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Autore: Eos BiancaLuna    26/02/2014    3 recensioni
[Shakespeare, Opere teatrali]
[Shakespeare, Opere teatrali][Shakespeare, Opere teatrali] Romeo e Giulietta decidono di sposarsi ma il giorno del matrimonio lei conosce Mercuzio e improvvisamente si rende conto di non volersi più sposare. Scritta a 4 mani da me e una mia amica che adoro, basta sul gdr che ci ha fatto conoscere.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo Primo

 

I raggi del sole filtrati attraverso le vetrate della finestra accarezzarono l’esile ragazza, che ancora dormiva beata fra le bianche lenzuola di quel letto cosi grande. Dischiuse gli occhi un po’ infastidita dalla luce solare e girò la testa sepolta dai lunghissimi capelli castani dall’altra parte.

“Giulietta!” gridò la nutrice in lontananza.

“Ti sei svegliata pigrona?” la voce si avvicinava sempre di più.

“Giulietta!” dopo un lungo rumore di passi sulle scale la porta della camera si spalancò. Un lamento, seguito da uno sbuffo provenienti dal letto, fece ridacchiare la donna di grande stazza e con una cuffia rossa in testa, che si era fermata sulla soglia a riprendere fiato.

 “Piccolina è ora di svegliarsi, lo vedi è già mattina e il sole è alto…” continuò la nutrice alzando il tono di voce per farsi sentire. Giulietta aprì un occhio e chiese dopo un fragoroso sbadiglio “Che ore sono di grazia?”.

La nutrice ridacchiò e si sedette sul letto “Quasi le 9 cara…ma dimmi, cosa vuoi per colazione?”, la scoprì delicatamente. Giulietta cercò invano di riappropriarsi del lenzuolo e richiuse gli occhi.

 Ma un attimo dopo si ricordò in un lampo tutto ciò che le era successo la sera prima; era stata alla festa in maschera organizzata dai suoi genitori e li, aveva incontrato l’amore della sua vita…”Balia!” gridò “come quasi le nove? Devi correre in piazza a cercare Romeo per me!”.

La donna la guardò perplessa “Il figlio dei Montecchi? Ma come?”. “Devi andare!” gridò ancora Giulietta saltando giù dal letto e vedendo che lei ancora replicava aggiunse “Ora!”.

Nella grande piazza centrale veronese Romeo ed i suoi amici sedevano sui gradini della chiesa e prendevano in giro di tanto in tanto i passanti. “Insomma Romeo…” disse suo cugino Benvolio “Ieri sera ci hai lasciati per correre al balcone della tua nuova fiamma! Adesso devi raccontarci tutto”.  Romeo sorrise e guardò per aria.

Mercuzio che stava fischiando ad una donzella di passaggio rise di gusto “E chi sarebbe costei, se è lecito domandarlo?”.

 “La figlia di Enrico Capuleti…la creatura più bella che esiste…Giulietta è il suo nome e suo è il mio cuore” rispose l’innamorato sorridendo.

 Il suo migliore amico seduto molto sgraziatamente con le gambe aperte, lo guardò scuotendo la testa “Poveri noi, cosa mi tocca sentire, ti sei infatuato di una Capuleti!”, lanciò un occhiata a Benvolio e scattò in piedi “Certo che Mab stavolta te l’ha combinata davvero grossa!”, alzò le braccia al cielo come ad imitare un esplosione.

Benvolio ridacchiò e Romeo sembrava essere su un’altra dimensione finché la sua attenzione fu catturata da una voce. “Che Dio vi dia il buongiorno messeri…”, la nutrice seguita dal paggio li aveva raggiunti in fretta e furia.

 Mercuzio subito le si avvicinò sorridendo “Che Dio vi dia la buonasera… bella gentildonna!” e le sollevò la gonna. Benvolio rise come un pazzo e Romeo si alzò intimando Mercuzio di smetterla. La nutrice aveva urlato al paggio di darle il ventaglio che ora sbatteva invano contro la testa di Mercuzio, il quale si copriva continuando a farle battute piene di doppi sensi.

“Ma che razza di uomo siete?!” urlò lei mentre lui cercava di metterle le mani sotto la gonna. Benvolio corse a dargli manforte. “E fatela finita voi due!” intimò Romeo. Mercuzio si stancò presto di fare lo spiritoso con quella donna non più giovanissima e si sedette sul primo scalino.

