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Autore: Non ti scordar di me    27/04/2014    2 recensioni
Bonnie,ha16 anni, frequenta il terzo anno delle superiori con le sue amiche, Elena e Meredith.
Come descriverla? Dolce, disponibile e ingenua, così ingenua che a voltala gente se ne approfitta.
Ma con il nuovo anno ci sono anche delle sorprese, tra cui, l'arrivo di un ex-studente: il figo Damon Salvatore. Damon Salvatore, 19 anni, ripetente, bello, fa parte di un brutto giro, un giro che ti risucchia completamente negli abissi più profondi della solitudine. La sua gang è poco raccomandabile, infatti trafficano droga e marijuana.
I due sembrano - apparentemente - agli antipodi, come nascerà la loro 'unica' storia d'amore? Per merito dell'amica Elena. Lei decide di voler conquistare Damon, da lì inizia tutto e coinvolge le sue amiche in tutto ciò.
Damon sembra essere interessato al piccolo Pettirosso. Bonnie, invece, vede del buono in tutti; ma in lui non trova nemmeno un briciolo di sentimento.
Bonnie rimarrà affascinata da lui o rimarrà disgustata da ciò che fa? Con questa storia impareremo che tutti possono riscattarsi dal proprio passato.
Ringrazio Angie94, Pagy94 e Puffetta2001 che mi sopportano sempre. La storia la dedico alle mie amiche Sery, Marzy e Simo.
Recensite in tanti ;)
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Meredith Sulez, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Love me, I just love you

Capitolo 13: Litigi

Bonnie’s Pov

 

Il bacio stava durando molto più del previsto. Da un semplice bacio che doveva essere a stampo era diventato qualcosa di più.

Non dovevo rispondere a quel bacio, era un errore. O meglio, lui non doveva baciarmi. Doveva baciare Elena. Era lei la più bella stanza.
Se avesse baciato Elena, tu non ti saresti arrabbiata?

La coscienza rompipalle ritornava all’attacco. Non mi lasciava più in pace, anche se…Aveva ragione. Mi sarei arrabbiata se lui avesse baciato Elena.

Uno a zero per la coscienza.

Non mi resi conto che il bacio stava andando avanti e che io continuavo a dargli corda. Lui era seduto a terra e io ero sopra di lui a cavalcioni.

« Petite…Certo che sei focosa quando baci, eh? » Commentò sarcasticamente Sage, finito il bacio. Arrossii sentendomi a disagio e allontanandomi da Damon.

Stefan da bravo fidanzato faceva la parte del ragazzo geloso e arrabbiato con la fidanzata. Estrasse dalla tasca il suo cellulare e iniziò a scrivere un sms, mandandomi un’occhiataccia. In questo modo, Damon avrebbe pensato che più tardi noi avremo litigato.

« Tocca a me. » Prese parola Damon con un ghigno strafottente in volto. Scelse di fare “Obbligo o Verità” a Stefan. Si metteva molto male la questione.

« Scelgo verità. » Damon, notevolmente deluso dalla scelta del mio “fidanzato”, ci pensò su; finché non gli venne l’illuminazione.

« Cosa vorresti fare prima di morire? » chiese scocciato. Damon si aspettava sicuramente una delle tante frecciatine che Stefan gli avrebbe rivolto durante il soggiorno, invece si era fatto improvvisamente serio.

« Vorrei conoscere mia madre. » disse con un filo di tristezza. Damon non replicò, si era fatto serio anche lui.
« Almeno tu hai un padre che ti vuole bene. » sputò Damon con leggero odio. Da questa affermazione avevo capito che non aveva un padre, ma aveva una madre.

« Che ne dite se proseguiamo? » chiese Elena, cercando di rendere l’aria meno pesante. Tutti noi eravamo accondiscendenti.

La serata stava proseguendo tranquilli, tra obblighi stupidi e verità scottanti ci stavamo tutti divertendo, anche Stefan che sembrava si fosse rattristato per la domanda del corvino.

L’unico che sembrava scocciato e forse incazzato era Damon. Non rivolgeva la parola a nessuno, rispondeva a monosillabi e liquidava qualsiasi domanda gli facevamo.

Più tardi, decidemmo di andare a dormire, poiché avevamo programmato un’escursione per le montagne il giorno dopo.
Io ed Elena, silenziose, sgusciammo via di lì e ci dirigemmo in camera.

