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Autore: xlovesharoldo    07/02/2014    6 recensioni
Ridacchiai quando una strana scena si fece spazio nel mio cervello.
- Mi ricorda Titanic. – ammisi.
Mi stampò velocemente un bacio sulle labbra, ridendo poi da solo. Lo guardai divertita, mentre scuoteva la testa. Le sue dita passarono nei miei capelli, togliendoli dal mio viso.
- Dove la porto signorina? – sorrisi come non mai. Strinsi forte la sua maglia fra le mie dita.
- Su una stella. – indicai il cielo.
Ridemmo insieme, riportando esattamente le parole del film. Non riuscivo a credere che così tante persone fossero morte così, nel gelo delle acque dell’Atlantico. Non credevo nemmeno di essere lì, in quel momento.
- Non credo di poterti portare su una stella. – sussurrò dispiaciuto. Passai le mie mani dietro la sua schiena, abbracciandolo forte.
- E allora portami con te, ovunque andrai.
*
Quale amore, meglio di quello che nasce sulle acque dell'oceano?
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TRAILER : https://www.youtube.com/watch?v=qhZTHAsTO34
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Il mio braccio si mosse sotto la pressione di due piccole manine che spingevano avanti e indietro.
- Marta. Marta. – La mia cuginetta se ne stava lì con i suoi occhi grandi e verdi che mi fissavano, con un sorrisetto sulle labbra.
Mi misi a sedere sulla sdraio, sbattendo più volte gli occhi per uscire da quello stato di sonnolenza. Avevamo deciso di tirare fuori i costumi quella mattina per farci un bagno nelle piscine riscaldate che offriva la crociera, nonostante fuori da quelle vetrate il cielo era nero e la pioggia scendeva incessante da almeno un paio di ore.
- Dimmi bellissima. – la presi in braccio e subito si mise a giocare con la mia collana che ingenuamente dimenticato di togliere.
- La mamma mi ha detto di chiederti se potevi portarmi alla piscina per i bimbi.
Sara era una bambina intelligente, molto per la sua età. Mancava poco al suo quarto compleanno, ma le piaceva farsi trattare come una principessa. Non mi sentivo usata quando era quella vocina dolce, gentile e innocente a dirmi cosa dovevo fare. Anche se mi stava sempre appiccicata, le volevo davvero molto bene, come se fosse mia sorella, e sapevo che mi seguiva perché anche per lei era altrettanto.
Le sorrisi, mettendomi in piedi. Con una mano ressi la creaturina e con l’altra presi l’asciugamano bianco e blu gentilmente offerto dal personale e il cellulare, lasciai perdere gli occhiali solamente perché non mi servivano.
- Let’s go.
Dopo aver affiancato tutto il lato lungo della piscina ci avviammo verso quelle per i piccoli. Feci un lieve cenno ai miei zii che giocavano a carte e alle mie zie, intente a spettegolare con altre signore, sicuramente conosciute sull’imbarcazione proprio in quella mattinata. Ci allontanammo ancora di più. Sorrisi impercettibilmente quando sentii una vocina canticchiare proprio sotto di me.

Let’s go crazy crazy crazy till we see the sun

Avevo insegnato molte cose a Sara, contagiandola con la mia ossessione verso i ragazzi. Non mi definivo una vera e propria Directioner perché non li seguivo su Twitter, tutto ciò che sapevo di loro l’avevo letto nei libri e avevo imparato a conoscerli dai video. Per dirla tutta ero rimasta anche un po’ indietro e rimpiangevo che era rimasto davvero poco dei cinque ragazzi delle scale in quelli che erano adesso. Decisi di reggerle il gioco, riprendendo da dove si era interrotta.

I know we only met but let’s pretend it’s love

Ridacchiai quando cercò di imitarmi, sbagliando quasi tutte le parole. Saltellavo sul posto, tenendo il tempo, mentre lei che con la sua manina ancora stringeva la collana, scuoteva la sua piccola testa.

