Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: ChiaStyles97    03/02/2014    18 recensioni
“Ho visto lo sguardo che cerchi di nascondere ogni volta che si accenna al nuoto. Perso e felice” mi interruppe “Lo stesso che avevi questa mattina. Si tratta di decisioni tue. Ma almeno dimmi qualcosa che sia reale”
Il suo tono non accusatorio mi disorientava.
Scossi ripetutamente il capo, incapace di rispondere. Il naso cominciò a pizzicarmi, le lacrime ad inumidirmi gli occhi.
“E se io non volessi essere reale?” ribattei, fermandomi “Quello che voglio è svegliarmi e rivedere Nicholas”
Un sapore salato mi punse la lingua.
Mossi qualche passo in avanti, rivolgendo lo sguardo verso il parco che segnalava che avevamo quasi raggiunto casa.
“Voglio che le cose tornino come prima, come quando la mia vita aveva un senso” la mia voce mi arrivò spezzata alle orecchie “Ma questo non accadrà, Zayn, ed è tutta colpa mia. Solo colpa mia”
Mi morsi il labbro così forte da cominciare a sentire il sapore delle lacrime mescolarsi a quello del mio sangue. Mi fermai ancora una volta, gli occhi fissi in quelli scuri di lui.
“Colpa tua?” distinsi a mala pena la sua voce così fioca.
“Mio fratello, l'incidente" mormorai.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"But we are gonna stop
by drinking all cheap bottles of wine,
sit talking up all night,
saying things we haven’t for a while"

