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Autore: Dryas    19/02/2014    3 recensioni
Konoha ha un solo liceo. Lì tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti, o almeno così credono. E' per aiutare un'amica che Tenten si mette in gioco, anche se questo comprende avere a che fare con lo scontroso e arrogante Neji Hyuga. Dalla sua parte ha Rock Lee, sempre pronto a sostenerla e proteggerla, e Kiba, il suo primo travolgente amore, ma basteranno per vincere Sasuke Uchiha? Una storia di pregiudizi e di sorprese, di amore e di odio, di dolore e di speranza. E tutto nasce in un liceo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Cambiamenti











-Suna? Perché mai dovrei andare a Suna?- chiese Neji, storcendo il naso.
-Userai il mio biglietto aereo- spiegò Tenten –il volo parte alle undici, ma dovremmo avere tempo a sufficienza-
-Per fare cosa?- domandò di nuovo, confuso.
-Camuffarti, no? Hiashi avrà sicuramente qualcuno anche all’aeroporto-
Tenten si alzò in piedi e cominciò a recuperare le poche cose che avevano. Non lo guardò mai in viso e continuò a comportarsi come se nulla fosse finché si ritrovò Neji davanti.
-Io non andrò a Suna- dichiarò lapidario.
-Siediti e risparmia le forze- rispose lei del tutto intestardita a non discutere con lui.
-Prima di tutto, io non scappo come un delinquente- continuò Neji, costringendola ad ascoltare –e secondo, è il tuo biglietto. So che aspetti di andartene da anni e non sarò io a metterti i bastoni tra le ruote, chiaro?-
Neji finì il suo breve discorso dandole le spalle e con passo malfermo si diresse verso il passaggio nascosto da cui la sera prima erano entrati. Le braccia di Tenten caddero lungo i fianchi e dalle sue labbra uscì un profondo sospiro.
-E cosa pensi di fare?- gli chiese, accettando la sfida, anche se di malavoglia –non hai nessuno disposto ad appoggiarti. Ti uccideranno, lo sai. Non è successo ieri per pura fortuna, cosa ti dice che arriverai a stasera?-
-Grazie per l’appoggio- rispose l’altro, ironico –troverò un modo-
-Quale, Neji?- si impose la ragazza con autorità.
Di fronte al suo tono inflessibile gli occhi chiari del suo interlocutore si animarono, quasi a ribellarsi di fronte all’obbligo di dare una risposta plausibile. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, in silenzio, avvolti solo dalla penombra.
-Vai a Suna- ripeté Tenten –non preoccuparti per me, ne comprerò un altro-
-No- disse brusco –non ho intenzione di abbandonare tutto proprio adesso, non ora che sono libero-
-Non abbandonerai niente- gli disse Tenten, facendo un passo avanti. Le sue parole erano state troppo veementi, lo capiva dal suo sguardo smarrito, così fece un respiro profondo e si avvicinò ulteriormente, in modo che nessuno dei due urlasse più.
-Quello che voglio dire- continuò –è che non te ne andrai per sempre. Il Kazekage di Suna è un ragazzo giovane, assennato e molto potente. Parlagli, spiegagli cosa sta succedendo a Konoha. L’ Hokage non lo ignorerà, non lui, e insieme risolveranno la questione-
-E questa idea quando ti sarebbe venuta?-
-Appena ti ho visto entrare mezzo morto in casa mia- risposte infastidita –è la migliore che mia sia venuta in mente che non comporti la tua morte prematura-
-E cosa ti assicura che il Kazekage mi dia retta?-
-Sei uno Hyuga, basta e avanza- rispose lei.
Neji rimase in silenzio. Tenten non lo aveva mai visto così in difficoltà come in quel momento e provava una sincera compassione, tanto da essere tentata di lasciar uscire quelle parole di rassicurazione che aveva sulla punta della lingua. Ma sapeva che non avrebbero funzionato, anzi, avrebbero avuto l’effetto opposto.
-E’ l’unico modo- disse infine.
-E tu come farai?- le domandò, facendola fermare.
-A far cosa?-
-A rimanere qui- rispose abbassando il tono della voce –vieni con me-
 Tenten sentì una scossa dentro di sé. Avrebbe voluto urlare il suo “sì” a squarciagola, saltargli al collo e baciarlo. Era quello che voleva ed era lì, a un passo da lei.