« Bella serata, eh? » chiese Elena con una punta di acidità sulla lingua. Perché così schietta? Ci riflettei e iniziai a collegare i pezzi dello strano comportamento della mia amica.

Lei aveva perso stranamente la sua cotta per Damon, aveva consolato Stefan, all’Autogrill si era messa tra me e Stef per offrirmi la cioccolata calma. E infine, lei si era improvvisamente fatta seria ad un certo punto del gioco.

« Ti piace Stefan? » Chiesi automaticamente. Lei arrossì vistosamente e balbettava parole incomprensibili. Avevo ragione!

« Allora ti piace sul serio? » chiese notevolmente sconvolta. Non si era mai confidata con me, perché? L’avrei ascoltata e di sicuro non mi sarei finta la fidanzata di Stefan.

« Bon…Perché non mi nota? » chiese con gli occhi lucidi, accertandosi di aver chiuso la porta. Perché io stavo in mezzo a loro a rompere le palle! Se non mi fossi finta la sua fidanzata e se non lo avessi illuso, molto probabilmente lui si sarebbe innamorato di lei.

« Ele…tra noi non c’è niente. E’ finzione. » la rassicurai. Lei si stava cambiando, sospirò profondamente ed indossò la sua vestaglia rosa di flanella.

« Non capisci quanto questa finzione mi faccia male? Non sei l’unica che soffre qui! » Urlò arrabbiata con gli occhi che le pizzicavano.

« Se io e lui non siamo fidanzati qual è il problema? Il problema è che vuoi avere tutto quello che non può essere tuo! » le risposi alterandomi.

Lei alzò lo sguardo…Elena Gilbert stava piangendo? Elena? La ragazza forte? Quella che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno?

« Io! Io! Bonnie come puoi dirmi questo? Chi è stata in questi mesi ad asciugare le tue lacrime? Chi ti ha aiutata? Chi ti ha aiutata ad uscire da quel tuo stato pietoso? Se non ci fossi stata io con Meredith, a quest’ora probabilmente saresti in depressione!» E così che si comportano le amiche?

« Chi te l’ha fatto fare! E così che fanno le amiche? Non si rinfacciano i fatti. Io non l’avrei mai fatto!» Le urlai contro. Cosa ci stavamo dicendo…Di tutto e di più.

« Ti sto facendo notare la verità! Tu non provi niente per Damon, giusto? Allora, perché fingere di stare insieme a Stefan? Perché? » Continuò alzando ancora di più il tono di voce.

« Allora, perché provare a conquistare Damon se sapevi che aveva un debole per me? Perché vuoi avere tutto quello che ho io! » Ci sputammo addosso di tutto e di più.

« Per togliermi dalla testa Stefan! Non capisci che l’amore ti lacera e ti consuma l’anima, senza lasciarti via di scampo? Lo sai? » Mi urlò più forte, quasi esasperata. Non riuscii a replicare, perché continuò il suo discorso.

« Cazzo no che non lo puoi sapere! Non ti sei mai innamorata e ora per un tuo capriccio, Damon starà morendo dentro, come sta succedendo a me!» Continuò con le lacrime che le scorrevano lungo il viso. Ora stava esagerando, le lacrime pizzicava anche i miei occhi.

« Chi ti ha detto niente! Come osi sputare sentenzae sulle persone che ti circondano! Non sai niente di me, tantomeno su Damon! Come sai che non sono mai stata innamorata? Avrei fatto tutto questo per Damon, se non mi piacesse? Non lo avete proprio capito!» Le urlai addosso iniziando a piangere anch’io.

« Cosa dovrei capire? Che sei una vipera? Spiegamelo se sono così cieca! » M’incitò. A quel punto non ce la feci più e scoppiai come un fiume in piena.

« Mi piace da impazzire! Mi piace quando mi tratta come uno zerbino! Mi piace quando mi tratta come una principessa! Mi piace quando fa lo stronzo e mi piace ancora di più quando fa il dolce! Mi piace sempre! Non lo avete capito? Mi piace. Questo sentimento mi lacera il petto e mi divora la mente, perché so che lui non rinuncerà a ritornare a casa sua! Mi divora e mi distrugge perché non dovevo innamorarmi! Lui è diventato la mia eroina preferita! » Urlai, stanca di mettere su quella farsa. Mi ero stufata! Ero stufa di fingere ogni santo giorno.

