Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _This is me_    09/02/2014    1 recensioni
------
"Stavo ridendo perché le dichiarazioni d'amore non corrisposto mi divertono"
"Amati significa essere distrutti"
------
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Entrata a casa salutai tutti velocemente e mi affrettai a salire le scale verso la mia stanza.
Buttai lo zaino vicino la scrivania, presi il portatile e rimbalzando sul letto aspettai impaziente che si accendesse il computer. Volevo saperne di più. Volevo sapere da dove venisse, chi ha frequentato o frequenta e magari avrei anche scoperte se fosse fidanzato o meno.
Come immagine c'era una fotografia con lui a mezzo busto, a mare, a aveva i capelli bagnati e scomposti, ma sul suo viso scolpito era impossibile non notare la curva sulle sue labbra e la punta della lingua che spuntava dai denti, i suoi occhi erano più luminosi del solito e infinitamente attraenti...
-PEAGEEE!!!- Urlò il “nano” malefico sull'uscio della mia porta.
-Harry! Sono qui! Che cazzo ci urli?!- Scattai abbassando lo schermo del computer.
-Mamma vuole sapere com'è andata a scuola.- Incrociò le braccia indicandomi con il capo di scendere.
-Uff...non può aspettare più?- Chiesi esasperata.
-No. Tanto è ora di mangiare, quindi devi scendere comunque, muoviti.- Disse sparendo, ma riuscii a sentire i suoi passi pesanti mentre scendeva le scale.
Imprecando mi alzai dal letto e chiusi il computer trascinando le mie lurida membra fino alla sala da pranzo.
Non ebbi neppure il tempo di sedermi che mia madre mi fece il 3° grado.
-Lasciala respirare.- Mi difese mio padre, era un uomo abbastanza massiccio con capelli mossi e neri, portava due lenti rettangolari sul naso e aveva dei grandi occhi blu. Assomigliavo più a lui che a mia mamma, donna abbastanza formosa e snella, aveva un corpo più bello del mio, da non credere!...i suoi capelli biondo cenere cadevano lungo le spalle e la frangetta era appena sopra i suoi  occhi castani con contorni dorati.
-Nessuno ti ha interpellato, Jonathan.- Rispose acida mia madre irrigidendosi.
Ultimamente i miei genitori erano in continuo conflitto...non c'era un giorno in cui non li sentissi urlare e litigare, ma io e Harry facevamo finta che non fosse mai successo niente.
Ogni sera l'unico rumore che si poteva udire era la voce della giornalista alla televisione.
Papà aveva preso l'abitudine di dormire sul divano, trovavano sempre un motivo per litigare quelle poche volte in cui parlavano, loro non lo volevano ammettere, ma ormai sapevo che tra loro era tutto finito e ancora non si erano lasciati perché neanche hanno il coraggio di ammetterlo.
Finii di mangiare e dopo essermi scusata mi alzai da tavola e appena mi chiusi dietro le spalle la porta della stanza mi accorsi che il telefono continuava a vibrare e girare su se stesso sulla scrivania.
Lo presi e aspettai che qualcuno rispondesse.
-Peage, ti va di fare un giro fuori? Ci saranno anche Mikie, Nate e Melanie (amici di Liam).- Mi chiese.
Ci pensai qualche secondo e poi accettai. Mi salutò e mi comunicò che avrei avuto mezz'ora di tempo per prepararmi.
Bloccai la chiamata e mi fermai qualche istante con le mani tra i capelli a pensare a ciò che potevo indossare.
Spalancai le ante dell'armadio e ne tirai fuori un paio di blu jeans aderenti, una maglietta a maniche corte blu elettrico con scritto in bianco “CHANEL” e sopra misi una felpa blu lasciata aperta.
Presi una borsetta a tracolla e infilandoci dentro il telefono e il portafogli uscii dalla stanza.
Vicino all'ingresso c'era mia mamma che stava sistemando le ultime cose e quando mi vide aprire la porta di casa si avvicinò.
-Dove stai andando?- Mi chiese ancora con le maniche rialzate e con dei guanti gialli ancora gocciolanti.
-Esco con Liam.- Risposi spalancando gli occhi come se la risposta fosse ovvia.
-Che cosa?! Assolutamente no, domani tu hai scuola e non può restare sveglia fino a tardi.- Mi sgridò.
