo troppa fame e troppa sete per pensare anche a loro.”
“Sono talmente in botta che se qualcuno domani mattina si sveglia con la testa incastrata in un cespuglio è già tanto.”
Ariadne ridacchiò.
“Te come stai piuttosto?”
“Io? Da Dio. Mai stata meglio. Mi sembra di vivere in preda al delirio, è fantastico. Infatti parleremo domani di tutto quello che è accaduto stasera perchè ora non sono nelle condizioni più adatte. Ma sai che io Tomlinson abbiamo dato i nostri nomi a due stelle? Dio, dovresti vedere come cazzo ci somigliano.”
“Cosa?!” sbottò stridula Nermin “Siete proprio fumati.”
“Davvero” aggiunse la mora “Io ora vado a cercare Zayn. Ci vediamo domani Nerms”
Detto ciò si congedò e si buttò nel caos del soggiorno alla ricerca del moro. Non lo trovava da nessuna parte. Poi qualcuno le cinse i fianchi sussurrandole suadente all’orecchio: “Ma si può sapere dove ti eri cacciata?”
Zayn la guardò increspando le labbra in un sorriso luminoso.
“Ora vieni. Sono quasi le cinque del mattino, è ora di andare a dormire.”
Le schioccò un bacio sulla testa con fare affettuoso e poi la trascinò su per la scala a chiocciola. Percorsero un lungo corridoio dalle pareti bianche, arricchite da numerosi quadri, per poi entrare in quella che sembrava una camera da letto. Ariadne non si guardò neanche intorno, si fiondò sul letto e, non appena sfiorò il materasso morbido, crollò lasciandosi cullare dalle braccia di Morfeo attraverso i sogni più stralunati.


Corner of souls.
CHIEDO UMILMENTE VENIA!
Sono una merda perché non aggiorno da 368 giorni. Non ci sono scuse per discolparmi, quindi siete liberi di insultarmi e di farmi sapere cosa pensate di questo scempio tramite una recensione.
Ho lavorato tre giorni su questo dannato capitolo e ancora non ne sono pienamente soddisfatta. Ad ogni modo le cose si stanno facendo più interessanti e “focose”, non trovate? Ahahah
Chiedo ancora perdono.
Proverò ad aggiornare presto e in caso contrario potete anche uccidermi a sassate.
Sawasdee
Al.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: animapurpurea