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Autore: Arizona_Malfoy    16/02/2014    2 recensioni
Ormai era passato un anno dalla battaglia di Hogwarts, era passato un anno dall'ultima volta che avevo riso, o semplicemente sorriso.
Dalla morte di Fred non ero più uscito dalla mia camera, un tempo nostra, se non per mangiare.
Era un anno che non parlavo con nessuno, ero ancora capace di farlo? Almeno fino a quel giorno. Il giorno in cui tutto sarebbe cambiato.[...]
-Lo sapevi!- urlai, la mia voce era strozzata dai singhiozzi.
Si lo sapevo disse una voce nella mia testa.
Fred.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Hermione, Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 2-FRED (RI)DIVENTERÒ COME TE

 

 

 

 

-F-Fred?
Si sono io una voce allegra risuonò nella mia testa.
-Sono diventato pazzo.
Tranquillo Georgy non sei pazzo, io sono qui.
-M-ma c-come- balbettai (come una balbettante bambocciona banda di babbuini)-è impossibile...
Non te lo posso spiegare ora, sappi solo che c'è lo zampino dei malandrini.
-Okay- dissi piangendo dalla gioia -quindi ora staremo di nuovo insieme- chiesi anche se non ci credevo veramente.
Mi dispiace ma la sua voce si fece improvvisamente triste non posso restare, sono qui solo per parlarti.
-Quindi questa è l'ultima volta che ci vedremo- non avrei sprecato quell'occasione.
Per ora... disse e, senza lasciarmi il tempo di ribattere, continuò non puoi andare avanti così ricomincia ad uscire e ridere come prima. Ma io uscivo e ridevo con te. Non è colpa tua quello che è successo. Ora devo andare ma ricorda starò sempre con te, solo che non potrai vedermi.
Se ne era andato-di nuovo.
-Invece si, è colpa mia- sussurrai.
In quel momento capii che se non avrei più potuto vedere mio fratello sarei diventato come lui. Come ero io.
Avrei ripreso a vivere e a sorridere, per quanto sarebbe stato difficile. Lo avrei fatto.
Quella sera mi addormentai rinforzato delle parole di mio fratello. Con più speranze, pronto ad andare avanti.

 

* * *

Appena sveglio mi precipitai davanti alla camera di Hermione e, senza pensarci, entrai; stava ancora dormendo.
-Sveglia Granger! Oggi si lavora!
Come risposta mi lanciò il cuscino e si rimise a dormire. Per poi rialzarsi mezzo minuto dopo e chiede:-Lavoro?
-Si Granger lavoro- le sorrisi -tra cinque minuti a fare colazione- detto questo uscii.

Esattamente cinque minuti dopo eravamo seduti al tavolo della cucina con i piatti colmi di cibo.
Durante il pasto Hermione mi chiese più volte spiegazioni, ma io mi rifiutai di darlele.
Finita la colazione la presi per mano ci smaterializzammo.
-Perché siamo qui?- chiese guardandosi attorno.
-Te l'avevo detto che oggi si lavorava- ghignai -è ora di riaprire il negozio.
Si girò verso di me con faccia sbalordita come a chiedere: “Davvero te George Weasley avresti intenzione di lavorare?”
-Ed io cosa ci faccio qui esattamente?- chiese infine.
-Vuoi farmi lavorare solo soletto?- risi -Granger da te non me l'aspettavo- misi il broncio.
-Okayokay! Ti aiuto ma non fare quella faccia!

Passammo tutto il giorno a riempire scaffali e a testare prodotti ( “magari le magie si sono sfatte con il temo” aveva obbiettato la riccia). Alle cinque eravamo stesi sul pavimento (brillante come non mai) del negozio a riprendere fiato.
-Mi devi ancora spiegare perché non mi hai fatto usare la magia- brontolai.
-Bé Weasley le cose senza magia vengono meglio- disse agitando la bacchetta per far apparire due tazze di cioccolata calda.
Ci sedemmo a gambe incrociate ed iniziammo a berla.
-Alla faccia di “le cose senza magia vengono meglio”- dissi bevendo l'ultimo sorso.
-Ricorda che stai parlando con “la strega più brillante dalla sua età”- scherzò lei facendo sparire le tazze in un “puff”.
Aveva le labbra sporche di cioccolata, i capelli in disordine e i vestiti stropicciati, ed io sapevo di non essere ridotto meglio. Ci guardammo per qualche secondo negli occhi e poi scoppiammo a ridere.
-Senti George- disse lei improvvisamente seria -posso farti una domanda?
-Si?
-Volevo chiederti se mi potevi accompagnare a casa dei miei, per restituirli la memoria. Ma se non ti va...- disse tormentandosi l'orlo della camicetta.
-Certo che mi va- la interruppi -oggi mi hai aiutato qui e so che non hai mai amato i nostri scherzi.
Perché continuavo a pugnalarmi da solo? Nostri? Si erano nostri ma ormai ma ormai di quel noi non era rimasto niente. Solo un mucchio di stupidi scherzi. Che senso aveva continuare a stare lì se non c'era più lui. Quello era il nostro sogno la nostra vita ed ora...
-Grazie- Hermione mi riportò alla realtà

 

* * *

 