The Script - For the forse time


 
“Mmm questo non mi convince, devo prendere qualcosa di più corto se voglio fare colpo su Louis” Bec si osservava allo specchio di quello che era probabilmente il decimo negozio in cui aveva voluto ‘fare un salto’.
“Come se ne avessi bisogno” le urlai io dal camerino mentre mi tiravo su la zip di un vestitino nero eccessivamente attillato.
Ero quasi stata costretta da Bec, Claire e Sam a recarmi con loro in giro per negozi per comprare tutte insieme un vestito da mettere alla festa di fine estate di Liam, che sarebbe stata la sera dopo.
Neanche Claire in realtà sembrava molto entusiasta della cosa, ma Sam e Bec ci facevano provare vestiti su vestiti e i loro sguardi, al contrario dei nostri, si illuminavano ogni volta che entravamo in un nuovo negozio.
“Hai intenzione di imboscarti con Louis nonostante ci sarà anche tuo fratello?” le chiese Sam mentre usciva da uno dei camerini con indosso un vestito troppo grande per lei.
Bec scrollò le spalle “Tanto sarà ubriaco come al solito”
“Non dovresti dire così, Bec” la rimproverò Claire che stava tentando di rimanere in equilibrio sui 12 centimetri di tacco che Sam l’aveva costretta a provare “Sei molto fortunata ad avere un fratello del genere” proseguì sospirando con sguardo perso.
Ovviamente Bec non riuscì a trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo.
“Jane, come sta andando lì dentro?” mi chiese Sam.
“Non mi sento molto a mio agio a dir la verità” mi studiai allo specchio soffermandomi sull’eccessiva scollatura del vestito, ma non feci in tempo a togliermelo che Bec aprì di scatto la tendina, facendomi sussultare.
Stai benissimo!” mi sorrise radiosa.
“L’hai detto anche per gli ultimi dieci che ho provato” inarcai un sopracciglio mentre cercavo di coprirmi le gambe nude facendo scendere il vestito più che potevo.
“Bè, perché stai bene con ogni cosa che provi” mi sorrise “Comunque se fossi in te prenderei quello grigio che hai provato prima, era perfetto!”
“Ma sembravo una zoccola” ribattei contrariata.
Bec mi guardò quasi scioccata “Non è assolutamente vero!” ma senza ascoltarla rientrai nel camerino, rimisi addosso i miei jeans e afferrai l’unico vestito –bianco e semplice, lungo fino al ginocchio- che mi aveva fatta sentire un minimo a mio agio tra tutti quelli che avevo provato quel pomeriggio e mi misi a sedere accanto a Claire, in attesa che anche Sam e Bec decidessero cosa comprare.
“Alla fine tu quale prendi, Sam?” le chiesi mentre mi rimettevo le scarpe.
“Uhm” sembrò combattuta, come se dovesse prendere una decisione estremamente importante “Credo il primo che ho provato” decise infine.
“Oh” le sorrise Claire annuendo con approvazione “Piacerà moltissimo a...-” ma si bloccò, accorgendosi dello sguardo di ammonizione di Sam.
A…?” la incoraggiai io, indifferente ma allo stesso tempo leggermente curiosa di scoprire il nome che stava per pronunciare.
Jake” completò Bec sovrappensiero mentre raccoglieva da terra i vestiti che aveva seminato, ma subito si mise una mano sulla bocca e il suo sguardo saettò preoccupato da me a Sam.
Jake?” sorrisi a Bec che si era lasciata sfuggire il nome di mio fratello.
Bec!” la rimproverò Sam.
Sam!” lo sguardo di Bec implorava le sue scuse
Mi dispiace, mi è scappato!"
Sam indugiò qualche istante su di lei per poi rivolgersi a me, incapace di nascondere il suo imbarazzo.
“Jake ha una cotta per te” non riuscii a trattenermi con un sorriso raggiante, ripensando a come mio fratello mi aveva più volte parlato di Sam fingendo indifferenza ma senza riuscire a coprire una punta di interesse.
Il volto di Sam si illuminò “Davvero? Te l’ha detto lui?” non riuscì a mascherare la sua curiosità con un sorriso.
“Mi ha detto più volte quanto ti trovi carina e simpatica e credimi, per uno come lui questo è un bel passo avanti” le annuii sorridendo, ma il volto di Sam non era più raggiante.
“Uno come lui…?” mi chiese con una nota di preoccupazione.
“Bè, diciamo che non è un tipo da storie serie” le spiegai pratica “ma solitamente non mi parla mai di ragazze, quindi vuol dire che deve essere davvero interessato” mi affrettai ad aggiungere notando che l’espressione di Sam si era fatta più preoccupata.
“Tu dici?” mi chiese mentre un timido sorriso riaffiorava sulle sue labbra. Annuii rassicurante, alzandomi e dirigendomi insieme a lei, Claire e Bec verso la cassa.
“E tu invece, Jane?” Bec mi mise un braccio intorno alle spalle con la sua solita occhiata maliziosa “Che ne dici di… Liam?”
“Molto simpatico” ci pensai un po’ su “ma non è il mio tipo”
“E Niall?” insistette lei quando ci mettemmo in coda per pagare.
“Non fa per me” dissi semplicemente scrollando le spalle e sorridendo alla vista di Bec che alzava gli occhi al cielo e emetteva uno sbuffo sonoro, senza però perdere del tutto le speranze e cimentandosi in un ultimo disperato tentativo.
“E…” mi guardò più maliziosa che mai “Zayn?”
“Ti ho già detto come la penso su di lui” sbuffai liberandomi del suo braccio “E’ troppo arrogante e ipocrita e a quanto ho capito tratta le ragazze come se fossero degli oggetti” conclusi seccata ripensando all’atteggiamento del moro.
“Su questo non hai tutti i torti” osservò Claire che aveva ascoltato il nostro discorso “Ma non lo si può biasimare”
Le lanciai un’occhiata interrogativa.
“Non ha avuto un’infanzia troppo felice” mi spiegò abbassando la voce.
“In che senso?” non riuscii a nascondere la mia curiosità.
“Sua madre se ne è andata di casa quando aveva solo nove anni e per suo padre è stato molto difficile, da quel momento in poi ha iniziato a tornare a casa sempre ubriaco e a sfogarsi su Zayn e i suoi fratelli e soltanto dopo cinque anni è stato rinchiuso in prigione dopo una denuncia dei suoi vicini di casa… I suoi figli sono stati dati in affidamento agli zii ma Zayn, essendo il maggiore, ha sempre cercato di prendersi cura dei fratelli più piccoli e ha sempre fatto di tutto per loro… A quanto mi ha detto Liam, che lo conosce da una vita, quando suo padre è stato sbattuto in prigione Zayn ha deciso che non si sarebbe mai legato sentimentalmente ad alcuna ragazza, per paura di finire come i suoi genitori” concluse, con una punta di amarezza.
“Mi... Mi dispiace” sussurrai con sincerità senza riuscire a dire altro.
Claire scrollò le spalle “E’ un bravo ragazzo e un ottimo amico comunque, sempre disposto ad aiutarti quando ne hai bisogno” aggiunse “quando lo conoscerai meglio ti piacerà” mi rivolse un ultimo sorriso e si voltò per pagare scarpe e vestito, lasciandomi immaginare la difficile situazione in cui Zayn era stato costretto a crescere.



