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Autore: Maharet    07/06/2008    7 recensioni
Ginevra è una ragazza come tante. Forse più bella, forse più sola delle altre. Ma la sua vita in fondo è normale. Finché non incrocia due occhi verde muschio che la cambieranno per sempre. 'Lanciò uno sguardo disinteressato a sorvolare le nostre teste. Poi i suoi occhi si posarono su Ginevra, e non si mossero di lì. Non che fosse una grossa sorpresa, in realtà. Tra di noi lei spiccava come un raggio di sole in una mattinata uggiosa. Ma quello che forse solo io notai, con immenso stupore, fu che Ginevra ricambiava lo sguardo. Voltai appena la testa e la trovai come paralizzata, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa in un leggero ansito. E capii che qualcosa era passata tra quei due.'
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginevra si sollevò pigramente dal letto sfatto, guardandosi intorno. La stanza era grigia ed anonima, ma almeno sembrava pulita. La sera prima era talmente stanca che a stento aveva trovato la forza di sfilarsi i pesanti anfibi neri prima di crollare addormentata, ancora vestita. Si trascinò fino al bagno, sentendo ogni muscolo urlare di dolore. Di un paio di questi, per inciso, non era mai stata neppure consapevole dell'esistenza, prima di allora. Si sfilò la felpa, cercando di ignorare i lividi bluastri sulle braccia abbronzate, e si lavò velocemente il viso con l'acqua gelida. Sollevandosi incontrò il suo riflesso, e non poté fare a meno di sobbalzare di fronte a quell'immagine inconsueta. Si passò una mano tra i capelli cortissimi, chiedendosi se si sarebbe mai abituata alla nuova sé stessa. Dallo specchio le restituiva lo sguardo un'estranea. Una ragazza che portava sul viso i segni di un paio di pugni ben assestati. Il taglio sul labbro almeno non sanguinava più, constatò con soddisfazione. E il livido sullo zigomo destro era quasi impercettibile sotto il fondotinta. Con attenzione estrasse dal beauty-case una matita nera e tracciò una riga precisa intorno agli occhi azzurri. Sorrise alla ragazza che la fissava dallo specchio. Perché, nonostante in quel momento nemmeno sua madre avrebbe potuto riconoscerla, sentiva nel profondo del cuore di aver trovato, finalmente, sé stessa.

Il sorriso sparì immediatamente non appena avvertì che qualcuno stava aprendo la porta della stanza. Con un balzo afferrò il coltello che portava legato al polpaccio sinistro, e uscì dal bagno. Appena vide di chi si trattava tuttavia si rilassò, e riponendo l'arma nel fodero si mosse verso il nuovo venuto.

  • Buongiorno Rafael...

Il ragazzo le rivolse uno dei suoi rari sorrisi. I vestiti stropicciati, gli stessi del giorno prima, e l'accenno di barba sulle guance indicavano che nemmeno lui aveva perso molto tempo a prepararsi. Si avvicinò alla ragazza e le afferrò con una certa rudezza il mento, voltandole il volto verso la luce per esaminare le ferite. Lei non si offese, ormai si era abituata ai suoi modi. Sobbalzò solo quando lui le passò il pollice caldo sul labbro rotto, in una specie di carezza involontaria.

  • Ti fa ancora male?

Anche a questo si era abituata. Rafael era totalmente inconsapevole dell'effetto che aveva su di lei. Pareva non rendersi conto di quanto la sconvolgessero i suoi occhi color muschio ogni volta che si soffermavano sul suo viso, anche solo per un istante. Di quanto accellerasse il battito del suo cuore quando le sue mani fredde la sfioravano.

  • E' quasi guarito ormai... Non devi essere così apprensivo!

Parve infastidito dalla risposta e si allontanò da lei, lasciandola delusa e con il labbro che pulsava nel punto in cui si erano appoggiate le sue dita.

  • Gin, ti ricordo che sei sotto la mia responsabilità. Se ti succede qualcosa dovrò risponderne personalmente!

