III
Con la tracolla pesate su una spalla la ragazza si diresse verso il piccolo pub in fondo alla via delle case studentesche. “ giornata pesante”pensò D, riassestandosi i capelli per avere un aspetto decente. Era stata tutto il giorno in giro per il campus con i suoi compagni di corso a cercare una pietra che il loro simpaticone di un professore aveva nascosto per far “ provare il brivido della ricerca” e ovviamente non avevano trovato un bel nulla e la scusa del prof era stata – infatti, così imparate che nel nostro mestiere non si riesce quasi mai a trovare qualcosa di interessante ed è molte volte frustrante – aveva fatto un ghignetto ed era ritornato nel suo studio, lasciando degli sbigottiti gli studenti dietro la cattedra. Diana si tolse una foglia secca dai capelli e sbirciò dalla vetrata. – di Adam neanche l’ombra; meno male- pensò. Spinse la porta e si immerse nell’atmosfera fumosa del locale dirigendosi, facendo attenzione ai boccali che le passavano attorno, verso il tavolino in fondo, dove sapeva avrebbe trovato i suoi amici. – Attenzioneee!!!- non aveva neanche fatto in tempo a rendersi conto del richiamo che un cocktail rosso sangue le si rovesciò addosso – ma che cazz…- biascicò Diana – Tu – esclamò poi rendendosi conto della faccia, per niente mortificata, che stava dietro al vassoio – brutta stronza, ipocrita che cazzo fai? - - ehi,ehi calmati principessina, altrimenti ti rovini l’acconciatura, ahahahah!!!- la prese in giro una bella ragazza con i capelli biondi e un vestito che non lasciava spazio per l’immaginazione - Marissa, stai alla larga da me !!!- - La principessina si sta scaldando, non è vero ragazzi??- - uuuuu che paura- le fecero il verso un gruppo di ragazzi seduti al tavolo dietro – l’hai fatto apposta, stronza - - ma come – disse Marissa con aria innocente – non puoi dirlo sul serio, sei tu che te ne vai in giro con la tua solita aria vanesia e non guardi dove metti i piedi - - va al diavolo, non perderò tempo a discutere con te, quando ritrovi un poco del tuo cervello, forse potremo discutere senza che tu mi faccia venire l’ulcera- soffiò Diana, trattenendo a stento la collera – ma che ho fatto per meritare le ire di miss. Perfettini- le biascicò dietro la bionda sorridendo malvagia. Diana strinse i pugni lungo i fianchi e inspirò profondamente, dirigendosi a passo di marcia verso il suo tavolo. Si sedette di peso sulla panca senza guardare in faccia nessuno e si accasciò sulle braccia appoggiate al tavolo, frenando la rabbia e mordendosi gli avambracci non sapete chi ho incontrato, la stronza.- disse senza preamboli con tono cavernoso - È diventata ancora più stronza se è possibile, mi ha rovinato la maglietta e poi…- si bloccò, aveva rialzato la testa per esprimere meglio la sua rabbia ma davanti non aveva Kay e nemmeno Carl a dirla tutta; anzi, stava fissando il viso, un poco scocciato di nessuno che lei conoscesse – che cosa interessante, signorina… - disse l’uomo in un sussurro trattenendo tra le labbra la sigaretta che stava fumando e assottigliando gli occhi – sono qui apposta per farmi carico delle sue pene e discordie- disse ironico – mi scusi… pensavo ci fossero i miei amici, solitamente si siedono sempre qui- - evidentemente ciò non sarà possibile questa sera – replicò quello interrompendola, sempre mantenendo un tono che stava dando sui nervi la ragazza, “ma come si permette.. ho sbagliato ma ok, santocielo, chi si crede di essere; il principe d’Inghilterra?” pensava la sua testolina imperterrita, facendole montare la rabbia. – chi è lei scusi? Non l’ho mai vista da queste parti- - non credo le interessi- - davvero?- - esatto, o quanto meno, se le interessasse sul serio io non le risponderei, perche ciò implicherebbe anche venire a conoscenza del suo, di nome, e questo non mi interessa minimamente dearie- lei allargò le narici, pronta a dare battaglia e rispondergli a tono, ma lui si alzò di scatto facendo cadere il mozzicone nel posacenere e, voltandole le spalle afferrò un bastone, che la ragazza non aveva visto posato li accanto e si diresse con passo sicuro nella calca, che sembrò quietarsi al suo passaggio
NOTA: eccomii !!! ho terminato i capitoli già scritti quindi per gli aggiornameni ci vorrà un po' ....studio permettendo