“Wow sorellina, sei uno schianto” mi fischiò Jake mentre mi vide scendere le scale.
“Quasi quanto te” lo raggiunsi e gli tirai un affettuoso schiaffetto sulla guancia, accennando alla t-shirt quasi trasparente che lasciava intravedere i suoi addominali.
“Siete tutti e due splendidi” entrò mamma sorridendo e abbracciandoci entrambi.
“Come sempre” aggiunse Jake come se lei avesse detto qualcosa di scontato e, dopo averle lasciato un rapido bacio sulla guancia, mi trascinò con sé fuori casa, dandomi il tempo per dire solo
“A dopo, ma’!” prima che la porta si chiudesse alle nostre spalle.
Così mi diressi con lui verso casa di Liam, che avevamo scoperto trovarsi a pochi minuti dalla nostra.
La casa era davvero enorme come ci era stato detto e alla festa c’erano così tante persone che fummo costretti a vagare per parecchi minuti prima di trovare i nostri amici.
“Jake! Jane!” ci venne incontro Claire sorridendo, seguita a ruota da Sam che ci salutò con la mano e arrossì quando si accorse dello sguardo di Jake puntato su di lei.
“Venite, gli altri sono nel giardino sul retro” ci trascinarono tra la gente attraverso alcune stanze di straordinarie dimensioni per poi portarci in un enorme giardino dotato di una piscina altrettanto enorme e colma di persone che facevano il bagno, incuranti dell’aria non più calda tipica dei primi giorni di settembre.
Liam, Louis, Harry, Bec e Niall ci stavano aspettando presso un tavolo ricoperto da bevande alcoliche di qualsiasi genere.
Jaaake!”un sorridente Niall, nelle cui vene scorreva probabilmente più alcol che sangue, abbracciò mio fratello come se non lo vedesse da una vita, per poi fare lo stesso rivolgendosi a me (“Jaaane!”).
Sorrisi, notando dagli schiamazzi e dalle risate che nessuno dei nostri amici era più del tutto sobrio. Liam rivolgeva sorrisi beati a chiunque gli capitasse a tiro, Bec e Louis si tenevano per mano continuando a scambiarsi rapide occhiate e teneri sorrisi nonostante la presenza di Harry che, effettivamente, sembrava troppo concentrato su Claire, le cui guance avevano assunto un innaturale colorito rosso vivo in quanto il riccio non aveva distolto lo sguardo da lei neanche per un secondo da quando era arrivata. Tutto sommato era un quadretto divertente.
“Ma guarda un po' chi c’è” una voce parlò facendomi sussultare: Zayn era comparso al mio fianco senza che io me ne accorgessi e ora mi guardava con un volto divertito, i capelli scuri gli ricadevano morbidi sulla fronte.
“Meno male che è arrivata l’anima della festa” aggiunse con un sorriso ironico appoggiando un gomito sulla mia spalla. Non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo e lui si cimentò subito in un’altra mia buffa imitazione.
“Tanto a te che importa? Non ti interesserà molto della festa quando sarai chiuso con qualche ragazza nel bagno” sbottai ancora una volta senza riuscire a trattenermi, per poi rivolgergli lo stesso sorriso ironico che mi aveva serbato lui.
Un’espressione spiazzata si spianò sul suo volto, ma fu rapidamente sostituita da un sorriso di sfida. Si chinò verso di me e sfiorò il mio orecchio con le sue labbra –e a quel contatto il mio corpo venne percorso da un leggero brivido- cosicché soltanto io potessi sentire le sue parole.
“Se vuoi questa volta ti avverto prima, così potrai venire di nuovo a spiarmi” e senza aggiungere altro si allontanò, mentre io sentivo le guance avvampare e afferravo un drink che sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.