Non avevo intenzione di continuare così. Non ce la facevo più.
« Se lui è la tua eroina preferita, prova a farti curare! » Disse Elena, moderando i toni di voce ma la sua espressione seria non mutò affatto.

« No, non posso farcela. Non capisci? Ho provato a disintossicarmi di lui, in questi mesi…Ma lui ritorna sempre. Me lo ritrovo ovunque. La voglia di stare con lui e consumarmi completamente è sempre lì, presente. Se la mettiamo così, io voglio rimanere dipendente da lui per sempre! » Dissi l’ultima frase quasi urlando.

Mi sentivo più leggera. Dire tutto quello che provavo a volte aiutava. Questa era una di quelle volte.
« Se ti piace diglielo! Non rovinare a me la vita! » Disse inferocita.

« Lui mi abbandonerà a breve! Non vuole lasciare New York! Devo togliermelo dalla testa ora, prima che s’impossessi definitivamente del mio cuore! » Non avevo paura di farmi sentire. La loro stanza era la più lontana rispetto alla nostra e lui non possedeva il super udito.

« Come puoi essere così egoista? Non sei più la mia migliore amica.» Urlò furente andando verso il bagno della stanza.
Quelle parole mi avevano sconvolto. Lei non mi considerava più come la sua migliore amica? Aveva tirato un colpo basso. Senza pronunciare parola indossai il pigiama. Io non ero come Elena, odiavo le vestaglie.

Il mio pigiama era costituito da una canotta nera e dei pantaloncini bianchi, ai piedi misi dei semplici calzini bianchi e mi legai i capelli in una coda molto alta.

Non avrei retto lo sguardo di Elena e avremo passato la nottata a litigare.
Scesi le scale e mi diressi in cucina. Era tutto buio, probabilmente tutti erano a dormire o altri si stavano dedicando ad altro.

Dal frigorifero presi il cartone del succo di frutta. Cercai di prendere un bicchiere. I bicchieri si trovavano nel ripiano più alto. Mi alzai sulle punte, ma il ripiano era posto troppo in alto per me.

Mi girai e mi ritrovai faccia a faccia con Damon. Il mio respirò si blocco a mezz’aria…Mi sentivo osservata e anche in soggezione. I suoi occhi mi scrutavano attentamente.

« Ancora sveglia, Pettirosso? » chiese con tono duro. Dovevo mantenere anch’io un tono fermo, cercando di non arrossire.

« Sono venuta a prendere un bicchiere di succo.» Dissi girandomi di spalle. Damon mi prese il polso. La presa era ferrea ma non mi faceva male.

« Hai pianto?» chiese ancora. Deglutii…Ora cosa gli dicevo? Non avrei potuto mentire con lui, però potevo provare a dire una mezza verità.

« Ho litigato con Elena.» risposi semplicemente. « E tu come mai ancora sveglio?» Chiesi cercando di attaccare conversazione.

« Non riesco a dormire. » Disse continuando a fissarmi. Mentre parlava non sapevo se fissare la sua bocca muoversi o se fissare i suoi magnetici occhi.

« Come mai? » Chiesi ingenuamente. Lui mi trasse a sé con le sue braccia. Ero completamente schiacciata tra il suo imponente corpo e il bancone della cucina. Si abbassò di poco, lasciando un tenue bacio sul collo, per sposarsi sul lobo destro.

« Da-Damon…» sussurrai io con voce tremante. In questo momento stavo lentamente perdendo la mia solita calma e razionalità. Lui era lì di fronte a me e mi stava torturando, una tortura piacevole.

« Ho un chiodo fisso nella mia mente. » Continuò spostando le sue mani dietro la mia schiena. Poggiò il suo volto nell’incavo nel mio collo, respirando profondamente.

« Non riesco a immaginare che qualcun altro ti abbia toccato, che un’insignificante ti abbia anche solamente baciato. » ringhiò a denti stretti. Chiusi gli occhi cercando di rimanere calma e non farmi prendere dal panico.

