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Autore: NoNnY88    05/12/2004    7 recensioni
Fine del XVI secolo, in un’Italia agricola e ancora scossa dalle guerre le vicende di una ragazza tenace e ribelle che vivrà la sua avventura in una società che la vuole come lei non è…
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Anima Libera

Anima Libera

 

Fine del XVI secolo, in un’Italia agricola e ancora scossa dalle guerre le vicende di una ragazza tenace e ribelle che vivrà la sua avventura in una società che la vuole come lei non è…

 

Una storia di un viaggio alla ricerca della libertà e del primo amore…

 

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“Nella radura resta in piedi un pugile
ed un combattente di mestiere
E si porta dietro i ricordi
di ogni guantone che lo ha messo giù
e lo ha tagliato fino a farlo gridare
nella sua rabbia e nella sua vergogna
-Me ne vado, me ne vado-
Ma il combattente rimane”

                                                                           The Boxer” - Paul Simon

 

 

Capitolo primo

 

-Le odio queste coppiette di fidanzati che continuano a passarci davanti- continuava a ripetere Amelia Druso in preda alla solita crisi di nervi quando vedeva coppiette felici che giravano per le viuzze del paese.

 

Amelia  era  una giovane e carina  fanciulla di Viale Bardato che passava le sue ore libere a scrutare il cielo in cerca di merli o pappagallini di variopinti colori oppure fingeva di leggere un libro all’ombra di un albero nonostante fosse analfabeta; ma in particolar modo si divertiva a stare con il suo più grande amico di infanzia, Timoteo Barda o anche detto Tim.

 

Lei, occhi e capelli scuri e mossi, lui, occhi verde smeraldo e capelli biondi e ricci stile angioletto. Tim era particolarmente bello alto e con un fisico ben scolpito, infatti era sempre circondato di fanciullette che amavano ammirarlo e fare le svenevoli. Amelia , come ho già citato prima, era una giovane carina ma poco solare, questo la distingueva dalle altre ragazze del paese. Si pensa che Tim fosse attirato da Amelia proprio per la sua poco popolarità e perché il suo obbiettivo non era conquistarlo.

 

-Ma guarda un po’ chi sta arrivando!- esclamò Amelia, Tim distolse lo sguardo da una coppia di fidanzatini che si allontanava per vedere chi stesse arrivando in quel momento per agitare tanto Amelia.

 

-Che cosa ci fate ancora qua giù? Non lo sapete che le vostre madri stanno setacciando Viale Bardato per trovarvi?- era Rebecca. Bella, occhi neri e capelli color del fieno lisci come spighe di grano, alta e dalle forme rotonde e ben definite; era la migliore amica di Amelia.

 

-Ma cosa vuole da me quella donna?- sbottò seccamente Tim

 

-Ehi, ti ricordo che è tua madre, quindi portale rispetto- sbraitò Amelia

 

-Ma è una donna, come pensi che possa trattarla se non come un esserin…- non finì in tempo la frase che Amelia gli era già al collo pronta a strozzarlo, lo atterrò e per poterlo immobilizzare si mise a cavalcioni sopra di lui, a Rebecca si gonfiò un nervo sulla fronte, le piaceva tanto Tim e vederli così la metteva a disagio oltre che in imbarazzo. Tim si liberò della presa delle mani dell’assalitrice, con una spinta la buttò a schiena a terra e fu lui a mettersi sopra di lei tenendole le mani all’altezza delle spalle lontane dal corpo

 

-Allora ti arrendi?-

 

-Si, si va bene, ma adesso scendi prima che ci veda qualcuno- disse ridacchiando

 

-Bene, se non mi ricordo male si stava parlando di voi due…Vi siete ricordati di fare la raccolta del grano settimanale?- provò Rebecca

 

-Certo, questa mattina all’alba!- ribatte Amelia. Ci fu un attimo di silenzio in cui si guardarono per un attimo come per cogliere l’uno il pensiero dell’altro, poi si incamminarono verso Viale Bardato.

 

 

 

–Dove diavolo eri? Lo sai che tra un po’ mandavo tutto il paese a cercarti? Eri di nuovo insieme a quel Tim vero? Quel ragazzo è buono solo come marito!- urlò tutto d’un fiato Deneide, la mamma di Amelia. Lei  aveva i capelli lisci e scuri come quelli di Amelia, occhi chiari ed era una donna bellissima per la sua età.