La ragazza liquidò con un gesto secco della mano quella precisazione inopportuna. Non voleva pensare che in fondo era solo per questo che lui le restava accanto. Era il suo lavoro. Non poteva fingere di non saperlo, ma poteva scegliere di ignorarlo.

  • Quei tre erano degli invertebrati, non sarebbero nemmeno riusciti a colpirmi se avessi avuto il mio coltello!

  • Non ti si sarebbero nemmeno avvicinati, se tu non avessi deciso di andartene a zonzo da sola alle tre di notte! Disarmata, per tua stessa ammissione! Dannazione Ginevra, che diavolo ti è saltato in mente?

  • Avevo fame, e non hanno il servizio in camera da queste parti. Come potevo immaginare che ci fosse un nido proprio nella tavola calda all'angolo? E ora, se non ti dispiace, vorrei farmi una doccia...

Con finta noncuranza iniziò a slacciarsi la pesante fibbia della cintura. Tre, due, uno...

  • Vedi di non annegarci. E chiamami appena hai finito!

Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere la schiena ampia di Rafael sparire oltre la porta, che venne sbattuta quasi con rabbia. Era il modo migliore per porre fine ad una delle sue interminabili prediche: in situazioni di quel tipo si imbarazzava come un ragazzino.

  • Stupido...

Canticchiando a mezza bocca, chiuse a chiave la porta della stanza mentre si sfilava con gesto distratto la canottiera e i jeans strappati. Senza concedersi di incrociare di nuovo lo sguardo della sconosciuta dello specchio aprì il getto della doccia e lasciò che l'acqua calda le togliesse di dosso un po' della stanchezza che ormai le aderiva addosso come una seconda pelle.


Rafael rientrò nella sua stanza bestemmiando a mezza voce. Maledetta testa calda, si sarebbe fatta ammazzare entro pochi mesi se non si dava una calmata! Gli prudevano le mani dalla voglia di prenderla a sberle...

Tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans un vecchio e malconcio telefono cellulare e scelse un numero dalla lista delle chiamate perse. Una voce ansiosa rispose al primo squillo.

  • Rafael, ho tentato di chiamarti almeno dieci volte stamattina. Che diavolo è successo?

Il ragazzo si lasciò cadere sul letto, senza preoccuparsi di appoggiare gli stivali da cowboy sulle lenzuola pulite. Avrebbe lasciato una mancia extra alla cameriera prima di andarsene.

  • La ragazzina ha fatto un giretto fuori programma stanotte. Ha avuto un incontro ravvicinato con una nidiata di Gregari.

La donna all'altro capo del filo emise un gemito strozzato.

  • Quanti erano?

  • Soltanto tre grazie a Dio...

  • Beh, è andata bene allora, per te deve essere stata una passeggiata eliminarli!

Rafael si grattò il mento, indeciso su come proseguire il discorso. Teoricamente avrebbe dovuto tenerla d'occhio 24 ore su 24, ma non poteva certo dividere la stessa stanza con lei. Aveva solo sedici anni, ma era pur sempre una donna, possibile che nessuno sembrasse ricordarlo?

  • Veramente... io non ero con lei...

  • CHE COSA???

L'urlo gli perforò un timpano, nonostante avesse provvidenzialmente allontanato il telefono dall'orecchio appena in tempo.

  • L'hai lasciata uscire da sola? Lo sai che possono sentire il suo odore, è come una calamita per i demoni in questo momento! Piuttosto, come ha fatto a scappare?

  • Non è che sia proprio scappata, lei... li ha fatti fuori ecco!

All'altro capo del filo la sua interlocutrice era ammutolita. Poteva sentire solo il ritmo accellerato del suo respiro.

  • Rafael... mi stai dicendo che ha eliminato tre Gregari da sola, senza il tuo aiuto?

Con la mano libera il ragazzo estrasse l'ultima sigaretta da un pacchetto malconcio e se la portò alle labbra. Non gli piaceva la piega che stava prendendo la conversazione.

  • E' stata fortunata...

  • Lei come sta?

Fece scattare la fiamma dell'accendino d'argento e prese una profonda boccata di fumo. La nicotina lo aiutava sempre a calmarsi.

