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Autore: Artemis00    20/08/2008    24 recensioni
AU, OOC (ma non del tutto). Naruto, Sasuke, Gaara e Lee si iscrivono allo stesso college maschile... ne vedremo delle belle! Sasunaru, Gaaralee e... un sorprendente mordi e fuggi. Non vi anticipo nulla...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sabaku no Gaara , Naruto Uzumaki, Rock Lee, Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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The End

The End

 

 

Dal diario di Deidara:

Oggi io e Sasori siamo andati a prenderci un gelato, e chi abbiamo incontrato in cremeria? Il nostro compagno di corso, Kankuro! Ogni volta che lo vedo mi viene il nervoso, ma come si veste? Come si concia dico io! Lui mi ha ignorato, cosa molto maleducata da parte sua, solo perché una volta gli ho messo un petardo sulla sedia… quanto siamo permalosi! Stavo per minacciarlo di farlo di nuovo quando il mio bellissimo e inopportuno ragazzo è intervenuto e mi ha portato via dalla gelateria. Io volevo gridargli “Ciao Batman”, ma non mi ha lasciato il tempo! Beh, Kankuro non la passerà liscia, guai a ignorarmi in quel modo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Sai, con l’album da disegno sotto braccio, passeggiava per i corridoi cercando qualcosa o qualcuno da ritrarre. Due che si picchiano, due che pomiciano, un professore interessante… ma nulla catturava il suo sguardo, finché non si fermò di fronte ad una scenetta molto particolare.

Era arrivato al giardino della scuola, e si sedette sull’erba, esattamente dietro l’albero, per nascondersi.

Un Sasuke piazzato a gambe larghe ed espressione decisa di fronte ad un ragazzo che gli somigliava molto, solo un po’ più grande e dall’aria molto meno minacciosa. Probabilmente suo fratello Itachi.

I due si fissavano a qualche metro di distanza, mancava solo la tipica palla di sterpaglie che, spinta dal vento, passava fischiando.

Immediatamente Sai immaginò una musichetta western, e il Sasuke che era apparso nel suo foglio, somigliantissimo per altro, aveva un cappello da cowboy.  Ma la sua matita si fermò, indeciso su chi avrebbe avuto la medaglia a forma di stella da sceriffo.

Solo chi avrebbe vinto la discussione ne avrebbe avuto l’onore. Tese l’orecchio.

 

- Come ti sei permesso, dico io.

- Io faccio quello che voglio.

- Devi smetterla, hai capito? Questo non è il tuo campo, non immischiarti più nella mia vita!

- Chi me lo vieta? Tu? E poi che c’entra Naruto nella tua vita? Mica lo costringo a stare con me.

Sasuke sgranò gli occhi. Suo fratello non era mai stato così ciarliero. Quell’argomento doveva premergli molto.

- C’entra perché l’ho visto prima io, e poi…

S’interruppe. Non era stata un’uscita troppo matura, ma tant’è.

- E poi lui ci stava solo per fare ingelosire me, no?

Itachi si morse un labbro. Quello era un tasto dolente.

- Sasuke, non parlare di ciò che non conosci.

- Ah, non conosco, eh? Ho letto la lettera!

- L’avevo immaginato. Non te l’ha data lui, vero?

Sasuke tacque per qualche secondo.

- No- ammise infine. – Ma più che altro era per orgoglio.

- Lo credi tu. E comunque... ti sei mai chiesto perché non ti abbia mai assecondato?

- Che cosa?

- È vero, è iniziata per farti ingelosire, quella sera di dicembre mentre tu eri in biblioteca- mentì -  e tu ci sei cascato, fratello deficiente che mi ritrovo. E poi che è successo?

- E poi…- pausa imbarazzata.

- Tu hai cominciato a fargli le avances, no? Insomma, ti sei mostrato disponibile. Quello che Naruto voleva, non è vero? Allora perché non ne ha approfittato?

Il più giovane non sapeva cosa dire, perché era vero.

- Evidentemente…- tentò – non gli piaceva come mi comportavo.

- No, Sasuke chan, è qui che sbagli – Itachi sorrise – perché non ti ha dato corda nemmeno dopo che hai letto la lettera, no?

Silenzio.

- Ti starai chiedendo come faccia a saperlo. Molto semplice, ti conosco: tu avrai letto la lettera, ti sarai incazzato con me, ma avrai fatto la ruota come un pavone, iniziando a dare a Naruto attenzioni che prima nemmeno si sognava. Magari anche ravvicinate, razza di arrogante. Degno di un maledetto Uchiha. E lui…

- Cosa ne sai di come si è comportato lui?- sbottò Sasuke arrossendo.

- Andiamo, se lui avesse accettato le tue avances, non saresti qui a farmi il diavolo a quattro. Saresti con lui in giro per farti vedere da me.

 

Sai disegnò la stella sul petto di Itachi.

 

Avevano dormito insieme tutta la notte.

Senza toccarsi in modo strano, senza baciarsi, senza un contatto che fosse anche di poco superiore ad un abbraccio tenero.

Era come tornare a far scorrere il sangue in un cadavere. Erano entrambi freddi e timorosi di soffrire.