“E’ una ruffiana!” gridò e tutti gli altri ragazzi del gruppo lo ripeterono in coro. “Disgraziati, la forca vi meritereste!” rispose la nutrice e mentre tutti si quietarono chiese infastidita “Qualcuno di voi può dirmi dove posso trovare il giovane Romeo?”.

“Posso dirvelo io” rispose lui dolcemente, lei capì che era lui e gli si avvicinò “Signore…” bisbigliò “la mia padroncina mi manda in cerca di voi…”. Si appartarono poco distante. Benvolio rimase a scherzare con gli altri e Mercuzio facendo finta di nulla, si mise ad origliare la conversazione che era su un presunto incontro con Frate Lorenzo per confessarsi.

Quando la nutrice si congedò, afferrò il suo migliore amico per un braccio “Cos’è questa storia? Hai intenzione di sposarla? Scoppierà una guerra…dai retta a me, torna a pensare a Rosalina” lo guardò negli occhi serio poi scoppiò in una risata profonda. Romeo non lo ascoltò e tornò da Benvolio “Cugino perché tu e Mercuzio non mi prendete sul serio? Io la amo e la sposerò” annunciò trionfante.

Giulietta nel giardino di casa ripensava alla sera precedente, alla promessa di matrimonio che si era scambiata col suo Romeo dal balcone. Si chinò a cogliere una rosa rossa “Romeo…” pensò, accarezzò i petali del fiore e decise di staccarlo ma si punse. “Ahi” esclamò estraendo la spina che era rimasta attaccata al suo dito. “Cara rosa, ti metterò lo stesso in un vaso…” disse sorridendo.

La nutrice tornò e le disse dell’appuntamento in chiesa, Giulietta le buttò le braccia al collo “Grazie balia! Il mio amato mi vuole sposare! Oh, sia ringraziato il cielo”. La donna strinse la ragazza “Figlia mia che tu possa essere felice sempre…” si guardarono e sorrisero poi la nutrice le prese le mani “Giulietta ma cosa ti sei fatta?”. La ragazza le mostrò la rosa. “Ah! Vieni qui e fatti medicare”.

Giulietta andò prima in camera sua a sistemare la rosa in un vaso poi si precipitò dalla balia per farsi fasciare il dito; la ferita era un po’ profonda e iniziava a bruciarle. Mentre le passava un unguento sulla mano la nutrice ridacchiò. “Cosa c’è che ti fa ridere?” chiese Giulietta incuriosita.

“Sai bimba mia, il tuo Romeo ha degli amici alquanto monelli” rispose lei. Giulietta quando sentì il nome del suo amato sussultò ma si ricompose subito “Perché monelli?”. “Per non dire altro…”rispose la nutrice “Quel Mercuzio poi, dovresti vederlo che arrogante! Non capisco come faccia Romeo a frequentare certa gente, lui sembra cosi gentile…”. La mente di Giulietta era altrove e quando la medicazione finì si preparò, salutò e corse dal frate per la confessione.

Giunse in piazza un po’ sudata, perché aveva corso e per il caldo di luglio. Si avviò con il cuore palpitante verso le scale della chiesa cosi presa dai suoi pensieri che non si accorse delle presenze che l’avevano preceduta.

Romeo e Mercuzio avevano appena varcato la soglia dell’ingresso. “Amico mio, non c’era bisogno che mi accompagnassi” disse l’innamorato dando una pacca sulla spalla al ragazzo. “Non potevo certo permetterti di rovinarti la vita, fratello” ridacchiò lui dandogli a sua volta una pacca sulla spalla, Romeo scosse la testa. Si sedettero su una panca giusto perché la chiesa era deserta e il Frate ancora non era pronto.

Giulietta aprì il vecchio portale scricchiolante che era rimasto accostato e si sistemò il velo sui capelli. Quando varcò la soglia Romeo si girò di scatto e le corse incontro. Si abbracciarono quasi commossi. Mercuzio fischiettò con le mani in tasca guardando ovunque tranne che loro.

A Giulietta che abbracciava teneramente il suo amato, cadde l’occhio sull’amico che a suo giudizio non mostrava alcun rispetto per quel luogo sacro ed ebbe un tuffo al cuore. “Oh mio Dio…occhi miei… perdonatemi… se non vi ho mai mostrato cos’è la bellezza…”pensò stupefatta e lo fissò per poi pentirsene subito.

