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Autore: FlameOfLife    18/01/2014    8 recensioni
[Law x Kyoko(NuovoPersonaggio)]
Una pasticciona e combina guai di ragazza, dotata dei poteri di un Rogia (frutto Denki-Denki no mi), si ritroverà a navigare insieme alla ciurma di un chirurgo assai noto per i suoi modi sadici di agire.
Ce la farà la nostra cara protagonista ad uscire illesa dalle vendette organizzate al suo indirizzo?
Beh, se anche lei ricorre alle stesse armi, forse il Capitano dei Pirati Heart ha trovato pane per i suoi denti!
- - - - -
Una ff su un personaggio di mia invenzione e Law, con tanto di Pirati Heart e altri pg che appariranno verso metà storia.
Principalmente andrà più sulla comicità (almeno, spero vi faccia ridere :P), ma se ne vedranno anche delle belle!
Vi attende un mix di figuracce, vendette ed intrecci sentimentali.
Ah, ultima cosa prima di lasciarvi alla lettura: vi avverto che mi piace sperimentare, eheh
[Aggiornamenti lenti]
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bepo, Nuovo personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LxK




“Stupido cane del Governo che non è altro! Non poteva farsi gli affaricci suoi e lasciarmi in pace?! Diamine!”

In tarda mattinata, appena sbarcata sull’Arcipelago Sabaody -un’area collocata vicino all’imponente Red Line che, trattandosi di un agglomerato di mangrovie giganti denominate “Yarukiman”, non era segnata da alcun Log Pose-, avevo percepito nell’immediato che sarebbe accaduto qualcosa di problematico, ma mai avrei pensato di essere sfortunata a tal punto da incontrare di persona uno dei tre Ammiragli della Marina militare, Borsalino Kizaru, con tanto di marines al seguito, intento a farsi un giretto per la zona alla ricerca delle Supernova presenti.

“Ed io che speravo di riuscire a sbrigarmela in fretta, per poter ripartire subito… Al diavolo lui e la mia solita sfiga!”

Malgrado le fitte di dolore derivanti dalla ferita subita alla spalla destra, che si accentuavano ad ogni mio singolo movimento, continuai imperterrita a correre il più velocemente possibile tra i vari vicoli poco trafficati per porre maggiore distanza tra me ed i nemici.

Raggiunsi il confine della città in breve tempo, ritrovandomi ai pressi di una radura seminascosta da folti cespugli da dove provenivano alcune urla. Incuriosita da ciò, mi arrestai un momento per comprendere la situazione e, al col tempo stesso, recuperare fiato.


???: Sei un fottuto chirurgo da quattro soldi!! Vedi di non metterti più sulla mia strada!!

???: Calma, Eustass-ya. Perfino un individuo dalla tua scarsa intelligenza dovrebbe sapere che, sbraitare come un ossesso, non giova per niente alla salute… Siediti e rilassati

???: Non azzardarti a darmi ordini, bastardo, altrimenti ti ammazzo seduta stante!!

???: Quindi, tendi a ringraziare così una persona che ti ha generosamente offerto una mano ed un consiglio medico? Non sei affatto gentile, sai? Fufufu

???: Di’ un’altra parola ancora, e spaccherò a suon di pugni quella faccia da schiaffi che ti ritrovi!!

“Siamo sul nervosetto andante, eh?”

Nell’immaginarmi la probabile espressione furibonda del tipo starnazzante, mi venne da ridacchiare tra me e me. Comunque sia, giacché in tal posto non tirava aria buona, decisi di deviare percorso incamminandomi da tutt’altra parte. Tuttavia, non accorgendomi di una maledetta radice sporgente, che mi fece inevitabilmente inciampare, urlando ruzzolai giù per la collinetta verso i tipi strambi volutamente evitati giusto un istante prima.

Poco prima di attivare i miei poteri per evitare di schiantarmi chissà dove, qualcosa mi fermò ed attutì la caduta. Mezza stordita, riaprii gli occhi e mi raddrizzai di busto, controllando di non aver apportato ulteriori danni alla ferita pulsante; per fortuna era rimasta quasi nel medesimo stato, soltanto la testa mi girava leggermente.


Io: Cavoli, che botta! Ma devono capitare tutte a me, oggi!?

Sbuffando contrariata, diedi una veloce sistemata ai vestiti e rialzai il cappuccio della felpa blu scuro con cerniera -alzato in precedenza per depistare chiunque m’inseguisse-, onde evitare di farmi riconoscere da alcuno.

???: Urgh… Che cazzo è stato!?

