Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kaninchen    10/01/2014    4 recensioni
E se Elsa non fosse l'unica ad avere dei poteri? Se anche Anna possedesse dei poteri di cui nessuno, nemmeno il re e la regina di Arendelle, ne era a conoscenza? E se qualcuno nell'ombra stesse tramando contro le due sorelle per un torto subito?
- In revisione -
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Anche di sera il regno di Arendelle continuava ad essere un luogo pieno di vita, sebbene la vita in questione riguardasse per lo più lo spostamento degli uomini, che tornando dal lavoro andavano di taverna in taverna.

Elsa continuava a guardare intorno a se, esattamente come faceva la sorella, per osservare quel frammento di vita.

- Regina Elsa! Principessa Anna! Finalmente vi abbiamo trovate! -

Le due sorelle si voltarono verso la voce, e videro la loro vecchia governante avvicinarsi a passo di carica nella loro direzione, seguita da un paio d guardie.

- Grace?! Cosa succede? - chiese Anna non appena la donnona le fu abbastanza vicina.

- Cosa succede? Cosa succede?? Oh, per l'amor del cielo ha anche il coraggio di dirmi cosa succede! Sono ore che vi stiamo cercando a tutte e due! - rispose la servitrice lanciando sguardi infuocati.

- Grace, è successo qualcosa di grave? - chiese Elsa preoccupata.

- Sì, maestà è successo qualcosa di molto grave quest'oggi. - rispose Grace guardando la regina – Le vostre maestà sono uscite senza scorta, senza avvisare dove sarebbero andate ed infine, cosa ben più grave, al calar del sole non erano ancora tornate!! -

- Non mi pare una cosa così grave... - cominciò la principessa, pentendosene subito dopo.

- NON VI PARE UNA COSA GRAVE?? - tuonò Grace.

Anna fece un passo indietro, nascondendosi dietro ad Elsa, impaurita dal tono della governante e aspettandosi da un momento all'altro una delle famose ramanzine che la donnona gli rifilava ormai da anni, le quali di fatto non tardarono ad arrivare. Rimasero lì, immobili, tutte e due senza aver il coraggio di fermare la parlantina della donna, che sembrava volerle arrostire a fuoco lento.

- Perdonatemi Grace, ma a dire il vero questo non mi pare il momento più opportuno per... - tentò di bloccarla la regina di Arendelle.

- Regina Elsa! Posso capire un comportamento simile dalla principessina Anna, ma da voi... - Grace gonfiò il petto e guardò la sua regina – I vostri genitori mi chiesero di prendermi cura di voi quando partirono per quel fatidico viaggio ed è una cosa che intendo fare senza alcun rimpianto! Con ciò, sebbene ora voi siate la regina di Arendelle, non pensiate che mi farò qualche scrupolo a fare una ramanzina anche a voi! -

- Grace, avete perfettamente ragione e non intendo non ascoltarvi solo di spostarci in un luogo più opportuno magari... - cercò di farla ragionare la regina, notando la gente che fermandosi li guardava curiosi.

Grace pareva essersi sgonfiata tutto d'un colpo. La paura che le figlie dei suoi amati sovrani, figlie che in quegli anni aveva imparato ad amare come fossero le proprie, fossero state rapite o peggio, non l'avevano fatta ragionare lucidamente, e il risultato a cui era arrivata era stato quello di metterle in imbarazzo davanti al loro stesso popolo.

- Per... perdonatemi, Maestà... avete perfettamente ragione...- disse Grace facendole un lieve inchino e abbassando la testa.

- Non vi preoccupate. - sorrise bonaria Elsa in direzione della governante, la quale ricambiò seppur imbarazzata.

- Be... - Grace si schiarì la voce – BENE! Torniamo a palazzo allora! - riprese la donna facendosi strada tra le fila di curiosi che si era avvicinata per osservare la scena.

Con Grace a condurre la piccola comitiva e le due guardie a chiuderla, le due sorelle si guardarono complici e sorridendosi a vicenda, seguirono la donna all'interno delle mura.

