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Autore: Yellow Canadair    28/05/2014    8 recensioni
"Tornava bel bello dalla sua passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre in un anno a caso dei Cent’Anni del Grande Buio, don Emporio, curato d’una delle terre nel Mare Settentrionale. Chiuse il breviario che leggeva tenendovi dentro un indice per portare il segno, si girò verso il lago come faceva sempre giunto a quel punto del sentiero e guardò le acque placide..."
Bloccati su un'isola piovosa per esigenze di magnetismo, Rufy e i suoi compagni decidono che l'ultima storia che Nico Robin narra loro è troppo noiosa, e corrono ai ripari.
Da un'idea di Alessandro Manzoni.
Genere: Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Donquijote, Doflamingo, Monkey, D., Rufy, Mugiwara, Sorpresa
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Perché sono Boa Mondella... e sono bellissima!


Lorenzo o, come dicevan tutti, Rufy non si fece molto aspettare. Appena gli parve il momento, andò con la lieta furia dei suoi vent’anni a bussare alla porta del curato, impaziente di fissare l’orario delle sue nozze con Boa Mondella.

In realtà stava facendo colazione, ma era stato spedito a pugni a casa di Don Emporio e non vedeva l’ora di tornare a casa per completare l’opera, lasciata su tavolo ancora fumante.

-Ehiiii vecchio! Ci sei? Muoviti ad aprire!!- faceva cagnara sbuffando e cominciando a pensare di tornarsene a casa prima che il latte si facesse troppo freddo. Non che l’avrebbe buttato, a quel punto! L’avrebbe scaldato di nuovo però, perdendo tempo prezioso che avrebbe potuto sfruttare per mangiare altro.

-Oh. Sei tu?- gli aprì Kureha candida e stupita. -Mi dispiace ma te ne devi andare. Il curato non sta bene oggi, ripassa più tardi. O domani. O tra un anno.- e richiuse sonoramente la porta.

Kureha tornò dentro casa; almeno per il momento era riuscita a fermare Rufy, ma la copertura non avrebbe retto a lungo…

-È andato via?- s’informò cauto Emporio sgusciando fuori dal letto e togliendo il termometro dalla lampada, espediente collaudato per far “salire” la febbre.

-Tornerà, ma per il momento possiamo star…

-EHI, MA ALLORA STAI MEGLIO!- gridò Rufy affacciandosi alla finestra della camera da letto del curato e facendo spaventare lui e la perpetua.

-Non ti hanno insegnato l’educazione, maledetto moccioso!?!- strillò Kureha.

-Oh sì.- mormorò Rufy. -Il nonno mi ha legato ad un palloncino e fatto volare verso Milano… poi mi ha lasciato a Bergamo vestito da tifoso del Brescia…- si riscosse da tali turpi ricordi e continuò: -A che ora è la cerimonia?-

-Quale cerimonia?- domandò vago il curato.

-Il pranzo di nozze.- rispose Rufy convinto.

-Pranzo di nozze?- si stupirono in coro Kureha ed Emporio.

Un ampio sorrisone si aprì sul viso dello sposino. -Boa ha detto che dopo quella noiosissima messa potrò mangiare tutto il pomeriggio fino a sera, senza fermarmi mai! Ci credereste?-

I due rimasero interdetti.

-A che ora finiscono le nozze, quindi?-

-Ma no, ma no…- mugugnò Emporio. -Non si possono ancora fare, queste nozze… alea iacta est, urbis et orbis, mutatis mutandis, cave canem

-Che vuoi ch’io faccia del tuo latinorum?? A che ora si mangia?-

-Non si mangia affatto, moccioso infame! E ora sparisci! Questo matrimonio non lo celebro! Fuori da casa mia!-

-Non esco di qui senza sapere perché!- rispose con veemenza Rufy.

Emporio si afflosciò su se stesso. -Oh, la pressione… mi sento così debole…-

Rufy e Kureha lo presero per le braccia e lo deposero su una seggiola.

Don Emporio guardò il ragazzo con viva pena. -Lorenzo o, come dicevan tutti, Rufy, se parlo son morto!

-Voglio sapere ciò che ho da sapere! Parla!

-Ebbene…- cominciò il pretino scompigliandosi i ricci violetti. -Ebbene…- prese fiato.

-Sì…?- incalzò Rufy, che pensava al suo povero latte abbandonato laggiù nella sua casetta.

-Sono stato minacciato di morte!- confessò.

-E da chi?- s’indignò Rufy.

-Da Don… Don…

-Don…?- gli mise ancora fretta il ragazzo.

-Don…

-Don? Don Backy? Don Rosa? Don Rodrigo? Don Matteo?- suggerì il moretto.

-DON FLAMINGO! Ops, questo forse non dovevo dirlo…-

Un pugno demolì un’intera parete della casa. -E COME OSI FARTI ANCORA VEDERE IN GIRO!?!-

-Accidenti, il nonno ha sentito tutto!- si lamentò Rufy nascondendosi dietro al tavolo rovesciato.

-Ma non esiste il personaggio del nonno di Renzo!- obiettò Kureha sotto voce.

-No, però non sapevamo a chi far fare Agnese, la mamma di Boa… quindi abbiamo usato lui al suo posto.- spiegò Lorenzo o, come dicevan tutti, Rufy.