Vieni a ballare con me” mi sussurrò Liam, il respiro appesantito dall’alcol, prendendomi per i fianchi e costringendomi a lasciare contrariata il mio ennesimo drink. La testa mi girava e la musica alta mi ostruiva le orecchie, ma nonostante questo mi aggrappai al braccio del castano decidendo di accettare il suo invito e dirigendomi con lui verso il centro dell’enorme giardino dove la gente ballava, sebbene in pochi –e io non ero una di quelli- riuscissero a stare in piedi come si deve.
Liam mi afferrò nuovamente per i fianchi e cominciò a muoversi a ritmo stringendomi sempre di più a sé mentre io non mi opponevo, limitandomi a guardarmi intorno come se sperassi che tutto smettesse di girare.
Il castano mi afferrò il viso e lo diresse verso il suo, ma senza neanche dargli il tempo di replicare scivolai verso il basso liberandomi delle sue braccia che si erano fatte sempre più strette intorno alla mia vita e, con l’improvviso bisogno di sedermi, lo seminai per raggiungere il lato più esterno del giardino.
L’unica panchina era occupata da una coppietta che si stava dando da fare per cui, sbuffando, mi gettai a sedere sul prato a solo pochi metri da loro. Il ragazzo che fino a quel momento era stato troppo impegnato a esplorare la cavità orale della ragazza al suo fianco con la propria lingua, si girò accorgendosi della mia presenza.
“Jane! Tutto ok?” Harry mi fissava con i suoi profondi occhi verdi e un sorriso ebete tipico di chi ha bevuto troppo, i morbidi ricci appiccicati alla fronte. Non mi stupii di vederlo e gli rivolsi un sorriso quasi ebete quanto il suo, sollevando i pollici e incoraggiandolo con un gesto a continuare a fare ciò che stava facendo senza badare alla mia presenza.
Jane!” mi accorsi solo ora della ragazza al suo fianco che non avevo visto bene. Claire era arrossita furiosamente notando come i miei occhi saettavano dalle sue gambe intrecciate alla vita del riccio alle mani di quest’ultimo tra i capelli di lei.
Claire!” le sorrisi raggiante, non riuscendo ad immaginare quanto potesse essere felice in quel momento, ma nonostante ciò chiedendomi quanto potesse aver bevuto Harry per avere quell’espressione. Ma prima che lei potesse aggiungere altro, il riccio le sussurrò con un cenno verso la casa qualcosa che la fece arrossire ancora di più e che probabilmente riguardava una qualche camera da letto. Così Harry, senza aspettare risposta, la prese per mano e la trascinò con sé, mentre lei mi rivolse un ultimo sguardo imbarazzato, senza però nascondere un sorriso felice e colpevole.
Ormai rimasta sola, senza nemmeno la forza di spostarmi sulla panchina, chiusi gli occhi e mi sdraia a terra, felice di rimanere per un attimo lontana da tutta quella confusione. Ma la mia solitudine non durò a lungo.
Ehilà
Aprii gli occhi, un ragazzo grande e grosso che non avevo mai visto prima mi osservava dall’alto con sguardo vuoto.
Abbassai nuovamente le palpebre per qualche secondo ignorandolo e sperando che se ne andasse, ma quando li riaprii questo si era seduto accanto a me e continuava a guardarmi con espressione indecifrabile.
“Come ti chiami?” insistette.
Richiusi gli occhi e sperai che se avessi continuato ad ignorarlo si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato. La sua mano si appoggiò sulla mia gamba scoperta dal corto vestito, spalancai gli occhi, mi alzai di scatto per tornare verso la casa, ma prima che potessi muovere un solo passo la mano del ragazzo mi afferrò di nuovo, questa volta per un braccio, tirandomi verso di sé.
“Dove credi di andare?” mi rivolse un sorriso che rivelò i suoi denti ingialliti dal fumo. Cercai di divincolarmi ma la sua mano destra si stringeva sempre di più sul braccio, mentre la sinistra cercava di infilarsi sotto il mio vestito. Smisi di pensare, ormai completamente terrorizzata iniziai a urlare e lasciai che il mio piede colpisse il più forte possibile la sua caviglia, facendolo cadere a terra.
Iniziai a correre più veloce che potevo, le gambe si facevano sempre più deboli e il battito del cuore sempre più accelerato. Raggiunsi la piscina, la gente mi passava accanto senza accorgersi della mia presenza e io mi fermai, guardandomi intorno disperata e in lacrime alla ricerca di un volto famigliare che appartenesse a Bec, Sam, Jake o Louis non mi importava. Ma di nuovo tutto successe troppo in fretta. Un’imprecazione rabbiosa mi fece voltare e feci appena in tempo a vedere il ragazzo che mi aveva costretta a scappare che questo mi colpì in pieno viso con la sua grande mano aperta. Alcune facce si voltarono a quella scena, le mie gambe cedettero del tutto, la mia vista si annebbiò e caddi, perdendo l’equilibrio.
Un’ondata di gelo mi avvolse, l’acqua della piscina era talmente fredda che mi sembrò come se mille lame tentassero di perforarmi la pelle.
Sentii lo stomaco contrarsi e con un enorme sforzo cercai di risalire in superfice ma inutilmente, dal momento che braccia e gambe sembravano paralizzate.
Chiusi gli occhi e, prima che tutto diventasse buio, vidi Nick.