 

Avevano appena superato l'imponente portone del ponte, quando il gruppo fu costretto a fermarsi nuovamente nella corte del palazzo.

- Finalmente siete tornate! - disse una vocina acuta alla loro destra.

Anna ed Elsa si voltarono e videro Olaf corrergli incontro ed un imbarazzato Kristoff intento ad accarezzare uno scorbutico Sven.

- Olaf! Kristoff! Cosa ci fate qui? - chiese Anna andando incontro al pupazzo di neve, seguita da Elsa e Grace.

- Per quel che mi riguarda, sono venuto per un caldo abbraccio dalla mia principessa preferita e dalla regina del mio cuore. - rispose il pupazzo di neve facendo l'occhiolino alle due ragazze, alle quali non poté non sfuggire una risata.

- Io... ecco... io... - cominciò Kristoff avvicinandosi al gruppo e torturandosi il capello, con

un irrequieto Sven al fianco.

- Vuoi continuare così ancora per molto? - chiese Olaf guardando con sufficienza il giovane.

- No, certo che no... insomma... io... ecco... come dire... -

- Elsa, il nostro amico qui vorrebbe ringraziarti per la slitta nuova visto che non l'ha ancora fatto e Anna... - cominciò Olaf prima che il taglia ghiaccio gli saltasse addosso con l'intento di zittirlo.

- Olaf, sta zitto! Cosa cavolo stai dicendo! Io non volevo dire proprio nulla di tutto questo! -

Anna ed Elsa si guardarono a vicenda con aria interrogativa, non capendo il comportamento del giovane, chiedendosi il perché si trovasse lì e perché fosse così agitato.

- E allora cosa vuoi ragazzo?! Non so se hai notato l'ora, ma se hai qualcosa da dire dilla subito e poi tornatene a casa! - ringhiò Grace verso Kristoff il quale si rizzò in piedi mettendosi sull'attenti.

- Sì! Allora... ehm... sì.. insomma... Regina Elsa... io... - Kristoff chiuse gli occhi - volevoringraziarti perlaslittadavverobellissimaeapprezzatissimainpiùvolevoparlareconAnnadasoliseerapossibile... -

Quando Kristoff aprì gli occhi la prima e unica cosa che vide fu la confusione negli occhi dei presenti.

“Ditemi che non devo ripeterlo per favore” pensò disperato il montanaro.

- … Bene... Sono felice di informarti che non si è capito nulla di quello che hai detto – lo riprese Olaf.

Il tagliatore di ghiaccio guardò il pupazzo di neve tra lo sconvolto e la disperazione di dover nuovamente ripetere quello che aveva appena detto.

- Lascia, faccio io... - disse il pupazzo di neve rivolgendosi poi alle due donne – Dunque, per prima cosa, il somaro che ho qui di fianco, il biondo intento, voleva ringraziarti per la slitta Elsa... -

Kristoff annuì rosso dalla vergogna per la figura dell'inetto che stava facendo.

- Oh... - cominciò sorpresa la sovrana - Figurati Kristoff, era il minimo che potessi fare, dopo che qualcuno aveva distrutto la tua slitta... - rispose l'argentea, lanciando un'occhiata ad Anna, che sorrise imbarazzata – e soprattutto per l'aiuto che ci hai fornito. Se qualcuno deve porgere dei ringraziamenti quella dovrei essere io. - finì Elsa portandosi una mano all'altezza del cuore.

- No... non... non deve... - bofonchiò Kristoff, sentendosi sempre più ridicolo.

-... la seconda cosa che chiedeva è se poteva parlare da solo con Anna. - concluse Olaf.

- Non se ne parla nemmeno!!! Non lascerò la piccola Anna da sola con questo individuo! - esplose Grace ponendosi davanti ad Anna.

I presenti si voltarono verso la governante fissandola sorpresi, restando qualche minuto ad osservarla in silenzio, mentre questa sembrava voler incenerire sul posto il povero Kristoff per aver anche solo minimamente pensato che averebbe consentito ad una cosa simile.