Era nervoso per quello che aveva detto Stefan. Perché non aveva detto di sì? Non poteva negare? O inventarsi una scusa? Almeno mi sarei evitata questa assurda scenata di gelosia.

« Damon…ho sonno…» Protestai debolmente. Dentro di me, volevo rimanere per sempre con lui, tra le sue braccia e con il suo profumo inebriarmi le narici.

« Sonno? Sicura che non vuoi restare a farmi compagnia? » Quel suo tono sensuale che stava usando, mi stava mandando in pappa il cervello. Addio, alla Bonnie razionale. Benvenuta, alla Bonnie perversa.

Mi morsi istintivamente il labbro inferiore. Era uno dei miei tanti segni di nervosismo. Lui mi fissò con sguardo da predatore…Era inquietante.

« Sei sexy quando ti mordi il labbro. » Sibilò vicino al mio orecchio. Mi stava uccidendo, così lentamente che sarei arrivata al limite della pazzia.

« Sei sexy quando mi provochi. » Risposi io, stando al suo gioco. Damon spostò le sue mani sul mio viso, accarezzandolo lentamente col dorso della mano.

« Queste labbra sono state create per baciare. » disse sospirando a pochi centimetri dalle mie labbra, con l’indice mi toccò le labbra.

« Il tuo collo è un magnifico collo a cigno. » Inspirò il mio profumo e trattenne il fiato. « E i tuoi occhi non sono fatti per piangere. » Prese delicatamente il mio viso tra le mani per avvicinarlo al suo.

« Damon…non farmi questo…Perché non lo capisci?» chiesi con voce spezzata. Non mi dovevo affezionare, dovevo cercare di non innamorarmi di lui, dei suoi occhi, delle sue labbra…Di lui.

Troppo tardi… mi disse la mia coscienza.
« Pettirosso…Siamo grandi e vaccinati, perché non ammetti che tra noi c’è ben altro che semplice attrazione? » Disse allontanandosi da me e trucidandomi con gli occhi.

« Perché ammetterlo vorrebbe dire lasciarti andare un giorno…Equivarrebbe a farmi sentire uno straccio il giorno della tua partenza. » Dissi col fiato corto.

« Perché non lasciar andare tutto alle spalle? Non sono il tipo da smancerie, non sono il tipo da frasi scontante e sorprese romantiche…» Presi la palla in balzo. Lui non era il tipo? Io volevo il tipo dolce.

« Damon…Noi continueremo a ferirci a vicenda. Siamo diversi e abbiamo vite diverse. Due calamite opposte. » Gli spiegai tremando.

« Tu sei il bene e io il male. Cosa c’è di meglio? Insieme ci equivarremo. Bonnie, non lasciare che la paura di soffrire, ti faccia chiudere in te stessa. » Disse alzando di poco il tono di voce.

« Io non voglio soffrire. Damon, lasciami in pace. Noi…Io non sono forte come credi, al primo errore cadrei e non saprei più rialzarmi.» Gli confessai, allontanandomi da lui. Stavo andando verso la camera, ma Damon mi prese per mano.
« E’ la tua risposta definitiva?» chiese con occhi scuri. Non era la mia risposta definitiva. Non lo sarebbe mai stata.

« Mi sono stufata…Veramente stufata! Questa vicinanza, mi provoca una dipendenza assurda…Sono completamente dipendente da te.» Gli urlai contro, con il petto che si alzava e abbassava al ritmo del mio respiro.

Lui mi guardò. La sua espressione era indecifrabile. Corse verso di me e mi baciò. C’era così tanta passione che si sentiva nell’aria. Iniziammo ad indietreggiare e finimmo entrambi sul divano.

Non sapevo se quello che stavo facendo era giusto. In un certo senso stavo tradendo Stefan per lui, ma per me lui era solamente il mio Damon.

Mio? Lui era mio? Non lo era mai stato…E non credo che mai lo potrà diventare.
« Damon…» Sospirai stanca.

« Sei così debole, Uccellino. Una persona ti può plagiare a suo piacimento. Non permetterò a nessuno di approfittarsi così di te.» Disse accarezzando i miei capelli.

« Faremo tutto con calma…Però promettimi di lasciare quel troglodita.» Continuò, stringendomi di più a sé.
« Cosa siamo? » Chiesi io, sbadigliando ormai stanca. Lui ci rifletté per poco.
«Non lo so…Lo scopriremo…» sussurrò all’orecchio.
Dopo questo, chiusi gradualmente gli occhi e caddi nelle braccia di Morfeo.
 