 

–Sentiamo, perché mi cercavi?- chiese impazientemente Amelia

 

- Non l’ hai saputo suppongo! Tu padre è stato richiamato per la guerra e non potrà che passare qualche giorno con tutta la famiglia! Ora vai a chiamare Fabrizio, corri!- ribatte Deneide e senza aggiungere altro le girò le spalle sparendo all’interno della casa.

 

La casa di Amelia, nonostante sembrasse una catapecchia, era piuttosto spaziosa nel suo interno in casa. Dall’ingresso si aveva la visuale su una pericolante scala a chiocciola fissata alla mala peggio dal padre di Amelia che portava alla stanza dei due fratelli , dietro la scala si scorgeva uno stretto corridoio che portava al cortile. A sinistra della scala si trovava la cucina composta da un tavolo coperto di bruciature e buchi, tre sedie intrecciate da Deneide, qualche mensola in legno sostenuta da vecchi chiodi arrugginiti e al fondo della stanza c’era un piccolo tripiede formato da bastoni di nocciolo con appeso un pentolino dove Deneide cucinava i suoi stufati di cereali e rare volte riusciva a rubare della verdura nei giardini vicini. Invece alla destra della scala si trovava la camera da letto di Deneide e del marito, nella quale si trovava una sottospecie di materasso imbottito di paglia con sopra un lenzuolo e due cuscini, anch’essi riempiti di paglia, vicino al letto c’era un piccolo sgabello con sopra una candela ormai arrivata alla fine.

 

Amelia entrò svogliatamente in casa, percorse lo stretto corridoio della casa e uscì dalla porta del retro che dava sul cortile; il cortile era davvero piccolo e al suo interno c’era un piccolo orticello che produceva soltanto cereali, alla sinistra dell’orticello c’era un piccolo alberello che offriva, però, una vasta area ombreggiata. Li sotto l’alberello vide Fabrizio, un bambinello di soli sette anni coi capelli ricci e scuri ma con i bellissimi occhi della madre, che giocava con Tabita, il cane di famiglia.

 

–Vieni dentro che la mamma ti deve parlare, giocherai più tardi con Tabita- gridò Amelia dall’uscio della porta.

 

-Ma la mia lezione sull’alfabeto inizia più tardi!- ribatte subito Fabrizio allarmato, -E  da quand’è che prendi lezioni d’alfabeto?!- chiese curiosa Amelia.

 

- Da quando non voglio diventare un’analfabeta come te- rispose sarcasticamente Fabrizio lasciando la sorella a bocca chiusa.

 

 

 

Ormai si era fatto tardi e il padre di Amelia sarebbe arrivato da un momento all’altro, ma questo non bastò a tenere a freno la lingua di Amelia che era piuttosto seccata – Come avete potuto farmi uno scherzo del genere? Io sto vivendo come un’analfabeta e mio fratello può permettersi di ricevere un’istruzione??- esplose d’un tratto.

 

- Tuo fratello deve ricevere un’istruzione perché tra qualche anno dovrà iniziare a lavorare. Tutti i ragazzini della sua età orami sono andati a lavorare, ma con la nuova legge non puoi iniziare un lavoro senza essere prima stato istruito. - spiegò in maniera suadente Deneide.

 

Amelia stava per replicare quando varcò la soglia di casa suo padre. Era un uomo dall’aspetto molto vecchio e dimostrava più della sua età, era molto alto occhi e capelli scuri e ricci, insomma, era il ritratto di Amelia. Tra lei e suo padre c’era una divergenza e non riuscivano proprio a compatirsi; quando i due litigavano, solo Deneide riusciva a calmarli e parlando prima con uno, poi con l’altro. In questo modo era in grado di stabilizzare una tregua, anche se poco duratura.

 

-Da fuori ho sentito Amelia urlare qualcosa, ditemi, cosa sta succedendo?- detto questo il padre non si curò nemmeno di togliersi i calzari che si sedete subito a tavola affamato e curioso.

 

-Nulla di importante, stai tranquillo Orlando, io e Amelia stavamo solo…ecco…-

    

-Stavamo discutendo del fatto che mio fratello potrà imparare a leggere e a scrivere invece io devo stare zitta e buona e lavorare nei campi e a casa come se fossi una serva-disse Amelia senza staccare lo sguardo dal suo stufato.