- Va bene, non ci sono problemi. - sorrise Elsa – Grace andiamo su, lasciamoli da soli. Vieni anche tu Olaf. -

- Aspettate... come “non ci sono problemi”, vostra Altezza... I problemi ci sono eccome! Vorrei farle notare che quello è un uomo! Un uomo! E lei vorrebbe lasciare sua sorella da sola, di notte, con quell'individuo?- chiese incredula la donna indicando il biondino.

- Se vuoi resto con loro.- rispose sorridente il pupazzo di neve, non capendo la preoccupazione della donna.

- Oh, certo... La principessa con quel ragazzo... da soli di sera... e un pupazzo di neve a far loro da guardia. Perché non c'ho pensato, questo cambia tutto!- sorrise ironicamente al pupazzo di neve.

- Grace, puoi stare tranquilla in ogni caso ci sono delle guardie un po' ovunque, se ci fossero dei problemi accorrerebbero immediatamente. -

- Ma... ma... vostra Maestà....-

- Grace, non ti preoccupare se Kristoff farà qualcosa, qualsiasi cosa che vada oltre la semplice chiacchierata, avrà l'onore di diventare la prima statua di ghiaccio vivente all'interno del palazzo. - sorrise in maniera poco rassicurante Elsa.

- Come desiderate Maestà... Vieni pure tu cosetto di neve - rispose sconsolata Grace ed insieme ad Olaf seguì la sua regina all'interno del palazzo.

Poco prima di varcare la soglia del massiccio portone Elsa si voltò per vedere la sorella e Kristoff, soffermando il suo sguardo su quest'ultimo in modo che capisse che ciò che aveva detto sarebbe diventato realtà se solo avesse provato a sfiorare la sorella in qualche modo.

Mai come in quel momento Kristoff ammirò la capacità di persuasione della sovrana di Arendelle, poco dopo però tale ammirazione si tramutò velocemente in terrore nel vedere lo sguardo della regina delle nevi su di se, uno sguardo che pareva dirgli “Falla soffrire e te ne pentirai amaramente”; durò un attimo, ma fu più che sufficiente a gelarlo sul posto.

- Non ti preoccupare, Elsa stava solo scherzando. - sorrise Anna avvicinandosi al biondino.

- Io non ne sarei tanto sicuro... - rispose Kristoff, mentre Sven annuiva convinto anche lui dalle parole della regina.

Anna guardò i due con uno sguardo scettico, non credeva che ciò la sorella aveva appena detto sarebbe mai divenuto realtà, ma il suo sguardo si posò su una macchiolina nera vicino al vestito e non poté non ridere nuovamente al ricordo della scena di quel pomeriggio.

- Cos'hai da ridere? Vorresti davvero vedermi congelato da tua sorella? - chiese sconvolto dalla sola ipotesi il montanaro, sperando in cuor suo che la sua principessa non stesse ridendo per la figura da pesce lesso che aveva fatto poco prima.

- Figurati! Come farei poi a scappare da mostri come Marshmallow o da un branco di lupi senza il mio personale tagliatore di ghiaccio. - sorrise la rossa.

- Ma allora perché...? - chiese confuso Kristoff mentre Anna gli si avvicinava e gli prendeva con le mani la giacca avvicinandolo a se.

“Oh, no... se quella pazza congelatrice mi vede così vicino alla sorella mi trasforma veramente in un cubetto di ghiaccio!” pensò tremante alla sola idea il biondino.

- Guarda hai ancora del carbone sul collo... - rise la rossa.

- Cosa?? No, non è possibile! Mi sono buttato in mare per toglierlo tutto!- rispose infastidito il montanaro cominciando a strofinarsi sotto al mento con una stoffa che aveva in tasca.

- Evidentemente ti è sfuggito. - rise ancora la rossa guardando il suo amore strofinarsi con foga il collo senza però riuscire a toglierlo per bene – Dai qua faccio io. -

Kristoff diede il pezzo di stoffa alla rossa, che andò ad inumidirlo alla fontana per poi tornare da lui e cominciare a strofinare sul collo per togliergli quella buffa macchia nera.

