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Autore: wolfsbane97    05/03/2014    3 recensioni
E' una specie di diario, e voi, cari lettori, probabilmente mi conoscerete meglio di chiunque altro.
Spero di non annoiarvi, e se avete critiche naturalmente mi farebbe piacere sentirle, anche se volete dirmi che fa schifo. Qualsiasi cosa, davvero.
Enjoy.
S.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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VICTIM.
"Ti dicono il modo per superare le cose ma nonostante loro si facciano il culo per aiutarti tu devi continuare a fare la vittima perché ti senti una disperata.  Non ho ancora capito se per il fatto che ti sei abituata a fare la vittima o perché ti noia cambiare o perché te ne frega per un po' ma poi mandi tutto a quel paese, ma tu continui a ripetere che è difficile e a non cambiare. "

Che bella parola, la parola "vittima", non è vero?

vìttima s. f. [dal lat. victĭma, di etimologia oscura]: Chi soccombe all’altrui inganno e prepotenza, subendo una sopraffazione, un danno, o venendo comunque perseguitato e oppresso; anche in riferimento a chi si danneggia da sé stesso.

Davvero bella. Eppure, mi suona così familiare. L'ho sentita così tante volte, ma non ricordo dove di preciso. Ah, ecco, ora ricordo. Nelle parole dei miei amici. O meglio, quelli che credevo fossero miei amici. Già. La suddetta citazione proviene direttamente e senza alcuna modifica da un messaggio da colei che credevo fosse la mia migliore amica. O almeno speravo lo fosse. Vedete, ho sempre avuto problemi con le amicizie: alle elementari ero sogetto di numerose prese in giro da parte della mia classe, ed ero succube di una bambina cattiva (non esagero, questa ragazza è tutt'ora maligna); alle scuole medie ho trovato M., cosa di cui ora sono estremamente grata, ma che in quel periodo persi per una tragica litigata, abbastanza pesante; e oggi, beh, ve ne ho già parlato: non ho un migliore amico, e quelli che pensavo potessero essere dei potenziali migliori amici non fanno altro che trattarmi .. come dire.. come una vittima. Non penso di avere parole giuste per descrivere il mio attuale stato d'animo. Ho un sacco di pensieri che mi scorrono nella mente, ma sono così incasinati che non ho idea del modo in cui scriverle. Forse è meglio farvi leggere la mia risposta. Penso sia abbastanza eloquente.

"essere aiutata mi fa sentire una cogliona. Cosa si provrebbe a sentirsi dire da tutti che devo cambiare? Ci provo  ogni cazzo di giorno, tento di modificare il modo in cui mi comporto, come mi pongocon gli altri, e appena dico a qualcuno dei miei problemi mi viene detto che faccio la vittima. No, non faccio la vittima, cerco conforto dai miei cazzo di amici. Apprezzo il vostro aiuto, ma un "devi cambiare" non serve a NULLA. Sto provando a cambiare, e nemmeno lo notate. Se ho un problema dite "non sono questi i veri problemi". Vuoi sapere i veri problemi? I miei sono disperati per mio fratello, che verrà sicuramente bocciato. La relazione tra mia madre e mio padre degenera di giorno in giorno, e mia madre è sul punto del collasso. La notte non dormo più perchè sono tormentata da tutta 'sta situazione. Il mio peso aumenta a dismisura, nonostante mangi sempre di meno.  Mio padre diventa sempre più violento. In casa c'è il terrore e non riusciamo a respirare tranquilli. Questi sono i miei problemi seri, ma non ve ne parlo perchè ognuno ha i suoi "problemi seri". Quindi vi parlo dei miei problemi "minori", e mi venite a dire che non sono problemi importanti e che devo "cambiare". Secondo te non vorrei uscire da questa situazione di merda? Vi ringrazio per il tentativo di aiutarmi, ma dirmi "devi cambiare" non mi aiuta. E sapere che per voi faccio la vittima mi fa male."

Beh, penso basti.

Ho la sensazione che tutto mi stia crollando addosso. Sotto tutti gli aspetti, non riesco a vedere nessuna soddisfazione. In Petrarca, questo sentimento è chiamato "accidia", e viene classificato dai valori morali cristiani come un peccato capitale. Petrarca provò tutto questo dopo che la sua amata Laura morì: in poche parole era letteralmente depresso, e in tutto ciò che lo circondava non riusciva a trovare un lato positivo. Triste, non è vero?

Beh, caro Franceschino, siamo sulla stessa barca. Per fortuna non ho nessuna donna amata nell'altro mondo per cui soffrire tutti i restanti giorni della mia vita, ma i postumi penso siano gli stessi.

Sento di non avere una spalla su cui piangere, una figura di riferimento con cui sfogarmi, e che mi assicurerà che andrà tutto bene. Tutto ciò che fanno le persone che ho intorno è darmi addosso non appena esprimo un mio dolore. "Eh ma non fai niente per cambiare!". Ah sì? Non faccio niente? Sai qual è la cosa peggiore? Che io ci provo tutti i giorni. Ma nessuno se ne accorge.

"Mandi tutto a quel paese." . Beh, logico, quando vedo che le persone che dovrebbero starmi accanto e darmi forza al contrario mi dicono che tutto ciò che faccio è lamentarmi.

"Anche gli altri hanno problemi, ma tu giri subito la situazione su di te.". Giusto. Perchè quando tu fai soffrire e maltratti il tuo povero ragazzo è tua sorella che ci parla anche per ore. E fidati, che non sono io quella che gira la situazione su se stessa.

Questo non vuole essere un testo minatorio a una persona in particolare, ma a tutte le cose che mi sono state dette in passato dai miei cosiddetti amici.

E volete sapere un dettaglio della mia cosiddetta "comitiva"?

Quando usciamo o stiamo a casa di qualcuno, molto spesso ci disponiamo in file, o in piccoli gruppi da due, così, casualmente. Diciamo, viene naturale: mentre camminiamo non ci stiamo tutti sul marciapiede, o se stiamo a casa, alcuni per terra e altri al tavolo. Provate a indovinare chi rimane sola in mezzo a un gruppo da due e uno da tre sul marciapiede. E provate a indovinare chi rimane sola alla sedia vicino alla tv a casa di uno di noi.

Altro esempio: a mano a mano che arriva gente prima di uscire o sempre a casa di uno di noi, gli altri si buttano disperatamente addosso, abbracciandosi anche per cinque minuti. Poi arrivano a me, un bacio volante sulla guancia e un "oi", giusto per essere simpatici.

Eppure, non noto nessun comportamento brusco o scontroso con loro. Anzi, essendo loro i miei unici amici (apparte M., che però ha ormai un mondo tutto suo di cui però io, spero anche in minima parte, faccio parte), cerco in tutti i modi di essere più accondiscendente e disponibile possibile. E sfido chiunque a dirmi il contrario. Non sarò perfetto, non sarò un angelo, avrò dei difetti pessimi, e questo lo capisco. Ma non aspettate il momento in cui cerco supporto per rinfacciarmeli.

Per la prima volta, non chiedo di recensire per un parere formale (ma se ne avete, benvengano assolutamente, ne sono ansiosa), ma un consiglio a ME, S. .

Sì, sempre la solita S. . La vittima.


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