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Autore: metaldolphin    07/05/2014    3 recensioni
Se vi offrissero la possibilità di tornare indietro nel tempo, per rivivere da spettatore un episodio della vostra vita, sapreste cosa scegliere?
E' il dilemma che deve affrontare Nami; farà la sua scelta, ma ciò che scoprirà sarà così doloroso da sconvolgere l'intera Ciurma e il suo rapporto con Zoro.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Comunque insieme'
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Nell’inquietante buio della stanza, schiarito soltanto da poche candele, riflettevo sulla domanda che mi era stata appena posta.

Facevo lavorare il cervello al massimo delle sue capacità, alla ricerca della risposta più giusta da dare. Avevo una sola occasione e non potevo certo sprecarla: mi ero ritrovata in quella situazione praticamente per gioco, ma la faccenda si era fatta davvero seria.
L’anziana donna che mi sedeva di fronte aveva preteso un compenso davvero ridicolo ed avevo accettato senza pensarci due volte. Ma adesso, posta davanti al cruciale dilemma, ero incerta sul da farsi.

“Quale momento della vita passata vorresti rivedere?”

Era tremendamente difficile, c’erano tanti momenti che avrei voluto rivivere e la quasi totalità riguardava la mia infanzia con Nojiko e Bellemere, momenti felici che erano sfuggiti ormai da troppo tempo alla mia vita.
Altri riguardavano un passato più recente, questioni irrisolte che facevano da capolino, irriverenti ed irrispettosi. Uno in particolare, riguardava un mistero che scatenava in me una curiosità che nessuno avrebbe mai soddisfatto, perché il suo protagonista considerava chiuso l’argomento.

Allora decisi, sentivo che era importante per me sapere.

Senza che la voce mi tremasse, dissi decisa: -Voglio rivedere Thriller Bark, voglio sapere cosa è successo a Zoro.

Colei che mi sedeva innanzi annuì e mi prese le mani, congiungendole al di sopra del tavolo che era tra noi, quindi fui colta da un lieve disorientamento e sentii l’aria intorno a me cambiare, l’oscurità scomparve e mi accolsero l’aria aperta e la viva luce del giorno… ero incredula, mi trovavo davvero a Thriller Bark!
Fui colta da un brivido e non seppi dire se fossi tornata indietro nel tempo o cos’altro… fatto sta che mi trovai a seguire quegli eventi da un nuovo punto di vista, come una sorta di fantasma che assiste, impotente, allo svolgersi di un copione già rappresentato, un dramma già consumato.
Potevo vedere, ma senza essere vista, sentire, senza essere udita… allora mi concentrai su quanto accadeva, imprimendomi bene nella mente quei fatti di cui il mio compagno non voleva assolutamente parlare.

Sentendo una stretta al cuore, lo vidi, già affaticato dai precedenti scontri, affrontare Kuma, per difendere Rufy privo di sensi. Con le spade sguainate lo aveva colpito, rivelandone la natura di cyborg, poi con la sua particolare agilità era riuscito a sfuggire all’enorme e potente raggio che lo avrebbe incenerito, se lo avesse intercettato.
Nonostante la stanchezza e il sangue che ancora scorreva dalle ferite recenti, Zoro non si arrendeva e mi trovai col cuore che martellava nel petto per l’ansia che mi assaliva; anche se sapevo bene che ne era uscito vivo, seppure per il rotto della cuffia, non potevo fare a meno di lasciarmi coinvolgere da quella lotta impari.

Quel pazzo si era battuto, solo, contro un nemico del genere… se solo avesse potuto sentirmi, avrebbe udito le mie grida che gli dicevano di non continuare, di arrendersi. Feci morire quelle parole in gola: era già accaduto tutto ed io non ero stata presente, o meglio, vigile. Credevo di conoscere il risultato dello scontro, ma non sapevo di essermi fatta un’idea così sbagliata dell’accaduto.
Sgranai gli occhi al dialogo che si stava svolgendo tra i due nemici: Kuma voleva la testa di Rufy e Zoro gli stava offrendo in cambio quella del futuro migliore spadaccino del mondo… la sua.

Smisi di respirare e, nei recessi della mia mente, la matassa iniziò a dipanarsi… ancora non del tutto, ma ciò che scorreva davanti ad i miei occhi avrebbe reso le cose più chiare.
Con un dolore che mi cresceva al centro del petto, vidi Sanji riprendersi per primo e cercare di convincere Zoro a farsi sostituire, ma quello l’aveva messo fuori combattimento senza pensarci due volte, deciso a portare avanti la sua scelta.

Guardai il Cyborg estrarre da Capitano quello che aveva poi definito “il dolore di Rufy” sotto forma di una enorme bolla rosata che galleggiava in aria, per poi darne un piccolo primo assaggio a Zoro, che ne uscì devastato.
Portandomi una mano alla bocca per soffocare il grido che premeva per uscire, mi mossi, come per fermarlo, guidata da un’istinto  che non mi faceva ragionare, dato che sarebbe stato inutile.
Rimasi col braccio proteso verso lui, costringendomi ad assistere in cosa si sarebbe evoluta quella dolorosa vicenda, mentre le lacrime mi velavano gli occhi e un nodo in gola mi frenava il respiro, rendendolo affannoso ed insufficiente ai polmoni che sentivo scoppiare.

Vidi che abbandonava le spade, inequivocabile segno di resa: sapeva che non sarebbe tornato da noi.
Poi aveva chiesto di potersi allontanare per effettuare quanto stabilito.

Mi imposi di seguirli, prima di voltarmi indietro e scorgere la me stessa di allora e i compagni svenuti tra le macerie, ignari della tragedia che si stava compiendo, poi corsi verso il destino che lo Spadaccino si era scelto.
   
 
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