Eravamo davanti ad una villa come le altre: stessa altezza, stesso marrone chiaro e stessa staccionata bianca. L'unica cosa che la distingueva dalle altre era la scritta in oro “Granger” sulla cassetta delle lettere.
-Ci siamo- disse, più a se stessa che a me, Hermione.
Le strinsi la mano per farle forza e ci avviammo per il vialetto. Nel viso della ragazza si rispecchiava tutta la sua agitazione.
Con mano tremante suonò il campanello e, dopo quella che parve un'eternità, la porta si aprì. Una donna sulla quarantina era in piedi alla porta: aveva dei piccoli occhi color nocciola e dei lunghi capelli biondo cenere. Apparentemente non sembrava avere nulla in comune con la figlia.
-Avete bisogno di aiuto?- chiese la donna.
Hermione era rimasta a bocca aperta, gli occhi lucidi per le lacrime che cercava di reprimere. Feci un altro passo per avvicinarmi a le, presi la sua mano fra le mie e la strinsi forte.
-Signora Granger- iniziai ma venni subito interrotta dalla donna.
-Io non sono la signora Granger, si sono trasferiti- disse la signora con un sorriso di scuse.
-Sa dove si sono trasferiti?- chiese Hermione con le lacrime che ormai le scendevano copiose.
-In Australia credo- rispose lei -o forse era in America...
Hermione corse via prima di sentire il resto della frase ed io la seguii.
-Hermione fermati!
-Vattene!- singhiozzò continuando a correre, feci uno scatto e la raggiunsi.
-Dai Granger torniamo a casa- dissi abbracciandola appoggiando il mento sulla sua testa e accarezzandole i capelli -ci sdraiamo sul divano e facciamo tutto quello che vuoi.
-Grazie- mi rispose con le guance rigati dalla lacrime -ma prima voglio stare un po' da sola.
-Tutto ciò che vuole principessa- dissi issandomela sulle spalle e smaterializzandomi alla tana.
-...pessa!- stava gridando divertita.
-Si 'Pessa- ricambiai il sorriso -sei la mia 'Pessa.
Mi diede un pugno scherzoso sulla schiena ed io la lasciai cadere sul letto del sua camera e poi me ne andai nella mia

 

* * *

Arrivato in camera andai subito a farmi una doccia.
L'acqua bollente mi rilassò all'istante, appena entrò a contatto con la mia pelle tutte le preoccupazioni e i pensieri si dissolsero.
Il getto della doccia era così forte da coprire il bussare di Hermione, mi accorsi di lei solo quando chiusi l'acqua per uscire dalla doccia. Mi legai un asciugamano in vita ed uscii.
-Granger!
-Weasley- disse arrossendo -volevo chiederti di vedere un film ma a quanto pare sei occupato- disse indicando l'asciugamano.
-Dammi due minuti e sono pronto- entrai nella mia stanza per poi riaffacciarmi e chiederle:- Che cos'è un film?
-Lo saprai- disse scendendo le scale.
Mi infilai una maglietta nera, i jeans dell'altro giorno e corsi in salone- Hermione era seduta sul divano con una busta di Pop-Corn in mano.
-Allora cos'è il film?
-È come un libro ad immagini- disse sorridendomi -comunque sbagli grammatica è: “cos'è un film” non “cos'è il film”- aggiunse poi ridendo.
Ci voltammo verso un rettangolo illuminato -che Hermione chiamò TV.
Il titolo del film apparve grande al centro dello schermo: Titanic
-Vediamo questo?- chiese-o meglio affermò Hermione.
-Di cosa parla?
-Sta a vedere.
Il film parlava della storia d'amore tra due ragazzi che si incontravano su una nave. Non era niente di spettacolare- anche se i commenti di Hermione dicevano altro -ma mi fece molto riflettere.
Era esattamente quello che era successo a me: Fred, come Jack con Rose, aveva sacrificato la sua vita per la mia e questo non passava, il senso di colpa non sarebbe passato ma, come Rose, sarei dovuto andare avanti.
Il film era finito ed Hermione si era addormenta appoggiata alla mia spalla. Un sorriso tranquillo era dipinto sul suo volto e, in quel momento, capii perché il mio gemello era tanto innamorato di lei; sotto i capelli crespi, perennemente in disordine e la pila di libri c'era una bellissima ragazza: incredibilmente intelligente, gentile e, anche dopo tutto quello che le era successo, solare. Bastava guardarla per metterti allegria.
Addormentata sembrava così piccola e fragile che mi sarebbe piaciuto tenerla stretta e proteggerla da qualunque cosa avesse voluto farle del male. Mi sarebbe piaciuto, ma non lo feci. Mi limitai a coprirla con la pesante coperta posata sul tavolinetto vicino al divano.
Quella notte dormii sul divano con lei in modo di non svegliarla mentre mi alzavo, ma anche se avessi potuto sarei rimasto lì con lei. Per proteggerla come avrebbe fatto Fred...solo che da amico.


 


ANGOLO AUTRICE:
Sono tornata (ed era ora direte)! chiedo umilmente perdo, ma in questo periodo non ho avuto molto tempo per scrivere fra verifiche ed interrogazioni (lo so che questo no basta per il perdono ma ci provo). Sono tornata dopo due mesi con questo "capitlo" che onestamente non mi convince molto ma ho deciso di metterlo lo stesso.
Ma atralasciando il mio comportamento (cane cattivo!) passiamo al capito: qui George decise di superare la morte del fratello (o almeno di provarci) e inizia ad accorgersi di provare qualcosa per la Prefetto Perfetto Granger.
Un bacio alla prossiamo (speriamo vicina) volta
Arizona_Malfoy

  
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