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Autore: NobodyCompares03    14/04/2014    2 recensioni
Nicole, ragazza londinese di 18 anni, decide di trascorrere l'estate a Heatherfield, la tranquilla cittadina sul mare in cui il padre è andato a vivere dopo essersi separato dalla moglie.
Quando viene assunta come animatrice su uno dei tanti lidi della spiaggia, è costretta a lavorare accanto a Zayn, un ragazzo che le sembra, fin da subito, antipatico ed egocentrico.
Ma se dall'odio nascesse l'amore? E se settembre d'un tratto sembrasse avvicinarsi troppo velocemente?
Tratto alla storia:
Il ragazzo si voltò, facendomi cenno con la testa di seguirlo.
Mi fermai un attimo ad osservarlo, di spalle: certo che non era affatto male, anzi... Deglutii, rendendomi conto della piega che stavano prendendo i miei pensieri.
Lui, però, non poteva di certo immaginare che gli stessi guardando così avidamente il...
"Se hai finito di fissarmi il culo, puoi anche muoverti da lì e seguirmi."
Il ragazzo si era girato improvvisamente, e mi aveva colta in flagrante. Merda, cazzo, minchia!
Diventata più rossa di mio padre quando stava per strozzarsi con una spina di baccalà-si, mio padre a cinquant'anni suonati ancora non sapeva togliere le spine al pesce-, boccheggiai, cercando un insulto abbastanza offensivo da rivolgergli.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
SMS
 
 
 
Quella mattina, nonostante sapessi che Allison sarebbe arrivata dopo pranzo, mi alzai alle 7:00 in punto, grazie alla sveglia che mi ero ricordata di puntare la sera prima, in un momento di breve lucidità durante la dormiveglia. Se fossi finita con l’addormentarmi, mi sarei sicuramente dimenticata di impostarla. Ero senza speranze.
Il cellulare vibrò non appena mi stiracchiai alla finestra, sbadigliando in modo decisamente poco fine e ritrovandomi a sperare che nessuno del palazzo di fronte fosse affacciato alle finestre o ai balconi. Alzai gli occhi al cielo, sorridendo compiaciuta alla vista del cielo sereno e sgombro di nubi. Essendo una cittadina sul mare, grazie all’alta pressione, i cittadini di Heatherfield avevano il privilegio di vedere un po’ di sole, a differenza dei cittadini di Londra, dove un venditore di ombrelli –soprattutto nella stagione invernale-, si sarebbe arricchito nel giro di poco.
Appoggiai i gomiti sul davanzale, guardando verso il basso ed esaminando la strada: era decisamente molto presto, ancora non si vedeva nessuno in giro. Mi resi conto di essermi incantata solo quando il telefono vibrò una seconda volta. Un po’ seccata, andai a prenderlo e a vedere chi osasse rompere le palle a quell’ora del mattino.
Allison.
Ah già, mi aveva detto che mi avrebbe inviato un messaggio appena salita in treno.
 
Nicole, ihih.
 
Incoraggiante. Erano le 7:00 e aveva già assunto una dose spropositata di stupefacenti… Le risposi velocemente, poi mi sedetti sul letto e, ancora mezza addormentata, feci mente locale su tutte le cose che avrei dovuto svolgere quella mattina, e non erano neanche poche. Per quello mi ero svegliata tanto presto.
Tra fare la spesa, sistemare un po’ la camera, andare a comprare qualche vestito e montare il letto ad Allison, decisi di montare il letto. Dovevo prima fare colazione però, avevo un buco alla stomaco e il mio cervello reclamava un po’ di zucchero per svegliarsi completamente.
Dopo una veloce visitina al bagno, mi recai in cucina, sentendomi subito sollevata nel momento in cui la trovai vuota. Quello, infatti, avrebbe significato mangiare finalmente tutte le schifezze che avrei voluto –e che avevo acquistato e nascosto per bene-, senza che quell’idiota di mio nonno mi facesse la ramanzina. Per lui, potevo mangiare quella robaccia inutile e dannosa alla mia preziosa quanto ottima salute solo la domenica; mangiarla anche il sabato, secondo la sua contorta visione della realtà, non avrebbe fatto troppo bene, ma siccome ero brava, me lo concedeva. Mi veniva da ridere, da quel punto di vista quel vecchietto era ridicolo. Se solo avesse saputo cosa mangiavo durante i giorni lavorativi, sarebbe a dir poco impazzito…
C’era da ammetterlo però: malgrado la sua età, era in ottima forma e in brillante salute. Merito della dieta sana ed equilibrata, a detta sua.
Mi liberai di quei pensieri ed aprii il mobiletto in cui avevo nascosto biscotti, marmellata e cacao per il latte, e corsi in frigo a prendere la squisita torta alla frutta e alla panna preparata da Deborah. Me l’aveva reglata la sera prima, dicendo che era stata fatta da lei personalmente e che potevo mangiarla tranquillamente, perché nonostante fosse stata tentata, non aveva messo al suo interno del veleno. Avevo riso alla sua battuta. Era proprio idiota, tanto quanto me.
Ero felice di aver conosciuto persone che avessero un buon senso dell’umorismo, comunque; io con i musoni e i permalosi non andavo proprio d’accordo, mi irritavano e non poco. D’altronde una risata non aveva mai fatto male a nessuno.
Mi sedetti comoda, iniziando a mangiare con gusto e appetito. Da quanto tempo non facevo una colazione decente? Poteva anche essere strano per una londinese, ma da quando ero stata in gita con la scuola in Italia, due anni prima, mi ero fissata per la colazione che facevano lì. Peccato che in Inghilterra i cornetti non fossero certo all’altezza di quelli italiani…
Una volta finito di mangiare, mi sbrigai a pulire il tavolo e ad eliminare ogni minima traccia di quelle deliziose pietanze, affinché il nonno non mi sgridasse quando sarebbe entrato in cucina. E in tal caso avrebbe pure avuto ragione, avevo praticamente finito tutta la torta e mangiato metà scatola di biscotti… Che fogna ero diventata, accidenti!
 
