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Autore: bice_94    13/02/2014    13 recensioni
c'è una grande differenza tra credere di amare e amare davvero qualcuno. Oliver ne è consapevole?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Tommy Merlyn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena aprì la porta della camera, Oliver si sentì inondato dall’essenza di Felicity. Il letto a due piazze era al centro della stanza, le pareti erano di un azzurro sbiadito e attaccate qua e là c’erano foto e un paio di puzzle. La appoggiò delicatamente sul letto e la aiutò ad infilarsi sotto le coperte. La sentì gemere quando entrò in contatto con il tessuto freddo sotto di lei. Si sedette al suo fianco e si assicurò che ogni parte del suo corpo fosse coperto. La osservò mentre rimaneva con gli occhi chiusi. Sembrava così fragile. Una mano sfuggì al rigido controllo di Oliver e si posò sulla testa di Felicity, accarezzandole dolcemente i capelli. Non aprì gli occhi, ma mugolò leggermente al contatto, come se anche la pelle fosse dolorante. Il suo corpo ardeva, lo sentiva sotto la sua mano, ma continuava a tremare. Si accucciò delicatamente su di lei e posò le sue labbra sulla fronte di Felicity. La baciò con tenerezza, quasi con la paura di romperla.
O: Felicity sei bollente. Vado a prendere un panno bagnato.
Nella sua voce c’erano una sorta di frenesia preoccupata. Stava per alzarsi, quando la mano bollente di Felicity si allacciò al suo polso.
Aprì leggermente gli occhi, ma non parlò, eppure quel piccolo movimento fu abbastanza.
Oliver si risedette e sussurrò nel suo orecchio.
O: Felicity sono qui. Vado solo un secondo in cucina e torno. Chiudi gli occhi, ok?
La ragazza si sentì patetica, ma non le importava gran che. Evidentemente con la febbre il suo cervello aveva interrotto qualsiasi tipo di attività inibitoria.
Seguì il suo consiglio cercando di rilassare i muscoli tesi per il freddo. Lo sentì tornare poco dopo, ma non aprì gli occhi per accertarsene. Era come se avesse perso un po’ il contatto con la realtà. Sentì ancora la sua presenza quando si sedette nuovamente al suo fianco e appoggiò qualcosa sul suo comodino. Sentì un rumore d’acqua. E poi una sensazione di freddo sulla sua fronte. Rabbrividì con violenza, gemendo in disaccordo e cercò di togliersi, ma Oliver glielo impedì.
O: Felicity, dobbiamo abbassarti la febbre. Hai più di 40 e inizi un po’ a spaventarmi, quindi ferma.
La ragazza sembrò ascoltare docilmente e le sembrò addirittura di provare una sensazione di sollievo alla testa. Oliver la guardava nel letto troppo grande per lei ad occhi chiusi, con un’espressione sofferente. Le accarezzò delicatamente la guancia.
O: Felicity, ora devi prendere queste.
Aprì gli occhi di scatto, pentendosene immediatamente quando la luce la colpì.
Sentì che l’uomo l’aiutò a mettersi seduta e le offrì un bicchiere d’acqua e una pasticca.
F: no, per favore. Non la voglio.
Oliver la guardò sconcertato.
F: se bevo vomiterò di nuovo. E non credo di farcela al momento.
O: non stiamo discutendo su questo. Bevi.
La ragazza finì con il sospirare e cedere alla richiesta dell’uomo. Scivolò nuovamente nella sua postazione e quel poco di calore che aveva trovato fino a poco fa non c’era più.
F: ho freddo Oliver.
Era un sussurro quasi cantilenante e l’uomo si sentì lacerare. Le aveva già messo addosso un altro paio di coperte, ma non sapeva come aiutarla.
O: Felicity hai un sotto di una tuta per me?
La ragazza aprì solo leggermente gli occhi.
F: come?
O: Felicity, una tuta per me?
Focalizzare. Questo doveva fare.
Felicity si disse che il suo cervello iniziava a perdere colpi, ma decise di assecondarlo.
F: nell’armadio.
Oliver si irrigidì leggermente, pensando solo ora a cosa significasse che la ragazza avesse un capo d’abbigliamento maschile nel suo armadio. Si diede dell’idiota, ma al momento provò a non focalizzarsi su di esso. Felicity notò il cambiamento nella sua postura e, seppur non avesse alcun motivo per farlo, cercò di spiegare.
F: mio fratello lascia sempre qualcosa..