  • Un paio di lividi e un labbro rotto.

  • Allora non è stata solo fortunata, e tu lo sai meglio di me.

Senza rendersene conto Rafael stritolò con la mano destra il pacchetto vuoto.

  • Erano giovani...

  • Erano demoni, ed erano tre! Gabriel mi aveva detto che era forte, ma non pensavo...

Il ragazzo spense con un gesto nervoso la sigaretta nel portacenere accanto al letto e contò fino a dieci per non perdere definitivamente le staffe. Non voleva pensare a quello che aveva provato quando aveva sentito la presenza dei tre mostri e, corso in camera di Ginevra, l'aveva trovata vuota. Né al viso sconvolto e sanguinante della ragazza quando finalmente l'aveva trovata, accasciata a terra tra le ceneri dei Gregari, in quel vicolo buio.

  • Monique, cristo, ha solo sedici anni!

  • Tu non eri molto più vecchio di lei. E, se non ricordo male, hai creato un sacco di problemi al tuo Guardiano! Che male c'è se accetta il suo destino? Non manca molto ormai...

Si passò una mano sugli occhi stanchi. Almeno lei non era scappata come aveva fatto lui a suo tempo. Ma era proprio questo che lo spaventava.

  • Se si fa ammazzare da loro sarà stato tutto inutile!

  • Non succederà, se farai bene il tuo lavoro. E per l'amor di Dio, smettila di preoccuparti così per lei. E' una Predestinata, ed è particolarmente dotata. Ce la farà.

La bocca del giovane assunse una piega amara.

  • Credevo che preoccuparmi per lei facesse parte dei miei compiti...

  • Il tuo compito è insegnarle quello che deve sapere, e proteggerla fino al momento del cambiamento. Se permetti alle tue paure di prendere il sopravvento metterai solo in pericolo le vite di entrambi. Ora dov'è?

Rafael si riscosse, guardando il pesante orologio che portava al polso. Era passata quasi mezz'ora da quando aveva lasciato la stanza di Ginevra.

  • Si sta cambiando. Sarà meglio che vada a dare un'occhiata, comunque... Ma non potevano affidarmi un ragazzo? Sarebbe stato tutto meno complicato!

Monique ridacchiò, ripensando a come lei stessa si fosse trovata a pensare le stesse cose, tanti anni prima. Quando Rafael era solo un ragazzino, e il più bel Predestinato che avesse mai visto.

  • Dovresti farti passare certi pensieri. Non ha detto tu stesso che è solo una ragazzina?

Certo, e lo confermava. Soltanto una ragazzina pestifera, che gli stava causando una quantità enorme di grattacapi. Però... chi l'avrebbe detto, la prima volta che l'aveva vista, che sarebbe diventata un tale splendore?

  • Ciao Monique...

Chiuse la comunicazione e si passò una mano tra i capelli annodati. Avevano decisamente bisogno di una lavata. Compose velocemente un altro numero sulla tastiera.

  • Che vuoi?

Sempre gentile la piccola. E dire che quando era andato a prenderla gli era sembrata una bambolina dolce e beneducata. Quanto possono ingannare le apparenze...

  • Mi faccio una doccia anche io, pensi di riuscire a non cacciarti nei guai per i prossimi venti minuti?

  • Farò il possibile... hai bisogno di una mano a lavarti la schiena?

Buttò giù il telefono senza darle la soddisfazione di una risposta. Sembrava che si divertisse da matti a provocarlo. In momenti come quello aveva una voglia pazza di strozzarla.

Un lieve ronzio lo riscosse dai suoi pensieri omicidi. Sul display lampeggiava il segnale di un messaggio ricevuto. Lo aprì incuriosito.

'Ho esagerato. Scusa. Dopo mi porti a fare colazione?'

Sorrise intenerito. Quella maledetta manipolatrice sapeva esattamente quando stava tirando troppo la corda, e come rabbonirlo.

'Scuse accettate. Aspettami in camera.'