“Papà, alzati!” Strillai, piombando nella sua camera dopo essermi vestita e dopo aver rifatto il mio letto.
Mia padre, con voce roca e assonnata, mugugnò qualcosa di simile a un “Vai a dormire”, poi si girò dal lato opposto e tornò a russare.
Gonfiai le guance indispettita: se non si fosse svegliato di lì a poco, avrei dato di matto! Diamine era peggio dei bambini che facevano i capricci per alzarsi, perché non volevano andare a scuola!
Va bene che era presto per i suoi standard, ma io quella mattina avevo da fare! Mi serviva il suo aiuto per montare il letto ad Allison, e lo avevo anche avvertito la sera prima!
Fortunatamente, riuscii a farlo alzare e, a servizio completato, andai a prepararmi per uscire.
Ma la voce di mio nonno, che nel frattempo si era svegliato, mi fece sussultare, nonché sbavare con la matita che stavo mettendo con così tanta attenzione e cura.
“Porca…” Non ebbi il tempo di finire l’imprecazione perché mio nonno entrò in bagno, dopo aver bussato ovviamente.
“Nicole, credi che io non sappia cos’hai combinato stamattina?”
Mi sforzai per cercare di assumere un’espressione che si avvicinasse maggiormente alla ragazzina appena scesa dal cielo che alla ragazzina colta in flagrante.
“Uhm… ehm… No, cos’ho fatto?”
Mio nonno arcuò un sopracciglio indispettito.
“Ah, non lo sai? E la torta che prima era in frigo, chi l’ha divorata? Il fantasma formaggino?”
Oddio, ora mio nonno se ne usciva pure con il fantasma formaggino, credendo di farmi ridere… Com’è che si diceva? Non c’era mai limite al peggio.
Sbuffai, tornando ad applicare la matita.
“Avevo fame…” Mi giustificai, pur sapendo che il nonno non me l’avrebbe fatta passare liscia. Eh già, in un modo o nell’altro, doveva sempre mettermi in punizione, qualora avessi commesso qualche bravata. Parole sue, eh.
“Questa mattina hai da fare?” Chiese, con finta nonchalance.
Eh?! E quello cosa c’entrava?! Sbattei le palpebre per enfatizzare la mia espressione da finta ingenua, poi feci cenno di si con la testa.
“Bene. Scordati autobus e mezzi pubblici. Andrai a fare le tue commissioni in bicicletta!”
Spalancai la bocca, iniziando seriamente a credere che fosse il caso di portare mio nonno in una di quelle strutture in cui ci si occupa dei vecchietti che, ahimé, sono partiti con la testa…
“Ma nonno, io devo andare a fare spese! Dove vuoi che le metta le buste, appese al manubrio?! La bici cadrebbe! Andando in autobus, invece, la cosa è differente…”
Il nonno increspò le labbra, probabilmente alla ricerca di una nuova “punizione”.
“Una sola busta può starci però. Andrai a prendere solo il pane in bicicletta, poi torni e sbrighi le tue faccende come cavolo vuoi. E muoviti, io vado a recuperare la bici.”
Beato lui che aveva voglia di andare a cercare quell’aggeggio del paleolitico in cantina… Ma si poteva essere più scemi di quello lì?! No, decisamente no!
 
 
 
Sbuffando come una pentola a pressione, salii su quella lurida bicicletta rossa, iniziando a pedalare velocemente verso il panificio. Pensai infatti che, più velocemente avrei pedalato, più velocemente sarei arrivata.
Più velocemente sarei arrivata, più velocemente sarei tornata a casa. Più velocemente sarei tornata a casa, più velocemente avrei terminato le altre commissioni.
Più tempo passava, più Nicole si rincretiniva…
Forse era perché non pedalavo da tempo, fatto stava che mi sentivo una completa imbecille, in sella in mezzo alle strade trafficate.
Inoltre mi sentivo leggermente a disagio: ogni mio coetaneo che vedevo passare, o si trovava su di un motorino o al volante di una macchina… Nei limiti estremi viaggiavano sui mezzi pubblici, come avrei voluto fare io.
Ma pazienza, quel giorno stavo facendo la trasgressiva oh.
Svoltai in una stradina secondaria, molto meno frequentata della precedente, per fortuna.
 
“Today I don’t feel like doin’ anything, tutturù tutturù, I just wanna lay in my beeed…”
 
Mentre pedalavo in tutta tranquillità, canticchiando allegramente -e oscenamente- ‘The lazy song’ di Bruno Mars, una macchina mi si accostò.
“Hai capito Nicole! Non ha voglia di fare un beneamato cavolo e se ne va a passeggiare libera e felice con la bicicletta del nonno…”
Ma… ma… ma porca miseria, tra tutte le persone che vivevano in quella città, proprio Zayn dovevo andare a incontrare?!
Mentre canticchiavo come una perfetta cogliona poi!
E mentre ero sulla bici! Che figura patetica…
Ma ora gliene avrei dette quattro… come si permetteva di insinuare anche solo lontanamente che io fossi una scansafatiche?! Ora mi avrebbe sentita…
“Che ne sai che la bici è di mio nonno?”
C’era qualcosa che non andava in me, evidentemente.
Tra tutte le risposte che avrei potuto e dovuto dargli, me ne ero uscita con la più idiota delle domande.
Ma… Insomma, il fatto era che sul momento non mi erano venute in mente risposte a tono, quella era l’unica che fossi riuscita a formulare, ecco.
Zayn sgranò gli occhi, sorpreso.
“No, non dirmi che ci ho azzeccato! E’ davvero la bici di tuo nonno?!”
E ridacchiò, prendendosi per l’ennesima volta gioco di me.
Alzai gli occhi al cielo, fissandolo poi truce.
“Comunque non sono una scansafatiche, bello.” Dissi tanto per precisare.
“Grazie me lo dicono tutti.”
Sospirai, guardandolo scocciata.
“Prego. Ti auguro una bellissima giornata.”
Zayn indossò gli occhiali da sole, poi mise in moto la macchina.
“A domani.” Rispose, prima di ripartire.
Sinceramente non sapevo cosa pensare di lui. Era un tipo piuttosto strano, non riuscivo mai a capire quando scherzasse o quando invece facesse sul serio. Mah, forse sarebbe semplicemente stata questione di tempo.
Ma che importanza aveva in fondo?
 