All’improvviso, il terreno sotto il mio fondoschiena cominciò ad oscillare con movimenti bruschi ed irregolari. Fu solo allora, che mi accorsi di essere comodamente seduta sulla schiena di un giovane ragazzo.

“Oh, ora mi spiego perché il prato sembrava bello morbido, eheh”

Alzatami con un rapido balzo, presi a studiare l’aspetto del povero malcapitato appena travolto dalla sottoscritta, il quale si stava lentamente riprendendo: carnagione chiara, quasi pallida; capelli corti di un rosso acceso, sparati in aria a forma di fiamma; occhi scarlatti circondati da un tratto nero; niente sopracciglia; naso particolarmente sottile, pure storto, e fisico ben scolpito che lasciava intravedere i suoi possenti muscoli.

Dal suo abbigliamento stravagante, si capiva che doveva trattarsi di un soggetto particolare. Indossava: occhiali da aviatore sulla nuca; pelliccia lunga tendente al marrone-rossiccio tenuta aperta, avente delle borchie sulle spalle; pantaloni neri dal motivetto giallo alquanto bizzarro; stivali marroni scuro; due cinture, di cui una verde con la fibbia raffigurante un quadrifoglio, mentre l’altra blu composta da un nastro; due braccialetti d’oro ai polsi, e una bandoliera che parte dalla spalla destra per andare ad allacciarsi alla vita, dove vi sono contenuti un pugnale con elsa in stile giapponese e una pistola a pietra focaia.

Infine, fattore che mi fece sbattere diverse volte le palpebre e chiedermi mentalmente se non necessitassi di un paio d’occhiali, fu l’aver notato le sue unghie laccate di nero e le labbra di un intenso color viola.


“Fermi tutti. Non si tratta di rossetto, vero?”

???: Oy, Kidd, stai bene!?

Il suo amico lo affiancò per aiutarlo a risollevarsi. A differenza del primo, la sua carnagione era più scura, i capelli biondi arrivavano fino ai fianchi e il fisico, seppur allenato, era ben proporzionato. Teneva: un casco bianco a strisce azzurrine con numerosi fori a coprirgli il viso; camicia nera con pois bianchi, sbottonata all’altezza del petto; pantaloni azzurri; fascia rossa legata attorno alla vita e, ai polsi, delle specie di guanti metallici ai quali vi erano attaccate due lame falciformi rotanti -che, molto probabilmente, riponeva nelle fodere legate al fianco destro quando non la situazione non richiedeva il combattere-.

“Per una qualche strana ragione, mi sembrano famigliari. Che mi sia capitato di vederli in passato?”

???: Secondo te, puoi star bene dopo che almeno 70 kili ti sono piombati addosso!?

“Mmh, forse sono… Come, scusa!?”

Realizzando ciò che le mie orecchie avevano udito, socchiusi gli occhi con fare glaciale. Se prima riservavo una minima intenzione di conversare civilmente per scusarmi dell’increscioso accaduto, adesso le mie scuse erano andate bellamente a farsi benedire.

Io: Per tua informazione, io non ne peso manco sessanta, IDIOTA!

Entrambi si voltarono all’unisono verso di me, uno guardandomi confuso –o, almeno da come piegò la testa nascosta dal casco, così mi parve-, l’altro prendendo ad incenerirmi sempre più indurendo lo sguardo ad ogni secondo che passava. Si erse bello eretto, sovrastandomi di almeno una spanna o due -stesso fatto valeva per il biondino- e puntandomi contro un dito del braccio sinistro non infilato nella manica dell’indumento.

???: TU! Allora è colpa tua! Come hai osato!?

Io: Ehi, sono inciampata e poi caduta. Non l’ho fatto mica apposta, eh!

???: E così, vorresti farmi credere di avermi preso in pieno per puro caso!? Con tutto questo spazio!? Sicuro!

Io: Questa è la verità, libero di non credermi. Cosa potevo farci, se eri in mezzo alla mia discesa? Per di più, grosso come sei, sarebbe stata comunque un’impresa ardua evitarti anche volendolo

Dietro di me, ad un paio di metri di distanza, qualcuno se la sghignazzò di gusto ma, poiché la testa rossa prese ad avvicinarmisi minacciosamente iniziando quasi a fumare dalla rabbia, prestai maggior attenzione a lui.

???: Io.non.sono.grasso!

Io: Non mi pare di aver affermato nulla di simile… non direttamente, per lo meno

Mi squadrò per qualche secondo poi, da come scoppiò a ridere, presumibilmente non dovette aver compreso il significato della mia affermazione e, di conseguenza, si era ricreduto sul fatto che gli avessi dato del grasso.