***
Aprii gli occhi e mi ritrovai sul letto di una camera non mia. Sbattei più volte le palpebre, sentivo due mani tenermi per i fianchi e un respiro pesante sul mio collo. Damon? Come facevo a trovarmi in quella camera? E dov’era Elena? Anche se dopo la pesante litigate del giorno prima, mi sentivo sollevata del non averla accanto a me.

Damon dormiva beato col respiro regolare. Era bellissimo. Aveva il torso nudo e indossava solo il disotto del pigiama. Un dio greco. Ecco cosa sembrava, o meglio lo era veramente.

« Ben sveglia, Pettirosso…» sussurrò con voce impastata dal sonno. Sorrisi inconsapevolmente come una scema. Potrei abituarmi ad un risveglio così…così incantevole.

« Buongiorno anche a te, Damon. Come mai sono qui? » Chiesi sbadigliando. Lui si irrigidì notevolmente e mi prese tra le sue braccia.

«Ti sei addormentata sul divano, ho pensato che avresti dormito scomoda e ti ho portata in stanza mia.» Disse lasciando un casto bacio sul collo. Il primo pensiero che mi venne in mente era Stefan. Quella era camera anche sua…Dov’era? Damon l’aveva cacciato dalla stanza?

« Perché non mi hai portato in camera mia? » Chiesi sospettosa. Lui si mise a sedere e sbuffò leggermente. Stava cercando di prendere tempo e venni presi dal panico. Dov’era il mio amico?

« Non credo che tu voglia saperlo.» Non era per un suo piacere. Se volevo dormire con lui gliel’avrei detto. Damon non era il tipo che rischiava per sciocchezze.

Mi alzai repentinamente dal letto e mi avviai verso camera mia. Damon subito mi seguì e si mise davanti alla porta con un sorrisetto nervoso.

«Non mi ringrazi neanche?» Chiese. Mi avvicinai a lui e gli cinsi il collo con le mie braccia. Lui si fece avanti di poco, quel poco che bastava per farmi sgusciare fuori dalla sua stanza.

« Maledizione, Bonnie! » Sentii imprecarlo. Lui iniziò a correre verso di me, mentre io andavo verso camera mia.
Ero davanti alla porta, afferrai la maniglia e l’aprii senza pensarci. Mi bloccai alla scenetta che si presentò davanti.
Stefan ed Elena. Elena e Stefan. Nel letto. Si stavano baciando. Io non ero la fidanzata, ma questa scenettami aveva sconvolto non poco.

Damon mi raggiunse poco dopo. Stefan ed Elena vedendomi smisero di baciarsi e si alzarono venendo verso di me.
Ora tutto era più chiaro. Damon mi aveva probabilmente portato in camera mia, ma aveva trovato quei due e mi aveva portato in camera sua.

« Cosa sta succedendo?» Chiesi io con il tono di voce più alto di un’ottava. I due si scambiarono uno sguardo e poco dopo ci raggiunse anche Damon.

« Bonnie…Io ed Elena ci siamo addormentanti…» Tentò di accampare una scusa Stefan. Elena lo fulminò con gli occhi.
« E ieri sera sul tardi cosa stavate facendo? » s’intromise Damon con sguardo severo verso Stefan. Avevano fatto quello che pensavo in camera mia? Dove io dovevo dormire per più di una settimana?

« Da quanto va avanti? » Chiesi leggermente piccata. Stefan cercò ancora di convincermi con una delle tante storielle, finché non intervenne Elena.

« Da due mesi.» Ci rivelò Elena. Due mesi? Lui si stava fingendo il mio fidanzato, ma nel con tempo era fidanzato con Elena?

« Fammi capire, hai fatto l’amore con la mia Bonnie mentre stavi con lei?» Chiese Damon con sguardo incazzato. Ecco, questo era un problema.

« L’hai fatto sul serio!?» Gli urlò contro Elena, ancora più arrabbiata.
«Salvatore, tu non dovresti parlarmi di integrità con quello che fai!» Sbuffò Stefan, guardandolo in cagnesco.