- Allora, mi vuoi dire cosa ci facevi con quei bambini questo pomeriggio? - chiese curiosa Anna.

- Ecco, in realtà stavo aspettando te... - cominciò il biondino fermando la rossa per guardarla negli occhi – Come stavo cercando di dire prima con tua sorella, avevo bisogno di parlarti... -

- Dovresti rilassarti di più, mia sorella non è mica un mostro, non ti mangia mica! Inoltre, credo tu gli piaccia... – rise la rossa.

- Ah, davvero... - Kristoff guardò poco convinto la principessa – Non so se riuscirò mai a rilassarmi di fronte a lei... ad ogni modo, non sono qui per parlare di tua sorella! -

Anna guardò Kristoff negli occhi, da quando l'aveva conosciuto non li aveva mai visti così seri, possibile che... è mai possibile che le stesse per chiedere di sposarlo??

- Sono qui, dimmi tutto! - Anna non stava più nella pelle, questo momento... non credeva sarebbe mai arrivato!

- Sì, ecco... insomma... -

Era nel panico. Aveva passato tutto il pomeriggio a costruirsi un bel discorso per dirglielo ed ora... Ora non si ricordava più nulla! Maledì mentalmente quegli occhioni verdi con lievi sfumature azzurrognole da cerbiatta, con cui la sua dolce principessa continuava a guardarlo, ci mancavano solo quegli occhi per mandarlo ancora più in confusione.

Sven diede una lieve spinta al suo amico bipede, nel tentativo di incoraggiarlo.

- Sì, hai ragione Sven... - persino Sven, che da quando era scena la notte continuava ad essere stranamente irrequieto aveva più fegato di lui.

Guardò per diversi minuti il suo amico, che di rimando pareva volergli dire “Muoviti! Non voglio stare qui fuori! Non ci voglio stare, ma ti starò comunque vicino!”. Da quando era tramontato il sole aveva cominciato ad agitarsi, continuando a guardarsi intorno come se di lì a poco dovesse succedere qualcosa di terribile. Kristoff decise che non era quello il momento per pensare a Sven ed alle sue strane paure notturne, aveva qualcosa di più importante da fare.

- Ecco, insomma io... Oh, al diavolo! Mi ero preparato un bel discorso per dirtelo e me lo sono pure dimenticato! Anna... io devo partire... -

Ad Anna parve sgretolarsi il terreno sotto i piedi.

- Tu... cosa?? - sperava di non aver capito ciò che il tagliatore di ghiaccio le aveva detto.

- Anna, io devo partire... lascerò Arendelle. -

Kristoff guardava la principessa con occhi sofferenti, non sarebbe voluto partire, ma quel viaggio era stato programmato da quando si era comprato la sua slitta, inoltre non poteva far altrimenti.

Anna si allontanò dal ragazzo. No, non era vero. Di sicuro era uno scherzo! Un modo per vendicarsi di avergli riso in faccia quel pomeriggio... sì, era senz'altro andata così!

- Ahahah, divertente Kristoff! Lo sai c'ero quasi cascata! Tu non lasceresti mai Arendelle, anche perché poi non ci sarebbe più nessuno ad occuparsi dei tuoi “amici esperti in Amore”. - riprese la ragazza allontanandosi ancora.

Kristoff prese la principessa per un polso e l'avvicinò a se stringendola tra le sue braccia.

- Anna... non è uno scherzo... devo partire per davvero... -

Kristoff strinse la rossa ancora più forte, mentre questa si stava divincolando da quell'abbraccio, dall'abbraccio dell'uomo che era certa fosse il suo vero Amore.

- Ti prego... dimmi che non è vero... - cominciò la rossa con la voce carica di tristezza, ricambiando quell'abbraccio che ormai aveva capito, non avrebbe avuto modo di sentirlo per parecchio tempo.