???: Ho capito cosa volevi fare, ma non c’era bisogno di giungere a tanto!

Perplessa per l’andamento del discorso, alzai un sopracciglio e gli chiesi delle delucidazioni a riguardo.

???: Tu volevi cadermi tra le braccia! Lo so, lo so, faccio questo effetto a tutte voi donne arrapate, soprattutto grazie ai pettorali che mi ritrovo, ghiahahahah

“Grandioso. Fra tutti, dovevo proprio imbattermi con uno dall’ego smisurato?”

Io: Certo, mi metto a rotolare a caso per le colline perché sono rimasta talmente ammaliata da codesta bellezza, da non riuscire nemmeno a reggermi in piedi. Non per dire ma, tecnicamente parlando, non sono caduta fra te tue braccia, bensì sulla tua schiena… Sai, sei bello comodo come sgabello, eheh

Furibondo, caricò un bel destro per sferrarmelo dritto nello stomaco, tuttavia il suo amico intervenne prendendolo e strattonandolo per il braccio, riuscendo in tal modo a farlo desistere e calmare in parte.

???: Vedi di tenere a freno la lingua, se no avrò il piacere di staccartela personalmente. E tu, pezzo di merda, smettila di ridertela se no, appena avrò finito con questa qui, concerò per le feste anche te!

Inclinò il capo leggermente a sinistra, posando il suo sguardo dietro di me, il che mi fece voltare a mia volta.

Accanto ad una mangrovia, vi era un orso bianco in piedi sulle zampe posteriori, con tuta arancione e stivali marroni, insieme ad un altro ragazzo appoggiato al tronco con le braccia conserte e una gamba piegata.

Portava: un cappello bianco maculato marrone scuro; felpa gialla con cappuccio e maniche nere sulla quale vi era raffigurato un Jolly Roger; jeans azzurri dal motivetto simile al copricapo e scarpe scure a punta. Teneva, tra le sue mani e sostenuta sulla spalla sinistra, una Kikoku -una spada piuttosto lunga e grande simile alla classica nodachi a due mani-, con la guardia ricoperta da pelliccia bianca e una cordicella rossa arrotolata vicino all’apertura da dove partivano diverse croci bianche che percorrevano tutto il fodero nero.

Quel tipo aveva stampato in viso un ghigno di puro divertimento e, non appena i nostri sguardi si incrociarono, mi parve addirittura di vederlo allargarsi.

Non feci molto caso al suo aspetto fisico, poiché mi persi per un frangente nei suoi occhi; c’era qualcosa in lui che aveva svegliato improvvisamente la mia curiosità, sebbene non seppi spiegarmi il motivo.

Mi ripresi dai miei pensieri solo quando il rompiballe di prima aveva preso a chiamarmi in continuazione, ricordandomi che esisteva pure lui. Annoiata, mi rigirai.


Io: Cosa c’è, ancora?

???: Sei fortunata, ragazzina. Oggi sarò magnanimo, quindi farò finta di non aver sentito nulla, ma devi rimediare al torto che mi hai fatto

Io: Sentiamo, cosa vuoi? Ti avviso, in questo momento sono a corto di soldi

???: Oh, non è un problema. Ci sono ben altri modi che una donna può usare per farsi perdonare dal qui presente

Ghignando maliziosamente, iniziò a scansionarmi da capo ai piedi. Meno male che la felpa mi era bella comoda e che indossavo pantaloni bianchi a pinocchietto e scarponcini neri, così non poté studiarmi scrupolosamente da depravato quale pareva essere.

???: Beh, anche se non hai in mostra molto, sembri una bella bambola. Perché non vieni con noi per spassarcela un po’? Ci facciamo una bella bevuta e molta compagnia

Al solo immaginarmi ciò, inorridii a tal punto da farmi comparire la pelle d’oca.

Io: Desolata, ma mi vedo costretta a rifiutare. Preferisco morire seduta stante, piuttosto che seguire un pazzo, permaloso e maniaco come te. Inoltre, ti sei mai visto allo specchio? Manco io che sono una ragazza mi trucco con quintali di prodotti… sembri una Drag Queen

Questa volta, dalla vena che cominciò a pulsargli energicamente in fronte, compresi di avergli fatto perdere completamente le staffe, e non fui l’unica.

???: Pessima mossa, sorella. Adesso non riuscirò a fermarlo nemmeno io

˜˜˜˜˜
Nelle vicinanze, nel frattempo…

???: Capitano, cosa facciamo? Non sarebbe meglio intervenire?

