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Autore: Sarah_Milka_    25/05/2014    1 recensioni
Da lontano il ragazzo li guardava increduli, lui era steso nel letto, con tutti quei fili attaccati al corpo e altri due che lo aiutavano a respirare.
"Mamma, non piangere, sono qui!"
Passò la mano davanti al viso del padre, ormai sull'orlo del pianto, cercò di abbracciare le sorelle con gli occhi rossi e le lacrime sul viso.
Ma niente, nessuno lo sentiva, nessuno lo vedeva, lui ora era solo un fantasma.
Da lontano vide una luce, nessuno sembrò notarla, ma per lui era accecante.
"Vieni ragazzo, non aver paura."
"C-chi sei?"
Chiese allarmato e con un po' di tremolio nella voce.
Una figura apparve sotto quella luce, un ragazzo con un accenno di barba e i capelli raccolti in un ciuffo castano rivolto all'insù gli sorrideva allegramente.
"Sono il tuo angelo custode."
"Il-il mio angelo custode?"
"Si, sono qui per aiutarti, vuoi tornare dalla tua famiglia, vero?"
"C-certo che voglio tornare da loro, ma non so come..."
"Fidati di me!"
L'angelo gli porse la mano e il ragazzo gliela strinse con più sicurezza di quanto si aspettava e, dopo aver guardato un'ultima volta i visi pieni di tristezza della famiglia, sparirono...
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Louis, andiamo su."
Mi alzai dalla sedia su cui ero seduto e presi la mano di Liam che, grazie ai poteri da angelo, ci teletrasportò nella scuola dove c'era la ragazza e il suo amico.
Dovevo avvicinarmi a lei senza spaventarla.
Dovevo farle capire che io c'ero e che poteva fidarsi di me.
"Quindi questa è una scuola?"
"Si, ma non credere cosa sia."
Sorrise per poi avviarsi al suo interno con me al seguito.
"Harry ridammi la cartella!"
"Prova a prenderla!"
Ci girammo verso la voce e la vedemmo, cercava di riprendere la cartella dalle mani di un ragazzo dalla capigliatura riccia e folta.
Sembrava avere un cespuglio al posto dei capelli.
"Harry smettila di fare il bambino."
Disse un ragazzo dai capelli color pece raccolti in un'alta cresta.
Liam fece cenno di avvicinarci e così feci.
Arrivai al fianco del ragazzo riccio e solo ora avevo notato la sua altezza, poteva essere circa una decina di centrimetri più alto confronto a me.
Continuava a tenere la cartella della ragazza in alto mentre lei si arrampicava per prenderla.
"Prendigli la cartella senza però destare sospetti."
Annuìì a Liam e presi la cartella dalle mani di Harry per poi farla cadere a terra sotto lo sguardo confuso del ragazzo.
"Grazie"
Brontolò la ragazza raccogliendola e mettendosela in spalla.
"Io devo andare a lezione, ci vediamo in mensa."
Salutò i tre ragazzi per poi dirigersi nell'aula di chimica.
"Stai attento, proteggila, così lei si fiderà di te. Io non posso seguirti durante tutto il tuo cammino, ma potrò aiutarti in caso di vera difficoltà."
"Quindi è il momento di dirci addio?"
"No, non è il momento, quando vorrai parlare io sarò qui, basta chiamarmi come sempre, ma non potrò esserti di nessun aiuto con lei."
"Grazie Liam."
"Grazie a te, Louis."
Sparì di nuovo lasciandomi da solo, prima o poi gli domanderò del perchè non usi le ali per spostarsi.
Entrai anche io nell'aula di chimica del terzo anno, risentirò le stesse cose che ho sentito lo scorso anno.
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La campanella suonò facendomi riprendere dal mio stato di dormi veglia, ero solo alla terza ora e non era successo niente d'interessante e per di più storia non mi è mai piaciuta.
Uscìì dall'aula seguendo Sarah e osservandola.
Sembrava un tipo normale, non faceva caso agli sguardi altrui, nè si faceva mettere i piedi in testa, ma non era neanche molto sicura di sè, lo si notava dalle mani con le unghie mangiucchiate e la mania di toccarsi i capelli.
"Hey Sà!"
Una ragazza dai capelli color grano si avvicinò a lei a tutta velocità per poi saltarle al collo.
"A cosa devo tutto questo affetto, Mitchie?"
Sbuffò sorridendo Sarah.
"Non è che oggi puoi aiutarmi con i compiti di Biologia?"
"Certo, tu dimmi dove e a che ora."
Sorrise a trentadue denti alla ragazza.
"Ti va bene se ci vediamo alla fine delle lezioni per tornare a casa mia?"
"Perfetto, allora ci vediamo dopo."
"Ah un'altra cosa, posso pranzare con voi oggi?"
"Ovvio, ci vediamo a pranzo!"
Le fece un occhiolino per poi correre verso un'altra aula.   
Si prospetta una giornata molto lunga.
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Ora di pranzo, siamo diretti in mensa.
Appena entriamo scorgo due dei suoi amici seduti in un tavolo vicino alle finestre.
Parlano ridendo e scherzando e a volte lanciandosi qualche pezzo di cibo dietro, Sarah li nota e li saluta, prende il vassoio dove appoggiare il cibo e fa la fila insieme ad altri ragazzi.
Mi osservo un po' intorno, il gruppo di cui facevo parte non c'è più, ognuno è in un posto diverso, non sono mai venuti a trovarmi in ospedale, mai.
Si vede che non ero importante quanto credevo per loro e che ero utile solo durante le partite di campionato scolastico.