Di colpo di buonumore si spogliò e fischiettando si buttò sotto la doccia. In fondo il suo primo incarico come Guardiano avrebbe potuto andare decisamente peggio. Avrebbe potuto trovare uno come lui, ad esempio!

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Angolino dell'autrice:

Caspita, nove recensioni, ed è solo il prologo! Vi confesso che mi avete spiazzato, non credevo davvero che avrebbe avuto tanto successo! Come vi avevo anticipato da questo capitolo lo stile cambia radicalmente, diciamo che il prologo aveva la funzione di spiegarvi com'era Ginevra PRIMA che succedesse qualcosa che ha cambiato un bel po' le cose. Ovviamente non vi svelo nulla, più avanti nella storia si capirà meglio cosa è successo nel frattempo. Ed ora vai con le risposte alle vostre recensioni:

Eylis: non so più cosa dire oltre a quello che ti ho scritto nella mail, ma ci tenevo a ribadire che per me è davvero gratificante che ti piaccia quello che scrivo. I tuoi racconti sono bellissimi, e affrontano tematiche molto profonde, quindi a volte mi sembra di scrivere storielle al confronto! Spero che continui a piacerti anche il nuovo stile della storia, per quanto riguarda l'originale di cui ti parlavo spero di riuscire a trascriverla a breve, anche se passo in media 9 ore al giorno al pc in ufficio e la sera la voglia di riattaccarmici è quasi nulla...Ad ogni modo, ovviamente, sarai la prima a leggerla! Ciao, alla prossima!

Clarinetto: mi dispiace molto per l'inconveniente, ho ricontrollato ma sul mio pc la pagina non era deformata, così non ci ho pensato... Comunque stavolta li ho limitati, fammi sapere se hai ancora problemi! Come vedi in questo capitolo Ginevra è cambiata molto, più avanti si scoprirà meglio il perché. Al prossimo capitolo, baci!

Ellemyr: spero di non averti fatto attendere troppo, e soprattutto che ti piaccia anche questo chap. Fammi sapere!!!

Saphira87: ed ecco la prima delle mie fedelissime di Moonlight che inizia la nuova storia! Sono molto felice che il prologo ti abbia incuriosito in maniera inconsueta (anche io mi Edwardizzo a volte!), spero che il nuovo stile ti piaccia altrettanto! Un bacio bella!

Sophonisba: la narratrice del prologo non è un personaggio vero e proprio, nelle intenzioni doveva incarnare gli occhi con cui il mondo, ossia una qualunque compagna di scuola, vedeva Ginevra. Giudicando sulla base di ciò che sapeva di lei, cioè quasi nulla! Da questo chap invece le cose cominciano a vedersi con gli occhi della protagonista e di uno dei personaggi principali, e dovrebbero chiarirsi un po'. Ne approfitto per ringraziarti anche per la recensione a 'Pallottole d'argento', è stata la mia prima incursione nel mondo del sovrannaturale e ci sono parecchio affezionata! A presto, 1bacio!

Emily Doyle: eccoti accontentata, spero che il primo capitolo non ti abbia deluso! Fammi sapere cosa ne pensi ok?

Lupacchiotta89: allora, sono riuscita a sorprenderti? A quanto pare né Ginevra né Rafael sono quello che sembravano all'inizio! Sarà che quando si vedono le cose dall'esterno spesso ci si inganna... Sono felicissima di rivederti tra le recensioni, e soprattutto che la nuova storia ti piaccia già! Anche perché, lavoro permettendo, ho idee per circa una ventina di capitoli...

AliceCullen93: come vedi i problemi tecnici sono stati risolti brillantemente, e (non so nemmeno io come ho fatto) sono riuscita ad aggiornare ben tre storie in soli due giorni! Ovviamente i tuoi complimenti mi fanno sempre arrossire, commuovere, etc etc, quindi continua su questa strada! Spero che ti piacciano i nuovi personaggi, io già mi ci sto affezionando...

_sefiri_: sei stata fortunata, hai iniziato la nuova storia proprio il giorno prima dell'aggiornamento settimanale! Spero ti sia piaciuto anche questo chap, un bacio!





   
 
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