And never never never stop for anyone

Le vecchiette ci guardavano male, ma di sicuro una bambina di quattro anni non se ne rendeva conto e io le ignoravo. Era divertente.

Tonight let’s get some

- And live while we’re young. – Cantò una voce sopra di noi.
Alzammo entrambe subito lo sguardo, notando un corpo tatuato con un costume verde bottiglia che appoggiato a una ringhiera di vetro ci sorrideva, mostrando le sue adorabili fossette. Sara lo indicò con un ditino e io sbuffai.
- Sapevo che ci saremmo incontrati di nuovo Martha. – Sorrisi alla bambina che ovviamente non aveva capito una parola e salutai il riccio. Intimai anche la piccola a farlo, la quale timidamente mosse la manina verso il moro.
Lo vidi illuminarsi.
- Venite su. – alzai entrambe le sopracciglia. Notai che era così in alto perché c’era una specie di altro piano in cui probabilmente c’era un’altra piscina, al 99% privata e affittata interamente da lui e la sua numerosa crew.
Scossi immediatamente la testa, ma Harry non si fece di certo intimidire e con uno scatto veloce scese le scale poco lontano da noi e dopo due secondi ce lo trovammo davanti. Mi implorò con gli occhi, ma distolsi lo sguardo mentre mia cugina lo fissava quasi incantata.
- Avanti Martha, non farti pregare. – Rimasi un po’ scioccata dal fatto che mi voleva così insistentemente convincere ad andare con lui. Mi sembrò quasi che ridesse da solo, quando di nuovo mi sorprese, rubandomi l’asciugamano che avevo messo sul braccio. - Vieni con me o non rivedrai più la tua salvietta.
Scoppiai a ridere in meno di un attimo, cedendo al suo desiderio e seguendolo su per le scale. Mise l’asciugamano su una spalla, tenendolo con una mano, mentre l’altra la poggiò alla base della mia schiena, spingendomi leggermente in avanti. Lo fulminai con lo sguardo, ma sembrò non accorgersene salutando qualcuno alla sua sinistra. Ci fece percorrere tutto il bordo della piscina, fermandosi poi vicino a dei divanetti, dove sembrava affollata la maggior parte della gente. Mi guardai attorno, reggendo bene Sara: la piscina era grande e partiva da destra con un altezza di circa una cinquantina di centimetri fino ad arrivare quelli che da fuori sembravano all’incirca due metri al massimo. Tante sedie, sdraio aperte e asciugamani erano sparsi per tutto il perimetro. L’ambiente era abbastanza popolato, riconobbi perfino quello che doveva essere il chitarrista della band.
- Buongiorno Martha. – mi girai e sorrisi a Liam. Si sporse e mi baciò su una guancia. Avvampai per tutta quella confidenza, rivolgendogli un sorrisino timido.
Mi sentii tirare dietro il collo e mi chiesi quanta forza avesse quella maledetta bambina nelle braccia. Le rivolsi un sorriso divertito che lei ricambiò, tirando ancora la collana verso di lei. Con le dita che riuscii a liberare dalla presa che tenevo per il cellulare le solleticai il collo, facendola arretrare leggermente mentre rideva.
- Martha! – mi voltai nuovamente, notando che la massa si stava piano piano sparpagliando. Niall mi sorrise espansivo, seduto accanto a Louis. Salutai entrambi ancora imbarazzata e in pochi minuti ci trovammo proprio come la sera precedenti: soli. Mi resi conto che avevo ancora la bimba in braccio e approfittai del fatto che Harry si stesse sedendo accanto al biondo, per poggiarla a terra, sedendomi a gambe incrociate dietro di lei.
- Ragazzi, lei è Sara, mia cugina. – si girò verso di me, spalancando i suoi smeraldi. Chissà cosa aveva capito. Le suggerii di salutarli e girandosi di nuovo sussurrò un piccolo ‘ciao’ che fece addolcire perfino me.