-Mamma sono solo le nove e non farò tardi.- Risposi sbuffando. 
Era già tardi, ma mia madre era più dura di un sasso.
-Torna alle dieci!- Iniziò a convincersi.
-Alle undici.- La supplicai.
Dallo sguardo che stava assumendo capii che era meglio anticipare di poco.
-Dieci e mezza?- Chiesi con una vocina soffocata.
-Ok, ma non tardare!- Esclamò mentre mi incamminavo lungo il vialetto e prima di svoltare l'angolo la salutai con un colpo di mano e sospirai.
Alla punta del quartiere mi aspettava Liam, era dentro la sua macchina blu ad aspettarmi con il telefono in mano.
Aprii lo sportello e sedendomi lo tirai verso di me per chiuderlo.
Prima che Liam aprisse bocca parlai io.
-Lo so che sono in ritardo, ma mia madre mi ha fatto la ramanzina...e devo tornare a casa entro le dieci e mezza...- Abbassai la voce pronunciando le ultime parole.
Lui si voltò a guardarmi incredulo per qualche secondo e io improvvisai un sorriso innocente.
-Comunque dove mi porti?- Continuai.
-A prendere qualcosa da bere.- Rispose senza distogliere lo sguardo dalla strada.
-Liam...ma io non bevo...- Dissi facendo brevi pause.
-Imparerai.- Disse infine.
Da quel momento in poi per tutto il resto del tragitto calò il silenzio.
Nonostante fosse ancora Settembre c'era già umidità e i vetri erano appannati, mi divertiva lasciare delle scritte sui vetri, lo facevo da quando ero piccola e disegnavo sempre due bambini che si tenevano per mano, ora invece lasciai scritta una parola di cui non conoscevo ancora il significato, ma che forse avrei potuto imparare: Amore.
-Liam...tu cosa pensi dell'amore?- Chiesi di puntò in bianco, finita la frase lui frenò brutalmente facendomi rimbalzare sul sedile.
-Siamo arrivati.- Disse come se non mi avesse sentito.
Scesi dall'auto e mi incamminai con Liam verso un locale.
L'aria era frizzantina e fresca, l'umidità lasciava la pelle appiccicosa e fredda, ma tutto sommato si stava bene.
Varcata l'entrata i ragazzi ci vennero in contro.
-Piacere Melanie.- Si presentò la ragazza con corti capelli castani rasati da un lato e un piercing al naso.
-Piacere Mikie.- Disse un ragazzo massiccio con i capelli gellati e lo sguardo serio.
-Io sono Nate.- Si presentò un ragazzo biondo con gli occhi castani, era abbastanza carino.ù
Mi presentai anche io ad ognuno di loro con una stretta di mano, poi ci accomodammo attorno ad un tavolo vicino alle finestre, mi sentivo come uno di quei manichini esposti davanti la vetrina, erra un po' imbarazzante, ma fortunatamente non c'era molta gente per strada.
-Allora Peage, Liam ci ha parlato molto di te, ma non ci aveva detto che fossi così carina.- Disse il biondo facendomi l'occhiolino.
Arrossii violentemente, tanto da dovermi girare per evitare che tutti lo notassero.
Stavano giusto per farmi delle domande quando la cameriera piombò davanti a noi e ci chiese cosa volevamo ordinare.
-Lascia fare a me.- Mi sussurrò il mio moro, Liam.
Annuii e timidamente calai la testa.

Ci perdemmo in discorsi strani o imbarazzanti, del genere: la prima volta che l'hanno fatto o quando  hanno beccato i loro genitori farlo.
Rimasi in silenzio ad ascoltare fino a quando non arrivarono i cocktail. Osservai il mio bicchiere riempito di una sostanza gialla con sopra della schiuma bianca e una polverina nera con una scorza d'arancia per abbellire il tutto.
Mi avvicinai per bere dalla cannuccia e guardando Liam tirai la bevanda.
Mi allontanai subito sentendo un sapore frizzantino e dolce al contempo. 
Liam mi guardò come a dire “Allora? Com'è?” non riuscii a rispondere e mi ributtai ad assaggiare il cocktail.
Lo guardai e annui con la testa continuando a bere.
-Tu sei vergine?- Mi chiese la ragazza con il piercing.
Mi affogai e iniziai a sputacchiare tutto ciò che mi era andato di traverso mentre il moro al mio fianco mi picchiettava sulla schiena.
