Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Prinzesschen    28/05/2014    3 recensioni
Niente è mai come sembra ed Hannah Kane lo avrebbe imparato a sue spese. Tutto comincia con un curioso incontro sotto la pioggia, un cagnolone dal pelo nero ed arruffato sconvolgerà la vita della giovane avvocatessa colmando la solitudine di una casa sempre vuota e riscaldandole il cuore con un pizzico di inaspettata magia.
Un latitante, un evaso in cerca di redenzione per una colpa che non ha mai commesso e che gli brucia l'anima graffiando il suo cuore dall'interno e procurandogli ferite che solo una giovane ed insolita donna in carriera saprà curare.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Furry Love

Furry Love

Image and video hosting by TinyPic

1- Strange fascination fascinating me
Changes are taking the pace
I'm going through

 

La pioggia cadeva fitta fuori dalla grande finestra e  probabilmente non avrebbe neanche smesso troppo presto, a giudicare dai nuvoloni densi e minacciosi che oscuravano il cielo pomeridiano di quel languido ma tremendamente caldo Agosto.
-..e quindi se n’è andata, senza lasciare neanche un biglietto e portando con sé i bambini.- concluse il mio cliente lanciandomi uno sguardo supplichevole, le occhiaie accentuate almeno quanto le profonde rughe d’espressione che sottolineavano lo stato di forte stress in cui versava. Non era male come uomo, obiettivamente parlando, ed era un vero peccato che tutte quelle grane sciupassero i suoi tratti altrimenti delicati e allo stesso tempo virili. Ma ero il suo avvocato, non la sua fidanzata né la sua analista, dopotutto.
-Non si preoccupi, signor Grayson, innanzitutto mireremo ad addebitare la separazione a sua moglie e tratteremo con il giudice delle ragionevoli condizioni per l’affidamento condiviso. Purtroppo il tradimento non la rende perseguibile penalmente e dunque non possiamo neanche richiedere alcuna misura di protezione che comporti l’affidamento esclusivo dei bambini a suo favore.
Annuì, placido e ben consapevole che nella pratica era sempre la moglie ad ottenere un trattamento privilegiato e che ad ogni modo avrei fatto il possibile per tutelarlo.
-Abbiamo gli elementi per darle qualche gatta da pelare, non ne dubiti.
Si alzò, scostando la sedia e mi porse educatamente la mano per poi stringerla con vigore.
-La ringrazio, avvocato Kane. Mi affido completamente a lei.
-Non se ne pentirà.
Lo accompagnai sorridente fino alla porta della mia stanza per poi affidarlo alla segretaria dello Studio che lo scortò all’uscita.
Studio Associato Kane, Mars e Russell.  Avevo svolto il mio praticantato in quello stesso studio, allora gestito da Russell senior e dalla giovane Kate Mars e qualche anno vi ero rientrata come avvocato a pieno titolo, a fianco di Jason Russell e della stessa Kate Mars.
-E’ meraviglioso. Ma com’è che li trovi tutti tu, Hannah?
Scossi il capo, ancora scomodamente appoggiata allo stipite della porta della mia stanza, mentre Joanne McDay tornava alla sua scrivania con le braccia spalancate, sconcertata dalla mia- parole sue- fortuna sfacciata.
-Sono una fottuta calamita, Jo, lo sai.
-Sempre elegante, mia adorata Kane.- commentò Jason facendo la sua entrata trionfale, i capelli perfettamente pettinati e carichi di gel, lo sguardo magnetico e ammiccante da seduttore incallito e le mani affondate nelle tasche del completo gessato.
-Il tuo tempismo è impressionante, Jason. Mi sorge sempre il dubbio che tu stia appostato dietro la mia porta pronto ad intervenire ad ogni occasione.
Joanne trattenne il fiato, sentendomi rivolgere l’ennesima frecciatina al figlio del proprietario dello studio.
-A proposito di occasione, Kane, avrei una proposta molto allettante da farti. Vuoi sentirla?
Storsi le labbra in un sorriso forzato.-La farai comunque, sputa il rospo.
Conoscevo Jason dai tempi dell’università e quei battibecchi erano sempre stati il nostro pane quotidiano; io lo consideravo un borioso figlio di papà abituato ad avere tutto in qualsiasi momento decidesse di volerlo e lui considerava la sottoscritta una strana ragazza di periferia approdata a London City con più ideali che cosmetici in borsetta e, per questo, come una sorta di sfida.
Erano anni che mi svolazzava intorno come un’ape ostinata ed io continuavo senza alcuna ritrosia a ridurre all’osso, ovvero al semplice ambito professionale, qualsiasi rapporto.
-Dopodomani c’è un corso di aggiornamento al Palace e organizzano anche una cena. Sono stato invitato a far le veci di mio padre che purtroppo non potrà presenziare e mi piacerebbe se tu volessi accompagnarmi .
La mia espressione doveva essere parecchio eloquente perché mi si avvicinò, sbuffando, abbandonando la sua aria da sbruffone, come spesso accadeva davanti alle mie reazioni per lui inusuali. –Eddai, Kane, è un’occasione d’oro per te! Ci saranno gli avvocati e i magistrati più in gamba d’Inghilterra e..
-D’accordo.
-Come?- mi chiese immobilizzandosi e fissandomi con gli occhi scuri spalancati dalla sorpresa.
-Verrò con te.- ripetei con un sorriso impertinente, divertita dalla sua espressione scioccata.
Si illuminò per un attimo ma poi, schiarendosi la voce, pensò bene di darsi un contegno e di riappropriarsi dei suoi modi da uomo-che-non-deve-chiedere-mai.
-Ovviamente, saresti stata una sciocca a rifiutare. Ti passo a prendere Venerdì alle sette, non un minuto più tardi, Kane!
Lanciai uno sguardo divertito e allo stesso tempo esasperato a Joanne, mentre lui si allontanava, e lei ricambiò, sconvolta quanto il mio collega.
-Sei impazzita?- scandì perché leggessi il labiale.
-E’ solo un incontro di lavoro, Jo. Solo un incontro di lavoro.