La mattina si svegliarono in contemporanea, più che altro perché le persiane erano aperte al sole e alla luce accecante. Erano abbracciati, ma subito Gaara si scostò di scatto, impaurito suo malgrado.

Non si fidava ancora di lui, forse.

Lee gli carezzò un braccio, l’altro fremette ma lottò per non spostarsi.

Gesti timidi, gesti dolci.

Gesti per tornare a conoscersi.

 

- Sai, che cosa hai dise…- scoppiò a ridere di gusto.

- Ti piace?

- Ma è spassoso, questo Sasuke col cappello!

Naruto sorrideva, e Sai lo guardava. Non capiva proprio nulla? Contò mentalmente fino a dieci.

- Davvero, è spaventoso.

“otto”

- e questa espressione è così scema, da film americano.

“cinque”

- Proprio degna di Sasuke, davvero. Ha anche il cinturone e gli stivali.

“due”

- Ehi… aspetta…

“zero”

- Ma questo è…

 

Itachi era rimasto nei pressi del collegio del fratellino, bazzicando qui e là mentre tutti lo guardavano ammirati, ammaliati, impauriti da tanto carisma.

Ogni tanto rispondeva ai messaggi furibondi di Deidara, che evidentemente aveva incontrato qualcuno che si veste male.

Ma aspettava, aspettava.

Non era ancora il momento di intervenire, perché Naruto di certo lo avrebbe cercato.

In qualche modo.

Per qualche motivo.

 

- Hey, Naruto, calmati!

Sai cercava di calmare il biondino, che l’aveva preso per le spalle.

- No che non mi calmo! Si può sapere quando li hai visti?

- Stamattina ho bigiato matematica, e loro erano lì.

- E sentivi che si dicevano?

Sai tacque, poi piano piano annuì.

Naruto trattenne il fiato.

- Di che parlavano?

- … di te.

Bene, questo lo immaginava, non era così scemo. Sapeva di essere fra due fuochi.

- E…?

- E niente, Itachi sa che Sasuke sa.

- Eh?

- Praticamente tu avresti usato Itachi per far ingelosire Sasuke, e quando Sasuke ci ha provato con te tu non gliel’hai dato lo stesso. E va bè… non con queste parole esatte, comunque il succo è quello.

Dannazione!

 

Sasuke correva per i corridoi, cercando Naruto che sicuramente non era nella sua stanza, dato che aveva controllato.

Aveva sperato di trovarlo nella propria, magari senza mutande, ma niente.

Entrò come una furia nei bagni maschili e trovò un Naruto ansiosissimo che discuteva con Sai.

Lo prese per il polso.

- Tu adesso vieni con me!

Piantando in asso il povero artista, lo stava per portare nella propria stanza, che Naruto di scatto si liberò della sua stretta.

- Naruto, smettila, perché fai così?

- Smettila tu, idiota!- sbottò – maledizione, non ti sopporto più, Sasuke!

Il moro sgranò gli occhi, stupito.

- Sei sempre lì a pensare che tutti sarebbero più che felici di essere toccati e trascinati ovunque da te, ma non è così, non gira tutto intorno a te, devi dare voce in capitolo anche agli altri, Sasuke, anche io penso, imbecille!

- Allora dimmelo!- scattò Sasuke – se tu pensi, dimmelo! Scegli, o me o Itachi.

La situazione era disperata.

Due fuochi.

Due fratelli.

Due caratteri non troppo diversi.

O forse no?

 

Lee era appoggiato alla ringhiera dello spazioso balcone del primo piano, pensieroso.

Alzò lo sguardo, sentendo qualcuno avvicinarsi.

- Gaara.

Il rosso si era poggiato vicino a lui, e lo guardava.

Non c’era freddezza, rancore, paura nel suo sguardo. Era molto serio, ma di una serietà calda.

- Ti volevo parlare.

- Ti chiedo scusa, Gaara, ma ero ubriaco. So di averti fatto molto male.

Gaara chinò il viso.

- Non male fisicamente quanto… insomma, le tue parole mi hanno ferito.

- Appunto per questo non dovresti dare retta ai delirii di un ubriacone come me.

Il rosso ridacchiò piano. Poggiò la mano sopra la sua.

- Non sono stato in grado di fermarti. Forse non volevo nemmeno farlo.

Pausa piena di imbarazzo.

- Ciò non toglie che ho approfittato di te.

- Quel che è stato è stato.

- … Gaara… potremmo mai tornare come prima?

- Dopo una cosa simile, no.

Lee chinò il viso, dispiaciuto.

- Semmai in meglio.

Il moro lo guardò stupito.

- Non ti illudere, ci sarà da lavorare tantissimo.

 

Sai, da una finestra, sedeva con un blocco da disegno.

Indeciso se disegnare Gaara e Lee che si baciavano dolcemente, oppure, in giardino, un Naruto che correva da Itachi, per poi saltargli fra le braccia in un abbraccio convulso.

Sì, quando cerchi qualcosa da disegnare non la trovi mai, e poi ti capita di avere sotto mano due bellissime scene e non sai da quale iniziare!

La vita è proprio ingiusta.

  
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