Un violento colpo di tosse permise all’acqua di riversarsi fuori dei miei polmoni.
Sollevai le palpebre, cercando di capire dove fossi. Un paio di occhi scuri mi fissavano con un’espressione preoccupata che si fece leggermente più sollevata non appena si accorsero che avevo finalmente ripreso conoscenza. Zayn mi aiutò a mettermi a sedere, senza distogliere lo sguardo da me.
“Stai bene?” il suo tono non nascondeva una certa preoccupazione e il suo respiro era affannato.
Mi guardai intorno, la mente ancora annebbiata: varie persone avevano assistito alla scena e ora mi lanciavano sguardi preoccupati, mentre il ragazzo grande e grosso che era stato la causa di tutto ciò era piegato a terra sul pavimento di piastrelle che circondava la piscina, con un occhio gonfio e un labbro sanguinante.
“Sto gelando” sussurrai, non riuscendo a dire altro e cominciando a battere i denti.
A Zayn non servirono altre parole e in meno di un secondo mi sollevò tra le sue braccia e si diresse a passo spedito dentro casa, continuando a lanciarmi rapide occhiate come a voler essere sicuro che non avrei perso di nuovo i sensi. “
Jane, non chiudere gli occhi, continua a guardarmi” mi sussurrò mentre saliva le scale, le braccia ancora saldamente strette intorno a me.
Raggiunse una stanza al piano di sopra e dopo essersi chiuso la porta alle spalle con un calcio mi adagiò sul letto.
Si inginocchiò di fronte a me mentre io, seduta sul bordo del materasso, continuavo a tremare e l’alcol si agitava nel mio stomaco che non smetteva di contrarsi.
“Jane, ti devi coprire con qualcosa di asciutto”
Annuii.
“Ce la fai da sola?” la sua voce indugiò.
Quetsa volta scossi la testa, incapace di muovermi.
“Devo aiutarti?” continuò con un tono incredibilmente serio.
Annuii una seconda volta. Zayn afferrò l’orlo del mio vestito.
“N-non g-guardarmi” gli intimai io, senza smettere di battere i denti.
Lui scosse dolcemente la testa e sollevò gli occhi nei miei. Fece scorrere il vestito lungo le mie gambe e i miei fianchi, facendo sempre attenzione a non sfiorarmi con le sue mani.
“Jane, riesci a sollevare le braccia?” mi chiese, sempre guardandomi negli occhi, con lo stesso tono serio, ma questa volta aggiungendo una nota più dolce. Annuii ancora e sollevai gli arti superiori, permettendo al moro di sfilarmi completamente il vestito mentre il suo sguardo rimaneva fisso nel mio. Si voltò, raggiunse un armadio e ne tirò fuori una coperta. Si girò di nuovo verso di me, senza abbassare lo sguardo al di sotto dei miei occhi, e mi avvolse completamente con il morbido cashmere. Mi prese nuovamente in braccio e mi fece sdraiare del tutto sul letto, la testa appoggiata sul cuscino. Chiusi gli occhi e respirai profondamente, cercando di reprimere il tremito che continuava a percorrere il mio corpo.
Jane” mi sussurrò “Hai ancora freddo?”
Feci sì con la testa, rassegnandomi alla situazione. Risollevai le palpebre e lo osservai togliersi maglietta e pantaloni e rimanere in boxer e soltanto in quel momento mi accorsi che anche lui era del tutto fradicio, i capelli scuri gli ricadevano umidi sul viso e le nocche della mano destra erano leggermente insanguinate. Un brivido lo fece riscuotere mentre si dirigeva nuovamente verso l’armadio e afferrava un’altra coperta con cui si avvolse, tornando accanto al letto. Il materasso si abbassò sotto il suo peso e il moro si sdraiò accanto a me, appoggiando la testa sul cuscino cosicché il suo volto si trovasse di fronte al mio. Un altro brivido lo percosse e io mi avvicinai a lui, facendo in modo che le mie gambe si intrecciassero con le sue, e ricercando il calore di cui entrambi avevamo bisogno.
Il suo sguardo era intenso, la preoccupazione non era ancora svanita del tutto.
“Stai meglio, Jane?” Annuii piano e rimasi in silenzio mentre ripercorrevo mentalmente ciò che era successo.
Ero caduta in acqua, avevo perso i sensi e Zayn, dopo aver dato a quel maniaco ciò che si meritava, mi aveva salvata. Sembrava quasi una cosa stupida, non ero riuscita a risalire in superficie nonostante fosse una semplice piscina. Ma quell’impatto così violento mi aveva terrorizzata, impedendo alla mia mente di ragionare e facendola ritornare agli avvenimenti di soli tre mesi prima.
Ho rivisto mio fratello” mi lasciai sfuggire ricacciando indietro le lacrime, la mente annebbiata da questi pensieri.
“Jake?”
Scossi la testa.
Nick” sentii il mio sguardo svuotarsi “L’alta marea se l’è portato via” la mia voce si inclinò, mentre quelle parole sfuggivano involontariamente e per la prima volta dalla mia bocca.
Zayn non disse niente. Mi rivolse soltanto uno sguardo carico di tutto ciò che le parole non avrebbero potuto esprimere, e gliene fui riconoscente.
Zayn?” sussurrai, con un ennesimo brivido.
“Dimmi, Jane” il mio nome pronunciato in quel modo mi fece uno strano effetto e percepii il mio stomaco cominciare a contorcersi debolmente.
Grazie” gli dissi semplicemente.
E lui, con un ultimo sguardo, mi sorrise e chiuse gli occhi, addormentandosi accanto a me.




