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Autore: germogliare    23/02/2014    5 recensioni
Mi sentivo morire dentro ogni volta.
Nessuno mi dava pace.
Nessuno mi conosceva davvero.
Ed ero solo, perché nessuno mi aveva mai capito.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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 Dedicato a tutte le persone che
 sono innamaorate di qualcuno.

 

Dopo pochi istanti si girò e il suo sorriso mi colpì, lasciandomi totalmente senza fiato.
Mi guardò con gli occhi stravolti.
“Oh mio Dio, come ti ho ridotto!” Esclamò preoccupato, riferendosi al mio zigomo leso.
“Sto bene, non preoccuparti …” Sussurrai con tono basso per non attirare l’attenzione del professore che spiegava irrequieto, aspettando prima di guardare gli occhi del ragazzo per non perdere il controllo della mia timidezza.
“Mi dispiace molto.” Fece una smorfia colpevole e in quel momento alzai lo sguardo, cercando di sorridergli rassicurante, ma mi uscì solamente una boccaccia.
Lui rise intenerito, tornando a seguire la lezione.
Sprofondai sulla sedia, sentendomi un emerito imbecille.
Rovinavo tutto, possibile?
Finì l’ora di scienze ed io, nel mio quaderno di appunti, avevo scritto si e no mezza facciata; L’altra metà era riempita con dei cuori, degli occhi, dei riccioli e delle mele.
Sì, mi ricordavano delle mele i suoi occhi meravigliosi. Quasi dello stesso colore, ma poco più scuri.
Infilai il quaderno nel mio zaino rosso e mi incamminai verso la porta d’uscita, quando il riccio mi si ripresentò davanti.
“Ti ho aspettato, volevo vedere da vicino la botta.” Mi sorrise, facendomi arrossire, ancora.
Mi alzò il viso, osservando con attenzione il mio zigomo viola, passò in seguito una delle sue dita affusolate sopra la mia pelle e, notando i miei occhi socchiusi e le mie labbra schiuse per il lieve dolore che percepivo, si ritrasse.
“Hai conosciuto il frocetto, a quanto pare.” Ghignò Zayn, comparendo alle spalle di Harry che si tratteneva dal non rispondergli.
“Hai perso la voce, per caso?” Lo stuzzicò, notando la sua mandibola tesa e i suoi occhi puntati sul pavimento.
“No, vattene, Malik. E’ maleducazione interrompere una conversazione.” Si girò verso di lui, sorridendo ironicamente.

Notai tra i due uno sguardo pieno d’odio, rabbia, sfida e mi spaventai a quella vista perché nei loro occhi sembrava ardere del fuoco. C’era troppa tensione tra quei due ragazzi totalmente opposti esteriormente, ma simili, da quel che vedevo, interiormente. Io me ne andai, troppo spaventato all’idea che sarebbe potuta scoppiare una litigata o, peggio, una rissa, subito dopo che Zayn, il ragazzo moro, si avvicinò pericolosamente ad Harry.
Harry.
Perché me n’ero andato? E se gli fosse successo qualcosa? Okay, non lo conoscevo molto bene, ma quel suo visino da bimbo non doveva essere toccato, non poteva essere rovinato, ci sarebbe dovuta essere una legge che proibiva la violenza su di lui.
Tornai indietro correndo, sospirando di sollievo nel vederli lontani, senza avere le mani uno addosso all’altro.
Harry si girò, mi osservò cambiando quella sua aria sfidante e rabbiosa, in una sorridente e addolcita. Mi avvicinai a lui e lo presi per un polso, portandolo poco lontano dal ragazzo moro.

“Scusa se sono scappato, ho paura delle risse …” Spiegai al riccio, mollando il suo polso e infilando le mani nella tasca centrale della mia felpa.
“Sei tenero.” Disse, alzandomi il viso con un dito.
Fissai i suoi occhi verdi e automaticamente schiusi le mie labbra fini, percependo le mie gote pizzicare per l’ennesima volta.
“G-Grazie …” La timidezza prese il sopravvento. Balbettai, ma questa volta riuscii a rimanere a guardarlo negli occhi, sorridente, sentendomi al sicuro quando infilò una mano tra i miei capelli, scompigliandomeli leggermente.
Fulminò con lo sguardo Zayn che stava ridendo per quella scenetta e che poco dopo se ne andò, sistemandosi quel suo ciuffo ribelle con una mano.
“Scusalo, è che c’è una sorta di guerra tra di noi.”
“Me ne sono accorto …” Soffiai, mordendomi il labbro inferiore.
“Comunque, Louis, giusto?”
Io annuii, incitandolo a continuare.
“Che lezione hai ora?” Mi chiese, inclinando il volto.
Presi il mio diario e iniziai a sfogliarlo, fino a trovare il foglio dell’orario. Feci scivolare l’indice fino all’ora dopo e alzai il viso.
“Inglese.”
“Che palle. Io matematica.” Sbuffò, sospirando infelice. “E se salto matematica per fare inglese? Dici che se ne accorgeranno?”
Corrugai la fronte, sorpreso dalla sua domanda, alla quale non sapevo rispondere.
“Ti piace tanto inglese da fare un’ora extra?” Ridacchiai, distogliendo lo sguardo dal suo viso.
“Vorrei conoscerti meglio.”

Quella sua frase mi spiazzò. Mi ritrovai con le mani tremanti e le gote che pizzicavano, ardevano come del fuoco.
“Poi potrei aiutarti a trovare le aule.” Continuò, alzando gli occhi verso l’orologio posto sopra un’aula e si morse le labbra. “Però è meglio che ci sbrighiamo, l’aula d’inglese è al terzo piano.”
“Non devi prendere i libri?” Chiesi, notando che non aveva né uno zaino né i libri di inglese in mano.
“Oggi non avrei inglese, quindi userò i tuoi, se me lo concedi.”
“C…Certo.”