 

 –Se non ti ricordi male ne avevamo già parlato! Tu come le altre femmine dovrai rimanere ignorante, e io non alzerò neanche un dito per impedirlo!-disse freddamente il padre -E adesso se non ti dispiace ho molta fame, portami subito un piatto di stufato e poi vai in camera tua a riflettere, a dormire o a invertanti un modo per far comparire dei soldi, e fai in modo che non debba più vedere la tua faccia insolente fino a domani- aggiunse poi con non curanza come se avesse appena detto a sua figlia quanto le voleva bene.

 

Amelia aveva un diavolo per capello e non aveva proprio voglia di controbattere su come l’aveva appena offesa suo padre, questo su comportamento non stupì solo se stessa ma anche suo padre che la guardava come se stesse aspettando una delle sue solite risposte arroganti, ma così non fu. Decise di ignorare le parole di suo padre e si alzò per sparecchiare, uscì di casa per lavare i piatti nella tinozza dell’acqua e poi si diresse in camera sua senza proferire parola con nessuno. Si sdraiò sul letto e appena sentì il fratello salire le scale chiuse gli occhi e finse di dormire, esattamente come faceva tutte le notti.

 

Come da abitudine aspettò che il fratellino si addormentasse, quindi, scese dal letto e si infilò un maglione pesante e si diresse fuori dalla stanza e giù dalle scale. Stava per aprire la porta di casa, quando le voci dei suoi genitori attirarono la sua attenzione, provenivano dalla loro camera da letto. Si avvicinò alla porta …

 

-E tu non venirmi a dire che ho un comportamento scorretto nei suoi confronti, è lei che mi fa impazzire- ruggì suo padre, stavano parlando di lei. Ancora più incuriosita da quella baraonda accostò l’orecchio alla porta, adesso sentì la voce di sua madre.

 

- Non posso di certo dire altrimenti, come hai potuto dire quelle cose, avrebbero ferito chiunque. E poi questa storia deve finire, tu stai per andare i guerra, e Amelia è in età da marito, non credi che bisognerebbe dare un taglio alle vostre scenate che si ripetono ogni sera?!- Deneide sembrava parecchio convincente, ma Orlando non era disposto a issare bandiera bianca, o almeno, non per primo.

 

- Io di certo non mi abbasserò mai e poi mai a chiedere scusa ad una femmina, al massimo dovrà essere lei a chiedermi scusa per i suoi comportamenti da piccola ribelle-

 

- Non essere sciocco Orlando, questo tue manie maschiliste sono infondate, lei sta maturando e sono sicura che oggi sia tu che lei siate piuttosto stanchi, e poi non mi sembra che Amelia ti abbia offeso in qualche modo, non trovi?- sua madre suonava più convincente di prima, infatti la risposta del padre confermava la sua impressione.

 

- Si, in effetti hai ragione, oggi non è stata impertinente come al solito- poi dopo una pausa fu come se riprendesse il suo tono di voce freddo e deciso.

 

– E con ciò? È stato un caso che oggi non abbiamo fatto una delle nostre solite scenate- ci fu un altro momento di pausa in cui i due si guardarono dolcemente negl’occhi. In quel preciso momento Orlando si ricordò che si era innamorato di sua moglie, non solo perché era infinitamente bella, ma anche perché era una donna molto suadente e, in particolare in quel momento, lo aveva convinto a capire di più sua figlia.

 

– E va bene, forse hai ragione tu cara, dovrei stare più tempo con Amelia e imparare a capire come ragiona la sua testolina. Sono sicuro che però dopo un bel matrimonio combinato le si metteranno le rotelle a posto- concluse deciso Orlando, Deneide si avvicinò al marito sorridendogli e dandogli un dolcissimo bacio sulle labbra ancora tese per via della sua solita aria da duro.

 

Amelia aveva sentito abbastanza, quello che aveva appena sentito era bastato per ricordarle perché odiava suo padre. Silenziosamente si allontanò dalla stanza dei suoi genitori e si diresse verso la porta, la aprì delicatamente e la richiuse alle sue spalle più cautamente che poté anche se avrebbe voluto sbatterla.

 

 

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Ho beccato mia sorella!! ^__^ bè poco male, ora mi sono creata un nick tutto mio e continuerò la storia postandola da sola!!

Comunque grazie a tutti quelli che mi avevano recensito sul nick di mia sorella (Judie)!!

 

To be continue….

 

 

Serena

  
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