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Autore: lucabovo78    11/02/2014    3 recensioni
« La magia è dentro di noi, fa parte della nostra natura. Dobbiamo solo trovare il modo giusto per usarla. »
Se la magia fosse una cosa naturale come respirare, tutti sarebbero in grado di usarla. Invece, questo "privilegio" è affidato a pochi individui, dotati di grande potere e chiamati Stregoni.
Questa è la storia di un giovane stregone e del prezzo che dovrà pagare per questo potere.
« Non è bene sottovalutare le trame del destino, potrebbe rivoltarsi contro di noi. »
Copyright © 2013 Luca Bovo, tutti i diritti riservati
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Cacciatori

 

Il giovane socchiuse gli occhi fissando il manichino di legno. Aggrottò le sopracciglia. Lentamente alzò il braccio destro e rivolse il palmo aperto verso il bersaglio. Il resto del corpo era immobile. A quel punto chiuse completamente gli occhi, abbassò la testa e inspirò lentamente, per poi trattenere il respiro. Dopo qualche istante la mano aperta cominciò a brillare leggermente di una luce rossastra e contemporaneamente dalle pieghe del manichino cominciarono a uscire degli sbuffi di fumo, dapprima molto sottili, poi a poco a poco più densi. Dopo qualche secondo le fiamme divamparono e il giovane, sentendo il crepitio, aprì gli occhi e sorrise di soddisfazione abbassando il braccio.

   « Mmmh...discreto, ma solo perché era la prima volta. Devi fare sicuramente di meglio, con tutto il tempo che ci hai messo, saresti finito con la testa fracassata dalla mazza di un orco prima ancora di aver alzato la mano, quei bestioni verdi non sono pazienti come quel pezzo di legno! »

   L'uomo che era seduto in disparte si alzò dal tronco secco che usava come sedia e si avvicinò al giovane, il quale sembrava non aver udito e continuava a sorridere guardando le fiamme che consumavano il fantoccio.

   « Fatti più in là! »

Diede una spintarella affettuosa al ragazzo, che a quel punto sembrò come ridestarsi dalla trance.

   « HEY! »

   « Guarda, così si fa! »

Ripeté gli stessi movimenti, ma in una frazione di secondo e con il braccio sinistro. Il povero manichino esplose in mille scintille accecanti, facendo un rumore sordo. Lo spostamento d'aria della deflagrazione fece perdere l'equilibrio al giovane che cadde sul sedere imprecando. L'altro rimase immobile, come nulla fosse, a turbarsi fu solo il suo mantello logoro che sventolò per qualche istante.

   « Capito? »

Disse girandosi per ritornare al suo tronco.

   « No che non ho capito! »

Il ragazzo si rialzò pulendosi i pantaloni con le mani.

   « Mi spieghi come faccio a imparare se ogni volta ci metti un secondo? E poi… »

   « GIU'! »

L'urlo stranamente non lo colpì di sorpresa ma, istintivamente senza neanche alzare lo sguardo, si rigettò a terra. Imprecando.

Un dardo sfiorò il suo mantello per andare poi a conficcarsi nel tronco dell'albero a pochi metri da lui, in un’esplosione di schegge.

   « Cacciatori... »

Un ghigno si disegnò sul suo viso sporco di fango.

Alzandosi di scatto estrasse la spada dal fodero, nascosto dal mantello sulla schiena, e si preparò alla battaglia.

   « Bene, ora fammi vedere se riesci a fare arrosto uno di questi prima che ti facciano un buco nella fronte »

L'uomo allargò leggermente le braccia, inspirò dal naso a pieni polmoni e immediatamente dal suo corpo si sprigionò un vento caldo e impetuoso, mentre le sue mani incominciarono a emanare vaporose fiamme rosse.

   Dall'altra parte del prato, a un centinaio di metri, cinque o sei orchi cacciatori, a cavallo di enormi lupi neri, avanzavano velocemente brandendo archi ricurvi e spade dalla lama nera.

   Il giovane lanciò un'occhiata di sfida al compagno, piantò i piedi per terra e alzò il braccio destro verso il primo degli orchi, inspirò e mantenne bene aperti gli occhi. L'urlo roco del bersaglio si spense in un singulto, lasciò cadere la spada e portò le mani al petto, subito dopo si accese come una torcia dal busto in su. La cavalcatura non se ne rese conto e continuò la galoppata verso i due umani. Il giovane, a quel punto, impugnò la spada a due mani e piantò i piedi a terra. Il lupo si avventò su di lui, ma un istante prima di essere azzannato svanì. L’animale percorse ancora qualche passo incerto e poi si accasciò di lato, mostrando una profonda ferita lungo tutto il fianco destro. Il ragazzo, nel frattempo, era ricomparso nell'esatta posizione di prima, con l'unica differenza che ora la lama della sua spada grondava sangue scuro. Alla vista del loro compagno in fiamme gli altri cacciatori avevano tirato le redini delle cavalcature, che immediatamente avevano arrestato la loro corsa. Le urla di battaglia si erano spente.

   « STREGONI! »

Ulularono all'unisono con voce roca nel momento in cui il corpo del lupo cadeva a terra.

   « Già, avreste dovuto essere un po' più cauti prima di attaccarci, ma purtroppo per voi, oggi non siamo in vena di azioni misericordiose »

   Lo stregone unì improvvisamente le braccia tenendo aperti i palmi rivolti verso gli orchi. Inutilmente i cacciatori tentarono di fuggire, ma istantaneamente la porzione di prato sulla quale si trovavano avvampò con fiamme alte più di tre metri. Dopo qualche secondo rimase solo una macchia di cenere in mezzo al verde. Il giovane alzò il braccio sinistro di scatto in un gesto di stizza.

   « Ecco qua...come al solito hai esagerato ed è già tutto finito...»

   « Ti ho lasciato il capobranco. Di cosa ti lamenti? »

L'uomo s’infilò i guanti che teneva appesi alla cintura.

   « E adesso andiamo da Corgh, mi è venuta voglia di una bella grigliata di carne fresca e di una pinta di birra gelata »

   Lanciò un'occhiata al ragazzo che stava cercando di ripulirsi dal fango borbottando qualcosa, probabilmente qualche insulto nei suoi confronti, e abbozzò un sorriso. Dopo di che si mise in marcia verso la locanda, che si trovava dall'altra parte del bosco, senza curarsi del fatto che il suo compagno lo seguisse.

 

  
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