 
Dopo aver portato il pane a casa, uscii per potermi finalmente dedicare alla spesa e allo shopping.
Speravo solo di riuscire a trovare qualcosa che avrebbe potuto piacermi, io avevo i gusti difficili purtroppo…
Soprattutto in inverno, non riuscivo a trovare nulla che potesse soddisfarmi a dovere, ero decisamente troppo esigente.
Entrata nel negozio, venni subito investita dalla piacevole ondata di aria fresca che arrivava dall’aria condizionata, il che era davvero un sollievo dopo aver camminato sotto al sole. A Londra, in effetti, entravo spesso nei negozi solo per rinfrescarmi un po’...
Iniziai a dare uno sguardo in giro, con aria critica e poco convinta.
Eh già, quando mai nei negozi avevano qualcosa che facesse a caso mio?! Mai porca miseria, per questo il più delle volte finivo con l’innervosirmi e perdere anche tutta la mattinata o il pomeriggio!
Stetti dieci minuti ad osservare pensierosa delle magliette, poi presi le migliori tra le peggiori e mi avviai verso i camerini, ovviamente occupati e all’esterno dei quali c’erano un bel po’ di persone.
Sbuffai, decidendo tuttavia di attendere pazientemente il mio turno.
Il vibrare del mio cellulare mi avvisò dell’arrivo di un sms.
Era Allison di nuovo.
 
Mi scoccio in treno. :(
 
Le risposi velocemente.
 
Addormentati, ascolta musica, conta le pecore o fai amicizia col tuo vicino di posto.
 
Dopo un quarto d’ora buono, iniziai seriamente a valutare l’ipotesi di alzare i tacchi e andare in qualche altro negozio, ma una voce mi fece sobbalzare.
“Ciao Nicole!”
Mi girai, abbozzando un sorriso.
“Ciao Mary.”
Certo che non la vedevo da parecchio…
“Tutto bene?” Mi chiese, aggiustandosi il ciuffo dei suoi capelli neri.
“Tutto bene, a te?”
Storse un po’ il muso ed io inarcai un sopracciglio.
“Problemi?” Chiesi, temendo di essere stata troppo invadente.
“Beh…” Sbuffai mentalmente al suo ‘beh’. Quello era una sottospecie di verso da pecora, non certamente una risposta.
“Problemi con Zayn?”
La domanda mi era uscita così, di getto, senza che neanche me ne rendessi conto. Mi morsi infatti  la lingua subito dopo. Ma che andavo a chiederle?! Come se me ne fosse importato qualcosa dei problemi di Zayn!
Mary sgranò gli occhi, poi sospirò, sorridendomi sghemba. Ok, dovevo cambiare discorso, urgentemente…
“Quanta gente c’è, eh?”
Ero bravissima a conversare, già.
“Infatti! Io devo andare a mangiare da mia nonna oggi, mi aspetta per le undici. Tarderò sicuramente.” Sentenziò scocciata, roteando gli occhi e aggiustandosi per l’ennesima volta il ciuffo. Ma che aveva, un ticchio?!
Probabilmente…
 “Io invece devo andare a prendere Allison alla stazione oggi. Anche lei passerà l’estate qui.” Feci spallucce.
Mary si illuminò, sorridendo.
“Uh, che bello! E’ tanto tempo che non la vedo, come sta?”
Chiese, ri-aggiustandosi il ciuffo. Ok, allora era proprio un ticchio.
“Sta bene, sta bene.”
Mary annuì, poi si affrettò a chiedere altro, curiosa com’era.
“E arriva con quel tipo? Quel… quel…” Inziò a fare dei gesti strani con le mani e le braccia, quasi come se quelli avessero potuto in qualche modo aiutarla a ricordare.
Sapevo a chi alludesse. Il nome che non riusciva a ricordare era Mark, che era l’ex fidanzato della mia amica. Si erano lasciati da quasi un anno, ma Mary non lo sapeva.
“No, arriva sola.” Risposi.
“Uh, si sono lasciati?”
Iniziai ad innervosirmi. Erano faccende che non riguardavano me personalmente, io non avevo alcun diritto di risponderle!
Fortunatamente, un camerino che si aprì proprio in quel momento mi offrì la possibilità di sfuggire alla sua domanda.
“Serve a te?” Le chiesi, giusto per educazione.
“Si, grazie.” Ma brutta stronza! Rifiutare no, eh?!
Sorrisi forzatamente, poi lei si diresse verso il camerino, sistemandosi ovviamente il ciuffo. Santo cielo ma come faceva Zayn a sopportarla?!
Non sono affari tuoi.
Giusto, non lo erano.
Quando un altro camerino si liberò, rischiai quasi di saltellare dalla gioia.
Uscii dal negozio a mezzogiorno, con tre buste belle piene. Povera carta di credito del nonno…
 
 
 
 
******
 
 
 