- Mi dispiace... - riprese Kristoff accarezzandole i capelli – Purtroppo non ho molte alternative... -

- Ho fatto qualcosa di sbagliato per caso?? - chiese Anna cercando di capire se stesse lasciando il regno a causa sua.

- NO! Non lo pensare neppure! Non è assolutamente colpa tua! - Kristoff prese il volto della principessa tra le sue mani.

- E allora perché... perché te ne vuoi andare... -

Kristoff prese un bel respiro prima di rispondere.

- Sai la slitta che hai distrutto? - Anna annuì, non capendo cosa centrasse la slitta con il fatto che Kristoff dovesse partire – Ecco... quella slitta doveva ancora finire di essere pagata, prima di incontrarti pensavo di pagarla a rate con il mio lavoro ma... avendola distrutta l'uomo che me l'ha venduta non si fida più e vuole che lo paghi subito... -

- È solo per questo che te ne vai? - chiese Anna, vedendo una speranza di non far allontanare l'uomo da lei.

- Certo! Cosa pensavi che ti avrei mollato qui, in lacrime, sapendo che tua sorella mi avrebbe rincorso per tutto il reame e trasformato in un ghiacciolo se non ci fosse stato qualcosa di importante dietro? - sorrise guardando con occhi amorevoli la ragazza.

- Ma allora non ci sono problemi! Non c'è bisogno che tu parta! - rispose entusiasta la rossa, mettendo le braccia intorno al collo del montanaro.

- Come non ce n'è bisogno? Anna hai capito quello che ho detto, vero?- chiese il biondino guardando confuso la ragazza.

- Certo che sì! Non sono mica stupida! La slitta che ti ho rotto deve essere pagata e tu vorresti partire per pagare il debito con l'uomo che te l'ha venduta. Ma non c'è bisogno che tu te ne vada per pagarlo. - concluse la giovane, mettendo su il broncio per la poca fiducia che il ragazzo dimostrava riguardo le sue capacità.

- E sentiamo, come la potrei pagare la slitta se resto qui? - chiese il giovane alzando un sopracciglio e guardando la principessa, una cosa gli era venuta in mente, ma non voleva credere che la rossa avrebbe davvero pensato che accettasse una simile eventualità.

- Te la pagherò io! - disse la rossa con un sorriso smagliante.

Kristoff incrociò le braccia sotto il petto e guardò male la principessa.

- Non se ne parla! - affermò sicuro.

- Cosa? E perché no??? - perché Kristoff non voleva accettare il suo aiuto?

- Perché non posso accettare che paghi anche la vecchia slitta! Il patto era che me ne avresti data una nuova, non che avresti pagato anche quella! -

- Sì, lo so ma... -

- Anna... - Kristoff intrappolò nuovamente tra le sue braccia la rossa – Io voglio stare con te... Non vorrei partire ed allontanarmi ma... Non posso accettare nemmeno che paghi tu al posto mio. Se il destino vorrà che un giorno costruiremo un futuro insieme, magari dopo che avremo avuto modo di conoscerci meglio... - Anna sorrise a quella frecciatina, era uno degli argomenti che intavolavano il più delle volte quando si incontravano – Non voglio che la gente quando mi vede per strada dica “Guardate là, Kristoff l'uomo della principessa Anna che fa pagare i propri debiti alla casata Reale!” o anche “Guardate là c'è Kristoff! Povera Regina Elsa, prima la sorella le chiede di benedirla con un furfante che ha tentato di uccidere entrambe, ed ora le chiede di benedirla con una sanguisuga che fa pagare i propri debiti al Regno!”-

- Non credo che la gente sia così crudele... e poi comunque hai fatto molto per noi! Il minimo è aiutarti se possiamo... -

- Anna, no... le persone dopo una dozzina di boccali di birra e vino cominciano a parlare anche troppo e il più delle volte, ciò che ne esce sono insulti e discorsi che vorrei evitare di dirti... Voglio poter camminare per le vie della città a testa alta, non come il sostenuto della principessa! -

Seppur a malincuore Anna capì ciò che stava cercando di dirgli Kristoff, solo che non voleva che se ne andasse...