- Marta, li conosci? – le annuii, accarezzandole i capelli.
- Perché, tu non li riconosci? – rise, scuotendo fin troppo voracemente la testa. Zampettò fino a Zayn e lo indicò con una manina. Il ragazzo provò a metterla a suo agio, sorridendole dolcemente. Il moro indossava un pantalone di una tuta e una maglia sformata e scolorita, la sua barba era abbastanza colta, mettendo in risalto il suo profilo perfetto.
- Hero! – urlò con la sua vocina, girandosi verso di me. Risi, ricordandomi che le avevo fatto imparare quelli che erano i soprannomi che usavo per loro. Le feci cenno di andare avanti, mentre il moro mi fece un occhiolino a cui arrossii. Fece qualche passo verso Liam, sempre con il suo ditino sospeso in aria. Lui invece indossava solo un costume lungo e nero. I suoi muscoli del petto e delle braccia erano totalmente scolpiti, mostrando una vista da farti mancare il fiato.
- Daddy! – lo disse talmente teneramente, che dovetti mordermi il labbro per non fare versi strani. Il ragazzo sembrò illuminarsi e alzandosi di scatto prese mia cugina sotto le ascelle. La tirò su senza alcuno sforzo, facendola girare un paio di volte. Sentii i polmoni chiudersi per la paura. E se fosse caduta? Dio, non osavo immaginare le lamentele di mia zia, mi avrebbe condannato a stare in cabina per i seguenti dieci giorni. Udii la sua risata mista a una più piccola e riuscii a respirare, mentre Louis mi guardò divertito.
Appena scese, corse fino a lui, poggiandosi alle sue ginocchia pelose. I suoi pantaloni erano stati tirati su fino a sopra le ginocchia, così come le maniche della maglia blu scuro che indossava.
- Superman! – Lou, si accucciò davanti a lei, schioccandole un grosso bacio rumoroso sulla guancia paffutella. Sara si girò verso di me e io le feci due pollici in su, invogliandola a finire il giro. Minimo dopo mi avrebbe chiesto come ricompensa una caramella.
Si avvicinò a Harry che già sprizzava gioia da tutti i pori, ero sicura che era curioso quanto me nel sapere come l’avrebbe chiamato. Nonostante fossi io ad averle insegnato i nomignoli, ne usavo tanti, davvero tanti e c’era una vasta scelta su ognuno dei componenti.
- Curly hair. – sussurrò. Esultai mentalmente quando capii che l’aveva detto così piano per paura di sbagliare, cosa che succedeva spesso, ma lo disse divinamente - ovviamente proporzionato a una creatura di tre anni e mezzo. Harry invece non si contenne, saltando in piedi e facendo un buffo balletto, vantandosi. Scoppiammo a ridere e prima di risedersi lo vidi puntare verso un punto alla mia destra. Mi girai velocemente, notando un uomo barbuto con un iPhone nero in mano. Spalancai gli occhi, non mi ero nemmeno accorta che stavano facendo un video.
Andai in panico quanto vidi la bambina avvicinarsi a Niall, avevo sempre affibbiato al biondo soprannomi degni da manicomio, dai più strani a i più intimi. Improvvisamente avevo paura di cosa fosse potuto uscire da quelle piccole e innocenti labbra.
Non feci però in tempo a fare nulla che mi ritrovai molte più paia di occhi di quelle che mi aspettavo addosso.
- Angel! – dire che avvampai è dire davvero poco. Sentii l’intero corpo fremere e la faccia andare in fiamme. Strinsi più che potei le mani, schiacciando qualche tasto al telefono e abbassando di colpo lo sguardo verso le piante dei miei piedi. Realizzai in quel momento che ovviamente ero in costume, che ovviamente più persone avevano visto il mio corpo, persone che non conoscevo e che ovviamente starsene a gambe incrociate non era proprio la posizione educata.