Romeo la prese per mano, “Vieni” le disse, “Voglio presentarti il mio migliore amico”. Avanzarono verso di lui che smise di fischiettare e finalmente li guardò con quell’espressione strafottente come al solito. I suoi occhi incontrarono quelli della ragazza vestita da sposa e per un attimo smise di respirare.

“E’ lei la mia futura sposa” annunciò orgoglioso Romeo, Mercuzio subito le afferrò la mano e la baciò teneramente senza staccarle gli occhi di dosso. “Molto lieto…Mercuzio per servirvi” poi si accorse del dito fasciato, “Cosa vi è successo qui?” chiese disorientato. “Niente” rispose lei ritirando in fretta la mano “Una rosa…”.

“Oh” rispose lui “L’amore fa male” guardò Romeo sarcastico il quale lo ignorò e si rivolse a Giulietta “Non fare caso a lui, mia adorata…” sorrise, “Piuttosto…siamo in anticipo”. Lei guardò ancora Mercuzio poi Romeo “Il frate non si fa ancora vedere…” continuò lui e le accarezzò il viso.

“Ha capito che state commettendo un errore” disse Mercuzio solenne. Giulietta lo fulminò con lo sguardo “Ma come vi permettete!” sbottò. “Che c’è, la verità vi ferisce come una spina di rosa rossa?” rispose lui avvicinandosi con aria di sfida.

“Figlioli!” esultò Frate Lorenzo.

Romeo preoccupato si intromise fra i due, Giulietta era diventata rossa in viso e l’amico del suo amore continuava a ridere di lei. “Come fa a sapere il colore della rosa” pensò fra se e se.

“Vogliamo cominciare?” chiese il Frate pazientemente. Giulietta e Mercuzio si guardarono ancora con aria di sfida. “Si padre” rispose lei “Ascoltate prima me…” e si avviarono al confessionale.

“Hai visto? Hai ammirato il mio splendido sole?” chiese Romeo sognante. Mercuzio la guardò allontanarsi col frate, prima di entrare nel confessionale lei si girò e gli lanciò un’occhiataccia. Lui le fece un inchino da lontano e rispose all’amico “Veramente ha iniziato a piovere” affermò. Romeo non rispose. Mercuzio gli agitò una mano davanti agli occhi. “Si…” scattò, “dicevamo?”, sorrise ancora. “Fratello, tu stai proprio male, la situazione è più grave di quello che sembra!” disse Mercuzio  facendo il finto serio.

Giulietta uscì dal confessionale e tornò da loro. “Mio adorato” disse a Romeo “Tocca a te, il Frate ti attende”. Romeo la abbracciò “Non temere sarò subito da te per maritarti” e si allontanò lanciandole un bacio.

Lei sorrise finché non incontrò lo sguardo di Mercuzio e diventò seria. “Che avete da fissarmi?” gli chiese irritata. Lui non rispose ma si spostò per guardarla da un’altra angolazione. “Oh Dio aveva ragione la mia nutrice! Siete proprio un arrogante!” sbottò lei.

Un tuono la fece sobbalzare e Mercuzio prontamente la accolse tra le sue braccia. “L’avevo detto io che pioveva!” annunciò allegramente. “Cosa?” domandò lei aggrappandosi istintivamente a lui. “Nulla mia cara” sussurrò lui “State tremando…” aggiunse seducente. Giulietta si staccò brusca da lui “Ma come osate toccarmi!” disse con tono di rimprovero. Il velo le cadde di dosso e Mercuzio lo raccolse.

 “Oh non arrabbiatevi troppo” glielo porse “Altrimenti diventate ancora più bella se mi è concesso affermare…” fece un mezzo inchino. Lei stava pensando esattamente lo stessa cosa su di lui ma si limitò ad afferrare il velo senza rimetterselo.

 Andò invece ad aprire un’anta del portale per sentire il rumore della pioggia che almeno l’avrebbe distratta da quel giovane con i capelli lunghi,ricci e biondi che le facevano venire voglia di giocarci. Ma lui a seguì divertito.