- Quando parti? - chiese la rossa in un sussurro.

- Appena Olaf arriva.-

- Viene anche lui con te? - E così anche Olaf la lasciava...

- Sì, mi spingerò oltre Arendelle e Olaf vuole vedere cosa c'è oltre le cime di quelle montagne. - sorrise il giovane.

- Capisco... E quanto starai via? - Ormai non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.

- Partendo questa notte... tre o quattro lune al massimo...-

Tre o quattro lune... Era un sacco di tempo, non l'avrebbe rivisto per mesi! Né lui, né Sven e neppure Olaf...

Gli angoli degli occhi cominciarono a pizzicarle, stava per mettersi a piangere e non voleva, non voleva che Kristoff partisse con l'immagine del suo volto in lacrime. La verità è che aveva paura. Era una paura che la tormentava da ormai tre lunghi anni e che qualche mese prima aveva rischiato di ripresentarsi nuovamente nella sua vita. Aveva paura di essere lasciata da sola.

- Anna... -

- Buon viaggio allora... e mi raccomando vedi di portarmi qualche regalo! - sorrise la rossa raggiante, doveva resistere e mantenere quella maschera di ragazza spensierata e felice ancora per un po'.

- Anna io... -

- Ehilà piccioncini avete finitooo?? - chiese Olaf comparendo sulla scalinata del portone.

Mai come in quel momento, Anna fu felice di vedere il suo amico.

- Sì Olaf, vieni pure.- sorrise la principessa al pupazzo di neve, che cominciò ad avvicinarsi alla coppia.

- Oh, bene! Sai tutto quindi! - disse euforico il pupazzo di neve – Partiamo verso una nuova avventura! Non vedo l'ora! Su Sven muoviamoci, anche tu Sven! -

- Il mio nome è Kristoff... -

Olaf si voltò verso Kristoff e lo guardò socchiudendo gli occhi.

-... uhmm... non credo cambi molto e poi è troppo lungo... troppo lungo e troppi nomi da ricordare dopo – Olaf si sistemò la carota – Ad ogni modo muoviamoci! Anna, ti porterò qualcosa di carino al mio ritorno vedrai! - concluse sorridente il pupazzo di neve e dopo aver salutato la principessa si incamminò verso la slitta.

- Sì... mi aspetta proprio un bel viaggio, non c'è che dire... - disse guardando sconvolto il pupazzo di neve che si era già incastrato nel mezzo delle provviste per il viaggio.

Anna rise a quella scena, era certa che Olaf avesse capito il suo stato d'animo e stesse facendo il pagliaccio per tirarle su il morale.

- È meglio che vada ora... -

- Già... -

Anna rimase immobile, così come anche Kristoff indeciso su come salutarla e preoccupato dalla visione di Olaf a testa in giù sulla sua slitta.

- Allora... ci vediamo al mio ritorno... - fece il montanaro allontanandosi e salutandola con le mano.

Anna lo vide allacciare Sven alle briglie e partire spedito verso la sua meta, una meta che li avrebbe allontanati per diversi mesi.

- Fate attenzione... e tornate presto... - sussurrò al vento la giovane principessa, congiungendo entrambe le mani all'altezza del petto.

Anna si voltò e si incamminò lentamente all'interno del palazzo, nella speranza di trovare un po di calore all'interno di quelle mura a lei così famigliari.


Note d'Autore:
Avviso riguardo i contenuti del capitolo.
Questo capito l'ho pubblicato in seguito alla lettura di "SLICE OF LIFE IN ARENDELLE" di
StarFighter  che troverete sempre in questa sezione, quindi se troverete delle similitudini tra i due testi, ora sapete il motivo. :D
Per dirne una, seppur l'ambientazione e il tema è differente, l'idea di tramutare Kristoff in una statua di ghiaccio e di esporlo mi è venuta in seguito alla lettura della storia di StarFighter.

 

  
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