Avvampai ancora di più, richiudendo di scatto le ginocchia, circondandole poi con le braccia. Sentii una pressione sulla guancia, facendomi inclinare di conseguenza. Un brivido si impossessò della mia schiena quando il mio cervello riuscì a collegare il tutto: Niall James Timothy Horan mi stava dando un bacio sulla guancia. Quando si spostò, portai di scatto una mano sul punto leggermente umido, sentendo ormai il mondo lontano. Sorrisi come un ebete, girandomi verso il biondino. Ricambiò immediatamente, rannicchiandosi accanto a me.
Ritornai alla realtà quando mi sentii chiamare più e più volte.
- Cosa? – usai un tono un po’ troppo alto perché dovetti deglutire subito dopo. Il resto dei ragazzi mi guardava sorridendomi maliziosamente. Ero talmente fusa che dovetti far passare lo sguardo su tutti, prima di spalancare la bocca e allontanandomi d’istinto da Niall di qualche centimetro.
Risero tutti, anche il signore che prima riprendeva con il cellulare. Iniziavo davvero ad avere caldo, sorpassando ogni mio limite. Cercai di non pensarci, guardando l’irlandese che si alzava. Più che guardarlo, lo stavo fissando e adorando: i suoi muscoli in tensione per il lieve sforzo, il suo viso leggermente arrossato, i suoi occhi azzurri spendevano e i suoi capelli erano scompigliati, senza niente a tenerli a posto, il loro color biondo si mescolava perfettamente con il color castano dei suoi capelli naturali, risaltando la sua carnagione pallida, il suo busto coperto da una normalissima e anonima maglia grigia, leggermente alzata che mi permetteva di definire il bordo del suo costume lungo color blu scuro. Seguii le due linee rosse che scendevano dai fianchi come decorazione, scendendo per le sue gambe magre e le dita dei piedi, che si spostarono velocemente davanti a me. Feci lo stesso percorso con lo sguardo al contrario, trovando presto una mano tesa verso di me. Mi venne da ridere pensando che qualche ora prima era la situazione opposta. Mi tirò su velocemente, mentre mi mordevo le guance. Troppe attenzioni, le odiavo.
Feci un grugnito quando il riccio, spostatosi al mio fianco mi tirò una gomitata sul braccio, beccandomi in pieno il nervo. Gli misi il broncio. Mentre se la rideva si allontanò, prendendo il cellulare dal signore barbuto. Cazzo, era il suo.
Mi irrigidii quando vidi solo me e Niall. Cercai con lo sguardo ovunque, ma mi prese il panico e strinsi forte la prima cosa che avevo sotto mano. I miei riflessi decisero di risparmiare il mio telefono per una volta, stritolando quello che doveva essere il polso del ragazzo accanto a me. Non ero sicura che fosse stata ancora tale dopo la mia stretta. Lo sentii lamentarsi, mentre cercavo tutte tra tutte le chiome scure, quella della mia cuginetta. Percepii un tocco delicato sul mio braccio, seguito da vari brividi, che seguivano il percorso delle sue dita. Mi rilassai, voltandomi verso di lui. Niall mi sorrideva, calmando i miei nervi tesi e mi indicò un punto poco più in là da dove ci trovavamo noi. Riconobbi immediatamente gli occhi arzilli e dolci di Sara, mentre giocava tranquillamente con una bambina bionda con un adorabile costumino a fiori. Non solo non l’avevo vista nonostante avessi cercato in lungo e in largo, ma non mi ero nemmeno accorta che l’aveva presa con sé Harry, che adesso si trovava proprio accanto a loro, sorvegliandole insieme a una donna dai capelli color perla, sicuramente la mamma della bimba bionda.