 
Le ore che precedevano l’arrivo della mia amica passarono velocemente, così in men che non si dica mi ritrovai alla stazione con mio padre, in attesa che il treno arrivasse. Speravo vivamente che rispettasse gli orari stabiliti e che non facesse troppo ritardo, sia perché le attese mi scocciavano e sia perché non vedevo l’ora di rivedere Allison.
Era da un quarto d’ora buono che non facevo altro che picchiettare l’indice e il medio sul povero display del mio cellulare.
“Ma Nicole, vuoi finirla?!” Sbottò mio padre, guardandomi scocciato. Non lo considerai minimamente e continuai a muovere le dita, spesso anche a ritmo di qualche canzone. La noia, purtroppo, mi induceva a fare cose non propriamente intelligenti.
Per di più, avevo uno strano presentimento addosso. Non sapevo esattamente cosa fosse, nemmeno sapevo dire se fosse qualcosa di positivo o meno, avevo un presentimento e basta. Ero un tipetto decisamente strano.
I minuti trascorrevano lentamente, facendo sì che le mie imprecazioni contro i ritardi dei treni si moltiplicassero notevolmente.
Il vibrare del mio cellulare mi riscosse dai miei pensieri. Sbloccai il display per vedere chi fosse.
 
Zayn. :)
 
Sgranai gli occhi, assumendo una perfetta espressione da pesce lesso. E quello cosa voleva? In quelle due settimane non ci eravamo mai inviati neppure mezzo sms…
Lo aprii velocemente, leggendone il contenuto.
 
 
Sei una testa di cazzo! Domani facciamo i conti, idiota!
 
 
Rimasi di stucco.
Ma… ma…. Sbattei le palpebre incredula, rileggendolo più volte. Aveva davvero scritto che ero una testa di cazzo, così come mi aveva davvero chiamata idiota…
Ma io non gli avevo fatto nulla santo cielo, non mi pareva di aver combinato nessun guaio!
Ora mi avrebbe sentita, quello stupido consumatore di canne...
 
 
Puoi dirmi, di grazia, cos’ho combinato? :)
 
 
Attesi impazientemente la sua risposta. Ecco cos’era quel presentimento… Cavolo io non mi sbagliavo mai!
Passò un minuto. Due minuti. Tre minuti.
Non rispondeva, quel deficiente! Papà ogni tanto mi lanciava delle occhiate stranite, chiedendosi probabilmente cosa ci fosse che non andasse in me.
Un fischio improvviso annunciò l’arrivo del treno –e mi fece anche sobbalzare come una cretina, ma quelli erano dettagli-.
Riposi il cellulare in tasca, alzandomi dalla panchina su cui ero seduta.
Quando il treno finalmente si fermò e la gente iniziò a scendere, aguzzai subito la vista per trovare Allison che, con la sua folta chioma di capelli lunghi, mossi e rossi, non era poi così tanto difficile da individuare. Infatti la riconobbi entro pochi secondi.
“Allison!” La chiamai, sbracciandomi così che potesse notarmi.
Questa si guardò in giro, non riuscendo comunque a capire da che direzione provenisse la mia voce. La solita cretina…
Quando i suoi occhi verdi incrociarono i miei, sorridemmo entrambe raggianti.
Si avvicinò velocemente a me, lasciando cadere la valigia per terra e abbracciandomi forte.
“Nicole!” Esclamò felice.
“Allieee!” Risposi io, stritolandola letteralmente.
“Oooh, mi soffochi!” Si lamentò lei, pizzicandomi un fianco.
“Ahiaa!” Sbottai, sciogliendo l’abbraccio.
Mi fece la linguaccia, andando poi a salutare mio padre.
“Salve.” Disse, sorridendo e arrossendo come suo solito.
“Ciao Allison, come stai?” S’informò cordiale mio padre.
“Bene grazie, e lei? E’ gentilissimo da parte sua ospitarmi in questi mesi e…”
Giacché mi stavo scocciando, interruppi subito i convenevoli.
“Oh finiamola con i convenevoli e andiamocene da qui, che sto schiattando dal caldo!”
Allison ridacchiò, mentre mio padre scosse la testa.
“Papi portale la valigia. Allie, raggiungiamo la macchina.” Dissi, afferrando il braccio della mia amica.
“Sempre pronta a dare ordini tu!” Mi riprese questa.
“Oh, sei appena arrivata e già hai iniziato a rompere, così non va bene!” Scherzavo ovviamente.
Allison mi diede una gomitata, sorridendo divertita.
 
 
Appena salimmo in macchina, presi il mio cellulare, per controllare se quell’emerito coglione di Zayn avesse risposto al mio sms.
Sbuffai inviperita. Rischiavo di scoppiare dalla curiosità porca...
“Nicole che hai?” sussurrò la rossa.
 Il radar Allison si era attivato, perfetto.
“Aspetto un sms.”
“Un sms importante?”
No, non era di tutta questa importanza…
“No…” Risposi, scrollando le spalle.
“E perché sei così impaziente?”
“Sono curiosa.”
“Perché?”
Sbuffai, roteando gli occhi.
“Leggiti la conversazione.” Dissi risoluta, passandole il mio cellulare.
“Ma che hai combinato?”
Chiese divertita, dopo che ebbe letto tutto in men che non si dica.
“Non lo so!” Risposi sbuffando. Allison scrollò le spalle indifferente.
“Al limite chiarite domani.”
Si, al limite avremmo fatto così.
Per il resto del viaggio, passammo a parlare di altro.
 