Era venuto fuori come un sussurro strozzato, ma Oliver non sentì mai parole più piacevoli.
La ragazza non lo sentì per qualche minuto, fino a quando non lo sentì scivolare nel letto accanto a lei.
Rimase senza fiato e si irrigidì.
F: che fai Oliver?
L’uomo sospirò, sapendo che non era una grande idea, ma al momento non sapeva come altro aiutare.
Si sdraiò e face aderire il suo corpo a quello della donna rannicchiato su un fianco. I loro corpi si incastrarono alla perfezione e Oliver sentì un brivido percorrere tutta la sua schiena. Notò anche la tensione nel corpo della donna, ma cercando di ignorarlo, iniziò a passare le mani sulle sue braccia, cercando di riscaldarla.
O: Felicity sto cercando di aiutare. Prova a dormire ora, ok?
Sussurrò leggermente nell’orecchio della donna e poco dopo la sentì rilassarsi lentamente sotto il suo tocco. Il suo respiro era accelerato e la sua pelle era ancora bollente. Fermò il movimento delle mani e si limitò ad avvolgere le sue braccia attorno alla sua vita.
F: non andare via, ti prego.
Era stato un lamento sussurrato, ma Oliver lo sentì alla perfezione. Strinse la presa e chiuse gli occhi cercando di non pensare a quanto quel sussurro le doveva essere costato.
O: non vado da nessuna parte. Sono qui per te.
Rimasero in silenzio e quella fu forse la condanna dell’uomo. Ormai il suo cervello iniziava a far pace con quello che il suo cuore gli stava gridando da parecchio tempo. Lui era innamorato di Felicity Smoak. L’aveva ferita, allontanata, le aveva mostrato il suo lato peggiore, ma continuava a stare al suo fianco. Si stava illudendo di poter recuperare qualcosa con Laurel, qualcosa che però era morto 5 anni prima, sull’isola. Era rimasto aggrappato ad una memoria e per farlo stava rischiando di perdere di vista ciò che la vita reale gli stava offrendo. Le baciò sofficemente il collo e la sentì mugolare dolcemente. Non era perfettamente sveglia, ma era in uno stato tormentato.
Il telefono di Oliver, appoggiato sul comodino, iniziò a squillare. Sapeva perfettamente chi era senza il bisogno di guardare lo schermo. Laurel. Sospirò, ma non lasciò la presa e non rispose. Avrebbe avuto tempo di sistemare le cose, ma sapeva che doveva farlo. Per lei, per la donna che teneva tra le braccia, per lui e per Tommy.
Chiuse gli occhi pensando al suo migliore amico. Sapeva che non era successo niente con Felicity, ma non poteva permettersi di perdere il controllo con lei. Non fino a quando esisteva la minima ipotesi che ci fosse qualcosa con Tommy. Non avrebbe fatto due volte lo stesso errore. Questa volte fu la voce di Felicity a tirarlo fuori dai suoi pensieri.
F: no, ti prego. Ti scongiuro..
La sua voce era sofferente, ma non pensava stesse parlando con lui. Stava sognando o la febbre la stava facendo delirare.
O: Felicity..
Non sembrava ascoltarlo.
F: lasciala andare.
Di cosa stava parlando?
F: prendi me. Lasciala stare, ti prego. Oliver non sopravviverà se lei muore. Così prendi me..Laurel
Il corpo dell’uomo scattò immediatamente. La mente di Felicity l’aveva portata in un territorio sconosciuto e assolutamente doloroso. Continuava a mormorare preghiere. Stava offrendo se stessa al posto di qualcun altro, Laurel, per proteggerlo. Si sentì soffocare e pensò che stavolta era lui quello che stava per vomitare. Doveva portarla indietro assolutamente.
O: Felicity, sono qui. Stai bene. Stiamo bene. Felicity, svegliati, per favore.
Le si voltò tra le sue braccia, ma non accennò ad aprire gli occhi. Posò la sua testa sul suo petto , mentre Oliver continuò a ripeterle di essere al sicuro.
Il respiro della donna si calmò lentamente sul suo corpo e sembrò rilassarsi nel sonno. Sonno che di certo non avrebbe raggiunto Oliver.


p.s. oook, eccoci.. come vi ho già detto, non sono molto convinta nè di questo capitolo, ma soprattutto del prossimo.. detto questo, a maggior ragione, sono curiosa di sapere cosa ne pensate. quindi aspetto vostre notizie, ciao ciao e un bacione a tutti.. :D
   
 
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