A tale domanda l’interpellato, intento a seguire la vicenda senza distrarsi un singolo istante, increspò maggiormente l’angolo destro della bocca verso l’alto.

???: Non è affatto necessario. Per di più, sono curioso di vedere come se la caverà

˜˜˜˜˜
???: CON CHI CREDI DI STAR PARLANDO, BASTARDA!? SONO UNO DELLE DODICI SUPERNOVA ED IL PIU’ FORTE! NON MI FACCIO METTERE I PIEDI IN TESTA DA NESSUNO, SOPRATTUTTO DA UNA MOCCIOSA INSIGNIFICANTE COME TE!!!

“Dunque è questo che pensi sul mio conto, eh? D’accordo, allora vorrà dire che non ti dispiacerà se mi divertirò ancora un po’ con te, ah?”

Con un’idea balenatami in mente, lo scrutai con fare fintamente interrogativo.

Io: Scusa ma, sei sicuro di ciò che affermi?

???: E con questo cosa cazzo vorresti insinuare!?

Io: Molto strano… Mi ricordo il viso, il nome e il soprannome di quasi tutte le supernove: Portuguese D. Kyoko “Lampo Giallo”; Monkey D. Rufy “Cappello di Paglia”; Roronoa Zoro “Il Cacciatore di Pirati”; Trafalgar Law “Il Chirurgo della Morte”; Jewelry Bonney “Pozzo senza fondo”; X Drake “Bandiera Rossa”; Basil Hawkins “Il Mago”; Scratchmen Apoo “Il Ruggito dei Mari”; Urouge “Il Monaco Pazzo”; Capone “Gang” Bege “Padrino”; il tuo amichetto accanto, nonché Killer “Il Massacratore”; tu, invece…

Nel voler dare enfasi alla mia recita -in modo da far innervosire maggiormente quell’energumeno-, presi il mento con una mano, mentre l’altra l’appoggiai sotto il gomito facendo finta di rimuginare sulla sua identità.

Io: …non riesco proprio a focalizzarti

???: Mi pigli per il culo!? Io son-

Tesi una mano di fronte a me per zittirlo.

Io: Ma nooo, che smemorata che sono! Sei Eustass “Capitano” Kidd! Devo aver avuto un vuoto di memoria, per essermi dimenticata della tua faccia da travestito, eheh

Grazie al mio haki, riuscii ad evitare tutti i suoi attacchi senza il benché minimo sforzo. Dopo cinque minuti abbondanti, si fermò per riprendere fiato.

Kidd: Fottuta! Chi diavolo sei!? E come hai fatto!?

Come mi ero prefissata, l’avevo fatto ricredere sul mio conto e così, poiché avevo speso fin troppo tempo prezioso, optai con lo sbrigarmi e farla finita.

Io: Segreto. Vi ringrazio per la piacevole chiacchierata, ma altre questioni mi chiamano. Statemi bene, neh!

Kidd: Decido io quanto potrai andartene. KILLER!

Il tipo mascherato, dopo aver attivato le sue lame che presero a ruotare ad una velocità strepitosa, con un balzo si scagliò contro di me.

Da abitudine, usai il mio braccio destro per brandire la mia arma, e il movimento brusco mi provocò molto dolore, tant’è che l’arto cominciò a non rispondere ai mie comandi.


˜˜˜˜˜
???: Capitano! E’ apparsa una macchia consistente di sangue all’altez-

???: Ho notato. Deve essere ferita gravemente… Quando ti do il segnale, prendila con te e corri verso il sottomarino. Tra poco i marines giungeranno, perciò meglio non tergiversare sulla fuga

???: Aye!

˜˜˜˜˜

Killer non aveva perso tempo. Appena accortosi del mio breve momento di distrazione, l’aveva sfruttato al volo per trapassarmi interamente il collo ed il ventre con le sue lame affilate.

Nessuno mi aveva ancora riconosciuta pertanto, sotto lo sguardo allibito dei presenti, videro il mio corpo tornare integro nell’arco di una misera manciata di secondi.


Killer: Frutto del diavolo

Kidd: Ora sì che le cose si fanno interessanti! Vediamo come se la cava se le tiro addosso tonnellate di ferro!

Allietato dalla notizia appresa, volle entrare in scena a sua volta: aprì una mano vero l’alto e, poco dopo, su di noi cominciò a fluttuare qualsiasi oggetto di metallo.