 
Nel tardo pomeriggio mi sarebbe piaciuto uscire, ma Allison era crollata in un sonno profondo dopo aver sistemato le sue cose nell’armadio.
Come biasimarla…
Per passare il tempo, allora, presi il portatile ed entrai su Facebook.
Non c’era nulla di interessante, a parte le solite stronzate…
Dal momento che Allison iniziò a russare sonoramente, collegai le cuffie al pc e mi misi ad ascoltare la musica.
Mentre chattavo con Celeste, che mi aveva chiesto se Allison fosse arrivata e se l’indomani sarebbe venuta sulla spiaggia, il mio telefonino vibrò.
Lo afferrai sperando fosse la risposta di Zayn.
Alleluia, aveva risposto!
 
 
Ho sbagliato numero
 
 
Ah. Aveva sbagliato numero. In effetti non era normale che mi definisse una testa di cazzo e che mi chiamasse idiota così, di punto in bianco. Mamma mia, com’era antipatico però, nemmeno uno smile aveva messo…
 
 
Ah vabbene.
 
 
Cancellai la risposta. Non mi convinceva.
 
 
Non ti preoccupare. :)
 
Nah. Mi sembrava troppo da cagnolino scodinzolante.
 
 
Okok.
 
 
Questa invece era troppo da rottweiler incazzato.
 
 
Non fa niente. u.u
 
 
Perché, che avrebbe dovuto fare?! La cancellai ancora una volta.
 
 
Ah capito. :P
 
 
Cancellai nuovamente. Nono, un attimo, ma io mi stavo veramente scervellando per trovare una risposta che fosse adatta?!
 
 
Ah capito. :P
 
 
Alla fine risposi così.
Il fatto, però, era che volevo scrivergli qualcosa in modo tale che lui dopo avrebbe potuto rispondermi. Boh, volevo parlare con lui. Tra di noi non si era creato lo stesso rapporto che si era creato con gli altri…
Quel ragazzo mi… incuriosiva parecchio ecco, avevo trovato il termine esatto. Era così strano…
Un’idea geniale mi balenò in testa.
 
 
Come te la sei cavata oggi senza di me? u.u
 
 
Prima di inviare, tolsi il ‘senza di me’.  Non mi convinceva.
Rispose poco dopo.
 
 
Sono stato benissimo, meglio di quando ci sei tu a dire il vero
 
 
Ma che stronzo!
Un momento, scherzava? Se non metteva gli smile io non riuscivo a capire! Quello era tutto volubile!
 
 
Sei uno stronzo.
 
 
Stavolta non indugiai, inviai e basta, salvo poi rendermi conto che ero sembrata incazzata e risentita. Ma che cavolo!!
 
 
Ma guarda che io scherzavo eh
 
 
Ecco, ovviamente scherzava. Ma che ne sapevo io se non metteva le faccine?
 
 
Ma tu non metti le faccine, non mi fai capire! u.u
 
 
Attesi impazientemente la sua risposta.
 
 
E’ perché mi scoccio… :D
Ps: contenta?
 
 
Scossi la testa.
 
 
Si, ihih *-*
 
 
Nono, che era quella risposta da bimbaminchia?
La cancellai e ne scrissi un’altra.
 
 
Certo, ci voleva il tuo sms con lo smile per farmi ritrovare il sorriso. :3
 
 
Rispose poco dopo.
 
 
Vorrà dire che non li metterò più
 
 
Ma che idiota!
 
 
Fa niente, camperò lo stesso. :)
 
 
Pareva l’avessi spento, ma rispose prontamente.
 
 
Bene, perché domani devi fare un sacco di cose. Oggi mi sono ucciso di lavoro e te la devo fare pagare
 
 
Ma io non demorsi.
 
 
Allora vedi che non sei stato meglio, senza di me? u.u
 
 
E sorrisi. Avevo vinto, punto e basta, fagioli con la pasta… Oddio, da dove mi era uscita quella stupida rimetta da bambinetta dell’asilo?
Fatto sta che stavo ridendo da sola sul letto, con il cellulare in mano.
La sua risposta arrivò poco dopo.
 
 
Mi sono stancato fisicamente, psicologicamente è stato un bene tesoro
 
 
Oddio, aveva fatto epic win! Grrr…
 
 
Vorrà dire che ti romperò le scatole al cubo. ;)
 
 
Lanciai uno sguardo ad Allison, che fortunatamente dormiva ancora.
 
 
Ed io te ne farò pentire…
 
 
Ma dai, che paura!
 
 
Mi sto cagando sotto dalla paura. :(
 
 
Lo inviai senza pensarci troppo. Che figura da cafona avevo fatto, santo cielo!
 
 
Alla tua età ti caghi ancora sotto? Wow…
 
 
Alzai gli occhi al cielo.
 
 
Guarda che è un modo di dire.
 
 
Il cellulare vibrò neanche un minuto dopo.
 
 
Ma dai, davvero? Grazie per avermelo fatto scoprire!
 
 
Feci una smorfia, iniziando a digitare la risposta.
 
 
Non c’è di che carissimo. :)
 
 
Ma da dove mi era uscito quel ‘carissimo’?
Scrollai le spalle tra me e me, tornando a scorrere la home di Facebook.
Mi venne lo sfizio di andare a vedere il suo profilo.
Digitai il suo nome sulla ricerca e trovai il suo contatto, che avrebbe sicuramente fatto le pulci di lì a poco.
L’ultimo post scritto da lui risaliva a ben sei mesi prima, per il resto si trattava di stati e foto in cui era taggato.
Fu proprio queste ultime che andai a vedere: nella maggior parte dei casi, si trattava di foto scattate ad alcune feste, in compagnia di ragazzi quali anche Niall, Liam e company.
Andai poi a vedere le sue immagini del profilo e misi mi piace alla prima, senza accorgermene… Vabbè, faceva niente.
Ritornai sulla home e controllai il cellulare. Aveva risposto.
 
 
La prossima volta che avrò bisogno di sapere qualcosa verrò da te
 
 
Beh, era il benvenuto.
 