-Io sarò la tua copertura- spiegò con il cuore in gola –all’aeroporto, farò finta di prendere quell’aereo così che gli uomini di Hiashi tengano d’occhio me e non te. In questo modo potrai andartene sano e salvo-
-Così farò ammazzare te?!- esclamò l’altro, alzando gli occhi al cielo per non colpirla con la sua rabbia.
-Chiederò a Lee di venire con noi-
-Lee non può sorvegliarti ventiquattro ore su ventiquattro!-
-Nessuno può- rispose con irritazione Tenten –ma è un rischio che sono pronta a correre. Cosa possono farmi ancora? Non ho più niente da perdere e l’unica cosa importante è che tu stia bene, ovunque sarai-
Ancora una volta Neji non trovò le parole con cui rispondere. Non era d’accordo, per niente, ma non riusciva a contrastare l’idea che lei si stesse sacrificando per un motivo diverso dal senso del dovere. Eppure il suo comportamento in quegli ultimi giorni sembrava dire l’opposto, che quel bacio era stato un errore da dimenticare.
Ma non ci riusciva.
-Va bene- le disse a fatica, arrendendosi e sentendosi stanco come mai in vita sua. Se ne sarebbe andato, non per Hiashi, ma per dimenticare lei.
Tenten gli sorrise e subito prese il telefono dalla tasca dei pantaloni, per poi scrivere un numero che conosceva a memoria.
-Lee, ciao sono io- disse –ho bisogno del tuo aiuto-
Dopo solo mezzora la casa abbandonata si ritrovò popolata da altre tre persone: Lee, Naruto e Hinata erano corsi loro in aiuto, portando tutto l’occorrente che Tenten aveva minuziosamente elencato.
-Neji, come stai?- chiese Hinata al cugino, il quale sembrò sorpreso del suo interessamento.
-Bene- rispose semplicemente, senza aggiungere altro.
-Ecco qui i miei vestiti- si intromise Naruto, estraendoli da uno zaino –spero ti vadano bene-
Neji li guardò con aria disgustata.
-E’ proprio necessario? Non posso presentarmi al Kazekage in questo stato!-
Naruto fu sul punto di ribattere a quell’evidente offesa al suo stile, ma Tenten lo anticipò.
-Devi sembrare un altro- gli disse –quindi vai a vestirti-
Il ragazzo obbedì, afferrando in malo modo la felpa gialla extralarge e i pantaloni neri dal cavallo basso. Si prese qualche minuto nella stanza accanto per potersi cambiare e quando tornò sembrava che il suo viso non fosse più pallido come al solito.
-Oh mio dio- esclamò Tenten sorpresa –sembri un ragazzo normale!-
-E questo cosa vorrebbe dire?- chiese lui, in evidente disagio.
-Che stai bene- rispose l’altra, sorridendogli. Neji abbassò lo sguardo.
-Manca solo una cosa- si intromise Hinata, accogliendo su di sé l’attenzione di tutti –i tuo capelli-
Persino Tenten era sul punto di protestare. Gli piacevano i capelli di Neji, così neri e lisci. Sarebbe stato un vero peccato tagliarli.
-Hinata ha ragione- aggiunse Lee –anche a dieci chilometri capirebbero che sei uno Hyuga con quei capelli. Che ne dici di un taglio come il mio? Ti donerebbe!-
-Mai- ringhiò Neji, che sembrava un animale selvaggio di fronte agli addomesticatori.
-Non preoccuparti- gli disse con dolcezza Hinata, avvicinandosi e invitandolo a sedere su una sedia –ci penserò io-
Neji si lasciò guidare dalla gentilezza della cugina come se fosse sotto incantesimo. Fulminò con lo sguardo Lee all’ennesimo tentativo di convincerlo a fare un taglio come il suo e quello del maestro Gai. Un onore diceva, ma per Neji sarebbe stata la morte del suo onore.
-E non li voglio nemmeno come quelli di Naruto- aggiunse, ormai partecipe dell’argomento –non voglio sembrare uno spaventapasseri-
Sentì Tenten ridere alle sue spalle, mentre il biondo protestava animatamente alla seconda offesa sul suo aspetto. La tensione si era finalmente sciolta e non si accorsero del tempo che passò e nemmeno delle lunghe ciocche corvine che cadevano sul pavimento. In un attimo Neji sembrò trasformarsi.
-Ecco, ho finito!- esclamò Hinata con un’espressione soddisfatta.
Quando Neji si alzò in piedi e si girò verso di loro li lasciò a bocca aperta.
-E’ più bello di Sasuke!- esclamò Lee.
-Diavolo sì- gli diede corda Naruto –e anche di me-
-Chiudete quelle dannate boccacce- li minacciò il diretto interessato, in imbarazzo come mai in vita sua. Spontaneamente i suoi occhi si posarono su Tenten e si accorsero dell’interesse con cui lo stava guardando, anche se subito dopo il suo sguardo si spostò.