Quando uscii dallo studio la pioggia, come previsto, non era ancora cessata e dovetti coprirmi il capo con la borsa per non inzupparmi nel tragitto fino alla mia macchina.
Era una macchina abbastanza inusuale per una donna, a detta di molti, una Jeep scura e meravigliosa che adoravo con tutta me stessa e che mi ero regalata due anni prima per il mio venticinquesimo compleanno.
Osservai nello specchietto retrovisore i miei capelli biondi, già tendenzialmente crespi, ridotti ad un groviglio informe ed umido che sarebbe stato terribile districare e poi lo riposizionai ad inquadrare il vetro posteriore, mettendo in moto diretta verso casa.
Quando finalmente scorsi le villette a schiera di Little Whinging attraverso la pioggia fitta mi sentii sollevata.
Svoltai nel mio vialetto e spensi il motore lanciando un’occhiata alla casa, stranamente silenziosa, dei vicini: solitamente il vecchio Dursley deliziava il vicinato con i suoi toni soavi mentre la magra moglie lanciava occhiate preoccupate dalla finestra, temendo il giudizio di noi vicini; giudizio che, per quel che mi riguardava, era comunque pessimo. Mi era capitato più di una volta di difendere quel delinquente del figlio, Dudley, per atti vandalici e risse che per lo più consistevano nella sua abitudine di pestare i più piccoli.
L’altro ragazzo, il nipote, era un tipo davvero strano. Lo tenevano praticamente segregato in casa e mi era capitato raramente di incrociarlo, seminascosto dietro dei grossi e tondi occhiali e con l’aria decisamente infelice. Si diceva che l’avessero spedito al Centro Di Massima Sicurezza San Bruto per Criminali Irrecuperabili. Se quel posto esistesse davvero o no, per me, restava un mistero.
Mi preparai a nuotare fino alla porta e mi tuffai fuori dall’auto, camminando a passo svelto fino al portico.
Sobbalzai notando una macchia scura accucciata sul mio tappetino e mi feci indietro, improvvisamente incurante della pioggia, quando la macchia scura prese a ringhiarmi contro, aggressiva.
-A cuccia, bello. Parliamone.
In linea di massima adoravo i cani ma quello sembrava proprio odiarmi e di tendergli la mano non ne avevo la minima intenzione.
Mi squadrò per qualche secondo e smise di ringhiare, inclinando il muso con aria curiosa.
Era davvero un cane strano, tutto nero ed arruffato e con degli incredibili occhi grigi che sembravano scrutarmi attraverso la pelle.
Infine guaì piano e mi si avvicinò, leccandomi una mano.
-Non sei poi così feroce, in realtà. Vero, cucciolone?
Mi chinai sulle ginocchia e presi ad accarezzarlo, cauta.-Sei zuppo e hai fatto bagnare anche me, cattivone.
Mi sollevai e presi le chiavi nella borsa ormai fradicia mentre lui non perdeva neanche un mio movimento, feci scattare la serratura ed entrai, facendomi da parte e rivolgendomi all’animale.
-Su, entra pure. Non vorrai mica restare fuori ad inzupparti ancora?
Il cucciolone avanzò, diffidente, oltre la soglia senza smettere di fissarmi ma una volta che ebbi chiuso la porta alle sue spalle notai che la coda aveva iniziato timidamente a muoversi.
Gettai la borsa per terra e attraversai l’ingresso togliendomi le scarpe e saltellando da un piede all’altro.