"If I had only felt the warmth within your touch,
if I had only seen how you smile when you blush,
or how you curl your lip when you concentrate enough"

Sleeping at last - Turning page








 
* * * * * * * * * * * * * * *



Buonasera!

Ciao ragazze (o ragazzi, anche se non credo) qui è Giulia che parla!
Come avrete letto nei commenti ai primi due capitoli ho chiesto ad una mia amica, Chiara, di pubblicare su Efp questa storia scritta da me, dato che lei ha un profilo e io sono troppo pigra per crearne uno mio.
Innanzitutto ci terrei a precisare che questa è la mia prima fan fiction e non ho sinceramente idea di come stia andando! L'ho scritta essenzialmente per passare il tempo quando non avevo niente da studiare, ma man mano che sono andata avanti ho cominciato a tenerci e ad impegnarmi sempre di più! Quindi, anche se so che è un po' una rottura di scatole, vi chiederei di lasciare soltanto qualche riga di recensione, così da capire se vado bene o faccio schifo! Ahaha, no dai, dite semplicemente quello che pensate di questa storia, qualsiasi commento, critica o apprezzamento che sia, sarà ben accetto e mi farebbe davvero molto piacere e, soprattutto, mi spronerebbe a continuare questa storia! :)


Grazie dell'attenzione, al prossimo capitolo! :)


Giulia

  

  
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ChiaStyles97