Guardarono entrambi nella stessa direzione, da qualche parte in lontananza, la gente che correva a riparo dall’acqua che scendeva dal cielo. “Ascoltate…”disse sognante Giulietta, “Se ascoltate bene riuscirete a sentire…”, “La voce della pioggia” finirono la frase insieme. Si guardarono di scatto negli occhi.

“Giulietta, mio dolce fiore, adesso possiamo sposarci! Vieni!” esultò Romeo di ritorno.  Giulietta distolse lo sguardo da Mercuzio e richiuse l’anta. Si voltò verso Romeo; il frate stava già preparando l’altare, e lei sentì lo sguardo del ragazzo alle sue spalle come un’arma puntata contro.

“Vieni Romeo” gli prese la mano e quasi corse verso l’altare. Mercuzio si sedette su una panca deciso a gustarsi la scena. “Amore mio” le disse lui una volta di fronte al frate, “Tutta questa fretta! Noi ci apparteniamo già”.

Lei lo guardò e lo accarezzò “Si mio amore…e proprio perché ci apparteniamo già ho deciso… che…”, frate Lorenzo la guardò con curiosità. Mercuzio si alzò e si avvicinò a loro ridendo sotto i baffi. “Cosa hai deciso mio dolce amore?” chiese Romeo cortesemente.

Lei lo guardò, poi guardò il frate “Ecco…pensavo…” cercò di trovare le parole giuste mentre la sua mente non lasciava svanire l’immagine del ragazzo che aveva appena conosciuto “Che fretta c’è di sposarci ora?” disse tutto d’un fiato. Mercuzio sghignazzò a Romeo “Oh Signore, sia tu lodato! Vedi fratello, anche lei ha capito…”.

 “Ho detto…” lo interruppe Giulietta a voce alta “Che voglio sposarmi un altro giorno, non che non voglio sposarlo!”. Intervenne il frate confuso “Figliola sei sicura di questa decisone improvvisa?”.

Un altro tuono le provocò un brivido lungo la schiena. Ignorò il colpo di tosse di Mercuzio. “Si padre, lo sente? Anche il tempo sembra dirci di aspettare…” guardò il suo promesso sposo con un sorriso un po’ forzato. Il frate le stava per rispondere ma Romeo lo precedette “Se è questa la decisione della mia donna la rispetterò” le prese la mano.

Mercuzio provò una stranissima soddisfazione, posò una mano sulle spalle a entrambi felice come una pasqua “Beh allora… future congratulazioni! Sempre che…” incontrò l’espressione dura di lei e non finì la frase. Salutò il frate e uscì dalla chiesa.

Quando anche Romeo e Giulietta lasciarono l’altare, la pioggia si era fatta più fitta e scendeva in picchiata sulle strade di Verona senza pietà. In cima alle scale Romeo si tolse il mantello per coprire Giulietta, lei lo ringraziò con un bacio.

“Ti accompagno a casa mio dolce amore…” le disse premuroso e si incamminarono verso il castello dei Capuleti. “Aspetta, dobbiamo dividerci prima! Altrimenti le guardie…” Giulietta si preoccupò, “Lo so” rispose prontamente Romeo “sta tranquilla”.

Mentre camminavano sotto l’acqua appena oltrepassata la piazza, Giulietta credette di aver visto qualcosa di stranamente familiare sotto la pioggia sempre più fitta. Ma come era possibile che un bel pomeriggio caldo si era tramutato in quell’acquazzone improvviso?

Forse aveva le visioni per la stanchezza, si disse, invece mentre Romeo la trascinava via con un braccio intorno alle spalle le sembrò di vedere chiaramente…Mercuzio sotto l’acqua?

I capelli bagnati sembravano ancora più lunghi, le gocce spuntavano dalla fronte per poi scendere sulle guancie, nei baffetti e finire sotto la barba del mento e lungo il collo, il suo bellissimo collo…

 Sorrideva. Le sorrideva.

Giulietta quasi inciampò e distolse lo sguardo. Romeo disse qualcosa ma lei non lo sentì neppure. Ripensò a quell’espressione beffarda e soddisfatta al tempo stesso. “Forse sto sognando…” si disse, “Come è possibile che ho appena rinunciato a sposare l’uomo che amo?”, rallentò il passo e si tirò un po’ indietro il cappuccio. C’era solo un modo per scoprire se quello che le stava accadendo era un sogno o la realtà dei fatti. Si voltò nella direzione di prima e lui era ancora li.

   
 
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