 
Ahahah, va bene. ;)
 
 
Rispose ancora una volta.
 
Allora ci vediamo domani?
 
 
Ovviamente si.
 
 
Yess. :**
 
 
Oddio, e quei baci che c’entravano? Uffa, l’abitudine….
 
 
Questi sarebbero bacini? :**
 
 
Mi sentii sprofondare dall’imbarazzo…
 
 
Ahahahah, li invio sempre lol
 
 
Attesi con ansia la sua risposta.
 
 
Capito, ahah :)
 
 
Fiuu, questione risolta.
 
 
Allora ci vediamo domani! :)
 
 
Rispose dopo pochi minuti.
 
 
Sisi, a domani ;)
 
 
 
Chiudemmo lì la conversazione. Non sapevo perché, ma essa mi aveva lasciato un sorriso sulle labbra.
Pochi minuti dopo, Allison si svegliò.
“Nicole! Che bella dormita!”
Si bloccò subito dopo aver proferito quella frase, guardandomi stranita.
“Che è quella faccia?”
Eh?!
“Ma quale faccia?” Le chiesi, corrugando le sopracciglia.
“Stai sorridendo…” Mi fece notare, alzando un sopracciglio.
“Ah, perché ho messaggiato con Zayn e ho scoperto che, tutto sommato, è simpatico!” E detto quello le passai il cellulare, in modo che potesse leggere la conversazione.
Passammo tutta la serata a ridere e a scherzare, dopo aver ordinato una pizza.
Quando ormai erano le undici, mi girai su di un fianco, guardando Allison che stava leggendo alla tenue luce dell’abat-jour.
“In ansia per domani?” Le domandai, pur conoscendo benissimo la risposta.
“Assolutamente no.” Rispose, con voce un po’ troppo acuta.
Eheh, a me non poteva fregare! Chissà che faccia avrebbe fatto domani, quando si sarebbe trovata davanti ai miei nuovi amici… Glieli avevo descritti perfettamente, non c’era che dire…
Muahah, Allison beccati questa!
 
 
 