Mi sentii improvvisamente leggera. Il braccio di Niall si abbassò repentinamente, sfiorandomi il petto. Deglutii rumorosamente, seguendo il suo percorso fino al fianco del ragazzo. Mollai la presa, ma quando feci per allontanare la mano, un’altra mi fermò, facendo incrociare poi le dita. Guardai le nostre due mani unite come la cosa più bella del mondo. In quel momento mi sembrava davvero disegnata per stare nella mia.
Mi guidò fino ai divanetti, facendomi sedere vicino a lui. Lasciai il cellulare vicino al mio corpo, nel caso mia zia volesse sapere dove eravamo finite e lanciai un veloce sguardo alle bambine. Giocò un bel po’ con le nostre dita, in un silenzio quasi imbarazzante. Conoscevo quel ragazzo da meno di un giorno, ma riuscii non so come a mettermi quasi a mio agio, come se fossi un’amica da sempre. Non mi sentii in grado di intraprendere un discorso articolato con lui, così restai in silenzio, finché lui stesso decise di romperlo.
- Sarei un angelo? – mi sorrise. Le guance ripresere subito fuoco, nonostante sapessi che il colorito non se n’era mai andato via. Sorrisi posando lo sguardo ancora sulle nostre mani. Si avvicinò al mio orecchio, rabbrividii sentendo il suo respiro leggero sul mio collo. – Lo adoro. – sussurrò.
Decisi di non poter andare avanti a brividi e arrossimenti, così cercai di impostare il mio cervello su quella modalità di inglese che mi permetteva almeno di non fare una figuraccia.
- Ho sempre notato in te qualcosa di speciale, mi sembrava il soprannome più adeguato a un ragazzo bello come te.
Non credetti alle mie stesse parole nemmeno quando vennero fuori spontanee dalle mie labbra tremolanti. Spalancai gli occhi quando sentii il suo naso sulla mia guancia. Non era congelato, come normalmente era il mio. Si avvicinò ancora di più, ma lo fissai con la coda dell’occhio, puntando lo sguardo all’acqua della piscina di fronte a noi. Percorse tutto lo zigomo tornando vicino al mio orecchio.
- Tu sei bellissima.
Non capivo come due sconosciuti si potessero ridurre a farsi tutte queste coccole e complimenti in poche ore, ma non ci feci caso in quel momento, pensando solo a quanto potesse essere dolce quel ragazzo. Nulla, né sue citazioni, né gif, né video, né tweet esprimevano davvero la sua delicatezza. E quando pronunciò quelle parole, lo giuro, mi sentii davvero bella.
- Posso farti una domanda? – mi chiese, allontanandosi un po’ ma non togliendo il sorriso dal volto. Mi sistemai meglio, girandomi verso di lui.
- Certo. – lo vidi farsi più pensieroso e avevo paura di quello che avesse potuto chiedermi. Volevo essere totalmente sincera con lui, qualcosa mi impediva di fare il contrario, ma contemporaneamente volevo contenermi nel raccontare tutta la mia vita a un semi-sconosciuto.
- Come … - lo vidi titubante. Curiosa, strinsi le mie mani fra le sue, sorridendogli incoraggiante. - Non ti sembra di essere troppo magra?
Una frase e mi cadde il mondo addosso. Il mio sorriso si spense, così come tutto quell’entusiasmo. Vidi i suoi occhi riempirsi di scuro, come se fosse diventato triste improvvisamente, pentito di quello che mi aveva chiesto. Staccai quasi disgustata le mie mani dalle sue. Non volevo parlarne. Era colpa di questo mio stupido corpo e tutti i problemi stupidi dei miei genitori che mi avevano portato su questa stupida crociera. Ora anche Niall mi rinfacciava quell'aspetto, Niall che non mi conosceva. Allora era così evidente? Avevo davvero un problema? C’era davvero una situazione? Odiavo quello sguardo, quello sguardo pieno di amarezza nei miei confronti. La gente non doveva essere triste per me, io stavo bene, perché nessuno riusciva a capirlo?