Mi catapultai nella mia stanza più veloce possibile togliendomi di dosso i vestiti bagnati per restare in biancheria intima e così svestita e sotto lo sguardo vigile dell’enorme batuffolo nero che mi aveva seguita come un’ombra, andai in bagno.
Scossi i lunghi capelli chiari e quando pochi istanti dopo sentii il cane fare lo stesso con il suo pelo, poco oltre la soglia del bagno, mi voltai rivolgendogli un’occhiata di rimprovero al quale quello rispose con un guaito di scuse, zampettando sul posto e intenerendomi definitivamente.
Mi frizionai per qualche minuto i capelli così da asciugarli un po’ e poi con la stessa asciugamano presi a massaggiare il pelo del cagnolone che sembrava godere da matti di quelle attenzioni a giudicare dal modo in cui scodinzolava sbattendo la coda contro la porta di legno.
Risi, divertita, e stringendo la lingua tra i denti passai ad asciugargli il muso, stringendogli le orecchie pelose e il capoccione scuro mentre lui odorava freneticamente l’asciugamano che probabilmente profumava ancora del balsamo alla pesca dei miei capelli.
Quando mi sembrò finalmente un po’ più asciutto mi tirai su, posando le mani sui fianchi e guardandolo, interdetta.
-Cosa ci faccio io, con te?
Fin da quand’ero bambina i cani erano sempre stati i miei animali preferiti, di gran lunga più affettuosi e fedeli dei gatti, infidi e calcolatori.
I miei vivevano in una casa in campagna che ospitava da sempre almeno quattro esemplari di quella adorabile specie e quindi ero cresciuta, per forza di cose, con quella forma mentis che, in quel momento, mi imponeva di accogliere il pelosone in casa mia. Non potevo di certo gettarlo di nuovo per strada, non aveva un collare e a giudicare dal suo odore non faceva un bagnetto da un bel po’ di tempo, ragion per cui non avevo elementi per ritenere che avesse un padrone, nel quartiere, che lo potesse rivendicare.
Gli posai la mano sul capo e lo accarezzai, energica. –Stasera sono troppo stanca ma domani ti tocca un bel bagnetto profumato.
Abbaiò, in risposta, facendomi sussultare ma in quel verso non c’era più alcuna traccia della ferocia iniziale e con la lingua penzoloni e la bocca spalancata sembrava invece l’immagine della felicità.
Indossai una enorme t-shirt e mi stravaccai sul divano sul quale avevo steso una vecchia e logora tovaglia da tavola sulla quale battei forte la mano, guardando il mio nuovo amico che si era accomodato di fronte a me e mi guardava, vispo.
-Salta su, Rain.
Il nome che gli avevo affibbiato sembrava piacergli molto e una volta posizionatosi sul divano, al mio fianco, mi regalò una generosa leccatina sul braccio e si raggomitolò su se stesso, soddisfatto ed appagato.
Accesi la tv e la sintonizzai sul canale che mandava il mio programma musicale preferito ma il mio sguardo continuava a cadere sul cane che mi sonnecchiava accanto.
Mentre MTV trasmetteva un live di Changes di David Bowie nella mia mente andava facendosi spazio un pensiero tanto inaspettato quanto dolce: quella casa sembrava improvvisamente meno vuota e il senso di solitudine che ogni sera mi pervadeva non aveva ancora fatto la sua triste comparsa. Avevo sempre amato la pioggia estiva.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Prinzesschen