Quella mattina io e la rossa ci alzammo di buon’ora.
Mentre stavamo facendo colazione, non potei non notare la lieve agitazione palesemente presente sul volto della mia amica.
Nonostante tentasse sempre di nascondere le emozioni che provava, io finivo col capirla semplicemente guardandola negli occhi. Del resto, succede così quando con una persona ci si cresce insieme.
Sorrisi malignamente e la guardai di sottecchi, girando lentamente il cucchiaio nella tazza del latte e alzando il sopracciglio in un’espressione che voleva solo dire “Nervosa, preoccupata, tesa?”
Inutile dire che Allison mi fulminò con lo sguardo, tornando poi a fissare il suo piatto di uova strapazzate.
Sghignazzai neanche troppo silenziosamente, facendole scuotere la testa. Era evidente che fosse in procinto di afferrare la padella ancora sui fornelli e spaccarmela in testa, ma quello non bastò a farmi smettere.
“Nicole cazzo, se non la finisci di fissarmi come una cogliona e ridere, giuro che prendo una padella e te la spacco in testa!”
C’era da dire che quella sua minaccia era proprio stata in grado di farmi accapponare la pelle… detto ironicamente ovviamente. Sul fatto della padella ci avevo azzeccato comunque.
“Sto tremando dalla paura guarda.”
Sbuffò, prima di ritornare a mangiare le sue preziose uova.
Ridacchiai, sinceramente stavolta, e le diedi una pacca amichevole sulla spalla. “Tranquilla, non ti mangeranno. Per quanto ne so ancora non passano al cannibalismo.”
L’espressione contrariata sul suo viso esprimeva chiaramente quanto volesse negare la sua agitazione, ma capendo che con me fingere fosse inutile, sbuffò, sorridendo a sua volta.
“Ci mancherebbe.”
Tre quarti d’ora dopo –avevamo perso un sacco di tempo, perché la signorina dai capelli rossi era indecisa sul costume da indossare-, ci ritrovammo finalmente a scendere le scale dello stabilimento.
Improvvisamente, mentre camminavo affiancata da Allison verso la cabina in cui vi erano “gli attrezzi” da lavoro, mi vennero in mente i messaggi che avevo scambiato il pomeriggio precedente con Zayn e, per qualche contorto motivo, uno strano senso d’inquietudine m’invase.
Deglutii, continuando tuttavia a camminare, apparentemente tranquilla.
Non aveva senso chiedersi o meno se quei messaggi avrebbero influito sul nostro rapporto, non aveva senso porsi tutti quei problemi, non aveva senso sperare che in qualche modo riuscissimo a diventare amici, e non avevo senso nemmeno io, dato che, chissà come, mi ritrovai – improvvisamente e quasi senza rendermene conto-, a faccia a terra sul pavimento, leggermente sporco di sabbia d’altro canto.
Fanculo Nicole, se non fai la figura della cogliona non sei tu.
Ma come cazzo avevo fatto ad inciampare, come?!
Una fragorosa risata alle mie spalle coprì il “Nicole!” di Allison.
Sgranai gli occhi, non potendo fare a meno di pensare che tutti gli dei dell’Olimpo ce l’avessero con me evidentemente.
Altrimenti non sarei caduta proprio mentre Zayn camminava tranquillamente alle nostre spalle.
Mi rialzai in fretta, rossa dalla vergogna e dall’irritazione, voltandomi poi verso di lui.
“La smetti?!” Sbottai, socchiudendo gli occhi minacciosa e incrociando le braccia al petto.
“Sei proprio un’idiota.” Rispose tranquillo lui, con un sorriso così… stronzo sul volto.
“Detto da te è un complimento.” Sorriso da pazza omicida mode on. Cavolo chissà quanto dovevo sembrare ridicola ai suoi occhi…
“Sei proprio una maleducata.” Disse con nonchalance, continuando a fissarmi divertito.
No, un attimo, e quello cosa c’entrava?! Io ero maleducata?! I conti non mi tornavano.
“E mi spiegheresti, di grazia, per quale motivo?”
Sorrise lievemente, prima di indicare con un movimento del capo la mia sinistra.
“Non mi presenti la tua amica?”
Uh, giusto. Allison.
Sospirai, prima di girarmi verso di lei che, ovviamente, aveva le guance lievemente rosate.
“Allison, lui è Zayn. Zayn, lei è Allison.”
Contento ora?
“Ciao, piacere.” Disse Zayn, porgendole la mano.
Lei sorrise lievemente, facendo lo stesso.
“Allison.”
Terminate le presentazioni, raggiungemmo finalmente la cabina.
“Stupida chiave…” Dissi tra i denti, mentre mi sforzavo per riuscire a farla girare nel lucchetto. Cavolo era sempre la stessa storia!
“Sei una buona a nulla.” Fu l’adorabile commento di Zayn.
“Invece di sfottermi perché non mi aiuti?!” Sbottai irritata.
“E rinunciare allo spettacolino? No grazie, mi sto divertendo troppo.”
Sentii Allison sghignazzare. Stupida anche lei oh, ma da che parte stava?!
Qualche secondo dopo, non senza aver fatto un ridicolo ringhio, riuscii finalmente ad aprire e a prendere l’occorrente per iniziare la giornata.
“Allie io devo iniziare tra una mezz’oretta. Ti porto dai ragazzi e dalle ragazze di cui ti ho parlato.”
La vidi sorridere incerta.
“Va bene.”
Mi morsi le labbra divertita, per via dell’espressione buffa che aveva in viso, poi mi girai verso Zayn.
“Vieni con noi?” Gli chiesi.
“No.” Rispose, prima di avviarsi con nonchalance verso chissà dove.
Fu impossibile riuscire a trattenere una smorfia.
Antipatico.
“Andiamo.” Dissi ad Allison, prima di farmi strada tra gli ombrelloni.
Scorgendo quello dei ragazzi in lontananza, mi fermai, picchiettando con l’indice sul braccio della mia amica.
“L’ombrellone è quello laggiù, quello in cui ci sono la ragazza bionda e la riccia che stanno parlando.”
Aguzzò la vista, mettendo una mano sulla fronte per coprire gli occhi dal sole e vedere meglio.
“Uh, ho capito.”
Feci per ritornare a camminare, ma lei mi bloccò.
“Aspetta! E quel ragazzo biondo chi è?”
Quasi rischiai di soffocare nel tentativo di trattenere una fragorosa risata. Ovvio che me lo chiedesse, il ragazzo in questione –ossia Niall- non corrispondeva a nessuno dei ragazzi che le avevo descritto per telefono.
“Lui è Niall.” Risposi, scrollando le spalle.
La rossa sgranò gli occhi, basita.
“Ma… non avevi detto che era di origini africane?!”
Assunsi una perfetta espressione da finita ingenua.
“Ho detto così?”
Allison socchiuse gli occhi irritata.
“Si, l’hai detto.”
Sorrisi come se niente fosse.
“E allora ti ho detto un cofano di cazzate.”
Allison scosse la testa, sbuffando inviperita.
“Avrei dovuto aspettarmelo conoscendoti.”
Risi di gusto.
Già, avrebbe dovuto aspettarselo…
“Non fare la timida, andiamo su!”
Allison annuì, prima di tornare a camminare, apparentemente più sicura.
“Buongiorno!” Trillai allegra, una volta giunte all’ombrellone.
“Ciao!” Risposero all’unisono Deborah, Celeste e Niall.
“Allora, questa è la mia amica Allison!” Proferii allegra, indicando loro l’imbarazzata ragazza al mio fianco.
Ciò che ne seguì dopo, fu un coro indistinto di voci che dicevano con enfasi “Io sono Deborah”, “Io Celeste”, “Io Niall”, “Piacere”, “Benvenuta tra noi pazzi”, “Statti zitto oh!”, “Stavo parlando io”.
Tuttavia Allison rise divertita.
“Piacere ragazzi.” Rispose, attirando la loro attenzione.
“Piacere nostro!” Rispose Niall per tutti, sorridendo.
“Loro due stanno insieme!” Dissi ad Allison, indicando appunto Niall e Celeste.
Allison sorrise in risposta, in direzione dei diretti interessati.
“Ah, e poi Deborah sta con Louis e Noelle con Harry!” Aggiunsi.
“A proposito, dove sono?” Chiesi, non vedendoli in giro.
“Sono andati a fare un giro, torneranno a momenti.” Rispose una voce alle mie spalle. Liam.
Mi girai sorridente.
“Liam, lei è Allison! Allison, lei è Liam.”
Lei arrossì come suo solito, porgendo la mano a Liam, che la strinse sorridendo.
“Piacere.” Disse, strizzandole l’occhio.
“Piacere mio.” Rispose Allison.
Nonostante la sua timidezza, ero sicurissima che Allison ben presto si sarebbe sciolta e avrebbe fatto amicizia con tutti. I ragazzi erano simpatici.
Non a caso era appena stata coinvolta in una conversazione.
Sorrisi di cuore, prima di sussultare spaventata a causa di un pizzicotto sul fianco. Mi girai verso la mia destra, trovandomi di fronte il viso divertito di Noelle.
“Cretina.” Fu il mio affettuoso saluto.
“Cogliona.” Rispose, prima di puntare gli occhi su Allison.
“Tu devi essere Allison!” Esclamò, facendo girare la diretta interessata in sua direzione.
“Si, ciao.” Rispose questa, porgendole la mano.
“Io sono Noelle, piacere!” Esclamò entusiasta. “E loro sono Harry e Louis.” Aggiunse poi, indicando i due ragazzi che erano appena arrivati e che guardarono incuriositi la mia amica.
“Allison, piacere.” Disse, ripetendo il suo nome per l’ennesima volta.
“Piacere nostro.” Risposero all’unisono, stringendosi poi le mani.
Avrei scommesso mille sul fatto che Louis stesse morendo dalla voglia di fare qualche battuta sulle guance rosse di Allison, se si stava trattenendo era solo perché si erano conosciuti da neanche un minuto.
Tra una chiacchierata e l’altra, però, si fece per me ora di andare.
“Ragazzi vado, ci vediamo dopo!”
 