-TI SEI PIEGATO ALLE RICHIESTE DI QUEL LAMPADATO SPAGNOLO???- tuonò Agnese… pardon, Garp, prendendo il prete per il bavero.

-Ehi! Vorrei vedere voi al mio posto!- si difese il sacerdote. -La Flamingo Family, la più potente di Lombardia, con tutti que’ bravacci pronti a farmi la pelle! E poi, vi pare il caso di entrare in casa d’altri così!?- gridò indicando i calcinacci sparsi ovunque e un bel sole che entrava in casa impudente e copioso senza più il muro a fermarlo. -M’avete reso un bel servizio! Avete fatta una bella prodezza! Vi mando il conto dei muratori a casa!

-CELEBRA QUESTO ACCIDENTI DI MATRI…

Furbo e lesto, il pretino si mise in un batter di ciglia tanto mascara che sembrava fosse passata di lì Clio Zammatteo.

-DEATH WINK!- gridò alla fine della rapidissima operazione, con un occhiolino fulminante che sollevò un immenso tornado.

Rufy e Garp furono sparati via dall’ormai fatiscente casa del parroco e atterrarono a qualche chilometro di distanza nella campagna lecchese; tirandosi botte insulti ogni tre passi e addormentandosi ogni due, in capo a tre giorni bussarono alle porte di casa Mondella per raccontare alla fidanzata gli avvenimenti che ostacolavano le sue tanto agognate nozze.

 

~

 

Boa Mondella andò su tutte le furie al racconto di Rufy e di suo nonno; spedì fuori casa le sue amiche e sorelle che erano intente a cucirle il velo e il meraviglioso abito da sposa, chiuse la porta a chiave e sprangò le finestre.

-Hanno una percezione speciale, per i pettegolezzi.- sibilò a mo’ di spiegazione.

-Pettegolezzi?- ripetè Rufy con la testa nella credenza.

-Maledetto Don Flamingo… come si permette di arrivare a tanto!?- ringhiò, diventando nella rabbia ancora più affascinante.

-Boa, conoscevi già quel ceffo?-

-Quel ceffo conosceva me.- puntualizzò la donna, quasi offesa dalla frase innocente di Garp.

E cominciò a raccontare che tempo addietro, mentre rincasava con le sue amiche dopo il lavoro alla filanda, era stata spesso importunata con proposte poco oneste e poco adatte ad una donna perbene proprio dal signorino Don Flamingo e da uno strano uomo che era con lui, uno con un cappello di paglia e i capelli rossi…

-Attilio?- provò Garp con fare esperto.

-No.- avversò Boa. -Suo cugino.-

Don Flamingo e il cugino di Attilio irridevano Boa e le facevano battute sconce, finché lei non si era inarcata all’indietro scomparendo dietro a dolci e calde colline. «Cosa diavolo cercate di fare!?» aveva strillato.

«Vieni a cena con me, Boa Mondella!» aveva sghignazzato il biondo.

-Ma perché importunare proprio te? lo sanno tutti che ti devi sposare!- avversò Garp mentre il nipote aveva trovato un barattolo di Nutella e ci stava spalmando qualsiasi cosa commestibile ci fosse in giro.

Boa Hancock spalancò gli occhioni azzurri e balbettò confusa: -Come, “perché?” Perché io… io sono bellissima!!-

-Hai ragione.- commentò Garp.

-Ragionissima!- esclamò uno scheletro uscendo da un armadio a muro, ricacciato nel suo bugigattolo da una padellata sul cranio afro.

-Maledizione, tu pensavi di fermarlo accelerando le nozze, e quel bastardo invece le ha annullate.- sintetizzò il nonno.

-E adesso che facciamo?- mormorò Rufy raschiando il fondo del barattolo ormai vuoto.

-Potremmo cambiare parrocchia!- risolse Garp.

-No, dovremmo rivolgerci comunque a Don Emporio.- avversò Boa.

Un energico picchiare alla porta interruppe i loro discorsi.

-Bussano.- mormorò Boa coprendosi il petto e arrossendo con fare decisamente manzoniano. -Che d’è?-

Il mastodontico Garp si avvicinò all’uscio sbarrato e, chinandosi, guardò nello spioncino.

Sorrise sornione girando la maniglia. -Forse è arrivato qualcuno che ci può aiutare.-

La porta si aprì ed entrò un frate dall’abito di iuta lungo fino ai piedi, dall’aria umile che mal s’accostava alle spalle massicce e alle mani che parevan fatte più per costruir navi che per sgranar rosari; il suo cipiglio umile e posato a volte lasciava spazio ad uno spirito guerresco che l’umiliazioni degli anni non avevan potuto spegner del tutto, mentre lassù in alto, alla stessa altezza della zazzera bianca di Garp, un gran ciuffo azzurro cielo risplendeva come il cielo terso delle mattine d’estate.

-Oh Fra’nky Stofaro!- dissero ad una voce sola Boa e Rufy. -Sia benedetto!-


Dietro le quinte...

Ritorno del cast di One Piece negli abiti dei Promessi Sposi! Scusate il ritardo (forse ho troppe storie avviate e dovrei darmi una regolata), ecco a voi il secondo capitoletto di questa sconclusionatissima storia! Grazie per aver letto, grazie per averci creduto, grazie per essere arrivati fin qui! 

A presto (forse, chi lo sa. Esami permettendo. Sicuramente ci rivedremo con questa storia!),

Yellow Canadair

  
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