Mi alzai di scatto, fulminandolo con lo sguardo. Mi diressi a passo spedito verso Harry e gli altri, quando ovviamente venni bloccata dal corpo del biondo.
- Scusami io … Non volevo essere così invadente.
Semplicemente lo scansai, recuperando velocemente quello che avevo riconosciuto come il mio asciugamano dalla sdraio dietro il riccio. Il moro mi guardò confuso, forse la mia faccia non era proprio il massimo in quel momento, ma l’unica cosa che volevo fare era andare via di lì. Chiamai velocemente Sara, che mi guardò stranita.
- Cosa succede? – chiese Harry. Vide che non avevo intenzione di dargli retta e volse il suo sguardo dietro di me, dove probabilmente c’era ancora Niall.La richiamai ancora, alzando un po’ la voce. Spaventata, corse fuori. La avvolsi nell’asciugamano, passandolo velocemente anche sul suo corpo e tra i capelli. La presi poi per mano, cercando di essere più delicata possibile e stringendo forte la presa sull’asciugamano, mi avviai verso le scale.
Harry mi fermò di nuovo. Vidi raggiungerci preoccupati anche Liam e Zayn. Mi rivolse la stessa domanda un’altra volta. I suoi occhi sembravano urlarmi di fidarmi, che potevo dirgli tutto e che non mi avrebbe giudicato, ma sapevo che non era così. Non esisteva nessuno, nessuno che non mi avrebbe guardata con lo sguardo che mi rivolgeva tutte le volte zia Claudia e i miei genitori. Mi faceva schifo.
- Fatti i cazzi tuoi. – grugnii furiosa. Fulminai il biondo, cercando di trasmettergli almeno un po’ di odio che in quel momento provavo per lui.
Scansai anche lui, facendo un cenno generale di saluto, trascinando dietro di me la mia cuginetta, che mi guardava spaventata. Se si aspettavano che li trattassi da re solo perché erano famosi e tutto il resto si sbagliavano di grosso.
Rallentai il passo solo quando eravamo a debita distanza.
- Marta. – Cercai di asciugare come meglio potevo le lacrime di frustrazione che uscivano a fiumi dai miei occhi. Sara mi fermò abbracciando una mia gamba e guardandomi triste. Il suo però sapevo che era uno sguardo triste perché io ero triste. Cosa ne capiva una bambina così piccola? E pensare che ero così felice fino a cinque minuti prima.
Mi accovacciai davanti a lei, cercando di sorridere tra le lacrime. Non volevo spaventarla, ma non ce la facevo a mostrarmi felice in quel momento.
- Scusa piccola. – lei mi sorrise e mi abbracciò, portando le sue manine dietro al mio collo. Singhiozzai un paio di volte sulla sua piccola testa, sfogandomi. Incredibile come nonostante fosse una persona così piccola riuscisse a fare un lavoro così grande. Mi riportò il buonumore, baciandomi la guancia. Mi aiutò anche a pulire le guance dalle lacrime.
La presi di nuovo per mano, questa volta con tutta la tranquillità del mondo e ci incamminando verso gli zii.
In quel momento mi pentii di tutto. Sperai di incontrare di nuovo quegli occhi azzurri, per potergli spiegare, per potergli dire tutta la verità e per una volta in tutta la mia vita non avevo paura.

Niall Horan, cosa mi stai facendo?


#SHELOOKSSOPERFECT
No, vabbeh, non c'entra niente. Scusate :D
Vorrei solo fare un piccolo annuncio e visto che ci sono lo faccio bene *si schiarisce la voce*
"Si cercano candidati per un trailer Youtube" (?)
Spero di contare su di voi, avendo proprio zero di esperienza con cose del genere lol
Contattatemi per favore ||
Twitter ||
Grazie, arrivederci, ciao.
((Segnalare eventuali errori))
   
 
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