“Vero. Se non erro, lui ha mangiato il frutto che gli permette di controllare il magnetismo”

Io: D’accordo. Visto che non volete ascoltarmi, passerò alle maniere forti.

Con un rapido scatto, atterrai tra Kidd e Killer cogliendoli di sorpresa e, altrettanto velocemente, portai rispettivamente una mano chiusa a pugno ai loro toraci.

Io: Sayonara… denki shock!!!

Rilasciai di colpo l’elettricità concentrata in esse -cercando comunque di contenermi in parte-, spedendoli lontani per qualche metro l’uno all’opposto dell’altro, esattamente contro il tronco delle mangrovie.

Io: Bene, finalmente sono sistemati

Mi girai su me stessa per tornare da dove ero arrivata e continuare in quella direzione, ma notai i due tipi di prima -beh, il tipo e l’animale di prima- che mi stavano osservando ancora. Tuttavia, in quel istante, quel ghigno mi parve diverso da quello precedente, tant’è che non riuscii ad interpretarlo.

In ogni caso, distolsi lo sguardo e continuai a proseguire per la mia strada come se nulla fosse. Compiuto qualche passo, però, mi sentii sempre più debole, finendo più avanti con il rallentare e barcollare; mi sentivo prosciugata d’energie e, come se non bastasse, la spalla divenne più pesante. Ricontrollandola, mi spaventai un bel po’: la felpa si era impregnata del mio sangue, andando ad attaccarsi/seccarsi leggermente alla pelle.


Io: Merda!

In preda ad un attacco di panico, si aggiunse pure un forte giramento di testa e, successivamente, la vista mi si annebbiò. Tentai di raccogliere le ultime forze per rimanere in piedi, ma invano.

???: Bepo, ora!

Un soffio prima di cadere a terra letteralmente di faccia, l’orso con la tuta mi era corso incontro, intercettandomi con un braccio e, dopo avermi sollevata delicatamente da terra e stretta al meglio nel suo abbraccio, partì via di corsa. Volevo intimargli di mettermi giù e lasciarmi stare eppure, stanca com’ero, non riuscii a fare nulla se non a rimanere immobile; la sua pelliccia era talmente morbida e calda che, meccanicamente, mi ci abbandonai sopra come se fosse un confortante giaciglio, permettendo ad un perfetto sconosciuto di toccarmi e cullarmi.

L’ultima cosa che intravidi chiaramente prima di perdere i sensi fu il suo compagno che, nel correre, si era voltato per un breve istante verso di noi, guardandomi intensamente e con tanto di ghigno sulle labbra.

Sebbene lo avessi appena incontrato, pensai subito che quel ghigno dovesse rappresentarlo più di ogni altra cosa.








Angolo autrice ^^:

Sciau a tutti!
Eccomi qui ad incimentarmi con una nuova storia, per di più una long! :3

Questa ff l'ho scritta un pò di tempo fa -iniziata per gioco con una mia amica- e, dato che sta diventando un vero "progetto", ho deciso di pubblicarla su EFP per vedere se oltre alle persone che mi conoscono, il mio piccolo esperimento possa piacere anche a voi ;)

Ho già un pò di capitoli scritti, quindi non avrei problemi ad aggiornare settimanalmente (verso il venerdì sera).
Tuttavia, prima vedrò come va con un paio di essi. Se fa furore -ahah, certo XD- la continuerò, altrimenti... nulla, tentar non nuoce ^^

Ci tengo solo a dir 2 cose, poi ho finito di rompere, lo prometto eheh:
- scrittura stile copione: so che ad alcune non convince molto però, non essendo ancora così brava da non usarlo, ho adottato questo. Comunque, il mio non è proprio a copione. Diciamo una via di mezzo tra esso e la normale stesura :P
- arco di tempo della storia: come avrete capito, il tutto comincia da dopo gli eventi dell'Arcipelago Sabaody.
Qui non ci sarà la guerra di Marineford perchè:
1°- amo Ace, quindi non lo farei mai morire u.u
2°- è una LawxOC, quindi suddetta guerra sarebbe un pò fuori tema. Sfrutterò il fatto che i Mugiwara spariranno dalla circolazione a causa di Kuma e decideranno di allenarsi per far si che non accada più un evento simile.
E, in questo arco di tempo, non si sa cosa abbia fatto realmente Law, eheh

Bene, mi ritiro prima di fare un angolo autrice più lungo del capitolo XD.

Kiss :3
Flame

P.S. Il 1° capitolo lo dedico a colei che sopporta le mie pazzie e mi ha convinta a buttarmici dentro.
Arigatou, FedeAle1525 <3
  
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