***

Camminammo fino al terzo piano, salendo sei rampe di scale. Stanco, mi fermai. Mi tenni al corrimano e cercai di riprendere del fiato mentre Harry rideva, divertito.
“Non sei uno sportivo, vero?”
“No.” Sbuffai, irritato dalla sua risatina, tornando a camminare verso il corridoio, dietro di lui.
“Meglio, a me non piacciono i palestrati.” Sorrise sincero, scompigliandomi una seconda volta i capelli ed io sospirai.

Entrammo in classe dalla porta posta in fondo alla classe, così da non disturbare la lezione.
Due posti liberi vicino alla finestra. Mi appropriai di uno dei due dopo aver osservato fuori dal vetro. Uno spettacolo meraviglioso.
Harry mi seguì, si sistemò accanto a me. 
Dopo aver preso il libro d’inglese, una matita ed una gomma, mi guardai attorno.

L’aula era piena e la maggior parte delle persone si stava facendo gli affari suoi: una ragazza bionda masticava una chewing gum con la bocca semi aperta mentre si districava i capelli lunghi con le dita smaltate di un rosa shocking, un ragazzo batteva due penne sul banco, credendo di suonare la batteria ad un concerto e molti altri facevano le cose più stravaganti, dal giocare con lo scotch facendolo ruotare, al fare la cup song con la colla.

Trovai Harry nella mia visuale quando mi girai a destra ed arrossii. Mi stava fissando con un sorriso e, quando si avvicinò a me per sussurrarmi “Apri il libro che la prof ci sta fissando.”, arrossii.
Aprii il libro e cercai di seguire la lezione, ma avendo una voce roca e bassa che continuava a bisbigliarmi cose divertenti all’orecchio non ci riuscivo granchè.
Mi morsi le labbra e diedi un piccolo schiaffo alla spalla del riccio che, divertito da quel mio gesto inaspettato, rise rocamente.
Rabbrividii.
La sua voce e la sua risata roca mi mandarono in tilt come quando tanti programmi aperti contremporaneamente nel computer lo fanno bloccare.
Mi ripresi solo con un suo pizzico alla coscia. Sussultai sulla sedia e lo fulminai con lo sguardo, ma lui continuò a ridere.
Sbuffai infastidito e, come un bimbo arrabbiato, misi il broncio ed incrociai le braccia al petto.

“Sei così bello!” Esclamò il ragazzo, sporgendosi verso il mio viso.
Rimasi zitto, fingendo di non ascoltare.
“So che non sei arrabbiato, hai un sorriso che nasce ogni volta che incontri il mio sguardo.” Sussurrò al mio orecchio, posando un bacio sulla mia guancia, il che mi fece tremare, arrossire e schiudere le labbra per quanto morbide fossero le sue labbra carnose.
“E quando arrossisci mi viene voglia di spupazzarti, anche se non ci conosciamo affatto.” Rise dolcemente, sistemandosi i ricci ribelli non appena si posò sullo schienale della sedia ed allungò le gambe sotto il banco.
“Ci stai provando con me?” Chiesi, intimidito e curioso della sua risposta, dopo essermi voltato a guardarlo.  “Cosa ti fa pensare che a me piacciano i ragazzi?”
“Sei simile a me con movenze più femminili, come potresti non essere gay?” Rispose con un’altra domanda e con ovvietà a quelle parole.

Sospirai.
Se lo aveva capito lui, anche Niall e Zayn lo avevano fatto.
Sperai di no.

“E io ti dico il contrario.” Ribattei poco dopo aver pensato, guardandolo impassibile. Volevo vedere cosa avrebbe fatto in quel momento, se avrebbe riso o se mi avrebbe messo alla prova.
“Va bene, Lou. Ci sono passato anche io alla fase della negazione.” Ridacchiò dolcemente, invece.
Mi fece sorridere, più di prima. Lui se ne accorse e mi passò una mano sulla guancia, sfiorandola e io socchiusi gli occhi, inclinai il viso verso la sua mano e sorrisi sghembo.
“L’ho passata in prima media quella fase.” Sussurrai dopo essermi avvicinato al suo orecchio, come fosse un segreto tra me e lui, così personale da mettermi a disagio.
“Lo avevo detto. Ho un radar.”
Soddisfatto della sua scoperta, alzò gli occhi verso di me e mi sorrise. Notai qualcosa di diverso in lui, il suo sguardo. Era puntato nei miei occhi, intenso, vorace, dolce. Quel suo sorriso che, poco dopo il mio arrossamento sulle gote, nacque, era meraviglioso quanto una sola stella che illumina la notte dopo un giorno di bufera.



Spazio autrice. 


Inanzitutto volevo dire grazie per chi segue la mia storia, per le opinioni che mi avete lasciato e per il vostro tempo sprecato. 

Secondo, volevo scusarmi l'ennesima volta per il ritardo di più di un mese. Ispirazione 0 e tempo pure.

In questo capitolo si capisce che Zayn e Harry hanno una sorta di competitività, che Harry è un ragazzo molto aperto e disponibile e che fa amicizia facilmente.
Louis è un ragazzo dolce e timido, ancora. Deve ambientarsi nella scuola, con gli amici e con la nuova città.

Ringrazio anche le persone che mi hanno aiutato a correggere il capitolo, Mari e Manuela e il supporto che costantemente mi dà mia cugina Chiara per farmi andare avanti.
Se ci sono errori in questo capitolo noiosissimo, ditemelo. Ce ne saranno un bel po', anche se abbiamo ricontrollato.
Comunque, se mi cercate, faccio banner. Su twitter sono 
nextolarry twitter .
Alla prossima!


   
 
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