-Si, è ancora vergine.- Rispose lui al mio posto.
-E tu che ne sai? Magari non lo è più e non te l'ha detto.- Disse Mikie.
Io e Liam spalancammo gli occhi e lui si girò a guardarmi per la conferma.
Scossi la testa nervosamente.
Subito dopo vidi un lieve sollievo nell'espressione del mio migliore amico che dopo la prese a ridere e trascinò con sé gli altri, compresa me.
Oramai la serata stava per concludersi e già due su cinque erano ubriachi, io non sapevo come definirmi, ero un po' stordita ma non troppo da non riuscire a ragionare.
Ci alzammo e dopo aver pagato uscimmo per qualche minuto.
Uscii per prima seguita da Nate e più indietro c'erano gli altri.
Si avvicinò ondeggiando verso di me, agli angoli del viso scolavano gocce di sudore e quando apriva la bocca usciva un odore forte e soffocante. Si avvicinò al mio collo per sussurrarmi qualcosa che non capii e poi ancora:
-Visto che sei ancora vergine possiamo rimediare.- Disse passando la mano dietro la mia schiena, cercai di tenerlo lontano, ma era più incolloso di una cozza.
Infilò la testa nell'incavo tra la testa e la spalla e il suo respiro caldo mi fece venire la pelle d'oca.
-Ehi Nate!- Si avvicinò Liam verso di noi e spostò il biondo con uno spintone.
-Sei ubriaco.- Disse Liam avvicinandosi a me prima che ci raggiungessero anche gli altri due.
-La bulimica/anoressica vuole essere sverginata.- Disse Nate appoggiando il braccio sulla spalla dell'amico.
Quando pronunciò le prime parole feci dei passi indietro e rimasi a bocca aperta guardando Liam delusa.
Iniziai a camminare verso la strada di casa e Liam mi corse dietro.
-Aspetta! Lasciami spiegare Peage!- Urlava lui raggiungendomi.
-Spiegarmi cosa?! Che vai a raccontare a tutti i fatti miei?!- Esclamai spingendolo, ma riuscendo a muoverlo di pochi centimetri.
-Peage, io non volevo, era uscito il discorso e io...- Si fermò lasciando il discorso in sospeso.
-Liam! Io ho provato a scordare il passato e avrei voluto che anche gli altri lo scordassero, non che me lo ricordarssero...- Dissi guardando altrove cercando di trattenere le lacrime mentre mi torturavo il braccio.
-...non pensavo sarebbe uscito il discorso e comunque mi dispiace, io non volevo riaprire una vecchia ferita...ti prego scusami...- Mi supplicò cercando di lasciare che lo guardassi negli occhi.
-Accompagnami a casa.- Dissi tirando su con il naso mentre mi apriva lo sportello della macchina e io entrai chiudendola rumorosamente.
Il tragitto fu silenzioso e si sentiva aria di vergogna, sia da parte di Liam che aveva raccontato praticamente tutto di me e da parte mia che mi vergognavo del mio stesso passato.
Poggiai la testa sul finestrino e guardai le case con i giardinetti, e subito dopo vidi casa mia, le luci del salotto erano accese e sicuramente mia mamma era alzata ad aspettarmi, non ero sicura di essere pronta a subirmi il cazziatone di mia madre, mi stava esplodendo la testa, avevo sonno ed ero distrutta.
-Siamo arrivati...bé ciao...ci vediam...- Non gli lasciai finire la frase che subito schizzai fuori dalla macchina e sbattei la portiera senza rivolgergli lo sguardo.
Entrai e mi girai un'ultima volta vedendo ancora Liam parcheggiato davanti casa con la sua auto blu e mi stava ancora guardando, sapevo che si era veramente pentito, ma ciò che aveva fatto mi aveva lasciata esterrefatta, non l'avrei mai detto...
Chiusi la porta e mi girai trovando mia mamma con le braccia incrociate.
-Sei in ritardo di mezz'ora.- Disse picchiettando il piede per terra nervosamente.
Non riuscii a rispondere, come previsto, e la superai salendo nella mia stanza, sentii le urla di mia madre e mio padre da sotto. Mi distesi sul letto e mi rannicchiai strizzando gli occhi e stringendo i pugni fino a fare diventare le nocche bianche, solo dopo scese una lacrima.


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _This is me_