Con la tracolla pesate su una spalla la ragazza si diresse verso il piccolo pub in fondo alla via delle case studentesche. “ giornata pesante”pensò D, riassestandosi i capelli per avere un aspetto decente. Era stata tutto il giorno in giro per il campus con i suoi compagni di corso a cercare una pietra che il loro simpaticone di un professore aveva nascosto per far “ provare il brivido della ricerca” e ovviamente non avevano trovato un bel nulla e la scusa del prof era stata – infatti, così imparate che nel nostro mestiere non si riesce quasi mai a trovare qualcosa di interessante ed è molte volte frustrante – aveva fatto un ghignetto ed era ritornato nel suo studio, lasciando degli sbigottiti gli studenti dietro la cattedra. Diana si tolse una foglia secca dai capelli e sbirciò dalla vetrata. – di Adam neanche l’ombra; meno male- pensò. Spinse la porta e si immerse nell’atmosfera fumosa del locale dirigendosi, facendo attenzione ai boccali che le passavano attorno, verso il tavolino in fondo, dove sapeva avrebbe trovato i suoi amici. – Attenzioneee!!!- non aveva neanche fatto in tempo a rendersi conto del richiamo che un cocktail rosso sangue le si rovesciò addosso – ma che cazz…- biascicò Diana – Tu – esclamò poi rendendosi conto della faccia, per niente mortificata, che stava dietro al vassoio – brutta stronza, ipocrita che cazzo fai? - - ehi,ehi calmati principessina, altrimenti ti rovini l’acconciatura, ahahahah!!!- la prese in giro una bella ragazza con i capelli biondi e un vestito che non lasciava spazio per l’immaginazione - Marissa, stai alla larga da me !!!- - La principessina si sta scaldando, non è vero ragazzi??- - uuuuu che paura- le fecero il verso un gruppo di ragazzi seduti al tavolo dietro – l’hai fatto apposta, stronza - - ma come – disse Marissa con aria innocente – non puoi dirlo sul serio, sei tu che te ne vai in giro con la tua solita aria vanesia e non guardi dove metti i piedi - - va al diavolo, non perderò tempo a discutere con te, quando ritrovi un poco del tuo cervello, forse potremo discutere senza che tu mi faccia venire l’ulcera- soffiò Diana, trattenendo a stento la collera – ma che ho fatto per meritare le ire di miss. Perfettini- le biascicò dietro la bionda sorridendo malvagia. Diana strinse i pugni lungo i fianchi e inspirò profondamente, dirigendosi a passo di marcia verso il suo tavolo. Si sedette di peso sulla panca senza guardare in faccia nessuno e si accasciò sulle braccia appoggiate al tavolo, frenando la rabbia e mordendosi gli avambracci non sapete chi ho incontrato, la stronza.- disse senza preamboli con tono cavernoso - È diventata ancora più stronza se è possibile, mi ha rovinato la maglietta e poi…- si bloccò, aveva rialzato la testa per esprimere meglio la sua rabbia ma davanti non aveva Kay e nemmeno Carl a dirla tutta; anzi, stava fissando il viso, un poco scocciato di nessuno che lei conoscesse – che cosa interessante, signorina… - disse l’uomo in un sussurro trattenendo tra le labbra la sigaretta che stava fumando e assottigliando gli occhi – sono qui apposta per farmi carico delle sue pene e discordie- disse ironico – mi scusi… pensavo ci fossero i miei amici, solitamente si siedono sempre qui- - evidentemente ciò non sarà possibile questa sera – replicò quello interrompendola, sempre mantenendo un tono che stava dando sui nervi la ragazza, “ma come si permette.. ho sbagliato ma ok, santocielo, chi si crede di essere; il principe d’Inghilterra?” pensava la sua testolina imperterrita, facendole montare la rabbia. – chi è lei scusi? Non l’ho mai vista da queste parti- - non credo le interessi- - davvero?- - esatto, o quanto meno, se le interessasse sul serio io non le risponderei, perche ciò implicherebbe anche venire a conoscenza del suo, di nome, e questo non mi interessa minimamente dearie- lei allargò le narici, pronta a dare battaglia e rispondergli a tono, ma lui si alzò di scatto facendo cadere il mozzicone nel posacenere e, voltandole le spalle afferrò un bastone, che la ragazza non aveva visto posato li accanto e si diresse con passo sicuro nella calca, che sembrò quietarsi al suo passaggio
NOTA: eccomii !!! ho terminato i capitoli già scritti quindi per gli aggiornameni ci vorrà un po' ....studio permettendo