Torno a guardare nella direzione di Sarah ma non la trovo, mi guardo intorno notandola avanzare verso il suo tavolo, inciampa nei lacci sciolti delle sue adidas e la prendo in tempo evitandole una brusca botta e che tutto il vassoio contenente il cibo le finisca addosso.
Lei rimane sconvolta e incredula per l'accaduto.
Si guarda intorno cercando, forse, qualcuno che la guardi e rida di lei.
"Hey Sarah!"
Urla il biondo attirando la sua attenzione, lei sorride e va a sedersi al suo fianco.
Mi posiziono al suo fianco e ascolto le loro conversazioni.
"Sta girando una strana voce riguardo alle assenze del capitano della squadra di calcio."
Disse il riccio mordendo il suo panino, non ci posso credere, stanno parlando di me,ohpporcamiseria.
"Ah si? E perchè?"
Domanda Niall compiendo lo stesso gesto del riccio e divorando circa metà del suo panino in un sol boccone.
"Dicono che abbia avuto un incidente un mese fa e che ora sia in gravi condizioni, e si dice anche che tutto sia successo a causa sua perchè era ubriaco marcio."
Se solo loro sapessero realmente ciò che è successo non parlerebbero così di me.
"Oh povero ragazzo."
Sussurrò Sarah con la voce spezzata dal dispiacere.
La guardai sorpreso, non mi conosceva e era in pena per me...
"Speriamo si riprenda presto."
Concluse poi pulendosi le labbra mentre Mitchie si avvicinava al tavolo sorridente.
Gli occhi scuri della ragazza puntarono subito su Sarah sorridendole e lei fece lo stesso.
"Di che parlavate?"
"Oh, niente di interessante."
Parlarono ancora un po' per poi dirigersi ognuno in un'aula.
Con Sarah ora c'era Niall, avevano la stessa età e frequentavano la maggior parte dei corsi insieme.
Avevo capito che erano buoni amici, inseparabili oserei dire.
"Hai fatto i compiti?"
"Perchè, c'erano dei compiti?"
Rispose il biondo masticando una gomma.
"Sei il solito, te li faccio copiare io."
Sbuffò nuovamente mentre chiudevo la porta di un armadietto per evitarle di finirci dentro.
In poche ore ho capito anche quanto possa essere distratta mentre cammina.
Non guarda dove mette i piedi e ha continuamente la testa tra le nuvole, non so come possa aiutarmi, ma vorrei che rimanesse intera fino a quando non sia tornato del tutto nel mio corpo.
Entrarono in classe prendendo posizione tra gli ultimi banchi vicino alle finestre e si lasciarono scivolare sulle sedie, stanchi.
"Odio matematica."
Sussurrò lei prendendo i quaderni dalla cartella e lasciando cadere una matita, la prendemmo contemporaneamente e lei spalancò gli occhi lasciandola nuovamente, ho avvertito il calore della sua mano solo sfiorandola.
Non credevo che ciò fosse possibile.
"Niall, puoi prendermi la matita, per favore?"
Lui la guardò confuso per poi abbassarsi a prenderla.
"E' congelata!"
Rispose lanciandola sul banco.
Sarah storse le labbra, come se lo avesse avvertito anche lei.
Diciamo che è un buon inizio per farle capire della mia presenza.
"Bene ragazzi, aprite il libro a pagina..."
E inizia un'altra ora da incubo.
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Ho sempre odiato gli ospedali, quelle pareti bianche, la puzza di disinfettante e candeggina, la morte alberga in questo luogo.
Camminavo tra i corridoi incrociando medici e pazienti.
"Liam!"
Chiamai il suo nome sperando in una sua risposta che non tardò ad arrivare.
Me lo ritrovai affianco sorridente.
"Allora, come procedono le cose?"
"Diciamo bene, posso farti una domanda?"
"So a cosa si riferisce la tua domanda, riguarda le mie ali, giusto?"
Mi limitai ad annuire e lui sorrise nuovamente, come diavolo fa a sorridere sempre?
"Non te lo posso dire."
"Perchè?"
"Lo capirai un giorno."
Sospirai passandomi una mano tra i capelli e tornai a guardarmi intorno, eravamo nel piano riguardante la pediatria.
C'erano bambini ovunque, correvano per i corridoi, giocavano nelle proprie stanze e sorridevano, anche se conoscevano il loro destino.
"Perchè non puoi aiutarmi?"
"Sono le leggi, io posso aiutarti fino a un certo punto, poi dovrai cavartela da solo."
"Se tutto...se tutto andasse male, cosa succederebbe a-a noi? A me?"
"Io tornerei da dove vengo, tu moriresti e Sarah perderebbe ogni ricordo di te."
"E se tutto va bene?"
"Continuerei a vegliare su di te, tu torneresti  a vivere ma Sarah perderà lo stesso ogni ricordo di te."
"In entrambi i casi lei mi dimenticherebbe, giusto?"
"Esatto, e lo trovo ingiusto. Non si possono cancellare i ricordi così."
Storse le labbra in una smorfia per poi sospirare.
"Posso chiederti un'ultima cosa?"
"Dimmi pure."
"Qualsiasi cosa accada a me, prenditi sempre cura della mia famiglia."
"Sarà fatto."
Mi strinse la mano per poi sparire di nuovo e mi lasciò tra quei bambini che urlavano e cantavano a squarciagola guardando qualche programma in televisione.
 

Ecco il secondo capitolo, grazie a chi lo legge.
Baci Sarah :*
 
  
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