-Ottimo lavoro Hinata- disse all’amica, la quale ricambiò con uno sguardo divertito –ma ora dobbiamo proprio andare-
Si salutarono, promettendo a Neji che si sarebbero presto rivisti. Hinata fu l’unica ad avere il coraggio di sfiorarlo, tanto da abbracciarlo, e lo stesso fece con Tenten. Quando il loro taxi arrivò, aveva le lacrime agli occhi.
-Ci siamo- disse Tenten quando il taxi ripartì. Fino a quel momento si era dimostrata forte e sicura, ma ora sembrava impaurita –spero di aver preso tutto-
-Hai già controllato due volte, c’è tutto- rispose Neji bruscamente, ma poi si fermò a guardarla –stai dubitando del tuo piano?-
-No- rispose lei con sicurezza, incontrando i suoi occhi. Con i capelli corti sembrava più giovane di anni ed era così bello da metterla a disagio. I tratti del suo viso apparivano più marcati e davano ulteriormente forza al suo sguardo, che se prima colpiva per l’insolito colore, ora lasciava senza fiato per l’intensità che trasmetteva. Avrebbe passato l’intera vita a guardarli.
-Che c’è?- gli chiese lui, insospettito da quella lunga occhiata –ricresceranno prima o poi-
-Oh, no, stai molto bene- aggiunse subito la ragazza –è solo che … è strano vederti così, tutto qui-
-Lo è anche per me, credimi- disse lui, toccandosi i capelli corti con aria sconsolata –ma in fondo sono solo capelli-
Tenten rise.
-Perché ridi?- domandò lui, guardandola torvo.
-Niente, è solo che … bè è chiaro che ci tenevi alla tua bella chioma- spiegò –ma non vuoi ammetterlo perché credi che non sia virile avere simili pensieri. Fai sempre così, anche se una cosa ti interessa non lo mostri per paura di sembrare debole-
-E questa attenta analisi del mio carattere l’hai fatta prima o dopo aver deciso di ignorarmi?-
Non ce l’aveva fatta a trattenersi. Quella critica era troppo ingiusta da parte sua, da parte di chi gli aveva dato una speranza per poi riprendersela senza troppi riguardi. Capì di soffrire per lei più di quanto pensasse nel momento stesso in cui sentì la sua stessa voce piena di rabbia uscire dalla sua bocca con il solo scopo di ferirla.
Tenten sgranò gli occhi, trafitta nel suo punto debole. Quel rimpianto mai colmato era perennemente nei suoi pensieri, anche se doverlo affrontare le faceva più paura che mai. Ora, invece, veniva usato come arma contro di lei e aveva decisamente funzionato.
-Neji io … - sospirò –mi sono comportata male, mi dispiace. Non volevo ignorarti, solo che non sapevo … -
-E’ meglio se ci concentriamo su quello che dobbiamo fare- tagliò corto il ragazzo, mettendosi a guardare fuori dal finestrino. Ormai erano arrivati e non avevano tempo da perdere: Neji sarebbe sceso per primo con in mano il vero biglietto aereo, Tenten, invece, avrebbe attirato l’attenzione su di sé dirigendosi al check in con un biglietto falso, che sicuramente avrebbero rifiutato, e attirando l’attenzione su di sé finché l’aereo non fosse decollato.
Neji aprì la portiera, pronto a scendere e mettere in atto l’ultima scena di quella commedia, quando Tenten lo fermò afferrandogli un braccio.
-No- gli disse –la verità è che sono una vigliacca-
Non gli lasciò il tempo di pensare né di respirare. Lo baciò, attirandolo a sé e mettendo le braccia attorno al suo collo. Voleva che sapesse cosa provava per lui e non aveva altra occasione se non quella. Quando sentì che la sua sorpresa iniziale stava svanendo in un abbraccio tenace attorno alla sua vita, pensò che il suo cuore  stesse per esplodere di gioia. Si fermarono solo quando mancò loro il fiato.
-Verrò a Suna appena le acque si saranno calmate- aggiunse Tenten in fretta, a due centimetri dal suo volto.
-Ti aspetterò- rispose Neji. Poi scese dalla macchina e la lasciò sola.










Penultimo capitolo.
Neji parte. Tenten resta. Io al loro posto sarei impazzita!
Ringrazio Kitiara_92 e Electromaster per le loro recensioni del capitolo scorso e tutti voi che silenziosamente continuate a leggere.

Dryas

   
 
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