« Se magari Bonnie non fosse così egoista, ora noi non saremo in una situazione del genere!» Sbottò Elena. A questo punto tutta la rabbia che avevo in corpo, stava per esplodere.

« Parla con il tuo ragazzo! Mi ha chiesto di essere la sua fasulla fidanzata per far ingelosire lui! Se sapevo che stavate insieme non avrei accettato né ora né mai!» Le urlai contro. Mi morsi la lingua non appena mi resi conto della grande cazzata che avevo fatto.

« L’ha fatto perché ti vuole bene e non voleva vederti soffrire!» Mi rispose a tono con i suoi modi. Damon che non stava dicendo niente fino ad ora, s’intromise nel discorso.

« Tu non sei fidanzata con lui?» Mi chiese. Alzai gli occhi al cielo.
«Posso spiegarti!» gli dissi calma. Non voleva sentire ragioni.

«Mi hai fatto credere di essere fidanzata con lui, mentre io morivo di gelosia nel vederti con lui!» mi urlò contro. Aveva completamente ragione.

« Non urlare così alla mia amica.» Intervenne Stef cercando di calmare gli animi. Elena a quell’intervento da parte del fidanzato si era innervosita.

« La difendi sempre!» sbuffò sistemandosi i capelli. « Sono io la tua fidanzata.» gli ricordò diventando tutta rossa.
« E’ così che si comportano gli amici!» Dissi io, ricordando la brutta litigata avuta la sera prima. Elena iniziò ad urlare sopra la mia voce e io urlavo ancora di più per sovrastare la sua. Stefan intimava a Damon di non parlare a sproposito e Damon l’alzava ancora di più per farsi sentire.

Tutti litigavano con tutti.
« Non pensavo che fossi così egoista, Bonnie. Impara a vedere i segnali che ti mando per farti capire di stare lontana da lui!» disse Elena, uscendo dalla stanza.

« Non pensavo di avere un migliore amico tanto doppiogiochista! Ti piaceva fare la parte del mio fidanzato fasullo e poi fare la parte dell’amante con Elena, eh?» Gli urlai addosso. Avevo detto tante di quelle cattiverie che la maggior parte non erano neanche vere.

Mi diressi fuori dalla sua stanza, ma venni bloccata dal tono di voce di Damon.
« Forse sei tu la sporca doppiogiochista, che accetta la finzione con l’amico e poi dice di provare a far nascere un rapporto diverso tra noi.» Disse lui con voce tagliente. Non aveva urlato, ma lo aveva detto in modo tanto freddo quanto il ghiaccio.

« Non l’avrei mai fatto, se non mi avessi fatto soffrire tanto Damon! » Conclusi uscendo dalla mia camera. Sbattei la porta e rimasi dietro per ascoltare cosa si dicevano quei due.

« Non pensavo che fossi così ottuso, Salvatore. Bonnie non è un giocattolo…Non la puoi trattare come una bambolina, prima la baci, poi la lasci, poi la cerchi e ora la tratti così!» Sentii i passi di Stefan farsi vicini alla porta, così scesi le scale per dirigermi in cucina.

In pochi minuti tutti avevano litigato con tutti.
 
Era il momento di partire per l’escursione, tutti erano seduti attorno al camino e il clima di tensione si percepiva nell’aria.
Io avevo indossato un maglione a collo alto bianco con alcune fantasie, un pantalone beige e degli stivali bassi. Avevo i miei guanti caldi e un cappello nero, peloso, tipo quelli degli eschimesi.

Eravamo tutti sparpagliati in salotto e ci fissavamo in cagnesco. Meredith e Alaric erano gli unici ad avere un vero contatto fisico, mentre Sage ci fissava divertiti.

« Pronti per una bella escursione?» Ci chiese avviandosi verso la porta. Tutti noi, con zaino in spalla e non rivolgendoci la parola uscimmo dalla casa.

La casa si trovava poco distante dal paesino centrale. Eravamo sperduti in mezzo alle montagne, per andare in paese dovevamo seguire la strada asfaltata, maper le escursioni c’erano diverse stradine.

Decidemmo di prendere quella più vicina per il lago ghiacciato, una delle tante bellezze di quel paesino.
Iniziammo a camminare lungo il piccolo sentiero. Camminavamo uno dietro l’altro, evitando ogni tipo di contatto visivo e fisico.