 
Arrivata all’area pic-nic –punto di ritrovo con Zayn-, notai proprio quest’ultimo seduto ad un tavolino, tutto intento a fissare un foglio.
Lo raggiunsi, sedendomi di fronte a lui.
“Che stai facendo?” Gli chiesi, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo e portando le mani sulle guance.
“Tra tre giorni c’è la caccia al tesoro ed io stavo mettendo a punto il programma per quel giorno.”Rispose, senza staccare gli occhi dal foglio.
“Fa’ vedere.” Gli dissi, porgendo la mano.
“Aspetta, fammelo prima finire.” Rispose, scrivendo su quel pezzo di carta chissà cosa.
Iniziai ad innervosirmi. Non poteva decidere da solo, ero anche io un’animatrice con un cervello tale da consentirmi la pianificazione di un fottuto programma!
“No, fammelo prima vedere. Se qualcosa non dovesse starmi bene dobbiamo cambiare!” Incrociai le braccia al petto decisa.
“Tu vuoi comandare troppo.” Ghignò in mia direzione, come a volermi dire “Aspetta e spera.”
Scossi la testa, malgrado la voglia di prenderlo a sberle c’era.
“Non sto dicendo questo, voglio solo farti capire che le cose devono andare bene sia per me che per te!”
Zayn sbuffò scocciato.
“Fammelo prima finire ti dico. Scommettiamo che non troverai nulla che non vada?”
Stavolta fui io a sbuffare.
“Muoviti.”
Qualche minuto dopo, ebbi finalmente modo di vedere e commentare quanto avesse scritto. Non era niente male, davvero. La caccia al tesoro l’aveva organizzata eccellentemente. Era impeccabile, anche se non gliel’avrei mai detto.
“Non male.” Gli dissi infatti, passandogli il foglio una volta che ebbi finito di leggerlo.
Lui sorrise divertito, in un’espressione che poteva solo significare “Avevi dubbi?”
Gli feci una smorfia, poi sentii dei passi alle mie spalle.
“Nicole, batti il cinque!”
Jack. Chi se altri?
In quei giorni avevo avuto modo di inquadrarlo alla perfezione: si comportava da cretino e sparava cavolate ogni due e tre, non era mai serio e un primato per le battute più squallide e stupide del Mondo non gliel’avrebbe tolto nessuno… Tuttavia ero sicurissima che lui non avesse solo quel lato da pagliaccio, anche perché c’erano state occasioni in cui aveva dimostrato di essere intelligente, tutto sommato.
“Jack! Iniziavi a mancarmi…” Affermai ironica, portandomi una mano sul petto e piegando gli angoli della bocca in giù.
Zayn inarcò il sopracciglio, guardandolo come uno che non sapeva se ridere, piangere o compatirlo…
“Tu mi manchi sempre.” Rispose altrettanto ironico.
“Così mi fai sciogliere.” Dissi ancora io.
Jack rise, poi si guardò in giro.
Aggrottai leggermente le sopracciglia, non capendo il motivo del suo gesto.
Come se non bastasse, di punto in bianco indicò Zayn.
“Sei sempre sorridente oh.” E rise sguaiatamente.
Zayn aspettò che finisse di ridere, prima di rispondergli.
“E allora? Che te ne frega?”
Jack scrollò le spalle.
“Nulla figurati.”
Zayn scosse leggermente la testa, poi prese il suo cellulare.
L’attenzione di Jack ritornò dunque a me.
“Oi Nicole, chi era quella ragazza che stamattina era con te?”
Uh uh. Allison aveva i minuti contati…
 “Una mia amica, perché?”
Jack sorrise raggiante.
“Devo conoscerla assolutamente, ciao ciao!”
E detto quello, girò i tacchi e se ne andò.
Sghignazzai tra me e me, poi mi voltai verso Zayn.
“Allora, iniziamo?”
Alzò i suoi occhi dal display, puntandoli nei miei, poi mi sorrise.
 “Sisi, andiamo.”
Mi avviai con lui verso la cabina per prendere alcune cose, pensando che, con Jack ed Allison, in quei giorni ci sarebbe stato parecchio da ridere….

 
 
 
 
 
 
 
*Note dell’autrice*
 
 
 
 
 
Salve a tutti! :)
Lo so, sono passati quattro mesi dall’ultima volta che ho aggiornato, ma ho avuto i miei buoni motivi.
A parte il poco tempo a disposizione, sono anche io ad essere molto critica nei confronti di ciò che scrivo. Tuttavia ecco il capitolo, che spero sia di vostro gradimento. :)
Ora anche Allison è entrata in gioco, le ‘pedine’ ci sono tutte e la storia sta davvero per entrare nel vivo! ;)
Spero di pubblicare il prossimo capitolo in tempi più umani, intanto vi ricordo che, per qualsiasi cosa, su twitter sono @RockMe06; qualora non ce l’aveste, potete contattarmi tranquillamente qui su EFP.
Un abbraccio fortissimo, auguro a tutti una felice Pasqua! :)
   
 
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