«Perché siete così strani oggi?» chiese Meredith, tenendo per mano Alaric. Io alzai gli occhi al cielo, Elena non si scomodò neanche ad alzare lo sguardo, Stefan era troppo impegnato con la mappa e Damon fece un’espressione indecifrabile.

« Potreste dire qualcosa?» chiese Sage. « Cosa vi è successo? Me lo spiegheresti, ma petite?» Continuò avvicinandosi a me.

« Un’incomprensione, vero Damon?» Finii con una domanda, rivolgendomi a lui. Damon in tutta risposta scoppiò in una vigorosa risata.

« Più che al massimo si tratta di bugiardi, cosa ne pensi Santo Stefano?» Chiese ironico, chiamando Stefan con quello stupido nomignolo.

« Si tratta di gelosia esagerata, giusto Elena?» Elena, probabilmente, stufa di quei giochetti idioti prese parola seriamente.

« Piccole litigate. Niente che non si possa risolvere.» Li liquidò la bionda molto gentilmente. Meredith intuendo che la situazione era più stitica del previsto, pensò bene di lasciar perdere.

La passeggiata proseguiva da più di venti minuti e nessuno proferiva parola. L’aria era diventata pesante e volevo spiegare tutto a Damon…O meglio, volevo solo chiarire la situazione.

Camminava più staccato dal gruppo, per conto suo, col cappuccio in testa. Mi avvicinai a lui e alzò leggermente lo sguardo per cambiare strada.
Aveva imboccato un’altra stradina delle tante.

Lo seguii senza pensarci due volte. Mi fermai un secondo per prendere respiro e rialzando lo sguardo era già sparito.
Ero circondata dalla natura e Damon mi aveva lasciato lì da sola. Vidi un cappuccio nero in lontananza. Iniziai a corrergli dietro, finché non lo raggiunsi.

Lui se ne stava andando nuovamente, ma gli presi la mano per fermarlo. Non si mosse. Al mio contatto con la sua mano, entrambi ci fermammo.

« Damon cerca almeno tu di capire, io non l’ho fatto con cattiveria.» Gli dissi tremando, faceva piuttosto freddo.
« Perché? Non avevi motivo di farmi ingelosire.» Mi rispose. Aveva in volto un’espressione seria con la mascella serrata e la mano libera contratta a pugno.

« Non ne avevo motivo…Speravo di dimenticarmi di te…» gli confessai a bassa voce. Mi prese per la spalle e con una mano mi sollevò il viso.

« Sei entrata nella mia vita come un uragano.» disse. « Spero ne uscirai, altrettanto velocemente.» concluse con un tono di voce più dispiaciuto, quasi provato.

« Damon!» gli urlai, mentre si allontanava da me. Dov’ero finita? Che fine avevo fatto? Dov’era il gruppo? Mi ero addentrata troppo nella pineta.

Iniziai a camminare lungo la pineta. Camminando mi resi conto che nel terreno c’erano numerose buche, probabilmente erano dei vecchi tunnel costruiti in epoche antiche.

Iniziai ad accelerare il passo, finché posando il piede non sentii il vuoto. Lanciai un urlo spaventata e mi aggrappai ad un ramo.

La paura si era impossessata di me. L’unica cosa che mi venne in quel momento fu una sola:urlare.
« DAMON! » Urlai con tutta la forza che avevo. Speravo che mi avesse sentito…Ero sicura.

Non potevo chiedergli aiuto ogni volta, per poi respingerlo sempre.
Si viveva la vita una sola volta, meglio cogliere l’attimo fuggente che aspettare tutta la vita un amore impossibile.

 
“L’amore non chiede niente…
Chiede solo di amare.”


Angolo dell’autrice: Puntuale come sempre, sono ritornata. Che dire…Capitolo pieno di rivelazione. Non posso rimanere molto.
Ringrazio col cuore Puffetta99 e Vampire Love. Mi stavo per dimenticare Simi_direction, ti ringrazio immensamente per aver segnalato la mia storia alle Scelte, è significato molto per me. Non ho molto da aggiungere…Spero che il capitolo vi sia piaciuto e magari se mi lasciate un commentino, mi fa sempre piacere ^-^
Baci:*:*:*:*:*:*:*
Cucciolapuffosa
 
 
  
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